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Autore: MIV93    16/04/2021    1 recensioni
Dal prologo:
“Finalmente ce l’abbiamo fatta…” disse lo shinigami con gli occhiali, tirandosi indietro i capelli e togliendosi quelle lenti in realtà del tutto inutili.
La donna annusò l’aria, disgustata: “Ne sei sicuro, Aizeeen-samaa? – chiese, allungando volutamente il nome del suo padrone con fare civettuolo – Qui sento puzza solo di anime e shinigami… non è che siamo finiti nel Rukongai e il nostro animaletto ha sbagliato mira… di nuovo?!”
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Arrancar, Nuovo personaggio, Sosuke Aizen, Urahara Kisuke
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2 

-The beginning of the adventure -




 
Mancava davvero poco alla convocazione dell’Alto comandante Uminojoo, tutti i capitani e vice-capitano si stavano avviando all’edificio dove si tenevano le riunioni più importanti riguardanti i Void Territories.   
L’edificio in questione era all’interno delle mura ove il capitano supremo e il suo vice risiedevano ed era posto esattamente di fronte alle abitazioni private dei due, come a segnare il punto di ingresso ad una zona strettamente riservata. Solo i capitani e loro rispettivi vice potevano accedere in questa area per parlare con Uminojoo, tutti gli altri ingressi erano proibiti, ovviamente senza un invito della diretta comandante.
L’ingresso principale dell’area era caratterizzato da un enorme Tori rosso e, proprio frontalmente ai due pilastri, vi erano due enormi guardie che controllavano tutti gli ingressi programmati della Comandante suprema. Alle spalle dell’enorme Tori si apriva un’area piuttosto grande caratterizzata da giardini giapponesi lungo il perimetro delle mura, al centro vi era un’isola verde che collegava, per mezzo di ponti in legno con ringhiera, l’ingresso principale e l’area dedicata alle riunioni importanti. Tutto in quel posto era curato nei minimi dettagli.

Chunami cercò di domare goffamente la sua lunga capigliatura violetta mossa dal vento, mentre il suo vice- capitano ruotava gli occhi al cielo sbuffando leggermente, per poi riprendere a camminare dentro alle mura e lasciando la sua capitana fuori da sola. “Hayashi-san, la situazione è questa. Ho approfondito la ricerca più che potevo, ormai penso di non avere più dubbi su ciò” sussurrò Chunami, finendo di sistemarsi finalmente i capelli quasi impazziti.

Setsuna sospirò:” Capisco – esitò per qualche istante – abbiamo raccolto e unito tutto il materiale degli ultimi mesi, non ci resta che comunicare a Uminojoo-sama le ultime scoperte” concluse voltando il busto di venticinque gradi per vedere chi stava arrivando dalla parte opposta dell’ingresso.

Il chiacchiericcio piuttosto irruente proveniente da qualche metro di distanza spostò l’attenzione delle due capitane proprio su di loro. Il vice-capitano Regina, con passo svelto e pesante, mentre gesticolava con le braccia verso il cielo e il suo capitano Kaji, con un sorriso piuttosto divertito sul volto, si stavano dirigendo verso di loro, pronti a partecipare alla riunione. “Setsuna-san – urlò Regina sventolando una mano al cielo in segno di saluto – di che state parlando?” chiese infine, una volta che i due raggiunsero le due donne. Kaji salutò educatamente con un cenno del capo Setsuna e Chunami, le quali ricambiarono a loro volta nello stesso modo.

“Oltre i portali c’è molto di più di quello che sembra” tagliò corto Setsuna.

“Non sono molto incline agli spoilers – trillò Chunami Gakusha, strizzando un occhio nella direzione di Regina – tra poco scoprirete tutto”

Ben presto tutti i capitani e vice-capitani fecero il loro ingresso dentro alle mura dell’edificio.   

Appena poco dopo le porte di ingresso vi era un’enorme zona di attesa circondata da dei porticati che erano divisi dalla zona interna per mezzo di enormi e rettangolari porta finestre estremamente ricamate internamente con raffigurazioni di pavoni colorati. Nella parte opposta dell’ingresso vi erano due rampe di scale in legno scuro che portavano direttamente al piano di sopra, luogo in cui vi era la sala delle riunioni.
L’area dell’adunanza era estremamente semplice: il pavimento era ricoperto da un classico tatami chiaro, tutto il perimetro della sala era tappezzato di porte scorrevoli fatti di pannelli di carta di riso che davano direttamente sui balconi del primo piano. Non vi erano sedie o tavoli per gli ospiti, solo nella parte più a nord c’era un tavolino di mogano finemente ricamato e un cuscino color oro di paglia di riso in cui vi era aggraziatamente seduta Uminojoo.

“Capitano, il bambino senzatetto...?” sussurrò Hare Shiro, mentre faceva guizzare lo sguardo dal suo capitano al comandante supremo.

Il capitano del comando Medico si voltò verso il suo timido vice-capitano, abbozzando un amaro sorriso: “Oh, è deceduto, Hare-kun” concluse infine, voltandosi poi nella direzione di Uminojoo. Hare si limitò ad abbassare lo sguardo deluso, poi alzò lo sguardo cercando di tirare fuori tutta la sua buona forza d’animo.

I capitani e i vice-capitani si sedettero sul tatami l’uno accanto all’altro, formando due file i cui sguardi si incrociavano con una fila e l’altra, mentre al vertice di queste due file parallele, posta al centro di esse, vi era il comandante supremo.

Uminojoo squadrò con gli occhi color giada tutti i superiori dei suoi comandi, tirò una boccata di fumo dalla sua lunga pipa di legno intarsiata di pietre blu, poi espulse il fumo inalato dalle narici, spargendo in giro l’aroma dolciastro e pungente delle erbe che stava fumando. “Voglio congratularmi con tutti per il lavoro che avete svolto in queste lunghe e difficoltose settimane” disse con voce lenta e solenne, portandosi poi nuovamente la pipa alla bocca carnosa. “Ma completare un lavoro non significa averlo portato a termine bene – lo sguardò si assottigliò e lo fece scorrere lungo il comando di polizia e quello degli omicidi – lanciare un palazzo per aria rischiando di ferire altri innocenti, ferire dei criminali e lanciare cero nel ben mezzo di un quartiere popolato non sono atteggiamenti che voglio vedere” sibilò la donna, sprigionando la sua reiatsu proprio nel momento in cui fece, con un colpo secco e deciso, cadere la cenere della sua pipa dentro al portacenere.

Nonostante gli sguardi poco convinti, arroganti o addirittura mortificati, cadde un silenzio assoluto, dovuto in parte alla trasgressione delle regole e in parte dalla pressione della reishi di Uminojoo che stava mettendo a dura prova tutti i presenti nella stanza. “Detto, ciò, voglio un rapporto delle ultime settimane” concluse il capitano supremo, placando infine l’ondata di reiatsu che aveva bloccato l’intero gruppo di shinigami e non.

Shinobu Takenishi tirò un colpo di tosse per attirare l’attenzione su di lui, anche se leggermente imbarazzato per la sonora sgridata, si fece avanti per parlare del suo lavoro: “I terremoti hanno causano numerosi crolli, molta gente non ha più una casa, mentre altre zone a Ovest sono state evacuate per cercare di limitare i danni che potrebbero essere causati dagli edifici instabili. Ho messo a disposizione un gran numero di uomini per costruire, in zone sicure, dei piccoli accampamenti che possono garantire sicurezza a chi non ha più una casa. Inoltre, stiamo lavorando giorno e notte per ricostruire in sicurezza tutto ciò che è crollato” concluse facendo un breve inchino.
Uminojoo annuì debolmente, poi spostò lo sguardo verso il capitano del comando omicidi. Kaji Maroboshi, dai lineamenti affilati e con un’espressione furba sul viso, divenne improvvisamente serio, chiuse per un secondo gli occhi e poi li riaprì piantando i suoi occhi color verde in quelli della sua comandante suprema. “I continui crolli e disordini negli ultimi giorni hanno portato molti criminali noti a farsi avanti per rubare, seviziare e distruggere ciò che, evidentemente, avevano già in programma di fare. Proprio per questo motivo, i miei sottoposti sono andati in soccorso del comando di polizia, per proteggere i nuovi accampamenti provvisori e per estendere ancora di più la nostra area di azione. Abbiamo arrestato numerosi criminali, ma è inutile dire che, se la situazione continuerà, i crimini potranno aumentare, andando a formare addirittura dei complessi criminali molto più grandi e distruttivi” concluse Kaji.

“Questa situazione sta peggiorando più delle mie previsioni – intervenne in tono grave Gautama, braccio destro di Uminojoo, nonché supervisore in prima linea degli ultimi avvenimenti – il vostro contributo è stato prezioso, Maroboshi-san, abbiamo bisogno delle sue linee combattive per non gettare tutte le aree nel più completo caos”

“Intensificherò le attività” disse poi Kaji, con a fianco la sua arrancar che annuiva con un ghigno selvaggio sul volto.

“Oh tocca a me” borbottò Warui, nascondendo il suo sorriso dietro alla manica del suo haori bianco. “Abbiamo soccorso chi abbiamo visto ferito, ma abbiamo anche accettato numerose richieste di soccorso da parte della popolazione. Ci sono tanti feriti causati dai terremoti, ma altrettanti causati dai criminali che stanno letteralmente devastando le aree più povere e desolate”

“C’è stato un aumento dei morti notevole” intervenne Gautama, che poco prima aveva finito di visionare le numerose scartoffie che aveva tra le mani.

“Purtroppo, benché la nostra squadra stia lavorando giorno e notte, molte persone hanno sempre vissuto nella pace e nella tranquillità, spesso non sanno come reagire a questi eventi e commette le azioni più disparate pur di cercare di salvarsi…alcune volte è stato impossibile salvarli” concluse Warui Musaburo in maniera molto calma e cordiale.

“Bene – la voce ferma di Uminojoo attirò l’attenzione di tutti – Gakusa, Hayashi, nei vostri ultimi rapporti ci sono delle novità”

Setsuna fece un segno di approvazione a Chunami, la quale capì subito che il discorso lo avrebbe iniziato lei. “Dalle mie ultime ricerche, ho potuto constatare che non c’è un vero e proprio ordine o senso in cui si aprono questi squarci. Ma…ho visto che il tempo che passa tra uno squarcio e un successivo terremoto è sempre uguale, quindi avvalora ancora di più la tesi che queste distorsioni spazio temporali causano non pochi problemi ai Void Territories” disse Chunami mostrando un foglio in cui vi erano numero grafici.

A quel punto Setsuna tirò un sospiro, iniziando a parlare con voce ferma e atona:” Non sappiamo con precisione cosa ci sia oltre questi squarci, ma ho potuto constatare, stando a stretto contatto con essi, che, qualsiasi cosa ci sia dall’altra parte, non fa parte di questo mondo. Sono degli squarci che hanno il potere di attirare dentro di se qualsiasi cosa…come se si entrasse dentro ad uno spazio chiuso, dove al suo interno vi è uno spiraglio piccolo che causa una corrente di aria verso qualcosa l’altro” rivelò Setsuna, causando un leggero chiacchiericcio di sottofondo.

“Questa affermazione mi ha spinto ad approfondire ancora di più le ricerche e ho scoperto che oltre quello squarcio c’è una sorta di “vuoto cosmico” che è presente intorno a tutti i Void Territories” spiegò Chunami mostrando un disegno in cui, intorno ai Void Territories, vi era uno spazio nero completamente vuoto.

“Gli squarci si aprono senza una logica, ma sembrano poter condurre sempre e solo a qualcosa che, di certo, non è parte del nostro mondo” continuò Setsuna, seguita dal suo vice Rei che annuiva vigorosamente.

“Quindi intorno al nostro mondo c’è qualcosa che sta proprio poco fuori questi squarci?” intervenne Regina, strabuzzando gli occhi dalla sorpresa.

“È come se fosse una matrice extracellulare che circonda il nostro mondo” rispose prontamente Chunami per spiegare cosa fosse la parte nera presente nel suo disegno.

Chunami e Setsuna si guardarono di nuovo, qualche giorno prima avevano affrontato quell’argomento, ma mai avevano provato a proporre quell’ipotesi a tutti i comandi. “Data l’entità della scoperta, ultimamente sono arrivata ad una mia conclusione – disse Setsuna seria in volto – e se questo “vuoto” che ci circonda è talmente grande da poter contenere altre dimensioni come le nostre?”

“In sostanza, pensi che i Void Territories siano una delle tante probabili dimensioni dentro a questo vuoto?” Kaji si prese il mento con l’indice e il pollice, cercando di immaginarsi mentalmente quello che aveva appena detto il capitano Setsuna.

“Penso sia una affermazione poco realistica – intervenne Warui, cercando di schernire l’affermazione fantascientifica di Setsuna – in tutti questi anni, com’è possibile che non abbiamo scoperto niente di questi fantomatici mondi?” chiese poi, allungando le labbra in un sorriso sornione.

“Difficile che una persona dalla mentalità così ristretta possa anche solo lontanamente immaginarsi una cosa del genere” soffiò Setsuna, provocando in Warui una risata sommessa.

“N...on ci sono prove che esistano davvero altre dimensioni, o...ora come ora è più i...importante salvare le vite delle persone, n...non correre dietro a q...qualcosa che porta al nulla” balbettò Shiro cercando di domare le sue emozioni di rabbia nei confronti di Setsuna che aveva mancato di rispetto al suo capitano.

“EH? Io penso che tutti quegli antidolorifici che usi ti abbiano dato alla testa” canzonò Regina.

“Io penso sia meglio concentrarsi dentro ai Void Territories, cosa ci sia là fuori a noi non deve importante” la voce possente di Shinobu attirò l’attenzione di tutti. Jia Li scosse vistosamente la testa in segno di dissenso, spargendo il suo delicato profumo di rose intorno a lei “per ora abbiamo già abbastanza grattacapi nei Void Territories” proseguì rafforzando l’affermazione del suo capitano.

“Cosa c’è là fuori potrebbe un futuro venire anche qui” disse Kaji molto tranquillamente, instillando non pochi dubbi e perplessità nel comando di polizia.

“Più gente a cui fare il culo” borbottò Regina, già pronta ad affilarsi gli artigli.

“Sempre e solo botte, e poi sarei io quello con la mentalità ristretta” scandì Warui fissando Regina con superiorità.

“Che c’è, medicastro, vuoi fare a botte?!” ringhiò Regina, facendo scrocchiare le dita e mostrando gli artigli e i denti.

“Non mi pare il caso di iniziare a bisticciare” intervenne Rei Shimizu, Vice-capitano del comando degli affari segreti.

Kaji fermò prontamente il suo vice-capitano, inchiodandola in ginocchio con una mano ferma e rigida attorno al braccio di Regina, già pronta a scattare in avanti per discutere con il capitano del comando medico. Serrò la mascella per un attimo, quindi sorrise cordialmente, socchiudendo gli occhi e imitando paurosamente bene l’espressione da bravo ragazzo di Warui: “Si, nessun bisogno di bisticciare e fare botte… per ora…”

“Ordine” il tono pacato e serio di Gautama non sembrò smuovere gli animi infuocati ma, solo dopo una vampata di reiatsu di Uminojoo, la situazione sembrò acquietarsi vistosamente.

“La priorità sono ovviamente i Void Territories – disse in tono aspro il comandante dell’alto comando Nami – ma, anche se l’ignoto può far paura a molti, se c’è davvero qualcosa là fuori, non credete che questi squarci possano dare la possibilità di accesso a questo mondo ad altre entità? Non importa quanto i Void Territories possano essere stati un mondo “chiuso” e “isolato”, ora importa tenere a bada la situazione qui, ma anche scoprire cosa può esserci fuori per, eventualmente, abbatterlo” sentenziò la donna, non ammettendo repliche di nessun tipo.

Scese di nuovo il silenzio nella stanza, tutte le autorità annuirono, anche se alcuni lasciavano trapelare qualche incertezza e disapprovazione sul volto.
La riunione sembrava sul punto di concludersi, quando un brusio proveniente dal piano basso fece tendere le orecchie a tutti. Si iniziarono a sentire delle urla, passi lenti e pesanti che correvano via da un gruppo di guardie sbraitanti. Alcuni shinigami portarono la loro mano sull’elsa della katana, mentre altri rimasero composti al loro posto, aspettando solo il momento più opportuno per fare qualcosa.

“Capitano Hayashi – rantolò una voce prima di inciampare nell’ultimo gradino delle scale e cadere rovinosamente con la faccia per terra – capitano…” proseguì il sottoposto di Setsuna, prima di essere circondato dalle guardie dell’alto comando.

“DeKong – sbottò Setsuna strabuzzando gli occhi – tu dovresti essere allo squarcio” disse perentoria.

“Capitano mi lasci spiegare, dal portale…dal portale è uscito un cappello” disse cercando di divincolarsi dalla presa dei sottoposti di Uminojoo per tirare fuori dalla sua veste un cappello molto semplice, con una visiera lungo tutto il perimetro circolare colorato interamente da strisce bianche e verdi.

Con un gesto della mano rapido, senza proferire parola, il comandante dell’alto comando fece segno di lasciare andare il sottoposto di Setsuna. DeKong, visibilmente affaticato per la corsa, si avvicinò a Setsuna e gli porse il cappello abbozzando un mezzo sorriso scimmiesco.

“Ritorna a controllare il portale ora – disse in un sussurro Setsuna, prima di voltarsi poi verso il resto delle autorità con un sorriso decisamente soddisfatto e sbeffeggiante – ecco la prova tangibile che oltre quello squarcio c’è qualcuno” concluse infine.

“LO SAPEVO” esplose di euforia Chunami saltellando come una matta, portando poi entrambe le mani sulla bocca e inchinandosi velocemente in segno di scusa. “Comunque sia, coff coff, penso che questa si possa definire una prova in tutto e per tutto, oltre quegli squarci ci sono altre persone, di conseguenza credo proprio che gli squarci siano dei portali”

“Ma non scherziamo, quel cappellino potrebbe benissimo essere di qualche povero sventurato dei Void Territories” eruppe il Warui, attirandosi nuovamente lo sguardo gelido e ostile del capitano Setsuna.

“È innegabile il fatto che, da quel berretto, proviene una flebile reiatsu che non ho mai sentito” intervenne Kaji, che distava pochi passi da Setsuna e che riusciva a percepire la flebile e tangibile prova di una traccia aliena.

Per tutta risposta, Setsuna lanciò in malo modo il berretto contro Warui, il quale lo afferrò in maniera piuttosto stizzita, prima di storcere il naso e ammettere la realtà: quella reiatsu non proveniva dai Void Territories.

“Che gusti strani… sarebbe stato molto meglio un cappello viola con orme di lupo!” borbottò qualche minuto dopo Regina, mentre si faceva rigirare in mano lo strano cappellino e annusandolo, per poi arricciare il naso e passarlo a Chunami, visibilmente emozionata nel prendere in mano qualcosa di alieno.

Mentre capitani e vice-capitani si rigiravano il cappellino per accertarsi con i loro occhi di quella scoperta, l’alto comando iniziò a parlottare tra di loro riguardo gli ultimi avvenimenti. “Uminojoo-sama – disse in tono grave Gautama – pensa davvero che questo metterà a rischio il nostro mondo?”

“Nessuno di noi ha la facoltà di vedere il futuro, ma ho come l’impressione che ci sia qualcosa che sta perturbando l’equilibrio del nostro mondo. Qualsiasi cosa ci sia al di là degli squarci, rimane una cosa ignota, e l’ignoto affascina quanto spaventa” rispose calma Nami mentre sistemava delle erbe secche dentro alla sua pipa di legno.

Infine, il cappellino tornò nelle mani di Setsuna, la quale si alzò in piedi e si mise a sedere in ginocchio di fronte all’alto comando: “Comandante Uminojoo-sama, voglio creare una squadra di esplorazione per andare oltre lo squarcio, così potrete rimanere qui a proteggere i Void Territories mentre io e la mia squadra andremo in esplorazione”

Uminojoo si massaggiò una tempia con una mano, mentre ad occhi chiusi tirava un’altra boccata dalla sua pipa preziosa. “Capisci che non è facile mandare come cavia un mio comando verso l’ignoto, non sappiamo se i portali si richiuderanno una volta che li avrete varcati” tornò a fissare Setsuna con i suoi occhi di pietra verde.

“L’ultimo portale trovato, proprio da dove è uscito il cappello, è il portale più stabile che ho visto” riprese Setsuna a voce ferma, senza abbassare lo sguardo e senza darsi per vinta.

“Emm – provò a dire Chunami – ho creato un prototipo di dispositivo che permette di stabilizzare l’apertura dei portali senza farli richiudere” spiegò Chunami. “Purtroppo, non ho avuto molto tempo per collaudarlo, ma ho iniziato a lavorarci da quando sono apparsi gli squarci. La mia idea era di stabilizzare uno squarcio per poter effettuare delle ricerche al suo interno, ma non avendo avuto l’autorizzazione per attraversarli…bè non l’ho più usato” arrossì lievemente.

“D’accordo – annui brevemente Uminojoo – Setsuna ti dovrai occupare di organizzare la spedizione, ti autorizzo a chiedere anche negli altri comandi un supporto, ma voglio che la maggior parte delle forze militari rimanga nei Void Territories. Purtroppo, con quel portale sempre aperto, il rischio che qualcos’altro possa entrare è alto. Per ora la riunione è conclusa” concluse la donna alzandosi aggraziatamente dal suo cuscino, voltando poi le spalle a tutti e uscendo con lo strascico di kimono che la seguiva strisciando come un serpente.
 


 
[…]



“Kisuke, che accidenti mi stai dicendo? I Void Territories sono solo un mito! Lo sanno tutti!”

Radunati nel retro del negozio di Urahara, il proprietario, Isshin Kurosaki, Tessai e Yoruichi Shihoin stavano discutendo di quanto avvenuto nelle ultime ore e proprio quest’ultima stava esprimendo le proprie perplessità.

“Yoruichi-san, sai che non scherzerei mai con te delle cose che mi appassionano così tanto! Ho fatto le mie ricerche – disse con giovialità Urahara, per poi scoccarle uno sguardo furbo e serio – e poi non mi dirai mica che voi delle Famiglie Nobili non avete mai sentito nulla a riguardo dei Void Territories…”

“Ma ti pare che io passassi il mio tempo a spulciare le leggende che si tramandavano dall’alba dei tempi!? A malapena ci hanno riferito cosa accidente fosse il Soul King!” gli disse la donna, grattandosi l’orecchio con un dito e fissandolo male.

“Kisuke… se tu mi dici che i Void Territories esistono, io posso anche crederti – concluse Isshin, grattandosi la barba – ma non si sono mai aperti portali, squarci o altre cose simili verso quel mondo fino ad oggi. Le uniche prove della sua esistenza sono il numero incongruente di anime che arrivano nella Soul Society e vaghi sbuffi di reiatsu misterioso dispersi per il Dangai…”

Urahara alzò un dito, sorridendo: “Esatto! Ma oggi ho visto con i miei occhi uno squarcio con la realtà, instabile al punto da rubarsi il mio cappello e richiudersi subito dopo, come se fosse collassato. È probabilmente un fenomeno naturale, un portale apertosi come… come reazione spontanea ad una qualche pressione, ad un qualche tentativo di apertura!”
“Urahara-san, pensi forse che qualcuno stesse cercando di aprire il portale dall’altra parte e non ci sia riuscito?” intervenne Tessai, preoccupato.

“Non so… non so… ho come l’impressione che non ci fosse nessuna volontà specifica di aprire quel portale…. Troppo instabile, troppo pericoloso passarci attraverso…” rispose lo shinigami biondo, grattandosi i capelli disordinati.

“Da come me lo descrivi – intervenne Yoruichi, quasi annoiata – a me sembra più un portale Garganta aperto da qualche Hollow che s’è dimenticato di chiudere la porta. Se fosse così, dovremmo andare in giro a cercarlo e ucciderlo. Niente di più”

Kisuke sorrise: “Oh, ma in effetti il suo interno assomigliava molto al Garganta e penso, secondo il mio modesto parere, che alla base di quel passaggio ci sia un tratto nello stesso vuoto che usano Hollow e Arrancar per viaggiare tra i mondi. Ma all’interno non ho visto né percepito nessuno Hollow, né tantomeno ho visto qualcuno ordinarne la chiusura. Sappiamo che quantomeno sono necessari gesti e artefatti particolari per generare un Garganta, persino Mayuri ha bisogno di un assistente per attivare il congegno con cui generare i portali Garganta… non sappiamo molto di quel Vuoto, noi Shinigami ci siamo limitati al nostro piccolo Dangai e abbiamo ignorato il vuoto che ci circonda… forse questo è solo un promemoria dell’universo per ricordarci CHE LA RICERCA NON DEVE MAI FERMARSI!” concluse lo shinigami, alzandosi di scatto in preda al sacro furore della scienza.

Isshin e Yoruichi però non condividevano quella gioia. Fu l’ex membro del clan Shiba a parlare per primo: “E se qualcosa dovesse passare da quei portali?”

“O se invece l’apertura di quei portali significa che il confine tra i mondi si sta deteriorando? L’hai detto tu che sembrava uno squarcio, come una ferita… una ferita nel Vuoto che risucchia ciò che gli si avvicina…”

“Se così fosse – concluse Urahara, molto più serio del solito – dovremmo essere pronti a tutto. Se un evento simile dovesse ripetersi, interverremo. E non interverremo da soli…”

Tutti i presenti si fissarono senza parlare ulteriormente. Non era desiderio di nessuno mettere nuovamente in subbuglio Soul Society e Hueco Mundo dopo alcune settimane dalla fine della guerra contro l’esercito di Yhwach, ma a tutti era venuta in mente la stessa preoccupazione: cosa sarebbe successo se quei portali, quegli squarci, si fossero aperti non solo nel mondo umano ma in tutte le altre realtà?

Quando Isshin uscì dalla bottega di Urahara, sospirò guardando le stelle: “Ah, Masaki… era tutto più semplice quando eri viva tu…” e l’ex-capitano della decima divisione si incamminò verso casa, non del tutto pronto a nascondere l’ennesima emergenza alla sua famiglia, consapevole che presto, volente o nolente, avrebbero anche loro scoperto i misteriosi eventi messisi in moto nelle ultime ore.
 
 
   
 
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