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Autore: DanzaNelFuoco    17/04/2021    0 recensioni
Louis/Legosi
established relationship
--- “Non sapevo avessimo bisogno di un’orchestra dal vivo. Pensavo che le tracce audio…”
Louis sospira, “Non ne che ne abbiamo
bisogno. Sono le pecche della diplomazia. Le tracce audio sarebbero sufficienti, ma il club di musica ha troppi membri e non abbastanza tempo per far esibire tutti al concerto di fine anno. Perciò ci é stato chiesto di prendercene in carico qualcuno.”
Ah, già, Louis il pacificatore, a mediare dispute e trovare soluzioni come il novello Beastar che ancora non è diventato.
Legosi annuisce, “E io a cosa ti servo?”
“Oh, supporto morale, diciamo così. A meno che tu non sappia suonare uno strumento.”
“No,” Legosi ha un brivido al ricordo di tre stonatissime lezioni di pianoforte da bambino che sua madre aveva insistito prendesse, “ma anche se fosse, Louis, non siamo qui solo per un’audizione, vero?”
Il cervo ride, “Sapevo che eri un lupo intelligente.”
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: Furry
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Maritombola 33 - Immagine (Extratombola - Bestiality)

CW: taggarla a rating rosso mi sembrava esagerato (e fuorviante), perché non c'è niente di particolarmente descrittivo (c'è un motivo se non l'ho fatta partecipare al p0rnfest)  e a quanto pare il rating arancione è comunque NSFW quindi siate avvertiti che un po' di sesso c'è. 



 

- Pause antistress - 

 

Ci sono fin troppe persone fuori dal teatro quando Legosi arriva. Louis gli ha detto di presentarsi lì davanti anche se non è giorno di prove e anche se le prove normalmente non si svolgono in teatro, ma Legosi pensava fosse soltanto ordinaria amministrazione. 
Invece c’è una folla davanti alle porte chiuse e, se i suoi occhi di lupo non lo tradiscono, hanno tutti in mano uno strumento musicale. 
Ma che -?
“Legosi!” 
Il lupo si volta di scatto verso la voce di Louis. Il cervo è comparso sulle porte e già lo fissa con impazienza.  “Muoviti, Legosi!” 
Se qualcuno si azzarda anche solo a pensare una lamentela sul fatto che l’ultimo arrivato stia passando davanti a tutti, le occhiatacce del cervo e la stazza del lupo servono a fargli mordere la lingua e tacere. 
“Che sta succedendo, Louis?” Legosi chiede, incrociando una giraffa che esce dal bagno asciugandosi le lacrime e stringendo al petto la custodia di un violino. 
“Facciamo le audizioni per l’orchestra di supporto.” 
“Non sapevo avessimo bisogno di un’orchestra dal vivo. Pensavo che le tracce audio…” 
Louis sospira, “Non ne che ne abbiamo bisogno. Sono le pecche della diplomazia. Le tracce audio sarebbero sufficienti, ma il club di musica ha troppi membri e non abbastanza tempo per far esibire tutti al concerto di fine anno. Perciò ci é stato chiesto di prendercene in carico qualcuno.”
Ah, già, Louis il pacificatore, a mediare dispute e trovare soluzioni come il novello Beastar che ancora non è diventato. 
Legosi annuisce, “E io a cosa ti servo?” 
“Oh, supporto morale, diciamo così. A meno che tu non sappia suonare uno strumento.” 
“No,” Legosi ha un brivido al ricordo di tre stonatissime lezioni di pianoforte da bambino che sua madre aveva insistito prendesse, “ma anche se fosse, Louis, non siamo qui solo per un’audizione, vero?” 
Il cervo ride, “Sapevo che eri un lupo intelligente.” 
Louis lo fa sedere in terza fila accanto a lui e Legosi ancora non ha capito quale esattamente sia il motivo per cui è qui. 
Sul palco c’è già un leone, la lunga criniera legata in una coda e una chitarra a tracolla. 
“Avanti, facci sentire qualcosa,” il cervo gli dà il via e Legosi trova che il leone non sia nemmeno così male, solo che dopo appena qualche accordo sbaglia una nota. Nella penombra della platea, Legosi sbircia Louis contrarre la mascella ad ogni nota sbagliata e uh, no, ritira tutto, non promette affatto bene, non che lui se ne intenda di musica. 
Legosi è talmente distratto che non si accorge della mano che Louis gli ha posato sul ginocchio finché questa non comincia a risalire lungo la sua gamba, accarezzandogli lentamente le cosce. 
Il lupo rabbrividisce, vorrebbe fermarlo perché questo non è il momento, ma quando mai è riuscito davvero a fermare Louis? 
Louis continua ad accarezzarlo attraverso la stoffa, in lunghi movimenti che seguono la cucitura del jeans e che lo fanno diventare matto, perché si fermano giusto appena prima di arrivare a toccarlo davvero. 
Legosi si dimena sulla poltroncina e divarica leggermente le gambe, ma Louis sembra ignorare il suggerimento. 
“Non dirmi che mi hai chiamato qui solo perché ti stavi annoiando,” il lupo ruglia, la voce arrochita dall’eccitazione e il cervo si volta verso di lui e ghigna. In sottofondo il leone sbaglia un’altra nota e la mano di Louis finalmente risale fino al suo inguine, traccia con le dita i contorni del suo membro attraverso la stoffa, lo sente diventare duro premendoci il palmo sopra. 
“Louis!” Legosi ringhia, e respira profondamente per cercare i calmarsi. 
Il leone sul palco sbaglia l’ennesima nota e Louis rotea gli occhi come a dire, ‘vedi? Vedi che mi tocca sopportare?’ 
Legosi lo fulmina con gli occhi e il cervo ridacchia, come se metterlo in difficoltà fosse l’apice della sua giornata. 
“Va bene, grazie, è sufficiente, puoi andare.” 
“Oh, ok. Come sono andato?” Il leone chiede speranzoso. 
“Come sei andato?” Louis ripete, spingendo sulle parole con incredulità e sarcasmo, come se la risposta non fosse evidente e Legosi sa che si sta preparando a vedere un altro animale lasciare in lacrime il palco - o peggio, cercare di uccidere Louis, perché quando ci si mette riesce a togliertelo dagli artigli l’istinto omicida. - quindi posa una mano sul ginocchio di Louis e stringe. 
Il cervo sembra recepire il messaggio, perché tutta la tensione si dissipa e conclude la frase con un debole, “Bene, ti faremo sapere.” 
Il leone annuisce e se ne va, fortunatamente non in lacrime. 
“Non gli farai sapere.” 
“Certo che no. Non lo hai sentito?"
Legosi potrebbe rispondere che no, era piuttosto distratto. “Già, non va bene per l’orchestra.” 
“Non va bene per niente. Ci hanno mandato un branco di incapaci che non vogliono far suonare nemmeno loro e io dovrei trovare il modo di sceglierne qualcuno e allo stesso tempo non farmi rovinare lo spettacolo.” 
“Troverai una soluzione, ma asfaltare quei poveretti non mi sembra possa aiutarti a trovarne uno decente.”
“Sei troppo buono,” Louis gli dice contrariato. 
“Non sono qui apposta per contenerti? Che ne sarebbe di diventare Beastar se mandassi all’aria la diplomazia?” 
“Sapevo di aver fatto bene a chiamarti.” E poi “Il prossimo!” 
Legosi sospira, sentendo la mano di Louis tornare al suo inguine. 
"Louis..." 
Il cervo ridacchia e gli apre la patta nella penombra del teatro. 
Legosi cerca di non gemere quando la mano di Louis si chiude intorno alla sua erezione - potrebbe andarsene, certo, ma quando mai Legosi non fa quello che Louis vuole? 
Il cervo lo porta all'apice senza battere ciglio e poi, proprio mentre Legosi si dimena sulla poltroncina, così prossimo a venire, così vicino, solo un'altro po' - Louis lo lascia andare per applaudire. Legosi apre gli occhi di scatto, in tempo per vedere una zebra fare un inchino, un flauto stretto tra le mani. Eh?  
"Molto bene, miss, perfetta. Abbiamo il primo membro della nostra orchestra."
La zebra si allontana contenta e "Che cazzo, Louis?" 
"Non vale se l'unico frustrato sono io." 
 

Alla fine, Legosi dovrà ringraziare la pausa pranzo - e la pausa merenda e anche la pausa cena - perché altrimenti il cervo l'avrebbe fatto diventare matto.  Oh, certo non riuscirà a sedersi per i successivi tre giorni probabilmente - lo sgabuzzino è un po' troppo stretto per stare piegati a novanta sul mobiletto dei detersivi e uscirne indenni - ma Legosi non può dire che lasciar sfogare la frustrazione di Louis non sia un buon modo di passare il sabato. 

  
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