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Autore: Alphisia    17/04/2021    0 recensioni
Near è arrivato in Giappone per indagare sul caso Kira e trovare le prove per incastrare Light Yagami. Lo chiama subito per offrirgli la sua collaborazione e dargli una sorprendente rivelazione: gli darà tutto l'aiuto necessario per assicurare Kira alla giustizia, ma, soprattutto, vendicare suo padre.
Ecco la tormentata storia d'amore tra Elle quindicenne e Jane, una ragazza che lavora in una pasticceria. Secondo voi, come potrebbe mai si potrebbero conoscere? ;)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Mello, Near, Nuovo personaggio, Watari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Wammy’s House, 16.02 di giovedì 27 ottobre 1994

Mi siedo sulla panchina proprio mentre quella ragazza gentile sfreccia dentro al cortile. Lavoro ancora sul quaderno, tanto manca ancora un po’ prima che mi possa portare la frittella. 
È stata molto gentile ieri a portarmela. Era dolce, ma non stucchevole. Delicata, ma con un sapore ben definito. Forse le fa lei, ma sembra che sul cestino da cui le prende ci siano delle scritte rosse: Queen of Tarts. Credo che vengano da una pasticceria. 
Non l’avevo mai vista venire qui, credo che l’avrei notata subito. Certo, ieri era la prima volta che scendevo a quest’ora. 
I bambini finalmente la lasciano sola. Sorrido: è arrivato il mio turno. 
Armeggia di nuovo nel cestino, ma, aspetta: sta mettendo a posto. 
E per me? 
Prende il manubrio, ma prima di girare la bici mi rivolge uno sguardo e un saluto timido con la mano. 
Perché oggi non viene? 
La raggiungo prima che possa fuggire. 
-Finalmente ti sei alzato. 
-Pensavo me la portassi tu. 
-Ieri sono venuta io solo perché pensavo non potessi venire tu. 
-Oh ok. Ma quindi ne hai una anche per me? 
Alza le spalle, ma sorride come quando ieri le ho detto che mi era piaciuta.
-I bambini se le sono finite tutte. 
-Ma io la aspettavo. 
-Dovevi alzarti prima - mi sorride - ma puoi sempre attendere domani. 
-E scommetto che non me la porterai ancora, vero?
-Sei un tipo sveglio eh. Aspetta, non ricordo il tuo nome. 
-Non te l’ho detto. 
-Forse neanche io. Comunque mi chiamo Jane. 
Stende la sua mano chiara, pronta a stringere la mia. 
In fondo è stata molto gentile ieri e forse avrei potuto venire io qui oggi, ma stavo pensando ad altro. 
Tiro fuori la mia mano dalla tasca. 
-Elle, piacere. 
-Elle? Un nome strano per un tipo… sveglio! Piacere mio. Allora ci vediamo domani. 
Mi fa un occhiolino mentre sale in sella e uscire a gran velocità. 
Che strana ragazza che sei, Jane. 
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Wammy’s House, 16.04 di venerdì 28 ottobre 1994

I freni della bici fischiano forte per fermarsi sulla ghiaia con il prezioso carico. Jane si alza in piedi sui pedali per poi appoggiarsi a terra. 
-Questa volta sarai il primo. 
-Dalle pure prima ai bambini. Tienimene da parte una, come hai fatto l’altro ieri. 
Attendo paziente che tutti abbiano il loro dolcetto. Alcuni tra i bambini più piccoli mi riconoscono e, quando sono abbastanza lontani, si voltano e parlottano indicandomi. Io rispondo al loro sguardo in silenzio, stando in disparte appoggiato al muro. Uno invece si pianta proprio davanti a me, a bocca aperta, mentre la crema della frittella gli cade sulle mani. 
Jane riesce a destreggiarsi tra le loro manine tese e a sbrigarsi tenendoli a bada. Finalmente il mio turno. I bambini sono già spariti di nuovo e Jane prende questa volta due frittelle. 
-Oggi una anche per me. 
Mi porge la mia mentre dà un morso alla sua. 
-Ti ringrazio. 
-Sono contenta che ti piaccia. 
Intingo il dito nella crema. È una vera delizia. 
-Sai che le faccio io? 
-Avrei detto che arrivavano da una pasticceria. 
-È perché ci lavoro.  
-Allora perché hai una divisa scolastica? 
-Nel pomeriggio, dopo la scuola, lavoro per racimolare qualche soldino. Sai, in famiglia fa sempre comodo. 
Tengo la ciliegia tra i denti e tiro via il picciolo. 
-Senti, oggi il sole è troppo forte. Andiamo sotto quella pianta? - e con un cenno indica la panchina sotto dove ero seduto la prima volta che ci siamo incontrati. 
-Vuoi fermarti a parlare con me? 
-Sì, non ti va? 
Davvero gentile questa Jane. Almeno lei non sembra interessata solo alle mie capacità mentali, e neanche infastidita. Dà un morso e la crema gialla esce. Si pulisce con la lingua le labbra sporche. 
-Ne metto sempre troppa. 
-Io non credo. 
Ci dobbiamo sedere vicini, nella piccola parte della panchina rimasta all’ombra del sole al tramonto. Anche lei è chiara come me, le guance le si sono già arrossate. Ha dei grandi occhi verdi e le lentiggini sul naso. Le ciglia rosse come i suoi capelli, mossi e ora un po’ arruffati. 
-Ma quanti anni hai? - le chiedo. 
-Diciassette, tu? 
-Quasi quindici. 
La crema mi è colata sulle mani mentre la squadravo, qualche goccia ha macchiato anche le mie scarpe bianche. 
-Sembravi più grande. 
-Me lo dicono in tanti, ma forse è solo perché sono più silenzioso degli altri. 
Si pulisce le mani con un gesto veloce sulla gonna a pieghe. 
-Ma stai sempre seduto così? 
-Sì, perché?
-Non stai scomodo?
-No, te l’ho già detto. 
-Ma…
-È che se non sto così le mie capacità mentali diminuiscono. 
-Dici che se stessi anche io così diventerei più intelligente? 
-Non credo sia una questione di intelligenza, ma potresti sempre provare. 
Sorride e accenna alla gonna. 
-Non posso. 
-Non intendevo provocarti. 
-Tranquillo, lo avevo capito. Ora devo andare - sbuffa - devo studiare per gli esami. 
-Ci vediamo domani? 
Annuisce e mi saluta mentre cammina veloce verso la sua bici. Ricambio il saluto e vedo Quillsh, fermo immobile sulla porta d’ingresso. Deve dirmi qualcosa? 


L'angolo dell'autrice
Finalmente il nostro caro Elle si fa un'amica. Non che me lo sia mai immaginato come un tipo solitario, piuttosto solo introverso. Lo si vede da come riesce a empatizzare con le persone e a trovarsi a suo agio in mezzo alla gente che non è un eremita. 
La sua attesa nella prima scena non è frutto del non capire che deve alzare il suo culetto e andare a prendersi ciò che vuole, ma è solo che è troppo pigro. Anche perché, il giorno dopo, non se lo fa ripetere due volte e si fa trovare già in piedi da Jane. 
Alla fine, però, appare il suo mentore, Quillsh Wammy, proprio sulla porta d'ingresso a fissarlo. Secondo voi, si sarà mica preoccupato per il suo protetto che simpatizza con una ragazza, per di più carina e che viene da fuori? La risposta nel prossimo capitolo! ;) 
Fatemi sapere cosa ne pensate, sono molto curiosa :) 
Alphisia

 
   
 
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