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Autore: Zakiury    18/04/2021    0 recensioni
„La morte non è l'opposto della vita, ma una sua parte integrante.“
Genere: Introspettivo, Malinconico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Chiyuki, Decim, Nona
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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DIE IUDICII


“Era una giornta qualunque, di un mese qualunque, in un tempo indefinito ormai dal tempo stesso.
L'aria era gelida, da mesi la luce del sole non si imbatteva più nella mia camera, il buio e la desolazione l'avevano assediata ed infine conquistata; l'unico abitante costretto e disposto ad abitarvici, soprattutto dopo il famoso “incidente”, ero proprio io.
Più passavano i mesi, più mi rendevo conto che questo dolore che provavo non mi apparteneva più.
Non si trattava più della straziante realizzazione di chi sapeva che non avrebbe mai più ripreso con quella che in un'altra vita sarebbe semplicemente diventata una vera e propria professione, nel mio caso: il pattinaggio; si trattava di un'incessante e lacerante sofferenza, un'afflizione che mi aveva rapita e posseduta, ero consapevole del fatto che non mi avrebbe più lasciata e che mi avrebbe unicamente portato a demolire tutto ciò che avesse malauguratamente avuto il coraggio di avvicinarsi a me.
Non chiesi aiuto ed un giorno, del tutto improvvisamente, una forza non definibile mi pervase e fece muovere, con non poco sforzo, i miei arti e finalmente mi liberai della mia inutile esistenza con un gesto che chiunque definirebbe “estremo” ma che io definirei ancor'oggi “misericordioso”.

Ed ora ricordo il motivo per il quale mi trovo qui.” concluse Chiyuki girandosi in direzione di Decim e tornando in sé; i suoi occhi non erano più vacui che perscrutavano il vuoto, adesso si rivolgevono sorridenti a quelli calmi e ricolmi di gratitudine di Decim, che ruppe il silenzio per pronunciare una sola parola: “Grazie!”

Lei recuperò così la giacca e l'accostò alla sua spalla sinistra.
Lui iniziò a spegnere le luci del locale e la salutò:
“Sogni d'oro signorina Chiyuki.”
“A domani Decim.” rispose lei senza girarsi .


 

Una volta riaffiorati tutti i ricordi del soggetto e fuoriuscita l'oscurità propria dell'animo, il compito del giudice rimane quello di emettere il Verdetto, proprio quello che Decim non era riuscito ad eseguire per Chiyuki tre mesi prima, ma il tempo a disposizione era giunto al suo ultimo termine e Decim sapeva bene che l'indomani stesso avrebbe dovuto salutare per sempre la persona che per la prima volta gli aveva fatto sperimentare il sentimento della tristezza.


 

Sorto il sole, Chiyuki si svegliò ancora una volta col timore che quello sarebbe potuto essere il suo ultimo giorno al Quindecim, ma a differenza delle altre volte, il suo timore questa volta era fondato.

Arrivò al Quindecim e come ogni mattina ci trovò già Decim che l'attendeva pulendo minuziosamente il bancone ed i suoi innumerevoli calici di cristallo.
Questa volta non la salutò, le rivolse uno sguardo che tradiva una sofferenza nuova, mai sperimentata prima.
A quel punto dalle labbra di Chiyuki fuoriuscì mestamente solo: “E' arrivato il momento!”


 

Nel frattempo Nona, che ormai da tempo tutto scrutava, decise che era arrivato il momento di parlare con Oculus e quindi dalla sua stanza si precipitò in ascensore, salutò distrattamente Clavis ed arrivò al piano più alto e lì ci trovò come sempre Oculus che le sorrise e le chiese porgendole la stecca da biliardo: “Già pronta per la rivincita?”

Nona visibilmente affaticata gli rispose: “Non abbiamo tempo da perdere. Dobbiamo rivedere le nostre posizioni e soprattutto i nostri sistemi di giudizio. L'esperimento su Decim di essere affiancato da un'assistente umana ha sviluppato in lui dei veri e propri sentimenti che l'hanno portato ad empatizzare senza intaccare i suoi Giudizi con sentimenti quali pena o misericordia, stiamo parlando di sentimenti che piuttosto gli hanno permesso di comprendere in maniera più rapida cosa fosse corretto e cosa no ed applicarlo in maniera efficace."

“Sappiamo entrambi che non si tratta solo di questo” la interruppe Oculus.

Nona continua: “È necessario che le cose rimangano quelle che sono, forse dovremmo addirittura affiancare ad ogni giudice un'assistente.”

Oculus la squadrò tra il divertito ed il sorpreso, ma contrariato infine rispose: “Non possiamo sovvertire le leggi dell'universo per un singolo esperimento andato a segno, prima di arrivare a quello che vorresti realizzare dovremmo fare ulteriori esperimenti e ciò implica altro tempo, tempo che tu non hai!” concluse leggendo i pensieri sempre più districati ma preoccupati di Nona.

Ella si azzarda semplicemente a dire: “Ho un modo per farlo, se non me lo impedirai.”

“Sarà una tua responsabilità. Sappi solo che stai compromettendo la tua stessa esistenza!” ribattè Oculus quasi a se stesso.
Nona era già corsa via.

Mentre correva per i corridoi e scendeva le scale, non riusciva a pensare ad altro se non al fatto che sarebbe potuto già essere troppo tardi;
quindi, più veloce che potè, arrivò agli Ascensori del Giudizio e lì ci trovo Decim.

 

Solo.

  
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