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Autore: SerePellizzari    18/04/2021    3 recensioni
***Prima o poi riuscirò a portarla a termine!***
Questo racconto parte dalla fine della terza stagione ma non ripercorre quanto visto nella quarta....
Rick ha capito in tempo cosa stava per succedere quel giorno al funerale del capitano Montgomery e quindi è riuscito a salvare Kate, ma...
Dal primo capitolo
[...]
"Castle togliti" disse Kate in modo brusco cercando di sollevarlo
Ma nel girarlo sentì che la sua camicia era umida e poi vide il suo guanto bianco diventare sempre più rosso...
"Oddio Rick.......Rick rispondi!!!"
Sentendo il suo nome Castle riaprì gli occhi e vide che il viso di Kate era rigato dalle lacrime, cercò di alzare la sua mano per fermargliele ma non ci riuscì ma la detective capì l'intento e gliela prese tra le sue
Con tutta la forza che gli rimaneva in corpo disse quelle tre semplici parole che avrebbe voluto dirle da tre anni
"Kate....ti....amo" sussurrò dopo di che o suoi occhi si chiusero
"No, no, no.....Rick non puoi lasciarci, pensa ad Alexis, a tua madre, al dodicesimo.....a me, pensa anche a me" fece una piccola pausa poi..."Rick ti amo, ti amo anche io, ma non lasciami....."
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Quasi tutti | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione, Contesto generale/vago
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Remember me Rick


I mesi passavano e con essi sfumava sempre di più la convinzione che la squadra aveva di poter inchiodare al più presto il famigerato drago, infatti, eccetto il nome scritto su uno dei fogli del dossier che Rick era riuscito a copiare prima che riuscissero a rubarli, non avevano assolutamente nulla in mano per poterlo arrestare.
Kate però non riusciva a credere che Montgomery non avesse nessun’altra opzione per farla arrivare alla soluzione del caso più importante della sua vita, sia lei che il resto della squadra erano sicuri che il loro Capitano avesse nascosto da qualche parte altri indizi, il problema era scoprire dove.
Nel compenso il vedere che il tempo passava ma a casa sua non si facevano vedere poliziotti e detective aveva rincuorato il drago, nessuna visita voleva dire che non erano ancora riusciti ad avere prove su di lui, ma comunque aveva contattato il suo agente nel distretto per assicurarsi che continuasse a tenerli d’occhio.

Era un venerdì pomeriggio come tanti altri, dopo aver finalmente messo la parola fine ad un caso che li teneva occupati da quasi un mese, si erano ributtati a capofitto sul “loro” caso.
Erano da poco entrati nell’ufficio che si erano ricavati vicino allo studio di Lanie, così da non essere disturbati da persone indiscrete quando il Capitano Gates li raggiunse, sapeva che era stato un periodo duro per tutti quindi gli comunicò che avevano l’intero weekend libero.
All’inizio rimasero spiazzati, non si aspettavano assolutamente di ricevere ma notando che il loro capitano era assolutamente serio non se lo fecero ripetere due volte, Ryan decise di passare il fine settimana con la famiglia, magari a Disneyland come aveva promesso da tempo a sua figlia, Esposito e Lanie decisero di andare a Los Angeles per godersi la bellissima spiaggia di Venice, mentre Rick e Kate si diressero a casa e si buttarono letteralmente sul divano, erano sfiniti.

Il loft era completamente vuoto, Martha era in tournée col suo nuovo spettacolo ed Alexis era rimasta al college per poter studiare in vista di un importante esame.
I due rimasero per parecchi minuti accoccolati l’uno all’altra in religioso silenzio, solo per godersi la vicinanza della persona amata, poi Castle ruppe il silenzio
“Sai Kate, stavo pensando…” iniziò per poi fare una pausa per vedere se aveva attirato l’attenzione della detective “...a causa dell’ultimo omicidio, e di tutto il resto, è da parecchio che non ci spostiamo da New York. E sì, insomma, pensavo di seguire l’idea di Kevin e Javier.”
“Ovvero?”
“Prendiamo ed andiamo per il weekend negli Hamptons, ti va?”
“E mi chiedi pure se mi va? Assolutamente sì, ce la meritiamo proprio una piccola vacanza lontano dal caos della città.”
“Fantastico!!! Allora su su, corriamo a preparare le valige che si parte subito.” Concluse Rick scattando in piedi e correndo verso la camera da letto trascinandosi dietro una ridente Kate.

Prepararono i due borsoni tra scherzi e battute, non ridevano così tanto da parecchio tempo e dopo un’ora erano a bordo della Ferrari direzione Hamptons.
Durante il viaggio non parlarono molto, Kate, come ogni volta che intraprendevano il viaggio verso la casa al mare, era completamente estasiata dal paesaggio.
Ricordava ancora la prima volta che l’aveva portata lì, era successo poco dopo che lui aveva recuperato la memoria, e appena la vide rimase a bocca aperta, non si sarebbe mai immaginata una villa del genere, però ripensandoci non poteva meravigliarsi troppo, si stava parlando sempre e comunque di Richard Castle.
Si ricordava anche che appena entrati in casa le si era insinuato un tarlo in testa: «quante donne ha portato qui?», continuava a ripetersi e, anche quella volta, Rick fu in grado di leggerle dentro, infatti le confermò che non era la prima donna ad aver portato in quella casa, ma che nessuna era come lei, perché lei era la donna che aveva sempre amato, anche quando aveva perso la memoria.

Castle invece durante il viaggio non fece altro che ripensare a quanto gli era capitato negli ultimi anni, dal periodo in ospedale dopo il ferimento, la perdita della memoria, la difficoltà nel vedere le persone che gli volevano bene stare male perché lui non si ricordava di loro, l’essere riuscito a recuperarla, ma soprattutto la sua storia con Kate, stavano bene insieme, ma lui ora voleva qualcosa di più, sebbene tutti li considerassero fidanzati, contando anche il fatto che sua madre gliel’aveva presentata così quando si era risvegliato in ospedale, lui non era ancora riuscito a regalarle il vero anello di fidanzamento, doveva rimediare il prima possibile.

Arrivati a destinazione Kate notò che una persona stava uscendo dalla casa.
“Come mai è qui tua madre?” chiese voltandosi verso lo scrittore.
“So che in questi giorni mette in scena lo spettacolo qui vicino, magari ha deciso di fare un salto qui per prendere qualcosa” dichiarò cercando di essere il più impassibile possibile.
“Oh che sorpresa trovarvi qui.” affermò l’attrice arrivando vicino a loro.
“Ciao madre, come mai qui?”
“Sai caro, avevo dimenticato delle cose a New York e allora, visto che sono qui vicino, ho pensato di venire qui a vedere se per caso ho dei doppioni anche qui, ma purtroppo no, quindi mi tocca andare a comprarli. Darling ti va di venire con me?” concluse girandosi verso Kate.
“Non vorrei lasciare Rick da solo.”
“Non preoccuparti, tanto devo sistemare alcune cose, e poi abbiamo tutto il weekend per stare insieme:”
“Su Kate andiamo a fare shopping e poi verrai a vedere le prove dello spettacolo.” dichiarò Martha prendendo Kate sottobraccio ed avviandosi con lei verso il centro.

La detective riuscì a rientrare a casa solo per l’ora di cena.
“Scusami tesoro, ma tua madre non mi lasciava andare” disse mentre entrava, chiuse la porta e nel voltarsi verso l’interno della casa si bloccò rimanendo a bocca aperta.
Lungo il corridoio erano sparsi in vari angoli candele e petali di rose, in altri punti c’erano anche delle boccette con oli essenziali e legnetti d’incenso che rilasciavano nell’aria uno straordinario aroma esotico.
Nella sala il caminetto era acceso ed emanava una bellissima sensazione di calore, e come ciliegina sulla torta un sottofondo musicale con tutte le canzoni più importanti per loro.
Si voltò verso la finestra che dava sul patio, dove si aveva una bellissima vista sull’oceano, e proprio lì era posizionato il tavolo tondo in legno massello.
Quest’ultimo era apparecchiato con una stupenda tovaglia di lino color beige, dei tovaglioli color bianco sporco e un bellissimo servizio di porcellana.
Anche sul tavolo vi era un candelabro ed un bouquet di ortensie bianche, mentre a lato del tavolo era posizionato un secchiello con all’interno una bottiglia di spumante fresco.

In quel momento dal piano di sopra giunse Castle.
“Oh sei arrivata finalmente.” disse avvicinandosi a lei ed abbracciandola da dietro.
“Sì, scusa, ma tua madre mi ha fatto girare tutti i negozi di abiti, come puoi ben notare” aggiunse indicando le buste poggiate vicino al divano.
“Oh povere le mie carte di credito.” aggiunse lo scrittore con fare melodrammatico.
“Ma hai fatto tu tutto questo?” chiese voltando il volto verso di lui e lasciandogli un piccolo bacio sulla mandibola pur rimanendo con la schiena appoggiata al suo petto.
“Sì, voglio che questa sera sia memorabile, quindi spero che mia madre ti abbia fatto prendere anche un bel abito da sera, quindi perché non vai a prepararti mentre io riscaldo la cena” concluse facendole l’occhiolino.
“Tu e tua mamma vi siete messi d’accordo eh…ma cosa…”
“No, no, no, le domande dopo, ora vai” la interruppe prendendole le borse e spingendola verso le scale.

Dopo un bagno ristoratore indossò uno degli abiti che Martha le aveva fatto prendere, e una volta pronta scese al piano di sotto.
Rick aveva posizionato sul tavolo i piatti da portata e la stava aspettando in piedi accanto al tavolo con due bicchieri di spumante in mano.
“Te l’ho mai detto che mi stupisci ogni giorno di più?”
“E’ quello che voglio!” e dopo averla guardata mentre si avvicinava “Io te l’ho mai detto che sei meravigliosa, propongo un brindisi.” 
“E a cosa brindiamo?”
“Mi pare ovvio…a noi, alla nostra storia, al nostro futuro insieme, ma soprattutto a te…a te perché in tutti questi anni mi sei stata accanto nonostante tutto.”
“Ma brindiamo anche a te, che da quando ci siamo conosciuti quel giorno al tuo party mi ha sopportato, supportato, ma soprattutto aspettato, perché ho dovuto vederti prendere quel proiettile al mio posto e, di conseguenza, perdere la memoria, per capire veramente quello che provavo per te!”

Si sedettero a tavola ed iniziarono a cenare, chiacchierando del più e del meno.
Mangiarono l’antipasto tra risate e scherzi e alla fine Kate non poté che fare i complimenti al cuoco.
Dopo una breve pausa Rick si alzò per andare a prendere la portata principale.
“Woow Rick, sembra delizioso, posso chiederti cos’è?”
“È una delle mie specialità, Rose al gorgonzola e funghi con granella di pistacchi, spero ti piaccia” disse mentre serviva le porzioni.
“Se è come l’antipasto stai sicuro che quando l’ho finito te lo lascio lì” rispose Kate facendogli l’occhiolino
“Ma perché devo aspettare? Te lo prendo via subito” aggiunge Castle restando al gioco e allontanando il piatto da Kate
“Ehi così non vale!” concluse lei cercando di riprendersi il piatto, senza però riuscirci dato che Rick continuava ad allontanarglielo.
Ad un certo punto però si fece serio, poggiò il piatto, prese un boccone e lo porse alla detective, la quale non ci pensò due volte e lo addentò, per poi rubare il piatto dalle grinfie dello scrittore facendogli la linguaccia.
Castle in un primo momento rimase spiazzano da quel gesto, ma poi scoppiò in una fragorosa risata, seguito a ruota da Beckett.
“Kate credo che ti faccia male stare con me, ti stai Castlellizzando!”
“Sai come si dice no ‘Chi va con lo zoppo impara a zoppicare’ e tu sei peggio di uno zoppo” disse avvicinandosi a lui “tu sei come l’aria che non può mancare” concluse dandogli un delicato bacio sulla guancia.
“Poi sarei io quello sdolcinato eh?”
“Ho capito, il mio fidanzato non apprezza, vorrà dire che mi troverò un altro” concluse allontanandosi, ma venne trattenuta da Castle
“Dove credi di andare?” disse facendola sedere sulle sue gambe “dopo una cosa dichiarazione così fatti almeno ringraziare per bene” e la baciò “ti amo.”

Ridendo e scherzando arrivarono al momento del dessert e, soprattutto, al momento che Rick aspettava da tutto il giorno e questo lo rendeva parecchio agitato.
“Eccoti il dolce” disse entrando in sala e cercando di mascherare il più possibile l’ansia che aveva.
“Ma è fantastico…la Red Velvet? Dopo questa cena posso confermare a tutti che sei proprio un uomo da sposare” constatò senza nemmeno pensare a quello che stava dicendo, ma appena se ne rese conto si pentì, Castle era già stato sposato due volte, quindi, poteva non sentirsi ancora pronto per fare nuovamente quel grande passo che invece lei sperava.
“Dai dai assaggia e dimmi se è buona come quella della pasticceria” deviò facendo finta di non pensare a quello che lei aveva appena detto.
Kate ci rimase comunque male, sperava che potessero iniziare ad affrontare il discorso, ma sembrava proprio che lui non fosse pronto al passo successivo, però continuava a sperare che prima o poi la proposta le venisse fatta.
Prese la forchetta con qualche riluttanza, perché se solo avesse potuto avrebbe lasciato li la torta, anche se lui continuava a guardarla speranzoso e non ne capiva proprio il motivo.
Prese un paio di bocconi, doveva ammettere che era molto buona, quasi meglio dell’ultima che aveva preso in pasticceria.
Stava per prendere un altro boccone quando la forchetta cozzò contro qualcosa di duro, e nel controllare trovò un sacchettino di plastica.
“Ma stai diventando vecchio? Ora ti dimentichi anche la plastica nell’impasto?” commentò ritrovando il sorriso.
Lui fece una faccia strana, come per dire che non ne sapeva nulla, allora Beckett estrasse quel sacchettino dalla fetta di torta
“Ma che…” esclamò mentre si rigirava tra le mani quel piccolo sacchetto trasparente.
Rick glielo prese dalle mani e ne scartò il contenuto.

Dopo secondi che per entrambi parevano secoli, Kate prese in mano quel bellissimo solitario che Rick stava tenendo sollevato dopo averlo scartato.
Rick sapeva che non amava le cose appariscenti, infatti questo era un bellissimo solitario con un infinito in oro bicolore con applicato un diamante e guardando più attentamente all’interno vi era incisa quello che era il loro modo di dirsi ti amo, “Always”. (https://www.orsinigioielli.it/wp-content/uploads/2017/10/2442g.jpg)

“So che questo può non essere il momento adatto pensando a tutto quello che abbiamo passato, e stiamo passando tutt’ora, ma per me lo è. Sono passati 3 anni, e nonostante tutto quello che è successo, tutte le pene dell’inferno che ti ho fatto passare…” iniziò riprendendo in mano il solitario.
“Tutto successo perché volevi proteggermi…” puntualizzò
“Dettagli trascurabili, comunque dov’ero?” si domando strofinandosi il mento con la mano “Ah sì! Dicevo, dopo aver perso la memoria etc. etc.…se no dobbiamo stare qui fino a domattina per elencare tutto” scherzò alla fine per stemperare la situazione un po’ troppo imbarazzante per lui, e strappò un sorriso anche a Kate.
“Insomma, tutto questo per dire che, con tutto quello che è successo tu mi sei sempre stata accanto, e so che il passo successivo viene da sé, anche se non è obbligatorio, e posso immaginare che qualcuno possa pensare che possa essere l’ennesimo mio capriccio, visto i miei precedenti, ma ho capito che non ti voglio come semplice compagna, ma come la donna della mia vita, la sola e l’unica donna della mia vita. Per ciò…” sì alzò dalla sedia è si inginocchiò di fronte a lei
“Katherine Houghton Beckett, vuoi concedermi l’onore di essere tuo “one and done”?”

Kate rimase a bocca aperta, non riuscì pronunciare nemmeno una sillaba, tanto era la commozione che provava in quel momento.
Durante tutta la serata aveva come il sentore che lui volesse dirle qualcosa di importante, sperava che le chiedesse di sposarla ed essendo uno che ci sa fare con le parole sapeva che l’avrebbe lasciata senza parole, ma addirittura ricordarsi quelle che lei aveva usato in una pausa di una delle loro prime indagini quando le aveva chiesto se si fosse già sposata.
Si riprese dai ricordi di quella giornata e vide Castle in trepida attesa di una sua risposta ancora in ginocchio e con l’anello alzato verso di lei…
“Richard Edgar Alexander Rodgers Castle…”
“Ouch, il nome completo…” la interruppe
“Piantala di interrompermi, dovrebbe essere un momento serio ed importante”
“Hai ragione, scusa”
“Dicevo” fece una piccola pausa “Richard Edgar Alexander Rodgers Castle, mi hai totalmente spiazzato, o meglio, da una parte ci ho sperato durante tutta la cena, ma man mano che arrivavamo al termine perdevo le speranze; invece mi hai nuovamente fregato” aggiunse sorridendo “solo tu sei sempre riuscito, e riesci tutt’ora, a farmi ridere e incavolare nel giro di poco, quando ti ho conosciuto mi sei sembrata una persona superficiale e egocentrica, come un bambino viziato ti sei intrufolato nella mia vita obbligandomi ad averti sempre tra i piedi, ma pian piano mi hai fatto conoscere un lato di te che non rendi visibile a molte persone, e di questo ne sono onorata. Mi sono innamorata di quel bambino viziato, ma che è anche un padre e uomo meraviglioso, quindi la risposta è sì, sarei onorata di diventare tua moglie!” concluse abbracciandolo e baciandolo.


Parola all'autrice 
Eh sì, a volte ritornano =)
Sto cercando di portare a termine questa storia, che da troppo è ferma con le quattro frecce e pian pianino mi sembra di riuscire ad arrivare ad un punto; quindi per ora torno con questo capitolo, in attesa di riuscire a completare il prossimo.
Non posso darvi una data precisa per il continuo, ma spero di non farvi aspettare anni, magari un paio di mesi sì però, tutto sta a come si mette la mia ispirazione e soprattutto gli impegni di lavoro; al momento devo studiare per 2 certificazioni.
Quindi per il momento vi dico solo a presto.
Serena
   
 
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