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Autore: Fiore del deserto    18/04/2021    2 recensioni
A causa della sconfitta subita da Sarah diversi anni prima, il regno di Jareth rischia di andare incontro ad un pericoloso scioglimento di alleanze con il famigerato regno di Dullahan, dominato da un sovrano crudele e senza scrupoli. Quest'ultimo, tuttavia, è disposto a chiudere un occhio se Jareth sposerà la principessa Laryna, figlia del re di Dullahan. Non esattamente una storia romantica, Sarah si vedrà coinvolta nuovamente ad affrontare un' altra avventura nell'Underground... senza non incorrere in diversi pericoli.
Genere: Avventura, Science-fiction, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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UNDERGROUND
 
Anche se non sembra educato poterlo fare in pubblico, Jareth sussurra qualcosa all’orecchio di re Algol. Nemmeno Sarah ha la minima idea di cosa stia passando per la testa del sovrano del Labirinto, ma a giudicare dall’espressione quasi divertita di re Algol sembra proprio che Jareth abbia escogitato qualcosa di singolare. Dopo una manciata di secondi, Jareth esclama a gran voce.
«Dov’è il sacerdote?»
«Eccomi, maestà!» esclama da qualche parte della sala una creatura simile ad un Lunantishee.
Per dare un’idea al lettore di che creatura si tratti, i Lunantishee sono una tribù che protegge i pruneti, dato che il pruno è uno degli alberi considerati sacri nelle popolazioni magiche. Il compito di questi esseri è quello di proteggere questi alberi.
Il sacerdote in questione, si presenta come un magro signore anziano alto poco più di un bambino, la testa sproporzionalmente più grande del corpo con una lunghissima barba bianca e i capelli grigiastri anch’essi molto lunghi, un paio di occhi chiari all’ingiù quasi sepolti da una fitta foresta di sopracciglia grigiastre e un grosso nasone ricurvo. Supera di qualche dito Hoggle, in un certo senso.
Come prova della sua professione, indossa una lunga tunica candida e ornata di semplicissime decorazioni dorate che richiamano i temi naturali. Per finire, accompagna la propria camminata con un lungo bastone d’oro, per lo più una suggestiva ferula che personifica un potere e una posizione sacrale. Per farla breve, il sacerdote richiamato da Jareth era stato incaricato per legittimare lo sposalizio di Onyx e Laryna.
Non appena il sacerdote arriva al cospetto di Jareth, quest’ultimo chiede a Rastaban di liberare Onyx e Linaris dalle trappole floreali. Del resto, ormai non possono più fare del male a nessuno. Rastaban esegue, ma né Onyx né sua madre hanno il tempo di poter pensare di esprimere un qualsiasi loro parere.
«Da oggi in poi,» annuncia Jareth «grazie anche alla cortesia di re Algol, tutti e tre verrete esiliati nel regno di Dullahan. Dato che avete commesso delle atrocità nel mio regno e sulla mia maestà, non vi posso più considerare i benvenuti.» Sarah lo guarda con approvazione, sta facendo – per adesso – la cosa giusta «Naturalmente, visto che ormai siete destituiti dai vostri titoli, avete comunque il diritto di guadagnarvi il pane.» un altro sorriso da parte di Sarah... che quasi muore subito dopo «Perciò, grazie all’indulgenza di re Algol, lavorerete come sguatteri a corte e, come il resto della servitù, alloggerete in una baracca fuori dalle mura del suo castello.
Linaris e Onyx non riescono a dire nulla davanti a quelle parole, ma Laryna la volontà di parlare la trova eccome.
«Ma, ma, papà! Non puoi permetterlo!» Laryna ritrova il suo carattere arrogante e sbatte i piedi per terra come la viziatella che tutti ormai conoscono bene «Io? Tua figlia, una lavapiatti? Cosa diranno nel mio regno?»
«Vuoi dire nel “mio” regno.» la corregge freddamente il padre e ferma la valanga di lamentele della figlia «Eri la figlia che portavo con orgoglio, ma ormai sarai considerata l’esempio da non seguire.»
Una breve e raggelante pausa, ma Jareth riprende in mano le redini.
«Visto che» comunica Jareth parlando a tutti e tre i condannati «siete stati così uniti, non c’è motivo per cui io debba separarvi. Onyx e Lavinia,» ha nuovamente sbagliato il nome di Laryna e tutti quanti mal nascondono una risatina divertita, inclusa Sarah, Rastaban e i suoi amici ed esclusa un’accigliata Laryna, un’immusonita regina Lavandula, un serioso re Algol e due sgomentati Linaris e Onyx «visto che ci tenete così tanto a sposarvi, sarete accontentati. Ma vista l’ora tarda, direi che possiamo anche ritenervi marito e moglie senza cerimonie e fronzoli.» fa cenno al sacerdote di eseguire l’ordine dal quale non può sottrarsi, dato che si tratta di una condanna a cui i due devono andare incontro.
«No, ti prego!» lo implora Onyx «Non voglio passare il resto della mia vita con questa pazza squilibrata! Ti prego, qualsiasi cosa, ma non questo!»
«Cosa?» strilla Laryna «Come osi, lurido esserino ripugnante? Sono io che non voglio passare la mia vita con un vile rammollito come te, che ancora si fa mettere i piedi in testa dalla mammina!»
«Da che pulpito, acida viziata che non sei altro!» ribatte Onyx «Ti sei appena vista? Finora, non hai fatto altro che piagnucolare e chiedere aiuto alla tua di madre!»
Una tale lite è così particolare da sorprendere tutti i presenti, in quanto entrambi i neo sposini hanno appena mostrato i loro veri giudizi e la loro autentica natura.
«Che dire?» li mette a tacere Jareth «Guardateli. Sono appena sposati e già litigano come una vecchia coppia di sposi?» ottiene una risata – quasi – collettiva «E poi, se può interessarvi, mentre eravate impegnati a scambiarvi questi “amorevoli” discorsetti, il sacerdote vi ha già unito legalmente come marito e moglie.»
Come prova della veridicità del re di Goblin, il sacerdote mostra un sorriso che gli allarga le sottili labbra sotto la spessa barba e gli strizza i piccoli e chiari occhi.
Onyx e Laryna riprendono a lagnarsi, elencando reciprocamente i difetti del coniuge con acido disprezzo, sbalordendo sempre di più l’intera sala.
Per un po’, Jareth li lascia fare. Sembra proprio che quel fiume in piena di “complimenti” scambievoli siano musica per le orecchie del sovrano del Labirinto.
Per Onyx, Laryna è solo una gallina arida e prepotente, la cui lunghezza della lingua è inversamente proporzionale alla testa vuota, la stessa testa che usa solo per portare quei capelli dello stesso orrendo colore della salsa di carote.
Per Laryna, Onyx è la risposta più stupida ad una domanda mai fatta, la sintesi dell’inettitudine, il trionfo dell’incapacità, meno virile di...sua madre.
Si fermano solo quando si accorgono di essere derisi dall’intera sala. Quando ritorna al silenzio, Jareth passa a Linaris.
«Dato che sin da subito hai mostrato così tanta simpatia verso Lavinia,» ha di nuovo sbagliato il nome e sappiamo già quale sia il risultato ottenuto «da oggi in poi, andrai a vivere insieme a loro. Sarai tu ad occuparti della loro “terapia di coppia”.»
«Oh, maestà,» è la prima volta in assoluto che Linaris si mostra così supplichevole «ti prego. Abbi pietà...»
«Come?» domanda ironicamente Jareth «Non sei felice di stare insieme a tuo figlio e a tua nuora? Qualsiasi suocera vorrebbe essere al tuo posto, in questo momento.» la maggior parte delle risate che echeggiano nella sala, per l’appunto, appartengono a molte suocere che già pronosticano cosa farebbero al posto di Linaris con una nuora come Laryna.
 
Qualche giorno dopo
 
UNDERGROUND
 
È bastato veramente poco perché tutto tornasse alla normalità. Nella città di Goblin, nessuno aveva più voglia di ricordare la permanenza della figlia del re Algol, nel castello di Jareth non era rimasta una sola traccia che deturpasse l’equilibrio della sua corona e nei giardini era stata cancellato l’incubo della presenza della statua di Laryna.
Dopo averla fatta distruggere in meno di un attimo, al suo posto Jareth aveva fatto allestire nel giro di poche ora una nuova e bellissima statua ritraente l’amata madre. La scelta di creare una scultura nuova, simboleggia in Jareth il desiderio di volersi aprire al cambiamento e ad una nuova vita.
La regina Rosheen è stata scolpita nel marmo seduta solennemente in un trono, abbigliata con una lunga veste regale e semplice allo stesso tempo per consacrarne la nobiltà e la purezza dello spirito. Il diadema regale le circonda i capelli fluenti, acconciati sobriamente come un’elegante regina. La mano destra regge con delicatezza una rosa, mentre la mano sinistra è appoggiata al grembo. Il volto di Rosheen racchiude una fusione tra un’austera nobiltà e l’affettuosità materna, donando a chi la guarda un senso di forza interiore, ma anche di protezione che solo un’amorevole madre è in grado di donare.
A guardarla in questo momento e a provare le sensazioni sopracitate è proprio Rastaban. È come se la sua amatissima sorella sia tornata con lui, sente di averle restituito la vita, anche se non materialmente, ma va bene anche così. Oltretutto, Rastaban ha un altro motivo per sentirsi molto felice: per farsi perdonare dall’orrenda colpa che porta nel cuore, Jareth non solo gli ha donato una serra più bella e più grande di quella precedente, ma gli ha anche permesso di essere lui stesso il curatore dei giardini del castello. Da quel momento in poi, potrà curare gli spazi verdi dell’esterno del castello come meglio desidera, come meglio crede e sente di fare. Certo, è un lavoro molto difficile da poter svolgere da solo per un sidhe della sua età. Così Jareth ha pensato di procurargli un’assistente – per lo più, è stata un’idea di Sarah.
L’assistente di cui si parla, sta ammirando la statua di Rosheen in compagnia di Rastaban e sembra proprio che tra i due ci sia molto di più di un semplice rapporto di lavoro. Si chiama Silyn ed è una sidhe di un paio di anni più giovane di Rastaban, ma il tempo non sembra essere mai stato un vero e proprio nemico per il suo viso dolce e sorridente. Silyn è una bella signora dai capelli dorati, sistemati in un’elegante coda non molto alta e circondati da una coroncina dorata realizzata con temi che richiamano i fiori e le edere – un regalo da parte di Rastaban. Le sopracciglia leggermente sottili color castano chiaro ne evidenziano gli occhi nocciola segnati da qualche rughetta dell’età matura, insieme a quelle che si estendono con elegante leggerezza sugli angoli del dolce naso rotondo e delizioso e sui lati della bocca non molto sottile e sempre stesa per evidenziare un immancabile sorriso. Lo stesso sorriso che ha fatto nascere in Rastaban il tenero desiderio di ricominciare a passare il resto della sua vita con una sidhe carica di positività, che gli facesse rendere conto di essere ancora in grado di poter amare e di essere amato. Il matrimonio con Linaris, per fortuna, ormai per lui è solo un brutto ricordo da lasciarsi alle spalle. Ha aspettato così tanto tempo per essere felice, ma n’è valsa la pena. Anzi, l’armonia.
«Ogni giorno che passa è sempre più bella.» dice Silyn dolcemente, senza staccare gli occhi dalla scultura di Rosheen.
«Tu, ogni giorno che passa sei sempre più bella.» gli sorride Rastaban, baciandole la mano.
Silyn arrossisce teneramente.
Un rumore di passi che si fa sempre più vicino li spinge a voltarsi. È Jareth e Silyn e Rastaban tornano composti.
«Vi ho disturbato?» domanda Jareth, mentre fino a qualche tempo prima se ne sarebbe uscito con qualche frase del tipo “tornate al lavoro”.
Rastaban fa “no” con la testa, anche se dona uno sguardo pieno di affetto a Silyn.
«Bene,» prosegue Jareth «perché avrei un favore da chiedervi. Sarah ha promesso di arrivare tra qualche ora dal suo mondo e desidero che prepariate i giardini per un’occasione speciale.»
«Posso chiedere che genere di occasione, Jareth?» domanda gentilmente Rastaban «Te lo chiedo affinché io e Silyn possiamo farci un’idea di come preparare i giardini, in modo che siano all’altezza delle tue aspettative.»
Jareth, sorridendo beffardamente, crea una sfera dopo aver effettuato un movimento con le mani. La fa roteare nuovamente, fino a che non appare qualcosa di molto più piccolo e luccicante.
«Oh, Cielo...» si entusiasma Silyn.
«Non sono mai stato così felice.» si commuove Rastaban «Presto, Silyn.» le ordina con esaltazione «Abbiamo un bel lavoro da fare.»
Basta guardare gli occhi di Jareth per capire quanto sia grato allo zio e alla sua nuova compagna.
 
Nel frattempo, a Dullahan
 
Dire che le vite di Linaris, Onyx e Laryna siano cambiate e che siano passati dalle stelle alle stalle è alquanto riduttivo.
Tanto per cominciare, tutto ciò che Laryna possedeva è stato venduto da re Algol per ripagare i risarcimenti a Jareth e al suo regno. Persino il suo nobilissimo cavallo purosangue con il quale amava fare le sue cavalcate, tenendo le gambe ben aperte in modo da colpire in faccia chiunque le capitasse a tiro per puro diletto, è stato venduto per ripianare i pagamenti.
Ai due neo sposi e alla suocera è stata assegnata una piccola baracca al di fuori delle mura del castello del re Algol. Ovviamente, ora non possono più essere o fare gli altezzosi con nessuno e devono lavorare per guadagnarsi da vivere. Lavorano, infatti, per i servi di Laryna che lei stessa aveva maltrattato quando era una principessa.
Anziché darsi una mano a vicenda per cercare di adeguarsi a questo nuovo stile di vita, Laryna passa il tempo a lagnarsi di come sia finita - a parer suo - ingiustamente a fare da sguattera e a perdere il suo prezioso ruolo di principessa e passare il resto della sua vita legata a due infimi abitanti di Goblin. Onyx, dal canto suo, non fa altro che umiliare sé stesso, la moglie e la madre con la sua goffaggine: ogni giorno, infatti, ne combina sempre rovesciando pile di costosissimi piatti e bicchieri di cristalli, subendo svariati rimproveri dai servi superiori – a loro volta più che soddisfatti a prendersi la propria rivincita. Linaris, infine, passa le giornate a sgolarsi contro il figlio e la nuora, ordinando ad Onyx di piantarla di metterli sempre in ridicolo e a Laryna di chiudere quella maledetta boccaccia.
In fin dei conti, il sogno di Linaris, Onyx e Laryna è stato realizzato: tutti e tre ci tenevano molto ad essere famosi ed ora, con la loro pessima e poco invidiabile reputazione, lo sono più che mai.
 
Castello di Jareth
 
Per non prolungarci e rischiare di annoiare chi sta leggendo, da quando a Goblin è tornata la normalità Sarah aveva deciso di tornare nell’Underground ogni volta che lo desiderava. Oltretutto, lo stesso Jareth le aveva detto che le porte del suo castello erano sempre aperti. In fin dei conti, Sarah ha imparato quanto sia diverso lo scorrere del tempo tra il suo mondo e quello dei suoi amici. Ogni volta che lo desiderava, infatti, Sarah si fermava nel regno di Goblin e più il tempo passava e più il suo rapporto con Jareth si stava intensificando.
Quel pomeriggio, come aveva promesso, aveva pronunciato le parole magiche ed era stata catapultata nei giardini del castello. Ad attenderla c’è Jareth, braccia conserte e sguardo fiero.
Le tende la mano.
«Ti sei fatta attendere, mia preziosa.» le dice facendole un elegante baciamano.
«Ho avuto qualche intoppo, sire.» risponde lei con lo stesso tono.
Sorridente, Jareth le offre il braccio per poterla accompagnare per la loro consueta passeggiata tra l’arcobaleno di colori donati dai fiori e dagli alberi dell’immenso giardino. Camminano insieme a braccetto, parlando del più e del meno. Non appena arrivano nell’angolo in cui Jareth ha chiesto a Rastaban e a Silyn di fare del loro meglio per accogliere Sarah, Jareth si ferma e induce lei a fare lo stesso. Jareth si guarda intorno e si rende conto che suo zio e la sua nuova compagna abbiano davvero fatto un ottimo lavoro. Anche se ne ignora la natura di tanta bellezza, Sarah rimane incantata da quell’esplosione di colori e di armonia della massima fioritura dei ciliegi in fiore, dove il vento dal calore primaverile richiama la bellezza dei fiori rosati e che rispondono con una pioggia di petali di fiori di ciliegio e con una cascata di petali di glicine. Sarah è incantata, però non fa in tempo ad ammirare appieno tutta la naturale bellezza che la circonda.
Jareth si è appena inginocchiato davanti a lei, cogliendola di sorpresa.
Ripresa la sfera creata precedentemente dalle sue mani fatate, la trasforma nello stesso oggetto che aveva prima mostrato a Rastaban e a Silyn.
È un anello.
«Sarah, vuoi diventare la mia sposa?» le domanda con la grazia di un re e con il cuore innamorato.
Per Jareth è sufficiente osservare il sorriso di Sarah, i suoi occhi compressi per la gioia, per capire quale sarà la risposta.
 
Fine
  
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