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Autore: eddiefrancesco    19/04/2021    0 recensioni
La Gran Bretagna vive un periodo di relativa pace.
Cosa c'è di peggio che stringere un patto col diavolo?
Forse accettare un compromesso con un impenitente libertino...La bella Rosalin, pur di salvare il patrimonio di famiglia perso al gioco dal fratello, acconsente di fingersi la fidanzata di lord Michael Stamford, famoso dongiovanni della capitale inglese.
Cosa ci ricava lui?
Trascrizione dell'opera di Harmony History.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Ormai la voce di lord Stamford era sgombra da ogni traccia d'ironia. - Il debito è tra vostro fratello e me, quindi dubito che lui gradirebbe il vostro intervento. Vi suggerirei di trovare un accordo con James. In questo caso nessuno gli vieterebbe di propormelo. Certo non posso promettere che gli restituirò la proprietà.- - Capisco. Vi prego di lasciarmi uscire.- mormorò Rosalin con voce incrinata. - Ditemi una cosa, lady Jeffreys. A voi piace il gioco? - - No. Non so distinguere una carta dall'altra.- - È un vero peccato che anche vostro fratello James non abbia mostrato altrettanta onestà al riguardo.- Quando finalmente le aprì la porta, Rosalin scese di corsa la maestosa scala che conduceva nell'atrio. Purtroppo lord Stamford le tenne dietro fino alla carrozza in attesa. - Venite spesso a Londra, lady Jeffreys? - chiese come se nulla fosse accaduto. - Raramente.- - Lo immaginavo. Altrimenti avreste saputo che presentarvi qui da me in questo modo è assai sconveniente. Mi sorprende che vostro marito ve lo abbia permesso.- - Non che siano affari vostri, milord, ma sono vedova. Posso fare di testa mia. Inoltre confidavo sul fatto che vi sareste comportato da gentiluomo.- - Temo che la vostra fiducia sia mal riposta - la contraddisse lui con un sorriso beffardo. Baciandole la mano aggiunse: - Non so perché, ma so che ci rivedremo, lady Jeffreys.- - Ne dubito. Infatti non frequento i vostri ambienti dissoluti. Addio, milord. - Ribatte' lei ritirando la mano di scatto. Quando la carrozza finalmente partì, la rabbia di Rosalin cedette allo sconforto. Aveva completamente fallito la propria missione. Suo fratello James aveva gettato la famiglia in un baratro. La loro amata Meryton sarebbe caduta nelle grinfie di un estraneo. Una lacrima le rigo' una guancia, ben presto seguita da molte altre. Cercò nella borsetta a rete un fazzoletto, grata di essere riuscita a soffocare il pianto di fronte all'odioso lord Stamford. - Cielo! - esclamò. Dov'era finito il suo ventaglio preferito? - Maledizione! - impreco' sottovoce Michael entrando nel suo studio. Si lasciò cadere pesantemente sulla sedia dello scrittoio, la fronte rabbuiata da quella nuova preoccupazione. Quella storia della proprietà si stava rivelando una vera seccatura. Pur non volendo affatto sottrarla a James Whitcomb, non aveva resistito all'occasione di battere Edmund Fairchilde, un essere che disprezzava profondamente. Aveva perfino avvertito una punta di pietà per quel giovane, chiaramente ignaro di trovarsi a un passo dalla rovina, soprattutto se fosse caduto nelle grinfie di un demonio come Fairchilde. Come se non bastasse, aveva scoperto che la vecchia lady Carlyn, amica di vecchia data di sua zia lady Spence, era la nonna materna del suo malcapitato compagno al tavolo da gioco. La ciliegina sulla torta era stata proprio l'inaspettata visita di lady Jeffreys. Cosa diamine gli era preso per trattarla in quel modo indegno? Fin dal primo istante in cui aveva posato gli occhi su quel dolce viso aveva capito che si trattava di una vera signora. Si alzò, gli angoli della bocca sollevati da un leggero sorriso. Non poteva negare che lady Jeffreys lo interessasse, malgrado la profonda ostilità che gli aveva dimostrato. Era di una bellezza pacata e rassicurante. Il severo abito grigio che indossava non gli aveva del tutto nascosto le morbide curve dei seni e dei fianchi né era riuscito a smorzare il fulgore della rigogliosa chioma castana e dei grandi occhi nocciola. Moriva dalla voglia di rivederla, anche se sapeva che lei, come minimo, avrebbe finto di non conoscerlo. L'intrigante corso di quei pensieri venne interrotto da un'altra visita inaspettata. - Non c'è bisogno che vi disturbiate, Watkins. Conosco la strada e non voglio sentirmi ripetere per l'ennesima volta che mio nipote non è in casa.- rassicuro' una voce femminile proveniente dall'atrio rivolta al maggiordomo. Lady Margaret Spence fece letteralmente irruzione nello studio, un'espressione assai determinata sul volto. - Mia cara zia, che gioia vederti.- la salutò lui stancamente chinandosi a baciarle la mano. - Ne dubito. È la prima volta che ti trovo in casa e ho la netta impressione che tu stia cercando di evitarmi.- Lady Spence si tolse i guanti di daino e si mise a sedere su una poltrona. Ancora una volta Michael rilevò con tenerezza che la zia, malgrado i modi sbrigativi e l'età certo non più verde, non aveva perso il fascino che l'aveva resa tanto famosa in gioventù. - Sai benissimo perché sono qui, caro il mio Michael. Quindi ti suggerisco di non menare troppo il can per l'aia. Non puoi certo rimandare questo colloquio all'infinito.- Michael non aveva più modo di sottrarsi. Si sedette con tutto l'entusiasmo di una volpe inseguita da un branco di segugi. Circa un'ora dopo Michael fece il suo ingresso al circolo, dove fu festosamente accolto da un corpulento gentiluomo vestito in foggia assai ricercata. Michael, cugino mio! Dov'eri finito? Non ne potevo più di aspettare e ho ordinato qualcosa da mettere sotto i denti.- - Se tu sapessi, Charles. Ti dico solo che è venuta a farmi visita zia Margaret. Mi ha informato che la mia fidanzata arriverà in città fra due settimane.- esordì Michael. - Insomma, Michael, non vedo proprio come possa costringerti a sposarti. Hai trent'anni, ormai, e la maggior età l'hai superata da un pezzo.- - Dimentichi mio padre. Concorda con zia Margaret.- Michael prese a sorseggiare il suo sherry. Suo padre, il duca di Eversleigh, governava la famiglia con pugno di ferro. Solo poche settimane prima lo aveva convocato nel suo studio informandolo senza tanti complimenti che doveva pensare a sposarsi. Non ritenendolo in grado di trovarsi una consorte degna di rispetto, aveva preso la situazione in mano e gli aveva imposto la giovane miss Helena Randall, nipote di un suo vecchio amico. Michael aveva provato a obiettare che non desiderava sposare una ragazza così giovane, ma il duca non aveva voluto sentire ragioni. - Sai cosa farebbe al caso tuo? Una fidanzata. Ti risparmierebbe un sacco di bighe. In tal caso, infatti, nessun genitore impiccione si prenderebbe la briga di cercare una consorte. Insomma, se fossi già impegnato, probabilmente la tua famiglia non insisterebbe per miss Randall.- saltò su Charles strappandolo ai pensieri. - Hai ragione, ma dimentichi che prima o poi dovrei sposarla, la mia fantomatica fidanzata.- - Potresti trovare una donna che si prestasse a recitare quella parte.- - Non dire scempiaggini, Charles. Mio padre e mia zia fiuterebbero l'imbroglio a un miglio di distanza. Non preoccuparti, troverò un modo di uscire da questo pasticcio. Ho intenzione di andare al ricevimento di lady Winthrope, stasera. Spero che non sia tedioso come al solito.- concluse Michael non troppo convinto. Mentre era in camera a prepararsi per il ricevimento, Michael si ritrovò a pensare a lady Jeffreys. Chissà se vi avrebbe partecipato anche lei. Se lo auguro' con tutto il cuore, perché la circostanza gli avrebbe offerto il destro per parlarle. Dopo che sua zia se n'era andata, Watkins, il maggiordomo, gli aveva consegnato un piccolo ventaglio pieghevole. - Ho idea che appartenga alla gentile signora che è venuta a farvi visita prima - aveva detto in tono impassibile. Michael lo aveva preso assicurandogli che si sarebbe personalmente premurato di restituirlo alla proprietaria. - Sono desolato per la grave situazione in cui versa vostro fratello, milady. So quanto conti per voi Meryton. Ditemi se possa rendermi utile in qualche modo - le sussurro' sottovoce Edmund Fairchilde. Rosalin levo' su di lui uno sguardo diffidente. - Siete gentile, ma non c'è niente che possiate fare.- Guardandosi intorno allarmata soggiunse: - Come mai ne siete al corrente? - Il salone di lady Winthrope era gremito d'invitati e qualcuno avrebbe potuto cogliere uno stralcio di quella incresciosa conversazione.
   
 
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