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Autore: Aagainst    20/04/2021    6 recensioni
Dal sesto capitolo:
“I miei vecchi quaderni sono ancora riposti negli scaffali, come se il tempo non fosse mai passato. Ne prendo uno a caso e lo apro. Lo sfoglio, il cuore in gola. I testi di vecchie canzoni che nemmeno ricordavo di aver scritto mi travolgono, senza alcuna pietà. Ripenso a ciò che mi ha detto Bellamy qualche giorno fa. Ho perso la mia musica. Ho perso la mia casa. E, anche se mi sembrano così vicine, non sono mai state più lontane. “
Sono passati sei anni da quando Clarke ha lasciato Polis per inseguire il suo sogno e diventare cantante e quattro da quando ha tagliato definitivamente i rapporti con chiunque appartenesse al suo passato. Costretta dal suo manager a tornare a casa dopo l’ennesima bravata, ritroverà la sua vecchia vita ad attenderla, tra cui due occhi verdi carichi di domande.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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6.

 

I still remember that promise
I made for you that day
"You've got to be more happy in your life"
But things just aren't alright without you
(Youth Fountains-Letters To Our Former Selves)





 

Polis è rimasta esattamente come me la ricordavo. È una cittadina abbastanza piccola, al confine estremo della regione di Arkadia, nel nord del Paese. Gli inverni qui sono piuttosto rigidi, ma il paesaggio è unico. Polis è circondata da montagne e fitti boschi e con la neve diventa un luogo magico, quasi fiabesco. D’estate, invece, il sole si specchia sulle rocce, regalando uno spettacolo mozzafiato. Da piccola, adoravo andare nei boschi con mio padre. Lui e Marcus erano migliori amici e lavoravano entrambi come guardie forestali. Sono cresciuta tra la natura e mi duole constatare che sei anni a Los Angeles non sono riusciti a mitigare l’affetto che provo per questi luoghi. Nel bene e nel male, lo devo ammettere, sono parte della mia vita, nonostante tutto. Sorrido mentre penso a quando papà mi portò a Mount Weather per la prima volta. Era autunno, forse il periodo dell’anno che preferisco. Le montagne si tingono di colori incredibili e l’arancione dei tramonti si fonde con il rosso delle foglie sugli alberi, dando vita a qualcosa di unico. Sospiro e scuoto il capo. Per quanto tutto questo mi sia mancato, non sarei mai dovuta tornare qui. Certo, stare con Bellamy, Monty e Jasper in questi ultimi due giorni mi ha fatto piacere, ma non posso permettermi di riavvicinarmi a loro. È un lusso che non posso concedermi. Li ferirei ancora ed è l’ultima cosa che voglio.

“Clarke vieni, voglio presentarti una persona.” mi chiama Bellamy, riportandomi alla realtà. Non so perché mi sia lasciata convincere e abbia deciso di accettare l’invito a questa serata. Forse, nonostante tutto, ho voglia comunque di rivedere i miei amici, di sapere come stanno e cosa fanno. Seguo Bellamy in soggiorno, cercando di evitare lo sguardo degli altri. Monty se ne sta seduto sul divano accanto ad Harper, sua ragazza storica dai tempi del liceo e con cui si è sposato poco dopo la mia fuga a Los Angeles, mentre Octavia è seduta a tavola con Lincoln, uno dei vecchi migliori amici di Lexa. Non avrei mai creduto che quei due sarebbero finiti assieme, devo essere sincera. 

“Clarke, lei è Echo, mia moglie.” Bellamy mi presenta una ragazza più o meno della mia età, ma decisamente più alta e atletica di me. Le stringo la mano, un po’ a disagio. 

“È un piacere Clarke, non capita tutti i giorni di incontrare una superstar.”. Scuoto il capo, leggermente in imbarazzo.

“Sono una persona normale. O, almeno, cerco di esserlo.” asserisco, per poi cercare con lo sguardo Raven. Se ne sta in disparte, accanto a Jasper. Entrambi non spiccicano parola e risultano essere un po’ buffi. Mi chiedo come la mia amica stia vivendo questo periodo. Passare dalla vita frenetica di Los Angeles a quella più tranquilla e rilassata di Polis non è semplice per nessuno. Soprattutto per chi è abituato ad uscire ogni sera andando in giro per locali. Il rumore della porta d’ingresso che si apre mi fa sobbalzare e mi distoglie dai miei pensieri. Mi volto e penso solo al fatto che vorrei scappare. Lexa e sua cugina Anya entrano e, non appena mi vedono, si irrigidiscono. Deglutisco. Anya digrigna i denti e mi viene incontro. Indietreggio, ma non abbastanza velocemente. Anya mi raggiunge e mi afferra per il colletto della camicia, per poi schiacciarmi contro la parete. Sono nel panico. 

“Che diamine ci fa lei qui, Bellamy?” urla infuriata. Provo a divincolarmi dalla sua stretta, ma è tutto inutile. 

“Ehi, lasciala stare!” Raven corre in mio soccorso. Pessima mossa. 

“Lasciarla stare? E tu chi sei per dirmi cosa fare?” ribatte Anya. 

“An, anche io sono contenta di rivederti.” provo a farla calmare, con scarso successo. La vedo caricare il sinistro e chiudo gli occhi, preparandomi a ricevere un pugno che, però, non arriva mai. Quando li riapro, Anya è per terra e Raven sopra di lei. Alza il braccio con fare minaccioso e io non posso fare altro che fermarla. Si volta verso di me con aria confusa.

“Rae, lasciala andare.” mormoro. La mia amica non capisce, ma fa come le ho detto. Anya si alza e si ripulisce la bocca dal sangue. Si avvicina nuovamente a me, lo sguardo carico di odio. Chino il capo, piena di vergogna. 

“Mi dispiace.” sussurro. Il mio sguardo incrocia per un secondo quello di Lexa. È paralizzata, probabilmente nemmeno lei si aspettava una reazione del genere da parte di Anya. Sento le lacrime fare capolino e le mie labbra cominciare a tremare. Non mi rendo nemmeno conto di ciò che faccio. So solo che le mie gambe mi portano fuori, senza che io ne sia pienamente consapevole. Mi ritrovo in giardino, in ginocchio. Questa non è casa mia. Non più. 

 

________________

 

Sono seduta sul marciapiede che separa la casa di Bob dalla strada. Mi ritrovo immediatamente catapultata nel passato. Capitava spesso che la sera ci ritrovassimo seduti su qualche marciapiede a raccontarci storie o a guardare le stelle. Scuoto il capo. Sono tempi che non torneranno mai più. Quella Clarke non tornerà mai più.

“Ehi.”. Mi volto. Jasper. Gli sorrido mentre lo osservo sedersi accanto a me. Se Bellamy è stato il mio migliore amico, Jasper è stato per me una sorta di fratello. È una persona così fragile, ma allo stesso tempo generosa, che è impossibile non volergli bene. Un tempo suonavamo assieme, con Bellamy. Non si direbbe, ma Jasper è un batterista incredibile, dotato di uno straordinario talento. Avrebbe meritato di più che restare in questo posto dimenticato da tutti.

“Anya si è calmata e ora sta discutendo con la tua amica. Lexa e Bellamy le stanno tenendo d’occhio.”. Annuisco, persa nei miei pensieri. Alzo lo sguardo e mi mordo il labbro.

“Sai, non vedevo un cielo così spettacolare da anni. A Los Angeles c’è troppa luce.” esordisco. Jasper mi posa una mano sulla spalla. Sento che vuole dirmi qualcosa, ma che ha paura di esprimere ciò che prova in questi momento. Lo guardo, invitandolo a parlare. I suoi occhi si intristiscono improvvisamente e comincio a preoccuparmi.

“Jasper, che succede?” gli chiedo. Lo sento sospirare.

“Te ne andrai via di nuovo, vero?”. Sento un nodo in gola. 

“Jas...” 

“No, va bene, ho capito.”. Scuoto il capo e gli carezzo una guancia. Lo stringo a me. 

“Me l’avevi promesso Clarke.” mormora. “Mi avevi promesso che ci saresti sempre stata.”. Sento il mio cuore rompersi. Conoscevo le conseguenze delle mie azioni. Quando me ne sono andata, sapevo a cosa la mia decisione avrebbe portato. Eppure, è come se il peso della mia scelta mi investisse veramente solo ora. Jasper ha ragione, gli avevo promesso che ci sarei sempre stata per lui. Gliel’avevo giurato.

“Jasper, mi dispiace. Io avrei voluto restare, ma... Non potevo, capisci?”. Annuisce.

“Clarke, lo so. È solo che... Oh, insomma Monty aveva Harper, Bellamy poco dopo ha trovato Echo, Lincoln e Octavia si sono messi assieme, Lexa si è trasferita a Boston e Anya era sempre occupata e si divideva tra sua cugina e i suoi amici qui. Ma io, Clarke... Io sono rimasto solo. Tutti avevano qualcuno, ma io no, io non avevo più nessuno. Tu sei andata via e quando poi ci hai tagliati fuori io sono rimasto solo.”. Chino il capo, mentre mi sforzo di non scoppiare a piangere di nuovo. “E non te ne faccio una colpa. In fin dei conti, se ne avessi avuto la possibilità, avrei fatto lo stesso probabilmente.”

“Jasper, mi dispiace così tanto.” mormoro. 

“Già, anche a me.” afferma. “Ma spero ne sia valsa la pena.”. Lo osservo alzarsi e dirigersi verso la porta. 

“Jasper!” lo richiamo. “Non potevo fare altrimenti, lo sai.”

“Forse sì, forse no. Chi lo può sapere, Clarke? Hai semplicemente fatto una scelta, tutto qui.” replica lui, per poi sparire al di là della porta. Appoggiata al muro, Lexa mi scruta, lo sguardo indecifrabile. Non so quanto abbia sentito di ciò che io e Jasper ci siamo detti. Non ne ho idea. Mi alzo in piedi e faccio per rientrare anche io, ma lei mi blocca il passaggio. Apre la bocca per dire qualcosa, ma la richiude subito dopo. I suoi occhi verdi mi stanno implorando di darle una spiegazione, di aiutarla a capire cosa è successo. Lo vorrei tanto, Lexa. Vorrei poterti raccontare per filo e per segno perché ho tagliato chiunque fuori dalla mia vita, ma non posso. 

“Chiamo Raven e me ne vado, non ti preoccupare.” dico. È combattuta, vorrebbe fermarmi. Eppure, non protesta. Si scosta e mi permette di passare, senza dire una parola. E, mai come in questo momento, avrei preferito che mi fermasse e mi impedisse di allontanarmi da lei un’altra volta. 

 

________________

 

Sono stesa sul letto e da ore cerco inutilmente di prendere sonno. Raven è in camera sua e ronfa della grossa, esattamente come mia madre e Marcus. Sospiro. Mi metto a sedere e affondo il viso tra le ginocchia. Le parole di Jasper risuonano di continuo nella mia mente, in un loop infinito che non mi dà tregua. Solo ora tocco con mano la sofferenza che la mia fuga ha causato. Posso continuare a mentire a me stessa e fingere che non mi importi, ma non è così. Tasto il comodino, nel tentativo di trovare il cellulare. Sblocco lo schermo e faccio per chiamare Murphy. D’altronde è lui che mi ha mandata qui, merita di essere svegliato alle tre di notte da una mia telefonata. Ma chi voglio prendere in giro? Cosa voglio dirgli, che preferirei il rehab e la rovina totale della mia carriera allo stare qui? Poso il telefono sul comodino e mi alzo. La luce lunare che filtra dalle tende mi permette di girovagare per la mia vecchia camera senza troppi problemi. I miei vecchi libri e CD affiancano i giocattoli di Aden, creando uno spazio decisamente eclettico e dalle mille sfumature. Questa stanza racconta di un passato, il mio, e di un presente, quello di Aden. Non ho ancora ben capito come mai Lexa sia costretta a lasciare quel bambino qui da mia madre ogni tanto, ma sono contenta che la mia camera sia andata a lui. Osservo i disegni che ha appeso alle pareti. Ritraggono quelle che presumo essere le sue mamme, Lexa e Costia. Un’improvvisa morsa allo stomaco mi costringe a ritrarre la mano. Chissà cos’è successo e perché Lexa lo sta crescendo da sola. Mi mordo il labbro. Non ho alcun diritto di chiederglielo. Non posso. Accarezzo per un’ultima volta uno dei disegni e mi volto verso la libreria. I miei vecchi quaderni sono ancora riposti negli scaffali, come se il tempo non fosse mai passato. Ne prendo uno a caso e lo apro. Lo sfoglio, il cuore in gola. I testi di vecchie canzoni che nemmeno ricordavo di aver scritto mi travolgono, senza alcuna pietà. Ripenso a ciò che mi ha detto Bellamy qualche giorno fa. Ho perso la mia musica. Ho perso la mia casa. E, anche se mi sembrano così vicine, non sono mai state più lontane.






Angolo dell'autrice

La situazione si fa decisamente complicata. Lexa non è l'unica ad aver preso male il ritorno di Clarke e Anya ha avuto una reazione decisamente violenta. Dall'altro lato, invece, Jasper rivela i suoi veri sentimenti e come ha preso quello che è stato un vero e proprio abbandono per lui. E, inoltre, sembra sapere qualcosa che gli altri ignorano. In tutto questo, Clarke si sente sempre più persa e fuori posto. Insomma, un caos ahah. 
So che la narrazione potrebbe sembrare un po' lenta e che vorreste sapere cosa è successo sei prima e quattro anni poi, ma a poco a poco si scoprirà, promesso. 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, grazie mille per le recensioni e per leggere questa storia.
A martedì!
   
 
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