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Autore: Blue_Wander    20/04/2021    2 recensioni
"Ti odio così tanto che non vedo l'ora di vedere il giorno in cui ti rovinerai con le tue stesse mani. E ti strapperò quei meravigliosi occhi. [...] La vita vera non è come nelle favole. I principi non si innamorano delle fanciulle del popolo, non rinunciano alla loro vita agiata per una donna, non si fanno mettere i piedi in testa da qualcuno solo perché nei suoi occhi è riflesso il bene più puro o il male più oscuro. [...] Però, mia mortale nemica, non c'è cosa peggiore di conoscere i sentimenti di una persona e non poter farci nulla comunque."
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Seokjin/ Jin, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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La principessa e la regina


 

Seokjin la stanza nera non la vide, in realtà l'unica cosa che fu in grado di percepire fu una strana luce biancastra proveniente dall'alto in una sorta di spazio infinito. Nonostante ciò sapeva esattamente dove fosse, semplicemente aveva capito che la sua mente aveva lasciato il proprio corpo. Non poteva controllarlo in alcun modo, ma riusciva a sentire qualsiasi cosa gli accadesse o vedesse, come se fosse uno spettatore nel corpo di qualcun altro. Si concentrò su questo. Non era la prima volta che accadeva.

In effetti a pensarci attentamente era successo durante il combattimento con Diamante; aveva avuto più o meno la stessa sensazione - essere stato buttato fuori dal proprio corpo. Per qualche motivo però aveva dimenticato. Gli avevano spiegato di essere stato vittima di un incantesimo, ma non era sicuro sarebbe bastato per superare quella che sembrava una prova difficile.

Ebbe la sensazione di essere in pericolo e riuscì a percepire qualcuno avvicinarsi al suo corpo. Non poteva controllarlo e quindi non poteva comandargli di fuggire quando focalizzò il volto della persona avvicinatasi. Diamante se ne stava semplicemente davanti a lui, ferma come se fossero vittime della stessa maledizione.

-Per favore- disse. -Perdonami.

Seokjin fece qualche passo indietro, anche se il suo corpo in realtà era rimasto fermo nell'oscurità in cui era atterrato. Vedeva il viso della Gemma davanti a se solo in penombra e quindi non poteva essere sicuro, ma gli era sembrato che stesse piangendo.

-Ti ho di nuovo costretto nell'incantesimo della vista di specchio.- ammise con voce triste. -Ma ti assicuro che è l'unico modo che avevo per parlarti.

Il ragazzo si portò le mani ai capelli. -Quindi sei sempre stata tu la mia nemesi...- sussurrò, convinto che non potesse sentirlo.

In realtà Diamante annuì piano. -Sì.- fece una pausa e un passo avanti, il corpo di Seokjin quella volta si mosse all'indietro. Il viso della donna si contrasse in un'espressione addolorata. -Il mio nome era Alina ed ero la più bella di tutte.- ammise guardando verso il basso. -Non avevo bisogno di un uomo, ma volevo comunque che quello più bello avesse occhi solo per me.- emise un verso divertito, nascondendo una nota di disappunto. -E alla fine hanno strappato i miei. Bizzarro, non credi anche tu?

Jin, ancora incredulo nell'aver effettivamente ricevuto una risposta, rimase fermo e non disse più niente per qualche secondo.

-Ho aspettato secoli prima di innamorarmi.- riprese allora Diamante. -Ma mi sono resa conto di aver preso qualcosa che apparteneva ad un altro.- gli accarezzò una guancia e quella volta il corpo di Seokjin non si ritrasse. -Voglio farmi perdonare e per questo dovrei andare dalla tua vera ragazza, però non mi è concesso. Ti dirò come uscire da qui, purtroppo non funzionerà fino a che rimarrai intrappolato lì dentro.

-Non importa.- ribatté il ragazzo, ormai sicuro di ottenere una risposta. -Dimmi come fare.

-Dovrai uccidermi con la tua arma: forgiata con una potente magia e un materiale apposito è in grado di sconfiggere ogni Gemma al solo sfiorarla.- annuì semplicemente alle sue stesse parole. -Opale non lo sapeva quando le ha fatte mettere nel vecchio capanno di Runard dallo Stregone-Senza-Nome.

Seokjin trasalì. -Ma questo vuol dire che Kerasi non riuscirà a superare la sua prova.

Percepì Diamante sorridergli in modo gentile. -Un'arma non è l'unica cosa ad uccidere, sai?

A quel punto Jin non riuscì più a stabilire un contatto con l'esterno. Fu come se non ci fosse più niente da vedere. Era sicuro che Diamante -Alina- fosse ancora presente e non sopportava di non sapere cosa stesse succedendo. Per qualche motivo gli tornò in mente la prima volta in cui era successo: Diamante gli aveva detto di essere davvero vittima dell'incantesimo della vista di specchio, ciò significava che era già stato in quella situazione - anche se non la ricordava per nulla. Una volta tornato alla normalità, Seyun gli aveva detto dell'indovinello che la Gemma aveva rifilato loro prima di sparire: doveva imparare a guardare oltre lo specchio che imprigionava i suoi occhi, ma come?

Si distrasse senza rendersene conto. Ricordò il momento in cui andò da Kerasi la notte che passarono sul battello Moku, il modo in cui si era dichiarato a lei. Forse fu proprio per via di quella bizzarra situazione con Diamante, ma quello che Seyun aveva detto sulla soldatessa dai capelli rossi e sulla maniera in cui lei aveva tentato di salvarlo standogli accanto per tutto il tempo, aveva alleggerito il suo cuore già ammaliato. Quando lei confessò di voler tornare ad Ignogan i suoi sentimenti non vacillarono nonostante non condividesse la sua scelta. Kerasi non era il tipo di ragazza che aveva pensato per se, ma con lei era davvero riuscito a vedere oltre lo specchio e l'aveva scelta nel momento in cui aveva messo piede erroneamente nel suo negozio.

Tornò in se immediatamente: lui era davvero già stato in quella situazione.

Completamente.

Chiuse gli occhi e nel momento in cui li riaprì aveva ripreso possesso del suo corpo. Il suo cuore ebbe un sussulto: le sue mani erano ancora sul manico della falce, la lama era conficcata nel petto di Diamante e il sangue gli aveva macchiato il volto.

Si piegò verso il suo orecchio. -Sei perdonata.


 

Jungkook non ebbe il tempo di pensare perché al suo arrivo - qualsiasi fosse il posto in cui si trovasse ovviamente - già c'era qualcuno. Inaspettatamente si trattava dello stesso Namjoon, ma a differenza dell'uomo che tanto aveva imparato ad ammirare da ragazzino la figura davanti a se aveva uno strano colorito verdognolo. Non dovette aspettare molto per capire che si trattasse di Smeraldo, ma quando sfoderò la spada quella gli si sfilò dalle mani e andò a conficcarsi nel terreno.

Fu in quel momento che notò il posto in cui si trovava.

Era Zamek e ne era sicuro, ma sembrava strana, spenta. Certo, non era mai stata una città piena di colore o di vita, però non l'aveva mai vista in quel modo; la riconosceva, ma era come trovarsi in un posto nuovo al tempo stesso. Ripuntò lo sguardo sulla spada, poi guardò il finto Namjoon. -Che cosa hai fatto al mio regno?- chiese. Non ottenne risposta né subito dopo né tantomeno aspettando. Notò che anche i suoi sudditi mancavano e sospirò sottolineando il disappunto.

Guardandosi intorno riconobbe persino il quartiere dove abitava Veral. Tendeva a dimenticare che si trattasse di una ragazza qualunque, dopotutto quella missione era iniziata proprio per proteggerla e di certo non era abituato a simili situazioni. Non poté non chiedersi se fosse davvero un'illusione o la straziante verità. In ogni caso fece finta di nulla e si concentrò su Smeraldo. -Perché sei qui?

Quella volta però la Gemma non lo fece attendere neanche un secondo. -Perché ti disprezzo- ammise. -E quindi sei la mia nemesi.

Jungkook alzò un sopracciglio. -Non ha alcun senso e non è così che funziona.- poi fece un grosso respiro. -Persino la mia spada si rifiuta di combattere: tu non sei la mia nemesi.

-O forse tu non sei in grado di battermi.- sussurrò a denti stretti il nemico. -Dopotutto hai fatto così tanto per assomigliarmi, qualsiasi cosa io facessi tu ti sei impegnato al massimo per farla meglio.- il principe non poté non assumere quell'espressione confusa che lo aveva sempre contraddistinto. Ma di cosa stava parlando quel mostro? Non credeva sul serio che lo avesse scambiato per il vero Namjoon, giusto?

Il moro scosse la testa. -Non è affatto così. Io ammiravo il ragazzo forte e intelligente che aveva giurato di stare al mio fianco. Ma Namjoon, quello vero, ha fatto la sua scelta e io non posso portarlo a pensare qualcosa che lui non condivide.- fissò le iridi smeraldine della creatura. -Ed ecco perché nonostante tutto io ancora lo rispetto.

Smeraldo rise ed in quel momento Jungkook notò l'assenza di disartria nella sua voce. Forse si sbagliava, quella non era la creatura che avevano già affrontato, si trattava solo dello spirito della gemma. Ma allora perché la sua spada aveva deciso di non combattere? Nella testa del ragazzo sembrava tutto sempre meno sensato.

Ma che cosa rappresentava in realtà lo smeraldo? L'accidia? No, quello era il limite che aveva contraddistinto l'uomo che si era fuso con lui. E allora cosa? La natura, la terra di Ziràn? Forse, ma era abbastanza per farlo considerare dal principe una vera e propria nemesi? Per che cosa Smeraldo – l'uomo che avrebbe dovuto combattere – aveva fatto la differenza nella sua vita? Non sapeva darsi una vera risposta, lui non era presente al combattimento, quindi poteva parlare solo delle altre occasioni in cui ci aveva avuto a che fare.

Qualcosa gli venne in mente in realtà. Lui era stato il primo a parlare di Sunhi, la misteriosa precedente prescelta dal nome che sua madre, la regina, avrebbe dato ad una futura principessina. Una coincidenza bizzarra, aveva pensato al momento, dopotutto non aveva modo di vederla diversamente. Ma non riusciva più a percepirla solo come tale.

Alzò lo sguardo su “Namjoon” e assottigliò gli occhi.


 

A Kerasi non andò meglio perché quando la stanza nera si trasformò nel castello di Zamek vide subito che c'era qualcosa di diverso. Davanti a se c'era uno specchio in cui riusciva a riflettersi i capelli rossi e gli occhi color nocciola. La pelle pareva leggermente rossastra, ma non era l'unica cosa strana: stava indossando un vestito da principessa e una corona dorata.

Cercò di fare un passo avanti, ma si bloccò. Non stava guardando un riflesso, lei era dentro lo specchio. Batté sul vetro ma di tutta risposta la se stessa dall'altro lato le mollò un calcio che la fece indietreggiare ed uscì. Kerasi sbatté le palpebre velocemente, che diavolo stava succedendo? Perché c'era una tizia identica a lei nel palazzo abbigliata con simili indumenti?

Si girò e diede le spalle alla stanza del castello che conosceva come quella riservata al principe Jungkook. Davanti a se c'erano miliardi di specchi in cui si rifletteva un angolo diverso del palazzo. Si affacciò ad uno dalla cornice rotonda che era posto nella sala del trono e rivide la sua copia agghindata come una regina. Solo il pensiero di portare una corona così pesante tutto il giorno le fece venire il mal di testa. Ripuntò lo sguardo sulla se stessa al di là dello specchio. Quella corona, quel vestito, li aveva entrambi già visti. Il suo cuore ebbe un sussulto. Quelle cose appartenevano davvero alla regina! Perché avrebbe dovuto incoronare una copia di se come tale? Che cosa era successo alla vera sovrana di Zamek?

-Non lo hai capito ancora?- sussurrò la sua copia. -Questo è il posto dove dovresti stare: il trono di Zamek ti spetta di diritto.

Kerasi aggrottò le sopracciglia. -Smettila di dare i numeri e vieni a combattere.- preparò una freccia nell'arco, pronta a scoccarla.

-Che motivo avrei di mentirti?- domandò allora. -Tu sei nata principessa, la primogenita della famiglia reale.- la soldatessa mollò la presa, ma la freccia rimbalzò sulla superficie riflettente e lei fu costretta a schivarla per non venirne colpita. La copia emise un verso divertito. -Il tuo vero nome è Jeon Sunhi e sei la vera erede al trono, nonché la vera prescelta.

La ragazza scosse la testa. -Quello che dici non ha alcun senso. Perché avrebbero dovuto abbandonarmi per poi rivolermi con loro?- poi serrò le labbra. -La tua è solo una trappola per farmi dubitare di me stessa.

-Vedila come vuoi.- ammise la ormai nuova regina. -Ma nel profondo della tua anima sai che ho ragione. Perché non ricordi nulla di Ignogan o della tua infanzia? Perché hai sempre voluto stare al fianco di Jungkook, quel ragazzino viziato che ha sempre avuto quello che ti spettava? Perché i tuoi genitori non ti hanno mai considerato come invece hanno fatto per Namjoon?

Le parole ferirono Kerasi come fossero coltelli, ma provò a non cedere distogliendo lo sguardo. -Anche se volessi crederti, come potrei essere Sunhi? Si sospetta che quella ragazza sia morta anni fa, altrimenti Veral non avrebbe potuto prendere il suo posto.

-Conosci le Forbici del Destino?- domandò. Non aspettò la risposta per continuare a parlare. -Sono delle cesoie magiche in grado di recidere qualsiasi tipo di fato. Quello che tu hai sempre considerato un fratello di sangue quel giorno di otto anni fa si mise in viaggio per cercarle dopo aver scoperto la tua vera identità. Non sapeva però che è Opale a possederle e pur di salvarti strinse un patto con lui.- fece una pausa. -Perciò se te lo stavi domandando sì, sei la ragione per cui Namjoon ha voltato le spalle alla nazione intera.

Kerasi cadde a terra: l'invincibile soldatessa era stata sconfitta.


 

Quando Seyun, Yoongi e Seokjin aprirono gli occhi Jimin e Taehyung erano spariti. Kerasi e Jungkook giacevano addormentati sul pavimento della stanza in cui erano stati spostati. I tre si guardarono intorno: l'interno del palazzo era stato modificato con la magia, lo si intuiva dal modo in cui ne era stata preservata la bellezza, un castello sempre nuovo che non si usura. Il tempo si era fermato anche lì, ovviamente.

-Non voglio rompere l'atmosfera, ma avete fatto anche voi dei sogni stranissimi o ho solo bevuto troppo?- domandò Seokjin spezzando il silenzio creatosi.

-Non si trattava di sogni.-rispose Seyun. -Erano prove.- fece una pausa e fissò lo sguardo su Kerasi. -Mi preoccupa il fatto che non si siano ancora svegliati.

Yoongi curiosò tra i pochi mobili della stanza semivuota in cui si trovavano. -Non mi farei troppi problemi, Jungkook e Kerasi sanno quel che fanno, ci raggiungeranno presto.

-Come fai a non capire?- fece la cantante alzando gli occhi al cielo. -Noi avevamo le armi speciali, loro non riusciranno a superare nessuna prova di Opale senza.

Jin stava per rispondere, ma lo scatto della serratura lo zittì. Lentamente la porta si aprì, togliendo il fiato ai tre presenti nella stanza. Quando la persona dietro al battente fu totalmente visibile Yoongi si ritrovò a stringere i pugni più del dovuto. C'era un uomo sotto allo stipite, uno che conoscevano alla perfezione o almeno era quello che credevano.

-So cosa state per dire.- li interruppe prima ancora che iniziassero. -E la vostra risposta è no, non mi manda Opale per combattere. In realtà nessuno sa che sono qui.- sospirò e guardò in basso a sinistra, poi entrò e chiuse la porta.

-A meno che tu non sia qui per liberarci, puoi girare i tacchi e andartene.- sibilò il re.

Namjoon scosse la testa. -Sono qui per spiegarvi perché non posso farlo.- si sedette sul pavimento vicino a dove giaceva la sorella. Fece per accarezzarle i capelli ma Seyun gli fermò il polso e gli fece un cenno di negazione con il capo. Il generale sospirò e si allontanò. -Prima di tutto dovete sapere la verità: nessuno può aiutare Jungkook e Kerasi a superare la loro prova, loro sono gli unici a poterlo fare accettando chi sono veramente come avete fatto voi.- guardò uno per volta i suoi vecchi compagni. -Un'eroina che poteva essere la sua stessa nemesi, un re che non ha idea di come ricoprire il proprio ruolo, un ragazzo qualsiasi pronto a sacrificare se stesso per chi ama di più, un principe che deve tutto al proprio nemico e una futura regina senza corona a cui è stato strappato tutto.

-Che cosa vorresti dire con questo?- domandò la ragazza assottigliando gli occhi verdi. -Pensi che ci sia tempo per risolvere i tuoi indovinelli?

L'altro sospirò. -Ventitré anni fa il re e la regina di Zamek diedero alla luce una bambina. La chiamarono Sunhi, sperando che crescendo sarebbe stata buona e felice, prestando così fedeltà al significato del suo nome.- cominciò. -Il giorno dopo si presentò alla porta del palazzo un uomo abbigliato di un'appariscente tuta coperta di cavi di rame, sul volto portava una maschera e diceva che non avrebbe rivelato a nessuno il suo nome reale. Il re lo fece accomodare all'interno e quello raggiunse la nascitura con la sua magia; le guardie lo attaccarono, ma le armi non riuscivano a scalfirlo e così ebbe il tempo necessario per compiere quello che avrebbe dovuto fin dall'inizio. Maledì la principessina, rendendola la Prescelta in grado di sconfiggere Opale e riportare la pace.

-Non mi sembra un granché come maledizione.- sbuffò Yoongi.

-In cambio avrebbe dato la sua vita.- continuò Namjoon. Il re ammutolì. -I sovrani si confidarono con i regnanti di Ignogan e questi presero in carica la bambina, cambiandole il nome ed affidandola alla moglie del generale delle truppe del loro esercito, in altre parole mia madre.

Seokjin lo fermò nuovamente. -Aspetta, stai dicendo che Kerasi è Sunhi?!

-E che è anche la sorella maggiore di Jungkook, quindi la vera erede al trono di Zamek.- continuò Seyun per lui.

Namjoon si ritrovò ad annuire. -Il re e la regina di Zamek non riuscirono a stare senza di lei per molto, quindi ci fecero trasferire lì con la scusa di necessitare delle guardie da addestrare fin da giovani per il piccolo principe appena nato.- guardò vero il basso. -Jungkook si affezionò subito a noi, non faceva niente da solo ed eravamo come dei veri fratelli.

-Tutto questo è molto toccante.- lo interruppe Yoongi. -Ma non ci importa di quello che avete fatto quando eravate dei feti, va avanti.

Jin gli tirò una manata per zittirlo, poi il generale continuò. -Andò avanti così per dodici anni, poi otto anni fa durante un allenamento ricevetti la visita di un certo Gerry. Quest'uomo dotato di poteri magici mi mostrò che cosa successe in passato, spiegandomi cosa sarebbe accaduto una volta tornata la pace e che esisteva un modo per evitarlo.- poi guardò la ragazza dormiente. -Mi misi alla ricerca della Forbici del Destino, delle cesoie magiche che possono scambiare il destino di qualcuno con quello di un'altra persona. Le trovai a Tachyta ovviamente, il Regno del Tempo che governa il Destino di ognuno, e nel momento in cui le toccai comparve Opale. Subito dopo arrivò anche Gerry e mi sussurrò il nome della persona con cui avrei dovuto fare lo scambio.- si mise le mani tra i capelli. -Quando Opale sentì quel nome diede di matto, ma le forbici fecero il loro dovere. In cambio mi chiese di giurargli fedeltà e di aiutarlo a riprendersi la Prescelta.

-Che cosa vuoi dire?- chiese quindi la cantante. -Perché avrebbe dovuto riprendersela?

Namjoon la guardò con occhi vuoti. -Conoscete la leggenda, giusto?- annuirono. -Veral non è una ragazza qualsiasi del popolo, lei è la regina di Tachyta che il re ha ucciso dopo essersi fuso con la gemma della città. Ed ora, dopo secoli, si è incarnata nell'unica famiglia con origini del suo regno natale, prendendone parte come la Prescelta.- si fermò e continuò solo poco dopo. -Questo fa di Sunhi solo un mero oggetto di confusione, solo un modo per confondere Opale e le altre Gemme così da prendere tempo fino al momento in cui Veral fosse nata e cresciuta.

-Per questo non hai avuto scrupoli verso di lei.- ammise Jin a testa bassa. -Kerasi è stata strappata alla sua vera vita solo per distogliere l'attenzione dalla Prescelta.

La porta si aprì nuovamente e una nuova voce si aggiunse al gruppo. -Ed è il momento in cui le perdite di tempo vengano cancellate.


 

Opale spinse una Veral incosciente nella stanza con gli altri. Seyun la fece levitare verso di se prima che cadesse sul pavimento, ma la creatura colpì la cantante con un incantesimo e le fece fermare. La Prescelta cadde al fianco di Jungkook ancora dormiente e così Opale camminò verso di loro, mollandogli un calcio che li fece solo finire più vicini. -Guardateli.- cominciò. -La dolce poverella innamorata del principe vedrà morire il suo vero amore e non potrà fare niente per salvarlo perché non ricorda di averlo mai neanche conosciuto.

A quel punto Veral aprì gli occhi e come prima cosa vide il volto familiare di qualcuno che però non ricordava di avere mai visto. Era un ragazzo il cui sonno sembrava tormentato da qualcosa, come se ci fosse una verità inaccettabile che attanagliava il suo cuore. Veral si spostò leggermente e si guardò intorno: riconobbe tre dei suoi amici che al momento le riservavano sguardi confusi, poi Namjoon e infine un uomo dalla pelle opalescente agghindato con abiti sfarzosi.

Riguardò il ragazzo di prima e sentì che il mal di testa aveva ricominciato ad annebbiarle la mente. Malgrado la confusione c'era qualcosa – un nome – che la perseguitava da quando era stata liberata da quello specchio. Jungkook. E ogni volta che lo ripeteva nella testa il dolore diventava più forte.

-Veral, cara.- cominciò l'uomo. -Concentrati suoi tuoi amici, guarda bene i loro volti perché quando metterai piede fuori da questa stanza saranno tutti morti.

La ragazza non disse niente ed annuì. Quando quell'uomo parlava sentiva esattamente il contrario di quello che provava quando guardava il volto del giovane steso per terra. Il suo viso non era familiare eppure era sicura di averlo già visto ed ogni volta che parlava non riusciva a dirgli di no. Sembrava quasi come se fosse vittima di una sorta di incantesimo. E più passavano i giorni e più dimenticava cose che ricordava fossero importanti.

Seyun le si avvicinò, piegandosi sulle ginocchia. -Veral, che ti è successo?- le chiese cercando di rimanere tranquilla. Ma l'altra scosse solo la testa come se non capisse di cosa stesse parlando. -Davvero non ti ricordi di lui?

La castana non disse niente, di nuovo.

Yoongi mise una mano sulla spalla della cantante. -Siamo arrivati troppo tardi, 'Yun.- esclamò con sguardo basso.

Seyun si liberò della sua stretta con forza e poggiò le mani sulle braccia dell'amica. -Come puoi aver fatto tutto questo per lui ed averlo dimenticato?

La testa di Veral era solo più confusa. Sapeva che c'era qualcosa di importante che doveva fare, ma proprio non riusciva a ricordarlo. Tuttavia quando voleva parlarne le parole non uscivano.

-Come puoi esserti dimenticata del tuo vero amore?- chiese di nuovo in un sussurro. -Allora tutti i tuoi discorsi sui sentimenti che avevi per lui? Tutte quelle volte che non hai ceduto alla sconfitta e hai subito le peggiori angherie? Hai intenzione davvero di arrenderti alla volontà di un incantesimo? Vale di più di quell'amore duraturo, profondo e senza pretese che hai sempre riservato ad unica e sola persona? Vale di più di Jungkook, il principe che ti ha scelta come sua principessa?

Nel sentire quel nome gli occhi di Veral si riempirono di lacrime. Si gettò sul suo corpo e lo abbracciò mentre dormiva, bagnando il volto perfetto con il suo pianto. Opale provò di nuovo a colpire Seyun con un incantesimo, ma Yoongi e Seokjin si misero in mezzo, deviando il colpo con la lama delle loro armi. -Prenditi cura di lei, qui ci pensiamo noi.- ammise Jin.

Namjoon sfoderò la spada. -Non avrò pietà.- avvertì.

Il re mostrò i denti bianchi in un ghigno furbo. -Perfetto.

Veral comunque non ricordava nulla. Ovvio, lo sfregare delle lame e gli schiocchi degli incantesimi mortali non l'aiutavano a concentrarsi, ma non era sicura fosse solo per quello. In ogni caso considerava un passo avanti l'assenza di dolore all'interno della sua mente. Non poteva controllare le sue lacrime e non sapeva perché stesse piangendo, ma nell'ammirare il volto associato a quel nome che ronzava nella sua testa sentiva un misto di emozioni tutte insieme che venivano fuori attraverso i suoi occhi. Schiuse le labbra e cercò di dire qualcosa, senza successo. Forse era ancora troppo presto.

La sua vista scarsa le permise di vedere Seyun imbracciare la sua minigun e unirsi alla battaglia. “Sarà tutto inutile.” pensò. “Non possono sconfiggerlo da soli.”

Ma perché?

In effetti non conosceva la ragione, era così e basta.

Un'altra figura sul pavimento attirò la sua attenzione. Era una ragazza dai capelli rossi e a tracolla portava una borsa che ricordava appartenerle. Si avvicinò ulteriormente e si inchinò su di lei mentre le lacrime presero a scendere più forti. Con il pensiero sussurrò delle scuse e le sfilò la borsa in pelle con la massima cautela. Si allontanò un po' e la aprì, guardandoci all'interno. C'erano delle pietre preziose e qualche ampolla ricolma di liquidi colorati. Non ricordava perché però.

Fu attratta dall'ametista e la prese tra le mani.

Una fortissima luce violetta avvolse la stanza e costrinse la ragazza a chiudere gli occhi per l'intensità. Quando li aprì il rumore della battaglia era cessato: gli altri presenti erano rimasti immobili come statue e lei sentì finalmente di aver ripreso il controllo della parola.

-Io non mi ricordo di te.- disse subito, avvicinandosi ancora al ragazzo con gli occhi chiusi che portava quel nome così importante per lei. Strinse a se l'ametista, senza lasciarla andare. -E non so cosa sia successo tra noi.

Sentì una voce in sottofondo ma questa sparì subito dopo, era come se la luce la stesse proteggendo in una bolla di sapone impenetrabile. Fu subito sostituita da un'altra, decisamente più tranquilla ed amichevole. “Continua pure cara, prendi il tuo lieto fine e compi il tuo destino

-Ma mi hai salvata dallo specchio ed è il momento che io ricambi il favore.- poggiò la gemma tra le mani del giovane. -Come si fa nelle favole.- si avvicinò ulteriormente e nascose una ciocca di capelli dietro all'orecchio per poi accostare le proprie labbra a quelle del ragazzo, toccando così nel mentre l'ametista che Jungkook aveva tra le mani con il petto.

Di nuovo la luce intensa invase la camera ed i presenti ripresero a muoversi. Lentamente il principe aprì gli occhi e Veral si allontanò facendo lo stesso. Specchiandosi nelle sue iridi scure si rese conto di aver recuperato la memoria e si scostò ulteriormente, arrossendo violentemente. Jungkook si mise seduto davanti a lei e le sorrise. -Grazie.- sussurrò, per poi stringerla in un abbraccio. -Scusami se ti ho lasciata andare, non succederà mai più.- la sentì singhiozzare silenziosamente. -Te lo prometto, principessa.

Opale si precipitò su di loro. -NO!- esclamò adirato. -Come sei riuscita a liberarti dell'incantesimo della memoria?- domandò con il petto gonfio, respirando lentamente.

Veral e Jungkook si alzarono e lei lo guardò in modo gentile. -Perché io lo amo.- la ragazza si avvicinò. -Non deve per forza finire male Glawon.- ammise in tono tranquillo, riferendosi a lui con il suo vero nome. -Ametista è riuscita a liberarsi da tutto il male che attanagliava la sua anima ed ora è libera.

Ma Opale non sembrava dello stesso avviso. -Odio il fatto che tu sia tornata.- ammise. -Si muore una volta sola Veral, ma a quanto pare a te non è bastato.- scagliò contro di lei un potente incantesimo e la ragazza fu costretta a girarsi e chiudere gli occhi, pronta all'impatto.

Il quale però non arrivò.

Namjoon si era messo in mezzo, proteggendola con il suo corpo. La spada era caduta sul pavimento e le sue forze l'avevano abbandonato quasi completamente; Veral riuscì a prenderlo tra le braccia prima che cadesse. Allungò una mano verso la guancia candida della minore. -Mi dispiace, Vostra Maestà.- fece sul punto di spirare. -Ci ho provato. Per favore prendetevi cura della mia sorellina.- subito dopo chiuse gli occhi.

La ragazza gli fece una carezza. -Non ti dispiacere, hai saldato il tuo debito.- poi poggiò la fronte a quella del generale.

Opale emise un verso frustato e si gettò su entrambi. Quella volta fu fermato da Jungkook e dalla sua spada. -Sento di essermi perso qualcosa, perché Kerasi sta ancora dormendo e perché questo mostro parla come se ti conoscesse?

Non ottenne risposta.

La ragazza chiese a Seyun di prendersi cura del corpo di Namjoon, poi una volta assicuratasi della condizione di tutti alzò il viso verso Opale e prese la mano del principe che ancora teneva stretta l'ametista. Il mostro si allontanò subito. -Io non so perché ho dei ricordi che ti riguardano.- ammise. -Ma comprendo i tuoi sentimenti.- si girò verso il principe. -L'amore è una debolezza che rende le persone incapaci di ottenere quello che vogliono davvero. Arriva solo lasciando indietro qualcosa di altrettanto prezioso.- lui le sorrise e lei ricambiò. -Sei ancora in tempo, Glawon.

Con un grido Opale lanciò lo stesso incantesimo che aveva ucciso Namjoon, Jungkook fece per nascondere Veral dietro al proprio corpo, ma la ragazza scosse la testa e lasciò andare l'ametista dalla sua mano. Le altre gemme uscirono dalla borsa a tracolla e si posizionarono davanti a loro, affiancando l'unica già presente e formando un cerchio fermo a mezz'aria in grado di difenderli entrambi.

-Io ti ho amata Veral.- ammise Opale mentre le gemme avanzavano verso di lui. -Ma al tuo fianco non sarei mai arrivato dove sono ora.

Senza capire il motivo la ragazza comprese le sue parole. -Guardati intorno, Glawon.- spiegò allargando le braccia. -Sei rimasto esattamente dov'eri prima.

Opale cominciò a piangere e la sua magia s'indebolì. Le gemme lo circondarono e presero a girare velocemente tra loro, reclamando la sua anima nel vortice creatosi. La pelle opalescente cominciò a scalfirsi, scheggiarsi e spezzarsi, frantumando il corpo immortale e immutato, lasciando spazio alla gemma ovale e brillante, abbandonando così l'anima dell'uomo ormai consumata ma finalmente libera.

Veral svenne e le gemme caddero sul pavimento della stanza. Finalmente era tutto finito.

-Urgh.- s'intromise una voce. -Che mal di schiena, ho dormito sul pavimento per tutto questo tempo?

Seokjin corse verso Kerasi appena risvegliatasi e ormai seduta. Le sorrise e l'abbracciò. -Ho avuto paura di perderti per sempre.

-Anche io.- ammise. Poi, riguardandolo negli occhi, si fiondò nuovamente su di lui, baciandogli le labbra in un gesto impulsivo ma sicuramente gentile.

-Veral si sta riprendendo.- spiegò Jungkook vedendola riaprire gli occhi. -Va tutto bene?

Lei annuì piano e si tirò su. Prese tra le mani il topazio e l'opale stesso. Quest'ultimo rimase uguale, ma l'altra gemma si illuminò immediatamente e da questa uscì lo spirito che la impossessava. Veral sospirò. -Ciao.- ammise poi con il sorriso.

Lo spettro scolorito si inchinò e poi si diresse verso Seyun, le prese le mani per poi baciarle entrambe. -Non ho molto tempo, ma voglio dirti che mi dispiace.- la cantane annuì, ma si tirò indietro comunque. -La tua insegnante, Iya.- cominciò dispiaciuto. -Lei ti ha amata come una figlia, non ti ha mai tradita. Se non avesse fatto come dicevo l'avrei minacciata con la tua vita, ti imploro di perdonarla.

Seyun mantenne il suo sguardo. -Sarei morta con onore per difendere la mia amica.- ammise mentre Veral le riservava uno sguardo rassicurante. -Sicuramente lei avrebbe fatto lo stesso per me.

Topazio si inchinò nuovamente e si rivolse alla Prescelta. -Vostra Maestà, vi auguro di vivere a lungo.

La ragazza sorrise e lo vide sparire subito dopo.

Quando si girò verso Kerasi la vide in lacrime sul corpo di Namjoon, mentre Seokjin le raccontava l'accaduto con espressione seria. Cercò di incamminarsi verso di loro, ma Jungkook le prese una mano e scosse la testa. -Ti prego.- implorò. -Non andartene ancora.

All'improvviso la porta si spalancò ed entrarono le tre Ninfe, seguite da almeno un rappresentante di tutte le Creature. Fece un certo effetto non vedere più l'Idra nel gruppo, ma nessuno disse niente. La maggiore tra le sorelle si fece avanti. -Combattenti, guerrieri valorosi che avete liberato la nostra nazione, siamo qui per aiutarvi nella parte finale della vostra missione. Date a noi Creature le gemme dei nostri rispettivi Regni, in modo che, una volta incastonate al loro posto, possano rimanere controllate da noi per il resto dell'eternità.

La sorella di mezzo riprese il discorso. -In cambio noi vorremmo spiegarvi cosa succederà d'ora in poi.- cominciò. -Tachyta, il Regno del Tempo, sta tornando alla vita. Tuttavia un regno senza sovrani non può durare, per questo abbiamo bisogno che Vostra Maestà prenda il suo posto immediatamente.- poi guardò verso Kerasi. -Ma anche Zamek ha bisogno della sua erede al trono, non possiamo fare attendere la verità.

L'ultima sorella annuì. -Noi non possiamo donare una nuova vita al vostro amico.- spiegò. -Ma possiamo prendere con noi il suo corpo e farlo diventare un'eroe della nazione, spargendo il suo valore leggendario.- poi riguardò verso Veral. -Il Basilisco ti incoronerà regina e in quel momento l'opale ti apparterrà di diritto.

-Io vorrei soltanto tornare dalla mia famiglia e riabbracciare Lucille.- disse solo, mentre Jungkook le stringeva una mano.

-Fidati di noi.- fece la seconda delle sorelle. -Lascia che il tuo destino si compi e vedrai che ciò che un tempo era perduto potrà tornare ad essere.

La prima Ninfa batté le mani.


 

[una settimana dopo]

Il palazzo di Tachyta era tornato a splendere. Le mura esterne, un tempo grigiastre, usurate e rovinate erano di nuovo del bianco puro originario, lo stesso identico di quando la città era stata costruita sull'ordine della Gemma del Tempo, creatrice della vita e del suo concetto. Insieme al palazzo anche il resto della città era tornata in salute e in cielo il sole batteva più forte che poteva.

Il Basilisco aveva incoronato Veral dopo la sconfitta di Opale e subito dopo aveva cominciato a piovere, l'acqua portò con se la vita della natura, ristabilì i vecchi torrenti e fece tornare gli animali. Ma della popolazione non c'era ancora traccia. La Creatura aveva spiegato che non basta portare una corona ed uno scettro per essere regina, in quanto anche l'approvazione degli altri regni era fondamentale. Al sentire quelle parole il volto di Jungkook si illuminò di gioia, promettendo che avrebbe spedito gli inviti a tutte le regioni il prima possibile e che solo allora ci sarebbe stata la vera cerimonia.

Ed ecco il motivo per cui la Sala delle Incoronazioni era gremita di gente. Veral se ne stava davanti ai battenti pronta ad entrare, non sapeva il motivo ma tutto quello aveva un tono familiare. Sembrava quasi che fosse già stata in quella situazione.

Sentì un rumore alle sue spalle e voltandosi riconobbe il muso della Creatura che avrebbe avuto il compito di incoronarla. Si avvicinò e lasciò che lei accarezzasse la testa squamosa. -Maestà.- cominciò. -Quando sarete regina agli occhi degli altri non potrete più tornare indietro, qualsiasi cosa accada. Scegliete con saggezza e non ripetete gli errori del passato.

-Non succederà.- gli sorrise; subito dopo lo vide strisciare verso la Sala, il portone si aprì non appena la oltrepassò, poi lo vide richiudersi lentamente.

Aveva visto abbastanza: c'erano tutti quelli che avevano avuto il piacere di incontrare durante i loro viaggi, Hoseok, Blanche e Laila, Kerasi con Seokjin, Seyun, Yoongi, persino le creature degli altri regni si erano nuovamente riunite per assistere alla cerimonia. Taehyung e Jimin erano rimasti a Tachyta con lei da dopo la battaglia finale, ma al momento erano seduti insieme a Dalisay, la sorella del minore che li aveva aiutati nella Città della Terra.

Mancava qualcuno all'appello però.

Non appena lo notò sentì un paio di braccia forti abbracciarla da dietro, poggiando poi il mento sulla sua spalla. -Sei pronta?

-Credo di sì.- ammise Veral, scostandosi gentilmente per guardarlo negli occhi.

Jungkook scosse la testa. -Io invece penso ti manchi qualcosa.- le diede le spalle e trafficò con qualcosa che non le diede agio di vedere nonostante lei cercasse persino di mettersi sulle punte delle scarpette per scoprire la ragione di tanto mistero. Quando il ragazzo si girò nuovamente verso di lei le porse una piccola scatola nera dalla forma allungata decorata con un motivo floreale sui toni del bianco. -Non è qualcosa da regalare ad una regina.- cominciò lui. -Ma mi auguro che ti possano piacere come sono piaciuti a me.

Quando la ragazza la aprì trovò un paio di occhiali dalla montatura sottile e delicata. Alzò nuovamente lo sguardo verso il principe. -Sono stupendi!- esclamò emozionata e quasi senza fiato, abbracciandolo e sentendolo ricambiare la stretta.

Una donna dai capelli chiari aprì le porte. -Vostra Maestà, tocca a voi.- le sussurrò. I due si allontanarono, poi Jungkook prese gli occhiali dall'interno della custodia e glieli sistemò al meglio, vedendola sorridere dolcemente, senza sapere bene cosa dire.

-Adesso sei pronta.- sussurrò, per poi prenderla sottobraccio e portarla al cospetto del Basilisco, camminando su quel lungo tappeto dorato in quella sala dalle pareti bianche e brillanti, decorate con colonne tortili e antichi dipinti. Quando arrivarono lui la lasciò e si sedette sulla panca più vicina.

Veral rimase girata verso l'altare dove la Creatura armeggiava con un piccolo diadema dalle dimensioni di una spanna, tutto decorato con sottili foglie dorate ed incastonata nel centro una pietra simile all'opale. Quando il Basilisco si rigirò verso di lei, la tiara prese a fluttuare sul suo capo, incastrandosi infine nella pettinatura curata e già riccamente decorata con piccoli fiori bianchi. La regina prese un bel respiro e si voltò verso la platea, notando con la coda dell'occhio uno scettro simile al diadema svolazzarle accanto; lei lo prese ed entrambe le pietre brillarono, riconoscendo la legittima erede al trono.

-Per troppo tempo Tachyta è rimasta senza un successore.- cominciò la Creatura. -Ed è tempo che quel che era stato strappato torni a vivere di nuovo.- prese un bel respiro per iniziare la vera cerimonia, ma le porte si aprirono un'altra volta, lasciando entrare un uomo dal volto coperto che indossava una tuta ricolma di cavi di rame.

Jungkook si alzò di scatto e sguainò la spada, piazzandosi davanti alla sua regina per proteggerla. In poco tempo si unirono anche tutti gli altri, puntando le proprie armi contro la figura controversa di Gerry. Con le mani alzate in segno di resa continuò ad avanzare e si fermò solo a metà della stanza.

-Non preoccupatevi della mia presenza, so che non è gradita altrimenti penso mi avreste invitato.- ammise in tono quasi divertito. -Sono qui per proporre il mio dono alla nuova regina.

Il principe si fece avanti. -Non è gradito.- rispose con espressione dura. -E adesso sparisci.

-Oh, davvero?- ribatté lo stregone -Pensavo che la nostra Prescelta volesse riabbracciare la sua famiglia.- si spostò di lato e dal portone entrò una bambina dai capelli biondi, accompagnata da un uomo dal viso stanco e con ormai i capelli completamente bianchi.

Gli occhi della regina si riempirono di lacrime e si portò le mani fasciate dai guanti alle labbra, poggiando poi lo scettro sul pavimento lindo della sala, precipitandosi dalla sua piccola famiglia, mantenendo l'abito alzato per non inciampare. Si abbassò all'altezza della bambina e la strinse a se. -Veral mi sei mancata.- le disse all'orecchio, mentre con le piccole manine cercava di stare attenta a non rovinarle l'acconciatura.

-Anche tu mi sei mancata molto, Lucille.- esclamò allora, riuscendo finalmente a guardarla bene senza doversi sforzare e notando quella scintilla all'interno dei suoi piccoli occhi così simili ai suoi.

Gerry si tolse la maschera e Jungkook lo affiancò, guardando entrambi quella tenera scena. -Erano rimasti fuori e le guardie non volevano farli entrare.- spiegò il mago.

-Come facevi a sapere chi fossero?

L'altro sbuffò come se fosse rimasto offeso. -Ragazzo, io so tutto.- spiegò. -Chi credi che abbia fatto in modo che Veral non morisse? Chi credi che abbia tirato i fili della faccenda per tutto il tempo? Pensi che sarebbe stato così interessante se non ci fossi stato io?

Jungkook lo squadrò, ancora abbastanza confuso. -Hai strappato mia sorella al suo vero destino, hai lasciato che Namjoon morisse e hai aiutato Opale a condurci da lui. Vuoi anche sentirti ringraziare?- sbuffò infine.

Nel frattempo Veral tornò davanti all'altare e riprese lo scettro, facendo così sedere nuovamente tutti i presenti ai propri posti in modo che il Basilisco potesse terminare la cerimonia. -Vero, non lo nego.- continuò Gerry al fianco del principe. -Ma dopotutto sei qui, giusto? Hai la certezza di vivere una vita felice con la tua regina, in un regno di cui, scavando nella tua memoria, avrai già visto qualche stanza.

Il ragazzo trasalì, ricordando il sogno ricorrente che lui e Veral erano soliti fare prima di sconfiggere Opale definitivamente. Anche quello era frutto della magia di Gerry? Scosse la testa, non era sicuro che fosse quella la domanda che aveva intenzione di fargli. -Perché hai fatto tutto questo?- chiese sottovoce, cercando nel mentre di ascoltare anche la cerimonia.

-Ragazzo, che domande.- esclamò insieme ad un verso divertito. -Mi annoiavo.


 

  
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