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Autore: MaryFangirl    20/04/2021    5 recensioni
Cosa succede quando Ryo incontra di nuovo alcune donne che hanno segnato il suo cammino?
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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“Ryo, alzati, abbiamo un appuntamento di lavoro!” gridò Kaori, entrando nella stanza del suo partner di buon mattino.
 
Si diresse prima alle finestre di cui tirò le tende, poi al letto, pronta a dover usare il suo martello se necessario ma, sorpresa, trovò il suo socio seduto sul bordo del letto, a grattarsi i capelli e sbadigliando vistosamente.
 
“Un giorno di tregua eppure non è stata granché riposante...” borbottò.
 
“Che vuoi farci? Abbiamo appuntamento alla sede della Watabe Productions tra un'ora” lo informò, cominciando a rifare il letto per abitudine.
 
“Watabe Productions...mi dice qualcosa, ma cosa?” si chiese, sistemando le lenzuola dal suo lato.
 
Non ottenne risposta ma sentì un tonfo e si voltò verso Kaori che si stava massaggiando la testa, una libellula era stesa a terra.
 
“Beh, che ti succede?” chiese.
 
“Da quando mi aiuti a rifare il letto?” domandò lei.
 
“Scusa, ho sbagliato...uh, voglio dire, dovresti essere contenta, no?” rispose lui, scappando per andare a fare la doccia.
 
La sweeper lo guardò allontanarsi e fissò il punto in cui era sparito alcuni secondi prima prima di riprendere il suo compito.
 
“Da qualche giorno è strano...” mormorò prima di scendere in salotto a mettere un po' in ordine in attesa del suo partner.
 
Sotto la doccia, Ryo si sentiva a disagio. Ce l'aveva con se stesso di essersi lasciato andare ad aiutare Kaori. Cioè, no, non ce l'aveva per quello, ma soprattutto per aver tentato ancora una volta di eludere la questione. Non aveva fatto niente di tragico, dopotutto. Tirare su un lenzuolo non era come saltarle addosso e...sentiero pericoloso, si disse, fermando i suoi pensieri. Uscì dalla cabina con altrettanta velocità e si asciugò abbastanza rudemente da scacciare il tipo di calore che lo aveva invaso prima di tornare in camera a vestirsi.
 
“Ok, andiamo? Te la prendi comoda...” fece notare alla sua partner, prendendo la giacca dall'armadio.
 
“Come se non fossi io quella che ti ha aspettato finora” disse lei con tono agro.
 
“Dovresti smetterla di avere quell'aria imbronciata. Non è affatto femminile” la rimproverò con sguardo malizioso.
 
“Pensavo di dover dimenticare di essere una donna...” disse lei, contenendo una replica che avrebbe incluso fracasso e disordine.
 
Ryo non seppe cosa dire ma, sempre flemmatico, si diresse verso la porta e uscì, non lasciando alla sua partner altra scelta che raggiungerlo nel garage dove presero la Mini per arrivare alla sede della produzione.
 
“Ah, mi ricordo: Yumiko Sato. Avevamo avuto appuntamento qui con il suo produttore per garantire la sua protezione. In effetti, lei aveva ordinato la sua stessa morte...ricordò Ryo. “Mi domando se sia ancora così bella” disse, sognante.
“Bene, andiamo. Faremo tardi” gli disse Kaori, prendendolo per mano e trascinandolo all'ascensore mentre Ryo si perdeva a contemplare i manifesti delle attrici nell'atrio.
 
Quando giunsero a destinazione, Kaori si rese conto di quello che aveva appena fatto e gli lasciò subito la mano, arrossendo vistosamente. Nessuno dei due disse una parola e si ignorarono appositamente, sebbene l'effetto fosse stato lo stesso per entrambi: era stato un momento piacevole, parecchio. Un po' troppo precipitosa perché imbarazzata, la sweeper uscì dall'abitacolo insieme al suo partner e si ritrovarono a faccia a faccia sulla soglia, quasi petto contro petto.
 
“Peccato che non ci sia niente da sentire...” mentì Ryo per nascondere il suo disagio.
 
Senza una parola, si ritrovò sotto un martello di cento tonnellate e vide i piedi della sua partner muoversi verso la scrivania di una segretaria sgomenta.
 
“Buongiorno, sono Kaori Makimura. Io e il mio partner abbiamo appuntamento con il signor Watabe” la informò.
“P...prego, accomodatevi. Il signor Watabe vi sta aspettando” disse loro la donna, guardando entrambi con aria preoccupata.
 
Aprì la porta dell'ufficio che Ryo aveva visitato in precedenza e i due entrarono, il loro interlocutore si alzò non appena apparvero.
 
“Signor Saeba, che piacere rivederla” lo salutò Watabe.
“Idem” rispose lo sweeper con nonchalance.
“Kaori Makimura, partner di Ryo Saeba” aggiunse Kaori compensando alla mancanza di buone maniere del suo socio.
“Piacere di conoscerla” assicurò il cliente con tono caloroso.
“Allora, perché siamo qui?” intervenne Ryo con tono annoiato.
“Yumiko Sato. È tornata a Tokyo per qualche giorno e stasera deve partecipare a una manifestazione. Per ragioni di sicurezza, dobbiamo assegnarle una guardia del corpo e lei ha insistito per chiamarla” li informò il direttore.
“Sarò il cavaliere di Yumiko! Wow!” esclamò lo sweeper con i cuoricini negli occhi.
 
Kaori si mise una mano sulla fronte, sopprimendo a malapena la voglia di schiacciarlo. Immaginava già il tipo di pensieri che doveva avere e fece un passo di lato per nascondere il mokkori appena apparso, pestandogli volontariamente un piede per richiamarlo all'ordine.
 
“Ahia!” gridò Ryo, tenendosi il piede.
“Che tipo di manifestazione?” chiese Kaori, ignorando le lamentele del partner.
“Una serata di premiazioni. Yumiko riceverà un premio. Dovrebbe arrivare tra meno di un'ora. Abbiamo affittato per voi dei vestiti più adatti in modo che possiate mimetizzarvi tra la folla” disse Watabe. “La festa inizia tra due ore. Vi do il tempo di cambiarvi. Venite, seguitemi” lo invitò.
“Bah, non abbiamo nemmeno detto che accettiamo il lavoro” disse Ryo. “Io, se non ho la certezza di ricevere la mia ricompensa in nat...”
 
La sua frase morì sotto la presa strangolatrice di Kaori, gesto che eseguiva ripetutamente sulla bambola a immagine di Ryo, ma molto meno sul modello reale.
 
“Pagamento in contanti, e accettiamo. Qualcosa da dire a riguardo?” domandò Kaori, i suoi occhi si trasformarono in cannoni di bazooka.
“No, no. È fantastico. Grandioso” rispose Ryo, alzando i due pollici.
“Molto bene, ero sicura che avremmo trovato un'intesa” approvò lei, lasciandolo.
 
Raggiunsero Watabe che non si era accorto di niente, a differenza della segretaria che si fece piccolissima al passaggio della sweeper.
 
“Signorina, che ne direbbe di...” iniziò Ryo con tono seducente.
“Ryo!” abbaiò Kaori rabbiosa.
“Sua moglie non sembra d'accordo” disse la donna.
“Mia...mia...mia moglie...quella cosa?” balbettò lui, diventando verde.
 
Un collare si strinse sul suo collo e fu violentemente tirato, costretto a seguire Kaori fino ai camerini. La donna si guardò intorno, poi si rivolse al produttore.
 
“Uh, uno spogliatoio per entrambi?” balbettò arrossendo.
“Sì, mi dispiace. C'è una perdita d'acqua nell'altro” si scusò.
“Beh, comunque non c'è niente da vedere. Un uomo rimane un uomo” disse Ryo, beccandosi una panchina in faccia.
“Vi...vi lascio” disse Watabe, un po' livido.
 
Kaori si rifugiò in un angolo della stanza e si voltò in modo che Ryo non la vedesse. Si affrettò indossare l'abito da sera previsto, dovendosi togliere il reggiseno a causa della schiena che rimaneva nuda. Quando sentì il suono del gancetto che veniva aperto, Ryo non poté fare a meno di lanciare un'occhiata allo specchio e vide il riflesso della sua partner che indossava solo le mutandine. Per sua grande sfortuna, o fortuna a seconda dei punti di vista, lei non aveva una delle sue perenni mutandine con i panda ma un grazioso perizoma di pizzo nero. Soppresse il mokkori che minacciò di apparire, ma gli scese un po' di sangue dal naso che rapidamente spazzò via.
 
“Sono pronta. Fammi sapere quando sei a posto” informò Kaori, sistemando la scollatura un po' troppo profonda per i suoi gusti.
 
Sospirando irritata, abbassò lo sguardo sulla lunga gonna con spacco sulla coscia e infilò le scarpe col tacco in abbinamento.
 
“Sono pronto” le disse, terminando in fretta di annodare la cravatta.
 
Kaori si voltò e guardò il suo partner, incantata dal suo fascino. Le piaceva già quando era vestito in modo trascurato, ma non poteva negare che in smoking era molto attraente. Deglutì, abbassando lo sguardo per non lasciarsi soggiogare dal suo aspetto, e vide il nodo della cravatta leggermente storto.
 
“Il tuo...il tuo nodo, aspetta” sussurrò, sistemandolo, arrossendo mentre gli era così vicino da poter sentire il suo profumo intorno a sé. “Ecco”
“Grazie. È un bel cambiamento vederti così” disse lui.
 
Lei alzò lo sguardo sorpresa, prendendo quella frase come un surrogato di complimento.
 
“Sì, per una volta forse nessuno penserà che sei un uomo” aggiunse con una risata sciocca.
“Non sono un uomo!” urlò lei, schiantandogli un martello sulla testa.
 
Uscì dagli spogliatoi e tornò nell'ufficio del signor Watabe, bussando piano alla forta. Fu invitata entrare e non fu sorpresa di trovare Ryo dietro di sé.
 
“Yumiko!” esclamò lo sweeper, precipitandosi verso l'attrice. “Sei sempre così attraente. Che ne dici io, te, un hotel?” chiese con aria seducente.
“Ryo, non sei cambiato” rise lei.
“Per quale scopo? È così che ti piaccio, no?” scherzò.
“Nei tuoi sogni...ma devo ringraziarti, perché grazie a te ho ritrovato l'amore. Mi sono sposata con Robert Pacino” disse.
“Perché?” piagnucolò, infastidito.
 
La giovane donna non credette un istante alla pagliacciata della sua guardia del corpo. Aveva già avuto a che fare con le sue qualità di attore quando le aveva fatto credere di essere ferito a morte e che lei aveva dovuto eliminare quello che aveva assunto al suo posto...per lo meno era quello che aveva creduto fino a che lui non aveva rivelato la verità.
 
“Kaori, se non le dispiace, andiamo a prendere i pass alla reception. Le fornirò anche le planimetrie della sala. Così quei due potranno godersi un po' questa reunion” propose Watabe.
 
La sweeper lanciò un'occhiata al suo partner e represse il cipiglio che avrebbe tradito la sua preoccupazione e gelosia nel lasciare Ryo con Yumiko. Sforzandosi di sorridere, accettò di seguirlo.
 
“È la tua partner?” chiese improvvisamente l'attrice alla sua guardia del corpo.
“Sì” rispose lui, cercando di guardare nella scollatura del suo vestito.
“È molto bella” osservò Yumiko.
“Kaori? Stiamo parlando della stessa persona, il maschio che si traveste da donna?” chiese inarcando un sopracciglio.
“Sei spregevole” lo rimproverò severamente. “Ha un'aria da maschiaccio ma è molto grazioso. Ha tutto quello che serve dove serve” disse.
“Io non lo vedo...” rispose lui alzando le spalle. “Con te, si vede” disse, mettendole una mano sulla coscia.
 
Lei lo guardò muovere la mano in su lentamente, il suo viso si trasformò gradualmente in una maschera perversa. Lo spinse via bruscamente quando iniziò a sbavare sul suo vestito.
 
“Tu, se davvero vuoi riuscire...credi davvero che a una donna piaccia ricevere della bava addosso?” lo rimproverò.
“La tua bellezza mi fa perdere la testa” piagnucolò lui. “L'ultima volta non ho potuto approfittarne. Oggi vorrei celebrare il nostro amore”
“Peccato che sia sposata e felicemente...ed è a te che lo devo”
 
Si voltò verso di lui e lo fissò con quello sguardo al contempo dolce e malinconico che lo aveva emozionato quando l'aveva incontrata.
 
“Mi hai costretta a guardare al futuro, a vivere per me stessa e non per il fantasma del mio fidanzato scomparso” spiegò. “Quando ho premuto il grilletto, ho lasciato andare Saeki, mi sono liberata dalle sue catene. Il ricordo del nostro amore non dovrebbe essere una prigione ma la sede di momenti gioiosi, che dovrebbero aiutarmi ad affrontare il futuro senza di lui, ad aprirmi agli altri” aggiunse guardandolo con molta dolcezza.
“Sono contento che tu abbia potuto guardare al futuro e trovare la felicità” ammise lui.
 
Era sincero. Amava aiutare le sue clienti e, a volte, ciò andava oltre i suoi doveri contrattuali. Talvolta si beccava anche delle martellate per quel motivo...
 
“Anche io. Non pensavo di poter essere felice dopo la sua morte, tu mi hai dimostrato che mi sbagliavo” confessò. “Oggi sto con Robert. Facciamo lo stesso lavoro e non pensavo che avrei trovato qualcuno con cui poter avere progetti per il futuro nel mio mondo. Ma è una cosa seria tra noi e presto daremo il benvenuto a un bambino” gli disse, mettendosi le mani sul ventre.
“Congratulazioni, Yumiko. È davvero un grande passo” si complimentò Ryo, cancellando l'attrice dalla sua lista di potenziali obiettivi. “Peccato per me...”disse con un sorrisino.
 
Lei lo guardò e gli sorrise. Si voltò verso la finestra e si perse per un momento nella contemplazione del paesaggio di Tokyo.
 
“Ho pensato molto a te pochi mesi dopo che ci siamo conosciuti” confessò lei, voltandogli ancora le spalle.
“Davvero? Sono lusingato” si vantò lui. “Pensavi all'opportunità persa di una bottarella insieme?” le chiese.
 
Yumiko sentì una libellula voltare dietro di sé.
 
“Ma no! Incredibile, pensi solo a questo!” urlò.
“Bah, a cos'altro vuoi che pensi? Una donna non pensa a un uomo in termini sessuali? Non mi immaginavi certo a ricamare?” esclamò inorridito.
 
Questa volta, un corvo passò dietro la donna gracchiando.
 
“No! Mi preoccupavo per te” spiegò, voltandosi bruscamente.
 
Ryo la guardò e sbatté le palpebre.
 
“Ti preoccupavi per me? Beh, non è necessario. Sono il migliore” obiettò.
“Non in termini professionali. Ma in quelli personali” lo corresse con pazienza.
“Personali? Forse non ho avuto successo con te, ma se può rassicurarti, ho avuto la mia buona quantità di donne” la rassicurò.
“Lo fai apposta. Non ti sto parlando del tuo successo come dongiovanni!” gli disse.
“E di cosa allora?” disse, facendo l'idiota.
 
Avvertiva che Yumiko aveva in mente un argomento più serio e sperava che lei avrebbe lasciato stare se le avesse fatto perdere la pazienza.
 
“Del tuo cuore, Ryo” sbottò lei, lanciandogli un'occhiata seria. “Hai aperto il mio cuore, ma chi c'è per te? So che sei più che quel fanatico casanova. Quell'uomo mi avrebbe soltanto salvato la vita, non avrebbe cercato di aprirmi alla felicità” aggiunse.
“Non sono un uomo che può amare una donna” rispose cupo.
“Non è vero. Puoi avere paura di impegnarti e vivere la tua vita, ma ne vale la pena, Ryo. Ti giuro che ne vale la pena”
“Non viviamo nello stesso mondo. Non abbiamo lo stesso passato” replicò lui.
“Sei un brav'uomo, Ryo. Qualsiasi cosa tu abbia fatto, hai il diritto di essere felice” ripeté.
“Se avessi qualcuno nella mia vita, lo metterei in pericolo. Non correrò questo rischio” si oppose.
 
Lei lo guardò per un momento, poi abbassò gli occhi. Fu quello il momento in cui Watabe e Kaori scelsero di tornare. Entrambi osservarono i due, che apparvero leggermente tesi. Mentre Watabe elaborava gli ultimi dettagli con Yumiko, Kaori mostrava la planimetria della sala al suo partner. Lui li studiò, poi indicò due punti sulla mappa a Kaori che annuì.
 
“La serata inizierà tra mezz'ora. Dobbiamo andare” disse il produttore.
 
Tutti e quattro lasciarono l'ufficio e si diressero al parcheggio, dove salirono sulla limousine. Giunsero alla sala della cerimonia e scesero dall'auto, con Kaori in testa e Ryo per ultimo. Una folla compatta era radunata fuori dall'ingresso, i flash dei fotografi lampeggiavano e le grida dei giornalisti provenivano da tutte le parti. Le due guardie del corpo osservavano discretamente l'ambiente circostante, avanzando al passo di Yumiko, rimanendo fuori dai campi delle macchine fotografiche ma abbastanza vicine per poter intervenire rapidamente.
 
Ryo osservava l'ambiente circostante e notò rapidamente lo sguardo acuto che la sua partner posava sui dintorni. Aveva acquisito riflessi eccellenti da quando si conoscevano. Si chiese per un breve momento dove avesse nascosto la pistola e cercò di vedere se indossava una fondina alla coscia. Sebbene la denigrasse apertamente, conosceva la sagoma della sua partner, ogni sua curva e cavità. Percependo un movimento, fece scivolare una mano sotto la giacca, pronto ad agire. Si rilassò quando vide che era un fotografo a cui era caduta la sua macchina fotografica, spinto dagli altri. Lo sweeper fece un cenno a Watabe, esortandolo a proseguire.
 
La cerimonia si svolse senza intoppi. Ryo e Kaori rimasero ai margini della sala, pronti a intervenire. Senza parlarsi, si coordinarono. All'improvviso tutte le luci si spensero. Ryo andò a cercare Yumiko e Watabe e li indirizzò a una delle due uscite di emergenza che aveva designato a Kaori. Come previsto, lei li stava aspettando, avendo già messo in sicurezza l'area. Avanzarono, tenendo d'occhio i due, nella completa oscurità e infine lasciarono l'edificio.
 
Improvvisamente sentirono delle urla e passi in corsa che si avvicinavano. I due sweeper si guardarono e Kaori corse con Watabe e Yumiko alla limousine parcheggiata a un centinaio di metri di distanza mentre lui li copriva. Vide una dozzina di giornalisti seguiti da fan e fece una smorfia: come ritardarli senza ferirli? Cercò e sentì un oggetto metallico rotolare ai suoi piedi. All'erta, lo raccolse e trovò una granata lacrimogena. Sorridendo, la sganciò e la gettò sotto un'auto per smorzare la potenza del gas, creando una cortina fumogena che sarebbe bastata per dare loro tempo prima di raggiungere gli altri alla limousine che si mise in moto.
 
“Ben fatto!” esclamò Watabe.
“Questo è un lavoro di squadra!” aggiunse Yumiko.
“Routine...una granata lacrimogena, Kaori?” mormorò Ryo, guardando maliziosamente la sua partner che sorrise di rimando.
“Sempre pronta” rispose lei con leggerezza.
 
Arrivati alla sede della Watabe Productions, salirono nell'ufficio del direttore dove Watabe pagò il compenso a Kaori, lasciando Ryo da solo con Yumiko.
 
“Vedo una donna che non hai bisogno di proteggere...e qualcosa mi dici che tu sai meglio di me il posto che occupa nella tua vita” gli sussurrò. “Tocca a te sparare al tuo spettro, Ryo” lo esortò, con uno sguardo serio.
“Ryo, qui abbiamo finito” disse Kaori.
“Vai a cambiarti, arrivo” fece lui.
 
Lei annuì e li lasciò dopo aver rivolto uno sguardo sospettoso.
 
“Spara, Ryo” disse di nuovo Yumiko.
“Ci penserò” rispose lui, desiderando tagliare la conversazione.
 
La salutò e raggiunse la sua socia negli spogliatoi. Lo stava aspettando, le braccia incrociate e la fronte aggrottata.
 
“Restituiscimelo” gli disse senza mezzi termini.
“Che cosa?” le chiese con aria stupita.
“Il mio reggiseno, Ryo. Mi hai preso il reggiseno. Restituiscimelo” gli ordinò.
 
Sorridendo, lui estrasse dalla tasca l'indumento e con rammarico lo restituì, costringendola ad avvicinarsi.
 
“Devo dire che non immaginavo che tu avessi quella taglia” le sussurrò all'orecchio.
 
Preparandosi a picchiarlo per il suo sguardo beffardo, Kaori si tirò indietro e alzò gli occhi. Fu sorpresa di trovare un bagliore di apprezzamento e si mise ad arrossire furiosamente, dimenticandosi di schiacciarlo sotto un martello.
 
Uno sguardo...
  
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