Capitolo 1
Inspiegabile
attrazione
POV Kristen
Come on, here’s your chance
Don’t let it slip right through your hands
Are you ready for the ride of your life?
Grande!
Sono già abbastanza distrutta…questa non ci voleva
proprio!
Questo
fu tutto quello che riuscii a pensare quando Catherine
mi chiamò per comunicarmi che il casting per un “Edward”
perfetto andava di male in peggio. Ormai erano giorni che ci provavamo. Lo
cercavamo disperatamente, ma niente. Mancava poco che ci venisse una crisi
isterica e che abbandonassimo tutto.
“Mi
dispiace tantissimo! So che sei esausta…ma mi faresti
un gran favore se potessi venire a casa per provare delle scene con alcuni
possibili Edward…ti scongiuro! Sono disperata!”
Beh,
minimo! Cosa si poteva pretendere? Dove si poteva
trovare un ragazzo alto, bello, gentile e tenebroso allo stesso tempo e con
discrete qualità recitative..? era
un vero e proprio suicido! Troppo perfetto! Sarebbe stato come cercare un ago
in un pagliaio.
“Non
c’è problema. Il tempo di venire e sono da te”.
Mi
vestii svogliatamente, con le prime cose che trovai. Un
jeans blu scuro e una maglietta un po’ punk. Inutile agghindarsi, tanto sapevo
che sarebbe stato un altro buco nell’acqua.
Arrivata
da Catherine c’erano già un paio di ragazzi. Mi presentai gentilmente e già dal
modo in cui mi strinsero la mano capii che erano tutto fumo e niente arrosto. Non facevano altro che toccarsi i capelli
come a voler attirare l’attenzione, cercavano disperatamente pose adatte per
apparire più belli mentre si vedeva che nelle loro
teste non circolava un solo neurone che li aiutasse a uscire dalla situazione
in cui si erano messi. Parlavano con un forte accento inglese facendo
attenzione ad ogni minima parola, si capiva perfettamente che cercavano
disperatamente di apparire per quello che non erano. Non potei fare altro che
pensare “Come si può essere così
sfacciati ed egocentrici?”; nonostante raramente mi sbagli
nel giudicare le persone a prima vista decisi comunque di concedergli il
beneficio del dubbio. GRANDE ERRORE! Le mie supposizioni si rivelarono più che
giuste. Ancora non riesco a concepire una tale violenza recitativa, come se per
dare enfasi alla scena basti urlare o far volare
cuscini per tutta la stanza come se caricarsi di energia inutile avrebbe
aiutato. Fuori il primo! (troppo irruente). Fuori il secondo! (non abbastanza
tenebroso). Fuori il terzo! (troppo “non-bello”). E
così dopo 4 ore non avevamo trovato nessuno! Continuavano a chiedermi cosa ne
pensavo. “Non saprei…” era tutto quello che riuscivo a
dire, ma in realtà pensavo che sarei stata davvero terribile in questo film se
non avessimo trovato qualcuno che mi leggesse negli occhi e che capisse la
profondità del personaggio.
Proprio
quando, distrutta, sprofondai sul divano, persa nei miei pensieri una voce mi
richiamò alla realtà.
Era
Catherine: “Kristen, ci sarebbe ancora un altro ragazzo, ce la fai a fare
un’ultima prova?”
Cosa
potevo dire? “Certo, non c’è problema!”.
Anche se sapevo già come sarebbe andata a finire, che
differenza poteva fare quest’ultimo ragazzo? Si
presenterà sfacciato come tutti gli altri e staremo al punto di partenza.
Mi
preparai ad affrontare questo nuovo pretendente con un po’ di
sconforto, sicura di ciò che mi aspettava da lì a 30 secondi, ma dovetti
cambiare atteggiamento. Entrò con la testa bassa, in punta di piedi, quasi non volesse farsi sentire e dare fastidio, come se gli servisse
una spinta per fare l’estremo passo dentro la stanza, verso di me. D’un tratto
alzò il viso e si presentò incerto e con evidente soggezione.
“Ciao, ehm..io sono…ehm…” sembrava
non ricordare il suo nome. “Robert, piacere di conoscerti!” disse alla fine.
“Kristen,
piacere mio” fu tutto ciò che riuscii a dire
stringendogli la mano che aveva allungato con titubanza. Dovetti ammettere che era davvero bello, non si poteva negare. Era diverso dagli
altri: non sembrava affatto preoccupato di sembrare “perfetto”, sembrava
terrorizzato, in preda a una perfetta miscela di eccitazione
e timore. I capelli gli coprivano il volto abbassato e fui quasi costretta ad
abbassarmi per guardarlo negli occhi. Catherine ci guardava
sospettosa, pensierosa, mi fece cenno di dire qualcosa. Perfetto!
Proprio quello che volevo evitare.
“C’è
qualcosa che non va?” chiesi esitante.
Mi
guardò sconcertato. “Devi scusarmi. È solo che è strano. È imbarazzante anche
solo essere qui”.
Non
capivo cosa intendesse. “Ti metto in imbarazzo?”
“No
no, non tu. Non fraintendere. È che, sai, la parte
richiede un ragazzo bellissimo e perfetto, e non è che puoi presentarti qui e dire..’Hey! eccomi
qua’…”. Sfoderò un sorriso imbarazzato, timido ed
allora capii che era il ragazzo perfetto. La sua perfezione stava proprio nel
non ritenersi perfetto e nel non pretendere di esserlo. Inevitabilmente mi uscì
un risolino.
“Cosa c’è? Che ho detto?” chiese in
modo interrogativo.
“Niente,
davvero!” certo non potevo dirgli che secondo me era
il ragazzo perfetto! Almeno non prima di aver visto come recitava e di aver
avuto l’approvazione di Catherine.
“Bene,
terminati i convenevoli, proviamo la scena della foresta” si intromise
Catherine.
Non
riesco nemmeno a descrivere l’alchimia che subito avvertii con questo ragazzo
mentre iniziammo a provare. Eravamo con i copioni in mano, eppure mi sembrava
di conoscere le battute a memoria, come se non ci fosse bisogno di recitarle,
come se la sua voce le facesse uscire dalla mia bocca spontaneamente. Era
incredibilmente facile perdersi nei suoi occhi: un’attrazione inspiegabile ma
completamente normale allo stesso tempo: naturale, priva di alcuna forzatura, totalmente
indipendente.
“Non
ho mai desiderato così tanto del sangue umano in tutta la mia vita” continuava
a leggere le battute con una tale naturalezza che fu semplicissimo per me
immedesimarmi nella parte.
“Mi
fido di te…” dissi automaticamente.
Prendendomi
alla sprovvista, alzò lentamente una mano e con sguardo tormentato mi accarezzò
il viso..
“Non
devi”
Rimasi
spiazzata mentre guardavo il mio stesso riflesso nei suoi occhi. Avevo perso il
filo. Non era possibile. Non mi era mai successo. Per quanto cercassi
di non darlo a vedere, mi consideravo
molto seria nel mio lavoro, agendo ogni volta nel modo più professionale
possibile… “PERFETTA!!!” le grida entusiaste di Catherine mi fecero sobbalzare,
sollevandomi dai miei pensieri e tirandomi fuori da quella che sarebbe presto
diventata una situazione molto scomoda.
“Sicura che vada bene?” iniziò a dire lui
quasi in preda al panico “posso provare ancora”. Sembrava non volesse andar
via.
“No
no. Questa era perfetta!” sembrava davvero convinta.
“Però vorrei provare anche la scena del bacio”
Accidenti.
Lo sapevo. E ora? Ero riuscita a
malapena a ricordare le battute prima, adesso sarei morta. Non sapevo
che mi stava succedendo. Era lavoro, come sempre. Non avevo mai reagito così.
“Spostiamoci
in camera da letto” disse Catherine. “Sicuramente l’atmosfera sarà più suggestiva del garage” continuò con un piccolo risolino. Di
bene in meglio..
Ancora
non mi guardava. Sembrava ancora terrorizzato. Dovevo proprio avere l’aspetto
di un mostro. Se l’avessi saputo mi sarei truccata un
po’ meglio.
Uscimmo
dal garage e camminammo a testa bassa senza dire niente fino alla camera e ci posizionammo sul letto. Fu allora che i suoi occhi
incontrarono i miei e recitai le battute senza nemmeno accorgermene -proprio
come poco fa- finché
si chinò lentamente, in tensione.
Riuscivo
a malapena a sentire la voce di Catherine. “Bene, anche più lenta…” disse
sottovoce.
Sembrava
non arrivare mai. “Non ti muovere” lo sentii sussurrare. Era a
un centimetro da me e restammo così per qualche secondo interminabile. Forse
credeva che mi sarei fatta avanti io? Stavo quasi per
prendere l’iniziativa quando spezzò l’attesa e unì le
nostre labbra in uno dei baci più dolci che avessi mai dato. Nella mia carriera
avevo baciato parecchi ragazzi, ma mai così. Ogni movimento sembrava calcolato.
Ogni casella al suo posto. Fu tutto spontaneo, delicato, come se l’avessimo
provato centinaia di volte.
E
senza accorgermene, così come si era avvicinato, si allontanò di scatto colto dalla urla di Catherine.
“MAGNIFICA!
SIETE STATI DAVVERO GRANDI!”
Non
ci voleva un granché per entusiasmare Catherine, in genere
era su di giri per tutto! Ma questa volta superava davvero ogni limite,
e sapevo che ne aveva motivo. Si dimenava saltando per
tutta la stanza urlando cose che non riuscivo nemmeno
ad ascoltare. Ogni tanto qualche parola mi giungeva all’orecchio: grandi, intenso, alchimia, bacio, perfetta…
Andò
avanti per un po’ interrompendosi per qualche breve telefonata.
E noi nel
frattempo eravamo ancora lì a fissarci. Non potevo farne a meno, come
un’inspiegabile attrazione.
“Non
avete idea della vostra alchimia! Mai visto niente del genere!” Catherine mi
salvò di nuovo!
Aveva
ragione! Eccome se aveva ragione! Me ne ero resa conto
anche io. C’era qualcosa in quel ragazzo che mi aveva attratta
da subito. Sentivo che, sentivo che riusciva a capire.
Mi guardava e capiva. E quell’atteggiamento
era perfetto per la parte. Sarebbe stata sua. Ne ero certa.
Improvvisamente abbassò di nuovo lo sguardo come se fosse nuovamente entrato in
quello stato di imbarazzo e soggezione. Ma perché si comportava così? Quanto avrei
voluto capire meglio il suo comportamento.
Sentii
improvvisamente il bisogno di baciarlo di nuovo, di averlo di nuovo vicino. Ma non potevo certo sporgermi e avvicinarlo come se niente
fosse, così pensai di…
“Potremmo
farne un’altra” cercai di apparire più disinvolta possibile. “Non ero
concentrata..” come potevo
esserlo?
Catherine
sembrò sconcertata. “Kris era perfetta, davvero, non
ce n’è bisogno..”
Perché
era sempre così entusiasta di tutto? “Solo che.. credo
di poter fare molto meglio..” la buttai lì seria, sperando
di sembrare più professionale possibile ed evitando il suo sguardo ancora fisso
su di me.
“Beh,
se serve a farti sentire più sicura..” acconsentì infine.
Mi
girai verso di lui senza dire una parola e notai che si stava
mordendo le labbra, come per trattenersi dal sorridere. Mi resi conto di non
avergli nemmeno chiesto se per lui fosse un problema e
iniziai a porgli la domanda lentamente sperando che mi capisse al volo “Ti
dispiace se..?”
“Nessun
problema!” mi interruppe veloce e trepidante. Proprio
come speravo.
Ripetemmo
la scena di prima, stesse battuta che uscivano
spontaneamente.
“Come
sei entrato?”
“Dalla
finestra”
“L’hai
fatto molte volte?”
“Solo
nell’ultimo paio di mesi..”
Attesi
che si avvicinasse ma mi prese alla sprovvista
aggiungendo una battuta che prima non c’era.
“Mi
piace guardarti mentre dormi…”
Sembrava
così sincero mentre pronunciava quella parole che
aveva inventato di sua iniziativa.
A
quel punto iniziai ad avvicinarmi un po’ e il tutto prese una piega diversa
rispetto alla prima prova.
Nuovamente
si avvicinò piano e posò delicatamente le sue labbra sulle mie,
ma quel bacio dolce si trasformò presto in un bacio più desideroso, più
assetato, quasi violento. Spontaneamente mi spostai verso di lui e continuando
a baciarmi mi adagiò lentamente sul letto. A quel punto non so bene cosa
successe, ricordo solo che si spostò di un centimetro e poi…un tonfo sul
pavimento.
Era
finito a terra! Ma come aveva fatto?
Incredula
alzai lo sguardo per guardarlo dall’alto del letto e non potei soffocare la
risata!
“Beh,
forse un po’ troppo passionale…ma molto divertente” Catherine si unì a me e fu
difficile riuscire a smettere. Quando ci calmammo lo
vidi molto più rilassato. “Mi sono lasciato prendere la mano..”
era leggermente in imbarazzo per la sua ultima
performance ma stranamente sorridente e raggiante. Proprio quando sembrava
iniziare a sciogliersi un po’, tornò in sé, e riprese quell’aria
insicura e sottomessa. Ci risiamo.
“Possiamo
riprovare..” azzardai di
nuovo voltandomi verso Catherine che ancora soffocava qualche risolino
“Nono!
Va benissimo!” disse convinta tra un risolino e un altro “Grazie mille! Ti
faremo sapere al più presto” disse la regista cercando di liquidarlo
gentilmente forse per parlare con me e per chiedere che ne pensavo.
“Beh,
grazie a voi! È stato un vero piacere!” disse mesto
lanciandomi un’occhiatina veloce.
Lo
accompagnò alla porta dopo quel rapido saluto a cui risposi
con un debole ”A presto!” sperando che fosse davvero così.
Catherine
era su di giri ma cercò di non darlo a vedere.
“Allora? Che ne pensi?”
Era
perfetto! Tenebroso, sguardo agghiacciante, bello. C’era qualcosa in lui che
sembrava turbarlo. Il modo in cui si muoveva, incapace di
mentire. Fu questo che mi convinse della sua perfezione. Era proprio
quel turbamento che avevamo cercato per tanto tempo. Ed
era lì! Ce l’avevamo fatta! L’avevamo trovato!
Catherine
non mi permise di aprir bocca e cominciò ancora “Ne abbiamo
visti così tanti! Dimmi pure la tua opinione! So che è una scelta difficile…”
“Stai
scherzano?!” la interruppi “Voglio dire, è così ovvio!” aggiunsi
incredula.
“Già,
l’ultimo era perfetto! Tu che dici?” impossibile non notarlo.
“Beh,
se ti può servire, diciamo che hai la mia approvazione” dissi infine,
consapevole di aver praticamente assunto quel ragazzo
col quale mi ero sentita subito a mio agio. Cosa che tuttavia
non si poteva certo dire di lui. Sembrava davvero che lo mettessi in
imbarazzo nonostante avesse affermato il contrario ma mi
convinsi che doveva essere stato il nervosismo e che si sarebbe sciolto dopo
esserci conosciuti meglio. Doveva essere così. Quale altro motivo poteva averlo
spinto a comportarsi in quel modo?
You come crash
Into me, baby
And I come into you