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Autore: Fiorels    28/08/2009    8 recensioni
“Beh, se ti può servire, diciamo che hai la mia approvazione” dissi infine, consapevole di aver praticamente assunto quel ragazzo col quale mi ero sentita subito a mio agio. Cosa che tuttavia non si poteva certo dire di lui. Sembrava davvero che lo mettessi in imbarazzo nonostante avesse affermato il contrario ma mi convinsi che doveva essere stato il nervosismo e che si sarebbe sciolto dopo esserci conosciuti meglio. Doveva essere così. Quale altro motivo poteva averlo spinto a comportarsi in quel modo?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Grande

Capitolo 1

 

Inspiegabile attrazione

 

POV Kristen

 

Come on, here’s your chance
Don’t let it slip right through your hands
Are you ready for the ride of your life?

 

Grande! Sono già abbastanza distrutta…questa non ci voleva proprio!

Questo fu tutto quello che riuscii a pensare quando Catherine mi chiamò per comunicarmi che il casting per un “Edward” perfetto andava di male in peggio. Ormai erano giorni che ci provavamo. Lo cercavamo disperatamente, ma niente. Mancava poco che ci venisse una crisi isterica e che abbandonassimo tutto.

“Mi dispiace tantissimo! So che sei esausta…ma mi faresti un gran favore se potessi venire a casa per provare delle scene con alcuni possibili Edward…ti scongiuro! Sono disperata!”

Beh, minimo! Cosa si poteva pretendere? Dove si poteva trovare un ragazzo alto, bello, gentile e tenebroso allo stesso tempo e con discrete qualità recitative..? era un vero e proprio suicido! Troppo perfetto! Sarebbe stato come cercare un ago in un pagliaio.

“Non c’è problema. Il tempo di venire e sono da te”.

Mi vestii svogliatamente, con le prime cose che trovai. Un jeans blu scuro e una maglietta un po’ punk. Inutile agghindarsi, tanto sapevo che sarebbe stato un altro buco nell’acqua.

Arrivata da Catherine c’erano già un paio di ragazzi. Mi presentai gentilmente e già dal modo in cui mi strinsero la mano capii che erano tutto fumo e niente arrosto. Non facevano altro che toccarsi i capelli come a voler attirare l’attenzione, cercavano disperatamente pose adatte per apparire più belli mentre si vedeva che nelle loro teste non circolava un solo neurone che li aiutasse a uscire dalla situazione in cui si erano messi. Parlavano con un forte accento inglese facendo attenzione ad ogni minima parola, si capiva perfettamente che cercavano disperatamente di apparire per quello che non erano. Non potei fare altro che pensare “Come si può essere così sfacciati ed egocentrici?”; nonostante raramente mi sbagli nel giudicare le persone a prima vista decisi comunque di concedergli il beneficio del dubbio. GRANDE ERRORE! Le mie supposizioni si rivelarono più che giuste. Ancora non riesco a concepire una tale violenza recitativa, come se per dare enfasi alla scena basti urlare o far volare cuscini per tutta la stanza come se caricarsi di energia inutile avrebbe aiutato. Fuori il primo! (troppo irruente). Fuori il secondo! (non abbastanza tenebroso). Fuori il terzo! (troppo “non-bello”). E così dopo 4 ore non avevamo trovato nessuno! Continuavano a chiedermi cosa ne pensavo. “Non saprei…” era tutto quello che riuscivo a dire, ma in realtà pensavo che sarei stata davvero terribile in questo film se non avessimo trovato qualcuno che mi leggesse negli occhi e che capisse la profondità del personaggio.

Proprio quando, distrutta, sprofondai sul divano, persa nei miei pensieri una voce mi richiamò alla realtà.

Era Catherine: “Kristen, ci sarebbe ancora un altro ragazzo, ce la fai a fare un’ultima prova?”

Cosa potevo dire?  “Certo, non c’è problema!”. Anche se sapevo già come sarebbe andata a finire, che differenza poteva fare quest’ultimo ragazzo? Si presenterà sfacciato come tutti gli altri e staremo al punto di partenza.

Mi preparai ad affrontare questo nuovo pretendente con un po’ di sconforto, sicura di ciò che mi aspettava da lì a 30 secondi, ma dovetti cambiare atteggiamento. Entrò con la testa bassa, in punta di piedi, quasi non volesse farsi sentire e dare fastidio, come se gli servisse una spinta per fare l’estremo passo dentro la stanza, verso di me. D’un tratto alzò il viso e si presentò incerto e con evidente soggezione.

 “Ciao, ehm..io sono…ehm…” sembrava non ricordare il suo nome. “Robert, piacere di conoscerti!” disse alla fine.

“Kristen, piacere mio” fu tutto ciò che riuscii a dire stringendogli la mano che aveva allungato con titubanza. Dovetti ammettere che era davvero bello, non si poteva negare. Era diverso dagli altri: non sembrava affatto preoccupato di sembrare “perfetto”, sembrava terrorizzato, in preda a una perfetta miscela di eccitazione e timore. I capelli gli coprivano il volto abbassato e fui quasi costretta ad abbassarmi per guardarlo negli occhi. Catherine ci guardava sospettosa, pensierosa, mi fece cenno di dire qualcosa. Perfetto! Proprio quello che volevo evitare.

“C’è qualcosa che non va?” chiesi  esitante.

Mi guardò sconcertato. “Devi scusarmi. È solo che è strano. È imbarazzante anche solo essere qui”.

Non capivo cosa intendesse. “Ti metto in imbarazzo?”

“No no, non tu. Non fraintendere. È che, sai, la parte richiede un ragazzo bellissimo e perfetto, e non è che puoi presentarti qui e dire..Hey! eccomi qua’…”. Sfoderò un sorriso imbarazzato, timido ed allora capii che era il ragazzo perfetto. La sua perfezione stava proprio nel non ritenersi perfetto e nel non pretendere di esserlo. Inevitabilmente mi uscì un risolino.

Cosa c’è? Che ho detto?” chiese in modo interrogativo.

“Niente, davvero!” certo non potevo dirgli che secondo me era il ragazzo perfetto! Almeno non prima di aver visto come recitava e di aver avuto l’approvazione di Catherine.

“Bene, terminati i convenevoli, proviamo la scena della foresta” si intromise Catherine.

Non riesco nemmeno a descrivere l’alchimia che subito avvertii con questo ragazzo mentre iniziammo a provare. Eravamo con i copioni in mano, eppure mi sembrava di conoscere le battute a memoria, come se non ci fosse bisogno di recitarle, come se la sua voce le facesse uscire dalla mia bocca spontaneamente. Era incredibilmente facile perdersi nei suoi occhi: un’attrazione inspiegabile ma completamente normale allo stesso tempo: naturale, priva  di alcuna forzatura, totalmente indipendente.

“Non ho mai desiderato così tanto del sangue umano in tutta la mia vita” continuava a leggere le battute con una tale naturalezza che fu semplicissimo per me immedesimarmi nella parte.

“Mi fido di te…” dissi automaticamente.

Prendendomi alla sprovvista, alzò lentamente una mano e con sguardo tormentato mi accarezzò il viso..

“Non devi”

Rimasi spiazzata mentre guardavo il mio stesso riflesso nei suoi occhi. Avevo perso il filo. Non era possibile. Non mi era mai successo. Per quanto cercassi di non darlo a vedere, mi consideravo  molto seria nel mio lavoro, agendo ogni volta nel modo più professionale possibile… “PERFETTA!!!” le grida entusiaste di Catherine mi fecero sobbalzare, sollevandomi dai miei pensieri e tirandomi fuori da quella che sarebbe presto diventata una situazione molto scomoda.

 “Sicura che vada bene?” iniziò a dire lui quasi in preda al panico “posso provare ancora”. Sembrava non volesse andar via.

“No no. Questa era perfetta!” sembrava davvero convinta. “Però vorrei provare anche la scena del bacio”

Accidenti. Lo sapevo. E ora? Ero riuscita a malapena a ricordare le battute prima, adesso sarei morta. Non sapevo che mi stava succedendo. Era lavoro, come sempre. Non avevo mai reagito così.

“Spostiamoci in camera da letto” disse Catherine. “Sicuramente l’atmosfera sarà più suggestiva del garage” continuò con un piccolo risolino. Di bene in meglio..

Ancora non mi guardava. Sembrava ancora terrorizzato. Dovevo proprio avere l’aspetto di un mostro. Se l’avessi saputo mi sarei truccata un po’ meglio.

Uscimmo dal garage e camminammo a testa bassa senza dire niente fino alla camera e ci posizionammo sul letto. Fu allora che i suoi occhi incontrarono i miei e recitai le battute senza nemmeno accorgermene -proprio come poco fa-  finché si chinò lentamente, in tensione.

Riuscivo a malapena a sentire la voce di Catherine. “Bene, anche più lenta…” disse sottovoce.

Sembrava non arrivare mai. “Non ti muovere” lo sentii sussurrare. Era a un centimetro da me e restammo così per qualche secondo interminabile. Forse credeva che mi sarei fatta avanti io? Stavo quasi per prendere l’iniziativa quando spezzò l’attesa e unì le nostre labbra in uno dei baci più dolci che avessi mai dato. Nella mia carriera avevo baciato parecchi ragazzi, ma mai così. Ogni movimento sembrava calcolato. Ogni casella al suo posto. Fu tutto spontaneo, delicato, come se l’avessimo provato centinaia di volte.

E senza accorgermene, così come si era avvicinato, si allontanò di scatto colto dalla urla di Catherine.

“MAGNIFICA! SIETE STATI DAVVERO GRANDI!”

Non ci voleva un granché per entusiasmare Catherine, in genere era su di giri per tutto! Ma questa volta superava davvero ogni limite, e sapevo che ne aveva motivo. Si dimenava saltando per tutta la stanza urlando cose che non riuscivo nemmeno ad ascoltare. Ogni tanto qualche parola mi giungeva all’orecchio: grandi, intenso, alchimia, bacio, perfetta…

Andò avanti per un po’ interrompendosi per qualche breve telefonata.

E noi nel frattempo eravamo ancora lì a fissarci. Non potevo farne a meno, come un’inspiegabile attrazione.  

“Non avete idea della vostra alchimia! Mai visto niente del genere!” Catherine mi salvò di nuovo!

Aveva ragione! Eccome se aveva ragione! Me ne ero resa conto anche io. C’era qualcosa in quel ragazzo che mi aveva attratta da subito. Sentivo che, sentivo che riusciva a capire. Mi guardava e capiva. E quell’atteggiamento era perfetto per la parte. Sarebbe stata sua. Ne ero certa. Improvvisamente abbassò di nuovo lo sguardo come se fosse nuovamente entrato in quello stato di imbarazzo e soggezione. Ma perché si comportava così? Quanto avrei voluto capire meglio il suo comportamento.

Sentii improvvisamente il bisogno di baciarlo di nuovo, di averlo di nuovo vicino. Ma non potevo certo sporgermi e avvicinarlo come se niente fosse, così pensai di…

“Potremmo farne un’altra” cercai di apparire più disinvolta possibile. “Non ero concentrata..come potevo esserlo?

Catherine sembrò sconcertata. “Kris era perfetta, davvero, non ce n’è bisogno..”

Perché era sempre così entusiasta di tutto? “Solo che.. credo di poter fare molto meglio..” la buttai lì seria, sperando di sembrare più professionale possibile ed evitando il suo sguardo ancora fisso su di me.

“Beh, se serve a farti sentire più sicura..acconsentì infine.

Mi girai verso di lui senza dire una parola e notai che si stava mordendo le labbra, come per trattenersi dal sorridere. Mi resi conto di non avergli nemmeno chiesto se per lui fosse un problema e iniziai a porgli la domanda lentamente sperando che mi capisse al volo “Ti dispiace se..?”

“Nessun problema!” mi interruppe veloce e trepidante. Proprio come speravo.

Ripetemmo la scena di prima, stesse battuta che uscivano spontaneamente.

“Come sei entrato?”

“Dalla finestra”

“L’hai fatto molte volte?”

“Solo nell’ultimo paio di mesi..

Attesi che si avvicinasse ma mi prese alla sprovvista aggiungendo una battuta che prima non c’era.

“Mi piace guardarti mentre dormi…”

Sembrava così sincero mentre pronunciava quella parole che aveva inventato di sua iniziativa.

A quel punto iniziai ad avvicinarmi un po’ e il tutto prese una piega diversa rispetto alla prima prova.

Nuovamente si avvicinò piano e posò delicatamente le sue labbra sulle mie, ma quel bacio dolce si trasformò presto in un bacio più desideroso, più assetato, quasi violento. Spontaneamente mi spostai verso di lui e continuando a baciarmi mi adagiò lentamente sul letto. A quel punto non so bene cosa successe, ricordo solo che si spostò di un centimetro e poi…un tonfo sul pavimento.

Era finito a terra! Ma come aveva fatto?

Incredula alzai lo sguardo per guardarlo dall’alto del letto e non potei soffocare la risata!

“Beh, forse un po’ troppo passionale…ma molto divertente” Catherine si unì a me e fu difficile riuscire a smettere. Quando ci calmammo lo vidi molto più rilassato. “Mi sono lasciato prendere la mano..era leggermente in imbarazzo per la sua ultima performance ma stranamente sorridente e raggiante. Proprio quando sembrava iniziare a sciogliersi un po’, tornò in sé, e riprese quell’aria insicura e sottomessa. Ci risiamo.

“Possiamo riprovare..azzardai di nuovo voltandomi verso Catherine che ancora soffocava qualche risolino

“Nono! Va benissimo!” disse convinta tra un risolino e un altro “Grazie mille! Ti faremo sapere al più presto” disse la regista cercando di liquidarlo gentilmente forse per parlare con me e per chiedere che ne pensavo.

“Beh, grazie a voi! È stato un vero piacere!” disse mesto lanciandomi un’occhiatina veloce.

Lo accompagnò alla porta dopo quel rapido saluto a cui risposi con un debole ”A presto!” sperando che fosse davvero così.

Catherine era su di giri ma cercò di non darlo a vedere. “Allora? Che ne pensi?”

Era perfetto! Tenebroso, sguardo agghiacciante, bello. C’era qualcosa in lui che sembrava turbarlo. Il modo in cui si muoveva, incapace di mentire. Fu questo che mi convinse della sua perfezione. Era proprio quel turbamento che avevamo cercato per tanto tempo. Ed era lì! Ce l’avevamo fatta! L’avevamo trovato!

Catherine non mi permise di aprir bocca e cominciò ancora “Ne abbiamo visti così tanti! Dimmi pure la tua opinione! So che è una scelta difficile…”

“Stai scherzano?!” la interruppi  “Voglio dire, è così ovvio!” aggiunsi incredula.

“Già, l’ultimo era perfetto! Tu che dici?” impossibile non notarlo.

“Beh, se ti può servire, diciamo che hai la mia approvazione” dissi infine, consapevole di aver praticamente assunto quel ragazzo col quale mi ero sentita subito a mio agio. Cosa che tuttavia non si poteva certo dire di lui. Sembrava davvero che lo mettessi in imbarazzo nonostante avesse affermato il contrario ma mi convinsi che doveva essere stato il nervosismo e che si sarebbe sciolto dopo esserci conosciuti meglio. Doveva essere così. Quale altro motivo poteva averlo spinto a comportarsi in quel modo?

 

You come crash
Into me, baby
And I come into you

 

 

   
 
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