Fumetti/Cartoni europei > Corto Maltese
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Autore: Streganocciola    22/04/2021    0 recensioni
Un ultimo saluto che avrei tanto voluto vedere in "Una ballata del mare salato."
Patetico tentativo di fan fiction. Siate clementi.
Genere: Angst, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                ADDIO






Il sole si immergeva dentro un oceano di fiamma, come se qualcuno, all’orizzonte, avesse acceso un’immane fornace. Lo sciabordio della risacca e le strida dei gabbiani erano gli unici rumori che il tenente Slutter sentiva. Era giusto, pensò sorridendo. Quei suoni così familiari avevano fatto da sfondo a tutta la sua vita, ora l’avrebbero accompagnato anche nella morte. E quella era l’unica cosa che gli portava pace e sollievo.


Fece un altro tiro di sigaretta e avvertì lo stomaco brontolare. Sorrise di nuovo. Evidentemente il suo corpo non aveva ancora capito che presto non avrebbe più avuto bisogno di nulla.


D’un tratto udì un tramestio, dunque si alzò.


“Eccomi.”


“Signor Slutter?”


Christian spalancò gli occhi.


“Ah.” fece rilassandosi.” Sicché è lei. Immagino che sarebbe troppo chiederle come abbia fatto ad entrare senza che le guardie la vedessero, vero?”


Corto Maltese gli si avvicinò. Nella penombra della capanna non poteva sapere che espressione avesse, ma Christian era convinto stesse sorridendo.


“Lei mi ha deluso, signor Slutter. Cosa le avevo detto? Cerchi di arrivare tutto intero alla fine di questa avventura.”


Christian soffiò fuori il fumo. “Beh, l’avventura è finita, direi. E io sono tutto intero. Quindi direi che posso anche morire, non le pare?”


Ci fu qualche secondo di silenzio, in cui Corto non distaccò mai gli occhi dall’altro.


“Cosa c’è?” chiese Slutter, ruvido. “Perché mi guarda così? Non voglio alcuna commiserazione.”


“Non è commiserazione, signor Slutter. È tristezza.” anche lui si accese una sigaretta. “Sa, pensavo che… in circostanze diverse noi avremmo potuto essere amici.”


“Amici.” ripeté Slutter, come a sé stesso.


“Io, inglese, scuro, loquace e allegro. Lei, tedesco, biondo, serio e tormentato. Che coppia saremmo stata! Quale donna avrebbe potuto resisterci?”


Christian fece uno dei suoi sorrisi malinconici. Non avrebbe mai pensato, con la sua mentalità ed istruzione, di poter apprezzare un uomo come Maltese, eppure ammirava il fatto che fosse libero e non dovesse rendere conto a nessuno di ciò che faceva o meno. D’altro canto, nemmeno Corto aveva nulla a che spartire con la gente del calibro di Slutter, però era rimasto colpito dal suo rigore e dal senso del dovere. Rappresentavano due mondi opposti, ma che proprio per questo si attiravano come calamite. Due mondi in cui non avrebbero mai potuto entrare, ma che si limitavano a guardare affascinati da lontano.


“Una volta mi ha detto che pensare sempre al passato significa custodire un cimitero. E aveva ragione. Ma se c’è qualcosa di peggio è proprio pensare a ciò che sarebbe potuto essere e non sarà mai. Fa molto più male.” sussurrò Christian.


“Oh, sì. È proprio così.”


Ancora silenzio.


“Lei è mai stato a Lubecca, signor Corto?”


“No, mai.”


Christian si mise al centro della stanza, le mani in tasca, lo sguardo velato.


“Ora starà nevicando. I bambini saranno impegnati in battaglie a palle di neve e a fare pupazzi, e di certo l’aria tutta profumerà di marzapane e vin brulè. Ha mai assaggiato il marzapane? Noi abbiamo decine di pasticcerie che si dedicano a fare solo quello. I biscotti sono davvero buonissimi, sa?”


“Un giorno andrò nella sua città, signor Slutter.”


Christian lo guardò.


“Allora vedrà che la vita si svolge sull’acqua. Il Baltico è il centro di tutto da secoli. La Lega Anseatica, lei capisce… avrei potuto fare qualcosa che non fosse il marinaio? Era scritto nel mio destino. E guarda dove mi ha portato…” si osservò i piedi.” Non credo che finirò mai nominato nei Nibelunghi, signor Corto. Devi essere un eroe per quello. “


“Lei lo è.” Corto gli si avvicinò. “Non so quanto può valere detto da me, ma questo è ciò che penso.”


Christian lo fissò per qualche attimo. “La ringrazio.” disse infine. “Non sento di affatto di esserlo, ma grazie per averlo detto, significa molto per me.”


Corto si sentì invadere da una disperazione rabbiosa. Poveraccio. Usato, pugnalato alle spalle da tutti, vittima di un gioco più grande di lui. Il fatto che non potesse salvarlo gli era intollerabile.


“Si prenderà cura dei due ragazzi?” chiese il tenente, distogliendolo dalle sue riflessioni.


“Sì, lo giuro sul mio onore.” fece una smorfia.” Per quanto onore possa avere un pirata.”


“Lei ce l’ha.” Christian deglutì. “Lei è forse la persona più onorevole che io abbia mai conosciuto.”


Si fissarono negli occhi per un lungo momento.


“Prigioniero Slutter, è ora.” disse una voce fuori dalla porta.


Christian fece qualche passo verso l’altro uomo, esitò, si fermò, timoroso di fare di più. Alzò una mano come se avesse voluto mettergliela sulla spalla, ma ci ripensò, limitandosi ad una sobria stretta.


“Addio, dunque.” lo salutò sussiegoso. “Direi che è stato interessante fare la sua conoscenza.”


“Tenente, se vuole il cappellano militare…”


L’altro rise. “Visto, signor Corto? Pure il cappellano! Io direi di piantarla con questa ipocrisia e di pensare alle cose importanti. Ho voglia di farmi un goccetto, lei che ne dice?”


Corto gli porse la fiaschetta e Slutter ne bevve un lungo sorso. Poi si raddrizzò, come mettendosi sull’attenti e seguì l’uomo fuori dalla stanza. Sulla soglia si fermò.


“Addio, simpatico pirata. Almeno lei ricordi ciò che sono stato.”


Corto lo fissò mentre si allontanava. Quando fu scomparso, anche lui si decise ad uscire. Camminò piano verso il mare. Le palme ondeggiavano alla frescura della sera. Si appoggiò alla balaustra e si accese un’altra sigaretta.


“Addio, eroico germano.”


In lontananza si udì una salva di proiettili. I gabbiani spiccarono il volo spaventati.


Corto Maltese sentì qualcosa di bagnato sulla guancia, ma forse era solo qualche spruzzo di acqua salmastra.















Sembra una storia del regno degli spiriti quando un uomo ottiene ciò che merita e merita ciò che ottiene.




 
   
 
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