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Autore: Mew_vale    24/04/2021    1 recensioni
Prima di leggere questa storia, vi consiglio di dare un’ occhiata ad “Alternative Story”, dato che questa FanFiction si collega a quella storia.
Abbiamo lasciato Beatrice in procinto di partorire, un Armando ansioso ma anche spaventato dalla prospettiva di diventare padre (come chiunque diventi genitore per la prima volta) Marcella che, dopo aver lasciato l’ Ecomoda, ha presenziato a qualche consiglio di amministrazione dopo di che è sparita. Di Mario nessuno ha più avuto notizie… Mentre Patrizia e Daniele sono convolati a nozze.
Nel frattempo, sono passati 27 anni: alla fine di “Alternative Story” vi ho regalato una chicca in cui Camilla Mendoza, primogenita di Armando e Betty, attraversava la navata in abito bianco; Ad attenderla all’ altare David Valencia, primogenito di Daniele e Patrizia. Ma si saranno sposati? Anzi, si sposeranno? Perché ebbene sì, la nostra storia inizia da prima delle nozze. All’ Ecomoda, entrano nuovi personaggi tra cui la prole dei Mendoza, dei Valencia e della famiglia Mora. Può accadere di tutto!
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Store di Ecomoda'
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CAPITOLO 86.
 
 
[Francesco]
<< Pensavo che la prospettiva di lavorare gomito a gomito ti avrebbe reso più felice. >> Osservo, steso su un fianco, dopo aver fatto l’amore. Per tirargli su il morale le ho provate tutte: cucina marocchina, dato che adora le cucine di tutto il mondo, un film d’avventura e tante coccole nel letto. Ma è sempre pensieroso, e non lo biasimo!
<< Oltretutto abbiamo avuto casa libera e, credimi, cacciare Alma è praticamente un’impresa titanica! >> Ironizzo, strappandogli finalmente un sorriso. La pace finisce quando sentiamo la porta aprirsi e sbattere in seguito. Quante volte le ho detto di non sbatterla?
<< SONO A CASA! >> Strilla Alma.
<< Ma va? Non si era capito. >> Intervengo, strappando una risata a Class. Lo bacio dolcemente.
<< Scusami se non sono troppo di compagnia. Ho detto a mia sorella che magari le cose si risolveranno ma ci credo poco! Papà sembra convinto della sua decisione, ed è altrettanto convinto che a mamma piaccia ancora Daniele. >> Mi racconta.
<< Ma tu hai parlato con tua madre? >> Gli domando, continuando a parlare sotto voce per non farci sentire da Alma per la quale il gossip va a pari passo dello shopping nella lista dei suoi hobbies.
<< Non ancora. Vorrei evitare di starle troppo col fiato sul collo, a farlo basta già mia sorella! Domani la chiamerò. >> Mi spiega. Convengo con lui.
 
 
 
[Gonzalo]
L’animo e la psiche umana, talvolta, giocano brutti scherzi. È buffo come non desideriamo qualcosa che abbiamo a portata di mano e invece come ci disperiamo quando la perdiamo. Probabilmente, prima di questa sera, non avevo veramente realizzato che dentro il ventre di Kelly sta crescendo una vita con il mio DNA. Un bambino, o una bambina, che mi somiglierà. Che mi chiamerà “papà” quando sarà in grado di parlare. Mi passo le mani in viso per cercare di cancellare le lacrime quando sento una mano sulla mia spalla. Sussulto. Una piccola parte di me sperava fosse un’altra persona, ma capisco che non è il contesto giusto che manifestare la confidenza che c’è tra di noi.
<< Papà. Mi hai fatto paura. >> Esordisco.
<< Scusami. Sono venuto per vedere come stai. >> Risponde, appoggiandosi anch’esso al parapetto della scala d’emergenza.
<< Non penso di fare gesti inconsulti, stai tranquillo. >> Lo rassicuro.
<< Vedrai che si è trattato solo di una botta. E che il bambino sta bene. >> Cerca di rassicurarmi.
<< Poco fa ho letto su internet che i primi tre mesi di gravidanza sono i più delicati. Può succedere di tutto. > Spiego.
<< Non mi sembra il caso di farsi suggestionare da quello che dicono le mamme pancine sui blog. >> Mi suggerisce.
<< Papà, a me non fregava niente di questo bambino, se devo proprio essere onesto. >> Borbotto, osservando il vuoto sotto di me e vergognandomi un po’.
<< Lo avevo capito. E so anche che hai chiesto a Kelly di sposarti solo perché è incinta. >> Specifica.
<< Ma pensare che potrebbe sparire così improvvisamente così com’è apparso nella mia vita… >> Aggiungo, pronunciando frasi rotte e sconnesse. Quando papà mi posa una mano sulla spalla in segno di conforto ci voltiamo simultaneamente e cerco un suo vigoroso abbraccio di conforto, come quando cadevo dalla bicicletta dopo aver tolto le rotelle. Mi godo questo abbraccio perché non credo che ne riceverò altri tanto presto, quando scoprirà di Tommy.
<< È il mistero dei misteri: quello per cui ci accorgiamo della fortuna che abbiamo solo quando l’abbiamo persa. Ma io sono convinto che abbraccerai questo bambino. >> Mi rassicura, con gli occhi rossi dal pianto. La possibilità della perdita di questo nipote lo ha destabilizzato parecchio.
<< Non puoi immaginare come mi sento… >> Borbotto, estraendo una sigaretta dal pacchetto.
<< Non solo lo immagino. Lo so. >> Risponde. Aggrotto le sopracciglia prima di guardarlo. Mio padre solleva un sopracciglio, e rimango di sasso dinanzi alla sua espressione eloquente.
<< Mamma ha abortito? >> Gli domando.
<< No. Mariapaola. Ha subito un aborto spontaneo, poco dopo essere partita. Non sapeva di essere incinta. >> Mi racconta. Sospiro, digerendo quest’ennesima novità.
<< È come se avessi perso un figlio da poco. Lo sapete tu, tuo fratello, vostra madre e Osvaldo. Le figlie di Mariapaola ancora non lo sanno. >> Mi spiega.
<< Mi dispiace papà. >> Intervengo, in assenza di altre parole.
<< Andrà tutto bene. >> Mi rassicura, accarezzandomi una spalla.
 
 
 
[Sebastian]
Oramai per me è diventato un pensiero fisso quel bambino. Dopo aver visionato le vecchie foto di famiglia appartenute a mio nonno, quando mio padre era piccolo, il terribile pensiero che quel bambino possa essere imparentato con la mia famiglia è sempre più concreto. Dico “terribile” perché significherebbe che Maria per più di quattro anni ci ha tenuto nascosto questa verità. Mi manca l’aria se solo penso al fatto che prima del mio matrimonio sono stato a letto con lei e che potrei essere io il… il… non riesco neanche a pensarlo!
<< Vedrai che Kelly e il bambino stanno bene. Che sarai un bravo zio, e che molto presto sarai un bravo papà. >> Cerca di rincuorarmi la mia incantevole moglie, che ho commesso lo sbaglio madornale di tradire, pensando che il mio pensiero sia rivolto a Kelly. La mia fronte si impegna di sudore dinanzi a tali parole, poco prima che Angie posi un casto bacio sulle mie labbra.
<< Tuo fratello non mi rivolge la parola neanche in una situazione del genere. >> Brontola la mamma. È troppo da sopportare tra capo e collo in poco tempo… I miei che divorziano per le infedeltà di mio padre, la scoperta che mia madre è una specie di spia cospiratrice, e la prospettiva che quel bambino… Sento che sto per svenire!
<< Cosa ti aspettavi? Che corresse tra le braccia di mammina dopo che lo hai preso per il culo per settimane? >> Ribatto.
<< Amore, non mi sembra il caso, dai… >> Cerca di calmarmi mia moglie. Mia madre mi guarda basita.
<< Sì, mamma. LO HAI PRESO PER IL CULO PER SETTIMANE FACENDO LA PARTE DELLA MOGLIE DEVOTA CHE È STATA TRADITA! E LO HAI FATTO ANCHE CON ME IN QUESTI GIORNI, DA QUANDO SONO TORNATO E VI SIETE DEGNATI DI DIRMI CHE TU E PAPA’ VI SIETE SEPARATI! >> Tuono, esacerbato dagli avvenimenti di questi ultimi giorni.
<< Ma io sono sempre stata una moglie devota! >> Protesta.
<< Ci sarebbe mancato solo che, dopo esserti fatta sposare con l’inganno, non avessi interpretato tale ruolo. Però ti sei ben guardata dal raccontarci come mai papà ti tradisse, fomentando il nostro odio verso di lui. >> Osservo, prima di voltarle le spalle. Inizio a camminare nervosamente per il corridoio. Paola siede in un angolo a testa bassa, probabilmente a disagio, dinanzi a tale discussione.
<< Tuo padre ha tradito la donna a cui aveva promesso fedeltà e questo è un dato di fatto! Una donna che lo ha sempre amato, talmente tanto da fare cose assurde! >> Ribatte.
<< Papà ti ha tradito perché era infelice! Ed era infelice perché tu gli hai portato via la donna di cui era innamorato. Una persona dotata di dignità se ne sarebbe fatta una ragione. >> Osservo.
<< NON HO FATTO TUTTO DA SOLA! QUELLA HA CREDUTO CIECAMENTE ALLE MIE PAROLE, ED È SPARITA SENZA NEANCHE INTERPELLARLO, QUINDI FORSE NON ERA COSì INNAMORATA! NON L’AVETE MAI VISTA SOTTO QUEST’OTTICA? MAGARI HO FATTO UN FAVORE A TUO PADRE! >> Esclama, alterata. Inizio a sghignazzare mentre Paola scatta in piedi con un’espressione che non fa presagire nulla di buono. Mio padre, tornato con Gonzalo (il quale sembra proprio provato) si frappone fra lei e mia madre.
<< Lascia stare, cara. Non ne vale la pena. >> La invita, scuotendo il capo.
<< Non preoccuparti, Marcus. Non mi sono alzata per fare una scenata. Al contrario della signora, io so dove sta di casa la dignità. Volevo solo andare a prendermi un caffè, dato che sarà una lunga notte. >> Risponde. Abbandonando la sala d’attesa a testa alta urta la spalla di mia madre la quale serra la mascella e si volta lanciandole un’occhiataccia. Mio fratello, seduto, si passa le mani in volto.
<< Papà, non mi ricordo se ho chiuso l’auto. Ti va di fare due passi? >> Lo invito, in verità cercando solo una scusa per allontanarmi con lui. Bacio la fronte di mia moglie prima di abbandonare la sala d’aspetto con papà.
<< Perché Mario non esce da lì per darci notizie? >> Sento che si lamenta la mamma, mentre ci allontaniamo.
<< Papà, quella della macchina era solo una scusa. Ti volevo parlare in privato. >> Esordisco.
<< Non serve che dici niente, Seba. In ogni caso ho meritato il vostro disprezzo, per aver sempre portato tanta tensione in casa con i miei tradimenti. Se fossi stato un buon padre avrei sopportato vostra madre per non farvi mangiare tensione a pranzo e a cena. >> Si recrimina.
<< Io non posso sapere cos’hai passato quando Mariapaola è sparita, e ti sei ritrovato con il cuore spezzato. Posso capire che tu abbia cercato la compagnia di comodo della donna che conoscevi di più, oltre a Mariapaola. Ma come hai fatto a perdonarla? >> Gli domando. Dopo tutto quella donna lo ha lasciato in tronco senza né chiedere né fornire una spiegazione.
<< Quando mi ha raccontato tutto, ero così arrabbiato con tua madre che non avevo più spazio per altra rabbia. Ma non credere che mi sia gettato tra le sue braccia quella sera stessa… Ovviamente la sua reazione alla bugia di tua madre è stato un argomento che abbiamo sviscerato. Ma l’amo, l’ho amata da sempre, e quegli incontri caratterizzati da discussioni sul passato sono diventati presto qualcos’altro. Non volevo più privarmi di lei perciò ho anche dimenticato il fatto di essersi innamorata di un altro uomo che poi ha sposato. Perché, infondo, anche lei in tutti questi anni si è sempre chiesta come sarebbe stata la sua vita se fossimo riusciti a scappare insieme. >> Mi narra. Fatico a rimanere lucido, cercando di reprimere la commozione.
<< E in tutti questi anni vi siete visti, con i rispettivi partner, a feste e cocktail vari? >> Gli domando. Penso che piuttosto di vedere Angelina con un altro uomo, mi farei cavare gli occhi! Annuisce.
<< Entrambi sorridenti, ostentando un’immensa felicità coniugale, sfoggiando i nostri coniugi come se fossero trofei al solo fine di ferire l’altro. Bhe, la sua non era una recita, lei con Osvaldo era davvero serena. Ma probabilmente, come me, non voleva lasciare il minimo spazio al dubbio. Io pensavo che lei mi avesse preso in giro e che di punto in bianco avesse smesso di amarmi, lei credeva che l’avessi tradita… Non volevamo che l’altro sapesse quanto in verità rimpiangessimo quel matrimonio a Las Vegas che non c’era mai stato. >> Mi narra.
<< In tanti anni non l’hai mai presa da parte chiedendole spiegazioni sulla sua partenza improvvisa? >> Domando.
<< No. Per i motivi che ti ho spiegato. E poi la vedevo serena con Osvaldo, non volevo turbarla. Sconvolgere la vita di quelle due bimbe bionde e pestifere che guardavo da lontano e che desideravo conoscere. Mi accontentavo di guardarla da un angolo. Ma nessun’altra donna, per quanto abile a letto, è mai riuscita a farmela dimenticare. >> Conclude. Mi massaggio gli occhi cercando di cancellare le lacrime.
<< E ora Gonzalo è fidanzato con una donna che non ama. >> Riflette e voce alta.
<< Gonzalo sta facendo il suo dovere ed io sono fiero di lui per questo motivo. Non avrei scommesso un peso che sarebbe rimasto in una situazione simile. >> Rispondo. Papà mi accarezza una spalla.
<< Sì, anch’io sono fiero di lui. Ma ci sono cose che non sai… Implicazioni… >> Borbotta. Aggrotto le sopracciglia.
<< Papà non ti capisco se non parli chiaro. >> Lo esorto.
<< Tuo fratello si è innamorato di Paola, ed è ricambiato. Ma lei è in preda ai dubbi perché Kelly è sua amica. >> Mi spiega.
<< Capisco. Mamma lo sa? >> Gli domando.
<< Non penso… come potrebbe saperlo? >> Mi domanda.
<< E’ solo che la sua ostilità verso Paola la trovo strana, no? >> Osservo.
<< No. Nella sua ottica Paola è la figlia della donna che più detesta. >> Mi fa notare.
<< Sì, ma è troppo sprezzante nei suoi confronti. >> Considero.
<< Non mi sorprenderei se mettesse i bastoni tra le ruote a Paola. >> Afferma. Estraggo dalla tasca della giacca il mio smartphone trovando il coraggio di affrontare con lui l’argomento che mi preme.
<< Papà, io volevo parlarti in privato per farti vedere una cosa. >> Esordisco, mentre siamo all’aperto. La temperatura questa sera si è abbassata. Gli passo il mio cellulare aperto su una sua foto da bambino. Sorride.
<< Ricordo quando è stata scattata. Hai tirato fuori i vecchi album dei tuoi nonni? >> Ne deduce. Annuisco, prima di cambiare foto con un gesto dell’indice. Papà osserva la foto di Tommy.
<< Non sono io questo bimbo. Anche se mi somiglia vagamente. >> Osserva. Più che vagamente, direi! Hanno lo stesso taglio degli occhi. Gli stessi colori, che abbiamo ereditato anch’io e mio fratello, e nelle due foto in particolare hanno il medesimo sguardo furbo.
<< È il figlio di Maria Ribeiro. >> Rivelo. Papà aggrotta le sopracciglia.
<< Bhe, è una coincidenza incredibile che somigli a me quand’ero bambino. >> Commenta, rendendomi lo smartphone.
<< Papà, non è una banale coincidenza! >> Esclamo, nervoso per tale eventualità. Il mio matrimonio si sgretolerebbe!
<< Seba, cosa stati insinuando? Non penserai che Maria sia stata la mia amante, vero?! >> Si allarma, dopo attimi di interdizione.
<< No papà, non ho mai pensato che sia stata la tua amante. >> Preciso, agitato più che mai. Papà tira un sospiro di sollievo.
<< Perché è stata la mia amante. Per una notte. >> Rivelo. Papà dischiude leggermente le labbra in segno di autentica sorpresa. Comincio a passeggiare su e giù.
<< Quanto tempo fa? >> Mi domanda, chiedendomi, evidentemente, di fornirgli delle date per poter fare due conti.
<< Prima delle nozze, la sera del mio addio al celibato. Il bambino compirà 4 anni quest’anno. >> Spiego. << Al funerale ho avuto occasione di scambiare due chiacchiere con lui, e mi sono accorto che somiglia a te da bambino. >> Aggiungo dinanzi al silenzio di papà.
<< Mi dispiace darti questo pensiero. Ma con la mamma non posso certo parlarne e al momento Gonzalo ha altri pensieri. A proposito, lui sa della mia scappatella con Maria. >> Preciso.
<< Sto pensando come agire con Mariapaola. Devo dirle di questi sospetti? >> Si domanda.
<< Papà, sei sicuro che lei non lo sappia già? È sua figlia. Non sa chi è il padre di suo nipote? >> Propongo, cercando di non sollevare la sua ira.
<< Ne sono sicuro. Me lo avrebbe detto. Mariapaola non ne sa nulla. >> Sentenzia.
<< VARREBBE A DIRE CHE MARIA LO HA TENUTO NASCOSTO A TUTTI, MENTENDO ANCHE ALLA SUA FAMIGLIA OLTRE CHE AL PADRE DI SUO FIGLIO! >> Mi altero.
<< Avrà avuto i suoi buoni motivi. Tu stavi per sposarti. Comunque facciamo così: ne parlerò con Mariapaola. Tu nel frattempo stai calmo e, soprattutto, non ne parlare con nessuno. Già tua madre detesta Paola, immaginati cosa accadrebbe se venisse a conoscenza di questi tuoi sospetti. Non dirlo neanche a tuo fratello, lascialo tranquillo. >> Mi prega. Annuisco, prendendo un respiro profondo. Esauriamo l’argomento quando vediamo arrivare mio cugino e mio zio. Cominciano i saluti di rito, prima di venire sommersi di domande sullo stato di Kelly e del feto.
 
 
 
[Paola]
È straziante sedergli accanto, senza poterlo sfiorare. Essere così vicina a lui, vederlo in questo stato, senza poter abbracciarlo o parlarli. Chiedergli come sta. Tremo quando i dorsi delle nostre mani si sfiorano, ma io ritraggo la mia immediatamente. Il solo pensiero che sua madre possa accorgersi di qualcosa mi spaventa terribilmente.
<< Sei particolarmente elegante. Un vestito di sartoria, tacchi alti, trucco impeccabile… Avevi un appuntamento galate questa sera? >> Mi domanda sua madre. Deglutisco a vuoto. Lo sa?
<< No. Una rimpatriata con due amiche dell’università. >> Rispondo educatamente, anche se vorrei risponderle che non sono affari che la riguardano. Ci alziamo in segno di saluto quando vediamo tornare Sebastian e Marcus accompagnati da Fernando e suo padre. Cominciano i saluti di rito, prima di tornare seduti. Fernando siede alla mia destra e vorrei tanto scomparire in questo istante!
<< So che non è il momento ideale, ma sei molto bella. >> Mi sussurra all’orecchio.
<< Grazie. >> Rispondo educatamente. Non serve uno stetoscopio per sentire il respiro profondo e contrariato di Gonzalo, che ci guarda di sbieco. Con la caviglia destra appoggiata sul ginocchio sinistro, muove nervosamente il piede.
<< Gonzalo, mi dispiace molto. Vedrai che non si è fatta niente e che stanno entrambi bene. >> Interviene Fernando verso suo cugino, quando vediamo tornare Mario Calderon. Ci alziamo tutti.
<< Come sta il bambino? >> Domanda immediatamente Gonzalo.
<< Il bambino, e mia nipote, stanno bene. >> Risponde Mario, ponendo l’accento sulle due parole centrali della frase.
<< Purtroppo però vi debbo dire che si è trattato di una minaccia di aborto. Causata dalla caduta dalle scale. >> Ci spiega Mario. Stringo con più forza la borsetta. Di certo non potrà lasciarla, in queste condizioni.
<< Dovrà osservare diverse direttive del medico per scongiurare altre minacce. Comunque sarà il medico stesso a fornirti tutti i dettagli. >> Conclude Mario, rivolgendosi a Gonzalo sul finale della frase.
<< Possiamo vederla? >> Domanda la madre di Gonzalo. Mario annuisce quindi accediamo tutti al reparto e alla sua stanza. Kelly viene abbracciata da Helena mentre Gonzalo si limita a darle un bacio sul capo.
<< Come ti senti? Ci siamo spaventati. >> Le domando, ritrovando il saviore fair. Ma cosa le sto facendo? Kelly è sempre stata una buona amica con me ed io sono una persona orribile!
<< Stanca per tutti gli esami. E ancora spaventata. Ho avuto un tale paura quando ho visto le macchioline di sangue sui leggings bianchi… >> Spiega, fermandosi per via del pianto che incede.
<< Tesoro, è andato tutto bene. >> La rincuora Helena, accarezzandole la testa.
<< Ma com’è successo? >> Le domanda Gonzalo.
<< Ho messo il piede in fallo mentre scendevo le scale e ho fatto gli ultimi gradini a pancia in giù. Si può essere più sceme? >> Si domanda.
<< Gonzalo, il medico vorrebbe parlarti. >> Interviene Mario, pregandolo di allontanarsi con lei.
<< Io credo che sarebbe meglio lasciare che Kelly si riposi, non credete? Cerca di stare tranquilla, cara. Evidentemente è un lottatore il bambino. >> Propone il padre di Gonzalo.
<< Giusto. Rimetti presto, siamo contenti di vedere che stai bene. >> La salutano a turno Sebastian, Angelina, Fernando e Nicolas.
<< Grazie per essere accorsi. Ci vediamo. >> Ci saluta. Stiamo per abbandonare tutti la stanza quando Helena viene trattenuta da Kelly.
<< Noi andremo a casa. È stata una serata impegnativa. >> Si congeda Sebastian. Seguono i saluti di rito prima che il fratello di Gonzalo, sua moglie e Marcus si allontanino per raggiungere la macchina.
<< Ti aspetto in macchina. Paola, buonanotte. >> Mi saluta il padre di Fernando.
<< A lei. >> Ricambio, temendo che questo momento sarebbe arrivato.
<< Speravo di rivederti in circostanze più piacevoli. >> Esordisce.
<< Purtroppo certe cose spiacevoli accadono. Scusami, ma io andrei a casa. Sono piuttosto stanca. >> Cerco di tagliare corto.
<< E immagino che stare su qui tacchi sia impegnativo. Ma come fate? Comunque stai molto bene. Sei sicura che fosse un appuntamento con due vecchie amiche non una serata galante? >> Mi domanda, sollevando un sopracciglio e un angolo delle labbra.
<< Cosa ti viene in mente? >> Gli domando, tremando.
<< Chissà, magari stavi venendo da me per farmi una sorpresa? >> Spera. Si è davvero preso una cotta?
<< Fernando, senti… >> Tento di introdurre il discorso, quando vengo bloccata.
<< Non serve che me lo dici: sono sempre indiscreto. La smetto, promesso. Io lo faccio a mo’ di battuta. Ma se ti dà fastidio la smetto. >> Interviene, avanzando verso di me. Avviene tutto talmente improvvisamente che non ho il tempo di sottrarmi prima del contatto: Fernando posa una mano sulla mia guancia sinistra e le sue labbra sulle mie. Compio un passo indietro, ponendo fine a quel contatto.
<< Buonanotte. >> Mi saluta, per poi raggiungere il padre. E adesso come faccio a dirgli che ieri ero ubriaca, e che cercavo solo di creare fastidio a suo cugino?
<< Paola… Ma perché ti sei ficcata in questo casino? >> Penso a voce alta, credendo di essere sola.
<< Nel cosiddetto “casino” sono compreso anch’io? >> Domanda la voce di Gonzalo. Mi volto e lo vedo con le braccia conserte e la spalla appoggiata allo stipite dell’entrata del pronto soccorso.
<< No. Mi riferivo a quello che è successo al matrimonio. Io ero ubriaca e l’ho illuso. >> Specifico. Sollevo piano lo sguardo verso di lui preoccupata che sia arrabbiato per via del bacio. Mi si riempie il cuore d’amore quando, contrariamente a quello che pensavo, vedo che mi tende la mano. Mi avvicino a lui e l’afferro per poi venire avvolta dalle sue forti braccia. Vorrei rimanere così interno.
<< Tua madre o Mario potrebbero vederci. >> Osservo, sussurrando al suo orecchio.
<< Non m’importa. Avevo bisogno di un tuo abbraccio. >> Sussurra in risposta. Sorrido. A malincuore mi separo da lui e gli accarezzo una gota.
<< Non credevo che m’importasse di quel bambino. Ma pensare che non avrei mai visto il colore dei suoi occhi o che non avrei mai sentito il suono della sua voce… >> Interviene, incapace però di proseguire.
<< Lo avevo capito da come stavi che eri spaventato dalla prospettiva che potesse abortire. >> Gli rivelo.
<< È come se realizzassi solo ora che tra qualche mese arriverà un bambino che in futuro mi chiamerà papà. Ma non è solo per questo che sto così. >> Risponde. Aggrotto le sopracciglia.
<< Cosa volevi dirmi stasera? >> Gli domando, ponendo le mani nelle tasche del cappotto perché fa davvero freddino stanotte. Gonzalo sta per aprire bocca quando veniamo interrotti dall’arrivo di Mario.
<< Gonzalo, tua madre e Kelly stanno ancora parlando e hanno chiesto di essere lasciate sole. Ti va un caffè nel frattempo? >> Lo invita Mario. Ci scambiamo uno sguardo fugace ma carico di sottotesti.
<< Allora io vado. Restiamo così, mi fai avere notizie di Kelly? Non vorrei disturbarla con le mie chiamate. >> Intervengo. Però, sto proprio diventando brava ad inventare balle.
<< Ok. Vai piano per strada. >> Mi saluta.
<< Certo. Mario, buonanotte. >> Mi congedo, venendo ricambiata. Durante la strada permetto alle lacrime di fuoriuscire mentre mi dirigo al mio appartamento.
 
 
 
[Helena]
Chiudo subito la porta, sott’ordine di mia nuora. Torno velocemente seduta sulla sedia accanto al letto e le afferro una mano.
<< Helena, ho avuto tanta paura di perderlo. >> Si confida.
<< Lo so, piccola. Ma è andato tutto bene. Ma devi stare più accorta quando ti muovi, specialmente quando fai le scale. >> Mi premuro.
<< Non ho fatto le scale di fretta. Sono scivolata perché ero agitata. >> Mi rivela. Aggrotto le sopracciglia.
<< Perché mai? È per quello di cui abbiamo discusso oggi? Devi prenderla con tranquillità, cara. Anche perché, ti posso assicurare, Gonzalo tiene davvero a te e a questo bambino. Stasera era fuori di sé, non l’ho mai visto così. >> Le spiego.
<< In effetti ho notato anch’io che era provato. Helena, prima di cadere dalle scale stavo facendo la lavatrice e mi sono accorta che la camicia che aveva addosso ieri alla festa aveva il colletto sporco di quel che sembra mascara. E non è mio, ne sono sicura. Gonzalo ha un’altra! >> Mi rivela. È il mascara di quella sgualdrina!
<< Sei sicura che non sia tuo? Magari abbracciandolo… >> Tento di svicolare. Scuote il capo.
<< Non assumiamo mai comportamenti del genere in pubblico. Non più. Lo facevamo prima della sera della sfilata, cioè prima che mi lasciasse, poi stop. >> Specifica.
<< C’erano molte donne al ricevimento di ieri. E in qualche occasione Gonzalo si è allontanato da solo. Ma scoprirò chi è la troia! Non appena mi sarò rimessa gli farò un vero e proprio interrogatorio… >> Si sfoga. La interrompo.
<< Tesoro, sei così giovane e inesperta. Fargli una piazzata non è proprio l’idea giusta, fidati. È mio figlio e lo conosco. Quella camicia dov’è? >> Le domando.
<< L’ho lasciata sul letto. >> Mi risponde.
<< Ti fidi di me? >> Le domando, annuisce. << Allora non fare parola a mio figlio della camicia, di questa conversazione e del vero motivo per cui sei caduta. Non vorrai rovinare tutto quello che stai costruendo per un ridicolo sospetto, vero? >> Le domando. Non permetterò a quella lì di prendersi il mio Gonzalo! Kelly scuote il capo con diniego.
<< No, ma se lui mi tradisce cosa dovrei fare? Scendere a compromessi? >> Si domanda.
<< Ne abbiamo parlato oggi del fatto che mio figlio è passato da playboy che faceva festa ogni sera a prossimo papà. Inciamperà durante questo percorso ma tu, tesoro mio, lo renderai presto un marito e un padre felice. >> Le faccio notare, accarezzandole il mento con la punta delle dita. È bella come una principessa delle fiabe.
<< Va bene. Per il bene del bambino cercherò di sorvolare stavolta. Ma se dovessi scoprire che mi tradisce? >> Mi domanda.
<< Non accadrà più nulla del genere, cara, te l’assicuro. >> La rincuoro, mentre penso a come fare per separare quei due in modo definitivo.
<< E la camicia? >> Mi domanda.
<< Ho io le tue chiavi, dato che ho chiuso la porta quando ti ha portata via l’ambulanza. Dirò a Gonzalo che mi hai chiesto di prenderti un cambio e di caricare la lavatrice, attività che hai lasciato a metà, in questo modo elimineremo quella macchia. >> Le spiego. E non sarà la sola cosa che verrà presto eliminata.
 
 
 
[Paola]
Probabilmente dovrei trasferirmi su Marte, dove non c’è copertura telefonica, per non essere svegliata dallo squillo del mio smartphone. Due giorni di fila è una congiura! Lo afferro, accetto la chiamata, me lo porto all’orecchio e non reprimo uno sbadiglio mentre dico “pronto”.
<< Buongiorno tesoro. Ma ti ho svegliata? >> Mi domanda mia madre. Come fa ad essere di buon umore con tutte le cose che stanno accadendo? Bhe, probabilmente anch’io sarei sempre così positiva se vivessi con Gonzalo!
<< No, mamma, ho deciso di vivere come i gufi, per tanto stavo andando a letto ora. >> Ironizzo.
<< Volevo sapere come stai, com’è andata ieri sera. >> Spiega, ignorando il mio commento.
<< Come dev’essere andata mamma? Gonzalo era disperato, Kelly era altrettanto disperata per la quasi perdita del suo bimbo, ed io non riuscivo a guardarla in faccia perché ho una mezza storia con l’uomo che ama! >> Riepilogo. Ieri pomeriggio nel mio ufficio sembrava tutto così semplice: perché le cose si sono complicate così in poche ore?
<< Tesoro, anche tu lo ami, e sei quella delle due che viene ricambiata, anche se è arrivata per seconda. Non permetterò che tu ti arrenda come ho fatto io! >> Esclama perentoria. Discosto leggermente l’apparecchio dal mio orecchio. È un “bip” di sottofondo ad avvisarmi che qualcuno sta cercando di contattarmi sull’altra linea, dove di solito ricevo chiamate di lavoro, e guardo di chi si tratta.
<< Mamma ti devo lasciare. C’è Gonzalo sull’altra linea! >> Annuncio contenta.
<< Va bene cara. Non ti arrendere, capito? Bacetto! >> Mi saluta.
<< Bacetto, mamma. >> La saluto, interrompendo quella conversazione per accettare quella con Gonzalo.
<< Buongiorno. Non sapevo avessi questo numero. >> Esordisco. Sul mio viso compare un’espressione felice, anche se la situazione è tragica!
<< Buongiorno. Sono socio ora, posseggo tutti i numeri dei membri dell’azienda. Ho trovato occupato sul tuo numero personale. >> Mi rivela.
<< Sì, ero al telefono con mia madre. Come stai, sei riuscito a dormire un po’? >> Gli domando.
<< Solo un paio d’ore. Sono crollato come effetto fisiologico. >> Mi spiega.
<< Ti andrebbe di vederci per colazione? >> Gli domando. Sarebbe un inizio di giornata perfetto!
<< Non posso, devo andare a prendere Kelly. >> Declina. Deglutisco, cercando di mantenere saldi i nervi.
<< Quando ci vediamo? >> Gli domando con il groppo in gola. Queste sono le domande tipiche delle amanti verso gli uomini impegnati che frequentano!
<< Ti faccio sapere, ok? Scusami, davvero. Sono preso con le bombe in questo momento. >> Risponde.
<< Ma certo. Ci sentiamo allora, passa una buona giornata. Fammi sapere come sta Kelly. >> Lo saluto.
<< A più tardi. Paola? >> Mi richiama, prima che io ponga fine alla telefonata.
<< Dimmi. >> Rispondo, per farle capire che sono ancora in ascolto.
<< Mi manchi. >> Afferma, facendomi perdere un battito.
 
 
 
 
[Armando]
Contemplo il vuoto cosmico dinanzi a me, tenendo a mezz’aria la tazzina contenente il mio caffè d’orzo. Non posso neanche più bere un banale caffè.
<< Amore, ti ustionerai di questo passo. >> Mi richiama mia moglie, facendomi notare che stavo tenendo la tazzina inclinata.
<< Mi stavo solo chiedendo quale cataclisma ci colpirà oggi. >> Ammetto.
<< Amore, da quando se diventato così pessimista? Il peggio che può accadere è scoprire che tua sorella è ancora attratta da Daniele. >> Ironizza.
<< E che sarà mai?! >> Ironizzo, imitandola. Le nostre diatribe vengono interrotte dallo squillo del mio smartphone. Ma altri orari per chiamare no?
<< Mario. La mattina di buon’ora, di solito, consumo la prima colazione con la mia consorte e gradirei un po’ di pace, visto che di recente non so dove stia di casa! >> Esordisco.
<< Buongiorno, eh, tigre! Nervosetti? Parli a me di pace? Tu almeno stanotte avrai dormito, e anche in dolce compagnia, aggiungo! >> Esclama. Ecco, lo sapevo che sarebbe arrivata qualche pessima novità anche oggi!
<< Cosa ti avevo detto, amore? La tegola giornaliera sta per colpirci! >> L’allarmo. Mia moglie mi chiede cosa sta succedendo.
<< Tranquillo, tigre. La tegola non è caduta sulla tua testa, stavolta. Ho passato la notte al pronto soccorso. >> Racconta criptico.
<< Hai fatto a pezzi quel ragazzo? Non dovevi andarci con i piedi di piombo? >> Gli domando.
<< Se lo avessi fatto a pezzi avrei passato la notte al commissariato, e questa sarebbe la mia unica chiamata, e non la sprecherei ironizzando. Mia nipote è caduta dalle scale e la avuto una minaccia d’aborto. >> Mi rivela.
<< Mi dispiace molto, Mario. Anche Betty è addolorata per tua nipote. Adesso come stanno? >> Gli chiedo.
<< La dimetteranno nel pomeriggio. Le prossime settimane saranno critiche, e dovrà riposare il più possibile per tutto il corso della gravidanza. In merito a Gonzalo, è illeso. Per ora. Ma ti dirò: questa notte l’ho visto piuttosto stravolto e provato. Quello che ancora non so è se fosse preoccupato solo per il feto, o anche per la donna che lo porta dentro! >> Condivide con me il suo dubbio.
<< Magari è un po’ mascalzoncello, ma non è mica barbablù? >> Lo rimbrotto.
<< Comunque quella ragazza è dotata di una tempra non indifferente. Pensa che si è alzata da sola e ha chiamato i soccorsi, per poi aprire la porta alla suocera. >> Mi racconta. Ne deduco che, al momento dell’incidente, fosse a casa da sola.
<< Aggiornami sulle sue condizioni. >> Lo prego.
<< Va bene, tigre. Tu cosa mi dici? Nessun dettaglio scabroso da condividere con un tuo amico di vecchia data, a proposito della preistorica storia tra tua sorella e il tuo consuocero? O dovrei dire storia attuale? >> Ironizza.
<< MARIO! NON È DECISAMENTE UN ARGOMENTO SU CUI FARE DELL’IRONIA! Mia sorella mi manderà al manicomio. >> Constato.
<< Scusa, perdonami! Con gli anni sei diventato sempre più suscettibile perdendo del tutto il senso di humor! >> Mi prende in giro.
<< Stammi bene. Fammi sapere di tua nipote. >> Lo saluto, ponendo fine alla conversazione. Scuoto il capo. Mia moglie non sembra molto contenta di tale telefonata!
<< Mostro, cosa ci posso fare più di dirgli di non chiamarmi a tali orari? >> Le faccio notare.
<< Non mi infastidisce questo, non solo almeno. Mi infastidisce il fatto che non prenda mai niente sul serio quando non sono problemi che lo riguardano! >> Si lamenta.
<< Amore, sai com’è fatto. Ha una battuta su tutto. >> Le rammento, quando mi domanda cos’è successo a sua nipote. Le riporto i fatti così come me li ha raccontati Mario.
 
 
 
[Lena]
Non muoio dalla voglia di affrontare un altro round di insulti con mia madre perciò mi muovo furtivamente per tornare dal bagno alla mia stanza. Afferro lo smartphone per scoprire se Jimmy mi abbia risposto ai messaggi. Il nulla totale! Ma quanto durerà questo problema con il telefono? Trovo un messaggio di un nuovo gruppo, che hanno creato David e Camilla.
 
Buongiorno a tutti. Abbiamo creato questo gruppo per proporre una cenetta tutti insieme, questa sera, cosa ne dite? David ed io apprezzeremo un aiuto sulla decisione dei tavoli che, visti gli ultimi eventi, è una missione assai difficile da compiere. Ci aiutereste a buttare giù una prima bozza?
 
Dice il messaggio, con alla fine le mangi giunte. Anche Jimmy è stato aggiunto al gruppo e decido di chiamarlo per dirglielo, visto che non avrà ricevuto il messaggio.
<< Piccola, buongiorno. >> Mi saluta.
<< Buongiorno anche a te. Dormito bene? >> Gli domando, sorridendo.
<< Ti ho sognato. Sognavo che dormivamo insieme! >> Mi racconta. Sorrido sollevando un sopracciglio, anche se lui non può vederlo.
<< Vorrei che questo desiderio si possa avverare presto. Ti ho chiamato per dirti di un nuovo gruppo su WhatsApp. David e Camilla chiedono se vogliamo riunirci tutti, per aiutarli con i tavoli del matrimonio. >> Gli spiego in soldoni.
<< Così, se dovesse scoppiare qualche rissa, la responsabilità non sarebbe loro che hanno messo allo stesso tavolo anime incompatibili? >> Ironizza. Ridacchio.
<< Bhe, per fortuna temo sia improbabile che mia madre e Patrizia finiscano allo stesso tavolo. Primo perché Patrizia è la madre dello sposo, per tanto siederà al tavolo dei parenti dello sposo, e secondo perché spero che gli sposi non siano di colpo impazziti. Confermo la tua presenza? >> Gli domando.
<< Sì, ma ci andremo insieme? >> Mi domanda.
<< Se tu lo vorrai. Non ho intenzione di nasconderti, questa volta. >> Affermo perentoria. Questa volta voglio fare tutto alla luce del sole.
<< Non vedo l’ora di vederti al lavoro per poteri baciare! >> Afferma.
<< Conterò i minuti! >> Rispondo.
 
 
 
 
[Marcus]
Che nottata infernale. Le poche ore che ho passato steso a letto non sono riuscito a dormire seriamente! Ho sognato che mi arrabbiavo terribilmente quando scoprivo che Mariapaola sapeva che il mio Seba è il padre di quel bambino. Ad ogni modo questa notte insonne ha portato consiglio e ho decido di sondare prima il terreno con delle domande su suo nipote: se mi mentirà lo capirò guardandola negli occhi! Sorrido e rinuncio a provare a dormire un altro po’ quando sento il profumo del mio caffè preferito. Mariapaola si siede sul letto accanto a me ed io l’afferro per la vita, costringendola a sdraiarsi accanto a me. Benedico il giorno in cui ci siamo incontrati in quel ristorante e abbiamo avuto il coraggio di parlarci.
 
 
Quel pomeriggio avevo lasciato il tetto coniugale, ponendo fine a quel legame nuziale che non avrei mai dovuto contrarre! Osservavo il vuoto dinanzi a me, senza rendermi conto che qualche altro cliente del ristorante avrebbe potuto prendersela a male pensando di essere fissato. A 57 anni mi ritrovavo a punto e a capo, pieno di rimpianti. Non credei ai miei occhi quando la vidi entrare nel locale: avendo occupato un tavolo non troppo distante dal bancone, sentii che chiedeva a un inserviente della sua ordinazione take away. Non credo che dimenticherò mai l’istante in cui, chissà come, si è resa conto di essere fissata da me e ha lentamente voltato il capo nella mia direzione, facendo volteggiare i suoi capelli dorati che ricadevano sciolti sulla pelliccia che indossava quella sera. I nostri sguardi s’incatenarono e sollevai la mano per salutarla, accompagnando il gesto ad un sorriso appena accennato. Anche lei alzò la mano per rispondere a tale saluto ma subito dopo distolse lo sguardo da me. Ripresi a mangiare la mia cena frugale a base di petto di pollo alla griglia e patate al vapore, incapace di farmi venire fame. Neanche l’epico litigio finale con Helena era riuscito a risvegliare il mio appetito, anzi me l’aveva tolto. Avevo realizzato che, in un certo senso, avevo rovinato la mia vita, ma non potevo esserne dispiaciuto al cento per cento perché le nozze con quella donna mi avevano dato due figli che adoravo e in cui riponevo molte speranze. La osservai saltellare sui suoi tacchi dato che prima si girava verso di me per poi tornare a rivolgermi le spalle. Sospirai e il mio cuore si mise a battere quando la vidi raggiungermi con poche falcate.
<< Tutto bene? Hai un aspetto diverso dal solito. Come mai ceni da solo qui? Tua moglie? >> Mi domandò. Per poco sperai che fosse preoccupata per me, che ancora capiva quand’ero turbato, ma poi realizzai che invece era solo interessata a fare un po’ di pettegolezzo, probabilmente. L’accontentai. Era inutile nasconderlo, specialmente perché la decisione era presa, nonostante le incessanti chiamate e i messaggini di Helena.
<< Mia moglie ed io ci siamo lasciati. Ho abbandonato la villa questo pomeriggio. >> Annunciai. Mariapaola si sedette senza invito, ma non protestai dato che la sua compagnia non mi dispiaceva affatto.
<< Mi dispiace molto. Dev’essere difficile per i ragazzi. >> Rispose. Apprezzai che non usò frasi fatte del tipo “magari è solo una crisi passeggera”!
<< Non sai quanto. Sono in collera con me. Vedi, non sono stato un marito… >> Cercai di dirle, in preda ad un attacco di logorrea, o solo bisognoso di sfogarmi con l’unica donna che avevo mai amato. Venni interrotto da un cameriere che si avvicinò con il suo sacchetto di cartone.
<< Signora Ribeiro, la sua ordinazione. Torni a trovarci! >> Esclamò il cameriere, mentre Mariapaola si alzava, passandole il sacchetto.
<< Se ti va possiamo riprendere il discorso, magari dinanzi ad un caffè? >> Le proposi d’impeto.
<< Non credo sia una buona idea, Marcus. Buona cena. >> Declinò, prima di fermare il cameriere posandogli una mano sulla spalla.
<< Vi siete ricordati vero che il mio sandwich era con pane integrale, e quello di mio marito senza provola ma con la mozzarella? Lui detesta la provola! >> Gli chiese Mariapaola. Cosa mi era saltato in testa di invitarla fuori? Era evidente che amava profondamente suo marito, dato che si premurava che il panino fosse esattamente di suo gradimento!
<< Certo, signora Ribeiro. Conserviamo tali informazioni sui gusti dei nostri clienti abituali, per non sbagliare! >> Precisò il cameriere.
 
 
<< Amore, hai lo sguardo perso nel vuoto, vuol dire che avevi la testa tra le nuvole. A cosa pensavi? Spero nulla di grave… questa notte ti sei agitato tanto. >> Constata, tornando seduta sul nostro letto. Sì, qualcosa di grave è successo, ma non era a quello che stavo pensando!
<< Non ho dormito, amore. Mio figlio era davvero stravolto dalla prospettiva che questo figlio sparisse, così velocemente come è arrivato. >> Le narro. Se davvero suo nipote è figlio di mio figlio significherebbe che abbiamo già in nipotino in comune. Sarebbe bellissimo ma nel contempo una tragedia greca perché questo sancirebbe la fine del matrimonio di Sebastian.
<< Lo so, amore. Mentre ancora dormivi ho telefonato a Paola e mi ha aggiornata. È devastata dai sensi di colpa. Rispetto a me è così diversa su questo aspetto: è brutto da dire ma non mi sono mai sentita in colpa verso Helena. Pensavo solo a vivere il nostro amore. Certo, fino a che non è saltato fuori quel bambino… Allora non me la sono più sentita di frappormi fra di voi, e Dio solo sa quanto mi penta per non averti parlato prima agire d’impulso… >> Sproloquia, quando le tappo la bocca con un bacio.
<< Basta parlarne. Capisco il tuo punto di vista: non volevi complicare le cose poiché pensavi che Helena fosse incinta. E poi non ti biasimo se non hai provato sensi di colpa verso Helena primo perché non li meritava, e secondo perché non avevate un rapporto amicale così longevo e leale come quello che ha legato Paola e Kelly fino a poco tempo fa. Sì, tu Helena eravate amiche, ma non quel genere di amiche da patto di sangue. Tua figlia e Kelly ci sono sempre state l’una per l’altra, negli anni si sono sempre rispettate, stando a quanto mi hai raccontato, quindi è normale che tua figlia si senta in colpa. >> Le faccio presente. Torna stesa sul letto costringendo me ad imitarla e si accoccola tra le mie braccia. Sarebbe bello rimanere così per tutto il giorno.
<< Perché sei così buono con me? Mi comprendi sempre, e sei rimasto anche quando hai scoperto del video e quello che avevo in mente di fare. >> Osserva. La stringo più forte.
<< Ti rimarrò accanto per sempre. Niente e nessuno potrà più separarci, amore mio! >> Le rammento, in risposta alla sua domanda. Mariapaola non sarà uno stinco di santa e ammetto che, quando ho saputo le sue intenzioni, lì per lì mi sia arrabbiato, ma non permetterei a niente di separarci! Sarà il suo uomo, amico, amante, complice e marito per sempre!
<< Tesoro, te la posso chiedere una cosa? >> Le domando. Annuisce.
<< Non sento mai parlare del padre di Tommy. >> Introduco, cercando di tastare il terreno.
<< Nemmeno io. Maria si vergogna per essere rimasta incinta del primo arrivato, mentre era ubriaca, nonostante queste cose capitino oggi giorno. La questione padre di Tommy è un argomento tabù, quindi, se la tua intenzione era quello di affrontarlo con lei, procurati tappi per le orecchi e para colpi! >> Esclama. Sorrido. E così Maria non ne vuole parlare. Non è difficile immaginarne in motivo! Come faccio a dirle che credo sua figlia le ha mentito per tutto questo tempo?
<< Amore, ti sei rabbuiato. Cosa succede? >> Mi domanda. No, non le posso mentire su un argomento così delicato come suo nipote.
<< Amore, c’è qualcosa che devi sapere. Rimani seduta perché potresti sentirti male. >> Esordisco.
 
 
 
 
[Betty]
Ora che siamo quasi arrivate alla spa mi domando quanto sia stata buona quest’idea. Camilla, da quando sono passata a prenderla, non si ancora tolta gli occhiali da sole e non è difficile intuire il perché!
<< Il ristorante della spa ha cambiato cuoco. Ora fanno un salmone al forno da leccarsi i baffi! Ti piace ancora il salmone, no? >> Le chiedo, per riempire il silenzio tombale da cui siamo avvolte.
<< Sì, mi piace ancora. Anche se ho potuto mangiarlo poco in questi anni perché a Kristoff non piace. Un’altra cosa su cui siamo sempre stati in disaccordo. >> Risponde, mentre porgo la chiave al parcheggiatore.
<< Non credo che ti faccia bene rammaricarti su tutte le cose sui cui non vi siete mai trovati concordi. Dovresti invece concentrarti sui momenti felici, se vuoi farti perdonare. >> Le faccio notare, per cercare di capire quali sono le sue intenzioni: rivuole suo marito o cercherà di mandare al vento il ménage di Daniele? Camilla svicola la mia domanda presentandosi alla reception per poter avere una cabina. Ho un pessimo presentimento!
 
 
 
[Lorenzo]
Prendiamo tutti posto al tavolo che abbiamo deciso di occupare per questa colazione di gruppo dell’ultimo momento. Oltre a me e alla mia ragazza sono presenti mio fratello, Isabella, mia sorella, David e il resto del parentado di cognati con relativi partner. Siamo talmente tanti che, quando sarà ora di decidere a casa di chi riunirsi per Pasqua (che non è molto lontana), credo che fuggirò alle Bahamas con la mia amata! Non appena prendiamo posto si avvicina a noi una cameriera per prendere l’ordinazione. Siamo in 12 e non la invidio per il compito che l’aspetta!
<< Visto che siamo in tanti, direi di ordinare caffè e succo d’arancia per tutti? Undici caffè normali e un orzo per la signorina. >> Propone Camilla, risolvendo la situazione e pensando a Giulia. La mozione viene approvata.
<< E un vassoio misto di brioches. Penseremo noi poi a dividercele. Abbondi con le brioches! >> Ordina Cèsar. Scuoto il capo rassegnato.
<< Sei proprio di sicura di voler indire quella cena? >> Domando a mia sorella la quale annuisce.
<< Oltretutto vorremmo che certe antipatie si appianassero. Affinché il nostro matrimonio non finisca male. >> Osserva David. Tutti gli sguardi si posano su Silvia, visti i siparietti con Lena alla cena a casa di Diego e Isa di 10 giorni fa!
<< Non preoccupatevi di me.  Lena non costituisce più un problema! >> Commenta allegra la mia ex. Aggrottiamo le sopracciglia, scambiandoci sguardi reciproci. Diego ed io afferiamo i nostri smartphone quando entrambi riceviamo una telefonata nel medesimo momento.
<< È Gonzalo. >> Annunciamo coralmente.
<< Mi stavo domandando come mai tanto silenzio. Mi aspettavo di ricevere una telefonata, o una visita, già ieri sera. >> Osservo, prima di accettare la telefonata di gruppo. Mio fratello ed io parliamo agli auricolari wireless, che non ci siamo tolti dopo essere scesi dalle nostre auto.
<< Ciao. >> Esordiamo coralmente Diego ed io. Dire “buongiorno” ci avrebbe fatto rischiare la lapidazione!
<< Ciao. Apprezzo il fatto che non abbiate detto “buongiorno” perché questo è tutto fuorché un buongiorno! Non ho mai avuto problemi ad affrontare una giornata lavorativa dopo aver passato la notte in bianco, ma se l’avessi passata a divertirmi. Questa notte ho fatto tutto fuorché divertirmi. >> Esordisce, in modo prolisso. Mio fratello ed io ci lanciamo un’occhiata eloquente.
<< Paola l’ha presa così male? >> Gli domanda Diego.
<< Non l’ha presa! Non ho potuto dirglielo perché mentre andavo da lei mi ha chiamato mia madre dicendomi che Kelly era caduta per scale. Ha rischiato di perdere il bambino. >> Ci racconta. Ci mancava solo questa!
<< Ci dispiace, Gonzalo. È in ospedale? >> Gli domando.
<< Sì. La dimettono tra poco. Che ci crediate o meno, ho passato una notte d’inferno pensando che avrei potuto non vedere mai questo bambino! Ora più che mai capisco quello che ho fatto a mio fratello. Con l’aggravante che lui neanche sa quello che gli è stato sottratto! >> Esclama molto provato.
<< Cerca di dire la verità quanto prima. Dammi retta. >> Lo consiglia Diego.
<< E ora cosa farai con Kelly? E con Paola? >> Gli domando.
<< Non ne ho idea. Kelly sta per essere dimessa dopo una minaccia d’aborto, come faccio a dirle che questi giorni e la proposta di matrimonio sono stati uno scherzo? >> Ci domanda. Effettivamente dandole questa batosta, rischierebbe davvero l’aborto!
<< Parlane con Paola. Falle capire che, per lasciarla, vuoi aspettare che si riprenda. E poi spiegale quello che sai. Più aspetti a dirglielo, peggio è! >> Esclamo.
<< Avete ragione. Vi lascio. Buona giornata. >> Conclude la telefonata. Viene ricambiato con il medesimo saluto.
<< Gonzalo e Paola?! >> Ci domanda Giulia, che ha ascoltato quanto detto da noi durante la telefonata. Annuiamo. È evidente che vorrebbe saperne di più ma che non vuole far capire il suo interesse verso Paola!
 
 
[Marcella]
<< Ho letto che hanno assunto un nuovo cuoco. Pare sia un figo pazzesco! >> Afferma Bea, rimirandosi nel suo specchietto portatile, mentre entriamo alla spa.
<< Mica pranzeremo nelle cucine? E poi ti sei già dimenticata di Mosè? >> Le domando.
<< L’ho lasciato ieri sera, non te l’ho detto? >> Mi domanda. Scuoto il capo sconcertata.
<< Si stava facendo troppe illusioni! >> Adduce come scusante. Per lo meno ci sarà una notizia ad attenere mio fratello al suo rientro! Mi presento quando accediamo alla spa, e un inserviente ci fa strada verso gli spogliatoi, portando le nostre borse. Ci dirigiamo subito in piscina dopo esserci cambiate. Chiacchierando con mia sorella, mentre raggiungiamo i nostri lettini, volto leggermente il capo e non mi accorgo di una persona che cammina osservando per aria e mi travolge. È disastro ambulante Camilla Mendoza! La guardo truce.
<< Dopo che tuo marito ha distrutto la torta nuziale di mio fratello, tu volevi ripetere l’operazione con un membro della sua famiglia? >> La redarguisco, senza neanche salutarla.
<< Perdonami Marcella, stavo chiacchierando con mia cognata e non ti ho visto. >> Cerca di giustificarsi.
<< Buongiorno Beatrice. >> La saluto.
<< Buongiorno Marcella, buongiorno Mariabeatrice. >> Ci saluta.
<< Buongiorno, che coincidenza. Marce, abbiamo i lettini accanto ai loro! >> Esclama Bea.
<< Vorrà dire che domani andremo in un’altra spa, possibilmente su Marte, nel tentativo di rilassarci! >> Ironizzo.
 
 
 
[Lena]
 Gli piacerà il mio pensiero. Saltello contenta verso il magazzino, dopo essermi cambiata indossando l’orrenda uniforme di lavoro. Reggo il sacchetto con il marchio della pasticceria presso cui ho comprato un cornetto alla crema con tanto zucchero al velo, il suo preferito. Mi fermo a qualche metro da lui quando lo sento parlare al telefono, dandomi le spalle.
<< Ve lo sto chiedendo per favore, mi serve una proroga, o una dilazione di pagamento… Tra poco tirerò lo stipendio e pagherò tutti gli arretrati… Signora, lo chiedo per favore, si rende conto del disagio di essere senza telefono?... Ho appena cominciato una relazione con la donna che amo da sempre e sa come mi sento a non poterla chiamare o mandare il messaggio del buongiorno perché mi avete impedito di comunicare?... MA COME SI PERMETTE? NON MI CONOSCE NEMMENO, E NON CONOSCE LA MIA DONNA! SE SUO MARITO SI FA MANTENERE DA LEI SONO CAVOLI SUOI, IO NON MI FACCIO PAGARE LE BOLLETTE DALLA MIA FIDANZATA! LAVORO SODO PER MANTENERMI E LEI È UNA MALEDUCATA E PURE SENZA CUORE! >> Lo sento, urlare probabilmente contro il servizio clienti. Quindi è questo il problema che ha con il telefono? Delle bollette arretrare? Si volta e si accorge di me, dopo aver sbattuto il telefono in faccia alla tizia. Abbassa lo sguardo come se si vergognasse.
<< Perché non mi hai detto qual era il problema? >> Gli domando, posando il pacchettino su una scatola per poi afferrargli dolcemente le mani.
<< Perché mi vergognavo, non si capisce? Ho avuto un paio di bollette di casa salate, e ho saltato quelle del telefono! >> Mi spiega. Mi sollevo leggermente sulle punte per baciarlo.
<< Non c’è niente di male a chiedere aiuto. >> Gli rammento.
<< Per me sì. Soprattutto a te! Ci siamo appena messi insieme, e dovevo venirti a chiedere dei soldi? Non volevo che ti facessi un’idea sbagliata. O che pensassi di me che sono un poveraccio, che non sono in grado di darti… >> Sproloquia. Gli tappo la bocca con un bacio.
<< Sarebbe un prestito, ad ogni modo, se vuoi. Io ti amo, e non mi vergogno a stare con te. >> Gli sussurro, avvertendo l’esigenza di esprimere questi miei sentimenti dopo averli tenuti nascosti e sepolti per anni. Il mio amore sorride, e il suo viso s’illumina.
<< Lo hai davvero detto? >> Mi domanda incredulo. Annuisco ripensando a quanto dev’essere stato brutto per lui non udire risposta da parte mia la prima volta che me lo disse.
 
Stavo consumando la mia colazione a letto, dopo dell’ottimo sesso, godendomi quelle sensazioni d’eccitazione e libertà che la “relazione” con Jimmy mi regalava.
<< Sei strano, questa mattina. Questa bella colazione, e poi mi guardi in modo strano! >> Osservai, voltandomi verso di lui e sorprendendolo mentre mi fissava con gli occhi luccicanti. Allungò una mano per scostarmi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Quel gesto semplice che aveva compiuto altre volte aveva un sapore diverso quella mattina!
<< Lena, io devo dirti una cosa. Credo di essermi innamorato di te! >> Esclamò, lasciandomi basita. Non poteva essere! Insieme ci divertivamo e basta!
<< Credi o lo sai? >> Chiesi allarmata, sperando che la risposta esatta fosse la prima.
<< Fa differenza? >> Mi chiese.
<< Per me sì. Jimmy, io ti sono affezionata, ma insieme ci divertiamo tanto, no? >> Gli chiesi, sedendomi sulle ginocchia per poi strappargli un bacio alla francese.
<< Hai ragione. Ho detto una cosa stupida! Vado a fare dell’altro caffè, ti va? >> Mi chiese, ponendo fine bruscamente a quel confronto. Annuii. La settimana dopo la nostra relazione ebbe fine.
 
<< Sì, io ti amo! >> Ribadisco, un attimo prima di venire travolta da un suo abbraccio. Le mie labbra vengono coccolate dalle sue in modo dolce, ma anche sensuale.
<< Anch’io ti amo Lena. Non hai idea di quanto sia bello sentirtelo dire! >> Esclama.
<< Mi dispiace per non avertelo detto la prima volta… >> Sto per dire quando Jimmy posa il suo indice sulle mie labbra, accompagnando il gesto all’onomatopea.
<< Non voglio più menzionare il passato. Evidentemente non eravamo pronti per una relazione! >> Rammenta.
<< Puoi dirmi tutto, hai capito? >> Gli rammento.
<< Ora lo so. Temevo il suo giudizio perché di certo non avrai mai avuto questi problemi nella tua vita. >> Mi risponde.
<< Hai ragione. In casa mia non ho mai udito frasi del tipo “non possiamo pagare la bolletta”, “niente carne questa settimana” oppure “niente vacanze”! Nella mia famiglia si sentono liti e frasi del tipo “voglio il divorzio”! >> Intervengo. Jimmy mi abbraccia e quando appoggio il capo al suo petto una lacrima sfugge al mio controllo.
<< RAGAZZI, MA CHE FATE? TOGLIETE SUBITO QUEL PACCHETTO DA QUELLA SCATOLA! >> Sentiamo ordinare da Carlos. Merda! Quando sollevo il sacchettino mi accorgo che è rimasta una macchia sullo scatolone.
<< Scusa Carlos! >> Esclamo dinanzi alle occhiate di biasimo del capo, mentre Jimmy ridacchia sotto i baffi.
 
 
 
[Silvia]
Se mi vedessero Camilla e Ugo mi ammazzerebbero! Non appena si sono allontanati per andare in riunione con Diego e gli altri dirigenti, non ho riesistito e ho sfilato dal manichino l’abito da sposa di Olga, o per meglio dire ciò che hanno creato in questi due giorni, partendo da un modello esistente. Diverrà un abito a tubino crochet con ricami e frange, bianco ovviamente. Olga porterà i suoi bellissimi capelli ricci sciolti, aggiungendo come dettaglio una corona floreale. Indosso anche la corona: avendo anche io i capelli ricci ne deduco che quel giorno Olga sarà una sposa bellissima. L’outfit ideale per un matrimonio in spiaggia. Rimiro la mia immagine riflessa allo specchio pensando a quando anch’io indosserò un abito così! Mi allarmo e mi nascondo dietro al separé, portando con me il manichino vuoto, quando sento dei passi femminili. Camilla non sarà molto contenta! Mi affretto a togliermi l’abito prima di rendermi conto che è solo Isabella.
<< Che spavento mi hai fatto prendere! >> Esclamo, uscendo con ancora addosso l’abito.
<< Ma cosa stai facendo? >> Mi domanda.
<< Non ho resistito! È bellissimo, vero? >> Le domando. Annuisce.
<< Quello che hai detto alla banda era davvero solo una fantasia, o è qualcosa di più tipo un desiderio? >> Mi domanda, abbracciandomi da dietro e rimirando le nostre immagini allo specchio.
<< Non posso negarti che tutta quest’aria di matrimonio che si respira, il fatto di aver partecipato insieme per la prima volta a un matrimonio, il fatto che Giulia non abbia neanche considerato che il fautore di quella proposta potesse essere Giulio, mi abbiamo indotta a fare certi pensieri. Mi piacerebbe, sai? >> Le confesso.
<< Pensi che Giulio non voglia sposarsi? >> Mi domanda.
<< No, mi ha detto chiaramente che con me lo farebbe. Fosse per me lo sposerei anche domani. È una follia, vero? Dopo tutto dobbiamo ancora raggiungere il nostro secondo mesiversario. >> Osservo.
<< Bhe, non che Camilla e David stessero insieme dalla notte dei tempi quando si sono fidanzati ufficialmente. Magari Giulio non è tipo da questi colpi di testa? È un ragazzo più concreto, rispetto a David, per ciò vorrà fare le cose con più calma. >> Mi fa notare.
<< E Diego? >> Le domando. Arrossisce dinanzi alla mia domanda.
<< Sai che ne abbiamo parlato, così come abbiamo parlato di figli. Ma credo che sotto questo aspetto la pensi come il tuo Giulio. Tempo al tempo! E poi solo tre mesi fa aveva chiesto ad un’altra donna di sposarlo, per poi accorgersi che non l’amava più… >> Borbotta.
<< Ma questo non accadrà di certo a voi! Ma eri venuta qui per qualcosa? >> Le domando.
<< Sì. Mi è stato chiesto di venirti a chiamare per raggiungere i dirigenti in sala riunioni. >> Afferma.
<< E me lo dici solo ora? Aiutami a cambiarmi! >> La invito. Dopo esserci assicurate di aver rimesso il vestito sul manichino, con relativa coroncina sulla testa, senza che abbia uno spillo fuori posto, ci dirigiamo in amministrazione dove busso alla porta della sala riunioni e vengo invitata ad entrare.
<< Buongiorno a tutti. Isabella mi ha detto che mi cercavate! >> Esordisco. Ugo allontana una sedia dal tavolo per invitarmi a sedermi.
<< Grazie. >> Affermo. Sembra una cosa seria!
<< Abbiamo una proposta per te. >> Esordisce Camilla. Mi rilasso, dopo aver osservato le loro facce serie. Pensavo volessero licenziarmi!
<< Come sai, per ovvie ragioni, Giulia non potrà svolgere la sua professione di modella per un po’ di tempo. Quello che non sai è che avevamo pattuito un accordo con lei affinché partecipasse alla settimana della moda newyorkese, dal 28 Agosto al 10 Settembre. Volevamo proporti di prendere il suo posto! >> Espone Diego. Lo guardo basita.
<< Io? Alla settimana della moda di New-York? Ma sono solo una modella di sartoria! >> Osservo. Deve trattarsi di un sogno!
<< Te la sei cavata egregiamente alla sfilata e le riviste hanno parlato benissimo di te. Ta la caverai altrettanto bene a New-York. >> Si complimenta Roberta, che pensavo avrei odiato in eterno.
<< Ovviamente sfilerai anche per il lancio della prossima collezione, il prossimo 5 Agosto. Sempre che per te non siano troppo stressanti tanti impegni in così poco tempo. >> Precisa Diego.
<< Se vuoi prenderti del tempo per pensarci… >> Interviene Lorenzo.
<< NO! Quale tempo? Accetto! >> Esclamo, preoccupata che prendano un’altra, magari qualche sciacquetta tipo le modelle dell’ultima sfilata. Cèsar mi passa il mio contratto, che afferro delicatamente per paura di sciuparlo.
<< Tesoro, così fai piangere anche me! >> Esclama Ugo. Non mi ero accorta di avere gli occhi lucidi!
<< Grazie per questa opportunità. Non vi deluderò! >> Esclamo. Non vedo l’ora di dirlo a Giulio! Sono ufficialmente una modella professionista!
 
 
 
[Betty]
Per lo meno una cosa rilassante c’è: il silenzio. Ma di sicuro, con le sue sorelle a pochi metri, non posso farmi dire da Camilla se ha ancora delle mire su Daniele! Questa cosa della spa è stata una pessima idea!
 
Armando: Povero mostro! Per lo meno potrai tentare di farla rilassare, no?
Io: Lo spero… per lo meno c’è silenzio… se non fosse così costosa l’entrata in questa spa sarei tornata a casa da te!
Armando: Goditi la giornata amore, se puoi. È da tanto tempo che non ti fai fare un massaggio. Ti amo.
Io: Ti amo anch’io.
 
<< Allora, Beatrice, come vanno i preparativi delle nozze di mio nipote e tua figlia? >> Rompe il silenzio Mariabeatrice.
<< Pare che abbiano scelto la meta del viaggio di nozze. Mia figlia mi ha mandato un vocale stamattina dicendo che andranno in Provenza. >> Narro loro.
<< Mio fratello e sua moglie sono stati in viaggio di nozze in Francia. Un’esperienza indimenticabile! >> Esclama Marcella.
<< Avranno preso l’idea da loro. Io e la mia famiglia siamo stati una volta a Parigi. Invece in viaggio di nozze siamo stati in Italia. >> Racconto, pour parler.
<< Tu Camilla, dove sei stata in viaggio di nozze? >> Domanda Mariabeatrice a Camilla.
<< Non lo abbiamo fatto. Stavo troppo male per via delle nausee. >> Ricorda Camilla.
<< O forse non voleva staccarsi da mio fratello. >> Borbotta velenosa Marcella.
<< No. Non è affatto così. O non mi sarei trasferita in Europa! >> Obbietta Camilla.
<< Dopo esserti fatta sedurre da lui e avergli spezzato il cuore per la seconda volta… comodo! >> Ribatte Marcella. Ecco che comincia la guerra! Entrambe si mettono sedute.
<< Cosa ne vuoi sapere tu di quello che ho passato? Mi hai voltato presto le spalle, dopo che ho lasciato Daniele. Quindi non parlarmi tanto di sentimenti, dopo che non hai neanche saputo fare l’amica! >> Tuona Camilla. Lo sentivo che venire qui era una pessima idea!
<< E non mi sono mai pentita di aver scelto mio fratello ad una che tratta gli uomini come stalloni. Quando ti sei concessa a Daniele non hai mai pensato a quanto male stavi facendo a lui, che stava maturando nuove illusioni, e all’uomo che avevi sposato? >> Le redarguisce Marcella.
<< Ce l’hai tanto con me perché odi la categoria? >> La stuzzica Camilla. Marcella la guarda perplessa.
<< Non serve una mente sopraffina per capire che hai problemi con tuo marito, visto che non lo guardi neanche in faccia. Conosco quell’espressione: l’hai avuta sul volto per anni quando stavi con mio fratello! >> Le infligge un colpo gobbo Camilla. Marcella mantiene il saviore fair e si alza, radunando le sue cose.
<< Bea, ce ne andiamo! Adesso! >> Le ordina Marcella.
<< Quanto a te, Camilla, sei una sgualdrina. >> Sentenzia, prima di allontanarsi. Mi porto una mano al volto.
<< Scusa, Betty. Lo sai che non riesco a tacere! >> Si scusa Camilla.
<< Evita le scuse. Marcella ha ragione su alcune cose: hai giocato con i sentimenti di due uomini! Comunque, se vuoi proprio saperlo, lo scopo di questa gita alla spa era conoscere i tuoi veri sentimenti e dopo questo siparietto, e visto come ti inalberi non appena viene nominato Daniele, mi sembra tutto chiaro! >> Sentenzio, radunando anche io le mie cose.
<< Cosa è chiaro? >> Mi domanda.
<< Che Kristoff per te è stato solo un colpo di fulmine, complicato dall’arrivo di Class. >> Sentenzio.
 
 
 
[Osvaldo]
<< Toc toc. >> Intervengo, accompagnando l’onomatopea con il gesto, reggendo una tazza di caffè per mia figlia.
<< Papà, entra pure. >> M’invita, non reprimendo uno sbadiglio.
<< Ho pensato che avresti gradito un caffè. Hai fatto le ore piccole stanotte? >> Le domando.
<< Grazie papi, mi ci vuole proprio. Sì, ma non per divertimento. Ho passato la serata e parte della notte in ospedale perché Kelly è caduta dalle scale e ha rischiato di perdere il bambino. >> Mi racconta, prima di cominciare a sorseggiare la bevanda scura.
<< Mi dispiace molto. E tu sei felice che il bambino si sia salvato? >> Le domando, per cercare di capire se i miei presentimenti su Gonzalo siano veri, nonostante lui mi abbia detto di non avere mire su mia figlia.
<< Papà, come puoi chiedermelo? Certo che ne sono felice! >> Afferma offesa.
<< Vorrei che ti confidassi anche con me. INSOMMA, TUA MADRE MI HA TRADITO NEL PEGGIORE DEI MODI, EPPURE CONTINUI A PREFERIRE LEI COME CONFIDENTE? >> Sbotto, mentre gli occhi mi divengono lucidi.
<< Papà, mi dispiace di averti ferito. Non è che non eviti di confidarmi con te perché ti consideri un genitore di serie B, anzi lo sai che ti voglio un mondo di bene… ma… >> Balbetta, tormentando la tazza con l’unghia del pollice.
<< Quel tipo ti piace, vero? >> Le domando, preoccupato della risposta. Quando annuisce traggo un sospiro profondo. Ma perché?
<< E anche qualcosa di più, papà. Io lo amo. >> Mi confida.
<< Gli sono grato che ci abbia salvato da un crollo garantito e gode della mia stima per questo ma non è adatto a te. È un playboy, e aspetta un figlio da un’altra ragazza. >> Le faccio notare.
<< Lo so papà. È tutto complicato. Ma in qualche modo la faremo funzionare! Appena Kelly si sarà ripresa chiuderà il fidanzamento. >> Mi confida.
<< Cioè, lui ti ricambia? >> Le domando.
<< Sì, papà. Comprendo le tue obiezioni, e sono dubbi che hanno tormentato anche me, ma è sincero quando dice di tenere a me. >> Obbietta. E così quel tale mi ha mentito e mia figlia finirà per fare la sua amante! 
<< Sii prudente, tesoro. Non ti devi accontentare, o scendere a compromessi, ti prego. >> La supplico. Mi accarezza una mano che tengo sul suo tavolo.
<< Non preoccuparti, papà. Ci andrò con i piedi di piombo. Tu come stai? >> Mi domanda.
<< Ho preso tre di quelli, da stamattina! >> Rispondo, indicando il caffè che sta bevendo. Ho passato la notte in bianco ripensando a quanto mi ha detto Mariapaola!
 
 
 
[Diego]
Mi beo dei suoi baci, del suo olezzo, del dolce tocco delle sue dita contro la mia nuca, mentre la fine della giornata sta per avvicinarsi.
<< Ho una gran voglia di dare buca a tutti per chiuderti in camera da letto… >> Sussurro, intervallando le parole a dei baci. Sorride.
<< Credo che tua sorella e mio fratello la prenderebbero a male. >> Obbietta. In effetti!
<< Spero tu stia pensando a me. >> Protesto, vedendola assorta.
<< No, a David! >> Esclama. Inarco un sopracciglio, abbastanza contrariato.
<< È che certe volte, soprattutto quando parlo di lui o degli altri come miei fratelli, non mi sembra vero di averne. Sono stata figlia unica e mi sono sentita sola per tutta la vita. >> Ricorda. Le accarezzo il ciuffo.
<< Non lo sei più, amore. Prima o poi ti ci abituerai! >> Rispondo ammirando i suoi bellissimi pozzi celesti. Sto per baciarla ma desisto quando vedo aprirsi la porta del mio ufficio e quattro modelle fanno irruzione. Sospiro non nascondendo un ringhio.
<< Scusa, Diego. Non sono riuscita a fermarle! >> Esclama Annamaria, dietro di loro.
<< Tranquilla Annamaria. Non fatico a crederti. Buona sera. Dannazione, non si usa più bussare?! >> Le redarguisco. Le tipe (AnaLaura e Chiqui, che hanno partecipato all’ultima sfilata, e Abegail e Luz, una delle quali è stata una mia avventura) guardano Isabella dall’alto in basso.
<< Ciao, Diego. Mi è sembrato assurdo quando la tua segretaria mi ha detto che eri impegnato e non potevi riceverci! E sappi che sono molto offesa per non essere stata presa per l’ultima sfilata! >> Si lamenta Luz, avvicinandosi a me per tentare di salutarmi con un guancia a guancia a ma mi sottraggo.
<< Niente di personale. I casting vengono svolti con rigore e professionalità, come sapete! Cosa posso fare per voi? >> Chiedo, mantenendo un atteggiamento formale e professionale. Fino a poco tempo fa sarei stato più disinvolto con loro, ma ora queste tipe mi urtano solo ai nervi!
<< Vi lascio soli! >> Esclama Isabella.
<< Può portarmi un succo di pompelmo? Voi ragazze, cosa volete? >> Domanda Abegail alle altre.
<< Ma siamo matti?! Come ti permetti? La signorina non è una cameriera! È la mia fidanzata per tanto ti invito ad arrangiarti se hai sete! >> Sbotto. E poi si chiede come mai non lavora più per noi?
<< Amore, resta pure. Tanto sarà una cosa veloce, e poi usciamo assieme. Passiamo in pasticceria, ma prima di andare a casa di mio fratello vorrei passare da casa per farci due coccole! >> Esclamo, baciandola castamente. Luz tossisce.
<< Non l’avevo riconosciuta. Sulle foto dei social e dei blog sembra più alta. >> Interviene Luz. Maledetta!
<< Cosa vuole che le dica? L’effetto delle foto è questo. Non per niente voi modelle sembrate tutte bellissime sulle riviste, ma poi! >> Risponde Isabella. Sono costretto a mordermi le labbra per non scoppiare a ridere. L’amo più della mia vita. Luz socchiude gli occhi, non troppo contenta del suo commento!
<< Torniamo a noi? Come potete aver intuito, la mia fidanzata ed io abbiamo diversi impegni. Cosa posso fare per voi? >> Domando loro.
<< Abbiamo saputo che Giulia Valencia non è stata attenta e che è incinta. Ops, scusa, si tratta di tua sorella! >> Esclama Luz, rivolgendosi a Isabella sul finale della frase e portandosi una mano alla bocca, fintamente dispiaciuta per il commento su Giulia.
<< Questione di punti di vista. Voi, che siete sole, la vedete come una sciagura. Ma per chi ha trovato l’amore della vita è un’esperienza bellissima. È l’effetto dell’invidia, credo che voi la conosciate bene, no? >> Ribatte Isabella. 2 a 0 per la mia fragolina! Potrei anche sedermi a braccia conserte e lasciare a lei queste quattro vipere. La mia piccola se la cava benissimo anche senza di me, mi preoccupo troppo per lei!
<< Ad ogni modo, siamo qui per candidarci a prendere il suo posto come modella di punta. A settembre Giulia doveva andare a New York, no? >> Taglia corto Analaura.
<< Punto primo: per queste cose, come ormai doveste sapere, vengono messi fuori dei bandi e di conseguenza l’azienda compie del casting. Punto secondo, venendo qui a fare le lecchine da me avete solo perso tempo! Punto terzo: questa volta non ci sarà nessun bando perché abbiamo già scelto la sostituta della signorina Valencia. >> Rivelo. Si elevano cori disapprovazione di “ma come?!”.
<< E chi è questa?! >> Protesta Chiqui, quando la porta si apre nuovamente. Bussare sembra passato di moda! 
<< Diego, a proposito di New-York… Ops, scusa, non sapevo fossi in riunione! >> Afferma Silvia, arrivando proprio al momento giusto.
<< Non preoccuparti, Silvia. Anzi, arrivi al momento giusto. Sarà lei a sostituire la signorina Valencia alle prossime sfilate dell’Ecomoda e a New-York! >> Annuncio.
<< Una dilettante? Vuoi scherzare? >> Domanda Luz.
<< Io me ne vado! Altro che casting condotti con professionalità e imparzialità… Guarda caso la sostituita di Giulia è la ragazza di suo fratello! >> Afferma offesa Chiqui, imboccando l’uscita.
<< Silvia, saluta le tue non-colleghe! Ciao, ciao! >> Le saluto agitando la mano. Scoppiamo tutti a ridere quando se ne sono andate.
<< Diego, ma questo non vi causerà guai quando si saprà che non è stato indetto nessun casting per questo posto, ma che sono stata scelta solo perché sono la fidanzata di Giulio? >> Mi domanda Silvia.
<< Punto primo: ti abbiamo scelta perché sabato scorso hai fatto un figurone. Punto secondo: ci fidiamo di te, anziché di un’estranea. Punto terzo: la loro è solo invidia, una materia che conoscono bene, come la detto loro Isa! E per finire, semmai dovessero dire in giro che in quest’azienda regna il nepotismo, possiamo sempre scagliare loro contro nostro suocero e sua moglie! >> Esclamo, facendo ridere la mia fidanzata e mia cognata.
<< Veramente hai detto loro questo? >> Domanda Silvia divertita a Isa la quale, tutta rossa, annuisce.
<< Sì. Dovevi sentire come ha risposto a quelle galline! >> Osservo orgoglioso.
 
 
 
 
[Maria]
<< Papà, se vuoi faccio io. Non sei obbligato a farlo tu! >> Mi offro. Ma Paola quando arriva? L’ho chiamata immediatamente quando papà ha tirato fuori due borse e, in preda ad un raptus, ha cominciato ad ammucchiarvi dentro gli ultimi effetti personali che mamma ha lasciato qui.
<< No, tesoro, tranquilla. Faccio io. >> Declina.
<< Devi spedire queste cose alla nonna che è in vacanza? >> Gli domanda Tommy.
<< Una cosa del genere, piccolo. >> Risponde papà, quando vediamo Paola entrare nella stanza da letto. Papà chiude la cerniera del primo borsone.
<< Ciao papà. C’era tempo per pensare a queste facezie. Potevi delegare a noi. >> Saluta, avendo la mia stessa idea.
<< Ciao tesoro. Ti va di portare queste cose fuori di qua? Non le voglio più vedere! >> Esclama. Paola annuisce, rassegnata.
<< Ciao. Ti ho chiamata immediatamente. >> La saluto.
<< Ciao, sorellina. Hai fatto bene. >> Mi risponde, sospirando e lanciandomi uno sguardo abbastanza eloquente.
 
 
 
[Marcus]
Sono sempre più confuso, a proposito di questa faccenda. Non appena rientro, faccio accomodare Mariapaola nello studio e chiudo la porta alle mie spalle.
<< Marcus, mi sto preoccupando. Cosa sta succedendo? Oggi sono impazzita. Sono rimasta chiusa tutto il giorno, ho addirittura preparato il pane e un dolce per rimanere occupata e resistere alla tentazione di andare da mia figlia, sai da quanto non cucinavo? >> Mi domanda, mentre prende posto sulla sedia al di là della mia scrivania. Io mi accomodo sulla mia poltrona.
<< Oggi ho chiamato il mio investigatore privato di fiducia e gli ho chiesto di compiere delle ricerche. Così per scrupolo. Ed è emerso qualcosa di interessante sulle finanze di tua figlia. >> Inizio a raccontare, ignorando le sue battute, delle quali ora non sono decisamente in vena!
<< Notizie di che tipo? >> Mi domanda. Le passo il figlio con tutte le informazioni del caso.
<< Negli ultimi quattro anni tua figlia ha ricevuto mensilmente una cospicua somma di denaro da uno dei miei figli. Ma non si tratta di Sebastian! >> Le espongo.
<< Io non ne avevo idea. Ci ha detto di essersi affidata a un investitore esperto, che ha fatto fruttare al meglio i suoi risparmi. >> Risponde.
<< Non è così. >> Le faccio notare, versando due bicchieri di whiskey. Mariapaola trangugia il suo per poi sollevare il bicchiere per farmi cenno di versargliene ancora.
<< Ma cosa centra adesso Gonzalo? >> Mi domanda.
<< Che quel bambino abbia qualche legame con la mia famiglia credo sia ovvio, vista la somiglianza con me da piccolo. Ma se Sebastian non fosse stato l’unico ad andare a letto con tua figlia? >> Propongo come idea. I miei figli hanno combinato un bel pasticcio!
 
 
 
[Paola]
Mi aspettavo che questa sarebbe stata una giornata complicata! Dopo la complicata giornata, desiderosa di un bagno caldo e di rimanere da sola nel mio appartamento, mi ha chiamato mia sorella: papà non ha preso bene ciò che ha saputo di ieri dalla mamma e ha pensato bene di sfogare il suo malessere dedicandosi alle pulizie di primavera! Ha riempito due borsoni con le poche cose di mamma che erano rimaste in casa. In ufficio ho provato a sollevargli un po’ il morale, ma ci vorrebbe un miracolo e non lo biasimo! Per accontentare mio padre mi sono offerta di portare a mia madre questi due pesanti borsoni con le sue cose, perciò eccomi qui dinanzi alla porta della sua nuova casa, che divide con Marcus. So che non è elegante presentarsi senza preavviso, ma sono sicura che mia mamma chiuderà un occhio! Sto per suonare il campanello quando una donna con due borse della spesa mi raggiunge.
<< Buonasera. Lei dev’essere una delle figlie della signora? >> Mi domanda. Posa le borse sullo zerbino ed estrae delle chiavi.
<< Esatto. Sono Paola Ribeiro Solari, molto piacere. Non sapevo che mia madre avesse una donna di servizio. >> Osservo.
<< Mi chiamo Aida. È il mio primo giorno. >> Mi spiega, spostandosi per farmi entrare in casa.
<< Prendo io questi borsoni, signorina. Credo che sua madre e il signore siano nello studio. >> Si offre. La ringrazio, prima di seguire il suono delle loro voci. Sento mamma dire “non ci posso ancora credere! Paola la prenderà malissimo!”, con tono molto preoccupato. Ma di cosa parla? Alzo la mano con il proposito di bussare contro la porta socchiusa ma mi blocco quando odo le loro parole.
<< MIO FIGLIO NON LA PASSERA’ LISCIA! PER TUTTI QUESTI ANNI HA PAGATO MARIA, PERCHE’ NON RIVELASSE LA PATERNITA’ DI SUO FIGLIO! >> Tuona molto alterato Marcus. Mi appiattisco contro la parete, mentre il cuore comincia a palpitare forte.
<< È tutto così assurdo e complicato! Paola è innamorata di tuo figlio. Quando lo saprà le si spezzerà il cuore! Amore, cosa possiamo fare? >> Domanda mia mamma disperata al suo compagno. Mi porto una mano alla bocca per costringermi a non urlare mentre gli occhi mi si inumidiscono. Gonzalo è il padre di mio nipote? Scappo sconvolta, lasciando la domestica perplessa, perché non voglio ascoltare altro!
 
 
 
[Giulio]
Esco dal bagno, dove mi stavo rifilando la barba, quando la sento rientrare. Mi accorgo che regge una bottiglia di vino (che sembra costosa) e la bacio castamente. Sembra allegra!
<< Sono passata in enoteca! >> Annuncia.
<< Cosa festeggiamo? >> Le domando, mentre posa la bottiglia ed estrae due calici.
<< Il mio nuovo contratto come modella professionista! >> Annuncia.
<< Davvero?! >> Le domando prima di abbracciarla e baciarla.
<< Sono ufficialmente la modella di punta dell’Ecomoda e andrò a New-York con Ugo! La settimana della moda newyorkese, ti rendi conto!? Mia madre impazzirà quando lo saprà! >> Afferma felicissima. L’attiro a me fino a che il suo petto non aderisce al mio.
<< Del resto alla sfilata sei stata bravissima! Sono orgoglioso di te, piccola. Sai cosa penso? >> Le domando.
<< Cosa, amore? >> Mi domanda, mentre rimiro i suoi occhi smeraldi.
<< Che faremo tardi alla cena! >> Esclamo, prendendola in braccio. Mi beo del suono della sua risata.
 
 
 
[Kelly]
<< Sei comoda, o ti prendo un altro cuscino? >> Mi domanda Gonzalo, stranamente premuroso dopo il mio incidente. Forse ha davvero ragione mia suocera, e gli serve solo un po’ di tempo per metabolizzare la sua nuova vita?
<< Sto bene, grazie. Si sente un buon profumino. >> Osservo. Stasera ha anche pensato alla cena. Tuttavia evita accuratamente ogni contatto fisico con me, anche un banale bacio a stampo.
<< Non è niente di speciale, solo delle polpette di carne bianca. >> Minimizza. Mi protendo verso di lui con il proposito di baciarlo ma si discosta con una scusa.
<< Si stanno asciugando troppo, vado a vedere la pentola. >> Adduce come scusa. Qualcuno suona energicamente il campanello non appena si alza. Mi tolgo la coperta di dosso.
<< Guarda pure la cucina, apro io. Potrò fare almeno questa semplice operazione. Magari è tua madre che vuole sapere come sto. >> Ipotizzo.
<< Va bene. Ma ricordati che tra poco mangiamo, cerca di non farla restare molto. >> Mi rammenta, dirigendosi in cucina. Sono ancora allo scuro di cosa sia successo tra di due. Helena non mi ha più aggiornato visto quello che è successo.
<< Paola, ciao. Che cara che sei v… >> La saluto, cercando di ringraziarla per la visita, quando apro la porta. La sua espressione è tutt’altro che serena.
<< Dov’è? >> Domanda, entrando come una furia.
<< Paola, ciao. >> La saluta Gonzalo, attirato fuori dalla cucina dalle nostre voci. Paola attraversa la zona soggiorno con ampie falcate e osservo attentamente il suo braccio alzarsi, e la sua mano scagliarsi sulla gota di Gonzalo. Chiudo la porta per poi portarmi le mani al volto.
<< SEI UNO STRONZO! >> Tuona Paola. Osservo la scena completamente spiazzata.
<< Ti dispiace dirmi per… >> Cerca di chiederle Gonzalo.
<< SEI UN BASTARDO! UN BUGIARDO! >> Prosegue a strillare Paola, spintonando il mio fidanzato, che cade seduto sul bracciolo di una poltrona.
<< Paola, ma sei impazzita?! >> Intervengo. Ma cosa le è preso? Quando si volta osservo il suo volto rigato dalle lacrime.
<< IMPAZZITA MI SEMBRA RIDUTTIVO! Kelly, vuoi sapere perché l’ho schiaffeggiato? Vuoi sapere cos’ha fatto quest’essere ripugnante, questo bastardo? >> Mi domanda. Annuisco sgomenta.
<< NEGLI ULTIMI 4 ANNI HA MANTENUTO MIA SORELLA, AFFINCHE’ NON DICESSE A NESSUNO CHE LUI È IL PADRE DI SUO FIGLIO! >> Tuona Paola, lasciandomi sgomenta.
<< Gonzalo, è vero? >> Gli domando sconcertata.
<< Sì, è vero… >> Ammette, quando si alza dalla poltrona. Non fa in tempo a finire la frase perché un altro ceffone di Paola gli colpisce la gota.
<< MI FAI SCHIFO! NON TI VOGLIO PIU’ VEDERE! PER ME SEI MORTO! >> Tuona Paola fuori di sé, senza lasciare il tempo a Gonzalo di replicare. Si volta, esce di casa e sbatte la porta dietro di sé. Ci guardiamo sgomenti, ho le parole bloccate in gola. Passano pochi istanti prima che Gonzalo si fiondi fuori di casa per rincorrerla. Siedo sconcertata sul sofà, portandomi una mano alla bocca. Era di Paola il mascara sul colletto della sua camicia?
 
 
 
[Marcus]
Mi scoppia la testa! Un po’ per i pensieri, un po’ per questi whiskey che ho bevuto prima di cena! I nostri discorsi vengono interrotti quando sentiamo la nuova domestica bussare alla porta del mio studio.
<< Aida, si accomodi. Ha trovato tutto al super mercato? >> Le domanda Mariapaola.
<< Sì, signora. È passata sua figlia che ha lasciato due borsoni, ma poi è scappata via di fretta! >> Ci racconta. Mariapaola ed io ci scambiamo uno sguardo eloquente.
<< Quale delle due? Aveva i capelli lunghi e gli shatush o il carré e i capelli dorati? >> Le domanda Mariapaola.
<< La seconda, signora. L’ho incrociata sulla porta e le ho detto che poteva trovarvi nello studio. Ho fatto qualcosa di male? >> Ci domanda Aida.
<< NO, MACCHE’! HA SOLO FATTO SCOPPIARE LA TERZA GUERRA MONDIALE! NON LO SA CHE QUANDO IL PADRONE DI CASA È NEL SUO STUDIO È PERCHE’, CON OGNI PROBABILITA’ STA DISCUTENDO DI COSE IMPORTANTI E, DI CONSEGUENZA, OGNI OSPITE VA ANNUNCIATO? EPPURE SUL SUO CURRICULUM VITAE VANTA ESPERIENZA COME DONNA DI SERVIZIO DI FAMIGLIE PRESTIGIOSE! >> Sbotto. Ma roba da matti!
<< Amore, temi che ci abbia sentiti? >> Mi domanda Mariapaola.
<< Sì, mi pare ovvio. Sennò perché fuggire via? >> Mi domando.
<< E ora cosa facciamo? >> Mi chiede Mariapaola.
<< Cominciamo cercandola nel suo appartamento. >> Suggerisco.
<< Mi dispiace molto! >> Esclama la domestica, beccandosi una mia occhiataccia.
 
 
 
 
[Diego]
<< Sei impazzito? Vuoi fare l’amatriciana con la pancetta? Ci va il guanciale! >> Protesto verso mio fratello, nella sua cucina, alle prese con questa riunione con annessa cena improvvisata per aiutare mia sorella e David con il tabloid del matrimonio.
<< Non potevi incaricarci dei centritavola? Di scrivere i segnaposti? Di scrivere i destinatari sulle partecipazioni? Proprio il tabloid dovevi affidarci? >> Protesta Silvia dal soggiorno. Ridacchiamo.
<< Mi fido di voi, ragazzi! Non potevamo certo affidare la missione a quello che li ha fatti per le nozze di domenica. >> Osserva mia sorella.
<< No di certo! Quel tale deve soffrire di numerose malattie mentali. >> Commenta Giulio.
<< Bhe, se volete fare a cambio e occuparvi del compito che hanno affidato a me, non mi lamento! >> Protesta Cèsar, prima di tirare su con il naso, intento a tritare le cipolle rosse di tropea. Ridacchiamo.
<< Comunque ha ragione Diego. Ci va il guanciale. >> Interviene la mai fragolina. Questo tipo di pasta è il primo piatto che abbiamo mangiato insieme. Non possono cogliermi impreparato su tale argomento!
<< Bhe, c’è solo la pancetta. Accontentatevi. >> Risponde Lorenzo, quando suona il campanello.
<< Saranno Lena, Class, Jimmy e Francesco. >> Interviene Camilla, dato che mancano solo loro.
<< Prevedo non poche tragedie per questa serata: Silvia, Lena, Giulio e Jimmy nella stessa stanza. Ma proprio casa mia dovevamo scegliere per questa allegra riunione?! >> Si lamenta Lorenzo, strappandoci un sorriso.
<< Magari ti sbagli? L’astio che provavo per Lena è morto e sepolto! >> Esclama Silvia, raggiungendo la cucina per prendere una manciata di pretzel da una ciotola. Lorenzo inarca un sopracciglio. Capiamo a cosa si riferisce quando la padrona di casa apre la porta e Lena entra tenendo per mano Jimmy, e Class tiene per mano Francesco. Alcuni dei presenti, non a conoscenza della nascita di queste nuove coppie (io ad esempio non sapevo di Lena e Jimmy) si scambiano sguardi sorpresi. Cominciano i saluti di rito.
<< Con tutti i grattacapi che ha vostro zio, sarà contento come una Pasqua di scoprire che Lena è tornata con Jimmy e che Class è gay. >> Borbotta David, verso me e mio fratello.
<< Sei spiritoso David, una dote innata in un po’ tutti i nostri rami famigliari. Ad ogni modo mio padre sa già di me e Francesco. Un’altra cosa che ha scoperto origliando cosa si dicessero tuo padre e mia madre! >> Ci spiega Class.
<< Quindi ne deduciamo che non sappia ancora di Lena? >> Gli domanda Michael.
<< No, non lo sa. A mia sorella sembrava eccessivo sconvolgerlo ulteriormente con questa notizia. >> Ci spiega Class.
<< Bhe, considerando che la città è ancora in piedi, ne deduco che abbia preso abbastanza bene la notizia che ti riguarda. Di conseguenza, fossi stato in Lena, avrei approfittato del suo stato di indifferenza verso qualunque altra notizia per dirglielo! >> Commenta Lorenzo.
<< Ecco come mai Silvia è così contenta dalla sera del matrimonio! >> Commenta Michael. In effetti, ora che Lena si è fidanzata, non rischia più di vederla gironzolare attorno a Giulio.
 
 
 
 
[Gonzalo]
Faccio le scale volando, per poterla raggiungere. Ma cosa cazzo è successo?! Come ha scoperto dei soldi che ho dato a sua sorella? E soprattutto: se sa la verità perché diamine pensa che sia io il padre di Tommy? Con le guance ormai rigate dalle lacrime, la raggiungo un’istante prima che possa salire sulla sua 500. Le afferro un braccio costringendola a voltarsi.
<< NON TOCCARMI! >> Strepita.
<< Ti vuoi calmare e ascoltarmi?! >> La supplico, afferrandola per entrambe le spalle. Si dimena liberandosi presto dal mio tocco.
<< NO! NON ASCOLTERO’ UN’ALTRA PAROLA DI QUELLE CHE ESCONO DALLA TUA BOCCA PERCHE’ SONO SOLO MENZOGNE! ME LO AVRESTI DETTO, PRIMA DI PORTARI A LETTO ANCHE ME? >> Mi accusa, voltandosi per salire al posto di guida della sua auto. Come sempre non mi da modo di parlare! L’abbraccio da dietro, cercando di fermarla. Mi beo del suo odore, permettendo ai suoi capelli soffici di sfiorarmi le guance. Capelli che saranno ora pregni delle mie lacrime, della mia disperazione.
<< Ti prego, ascoltami, le cose non stanno come pensi tu…. Io ti amo! >> Le confesso, sussurrandoglielo all’orecchio, con la voce rotta dal pianto. Trema tra le mie braccia.
<< Lasciami andare! >> Mi ordina, liberandosi di me con una gomitata. Sale sulla auto e parte, lasciandomi sconcertato.
<< TI AMO! >> Urlo, nell’illusione che possa sentirmi, osservandola allontanarsi da me.
 
 
 
[Kelly]
Respiro ripetutamente, come fanno le donne in avanzato stato di gravidanza ai corsi pre-parto, per ritrovare la calma, aspettando che Gonzalo torni. Lo guardo torva quando rientra.  Si ravviva i capelli dirigendosi verso la cucina, dove apre il frigo e stappa una birra.
<< Ma davvero? È questa la tua priorità? Bere una birra anziché fornire una spiegazione alla tua fidanzata? >> Intervengo incredula.
<< Cosa posso dirti? Hai sentito da Paola la spiegazione! >> Esclama. Paola! La mia “amica”, un po’ troppo sconvolta per essere solo arrabbiata perché un suo amico le ha mentito sul fatto di essere il padre di suo nipote. Era troppo sconvolta! Tengo per me questi sospetti.
<< Sei il padre di quel bambino? >> Gli domando.
<< Scusami, ma non ho la forza di starti a sentire. >> Svicola. Afferra le chiavi della sua auto e, portandosi dietro la birra, esce di casa, lasciandomi incredula.
 
 
 
[Roberta]
 Il mio amore mi abbraccia, sorprendendomi da dietro. Sussulto.
<< Scusa, non volevo farti paura. >> Mi sussurra all’orecchio.
<< Quando abbiamo deciso di fare la cena qui mi sono preoccupata per l’incolumità di questa casa. Invece sembra andare bene, no? >> Osservo, voltando leggermente il capo. Lorenzo mi bacia.
<< Con la notizia del fidanzamento di Lena, sì. Sennò avremmo rischiato che Lena e Jimmy o Lena e Silvia si accapigliassero! >> Osserva.
<< Perciò hai preso bene la notizia? >> Gli domando sotto voce. Mi volto e gli allaccio le braccia al collo. Mi guarda perplesso.
<< Hai fatto carte farse per far accoppiare tua cugina con Giulio, per impedirgli di stare con Silvia, per le ragioni che sai. >> Gli ricordo, coperta dal frastuono delle voci dei nostri ospiti, che si sovrappongono.
<< È cosa vecchia, amore. Non voglio più deluderti, e ho accantonato quel folle progetto! >> Mi rammenta. Ci scambiamo un bacio. Veniamo separati dal suono del campanello. Lorenzo guarda di chi si tratta e preme il pulsante per far aprire il cancello. Mi lancia un’occhiata prima di aprire la porta da cui entra Paola completamente in lacrime. Tutti i nostri ospiti si azzittiscono.
<< Scusate se sono piombata qui senza avvisare… >> Biascica, un attimo prima di abbracciarmi e di nascondere la testa nell’incavo del mio collo.
<< La frittata è fatta. >> Commenta Lorenzo. Evidentemente Gonzalo le ha detto tutto, dubito che stia così perché la sua coppia vip preferita si è lasciata.
<< Le prendo un bicchiere d’acqua. >> Si allontana Camilla, mentre la faccio accomodare sul divano. Paola tenta di asciugarsi il naso con un fazzolettino oramai ridotto a brandelli. Lena fruga nella sua borsetta e gliene passa uno intero e Paola in risposta ringrazia. Trema, e quasi mi lava il divano, quando afferra il bicchiere d’acqua che Camilla le porge, ringraziando anche quest’ultima.
<< Immagino che Gonzalo te lo abbia detto. >> Esordisce Diego. Paola annuisce.
<< Quindi tu lo sapevi già? Da quanto tempo? >> Gli domanda.
<< Calma! Io, mio fratello, Roberta e Isabella lo abbiamo saputo qualche giorno fa, quando Gonzalo ci ha detto della gravidanza di Kelly quindi giù le armi. >> Risponde Diego, sollevando entrambe le mani.
<< Scusate se sono piombata qui così, credevo foste soli. Magari è il caso che vada, vi ho disturbati abbastanza e ho dato spettacolo. >> Interviene, afferrando la sua borsetta che ha appoggiato per terra con poca grazia.
<< Non puoi guidare in questo stato. Potresti prenderti qualche minuto, non credo che a Lorenzo e a Roberta darà fastidio. >> Interviene Giulia, sorprendendo tutti. Il suo futuro sposo le sorride orgoglioso prima di baciarla.
<< Grazie mille. Posso andare un attimo in bagno? >> Chiede Paola.
<< Certo. È di sopra, infondo al corridoio. >> Le indico.
<< Hai mangiato? È avanzato del sugo… >> Le domanda Isabella.
<< È stato Cèsar a dire di abbondare. Penso ti ricorderai della fame atavica dei Mora! >> Esclama Lorenzo, strappando un sorriso a tutti, che guardano Cèsar.
<< So che non mangi cose così pesanti, specialmente alla sera, ma per stasera dovrai accontentarti. Dopo ci sono anche i pasticcini. >> Interviene Diego.
<< Grazie a tutti. Un po’ di pasta l’accetto. Scusatemi. >> Si congeda, imboccando le scale. I presenti cominciamo a borbottare.
<< Paola e Gonzalo? Ma davvero? >> Domanda Cèsar.
<< Ma cos’è successo? Cosa le ha detto per ridurla così? >> Domanda Lena.
<< La nostra cena di fidanzamento è finita come sappiamo, e stasera che ci siamo riuniti per dei consigli sui preparativi delle nozze va così. E se andassimo in viaggio di nozze a Lourdes? >> Propone Camilla a mio fratello, facendo ridacchiare tutti i presenti.
 
 
[Angelina]
Non so più cosa tentare per cercare di risollevare il morale di mio marito. A cena, nel ristorante di questo bell’hotel, non ha toccato cibo! Mano nella mano attraversiamo la hall per tornare nella nostra stanza quando vediamo sua madre al bancone della reception. Sebastian alza gli occhi al cielo.
<< Le hai detto tu dov’eravamo? >> Mi domanda.
<< No, amore. Lo giuro. >> Gli rispondo, quando vengo soccorsa da mia suocera.
<< Non è stato difficile trovarvi: sono solo due gli alberghi dove vi piace appoggiarvi quando venite a Bogotà. >> Gli fa notare mia suocera.
<< E adesso cosa intendi fare? Continuare a propinarmi la storia che hai agito per amore? >> Helena sta per ribattere quando viene distratta dallo squillo del suo smartphone.
<< È Kelly. >> Annuncia, prima di rispondere.
<< Tesoro, ti posso richiamare tra 10 minuti?... Calmati, cara, non ti capisco se non smetti di piangere!... >> La sentiamo dire.
<< Cos’altro è successo ancora?! >> Si domanda mio marito.
<< Non posso crederci… Suo padre?... È un’assurdità, quella lì dev’essersi inventata tutto!... Come sarebbe che ha confermato le sue accuse?... Passami Gonzalo!... E dov’è andato?... Ok, veniamo subito da te… Stenditi e stai tranquilla! >> La sentiamo dire.
<< Helena, cosa succede? Si sente male? >> Le domando. Mia suocera è sbiancata.
<< Paola. Quella pescivendola è andata a casa loro e ha fatto una scenata! Afferma che Gonzalo sia il padre di suo nipote e che abbia mantenuto Maria per tutti questi anni, perché mantenesse il segreto! >> Ci racconta. Spalanco leggermente le labbra osservando mio marito che deglutisce a vuoto, sconvolto quanto me. Ho sempre saputo che mio cognato non era uno stinco di santo, ma mai mi sari immaginata una cosa simile.
 
 
[Paola]
Mi prendo il tempo che mi serve prima di uscire da questo bagno. Non riesco a smettere di piangere! Ho il cuore spezzato in due.
 
Ero sempre più preoccupata per ciò che sarebbe accaduto tra poco tempo. La sfilata si stava avvicinando e più passavano i giorni più volevo tornare indietro con il tempo e non aver mai dato quel filmato a mia madre! Dopo aver dato il bacio della buonanotte ad Alec aprii la porta del mio appartamento annunciano a gran voce a Kelly il mio rientro. Capii che era in bagno dal fatto che sentii qualcosa cadere per terra in quella direzione.
<< Paola, sono io! >> Mi annunciai, bussando leggermente con le nocche alla porta, e accostandomi ad essa.
<< Ho passato con Alec una serata bellissima ma nonostante questo non riesco a togliermi dalla testa quella faccenda del video. Ti rendi conto che presto la reputazione di Diego e Giulia sarà macchiata e sarà colpa mia? Potrei finire in prigione. Oddio, non ci posso pensare! Oltretutto ho paura che Alec prima o poi mi pianti, a forza di sentire i miei lamenti su questa storia. >> Sproloquiai, attraverso la porta.
<< Kelly, mi stai ascoltando? >> Chiesi, non udendo alcuna reazione. Avvampai quanto aprii la porta, redendomi conto che non era la mia amica Kelly in bagno! Gonzalo, completamente nudo, si stava asciugando una gamba che teneva appoggiata al water. A impedirmi di vedere la sua parte più virile era solo la sua coscia. Capii che non aveva sentito una parola di quello che avevo detto quando si tolse gli auricolari dalle orecchie, nel contempo in cui abbassava la gamba.
<< No, per carità! Vestiti! >> Esclamai, voltandomi prima che accadesse l’irreparabile. Richiusi la porta alle mie spalle raggiungendo il soggiorno, con il respiro fuori controllo. Insomma, non era il primo uomo nudo che vedevo, perché mi sentivo così? Cercai di darmi un contegno quando mi raggiunse in salotto, con solo l’asciugamani addosso. Mi tornò alla mente quel momento nel parcheggio sotterraneo, quando tentò di baciami.
<< Kelly? >> Chiesi.
<< È uscita a comprare qualcosa da asporto. Eravamo affamati! >> Rispose con fare malizioso. Deglutii.
<< È troppo chiederti di indossare degli abiti civili? E poi chi ti ha autorizzato a farti la doccia a casa mia? >> Chiesi. Oddio! Si era lavato nella MIA doccia! Avrei dovuto dire alla domestica di disinfettare tutto con la candeggina, e avrei dovuto comprare spugne nuove! Solo il pensiero di quale parte corporea avrebbe potuto toccare la mia spugna mi fece avvampare nuovamente.
<< Ti metto così a disagio? >> Mi chiese, ammiccando.
<< Non si tratta di questo. Cercavo solo di insegnarti un po’ di buona educazione! >> Risposi contrita. Più si avvicinava a me più arretravo. Stava con la mia amica e stava palesemente cercando di sedurmi, era proprio uno stronzo!
<< Tutto qui? E perché sei rossa in volto? >> Mi prese in giro, divertito.
<< Per il vapore. In bagno ci saranno duemila gradi! >> Addussi come scusa. Se pensava di sortire in me reazioni diverse dal disgusto, si sbagliava! Ci voltammo verso l’ingresso quando sentimmo una chiave infilarsi nella toppa. Per fortuna avevo dimenticato le mie chiavi dentro alla serratura perciò Kelly non riuscì ad aprire. Suonò il campanello.
<< Paola, sei in casa? Amore? Ci sono le chiavi per dentro! >> Chiamò.
<< Vatti a vestire. Non vorrei che pensasse chissà che cosa. Oltre a perdere la sua amicizia perderei la mia reputazione, se si pensasse che tra di noi c’è qualcosa! >> Gli ordinai.
<< Ma tra di noi c’è qualcosa, tesoro! >> Esclamò, avvicinandosi a me e posandomi un bacio su una guancia. Mi discostai disgustata. Odioso!
 
 
Dopo attimi di pausa, riprendo a piangere, quando riemergo da quel ricordo che ora è per me tanto bello quanto doloroso! Ti amo. Mi ha detto proprio queste parole quando mi ha abbracciata, nell’estremo tentativo di non farmi andare via. Ma quanto sincero era? Che significato hanno avuto per lui quelle due parole, per me importantissime. Riemergo dalle mie recriminazioni quando sento bussare alla porta del bagno.
<< Tutto apposto? >> Mi domanda la voce di Roberta. Annuisco, dopo aver aperto la porta.
<< Ti ho sporcato l’asciugamano di trucco, scusami. >> Le spiego.
<< Non importa. Scendiamo? I ragazzi hanno calato la tua pasta. Gli uomini stasera si sono messi in cucina, pur di non occuparsi dei preparativi del matrimonio! >> Mi spiega, probabilmente cercando di distrarmi. Accenno un debole sorriso.
<< Stavate parlano delle nozze di Giulia immagino. >> Rispondo.
<< No. Delle nozze di David e Camilla, non lo sapevi? >> Mi domanda. Scuoto il capo cercando di reprimere il pianto. Un altro matrimonio a cui non sarò invitata! Il gruppo, intento a chiacchierare, si azzittisce e mi guarda quando entro in sala da pranzo/cucina. Mi tormento le maniche del leggero maglioncino che indosso.
<< Vanno bene spaghetti del 5 o preferisci spaghettoni? >> Mi domanda Michael.
<< Come volete. Vi ho già creato abbastanza disturbo, e avete dimostrato una disponibilità che non merito. >> Esordisco. Tutta l’attenzione è puntata su di me.
<< Mi dispiace per ciò che ho fatto con il video. Tutto il male che ho fatto mi sta tornando indietro, se vi può consolare saperlo. Non sono mai stata più triste e sola. Non lo dico per fare la vittima, ma perché è vero. La mia vita è andata a rotoli e devo ringraziare solo me stessa per questo. >>
<< Apprezziamo le tue scuse. Siedi pure. >> Risponde Camilla. Giulia torna a sfogliare una rivista di abiti da sposa.
<< Roberta mi ha detto del vostro matrimonio. Congratulazioni. E congratulazioni anche a voi, per il bimbo e per le nozze. >> Intervengo, dapprima rivolgendomi a Camilla e David, e poi a Giulia e Massimiliano.
<< Grazie. >> Rispondo coralmente i quattro.
<< Possiamo sapere cosa ti è successo? Come mai eri in quello stato quando sei arrivata? >> Mi domanda Silvia, evidentemente palesando una domanda, una curiosità che hanno tanti dei presenti. Il suo amico Francesco le dà una gomitata rivolgendole un’occhiataccia di biasimo.
<< Ho scoperto che il ragazzo di cui sono innamorata mi ha tenuto nascosta una cosa molto grave. >> Riassumo.
<< Come “hai scoperto”? Non te lo ha detto Gonzalo? >> Mi domanda Lorenzo. Scuoto il capo.
<< Ho sentito mia madre e Marcus che ne parlavano. Ho combinato un casino! Dopo averlo scoperto sono andata a casa di Gonzalo e gli ho fatto una scenata, dinanzi a Kelly. >> Spiego a Roberta, Lorenzo, Diego e Isabella.
<< Avrà capito? >> Mi domanda Isabella.
<< È incinta, non stupida. Ha capito di sicuro. E così ho perduto un’altra amica. Ho fatto tanto la moralista con te Giulia e poi? Sono un impiastro. >> Mi auto commisero.
<< Ma tu Gonzalo lo ami. Io invece sono stata con Diego solo per capriccio. >> Mi fa notare Giulia. Sollevo il capo ed incrocio i suoi occhi celesti e per un attimo mi sembra di scorgere una specie di sorriso. O me lo immagino?
<< Ci sposiamo il 7 Ottobre. Anche Olga si sposa, sai? Il 13 Maggio. >> Interviene David, rompendo il silenzio.
<< La piccola della famiglia? E vostro padre come l’ha presa? Con chi si sposa? >> Domando a Roberta e Cèsar, un po’ più rilassata.
<< Si sposa con Alexander, il figlio di Marcella Valencia. Papà se ne è fatta una ragione, anche perché Olga è incinta di 10 settimane. >> Mi racconta.
<< Dici che la disturbo se le mando un messaggio per congratularmi? >> Domando a Roberta.
<< No. Le farà piacere! >> Acconsente Roberta.
<< Ad ogni modo sappiate che abbiamo cambiato la destinazione del viaggio di nozze. Per la Thailandia ci sono troppi scali perciò andremo in Provenza! >> Annuncia Camilla.
<< Vorrei ben dire! Volevate passare la luna di miele in volo? >> Li prende in giro Giulio. Si apre una discussione sul tema “viaggi di nozze”.
<< Con tua sorella non hai ancora parlato? >> Mi domanda Diego, il quale ringrazio quando posa dinanzi a me il piatto di pasta.
<< No. Non so cosa dirle, sono talmente delusa che non ho neanche la forza si affrontarla! Ora capisco tutti quei commenti che faceva su Gonzalo, per convincermi a stare distante da lui. E come mai era preoccupata dal fatto di ritrovarsi a cena con Sebastian e Gonzalo, ora che i nostri genitori stanno insieme. >> Rifletto. Ha mentito a tutti per anni! Lorenzo si allontana per andare ad aprire quando suonano alla porta.
<< Ehm, amore? >> Sento che chiama, rivolgendosi a Roberta. Mi raggelo quando sento la sua voce.
<< Lore, è successo un disastro! Un casino! >> Lo sento dire, tra le lacrime. Ricomincio a tremare.
<< Sì, ma aspetta un secondo… >> Cerca di fermarlo Lorenzo. I due sono ancora in soggiorno.
<< PAOLA HA SCOPERTO TUTTO! CAPISCI?! E NON SONO STATO IO A DIRGLIELO! TUTTI I MIEI INCUBI PEGGIORI SI SONO AVVERATI! NON MI PARLERA’ PIU’! HA DETTO CHE PER LEI SONO MORTO! >> Si sfoga. La sedia stride a contatto con il pavimento quando la sposto con poca grazia per alzarmi.
<< SE VOLEVI CHE LO SAPESSI DA TE, PERCHE’ NON ME LO HAI DETTO PERSONALMENTE?! >> Tuono, palesandomi ai suoi occhi.
<< C-cosa fai qui? >> Mi domanda sorpreso.
<< Disgraziatamente avete gli stessi amici: i sottoscritti! >> Ironizza Lorenzo.
<< Io ci ho provato! Volevo dirtelo ieri sera, ma Kelly ha avuto l’incidente. Stavo per dirtelo fuori dal pronto soccorso, ma Calderon ci ha interrotti! Ho provato a dirtelo, pur sapendo che ti avrei persa per sempre! >> Mi spiega. Crederci?
<< È vero, te lo posso assicurare. Quando ci siamo sentiti ieri mattina era deciso a dirtelo, ha usato delle parole che mi hanno fatto dubitare che fosse lui in persona al di là del telefono! >> S’inserisce Lorenzo.
<< Non m’importa se lo giustifichi! HA PAGATO UNA DONNA PERCHE’ MENTISSE SULLA PATERNITA’ DI SUO FIGLIO, PER SFUGGIRE ALLE SUE RESPONSABILITA’, È ORRIBILE! >> Tuono esasperata.
<< Come sarebbe “per sfuggire alle sue responsabilità”? Quali responsabilità? Ha fatto una stronzata grade come una casa, conveniamo tutti con questa tesi, ma lo ha fatto per proteggere il ménage di suo fratello. >> Interviene Diego. Suo fratello?
<< Ma di cosa parlate? Cosa centra Sebastian? >> Domando.
<< ERA QUELLO CHE VOLEVO DIRTI PRIMA DA ME, MA NON MI FAI MAI PARLARE, DANNAZIONE! >> Esplode, come se questo fosse un banale litigio tra due innamorati.
<< Non sono io il padre di Tommy, è mio fratello. Durante il suo addio al celibato io ho spinto mio fratello e concedersi un’ultima notte di libertà e così ha ceduto alle avances di tua sorella. Due mesi dopo, durante la cena di prova, tua sorella è piombata al circolo, decisa a fare una piazzata ma l’ho convinta a seguirmi per parlare in privato e quando mi ha confessato di essere incinta mi si è appannato il cervello. Le ho detto che l’avrei mantenuta io, se avesse nascosto la cosa. Stava per distruggere la vita perfetta di mio fratello, per colpa mia, e ho preso l’unica via che all’epoca mi sembrava possibile. Maria non solo ha accettato, ma ha anche preteso una casa più che dignitosa e una cifra cospicua. Da allora ogni mese le ho versato dei soldi. >> Confessa. Resto basita e non tengo per me tutti i sentimenti negativi che provo, dato che la mia mano si scaglia sul suo volto per la terza volta in poche ore.
<< SEI UN MOSTRO! È PURE PEGGIO DI COME PENSASSI, QUINDI! NON HAI DECISO DELLA TUA DI VITA MA DI QUELLA DI TUO FRATELLO! >> Sbotto.
<< Chi è quello che ha detto che questa serata sarebbe stata una palla? >> Sento che interviene Giulio Valencia, beccandosi un richiamo verbale dalla sua ragazza.
<< Mi dispiace, sono stato uno stronzo! Un inetto! Ti prego, perdonami! >> Mi supplica, attirandomi tra le sue braccia. Accarezza i miei capelli con lentezza, sussurrandomi parole di scuse. Inalare il suo profumo è una sofferenza in questo momento. Provo sentimenti contrastanti. Mi libero del suo abbraccio, desiderosa di porgli una domanda.
<< Eri serio prima sotto casa tua? >> Gli domando, osservando i suoi occhi rossi e bagnati.
<< Sì, serissimo. >> Risponde, sorridendo dolcemente. Sento cento lame trapassarmi lo sterno.
<< Se vuoi mi metto in ginocchio. >> Aggiunge, accompagnando la minaccia al gesto dato che cade sulle ginocchia.
<< Che romantico! >> Sento che esclama la cugina di Diego, commossa.
<< Vattene! >> Gli ordino. Non posso perdonarlo per una cosa così grave. Come posso stare con qualcuno capace di fare certe cose? Con un’amina così meschina? Gonzalo sembra rimanerci male dinanzi al mio ordine, e non sembra intenzionato ad alzarsi.
<< Allora me ne vado io. Se sei intenzionato a rimanere in quella posizione per tutta la notte, sono fatti tuoi! Certo, non so quanto potranno essere entusiasti Lorenzo e Roberta di avere uno stronzo come complemento d’arredo, a mo’ di piantana! >> Intervengo. Gonzalo pare arrendersi, anche dinanzi al tacito invito di Lorenzo che gli offre un braccio per aiutarlo ad alzarsi.
<< Mi dispiace! Ricorda quello che ti ho detto sotto casa mia. Ricordalo. >> Mi rammenta. Incrociare il suo sguardo è un colpo al cuore. Non separa il suo sguardo da me mentre viene accompagnato fuori da Lorenzo.
<< Certo che ci è andata giù pesante. >> Sento che borbotta Francesco.
<< Cos’altro avrebbe dovuto fare? Hai sentito ciò che ha fatto? >> Lo redarguisce Silvia.
<< Mi dispiace per questo spettacolo. Vi ho rovinato la serata, ed è un’altra cosa per cui devo chiedere perdono. >> Intervengo.
<< Non potevi sapere che eravamo tutti qui. Ed era prevedibile che Gonzalo sarebbe venuto fin qui, dopo tutto lui e mio fratello sono come culo e camicia. >> Interviene Camilla.
<< E non si sa chi sia il culo e chi la camicia. >> Ironizza Giulio.
<< GIULIO! >> Lo richiamano verbalmente la sua ragazza, Camilla e suo fratello Michael. Poco dopo Lorenzo rientra in casa.
<< Vi ho già creato troppo disturbo. >> Intervengo, infilandomi il cappotto.
<< Se vuoi puoi restare, almeno il tempo di finire la pasta, se vuoi. >> M’invita Roberta.
<< Grazie. Siete stati tutti cari e non lo meritavo. Ma la poca fame che avevo prima che arrivasse Gonzalo, ora è scemata. Spero solo di non trovarlo appostato sotto casa mia. >> Penso a voce alta.
<< Non lo troverai appostato sotto casa tua, fidati di me. >> Risponde Lorenzo. Cosa gli avrà detto per convincerlo a desistere, almeno per questa sera?
 
 
[Maria]
Alzo gli occhi al cielo quando leggo il suo nome sul display. Bacio il capo di mio figlio, che si è addormentato sul divano, prima di allontanarmi per rispondere. Non faccio neanche a tempo a finire la parola “pronto” che vengo assalita.
<< È SCOPPIATO UN CASINO! TI AVEVO FATTO CAPIRE CHE LO AVREI DETTO IO, E INVECE TU COSA FAI? LO DICI A TUA SORELLA, E NEANCHE LE DICI COME STANNO REALMENTE LE COSE! PAOLA PENSAVA CHE TOMMY FOSSE MIO FIGLIO! >> Tuona, portandomi via un orecchio.
<< M-ma cosa dici? Io non ho detto niente a Paola! >> Balbetto incredula.
<< E COME LO HA SAPUTO? NON MI RISULTA ABBIA DOTI SOPRANNATURALI! HAI IDEA DEL CASINO IN CUI MI TROVO?! >> Sbotta.
<< IO NON LE HO DETTO NIENTE, TI RIPETO! E tuo fratello lo sa? >> Gli domando.
<< Non lo so! Sto tornando nel mio loft. Devo presumere che Kelly abbia chiamato mia madre, dato che l’ho pianta in asso, e che mia madre abbia chiamato Angelina o mio fratello! Preparati perché, con ogni probabilità, riceverai la visita di alcune persone, e non saranno visite di cortesia, a partire da quella di tua sorella. La cosa positiva è che la verità è venuta fuori! >> Afferma, prima di porre bruscamente fine alla telefonata. Merda! Sono ancora sconvolta e sto cercando di riattivare il cervello quando sento la porta di casa sbattere. Quando rientro in soggiorno mio figlio si sta stropicciando gli occhi e mia sorella, dall’aspetto sconvolto, mi guarda truce.
<< Tesoro, vai su dal nonno, va bene? >> Ordino a mio figlio, il quale ubbidisce senza protestare. Solo quando sono certa che mio figlio sia a distanza di sicurezza mi avvicino a Paola.
<< Non qui, seguimi! >> Esclamo, afferrandola per un braccio e costringendola a seguirmi nello studio. Quando vi entriamo richiudo la porta alle mie spalle e prosegue il gioco di sguardi che è iniziato in salotto.
<< È buffo. Sei uguale a prima. Esternamente almeno. Perché adesso riesco a vedere il marciume della tua anima! >> Esordisce, ponendo fine a questo silenzio. Mi si velano gli occhi di lacrime.
<< Paola, ti prego… >> La supplico, cercando di afferrarle una mano.
<< NON MI TOCCARE! >> Prostesa, arretrando. La porta dello studio si apre e vi accede papà.
<< Tommy ha detto che lo hai mandato di sopra e che ha visto la zia piangere! Ma cosa succede? >> Esordisce papà, notando l’aspetto di Paola.
<< Piangere? No: la disperazione l’ho superata! Ho già pianto tutte le lacrime che avevo a disposizione! ORA SONO SOLO FURIOSA! >> Tuona.
<< MI FATE CAPIRE COSA STA SUCCEDENDO?! >> Protesta papà, spazientito.
<< Non urlate, vi prego! Tommy può sentire… >> Cerco di chetarli.
<< Non credi che sarebbe ora che sapesse che il padre non è un estraneo? E che non sa neanche che esiste? Fino ad ora, almeno. >> Ironizza Paola.
<< Perché, chi è il padre di Tommy? Non era un tale con cui eri stata da ubriaca e che non hai più rivisto? >> Domanda papà, abituato a questa versione.
Fisso il pavimento, rassegnata al fatto che vuole essere Paola a palare!
<< No, papà. Il padre di nostro nipote è Sebastian Torres! Maria ha estorto a Gonzalo un vitalizio per nascondere questo bimbo e che Sebastian aveva tradito Angelina a due mesi dalle nozze! >> Spiega Paola.
<< Estorto? È su questo piano che l’ha messa il tuo nuovo fidanzato? EH NO, TESORO! IO VOLEVO DIRE TUTTO A SEBASTIAN, È STATO GONZALO A PROPORMI DEI SOLDI! >> Protesto, ironizzando sul rapporto che lega mia sorella e Gonzalo. Non può esserci fatta abbindolare da lui così!
<< E TU TI HAI RIFIUTATO, VERO? NO, NON MI RISULTA! NON È FORSE VERO CHE HAI DETTATO ALCUNE CONDIZIONI PER TACERE? TIPO UNA CASA LUSSUOSA? “ESTESORSIONE” SIGNIFICA OTTENERE UN INGIUSTO PPROFITTO TRAMITE LA MINACCIA, PER TANTO È IL TERMINE Più ADATTO DA UTILIZZARE! >> Sbotta.
<< Ho fatto quello che ritenevo meglio per crescere Tommy in modo dignitoso. >> Cerco di giustificarmi.
<< DIGNITOSO SAREBBE STATO DARE UN PADRE A MIO NIPOTE! MI FATE TUTTI E DUE SCHIFO! >> Esclama, andandosene. Papà, sconvolto, si accascia su una poltrona.
 
 
 
[Sebastian]
Credo manchi poco al mio svenimento. Da quando mia madre ha ricevuto quella telefonata terribili pensieri hanno attraversato la mia mente. Le cose stanno in due modi: o mio fratello sapeva della gravidanza e l’ha pagata per tacere, oppure anche lui c’è stato a letto e quel figlio è suo e quei soldi servivano a mantenerlo, senza essere coinvolto sentimentalmente. Vista da qualunque prospettiva questa storia è rivoltante, e significherebbe che mio fratello è una merda! Mi alletto ulteriormente il nodo della cravatta, seduto sul divano nel loft di mio fratello, mentre mia moglie passa una tisana a Kelly.
<< Perché non chiamiamo quella ragazza? Maria? >> Propone Angelina. Deglutisco a vuoto.
<< Per dirle cosa, tranne che è una sgualdrina profittatrice? >> Obbietta mia madre.
<< Non lo so, ma forse sa dov’è Gonzalo? >> Propone mia moglie.
<< Non credo proprio che i due abbiano ancora una relazione! >> Esclama mia madre, abbastanza sicura di sé. La conversazione viene interrotta dal suono del campanello. Vado io ad aprire.
<< Buonasera. >> Saluto.
<< Buonasera. >> Saluta Mariapaola. Lei e mia madre di scambiano sguardi truci.
<< Buonasera. >> Salutano mia madre, mia moglie e Kelly.
<< Buonasera. Ne deduco che Gonzalo non sia qui. >> Saluta papà.
<< No. Lo stiamo aspettando. È scappato via senza fornire alcuna spiegazione a Kelly. >> Espone mia moglie.
<< E mia figlia? >> Domanda Mariapaola, vaga.
<< Quale delle esattamente? Quella che si è fatta ingravidare e mantenere da mio figlio, o l’altra che… >> Domanda mia madre, fermando la frase.
<< L’ALTRA CHE? COSA STAVA PER DIRE? DIVERTENTE CHE SIA PROPRIO LEI A PARALARE MALE DI DUE GIOVANI RAGAZZE! DOPO TUTTO IL SUO COMPORTAENTO IN GIOVINEZZA, E NON SOLO, È SEMPRE STATO IRREPRENSIBILE, VERO?! >> Sbotta Mariapaola. Mi porto una mano alla fronte.
<< IO, CARA SIGNORA, HO SPOSATO L’UNICO UOMO CHE ABBIA MAI AMATO! NON SONO SCAPPATA DA LUI, ABBANDONADOLO, NÉ HO SPOSATO IL PRIMO VENUTO, USANDOLO COME TAPPABUCHI! >> Tuona mia madre.
<< INSOMMA, SMETTETELA! CI È APPENA CADUTA UN TELGOLA IN TESTA E SIETE SOLO CAPACI DI PENSARE A VOI STESSE! >> Sbotto, nel tentativo di farle tacere.
<< Stavo per dirlo io. Cerchiamo di calmarci e di concentrarci sul problema presente! >> Esclama papà.
<< Scusate, vado al bagno. >> Mi congedo, per cercare di riordinare le idee, in attesa di sentire come stanno le cose direttamente da mio fratello.
 
 
[Gonzalo]
Non serve la mia sudata laurea in ingegneria per capire che nel mio loft è in corso un’accesa riunione di condominio. Sentivo dall’ascensore mia madre e Mariapaola strillare. Nessuno si accorge di me quando entro, distratti come sono a darsi addosso!
<< No, ma fate pure. Poi qualcuno mi darà ospitalità quando l’amministrazione mi caccerà per schiamazzi. >> Intervengo ironico, attirando la loro attenzione.
<< Ospitalità? Chi credi che vorrebbe ospitarti, dopo esserti fatto terra bruciata attorno? >> Mi domanda Kelly.
<< Gonzalo, che cavolo sta succedendo?! >> Mi domanda papà.
<< Lo dovrei chiedere io a voi! Paola è arrivata qui come una furia, e pensava sia io il padre di Tommy! >> Esclamo, guardando mio fratello che, seduto sul divano, si porta le mani al volto. Tanto ormai non ha più alcun senso mentire.
<< Ci ha sentiti parlare nello studio. Non sapevamo fosse in casa, la nuova domestica l’ha fatta accomodare senza annunciarla! >> Spiega la madre di Paola. Ecco spiegato come ha saputo della faccenda!
<< Non sei tu il padre di quel bambino? Ma allora perché la pagavi? >> Mi domanda mamma. Mia cognata è la prima a notare il colorito pallido di mio fratello.
<< Sebastian, cosa sta succedendo? >> Gli domanda, con voce rotta dal pianto.
<< Amore, devo parlarti in privato. >> Esordisce mio fratello, alzandosi dal divano.
<< No, dimmi ora quello che devi dirmi! Cosa sta succedendo? >> Gli domanda nuovamente sua moglie. Mi verso un amaro, che trangugio alla russa.
<< Non mi sembra il caso! >> Esclama mio padre.
<< A me sì! >> Protesto, liberandomi della sua presa.
<< Angie io… Prima delle… Al mio addio al celibato ti ho tradita! >> Confessa Sebastian, dopo aver mantenuto il segreto per anni. Mamma si avvicina ad Angie e l’abbraccia mentre mia cognata nasconde la testa nell’incavo del suo collo.
<< Amore, mi dispiace! Ho nascosto questa cosa perché era senza importanza, perché stato un errore madornale! Perché non volevo che avesse delle conseguenze! >> Piagnucola mio fratello.
<< NON VOELVI CHE AVESSE CONSEGUENZE? È NATO UN BAMBINO PER IL TUO ERRORE DEL CAZZO! COME HAI POTUTO FARMI QUESTO! MI HAI TRADITA E MI HAI SPOSATA CON L’INGANNO, COME TUA MADRE! HAI DETTO PESTE E CORNA DI LEI, MA TU SEI PEGGIO! >> Sbotta in lacrime mia cognata.
<< No, amore! Io ti ho sposata perché ti amo da sempre! >> Risponde mio cognato.
<< SE MI AVESSI AMATA DAVVERO, MI AVRESTI DETTO DEL TRADIMETO PRIMA DI SPOSARMI, COSì SAREI STATA LIBERA DI MANDARTI AL DIAVOLO QUANDO TRA DI NOI NON C’ERA ALCUN LEGAME SCRITTO! NON POSSO CREDERE CHE HAI GIA’ UN FIGLIO QUANDO NOI STIAMO CERCANDO DI… >> Piange Angelina.
<< Io non avevo idea dell’esistenza di quel bambino finché non l’ho incontrato al funerale di tua madre e mi sono accorto che somigliava a mio padre da piccolo! NON POTEVO SAPERE CHE ESISTESSE VISTO CHE QUALCUNO HA PAGATO SUA MADRE PER TACERE! >> Alza il tono di voce mio fratello.
<< Io l’ho fatto perché pensavo di proteggerti… Maria voleva fare una piazza alla tua cena pre-matrimoniale… >> Tento di giustificarmi, ma vengo colpito dal pugno di mio fratello quando mi volto. Tanto ci ho fatto l’abitudine a prenderle!
<< Mi fate schifo! >> Esclama Angelina, mentre afferra il suo cappotto. Sebastian cerca di trattenerla ma lei si divincola ed esce di casa sbattendo la porta. Non mi sorprenderei se arrivasse una pattuglia e passassimo la notte al commissariato, sto giro.
<< Vado io da lei. Mi assicurerò personalmente che arrivi illesa. >> Ci informa papà, raggiungendola, non prima di aver baciato castamente Mariapaola suscitando lo schifo di mia madre.
<< E così è questa la tua reazione al casino che hai causato? MUTISMO?! >> Mi redarguisce mio fratello.
<< Cosa posso dire? Non ho giustificazioni. Sono un essere infimo. Non credo ci sia altro da dire! >> Esclamo, prima di afferrare le chiavi per uscire nuovamente.
<< Sebastian, posso preparare una tisana anche a te? Ti farà rilassare! >> Sento che chiede mamma a mio fratello quando sono sullo zerbino.
<< Una tisana? NO, MAMMA, VATTENE ANCHE TU! >> La caccia via Sebastian.
 
 
 
FINE CAPITOLO 86.
 
 
Un capitolo bello impegnativo da scrivere, e da digerire. Urla e schiaffi. E la bomba è scoppiata! Due legami fraterni e un matrimonio si sono sciolti. Cosa ne deriverà da questo? Vi anticipo che un avvenimento di questo capitolo che lì per lì può sembrarvi banale, più avanti porterà a sviluppi importanti.
 
 
 
   
 
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