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Autore: Antheros    26/04/2021    1 recensioni
Fëanaro, nelle Sale di Mandos, ha il primo colloquio col Vala.
E scopre una straziante verità.
Genere: Demenziale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fëanor, Mandos
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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la peggior condanna

di Antheros


 

- in ginocchio, Fëa.

La voce della Maia era apatica, constatò. Fedele alla sua indole le riservò uno sguardo severo, non accennando il minimo movimento. Giammai avrebbe compiuto un gesto così lesivo della sua autorità, poiché anche nella morte lui restava Fëanaro. Il grande Fëanaro. 

- e così sei giunto nella mia dimora, Fëanaro Curufinwë

Nàmo apparve dinnanzi a lui. Scuro in viso e ammantato di nero. Il tono delle sue parole fu greve e distaccato. I suoi occhi profondi come il mare in tempesta si posarono sull’anima del primogenito di Finwë.

Feanaro rimase fermo al suo posto. La schiena ritta e il volto rilassato.

- ordunque la morte ti ha preso infine e ora il tuo giudizio ha inizio. Lungo tempo quivi trascorrerai a rimuginare sulle tue azioni finché non si riterrà l’ora per te di lasciar tali Sale.

Fëanaro lo guardò in viso e una luce di ira gli illuminò lo sguardo altrimenti spento. Le mani gli si chiusero a pugno mentre percepiva l’ondata forte di rabbia farsi strada in lui. Non parlò poiché molto riteneva che il Vala stesse attendendo solo il suo scoppio d’ira, ma Nàmo non dava segni d’impazienza e presto fu Fëanaro stesso a prender parola.

- e dunque mi condanni a viver qui mentre la mia famiglia e il mio popolo si oppongono al vostro stesso nemico!

Il Vala lo guardò, il volto rilassato non tradiva alcuna emozione.

- di codeste conseguenze, Fëanaro Curufinwë, avresti dovuto prender visione prima quando ancor ti era possibile calpestare la bella terra di Arda. Prestasti per mezzo della tua bocca e con alta voce un Giuramento che nessuno oserebbe mai pronunziare al nostro cospetto ed in virtù d’esso agisti con totale disprezzo per ciò che è la Legge; di questo sei chiamato a rispondere ora poiché io rammento ciò che è stato, che è e che sarà nel tempo.

Fëanaro allora rispose, ancora infervorato da quelle parole e dagli eventi che gli eran occorsi.

- dunque condannate me per esser vittima delle mal’azioni di Morgoth, ignorando quella che è stata la vostra indifferenza.

La Maia alle sue spalle fece un passo avanti. Fëanaro poteva percepire la sua presenza farsi più vicina. Eppure, forse per ordine del Vala stesso, ella non compì nessun’altra azione.

Nàmo accennò l’ombra di un bagliore nello sguardo: fastidio, forse.

- prestasti un Giuramento e violente furono azioni che assieme ai tuoi compisti. Sei chiamato a risponder di ciò benché io sia ben conscio del grave torto che subisti, poiché ogni azione deve esser soppesata e genera una reazione in coloro che tutto governano.

- condanni ingiustamente ordunque, Nàmo.

Uno sbuffo di risa lasciò le labbra del Vala.

tu credi di poter dettar condanne migliori, ma ben dimentichi il tuo ruolo. Nessuno ti chiese di proferir Giuramento o di macchiarti di gravi colpe. E benché coloro contro cui agisti potranno forse un giorno donarti perdono poiché il loro cuore sarà mosso a compassione, pure il mio giudizio non cambia. Che questo luogo sia per te dimora di riflessione e attesa.

E fu con quelle parole che Nàmo ritenne concluso il loro incontro, ma nell’animo di Fëanaro forti erano ancora le passioni e i ricordi e così, incurante del tacito congedo parlò.

- cosa ne sarà di coloro che sono sangue del mio sangue? conosci ciò che sarà, dunque parla e rivelami quale sarà la loro sorte.

Seguì un lungo silenzio durante il quale la Maia alle sue spalle gli indicò varie volte la via da intraprendere. Ma Fëanaro era noto per esser testardo nelle sue decisioni e quanto più risoluto a veder messi in pratica i propri progetti.

- coloro che ti hanno seguito, Fëanaro Curufinwë, lo han fatto per loro scelta e di questo risponderanno. Prestaste il Giuramento tutti quanti e sull’intera Casa di Fëanor la mia maledizione si abbatterà poiché gravi furono le azioni e le parole. Ma di lor non devi curarti poiché non ti è concesso conoscere o interferire col Fato di altri che ancor posseggono corpo e di cui sarai portato a dimenticarti presto.

Fëanaro non replicò ma in cuor suo un grave peso prese forma. Vi era forse condanna peggiore del divenir consapevole d’aver condannato i propri figli verso un futuro vano e carico di dolori?


















 

………………………..

Note d’Autrice.

Buongiorno a tutti, questa è la mia prima storia sul personaggio di Fëanaro che vede la luce su un sito. Pertanto sono certa che comprendiate la mia emozione. Di seguito vi lascio qualche precisazione.

  1. Fëanaro è descritto, nell’opera originale del Maestro, come un Elfo sprezzante delle regole, facile all’ira, dalla grande abilità e con un ego in parte comprensibile date le sue capacità. Pertanto ho ipotizzato che perfino dinanzi ai Valar egli mantenga la sua indole. Ho inoltre preferito lasciare il nome Quenya poiché essendo egli un Noldor ho ritenuto che Nàmo si riferisse a lui con questo nome piuttosto che con la

traslitterazione in Sindar.

  1. La Maia di cui parlo è un personaggio secondario di mia invenzione. Ho ipotizzato

dopotutto che nella dimora di Namo ci fosse qualche Maia.

  1. L’italiano è una lingua alla quale mi sto approcciando da relativamente poco tempo pertanto chiedo perdono per eventuali errori di grammatica. Se doveste trovarne

fatemelo sapere e sarò ben lieta di correggerli.

  1. Vi ringrazio per la lettura! E se volete lasciarmi un commento qui sotto sono ben

felice di conoscere la vostra opinione.

   
 
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