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Autore: jarmione    28/04/2021    2 recensioni
Fairfarren
Aveva già sentito quella parola, o meglio, l'aveva letta nei suoi libri.
La si dice a qualcuno che deve affrontare un viaggio arduo.
Era un modo per dire “Che la sorte sia con te” oppure “Che la fortuna sia con te nel tuo cammino”
una parola dolce, con un significato molto profondo.
Perché Gliel'aveva detta?
Che mai poteva accadere, per dirle una cosa del genere?
Genere: Fantasy, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jareth, Nuovo personaggio, Sarah
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AVVERTIMENTO! Ad un certo punto ho scritto una frase in “elfico” sfruttando il traduttore che davano su libero ( https://digilander.libero.it/Edhelaure/traduttoreEI.htm )

Potrete vedere che prima metto la frase tradotta e poi, poco più avanti la stessa in italiano.

Quello che ci sarà scritto in elfico sarà la traduzione letteraria di quello che verrà citato successivamente ed il link che vi ho dato vi aiuterà a verificare quanto da me detto.

 

 

 

Riapparvero esattamente al centro della sala da ballo di re Mihal.

Kal si rese conto di avere i vestiti asciutti cosa che, fino ad un attimo prima, non aveva e gocciolava ovunque.

Sarah era asciutta anche lei e stessa cosa Jareth che, oltre a quello, sperava di veder scomparire dalla sua vista quegli abiti scomodi e non degni di un re come lui.

Era persino disposto a rimanere nudo pur di non dover andare in giro vestito come un essere umano dell'Aboveground.

“Jareth, Kal, Sarah!” la regina Elbereth corse loro incontro e cercò di abbracciarli tutti quanti “Grazie agli Dei state bene” prese il volto di tutti fra le sue mani e li osservava proprio come una madre fa con i suoi figli.

Sarah si senti in imbarazzo ma, allo stesso tempo, anche onorata che la regina Elbereth, madre di Jareth, si preoccupasse per lei.

“Non temete, madre” la rassicurò Jareth “Noi stiamo bene e il merito è della mia regina”

“Cosa? Mio?”

“Sarah, mia cara” la regina la strinse forte a sé “grazie” mormorò “grazie per essere stata accanto a Jareth”

“Regina Elbereth, io...” sotto incitamento di Kal, Sarah si ritrovò a ricambiare quella stretta ed un piccolo sorriso comparve sulle sue labbra.

Quando la regina si decise a lasciarla andare, la guardò dritta negli occhi “Io, regina Elbereth e madre di Jareth di Goblin, benedico la vostra unione.” annunciò “So che tu lo renderai felice”

“Jareth!” la voce di re Mihal, seduto sul suo trono, obbligò il gruppo a guardarlo “Vieni qui”

Jareth guardò Sarah e la rassicurò con un cenno del capo per poi avvicinarsi al trono del re degli elfi.

Questi lo guardava dall'alto in basso, con un ghigno stampato in volto.

“Ti dona questo tipo di abbigliamento” commentò sarcastico, schioccando poi le dita e facendo comparire addosso a Jareth degli abiti più regali.

Più precisamente, gli fece comparire gli stessi vestiti che aveva prima di essere trascinato nel labirinto.

Jareth non poté trattenere un sospiro di sollievo nel rivederli.

“Sai perché l'ho fatto?” domandò re Mihal, assicurandosi che solo Jareth potesse ascoltarlo “Perché ti ho mandato nel labirinto un'altra volta?”

“Perché siete senza cuore e indegno di sedere su quel trono” rispose Jareth e, prima che il re potesse ribattere, aggiunse “E perché volevate che imparassi la lezione”

Anche se irritato dal commento precedente, re Mihal mantenne la calma e chiese “L'hai imparata?”

Jareth annuì “Ed ora so esattamente cosa devo fare e sono pronto a prendere la responsabilità delle mie azioni”

Re Mihal si alzò in piedi e guardò Jareth dritto negli occhi.

Non aveva mai visto tanta risolutezza, serietà e coraggio tutti insieme e, decisamente, mai se li sarebbe aspettati Jareth.

“Se lo farai non le avrai solo tu le conseguenze, questo lo sai?” Jareth annuì “Cosa ti fa credere che ci sia intenzione a seguirti?”

Jareth si morse le labbra “Nulla” rispose “Ma credo che se qualcuno ama davvero chi gli sta accanto, è disposto a tutto pur di non causargli più alcun danno e saperlo al sicuro”

Re Mihal continuava a guardarlo con serietà e fierezza anche se, senza che nessuno se ne accorgesse, un brivido gli percorse la schiena e la sua mano tremò.

“Le tue parole sono degne di un uomo e di un re” disse il re degli elfi abbozzando un sorriso “Chiama la tua regina, dille di avvicinarsi” ordinò “Sarò io stesso ad unirvi”

Jareth spalancò appena la bocca, ma non obbiettò.

Era giusto così.

Si sarebbe unito a Sarah come desiderava e poi, quando sarebbero stati finalmente sposati, l'avrebbe salvata.

Andò verso il trio e, con un inchino, prese la mano di Sarah e disse “Mia preziosa, con il tuo permesso ti chiedo seguirmi”

La regina Elbereth diede a Sarah delle piccole gomitate di incoraggiamento e dalle espressioni che faceva sembrava quasi una fangirl delle coppie.

Sarah sorrise e lo seguì fino al cospetto di re Mihal, dove si inchinò.

“Alzati, Sarah Williams” ordinò e lei subito obbedì, sotto lo sguardo divertito di Jareth “Il re di Goblin ha chiesto la tua mano ed io sono qui per aiutarti ad offrirgliela”

Sarah ci mise qualche secondo a realizzare, poi spalancò la bocca.

Fu Jareth, sussurrando nel suo orecchio, a farla ricomporre “Chiudi la bocca, Sarah, non sei un merluzzo” e lei obbedì, facendolo ridacchiare.

Guardando re Mihal non si aspettavano di certo chissà quale cerimonia nuziale, ma a loro non importava.

Sarah era disposta a tutto pur di unirsi a Jareth.

Il legame con lui e con il labirinto erano già segnati nel suo destino e, per fortuna, era un destino benevolo visto che stava per contrarre matrimonio con qualcuno che amava.

“Con i poteri conferiti dagli Dei, il re degli elfi Mihal di Elnar, dichiara valida l'unione avvenuta fra Jareth di Goblin e Sarah Williams dell'Aboveground” annunciò, mentre i due sposi tenevano il capo chino in attesa della benedizione.

Re Mihal posò entrambe le mani sulle teste dei ragazzi e proseguì “Benedico la loro unione, dichiarandoli ufficialmente re e regina del regno di goblin e sovrani del labirinto di terra”

A quelle parole, un fremito percorse il corpo di Jareth e Sarah.

Quest'ultima, senza preavviso, venne colta da una fitta al petto...lo stesso punto della cicatrice.

Per un attimo ebbe il terrore di vederla comparire un'altra volta e di sentire i dolori atroci che l'avevano accompagnata per anni.

Ma, fortunatamente, non fu così.

Il medaglione, che portava al collo da quando aveva giurato fedeltà al labirinto, si illuminò e avvolse sia lei che Jareth.

Quando la luce scomparve, tutto era ancora al suo posto...anche se...

“Finalmente...” Jareth si guardò le mani con un ghigno di soddisfazione “Finalmente!” esclamò, mutando la sua forma.

Un barbagianni dalle piume bianche e oro iniziò a volare per l'intera sala del trono, seguito dagli sguardi di tutti i presenti.

Jareth stridette di gioia ed infine decise di passare pochi centimetri sopra a re Mihal, risalire e atterrare in picchiata accanto alla sua amata.

“Non credevo di riprovare più queste emozioni” disse una volta tornato in forma fae

“Io no” commentò re Mihal

“Ancora quella storia?” ridacchiò Jareth “A mio parere è stato divertente” Sarah non capì e Jareth aggiunse “Gli ero passato sopra la testa...ma l'ho colpito”

E per “colpito” non si intendeva, di certo, essergli finito contro per un errore di traiettoria.

Sarah cercò di non ridere mentre Kal e la regina Elbereth non erano propensi ad aiutarla nel suo intento.

Continuavano a ridacchiare.

“Kal, devo parlarti” disse Jareth, cercando di tornare serio e facendo avvicinare il suo fedele servitore e amico.

Mentre i due parlavano, coinvolgendo anche re Mihal, la regina Elbereth intrattenne Sarah “Mia cara, tu non hai idea di quanto la vostra unione mi allieti” disse “Così giovane e così coraggiosa, mio figlio non poteva scegliere regina migliore”

“Spero solo di essere all'altezza delle vostre aspettative...” si voltò verso Jareth “...o delle sue”

“Lo sarai di certo”

Sarah sorrise appena e poi il suo sguardo si rabbuiò “Vorrei che la mia famiglia fosse qui”

“Sai che nulla ti impedisce di andare nel tuo mondo, se lo desideri” disse la regina Elbereth “Basta solo che tu lo chieda”

“Più che altro, vorrei scusarmi per essere sparita nel nulla senza avvisare per così tanto tempo” Sarah immaginò Karen dare di matto e chiamare polizia e vicini per cercarla in tutta la città, boschi e fossati.

Avrà già appeso la sua foto in tutta la città.

“Il tempo fra il tuo ed il nostro mondo è molto diverso e possiamo gestirlo come più ci aggrada” le spiegò Elbereth “Potresti tornare nel tuo mondo nello stesso istante in cui sei venuta qui”

Sarah si portò una mano alla fronte in segno di dimenticanza.

Come aveva potuto dimenticarlo?

Aveva già passato tredici...anzi no, undici ore nel labirinto e quando era tornata a casa era stata trasportata a circa un paio di ore dopo la sua scomparsa.

Era così strano sapere che il tempo era malleabile a proprio piacimento e non era nemmeno sicura che si sarebbe mai abituata.

Non vedeva l'ora di poterli rivedere e abbracciare e non vedeva l'ora di spiegargli cosa le era accaduto...si ma...come?

Gira e rigira la domanda che si poneva era sempre la stessa: che gli avrebbe detto?

Avrebbe dovuto riflettere molto attentamente perché era probabile che la prendessero per pazza.

Solo Toby le crederebbe, in quanto era ancora un bambino e facilmente “manipolabile”

Avrebbe atteso qualche giorno e poi sarebbe andata a trovarli, prima voleva godersi quegli attimi di pace che finalmente aveva.

“Sarah, mia preziosa, puoi venire da me?” domandò cortesemente Jareth.

Sarah si ridestò dai suoi pensieri e si avvicinò al marito.

Marito...che parola meravigliosa, ancora fremeva dall'emozione.

“Sarah Williams” re Mihal prese la parola “Ora che sei diventata la regina hai dei doveri a cui adempiere”

La regina Elbereth si stupì di quelle parole.

“Hai giurato fedeltà al labirinto, hai giurato fedeltà al tuo re ed ora dovrai giurare fedeltà al tuo regno”

A quel punto, la regina Elbereth sgranò gli occhi e si portò le mani alla bocca, ma Jareth le fu subito accanto.

“Tranquilla” disse Jareth a Sarah “Questo momento la emoziona sempre”

Sarah non era per nulla convinta, ma non riuscì ad insospettirsi.

Amava Jareth, si fidava di lui e se re Mihal parlava senza che qualcuno lo interrompesse voleva dire che era un compito obbligatorio.

“Dovrai leggere quanto scritto su questa pergamena” proseguì re Mihal, facendo apparire dal nulla un rotolo chiuso con un fiocco rosso scarlatto.

“Non temere se non capirai quello che leggi” la tranquillizzò Jareth, dopo essersi assicurato che la madre si fosse ricomposta “Provvederò io a tradurre quanto dirai”

Sarah tolse il fiocco dalla pergamena e, una volta srotolata, si rese conto che era scritto in elfico.

Non riusciva a capire niente di quanto scritto, probabilmente erano parole simili a quelle pronunciate per il labirinto.

Non si fece altre domande ed eseguì quanto richiesto e, mentre parlava, il medaglione si illuminò.

 

Hoi hiri id Goblin

awarthad i nin sad

ned helcomh en aran id Goblin

I aran lasta iuel

 

Il medaglione smise di brillare e calò il silenzio.

La regina Elbereth, accanto a re Mihal, aveva gli occhi lucidi e tratteneva i singhiozzi.

Non sembrava affatto un pianto commosso e Sarah se ne accorse.

“Che cosa ho detto?” domandò, ma nessuno dei tre uomini le rispose.

Al che si rivolse direttamente a Kal “Kal, che cosa ho detto?”

Lui era imbarazzato e non sapeva cosa rispondere.

Sarah si stizzì “Che cosa ho detto!?” esclamò e la sua voce echeggiò per tutta la sala.

Jareth intervenne e rispose al posto dell'amico “Io, regina di Goblin, abbandono il mio posto in favore del re di Goblin. Il reame ascolterà lui”

Ogni parola era una pugnalata dritta al cuore, che Sarah sentì finire in polvere e poi dissolversi.

Aveva capito bene?

Anche se con parole diverse, aveva appena detto di voler abdicare in favore di Jareth.

“Io...io non lo sapevo” disse “Non sapevo cosa ci fosse scritto”

“Ciò che è detto è detto” disse Jareth, incrociando le braccia al petto...proprio come quando gli aveva chiesto di rapire Toby.

“Tu sei...” Sarah fece per saltargli addosso e sfogare tutta la sua rabbia, ma lui la fermò alzando una mano.

“Sarah!” esclamò, facendo apparire una sfera e trasformandola in una vipera “Non sfidarmi”

Perché stava facendo tutto quello?

Perchè si stava facendo odiare di nuovo?

“Tu non puoi!”

“Oh ma certo che posso” Jareth sorrise malignamente, ma Sarah non riusciva a vedere nulla di malvagio in esso.

C'era qualcosa sotto, ne era certa, ma cosa? Perchè lo aveva fatto?

“Allora dimmi, re di Goblin...” Sarah lo guardò con aria di sfida e cercando di mantenere la calma il più possibile “Come pensi che debba reagire? Cosa dovrei fare?”

“Non voglio che tu faccia niente, non qui per lo meno” rispose lui semplicemente “Sarah, devi andartene dall'Underground”

“Prego?” andarsene? E perché?

“Tu non provieni da un regno di questo mondo” spiegò Kal

“Quando una regina abdica...” si intromise la regina Elbereth trattenendo un singhiozzo “...deve tornare nel regno da cui proviene”

Sarah ebbe l'ennesimo mancamento “Jareth, è vero?” domandò, sperando che fosse tutto uno scherzo “Jareth, ti supplico, dimmi che è uno scherzo?”

“Tu mi supplichi?” domandò lui con finto sguardo sorpreso “Non supplicavi in questo modo quando ho rapito tuo fratello”

Sarah stava ascoltando le parole del re di Goblin con la mente annebbiata.

Qualunque cosa egli stesse dicendo, lei non stava capendo assolutamente nulla.

Era rimasta alla frase precedente, quella in cui le veniva detto di andarsene.

Quella frase era stata sufficiente per mandarle in fumo ogni cosa...compresi i suoi sogni.

Venne presa sotto braccio e trascinata qualche passo più indietro.

Jarath la stava guardando e nei suoi occhi era palpabile il rimorso, che lo divorava probabilmente da giorni.

“Fairafarren, Sarah” mormorò

“Jareth, no!”

Poi il buio.

  
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