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Autore: LostRequiem    28/04/2021    1 recensioni
Ci metti qualche minuto prima di accorgerti che stai piangendo.
Pochi secondi per capire che ti sta stringendo tra le braccia, proprio come allora.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clive Dove, Hershel Layton
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Era solo Giustizia Vendetta

 




 

Hai oltrepassato il limite, Clive.”

 

Il tuo nome ti giunge ovattato alle orecchie.

Quelle parole, le sue parole, ti rimbombano in testa come una campana stonata.
Ancora e ancora e ancora…

Il limite… come se lui potesse capire quello che hai passato.

Non sa quello che dice. Ciò che hai fatto tu non è proprio niente di fronte a ciò che loro hanno fatto a te.
È morto qualcuno forse? (Anche se non ti importava davvero, se qualcuno come Bill Hawks sarebbe morto a causa tua).

Tu non volevi che punire i responsabili, la tua non era che giustizia.

 

E dov’era la giustizia quando i tuoi genitori sono morti?


 

Qualcosa l’hai distrutto, certo, ma alla fine lui ha sventato tutti i tuoi piani, no? Poco importa che avessi voluto demolire l’intera Londra, se poi non ci sei neanche riuscito.

 

Dov’era la loro giustizia quando i colpevoli camminavano a piede libero con tutte quelle morti legate ai polsi con spesse catene invisibili?

 

Eppure quelle catene non avevano alcun peso, per loro.

Il limite… come se lui potesse anche solo immaginare com’è stata la tua vita da quando avevi solo tredici anni. Come se fosse stato con te quando hai gettato all’aria tutti i tuoi sogni per rinchiuderti in un laboratorio vuoto ed indagare giorno dopo giorno, per scoprire che cosa, chi fosse responsabile della loro morte.

Come se sapesse che la vendetta è stata l’unica luce della tua vita da allora, da quanto ti ci sei aggrappato nella speranza di non impazzire dalla disperazione.

Solo grazie a lei non ti sei ucciso non sei morto pure tu, ma questo non può saperlo.

Dopotutto, lui non sa un bel niente di te.

Non sa che i tuoi unici amici, intelligenti come il geniale ragazzo che sei adesso, li hai rinchiusi per anni in una lurida segreta a farti da schiavi per il tuo misero piano.

Non sa che l’unico e vero amore che hai mai provato è stato per quel dolce sapore che aveva sulle tue labbra la consapevolezza che politici corrotti e scienziati insignificanti come Bill Hawks e Dimitri Allen avrebbero marcito all’Inferno grazie a te.

 

Non sa che ci saresti volentieri finito anche tu all’Inferno, pur di riuscirci

 

Non sa neanche che lui era l’unica persona al mondo che speravi avrebbe capito.
Il fatto che adesso ti guardi con quegli occhi ricolmi di pena ti fa impazzire di rabbia e di amarezza allo stesso tempo.

Da quand’è che il Professore prova... compassione per te?

Tu hai fatto solo ciò che era giusto in un mondo dove se non sei ricco, se non sei potente, l’unica maniera per farti strada con le tue sole forze non è protestare, non è affidarsi alla falsità di una vuota legalità, ma fare a modo tuo, e scavalcarli, e schiacciarli, e ucciderli come insetti subito dopo averli privati di ogni cosa.

 

Non mi guardi così, Professore. Se lei fosse stato al mio posto avrebbe fatto la stessa cosa.”

 

Non sai neppure tu se lo pensi davvero, o se lo dici col puro fine di convincertene da solo.

Dopotutto, lui è un vero gentiluomo, non l’hai neanche mai visto arrabbiato con qualcuno, come potrebbe anche solo pensare di arrecare del male ad una singola anima?

Il sorriso addolorato che ti rivolge ti fa fermare il cuore, e per un attimo ti chiedi cosa stia pensando davvero, il Professore, che mai una volta si è lasciato andare davanti a te.

 

Siete troppo diversi.

Tu, un cinico calcolatore, eppure così impulsivo e consumato da se stesso da travolgere tutto quello che lo circonda nella sua furia vendicativa.

Lui, un uomo pacato con un’intelligenza sopra la media, eppure così perfetto da sembrare fasullo.

 

Ancora quello sguardo di compassione.


 

La smetta di guardarmi così, cazzo!”

 

Lui non può permettersi di giudicarti.

Non ha provato il tuo dolore, non ha pianto tutte le sue lacrime fino a prosciugarle in preda ad un mostro chiamato Depressione, non ha passato ogni singola notte della sua infanzia a dannarsi per essere sopravvissuto ad un incidente un omicidio, non ha attraversato ogni fottuta strada della sua amata Londra con la speranza di venire investito da chiunque per mettere fine a tutto quel dolore e raggiungerli.

Non ha speso ogni straccio di intelligenza, ogni centesimo che avesse, nel costruire una copia perfetta di quella città degli orrori per completare il lavoro che avrebbe dovuto svolgere la polizia tanti anni prima.

Non può permettersi di giudicarti, visto che lui sa.

Era con te.

E ti fa andare in bestia che l’unica cosa che ormai riesci a ricordare di quel giorno, invece dei loro visi sorridenti, invece della loro voce calda che ti cullava ogni sera con mille storie diverse per guarire la tua insonnia, invece dei loro occhi pieni d’amore… sia una grande tuba nera e rossa, posta sulla tua piccola fronte a coprirti il viso per sottrarti alla visione delle fiamme, e subito dopo il volto di un giovane professore di archeologia che ti teneva stretto tra le sue braccia, sopportando i tremiti, le urla, il pianto straziante di un bambino appena rimasto orfano.


 

Clive…”

 

Se solo lui non ti avesse trattenuto…

Se ti avesse lasciato andare…

 

Se non si fosse messo in mezzo… se tu fossi stato abbastanza veloce…

Magari…


 

Perché l’ha fatto professore?! Perché non mi ha lasciato raggiungere i miei genitori?!”


 

Ci metti qualche minuto prima di accorgerti che stai piangendo.

Pochi secondi per capire che ti sta stringendo tra le braccia, proprio come allora.

Ti aggrappi alla sua schiena come se fossi sull’orlo di cadere da un precipizio, ed il suo abito smunto fosse l’unico appiglio tra te e la morte.

Ti aggrappi a lui con ogni briciolo di forza rimasta nelle tue braccia, tirando i lembi della giacca con tanto vigore da sgualcirla tutta. È morbida.

Ti avvinghi a lui come se avessi ancora tredici anni e ti fossi appena svegliato da un brutto incubo, mentre le lacrime bagnano quel petto caldo e forte che ti era tanto mancato stringere.

Non vorresti piangere, ma il tuo orgoglio ha ormai esaurito la voce con cui gridare e si accascia morto a terra, lontano, ucciso dall’angoscia che prova il tuo cuore, quel cuore che adesso batte forte, forte contro la cassa toracica, tanto che quasi ti sembra possa schizzare via da un momento all’altro.

Il tuo nome ti giunge ovattato alle orecchie.

 

Perché…? Perché non sono potuto morire con loro, Professore? Perché non sono morto io, al loro posto?!”

 

Non ti risponde. Non con le parole almeno, perché la stretta del suo abbraccio si fa più forte.

Giureresti di averlo sentito tremare, ma sei troppo poco lucido per dare una spiegazione a tale sensazione.

Sei abbastanza lucido per accorgerti di come la tua testa affondi contro il suo torace, invece, uccidendo quell’ultimo briciolo di dignità che ti eri ripromesso di non perdere mai, da quel giorno di dieci anni prima.

 

Senti il suo viso affondare dolcemente tra i tuoi capelli, le sue mani gentili accarezzarti la schiena, ed il tuo cuore salta un battito appena si accorge che, tra le urla, ed i sing hioz zi, e le lacrime che sgorgano dai tuoi occhi come da un fiume in piena, il Professore che tanto odi ammiri sta piangendo insieme a te.

Solo in maniera più velata, silenziosa, quasi… elegante.

Da perfetto gentiluomo quale è.

 

P-Professore…?”

 

Ne hai la conferma quando ti rendi conto che non è più solo lui a sostenere te, ma che lo state facendo a vicenda. Da quanto tempo ormai, non lo sai dire.

 

Professore…”

 

Non l’hai mai visto piangere, Hershel Layton, non una singola volta da quando l’hai conosciuto. Eppure adesso, mentre state lì, insieme, l’uno tra le braccia dell’altro, quelle lacrime che sta versando sono il lato più umano e reale che tu abbia mai visto di lui, come se lo stessi conoscendo per la prima volta dopo dieci anni di segreti e misteri. Come se quell'enigma che è sempre stata per te la sua persona si fosse appena risolto da solo.

Come se avesse messo da parte il Professore per far spazio ad Hershel, solo a lui.

 

Ed è soltanto quando alzi leggermente il capo, e noti quell’espressione straziata dipinta sul suo volto stanco, che ricordi.


Ricordi lacrime velate infrangersi sorde contro la tua piccola spalla da bambino

Lacrime non tue
 

Ricordi lievi tremori scuotere il corpo di un adulto che ti stringeva con tutte le sue forze pur di salvarti dalla morte

L’avevi dimenticato?


Ricordi lo sguardo vuoto e terrorizzato di un uomo

Lo sguardo terrorizzato e morto di Hershel Layton

che osservava le fiamme divampare davanti a sé, ignorando il fumo inalato dalle narici.

 

 

Ricordi la sagoma nera e sfocata di un uomo distrutto che le divorava con gli occhi, quasi potesse spegnerle col pensiero, fermato solo da un bambino

 

Da te

 

Fermato solo da un bambino,

le cui lacrime

le cui urla

e le cui grida

le tue lacrime, le tue urla, le tue grida

 

gli impedirono di gettarsi nel rosso per salvarla.

 

 

Gli impedirono di venirne inghiottito a sua volta

 

 

Non lo sapevi. Non potevi saperlo.

Eri troppo piccolo per ricordare altro se non il tuo, di dolore.

 

 

 

Non potevi salvarlinon potevo… nessuno poteva…

 

 

Solo ora capisci tutto.

Sei sempre stato un fottutissimo egoista.

 

 

È da dieci anni che condividete la stessa sofferenza.

 

 

 

 

 

Ti sbagliavi: tra tutte le persone al mondo, nessuna potrebbe comprenderti meglio di Hershel Layton.

Colui che volevi accanto sin dal principio

Colui che ha sventato i tuoi piani

Colui che adesso ti abbraccia come se fossi tutto ciò che gli è rimasto (o forse è lui l’unica cosa rimasta a te)

Colui che ti ha salvato per la seconda volta

 

Colui che hai sempre sperato ti salvasse di nuovo.

 

 

Ti meravigli di te stesso quando lo chiami per nome, e giureresti che anche lui ne sia rimasto sorpreso, da come ha leggermente allentato la presa sul tuo corpo magro e consunto.

Sei davvero troppo magro, per i tuoi ventitré anni.


Non è una mancanza di rispetto, la tua.


 

Solo adesso realizzi che quella rabbia rancorosa che provavi non ti è mai stata amica, che è stata proprio colei che ti ha consumato velenosa da dentro, piano piano, che ti ha divorato l’anima per poi vomitarla a terra e lasciarla marcire lì, in attesa che qualcuno ti aiutasse a raccoglierla e a rimetterne insieme i pezzi. Non è grazie a lei se non sei morto, ma grazie all’uomo che hai davanti, grazie all’uomo che hai trascinato dentro questa storia maledetta per via del tuo egoismo.


È proprio vero, che siete diversi.

Lui non si è lasciato trangugiare dall’odio, sebbene ne avesse avuto gli stessi diritti che ne avevi tu, lui non ha messo in pericolo centinaia di persone per un’idea di giustizia che solo adesso comprendi essere puramente iniqua.

 

La tua rivalsa non era Giustizia.

Il tuo rimorso non era Giustizia.

La tua ritorsione non è mai stata Giustizia.

La tua era solo pura, semplice, meschina Vendetta.

 

 

E la parte peggiore è che l’hai sempre saputo.

 

 

 

 

Hershel…”

 

Non è una mancanza di rispetto, la tua.

Quel nome è solo tutto ciò che ti è rimasto… ed ora non puoi che stringerlo tra le dita prima che scivoli via, come sabbia in balia del vento.

 

 

Mi… dispiace…”

 

Speri solo che ti verrà a trovare, in prigione.
Non hai il diritto di chiederglielo, e sotto sotto sai che sarebbe egoista rivederlo.

In cuor tuo, tuttavia, sai per certo che verrà.
E anche se così non dovesse essere, tu lo aspetterai.

Magari sarà più semplice guarire, in due.

 

Lo so, Clive...”

 

 

Il tuo nome ti giunge ovattato alle orecchie, prima che tu possa abbandonarti ad un ultimo pianto liberatore, stretto da quelle calde e confortanti braccia che vorresti non ti lasciassero più.
 

 

 

Lo so.”



 

Stretto da quelle calde e forti braccia che, forse, giureresti ti abbiano fatto da genitore più di chiunque altro da ben dieci, lunghi, lunghissimi anni.









 


 

   
 
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