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Autore: Maggiechan_75    29/04/2021    2 recensioni
Vincere la lotteria può davvero cambiare la vita?
Una storia, in chiave commedio/comica della fortuna di una sfortunata cameriera.
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lavorare durante le feste Natalizie è uno dei periodi peggiori di tutto l’anno.
Sono una delle tante cameriere che lavora al “4 salti in Padella”, un piccolo ma rinomato ristorante fiorentino. Girare tra i tavoli ,servire a molte coppie e famiglie felici, lavorare per uno chef in “crisi da prestazione” e per di più fresco di divorzio, non è facile.

Questo è anche il periodo dei fidanzamenti e spesso ci viene chiesto di servire il dessert al “gioiello”, ovvero un anello di fidanzamento nascosto in qualche dolce.

Da un mese a questa parte però questa “tradizione” è diventata un incubo, ad ogni anello portato allo Chef, uno dei camerieri rischia il licenziamento.

Purtroppo a me è già successo 3 volte, alla quarta mi sa che sono fuori.

Ma che colpa ne ho io, se in questo periodo tutte le coppie del mondo si vogliono fidanzare?

Vorrei succedesse anche a me, e invece sono la sfigata che due settimane fa è stata lasciata e per giunta alla Vigilia di Natale.

Credevo che dopo 1 anno di relazione fosse il momento giusto per chiedergli di convivere. E così, come regalo, avevo incartato una copia delle chiavi del mio appartamento.

E chi se lo aspettava che a 35 anni, Alessandro mi rispondesse che non si sentiva ancora pronto per un passo così importante e se la svignasse in 2 secondi!

Immaginate la scena: un intimo ristorante sulle colline, luci soffuse, una piccola candela al centro del tavolino rotondo apparecchiato per due.
Una vetrata che faceva vedere il panorama. La luna in cielo e, ai piedi della collina si estendeva Firenze. Era una serata perfetta, limpida tanto che la luna riusciva ad illuminare l’Arno.

Una notte magica fino a quando Alessandro non mi diede il ben servito. Mi son ritrovata da sola con un biglietto in mano della lotteria. Non ci crederete ma sì, quello era il mio regalo di Natale scelto da lui, magari comprato solamente 5 minuti prima dell’appuntamento. Ho dovuto pure pagare il conto.
 

Per fortuna è l’ultima sera di queste disastrose festività.
Al locale ci sono gli ultimi clienti affezionati, solo coppie e pochissime famiglie visto che domani le scuole ricominciano.

Questa notte Chef Vincent è particolarmente nervoso sta urlando da quando il ristorante è aperto chissà cosa gli sarà successo?

Non credo dipenda solamente dalla faccenda “anello di fidanzamento”.

Ricordo che a Capodanno erano stati richiesti molti più “dessert al gioiello”.

Questo splendido anello con diamanti che sto portando è solo il terzo, e per fortuna solo il mio primo, della serata e vista l’ora potrebbe essere anche l’ultimo.

Mi sento osservata da tutto il personale in sala, appena entro in cucina scende un silenzio di tomba, non faccio nemmeno in tempo ad avvicinarmi allo Chef che questo si infuria e mi urla “Come hai osato portarmelo!! Sei licenziata!” e infuriato esce in sala per dirigersi verso il tavolo.

Tutti corrono a vedere la scena, io invece resto pietrificata e non riesco a muovermi.

In lontananza sento urlare lo Chef e tra le innumerevoli frasi colgo solo la parola “moglie” e una donna rispondere “ex-moglie”.

Davanti ai miei occhi una TV trasmetteva a tutto schermo un codice, 005538 serie O. A malapena riesco a sentire la voce di Amedeus annunciare euforico “ecco il biglietto vincente della Lotteria Italia che si aggiudicherà 5.000.000 €.”

Io quel numero lo conoscevo bene, lo avevo osservato con le lacrime agli occhi per tutta la notte della Vigilia di Natale. Quel biglietto è il MIO!!! Non ci credo, ho vinto!

Prendo una bottiglia del miglior vino che offre il locale e mi dirigo verso l’uscita, entro in sala proprio mentre lo Chef ha appena assestato un diretto che ha colpito in pieno viso il fidanzato dell’ex moglie buttandolo al tappeto.

“Carla.” mi grida più infuriato che mai “Ricordati! Quella bottiglia verrà detratta dallo stipendio”.

L’ho mandato a quel paese e me ne sono andata.

 

Sono passati due giorni da quel momento, e da allora non sono ancora uscita di casa, l’euforia iniziale è durata solo qualche ora.
Di certo con quei soldi la mia situazione economica era decisamente risolta, ma del resto della mia vita?

Vivere ricca e sola era questo il futuro che mi avrebbe atteso?

D’altra parte non avevo nemmeno nessuno che si meritasse di condividere con me questo premio.

I miei mi hanno sempre criticato, per loro sono solo la figlia non desiderata. Quella che non doveva mai nascere
Non si sono nemmeno sprecati tanto dal nascondermelo.

Quando avevo 6 anni ho scoperto che l’uomo, che credevo fosse mio padre, non era altro che il marito di mia madre ed io ero frutto di una relazione clandestina.
Me lo disse proprio lui infuriato con due valigie in mano.

Il mio vero padre non l’ho mai conosciuto, e mia madre vede in me la personificazione dei suoi errori e su di me si è sempre sfogata.

Avrei potuto vivere una vita da favola con Alessandro, lo amavo davvero. Credevo fosse l’uomo perfetto per me, mi riempiva di attenzioni uscivamo spesso assieme, insomma ci divertivamo, ma lui voleva solo questo dalla relazione, divertirsi.

Sono anche disgustata dagli amici che hanno preferito passare le feste in montagna con Alessandro che con me, non c’è stato nessuno che mi abbia chiamato per sapere come sto. Nemmeno Paola quella che credevo una vera amica.

Mi convinco che i soldi mi faranno cambiare vita non solo economicamente, ora dovevo trovare solo il modo di incassarli senza troppa pubblicità. Già ma come? Cerco il mio telefonino ma non lo trovo e mi rendo conto che sono due giorni che non lo uso. “Cavolo” un flash improvviso “l’ho lasciato al ristorante!!!”

 

Mi faccio una doccia veloce non ho il tempo per asciugarmi i capelli così li lego in una coda ed esco in direzione dei “4 salti in padella”.

Sono le 18.00 il locale è ancora chiuso al pubblico ma sono sicura che troverò tutto il personale.
Meno male così potrò salutarli e mi aiuteranno ad affrontare Chef Vincent.
Quell’uomo mi ha sempre intimidito.
Come aspetto è affascinante non c’è che dire, ma è il classico uomo che sa di essere bello e si pavoneggia per questo, non li sopporto!

Per non parlare del suo carattere arrogante e presuntuoso.

 

Ad aprirmi con mia grande sorpresa è proprio lui. Llo trovo diverso! Il suo sguardo fiero e sicuro ha lasciato il posto ad un uomo stanco, un uomo che probabilmente non dorme da giorni.

Anche lui è sorpreso di vedermi

“Carla!?”

In pochi secondi cerca di assumere l’atteggiamento severo e arrogante di sempre, ma ormai è troppo tardi, ho colto il suo lato umano e quel lato mi ha colpito come un fulmine a ciel sereno.

Mi fa accomodare, il ristorante è sorprendentemente silenzioso e vuoto

“ma dove sono tutti?” gli chiedo guardandomi attorno.

Lui abbassa la testa cercando di riportare l’attenzione al motivo per cui ero lì.

“il tuo cellulare deve essere ancora nel tuo armadietto”mi dice in modo scorbutico.

Mi dirigo verso gli spogliatoi ed era proprio così.
Il cellulare,ormai completamente scarico, era ancora lì.

Solo in quel momento mi sono resa conto che non era l’unica cosa che era rimasta lì.
Non credo ai miei occhi tutto è rimasto come due giorni fa.
Tavoli sporchi e apparecchiati, il bancone dei piatti da servire con le pietanze sopra, la cucina esattamente come allora addirittura con la TV accesa sullo stesso canale.

Chef Vincent ma …. ma cosa è successo?” gli chiedo.

Improvvisamente eccolo il suo lato che detesto, gli occhi si incendiano di rabbia, le mani si chiudono in due pugni nervosi e il suo possente corpo si irrigidisce

“quel verme ha chiamato la polizia e il locale è stato chiuso in due secondi per le inchieste. Ho potuto rientrarvi solo 10 minuti fa”.

Lo guardo e reagisco in un modo che non m’aspetto, e nemmeno lui.

Inizio a ridere fino alle lacrime, la risata diventa contagiosa perché anche lo Chef si unisce a me.

Entrambi per qualche ragione avevamo bisogno di liberarci dalle tensioni e lo abbiamo fatto in un modo molto insolito.

Mi propone una cena e mi accompagna al locale di un suo amico, tra una chiacchiera e l’altra ci scopriamo diversi dall’idea che avevamo reciprocamente l’uno dell’altra.

Lui è attratto da me, lo intuisco perché non riesce a staccarmi gli occhi di dosso.
Forse stiamo facendo un errore perché entrambi siamo freschi da una rottura importante.
Ma i nostri corpi lanciano segnali inequivocabili, all’uscita non resiste e mi bacia.

Mi sorprendo a chiedergli se potevo offrirgli un caffè.

 “Abito proprio a due passi da qui” gli dico girandomi per indicare l’appartamento dove abito, ma quando alzo gli occhi verso la finestra mi rendo conto che la luce è accesa “ma come è possibile!?”.

Il cuore accelera improvvisamente pensando a cosa c’è dentro l’appartamento.

Mi precipito, seguita da Vincent, verso casa ma ormai è troppo tardi, quando apro la porta l’appartamento è apparentemente in ordine.

Noto subito sul tavolo della sala una chiave e un biglietto “lo so sono un vigliacco, scusa. Alessandro”.

Lui lo sapeva! Si era sempre vantato di avere una memoria fotografica e di essere bravo con i numeri, ma chi l’avrebbe mai pensato che arrivasse al punto di memorizzare il numero del biglietto.

Ed io …. io sono stata una stupida! Quella sera non mi sono nemmeno resa conto che la chiave per qualche strana ragione se l’era tenuta.

No! non ci credo! scoppio a piangere.

Vincent è dietro di me, mi abbraccia cercando di consolarmi.

“Cosa è venuto a fare il tuo ex?” mi chiede dolcemente.

“Non so nemmeno da dove iniziare” mi giro in cerca di un caldo riparo e di qualche coccola e carezza.

“In quel cassetto aperto” lo indico tremando, “c’era il biglietto vincente della lotteria! Me lo aveva regalato Alessandro prima di lasciarmi”.

“S...stai scherzando?!” mi guarda con una faccia sorprendentemente buffa, si trattiene il più possibile dal scoppiare in una risata ma non ci riesce.

Solo allora vedendolo così, spoglio da ogni muro e difesa che si era creato, mi rendo conto di quanto noi esseri umani riusciamo ad ingannare gli altri e noi stessi dal nostro vero essere.

Anche io ho fatto lo stesso errore, proprio in questi due giorni.

Tutti quei soldi, diciamoci la verità, non gli avrei condivisi mai con nessuno perché in fondo sono molto egoista!

Per la prima volta vedo mia madre in modo diverso. Quella donna ha dovuto passare molte difficoltà. Mi ha cresciuta da sola, senza nessun aiuto economico, né dal marito, che non mi aveva mai riconosciuto, né dal mio vero padre.

i sentivo abbandonata perché mia madre doveva lavorare dal mattino fino a sera tardi? Non mi voleva bene!!?? Ma certo Carla certo!

Se fosse così avrebbe potuto fare altre scelte. L’aborto, l'adozione o l’affido e invece ha deciso di crescermi e vivere la sua vita con me.

Ed io con 5.000.000 € ho pensato di non dividere il premio con lei? Che figlia egoista ed ingrata che sono!

Arrossisco e Vincent se ne accorge.
Si addolcisce, i suoi occhi brillano in modo diverso sembra leggermi dentro.
Mi asciuga le lacrime, mi sorride e mi bacia.

“Carla sono solo soldi!” mi dice abbracciandomi “non si risolvono i problemi certo con il denaro. Servono solo a vivere in modo più agiato, ma non ti regalano la felicità!”

Si scosta da me per guardarmi negli occhi

“Nonostante la tua vita decisamente più difficile della mia. Tu hai sempre il sorriso stampato in viso. Ecco la differenza tra te e me. Tu hai qualcosa in più e sicuro non sono i soldi! Guardati!
Nonostante tutto in questo momento stai sorridendo,ti ammiro!”.

Incredula mi tocco il viso.

E’ vero sto sorridendo, e ha ragione 5.000.000 € non mi avrebbero resa felice, anzi tutt’altro.

Lo abbraccio rendendomi conto che la vita va vissuta e assaporata attimo per attimo. Mi rendo conto anche che progetti e sogni rendono felici in apparenza perché basta un niente per renderli irrealizzabili.

“Come lo vuoi il caffè?” gli chiedo lasciando alle spalle tutti i miei pensieri.

D'ora in poi la mia vita sarà vissuta apprezzando l’attimo.

 

 

   
 
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