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Autore: swanson    28/08/2009    2 recensioni
Eppure lei non mi aveva mai accusato, né nei suoi occhi sinceri era sorta ombra di rabbia o rimorso per ciò che aveva perso: conservava il suo riso irriverente e la smorfia sbruffona che sempre l’aveva caratterizzata. Mi volteggiava attorno, illuminando la mia vita come una lucciola. Ma io sapevo, per quanto non volessi ammetterlo, che lei si stava spegnendo a poco a poco, chiusa nella mia amorevole teca.
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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titolo: angel flying too close to the ground

autore: strangertomyself

pairing: lily/scorpius

personaggi: lily potter, scopius malfoy

genere: introspettivo, romantico, malinconico

rating: verde

avvertimenti: one-shot, scorpius POV.

disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J. K. Rowling; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

note: è una storia triste, precisiamolo. si dovrebbe intendere, in effetti, ma nel caso sia poco chiaro lo ribadisco di nuovo ;) l’ispirazione giunge dall’omonima e meravigliosa canzone di Beth Rowley, e quindi è grazie a lei se è qui. Ma l’interpretazione di Scorpius e Lily è mia, ne vado parecchio fiera. sono troppo affezionata a questi due e al mio immaginario nei loro confronti ùù quindi non scippatemela o vi scateno dietro papà Draco eh! ò\/ò XD Oh beh, che altro? è una lily/scorpius, dovrebbe già dire molto. mi piace, stranamente, ed è la PRIMA VOLTA che scrivo una ff dal punto di vista maschile quindi siate amabilmente clementi ùù Okay, adesso potete scatenare gli insulti >_>

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

angel flying too close to the ground

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“So leave me if you need to

 

I will still remember


Angel flying too close to the ground”

 

 

  

 

 

 

 

Lei era sempre stata una creatura pericolosa, troppo libera e troppo turbolenta.

Svolazzava libera fra le nuvole, scuotendo le penne rossicce, e viveva del soffio del vento sulla sua pelle pallida. Usava planare verso il basso, caricando le ali con determinazione, e con un tiepido sorriso vittorioso solcare le acque e lasciare dietro di sé la scia del suo passaggio.

Così era Lily Potter, così era sempre stata.

Fra le lentiggini delle sue guance nascondeva la diabolica smorfia, e gli occhi di quel torpore ti spiavano saccenti, curvando appena le sopracciglia con sfacciataggine. Poi rideva sibillina, prima di dare la sua innegabile visione delle cose. Ed era sempre, sempre, maledettamente giusta.

La prima volta che l’avevo conosciuta si era chinata verso il suo amico Weasley, schiudendo appena le labbra e schioccando la lingua. “Così questo sarebbe Scorpius Malfoy?” aveva pronunciato, mentre le osservavo innegabilmente la piega della bocca, curioso.

Aveva quasi volteggiato su sé stessa, stretta nella divisa rosso oro, e come se la mia altezza non la disturbasse, aveva piegato il capo di lato elargendo un’occhiata compiaciuta sulla mia figura.

“È carino”.

Aveva riso ancora, incrociando gli occhi con Weasley, e una ciocca ramata le era sfuggita di fronte al volto, sfiorandone il collo nudo. E Poi mi aveva superato stringendo un lembo del mantello, ma poco prima che sentissi il suo profumo scomparire dalle mie narici si era fermata.

Il suo respiro mi era arrivato tiepido all’orecchio. “Ma è troppo buono” solleticò, con una nota violenta nella voce.

L’avevo sentita camminare frettolosamente dietro di me, e sapevo che il suo mantello stava svolazzando nell’aria, libero, troppo vicino per non farsi male.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“If you had not have fallen

 

then I would not have found you”

 

 

 

 

 

 

 

 

Conservo quel ricordo gelosamente.

Mia madre, quando avevo appena dieci anni e le sorridevo con leggerezza, mi scrutava in viso e mi carezzava le guance con un sorriso amorevole. “Tu sei troppo buono per il mondo, Scorpius”, mi sussurrava, prima di baciarmi la fronte di sfuggita. “Non lasciarti portare via. Da nessuno, intesi?”.

Ascoltavo le sue parole senza cognizione di causa. Annuivo, rapito dalla sua voce così familiare e piacevole, ma il vero senso di ciò che intendesse dire non mi giungeva pienamente. Erano solo parole sfocate, perse nell’aria dell’immenso giardino di casa.

“Neanche da un angelo”, continuava, con ferma dolcezza. “Promettimelo”.

Io promisi, con tutta l’innocenza e l’infantilismo che possedevo a quel tempo, e ricordo di aver sentito un sospiro sfuggirle dal petto, come una tacita e muta risposta.

Ma le promesse dei bambini non valgono, vero?

Io non l’ho mantenuta, e sono stato portato via. Rapito da un angelo caduto, troppo violento e solo per non trascinarmi con lui.

Perdonami, Madre, perdonami.

 

 

 

 

 

 

 

 

“I knew someday that you would fly away

 

for love's the greatest healer to be found”

 

 

 

 

  

 

 

 

 

Forse fui io ad allontanarla da me.

Era un angelo libero, con le ali spiegate verso il mondo, ma quando riuscii a trascinarla vicino al mio cuore - seppur per poco - ma così vicino, che non riuscì più a lasciarla andare via da me. Ero un ragazzo egoista, lo sapevo: eppure ero sicuro, certo, che lei avrebbe vissuto meglio al mio fianco, piuttosto che nel cielo azzurro.

In fondo, Lily Potter non era realmente un angelo. Era solo una ragazza come le altre, dai tratti delicati e il carattere indipendente e fuori dalle righe. Lei tremava come una foglia e si dibatteva come un uragano, ed allo stesso tempo: forse fu questo che mi fece innamorare di lei.

Io invece ero solo un involucro ghiacciato, una gabbia dall’aspetto lucente e brillante: l’avevo catturata e non desideravo altro che legarla a me per sempre. Era la mia funzione, sì.

Ero stato una prigione, ora me ne vergogno. E lo ero stato per un angelo troppo bello per essere condannato alle catene in eterno.

Eppure lei non mi aveva mai accusato, né nei suoi occhi sinceri era sorta ombra di rabbia o rimorso per ciò che aveva perso: conservava il suo riso irriverente e la smorfia sbruffona che sempre l’aveva caratterizzata.

Mi volteggiava attorno, illuminando la mia vita come una lucciola. Ma io sapevo, per quanto non volessi ammetterlo, che lei si stava spegnendo a poco a poco, chiusa nella mia amorevole teca.

Mi sentii come quell’imperatore che si deliziava del canto del suo usignolo, e ne desiderava il sentire ogni giorno, costringendolo in una gabbia. Lily era il mio prezioso animale, era di mio possesso, e quando me ne resi conto, riuscì precipitosamente a recuperare la chiave del lucchetto che la teneva prigioniera a me.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“I patched up your broken wing

 

and hung around for a while”

 

 

 

 

 

  

 

 

 

 

È questa dunque la storia della mia prima storia d’amore.

Ora Lily Potter volteggia nel cielo, libera, sfiorando ancora il suolo ogni tanto, avvicinandosi a questo mondo a lei estraneo, fatto di esseri così soggiogati dalla sua bellezza dall’amarla e tenerla a sé. Dopo che io l’ebbi legata a me, la lasciai libera di andare.

Da allora, quando guardo il cielo mi aspetto di sentire lo sbattere d’ali rossicce e un profumo familiare scivolarmi fino alle narici; ma in realtà, non accadde mai più.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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