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Autore: Allen Glassred    30/04/2021    0 recensioni
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Ogni storia è fine a sè stessa ed eventualmente collegata ad altre long, quindi potrete decidere di recensire quella che volete senza tener conto delle altre. Spero che questo originale Writeapril sia di vostro gradimento e che vorrete lasciarmi un vostro parere sulle storie che più gradirete.
Genere: Generale, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: OOC | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Write... '
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Day 29: Pigiama
Storia: La nuova alba di Nemesis
Personaggi: Glen, Tea, Kaito e Kevin Baskerville

 

Una giovane donna dalla chioma bruna entra nella stanza dove, tranquillo, un bimbo di circa quattro anni la sta aspettando. La donna sorride lievemente, guardando dolcemente il piccolo. “ Ciao tesoro “. Lo saluta con dolcezza, mentre il bimbo dalla chioma corvina posa il peluche con cui stava giocando per poi correrle incontro, abbracciandole le gambe data la sua ancora bassa statura.

“ Madre! Siete qui! “. Fa entusiasta il piccolo. Lei lo accarezza dolcemente, mentre già le prime lacrime tentano di farsi strada nei suoi occhi, malgrado cerchi in tutti i modi di evitare di versarle. Colei che si rivela essere Tea, la Regina di Nemesis, riesce a non crollare e scoppiare in lacrime, prendendo in braccio il figlio per poi prendere parola.

“ Bene piccolo, cosa dici se adesso la mamma ti aiuta a metterti il pigiama? È ora di fare la nanna “. Fa, mentre colui che si rivela essere il piccolo Glen fa cenno di sì con il capo. La madre lo posa dolcemente sul letto e, dopo avergli baciato la fronte prende il pigiama azzurro del figlio per poi avvicinarsi a lui, chinandosi per poter arrivare alla sua altezza dato che, di fatto, il bimbo non si è ancora mosso dalla sua posizione e la guarda incuriosito.

“ Mamma, stai bene? Perché piangi? “. Chiede, sorprendendola: nemmeno lei si è accorta della singola lacrima scesa dai suoi occhi, involontariamente. Non se n’era nemmeno accorta in precedenza né se n’è accorta ora, chissà pensa, quando è scivolata dai suoi occhi? Non sta troppo a pensarci su: accarezza dolcemente il viso del figlio.

- Così simile a lui… al mio Len… -. Pensa semplicemente la sposa di Kaito, per poi dare una risposta al figlio nel giro di poco tempo. “ Oh no amore, la mamma non sta piangendo. È solo un granello di polvere che mi è entrato nell’occhio, vedi? “. Chiede, facendo notare che ora non sta più piangendo mentre infila la maglia del pigiama al figlio per poi abbottonarla. Il secondogenito di Kaito e Tea tuttavia non pare del tutto convinto, così abbraccia forte la madre sorprendendola un po'.

“ Ti voglio tanto bene, mamma! Non devi essere triste! “. Esordisce il piccolo, mentre lei lo stringe forte a sé come se, in quel momento, suo figlio rappresentasse davvero la sua sola ed unica ancora di salvezza in quel mondo di totali tenebre.

“ Te ne voglio anche io, amore: non immagini quanto bene voglia a te e tuo fratello, più di chiunque altro al mondo “. Fa, mentre l’abbraccio si scioglie ed il piccolo si infila i pantaloni del pigiamino.

“ Mamma? “. Chiede ad un certo punto, attirando l’attenzione della donna. “ Tu vuoi bene a zio Len? “. Chiede, spiazzando letteralmente la Regina della Luce. Da prima sussulta, poi si riprende e riscuote dai suoi pensieri: non deve far trasparire le proprie emozioni pensa, Glen è un bimbo molto intelligente ed una minima smorfia errata potrebbe tradirla.

“ Ma certo che gliene voglio “. Fa, mentre il bambino annuisce per poi farle un’altra domanda.

“ E a papà? “. Chiede. A quella frase la donna si blocca letteralmente: sarebbe troppo semplice mentire e mettere a letto Glen, chiedendo la questione. Ma lei non ama le menzogne, nemmeno se la verità potrebbe far male. Tuttavia pensa, meglio sviare il discorso: non vuole che Glen si accorga che qualcosa non va e che la turba. Così si sforza di sfoggiare il più falso dei sorrisi, per poi far sdraiare il figlio a letto e rimboccandogli le coperte.

“ Riposa ora, tesoro. Riposa e fai bei sogni, va bene? “. Fa, dando un bacio sulla fronte del piccolo che annuisce, dimenticando quella domanda e chiudendo lentamente gli occhi.

“ Buonanotte, mamma “. Fa solamente, mentre la Regina gli accarezza il viso con dolcezza.

“ Buona notte, mio piccolo Principe... della luce “. Conclude poi, dirigendosi verso la porta e guardando per l’ultima volta il figlio, prima di chiuderla dietro di sé e tornare nella propria stanza.

 

*******************************************************
 

Nello stesso istante il piccolo dalla chioma argento osserva con curiosità l’eterno giovane dalla chioma blu, che a sua volta lo sta osservando da un po' di tempo. “ Padre… “. Borbotta, stringendosi nel pigiama appena indossato come se questo fosse un’ancora di salvezza, una sorta di protezione dal freddo che sente e dall’orribile sensazione che da un po' lo invade, non permettendogli nemmeno di dormire sereno. “ Quando finirà tutto questo? Mi fa male “. Mormora poi il bimbo di circa sette anni.

“ E’ il tuo potere, Kevin: è il tuo potere che si manifesta e finalmente ti reclama. Successe anche a me alla tua età, non devi averne paura “. Malgrado le sue parole possano sembrare di conforto il suo sguardo è gelido, come una notte artica. Il suo tono non trasmette la minima dolcezza nemmeno verso colui che è suo figlio maggiore che, di rimando cerca di chiudere fuori il freddo stringendosi maggiormente nelle coperte.

“ Ma a Glen non fa così male, ed è più piccolo di me. Perché io si? “. Chiede semplicemente ed innocentemente il piccolo dagli occhi di ghiaccio, ereditati senza dubbio da suo padre che, a quella frase, invece di rassicurarlo lo guarda ancor più severamente.

“ Appunto: se tuo fratello non si lamenta, mi spieghi perché lo fai tu? Sei o non sei un mio erede? Impara ad accettarne le conseguenze, invece di frignare in continuazione: non si ottiene il potere senza un po' di dolore, impara questa lezione prima che sia la vita stessa a fartela imparare “. Lo rimprovera duramente e senza un minimo di pietà. In seguito gli si inginocchia accanto, afferrandolo per le spalle ed obbligandolo a mettersi seduto. Il solo contatto tra loro sembra quasi far entrare in sintonia i loro poteri, le tenebre dell’uno richiamano quelle dell’altro mentre lo sguardo più spaventato del bambino si scontra con quello severo di colui che è suo padre.

“ Ma zio Len e la mamma hanno detto… “. A quel solo nome la presa di Kaito sulle spalle del figlio aumenta, stringendo tra le mani la stoffa del pigiama del figlio e guardandolo con un pizzico d’ira.

“ Dimentica ciò che ti dice quell’inetto di mio fratello: io sono tuo padre, io so cos’è meglio per te. Tu devi obbedire ai miei ordini, hai capito? “. Chiede, ma a quella frase il bambino non risponde ma si limita a sussultare, quasi spaventandosi tanto con le parole quanto dal tono del padre. “ Hai capito?! “. Gli grida poi lui, non ricevendo alcuna risposta da parte del figlio che, a quelle grida chiude istintivamente gli occhi per poi annuire.

“ S… Si! Ho capito, perdonatemi se prima ho pianto… “. Sussurra, trattenendo le ennesime lacrime: non ha certo voglia di contrariare suo padre. A quella frase Kaito pare calmarsi un po': non addolcisce lo sguardo ma allenta la presa sulle spalle del piccolo Kevin, passandogli poi una mano sul viso e guardandolo intensamente, quasi come se il suo sguardo volesse penetrargli l’anima ed impiantare in essa le Tenebre, assicurandosi che non segua le orme di quell’inetto di suo fratello Len e di sua moglie, che già sono riusciti a corrompere Glen e farlo diventare un Principe della Luce. Ma con Kevin pensa, non ci riusciranno: con il suo primogenito non faranno ciò che hanno fatto con il secondo, sarà lui stesso ad evitare che ciò accada.

“ Oh Kevin, tu non lo sai ancora ma sei la sola speranza per Nemesis: sei il solo che può garantire la sopravvivenza delle Tenebre e fare il modo che quella volgare luce non la distrugga. Sarai tu a dover tenere in riga tuo fratello e chiunque osi mettersi sul tuo cammino, come io non sono riuscito a fare con Len “. Sussurra semplicemente mentre, a quelle parole il figlio lo guarda con curiosità senza tuttavia fare domande: sa bene che suo padre e suo zio non vanno d’accordo, ma non vuole domandare perché per paura di essere rimproverato.

“ Padre… “. Sussurra solamente il principe di Nemesis, chiudendo gli occhi una volta coricatosi nuovamente, attirando così l’attenzione di Kaito. “ … rimanete qui con me? “. Chiede solamente, afferrando istintivamente la sua mano. E, forse per la prima volta, spiazzando il gelido Re di Nemesis che, senza dire nulla si limita a guardare il figlio. Eppure, non sottrae la mano alla sua presa.

   
 
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