Anime & Manga > Lupin III
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Autore: Hana S    30/04/2021    1 recensioni
Jigen nasconde da otto anni un segreto a Lupin e Goemon, ogni volta che un colpo viene messo a segno sparisce e torna sempre nella stessa città, dove nasconde e protegge il suo tesoro più prezioso. Ma per quanti sforzi fatti, il passato e le sue minacce possono sempre tornare.
Estratto dal primo capitolo:
Quei meravigliosi occhi smeraldo lo guardavano pieni di lacrime, si era portata le mani davanti alla bocca e tremava per l’emozione, lui si alzò e si avvicinò a lei che allungò una mano sfiorandogli il viso, Jigen afferrò delicatamente quella mano aggraziata e la tenne stretta contro la sua guancia. «Sei tornato …»
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jigen Daisuke, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap. 2 – Felicità interrotta
Dopo che Lupin e Goemon lasciarono l’appartamento, Jigen e Kyoko andarono a letto. Lui continuava a tenere il broncio e la moglie non diceva nulla, perché sapeva come sarebbe finita e fece un breve conto alla rovescia ‘3,2,1’. «Lupin doveva proprio seguirmi fino qui!» brontolò Jigen mentre si toglieva i vestiti e li gettava in malo modo sulla sedia. «Era qualcosa che poteva succedere» disse semplicemente Kyoko.
«Non ho mai detto nulla a loro perché volevo proteggervi e ora …» ma una voce dolce gli fece dimenticare ciò che stava dicendo «Jigen» si voltò appena in tempo per afferrare la moglie che gli si era buttata fra le braccia, si baciarono «Finché ci sarai tu a proteggerci, non ci accadrà nulla di male» ogni pensiero negativo svanì dalla mente dell’uomo e ne affiorarono altri poco pudici «Dove eravamo rimasti ieri sera?» domandò Jigen accarezzando il viso della moglie e sdraiandosi con lei nel letto.


Jigen entrò in cucina la mattina dopo, la moglie canticchiava e i bambini facevano colazione. Ryu guardò il padre «Papà la mamma oggi è felicissima! Invitiamoli più spesso i tuoi amici!» l’uomo scompigliò i capelli del figlio «No» esordì pacatamente.
Dopo aver accompagnato Akemi, Jigen e Kyoko passeggiarono lungo la via principale, oggi la donna aveva del tempo libero visto che lavorava nel pomeriggio. «Devi andartene?» Kyoko lo guardava sperando in una risposta negativa «Credo che adesso che lo ha scoperto, Lupin voglia fermarsi ancora un po’ da queste parti …» la moglie lo spinse in un vicolo, il suo volto era pallido e tremava «Kyoko?!» disse Jigen stringendola a sé. «Jigen, guarda l’uomo dall’altro lato della strada e dimmi che non è lui!» stringendo i pugni si aggrappava alla giacca di Jigen, come se in quel momento fosse l’unico riparo da una grave minaccia.

Jigen osservò nella direzione indicatagli dalla moglie, appoggiato ad un palo con le spalle alla carreggiata c’era un uomo alto e muscoloso, i capelli biondi erano legati in una codina bassa che ricadeva sul collo nerboruto; teneva le mani nelle tasche dei pantaloni e lo sguardo era fisso davanti a sé; aspettava qualcuno. Un uomo dai folti capelli castani smilzo e basso, ma dal volto sadico uscì da un negozio, si stava pulendo le mani con un fazzoletto, la camicia bianca era costellata da macchioline rosse. Jigen strinse ancora di più Kyoko che nascondeva il viso nel petto di lui, “Non può essere vero!” era il suo unico pensiero. I due uomini salirono su una macchina e partirono.

«Sono andati!» uscirono dal loro nascondiglio e Jigen sgranando gli occhi le indicò il negozio davanti al quale si trovavano prima i due uomini, a Kyoko saltò il cuore in gola e corsero in quella direzione. Attraversarono la strada ed entrarono nel negozio «Spiacente siamo chiusi …» una donna anziana stava cercando di medicare il volto di un uomo pieno di sangue «Dovresti andare in ospedale!» diceva preoccupata, ma il marito non ne voleva sapere «Mi chiederebbero come mi sono conciato così! Non posso, se dico qualcosa anche per sbaglio, e la polizia si mette sulle loro tracce la prossima volta non saranno così clementi! … Lo hanno giurato …»

«Clementi! Allora non ti rendi conto di …» i due non si resero conto che la coppia appena entrata nonostante la scena che si erano trovati di fronte, non era ancora andata via: il negozio era a soqquadro con tutti gli articoli sparpagliati sul pavimento, per non parlare dell’uomo sanguinante davanti a loro.  «Signori Hamada» i due si voltarono e videro la loro amica, che li osservava con il viso preoccupato «Oh Kyoko … Jigen … vi prego non vi spaventate e solo che …» cercava di giustificarsi la donna, ma non trovava le parole.

«Cosa volevano quelli?» esordì Jigen che conosceva bene i due usciti poco prima. La coppia rimase muta per qualche istante, ma poi spiegarono cosa era accaduto «Ho venduto della seta per kimono ad una donna che era venuta apposta fino alla nostra città su consiglio di un’amica» l’uomo sospirò «Ma quella donna è convita che l’abbia imbrogliata facendole pagare più del valore effettivo del tessuto e ha mandato quei due a ‘farsi rimborsare’».
«Rina …» sospirò Kyoko, rievocando con spiacere quel nome.
«Si! Era questo il suo nome! Rina Morimura!» esclamò la moglie del negoziante «Se la incontro …».
«Non ti conviene fare nulla … Spera solo che non capitino più qui, certa gente è meglio lasciarla a chilometri di distanza» Kyoko strinse i pugni e si guardò in giro, si rimboccò le maniche e cominciò a sistemare e Jigen seguì il suo esempio.

«Kyoko, non ti preoccupare» l’anziana cercò di far desistere la giovane amica prendendola per un braccio, ma in cambio ottenne solo un gran sorriso «Ve lo devo!» gli Hamada non poterono far altro che accettare l’aiuto che gli venne offerto. Erano amici da anni, non sarebbero mai riusciti a far desistere Kyoko e Jigen che si sentivano in grande debito con quella coppia sempre gentile e disponibile verso di loro. Finito di sistemare, raccomandarono al signor Hamada di farsi vedere da un medico e lasciarono il negozio.

Kyoko era turbata e Jigen le cinse la vita con il braccio «Ehi!? Non è colpa tua, non sei tu che gli dai ordini». Alla donna tremarono le labbra mentre parlava «Ma mio padre sì! Nella vecchia città la gente rabbrividiva solo sentendo il suo nome e nessuno lo pronunciava ad alta voce, venivo trattata con rispetto, ma negli occhi della gente leggevo solo paura. Temevano che un mal servizio o una scortesia portasse inevitabilmente gli scagnozzi di mio padre da loro …» sospirò.

«Sai, quando parlavano di te, tutti in città erano felici che Morimura avesse una figlia così gentile» Kyoko fisso il marito «Come!?» chiese incredula. «Una volta, mi trovai a parlare con delle persone. Si sentirono libere di disprezzare tuo padre, nonostante io fossi uno dei suoi uomini. Ed erano felici che il tuo temperamento fosse più pacato, la gente evitava molti guai grazie alla tua intercessione. Ma erano anche preoccupati per il tuo futuro, la tua vecchia insegnante per esempio!». «La signora Kobayashi» la donna pronunciò dolcemente quel nome, e la sua mente si tranquillizzò al dolce ricordo di quella donna, che fu la sua maestra privata quando era una bambina.

«Quando progettai di portarti via andai a parlarle» Kyoko era meravigliata di scoprire un particolare così «Questo non me lo hai mai detto!» spesso Jigen la accompagnava dalla sua vecchia insegnante, ma i due in sua presenza si scambiavano poche parole, per lo più per cortesia. «Ognuno ha i suoi segreti» fece l’occhiolino alla moglie «Era anche la tua confidente, anche se era in pensione andavi sempre a trovarla».
«Cosa ti disse?» chiese la donna incuriosita. «Salvala da suo padre» Kyoko si fermò «Come?» ora era ancora più curiosa di ascoltare questa storia «Aveva paura che un giorno ti avrebbe costretta a sposare qualcuno contro la tua volontà. Non voleva ti rendesse infelice come lo era stata tua madre».

Kyoko fissò il mare e si strinse al marito «Mia madre è sempre stata un esempio per me e mi è mancata nei momenti più importanti della vita» le lacrime le rigarono il viso «Non sono forte come lei, e non lo sarò mai!» nascose il volto nella camicia di Jigen che le accarezzò i capelli e disse «Sei più forte di qualsiasi altra donna: hai lasciato tutto per me, sapendo bene che se tuo padre ci scopriva anche tu ne avresti subito le conseguenze; stai crescendo i nostri figli da sola … affronti la vita a testa alta. Sono fiero di averti come moglie» Kyoko singhiozzava. «’Non permetterò a nessuno di rovinarle la vita’ lo dissi a quella donna e non ho intenzione di rimangiarmi la parola! E promisi a tua madre di prendermi cura di te, non verrò mai meno a questo impegno che mi sono preso».

Tornarono a casa e Kyoko si tranquillizzò, mentre si preparava continuò a parlare con Jigen cercando di dissipare le sue preoccupazioni. «Akemi come fa a tornare a casa?» chiese Jigen. «Quando lavoro il pomeriggio, Ryugi passa a prenderla e vengono a casa insieme» erano entrambi contenti dei loro bambini e di come si prendevano cura l’uno dell’altra, come loro avevano sempre sperato «Allora li aspetto qui! Magari poi andiamo insieme al parco» Kyoko sorrise «Per loro non ci sarebbe regalo più bello che tu possa fargli e questa sera potrei cucinare il ramen che è saltato ieri».
Si sentì di nuovo bussare alla porta «Jigen! Ko-ko! Ci siete piccioncini?» ora Jigen era veramente arrabbiato, si era già sognato una tranquilla serata in famiglia e la voce di Lupin aveva infranto quell’immagine nella mente del cecchino.


Una macchina correva veloce fuori città, i due avevano parecchia strada da fare, ma volevano tornare di corsa per poter passare la serata bevendo e in dolce compagnia «Allora ha chiesto scusa il pezzente?» domandò l’uomo biondo mentre con la macchina sfrecciava fra le altre auto «Si Josh, chiedeva anche pietà. È stato sublime! Il suo sangue che grondava e sporcava le mie mani!» sibilò l’altro uomo cercando di contenere l’euforia. «Snake, stavi guardando una foto uscendo dal negozio?» domandò Josh che fin da prima di salire in auto aspettava che fosse il suo compare a parlargliene. L’aveva messa in tasca prima di ripulirsi le mani dal sangue del gestore del negozio, aspettando il momento giusto per tirarla fuori «Volevo mostrarla prima a Morimura, ma credo che la troverai anche tu interessante» si frugò nelle tasche «Su una bacheca aveva appeso le foto dei clienti, guarda chi c’è qui!» gli porse la foto.

«E così la piccola Kyoko è mamma!» disse Josh osservando le tre persone catturate in quello scatto. «Adorabili vero? Morimura sarà contento di sapere che ha due nipoti, tra cui un maschio!» sibilò Snake al compare. «Sarà meno contenta Rina» l’uomo riconsegnò al compagno la foto «Attento … per noi è la signora Morimura» disse maliziosamente Snake. «Nell’intimità ci chiamiamo per nome» l’uomo si leccò le labbra. Snake esaminò attentamente la foto «Credo che non gradisca l’idea di dover dividere il patrimonio con dei mocciosi, era così felice che la figlia di Morimura fosse scappata e svanita nel nulla … Non è difficile capire chi sia il padre».
«Jigen e Lupin sono spariti insieme a lei …» constatò Josh, anche lui aveva capito abbastanza velocemente.
«E al ‘Diamante dell’oceano’» aggiunse Snake e osservò ancora la foto «Il moccioso è la copia del pistolero, non credo che questo particolare faccia piacere al capo!»

«Ne hanno avuti due. Beh, almeno Jigen si è divertito con la ragazza dagli occhi smeraldo!» osservò Josh e ripensava a quando Jigen lavorava con loro. «Quanti dei ragazzi facevano fantasie su Kyoko! … Tu per primo Josh, non le levavi gli occhi di dosso e se solo non fosse stata la figlia del capo l’avresti presa anche con la forza» disse Snake con una punta di malizia, sapendo bene che anche lui si sarebbe volentieri fatto un ‘giro in giostra’ con quella ragazza. «Mi sono dovuto accontentare della seconda moglie di Morimura, che ci vuoi fare. Ma con quella zoccola non ho dovuto fare fatica» alle parole di Josh, scoppiarono entrambi in una grossa risata. Snake continuava a guardare la fotografia e con il dito accarezzò i profili della famigliola felice «Sarà un piacere vedere la faccia di quel bastardo mentre portiamo via la sua donna ed i suoi figli» questo pensiero prevalse su qualunque altra fantasia Snake avesse mai fatto.

Alcune ore dopo erano davanti al sig. Morimura «Sapete dove abita?» domandò dopo aver tenuto un rigoroso silenzio per dissimulare la sorpresa alla notizia che i due gli avevano portato. «Siamo riusciti solo a recuperare quella foto dallo spaccio di quel pezzente» ammise Snake, sperando che l’uomo capisse che non potevano mettersi subito a cercarla senza avvertirlo “O forse dovevamo?” si domandò la serpe che iniziava a sudare, non sapendo come il capo potesse reagire.
«Spero che il lavoro sia stato fatto bene» lo sguardo dell’uomo gelò il sangue dei suoi sottoposti che sbiancarono; con il tempo e soprattutto da quando la figlia era scomparsa, Morimura era diventato ancora più diabolico. «Si, signore, come da lei richiesto» Josh aveva ritrovato la compostezza e riuscì a dire qualcosa.

«Bene!» l’uomo si alzò dalla sedia e si appoggiò alla scrivania, proprio di fronte ai due «Di recente Lupin e la sua banda hanno portato a termine un furto vicino alla città dove probabilmente si trovano mia figlia e i miei nipoti. Sono certo che quella banda di pezzenti ora è lì con loro» fece una lunga pausa «Trovateli e conciateli per le feste, voglio che soffrano. Soprattutto Jigen, fateli capire che non può impedirmi di riprendere ciò che mi appartiene!» indicò la fotografia sulla scrivania «Si, signore!» dissero in coro i due uomini.

Prima che potessero uscire Morimura aggiunse «Un’ultima cosa» si voltarono verso il loro capo «Se ve li fate scappare, considererò voi e la vostra squadra i diretti responsabili» con un nodo alla gola annuirono e uscirono dalla stanza. Morimura fissava il giardino della villa dall’enorme vetrata del suo studio ricordandosi di quando Kyoko passeggiava sotto lo sguardo vigile di Jigen che allora era stato incaricato di sorvegliarla e proteggerla. Diede un pugno al vetro che si crepò, ora capiva tutte quelle attenzioni dell’uomo e gli sguardi dolci e sfuggenti della figlia, che lui non era riuscito ad interpretare se non dopo che erano scomparsi, ma presto Jigen avrebbe ricevuto la giusta punizione. Guardò la foto sulla scrivania, Kyoko abbracciava i suoi bambini e sorridevano felici.


Quella sera Kyoko rientrò tardi, aveva dovuto fare degli straordinari e pensava alla cena ancora da preparare. Però arrivata a casa trovò la tavola apparecchiata ed il cibo pronto; Lupin e i bambini fecero scoppiare degli spara coriandoli all’ingresso di Kyoko che non capiva quanto stava succedendo, cercò il volto del marito e lo trovò stranamente disteso, nonostante la presenza di Lupin. «È merito dei bambini, volevano farti una sorpresa» le disse Jigen regalandole un dolce sorriso e baciandola sulla guancia «Per ringraziarti di tutto!» dissero i piccoli abbracciando la madre e poi si misero a mangiare tutti insieme, ridendo e raccontandosi come si era svolta la giornata.

E dopo cena Goemon intrattenne i bambini con racconti del folklore giapponese, visto che incuriositi dalla sua figura gli avevano chiesto se avesse mai combattuto contro un Oni(1). Quella sera, quando Lupin e Goemon si ritirarono ci fu un po’ di lavoro da fare, così mentre Jigen preparava i bambini per la notte Kyoko sistemava la cucina. Si voltò solo un attimo, in tempo per vedere qualcosa scivolare da sotto la porta, si immaginò uno scherzo di Lupin e decise di assecondarlo ancora, ma appena lesse le parole del biglietto rabbrividì e cadde a terra. Jigen la vide accasciarsi e corse da lei «Kyoko, cos’è successo?» gli porse il biglietto: era la foto che avevano i signori Hamada e sul retro c’era il disegno di un serpente ed una parola 'Trovata!'.
Jigen corse fuori dall’appartamento e si precipitò in strada giusto in tempo per vedere la stessa macchina di quella mattina allontanarsi a gran velocità. Ritornò dalla sua famiglia preoccupato per averli lasciati soli; la porta era aperta, ma Kyoko non c’era, corse nella camera dei figli e la trovò abbracciata a loro.

«Papà, cosa succede?» erano terrorizzati quanto la madre. «Nulla di importante Ryu» si avvicinò sedendosi sul letto «Ma per qualche giorno andiamo a stare da Lupin» mise una mano sulla spalla del figlio e con l’altra gli scompigliò la chioma corvina. «Una vacanza?» domandò Akemi «Esatto» le rispose Jigen accarezzandole il viso. «Niente scuola?» fu invece la domanda di Ryugi a cui già brillavano gli occhi. «Solo per alcuni giorni» a queste parole del padre i bambini scesero dl letto e saltarono per felicità, ma Kyoko era ancora turbata e scoppiò a piangere, non voleva che tutto ciò che aveva costruito si infrangesse all’improvviso. Jigen la strinse a sé e le sussurrò nell’orecchio «I bambini, sii forte per loro» allora Kyoko osservò gli sguardi dei suoi piccoli, preoccupati per lei «Mamma?» domandò Akemi, Kyoko si inginocchiò a terra ed abbracciò la figlia «Non preoccuparti Akemi, ora facciamo i bagagli!» i bambini corsero al loro armadio e tirarono fuori degli zaini.
«Grazie» disse Jigen e Kyoko si voltò verso il marito che la osservava «Non sarei riuscito mai a tranquillizzarli senza di te».


Lupin sentì bussare alla porta, era il codice che avevano stabilito: cosa ci faceva Jigen lì a quest’ora? Aprì la porta e spalancò la bocca alla vista della famiglia al completo, Jigen entrò senza troppe spiegazioni «Per un po’ staranno con noi». Sistemati i bambini nella camera da letto, Kyoko raggiunse il gruppo e insieme a Jigen spiegarono perché si trovavano lì, intanto Goemon controllava la strada dalle finestre.

«Ko-ko, non ti preoccupare, finché starete qui sarete al sicuro!» disse convinto Lupin, nessuno avrebbe fatto del male a lei o ai suoi bambini finché fossero stati sotto le sue ali. «Spero solo non facciano del male ad altri per scoprire dove siamo nascosti» Kyoko seduta accanto a Jigen, strinse i pugni pensando a cosa quelle persone erano in grado di fare «Pensi agli Hamada?» chiese Jigen accarezzandole i capelli, sapeva che era preoccupata e non solo per la sua famiglia, ma per tutte le persone che conosceva e a cui suo padre poteva arrivare. «Si Jigen, la foto ce l’avevano loro» strinse ancora di più i pugni premendo le unghie contro la pelle «Perché non mi lascia in pace?» disse e le lacrime cominciarono a rigarle il volto.
«Sei sua figlia, ma ha un concetto distorto di questa realtà» esordì Lupin «Come tutto ciò che è suo, gli appartieni» il ladro incrociò le braccia e alzò lo sguardo verso il soffitto, gli passarono per la mente tutti i ricordi di quando vedeva Morimura rivolgersi alla figlia, come se lei non contasse nulla. Kyoko era visibilmente provata e decise di andare a dormire.

Quando furono soli poterono esprimersi liberamente «Quel bastardo! Se torce anche solo un capello alla mia Ko-ko e ai piccoli non gliela faccio passare liscia!» Lupin era furibondo e tirava dritti e rovesci ad un immaginario avversario.
«Kyoko e i bambini non devono rimanere in questa città» si voltarono verso il samurai «Dobbiamo trovare un posto tranquillo per loro» erano alquanto stupiti che Goemon si fosse sciolto così. «Che c’è, hai anche tu un cuore tenero?» provò a stuzzicarlo Lupin. «Non sopporto che una brava donna e a dei cari bambini venga fatto del male» si meravigliò delle sue stesse parole, ma cercò di non darlo a vedere. Si era un po’ affezionato a quei piccoli che lo ascoltavano rapiti mentre narrava loro le leggende giapponesi.


Jigen si svegliò la mattina dopo felice di vedere che la sua famiglia stava bene, ma al tempo stesso avrebbe desiderato che quanto accaduto la notte precedente fosse solo un brutto sogno. Accarezzò i bambini che dormivano ancora e diede un bacio sulla guancia a Kyoko, la notte prima l’aveva provata molto e non si svegliò al tocco delle sue labbra come Jigen invece aveva pensato, ma continuò a riposare tranquilla.
Raggiunse i compagni nell’altra stanza, Lupin ronfava ancora sul divano mentre di Goemon non c’era traccia. Ne approfittò per usare il bagno, ma non fece in tempo ad entrare che il samurai fece capolino dalla finestra, istintivamente Jigen prese la pistola e sparò dei colpi, che Goemon parò abilmente con la sua katana. «Ma sei impazzito? Ho preso un colpo!» gli urlò il cecchino con l’arma ancora fumante in mano. «Questa è l’unica finestra che non dà sulla strada, mi sono arrampicato su tetto per avere una visuale maggiore» disse il samurai rinfoderando l’arma e seguendo il compagno fuori dal bagno.

Kyoko uscì di corsa dalla camera e si guardò intorno con gli occhi sgranati, fu Lupin che si era appena svegliato a rassicurarla «Ko-ko sono solo quei due che litigano, non c’è alcun pericolo» poi la guardò da capo a piedi, con un sorrisetto compiaciuto. Jigen trasalì e Goemon arrossendo distolse lo sguardo, la donna era talmente spaventata da non essersi resa conto di indossare solamente le mutandine ed una canotta e tutte le sue generose forme erano alla vista di tutti, si coprì la faccia per la vergogna e corse in camera.
«Jigen hai fatto un’ottima scelta, se avessi saputo che sarebbe diventata così bella non te l’avrei lasciata» disse Lupin indicando col pollice verso la stanza dove Kyoko tutta rossa in viso si era rifugiata. «Lupin …» le mani di Jigen tremavano «Togliti immediatamente quello sguardo arrapato dal viso!»


«Allora Snake?» domandò Josh impaziente mentre il complice saliva in macchina, le loro vittime a casa non c’erano e nemmeno i vicini si trovavano; poi erano andati ad interrogare i gestori del negozio che avevano messo a soqquadro il giorno prima, ma era chiuso e non avevano idea di dove trovarli. «Niente, i miei uomini hanno perso le loro tracce ieri notte. Una donna e due bambini come fanno a sparire così agli occhi dei miei ragazzi!» gli si accentuò una vena sulla fronte e diventò rosso di rabbia digrignando i denti.

«Calmati, se necessario setacceremo la città palmo per palmo! Ho un conto in sospeso con il pistolero e intendo risolverò» la cicatrice sul viso dell’uomo era la testimonianza che era stato inferiore a Jigen in un duello, e questo li rodeva il fegato da anni. «Ora non lavora più per Morimura, puoi fargli quello che vuoi, anche ucciderlo!» disse con una vena di piacere Snake «Se mi avesse ucciso lui in quel duello, non avrei dovuto sopportare la vergogna per tutti questi anni» Josh appoggiò violentemente la fronte sul volante. «Se non ti fossi vantato così tanto e non avessi fatto lo sbruffone durante il duello …» sibilò Snake voltandosi verso il finestrino «Cosa hai detto?!» tuonò Josh, ma il viscido serpente cambiò discorso. «Non vedo l’ora di affondare il mio tirapugni nella faccia di quel ladro da strapazzo!» una sadica risata uscì dalla sua bocca e si prolungò per alcuni secondi, poi si voltò verso il compagno che lo osservava sconcertato e gli domandò «Possibile eccitarsi così all’idea di fare a pugni?» Snake non fece in tempo a rispondere perché qualcuno bussò al finestrino, era uno dei loro tirapiedi.

Pochi minuti dopo parcheggiarono in un vicolo di una zona mezza disabitata di una città vicino, il palazzo doveva essere quello di fronte. «Sai cosa ti succede se l’informazione non è esatta?» l’uomo seduto sui sedili posteriori deglutì mentre Snake passava un lungo coltello sul suo volto. Avrà avuto circa cinquant’anni, pochi capelli coprivano lateralmente il cranio e aveva un riporto molto rado, due baffi poco curati e indossava una camicia bianca i cui bottoni tiravano sulla pancia e dei jeans consumati quanto le scarpe di tela «V-ve l’ho detto! La banda di Lupin è nascosta lì!» balbettò l’uomo. «Hai già venduto questa informazione alla polizia?» domandò Josh secco. «N-no, quando ho saputo che il signor Morimura cercava Lupin ho pensato di …»
«Guadagnare qualcosina in più e magari diventare un informatore ed ottenere protezione?» la punta del coltello ruotava sul torace dell’uomo che tremava terrorizzato. «Snake guarda» Josh indicò davanti a loro, videro Lupin e Goemon uscire con circospezione dalla stabile e allontanarsi «Allora è rimasto solo Jigen a fare la guardia, bene bene» disse Josh più a sé stesso che ai presenti, poi scese dalla vettura e aprì la portiera dietro, trascinò l’uomo lontano dalle grinfie di Snake e lo lanciò contro il muro «Levati dai piedi!» senza farselo ripetere l’uomo corse via. «Ci divertiamo adesso?» sibilò il serpente «Si, adesso è il nostro turno!» confermò l’uomo prendendo delle armi dal baule della macchina.

 
Note di Hana:
Ciao a tutti, con il secondo capitolo abbiamo mosso un po’ le acque; il passato pian piano ritorna e non ha buone intenzioni. Spero che la storia vi stia piacendo, fatemi sapere. Alla prossima!
A beneficio di chi non ha familiarità con i termini giapponesi che qualche volta utilizzerò, metterò le note con la loro spiegazione tra le note
(1) sono creature mitologiche del folklore giapponese, simili ai demoni e agli orchi occidentali. Sono personaggi popolari dell'arte, della letteratura e del teatro giapponesi.
  
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