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Autore: eddiefrancesco    30/04/2021    1 recensioni
La Gran Bretagna vive un periodo di relativa pace.
Cosa c'è di peggio che stringere un patto col diavolo?
Forse accettare un compromesso con un impenitente libertino...La bella Rosalin, pur di salvare il patrimonio di famiglia perso al gioco dal fratello, acconsente di fingersi la fidanzata di lord Michael Stamford, famoso dongiovanni della capitale inglese.
Cosa ci ricava lui?
Trascrizione dell'opera di Harmony History.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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- Maledizione! - esclamò Michael dopo averne letto frettolosamente il contenuto. Salì di corsa in camera sua a cambiarsi. Che a Rosalin piacesse o no, si sarebbe dovuta rassegnare a un nuovo incontro a quattrocchi. Dopo averla cercata invano a casa, la rintraccio' nella biblioteca da lei abitualmente frequentata. La signora Harrods, vedendolo fremere d'ansia, gli aveva rivelato il possibile itinerario della padrona. Trovò Rosalin di fronte a uno scaffale intenta a sfogliare un libro. Lei non si accorse della sua presenza finché non le parlò. - Ecco dove vi eravate nascosta.- Rosalin sobbalzo' e il libro le cadde di mano. L'espressione fredda che gli rivolse non bastò a nasconderne lo stupore. - Cosa ci fate qui, milord? - - Desidero parlarvi. - E io desidero prendere in prestito alcuni libri. Vi toccherà attendere.- - Non c'è problema - acconsentì lui chinandosi a raccogliere il volume. - È questo il libro che andavate cercando per passare tranquille serate casalinghe? "Il libertino?" Dunque vi piacciono i romanzi gotici. Chi l'avrebbe mai detto.- Chissà perché la scoperta che la compita Rosalin aveva la segreta passione per quei libri gli restitui' tutto il suo buonumore. Per non parlare del rossore che tutt'a un tratto le era spuntato sulle guance. - Michael, vi prego! - - Ah, finalmente vi siete ricordato il mio nome.- - Insomma, perché vi divertite a tormentarmi? - - Soltanto per il piacere di vedervi arrossire. - La prese gentilmente sotto braccio. - Venite con me. Ho urgente bisogno di parlarvi al riparo da orecchi indiscreti. Qui dentro non è possibile e nemmeno per strada. Vi porto a casa mia. - Michael l'aiuto a montare in carrozza e le si sedette di fronte. - Perché non andate a stare da vostra nonna, Rosalin? - - Non avrei più una vita mia. Voglio vivere da sola, andare e venire senza doverne rendere conto ad alcuno.- Le sue parole lo lasciarono di stucco. Non solo era una donna a pronunciarle, ma riflettevano la sua stessa filosofia. Guardò Rosalin. Ormai le loro esistenze si erano mescolate a tal punto che lui non sapeva più porvi rimedio. Anzi, non era nemmeno certo di averne la forza e la voglia. Rosalin non si capacitava del perché fosse seduta nella carrozza di Michael e gli permettesse di condurla a casa sua senza protettore. Se lui non fosse stato così... così gentile e premuroso forse avrebbe trovato la forza di opporsi. Quando la carrozza si arrestò davanti all'abitazione di Michael, fu colta da un brivido di apprensione. Il ricordo della sua ultima visita le era ancora impressa nella mente. - Seguitemi - la esorto' cortesemente lui quando furono entrati in casa. Invece di condurla in salotto, la fece accomodare in biblioteca. Rosalin osservò incantata le pareti rivestite di scaffali in legno pregiato traboccanti di volumi. - Non vi ho portato qui per questionare con voi - la rassicuro' aiutandola a togliersi la cuffia e il mantello. - Sarei onorato se mi faceste compagnia a colazione.- Si sedette esitante su una poltrona che lui le indicava ricordando a se stessa che era sola in casa con un uomo. Il calore diffuso dal camino combinato al ritmico picchiettare della pioggia le comunicava un piacevole senso di quiete. - Di cosa volevate parlarmi? - - Di questo. - Michael le porse un minuscolo cofanetto che aveva estratto dal taschino e glielo porse. Lei ebbe un tuffo al cuore. - Come mai è in mano vostra? - domandò con un filo di voce osservando il meraviglioso ciondolo un tempo appartenuto a sua madre. - È stato il gioielliere al quale l'avete rivenduto a informarmi. Sono un suo vecchio cliente. Era proprio necessario vendere un gioiello che vi è così caro? - - Io devo... ho un debito da saldare. Un vecchio debito. Il creditore insiste per essere pagato. Mi sta minacciando.- - Si tratta di Fairchilde, vero? - lui capì dal suo silenzio che la risposta era sì. - Rosalin, perché avete accettato di ballare con lui l'altra sera? - le chiese in tono pacato. - Mi aveva detto che James era inseguito dai creditori e che se volevo sapere dove fosse dovevo obbedirgli. Ho paura che faccia del male a James! - - Non ci riuscirà, perché sarò io a impedirglielo. Come mai non vi siete rivolta a me, invece di vendere i vostri gioielli?- - Non pensavo che fosse...- - Non pensavate che fosse affar mio, vero? A quanto ammonta il debito? - - Duemila sterline. Michael, davvero, non occorre preoccuparsi. Non appena otterrà i suoi soldi, Fairchilde si ritirerà senza fare tante storie. - - Lo pagherò io. Voi dovete stargli alla larga. Anzi, vi prego di avvisarmi qualora tentasse nuovamente di avvicinarvi.- Due maggiordomi entrarono a disporre un tavolo davanti al camino. Dopo che lo ebbero imbandito con deliziose pietanze, Michael li congedo' aiutando Rosalin a prendere posto. Quando sedette di fronte a lei, parve assorto in chissà quali pensieri. - C'è qualcosa che volevo dirvi, a proposito di lady Marchant. A dispetto dell'incresciosa scena alla quale avete assistito l'altra sera, non è la mia amante. Già, quella sera è stata un vero disastro.- Le cercò gli occhi con un sorriso esitante. - Vedo che la vostra cuoca si è data un gran daffare - osservò lei per smorzare l'emozione che provava. - Perché non vi siete risposata? - la interrogo' Michael a bruciapelo. - Io non... Io non saprei... Immagino di non tenervi più di tanto. Sento ancora la mancanza di mio marito John.- - Capisco.Sicché non pensate che sareste capace d'innamorarvi di nuovo.- - No. Non voglio innamorarmi ancora. È troppo doloroso amare qualcuno per poi doversene separare. È una prova che non potrei sopportare per la seconda volta.- Lui non perdeva una sillaba di quel discorso causandole una situazione di imbarazzo misto a vulnerabilità. - Ora tocca a me porvi una domanda. Perché non volete saperne del matrimonio? Proseguì lei. - Non ho ancora trovato la donna che fa per me.- - Non vi credo. Sono certa che molte si getterebbero volentieri ai vostri piedi.- - Può darsi, però non è detto che io voglia una donna pronta a farlo. Non ho pretese particolari, sotto sotto aspiro a un'unione felice come quella fra voi e vostro marito.- - Eppure non sempre l'amore va a braccetto con la felicità. A volte due persone possono amarsi e vivere al contempo come estranee.- - È quello che è accaduto alla vostra unione?- Le lanciò un'occhiata penetrante che la spavento'. Rosalin non aveva mai confidato a nessuno la realtà del suo matrimonio. Avrebbe voluto negare, ma si rese conto con sgomento di non riuscirvi. - La vera passione di John era il lavoro e non posso fargliene una colpa. Lo ammiravo per questo, ma purtroppo non ero la moglie più adatta per lui.- Si era detta che John era l'uomo giusto per lei dal primo momento in cui l'aveva visto restando colpita dalla sua aria seria e raffinata. Si era innamorata di lui come del principe azzurro e non aveva voluto ascoltare sua madre che la metteva in guardia dalle nozze con un uomo assai più vecchio di lei. Al ricordo del suo sbaglio, gli occhi le si colmarono di lacrime. Lei si alzò, incapace di reggere al sordo dispiacere che l'aveva travolta sulla scia di quelle reminiscenze, e si trovò Michael di fronte. Lui le cinse la vita con le braccia attirandola a sé e accarezzandole i capelli dolcemente per consolarla. Lei cercò di controllarsi, ma era difficile staccarsi dal porto sicuro del suo abbraccio. Da quanto tempo qualcuno non la teneva stretta a sé con tanto tenerezza! Ma al bisogno di consolazione presto subentrò la forte sensazione della sua vicinanza. Il contatto di quel corpo muscoloso la dava l'impressione di sciogliersi al suo languido calore. Si staccò da lui bruscamente. - Penserete che sono una donnetta isterica. Odio piangere. Se non fosse... per James... e Fairchilde...- - State tranquilla, penserò io a trovare vostro fratello. Presto sarete tutti e due al sicuro da quel farabutto, ve lo prometto. - A quel punto lei arretro' di qualche passo, asciugandosi le guance rigate di lacrime.
   
 
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