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Autore: Miravel0024    30/04/2021    1 recensioni
WARNING!!!
Tematiche riguardanti, rapimento di minore, violenza su minore, ed omicio di minore.
Il triste destino di un bambino strappato a sua madre.
Storia ispirata dal gioco 2Dark.
Genere: Angst, Horror, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
- Questa storia fa parte della serie 'Writober 2020'
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È buio e freddo, ho paura, non voglio stare qui, voglio solo tornare a casa.
Tutto ciò che ricordo è che mi ero perso e non riuscivo a trovare la mamma. Un signore gentile si era avvicinato e mi aveva promesso di trovarla, però non l'ha fatto, invece mi ha preso e mi ha gettato sul retro di un camion puzzolente. Poi mi sono risvegliato qui. 

È passato tanto tempo, o almeno credo, è così buio qui. 
Credo mi portino un solo "pasto" al giorno. Non sembra neanche cibo è più una pappetta densa e grumosa.
È disgustosa. 

Credo che nessuno verrà a prendermi. Il signore è tornato ed ha detto che non era un caso che avesse preso me, o che mi fossi perso. Ha detto che mamma mi ha venduto, che non mi voleva più perché ero un bambino cattivo, perciò li aveva chiamati e mi aveva venduto a loro. Non riuscivo a crederci, mamma non l'avrebbe mai fatto... giusto?
Lei mi voleva bene, mi metteva sempre a letto, mi faceva il bagnetto e mi preparava la cioccolata... però quel giorno avevamo litigato, non avevo obbedito quando mi aveva detto di mettere a posto i miei giochi, inizialmente mi aveva punito non portandomi al parco, ma alla fine aveva cambiato idea. Che abbia deciso di portarmi al parco per lasciarmi a quell'uomo? Lo aveva davvero chiamato dopo avermi sgridato? 


Non ho più idea di quanto tempo sia passato. Mi sento debole, credo di essere malato, non mi sorprende, fa sempre più freddo.
Credo si siano stancati di me, li ho sentiti parlare una volta, dopo che mi avevano picchiato, pensavano fossi svenuto. Dicevano che volevano  vendermi, che c'era un compratore, ma che se non avesse offerto abbastanza mi avrebbero usato nel prossimo spettacolo. Il modo in qui risero subito dopo mi fece venire i brividi. Sperai di morire prima di quel momento. 

Sono venuti a prendermi.
Uno di loro mi ha preso per la collotta della maglietta logora e mi sta trascindo fuori dalla gabbia e per un lungo corridoio. Sento degli strani versi, come animali che ringhiano, urla e delle persone che ridoni ed applaudono.
Grosse lacrime cadono sul mio viso, mi stanno portando allo spettacolo.
Non voglio, ho tanta paura, voglio la mia mamma. 

Impovvisamente cala il silenzio e vengo gettato a terra, non vedo niente è tutto troppo buio. Cerco di alzarmi, voglio correre e scappare il più lontano possibile da qui, ma non ci riesco. Sono troppo debole, ogni parte del mio corpo fa male e credo di avere qualcosa di rotto. 
Una forte luce si accende illuminando tutta la zona.
Mi bruciano gli occhi, mi ranicchio su me stesso cercando di proteggermi il viso. È così tanto che non vedo una luce così forte, sembra che la testa stia per scoppiarmi.
Sembra che la luce si sia affievolita, sento anche uno strano cigolio ed un altro ruggito, ma è fin troppo vicino.
Mi si gela il sangue nelle vene. 
Mi impongo di alzare la testa, ma quando lo faccio vorrei essere rimasto nascosto. 
Un grande leone sta uscendo da una gabbia, ha le fauci spalancate e sembra affamato.
Cerco di strisciare lontano, ma non c'è alcun posto dove scappare, sono in una specie di buco sigillato, e tutto in torno e pieno di gente mascherata che ride e aspetta solo che venga divorato.
Mi sfugge un singhiozzo, che si trasforma in un pianto disperato quando il leone si volta verso di me ed inizia ad avvicinarsi lentamente. 
Volevo solo tornare a casa, dormire un ultima vota nel mio caldo letto, mangiare un ultima volta il cibo di mamma, ricevere un suo ultimo abbraccio. 
Il leone mi attacca e tutto ciò che posso fare è urlare, mentre le persone esultano.

Vorrei non essere andato al parco quel giorno, vorrei non essermi allontanato, vorrei non essermi perso e vorrei non aver accettato l'aiuto di quell'uomo. 
Forse ora sarei ancora vivo.

   
 
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