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Autore: runami_ lu99    02/05/2021    3 recensioni
STORIA AD OC (ISCRIZIONI CHIUSE)
Fiore è nel caos da 500 anni, un perfido sovrano con un oscuro segreto mantiene il controllo su di esso con la violenza e la sottomissione, ma un gruppo di maghi riuniti dal destino riuscirà a riportare il regno alla bellezza di un tempo?
[Dal prologo]
"Se tu che stai leggendo queste righe, credi che il bene trionfi sempre sul male, ti conviene cambiare storia, perché questa non è una favola e quindi non esiste un lieto fine"
[Dal 34° capitolo]
"Il fischio dell'arma che fendeva l'aria vibrò nelle orecchie di 78 facendogli venire i brividi, e per un attimo quel sibilo gli sembrò come parole sussurrate provenienti da un'oscura creatura che di terreno non aveva nulla. Il medico abbassò lo sguardo soffermandosi sulla lama e, come a volersi beffare di lui, questa emise un tenue e lontano bagliore rossastro al di sotto dello strato di bende, proprio un attimo prima che il corpo del nemico venisse nettamente tranciato a metà."
[Dal 35° capitolo]
"I colori caldi del tramonto che prima brillavano in tutta fierezza, parvero spegnersi di colpo quando vennero in contrasto con le sue iridi gelide come il ghiaccio."
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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VENTISEIESIMO CAPITOLO:
SAGA DI KARETAO LAB: DI MALE IN PEGGIO






Velvet si sentiva stanca e debole come non lo era mai stata, sentiva il suo corpo galleggiare, completamente intorpidito e la testa dolerle in un modo anormale, non voleva aprire gli occhi, l'unica cosa confortevole in quel momento era il buio che la circondava. Non udiva nessun rumore se non flebili suoni ovattati e lontani. La sensazione era la stessa di quando si volteggiava nel nulla più assoluto, ma più il tempo passava più il suo corpo tornava sensibile agli eventi esterni. Il tatto cominciò a funzionare, poi fu il turno dell'udito. Ora si sentiva come legata, impossibilitata a muoversi, qualcosa le copriva la bocca, ebbe un brivido di freddo e si accorse solo lì che non sentiva i suoi soliti vestiti addosso, completamente nuda, ma ciò che più la preoccupava era che anche le braccia le sentiva completamente spoglie, senza bende a coprirle.
-Velvet...- una voce la chiamò da lontano, sembrava stesse gridando, eppure la sentiva flebile.
-Velvet- questa volta lo aveva udito distintamente, come se quella persone si stesse avvicinando sempre di più, anche se sapeva che era solo nella sua testa.
-Velvet!- un richiamo forte e potente, di scatto lei aprì gli occhi che però a causa della luce diretta dovette richiudere immediatamente, li assottigliò cercando di vedere meglio attorno a se stessa, dopo qualche secondo le immagini si fecero più nitide, i suoi occhi si abituarono alla luce e finalmente riuscì a vedere i primi oggetti attorno a lei: le mani e i piedi erano legati stretti da delle manette ad una specie di croce di metallo, mentre alcuni tubi erano inseriti attraverso un ago nelle sue braccia, sulla bocca portava una maschera che assomigliava vagamente a quelle per respirare sott'acqua, solo allora si rese conto che era completamente immersa in una sorta di vasca cilindrica piena di un liquido trasparente che però non era acqua, lo percepiva perché era molto più densa del normale. Alzò lo sguardo e ciò che vide la inquietò: decine e decine di vasche esattamente uguali a quella in cui si trovava lei erano sparse lungo una stanza gigantesca che continuava a perdita d'occhio, dei grossi tubi erano collegati sia dal basso che dall'alto di queste strutture cilindriche. Guardò dritto davanti a lei, in quella vasca che era posta proprio di fronte, qualcuno era nella sua stessa situazione, l'unica differenza era il colore del liquido in cui era sommerso, di un blu acceso che d'un tratto cominciò a brillare. Tornò a guardarsi attorno, tutte le vasche che riusciva ad individuare avevano una tintura del liquido diversa: c'è chi ce l'aveva verde, chi rossa, chi arancione e c'era anche chi ce l'aveva trasparente come lei, cambiava anche l'intensità del colore, la persona che aveva di fronte era quella che ce l'aveva più accesa, tanto che non distingueva nemmeno la figura al suo interno. Dopo poco arrivarono due persone con un lungo camice bianco e si voltarono osservando la persona nella vasca di fronte, Velvet sobbalzò quando vide l'anello di giada all'anulare di uno di essi: ora aveva avuto la conferma che si trovava all'interno del piano sotterraneo di Karetao Lab.
-È incredibile, è già l'ottava volta che cambiamo il liquido e ancora non smette di brillare, non abbiamo mai visto niente di simile- disse uno di loro.
-Meglio così, ce ne fossero di ragazze come lei, sarebbe tutto molto più facile... aspira il CEM e poi riempi di nuovo la vasca- rispose l'altro.
-Si signore- affermò il primo, cominciò ad armeggiare con un computer li accanto e dopo pochi secondi quel liquido cominciò a diminuire rivelando chi vi era al suo interno: una ragazza giovane sui ventun'anni, un pò più bassa di Velvet, i capelli marroni erano legati in uno chignon alto per poi ricadere in una specie di lunga coda, aveva una frangetta a coprirle la fronte, schiuse gli occhi con aria stanca mostrandoli di un incredibile azzurro cielo, anche lei era completamente nuda e le sue braccia erano tempestate di disegni bluette di forma esagonale. Velvet sbarrò gli occhi e una rabbia cieca la assalì, cominciò a dimenarsi come un ossesso gridando.
-Sapphire!- sua sorella: cosa le era successo? Cosa le avevano fatto per ridurla in quel modo? La ragazza sentendosi chiamare sollevò lo sguardo stanca.
-Velvet, no, cosa ci fai tu qui, ti avevo detto di non seguirmi- disse flebilmente.
-Che cosa ti hanno fatto?- chiese la ragazza dai capelli rossi, Sapphire con difficoltà girò le braccia facendole ruotare, Velvet rabbrividì a ciò che le si presentò davanti: tutta la parte interna degli arti superiori era completamente coperta di tagli profondi, dalla punta delle dita, passando per i palmi, fino al gomito, però la cosa che risultava più inquietante era che sembrava fossero stati fatti con un laser, erano perfettamente rettilinei ed ognuno era distante dall'altro di un millimetro appena. La sorella maggiore non riuscì a parlare, rimase scioccata e inorridita al tempo stesso: cosa stava succedendo in quel posto? Perché c'erano così tante persone? A cosa servivano quelle vasche e quel liquido? Troppe erano le domande, ma nessuna risposta. Velvet cominciò a dimenarsi, spinse contro le manette che la tenevano legata fino a farsi uscire il sangue dai polsi e dalle caviglie, scosse la testa cercando inutilmente di togliere la maschera che aveva indosso, gli aghi infilati nelle braccia si muovevano nella carne pungendola e ferendola dall'interno, ad ogni movimento brusco provava dolore in ogni parte del corpo, ma non le importava, vedere sua sorella in quello stato faceva più male di qualsiasi altra cosa. Si bloccò quando la vasca cominciò a riempirsi nuovamente di quel liquido trasparente, il dottore che stava armeggiando con il computer accanto schiacciò un pulsante e una specie di pistola robotica uscì da uno dei tubi posti sopra alla vasca, poi un laser rosso iniziò a percorrere lentamente e precisamente le braccia di Sapphire continuando la serie di tagli che aveva cominciato, la ragazza non poté fare a meno di urlare per il dolore, lanciando gridi strazianti che Velvet non poté fare altro che stare a sentire: sempre più rabbia cominciò a pervaderla, si dimenò ancora più violentemente sbattendo la testa contro la croce su cui era bloccata: le stava provando tutte per liberarsi, ma niente sembrava funzionare, le grida di sua sorella le rimbombavano tutto attorno rendendo la sua vista, mentre veniva dilaniata da quel laser, insopportabile.
-Cosa le state facendo bastardi, smettetela!- gridò, le spalle le dolevano da morire, tirava e si agitava talmente tanto che le sue braccia sembravano staccarsi. Un'idea malsana le balenò in testa e si guardò gli arti superiori con un espressione raccapricciante in viso. Respirò profondamente poi con tutta la forza che aveva spostò il suo corpo verso destra e scattò velocemente dal lato opposto: un dolore atroce la pervase, poi diede un altro colpo, poi un altro ancora: si sarebbe staccata le braccia se fosse stato necessario. Il dottore che la vide corse via allarmato intuendo le sue intenzioni: probabilmente stava andando a chiedere aiuto.
-Velvet, brutta idiota, non fare cazzate- le disse Sapphire, mentre il laser si preparava a fare una seconda riga sul suo braccio.
-Col cazzo, ora uscirò di qui, poi libererò anche te e ce ne andremo da questo posto di merda- rispose lei, tirò nuovamente e sentì un suono secco, qualcosa si era staccato all'interno, forse l'osso della spalla era uscito dalla sua sede, strinse i denti per il dolore: mancava poco.
-Cosa hai intenzione di fare fermati!- le disse la sorella minore.
-Mi staccherò le braccia, una volta recisi i tendini e i muscoli non sarà un problema strappare la pelle!- rispose dando l'ennesimo colpo secco: le giunture delle sue spalle avrebbero ceduto da un momento all'altro, ancora un paio di colpi e il braccio destro di Velvet si sarebbe completamente staccato dal corpo, ma qualcuno arrivò in tempo di fronte alla sua vasca: altri medici a giudicare dai camici che portavano. Immediatamente schiacciarono un pulsante che intrappolò Velvet con altre sbarre di metallo attorno al corpo, impedendole totalmente di muoversi. Qualcuno sbucò dall'ombra: era un signore di mezza età, nonostante questo, il suo corpo era ben piantato, i capelli corti e tirati indietro cominciavano ad assumere una leggera colorazione brizzolata, i suoi occhi sottili erano azzurri e freddi come il ghiaccio, una cicatrice gli sfregiava la guancia sinistra finendo sul collo del naso. Anch'esso portava un camice bianco, ma a differenza di tutti gli altri aveva una cucitura lato cuore con il numero "78". Velvet assottigliò gli occhi furiosa.
-Ha finito di renderci le cose difficili signorina?- chiese l'uomo serio.
-Vaffanculo, lasciate andare mia sorella oppure...-
-Oppure cosa signorina? Da quello che vedo, lei non è nella posizione di dare ordini, anche perché qui il capo sono io- la interruppe, poi si avvicinò a lei con calma.
-E a quanto pare non ha nemmeno mantenuto il patto che avevamo fatto- continuò.
-Io non ho stretto nessun fottutissimo patto, non ho mai detto che avrei fatto quello che mi chiedevate e non lo farò mai, soprattutto se ad ordinarmelo sono dei pezzi di merda come voi, soprattutto se sono uomini- ringhiò Velvet con disprezzo.
-Quindi devo supporre che non le interessa niente di quella maga eremita... com'è che si chiamava? Nani se non sbaglio, ora che non c'è più nessuno a proteggerla cosa le succederà se le mando contro i miei uomini- a quelle parole sia Velvet che Sapphire sobbalzarono e sbarrarono gli occhi.
-Non osare bastardo- sibilò la ragazza dai capelli rossi, ma l'uomo accennò un sorriso.
-Oso eccome... mandate Lift con la sua squadra a sistemarla- ordinò rivolgendosi ad un assistente li accanto, questo fece un inchino e corse via.
-No, maledetto appena uscirò di qui te la farò pagare!- gridò Velvet agitandosi per quanto le fosse possibile.
-Non vorrei mandare a monte i suoi piani, ma quando uscirà di lì non sarà neanche in grado di sfiorarmi- rispose voltandosi di spalle.
-Portate via Sapphire, finché avremo lei, questa ragazza non potrà scapparci... ah e avviate anche l'estrazione, se è come la sorella ci vorrà un bel po', meglio cominciare subito- ordinò, poi si voltò e se ne andò ignorando bellamente le ingiurie che Velvet gli urlava contro, intanto la vasca di Sapphire venne lasciata libera dai tubi e trasportata lontano. Un assistente armeggiò con il computer accanto alla struttura di Velvet e poco dopo la stessa pistola a laser che aveva visto da sua sorella spuntò dalla parte alta, sbarrò gli occhi pieni di odio: non sarebbe finita così, non poteva permetterlo, lei era forte, sarebbe uscita di lì a qualunque costo, non riusciva ad utilizzare la magia, se no lo avrebbe fatto molto prima, probabilmente era a causa di quelle manette e quella croce a cui era legata che la bloccavano. La sua testa pensava a tutte le possibili combinazioni che avrebbe potuto utilizzare per uscire di lì, ma niente sembrava avesse potuto funzionare. Un fischio la risvegliò dai suoi pensieri e guardò verso l'alto, poi gridò di dolore quando il laser cominciò a tagliarle la pelle.



In viaggio verso Karetao Lab:

-Quindi è merito tuo se l'ospedale si chiama in quel modo- disse Alèk interessato.
-Già a quanto pare- rispose Tecla mettendosi una mano dietro la testa imbarazzata.
-Quindi mi stai dicendo che prima aveva un altro nome?- chiese Milah.
-Si, si chiamava semplicemente "Peonia Hospital"- rispose la ragazza dai capelli lilla.
-Cosa ti ha portato lì?- chiese Priscilla, Tecla sorrise malinconica.
-Un giovane professore che ho conosciuto durante i miei studi, mi aveva detto che avevo delle potenzialità dopo aver visto la mia tesi, continuava a ripetermi che le mie idee avrebbero cambiato il mondo e salvato molte persone, così mi ha proposto di rivolgermi a quell'ospedale, ma quando mostrai la mia tesi la rifiutarono, però mi permisero di lavorare con loro ed è da allora che sono lì, mi dicono sempre che sono brava però non sono mai stata promossa la piano sotterraneo- rispose, Alexis la guardò stranita.
-Piano sotterraneo?- chiese.
-Già i più bravi vengono richiamati al piano più basso, senza una promozione non vi si può accedere, figuratevi che non sappiamo nemmeno dove sia l'entrata- disse guardando verso il basso, le ragazze si guardarono basite.
-Allora è sicuramente li che hanno portato Sapphire- disse Priscilla con tono ovvio, Tecla si batté un pugno chiuso sul palmo.
-Giusto non ci avevo pensato- disse stupita, poi però cambiò espressione.
-Però questo vorrebbe dire che le stanno facendo qualcosa di male- continuò con tono triste.
-Lo scopriremo- rispose Priscilla seria. Casper si avvicinò a Tecla con un sorrisetto.
-Senti ma tu... sei vergine per caso?- chiese, lei lo guardò e il suo viso si tinse di un rosso intenso, tentò di coprirselo con le mani.
-M... Ma che domande sono? E anche se fosse?- balbettò, a Casper si illuminarono gli occhi.
-Quindi vuol dire che lo sei, puoi darmi un bacio?- chiese contento prima di venire steso da un pugno di Alex.
-Devi smetterla di importunare le ragazze in questo modo e poi cos'è sempre questa mania della vergine?- lo riprese innervosita.
-Era solo una domanda, uffa che male- si lamentò lui tenendosi la testa con le mani. Tyson in testa alla fila si fermò di colpo.
-Ragazzi siamo arrivati- disse, il resto dei compagni si ammutolì e guardò in avanti intravedendo la struttura tra gli alberi.
-Già, quello è Karetao Lab, ma non posso portarvi oltre, non so da dove si entra per il piano sotterraneo- disse Tecla.
-Io sì, sento l'odore di Velvet, venite per di qua- intervenne Milah facendosi strada tra la boscaglia lasciando Tecla li dov'era: non li avrebbe seguiti. La Dragon Slayer li portò dritti verso una parete nel retro dell'ospedale.
-L'odore sparisce qua- disse indicando il muro.
-Interessante, quindi se nessuno sa da dove si entra vuol dire che c'è un passaggio segreto- disse Alex.
-Fate spazio ci penso io- disse Alèk toccando la parete per cambiarne densità e trasformarla in liquido. La tecnica funzionò e dietro alla parete si aprì un passaggio, il fratello dei Black si fece avanti.
-No fermati!- esclamò Priscilla tentando di afferrarlo per un braccio, ma non appena mise il piede dentro, un allarme cominciò a suonare rimbombando ovunque. I maghi si spiaccicarono una mano in fronte.
-Idiota, era ovvio che non saremmo potuti entrare come se niente fosse- lo riprese la ragazza dai capelli celesti.
-Fa lo stesso ormai il danno è fatto, entriamo, se agiamo velocemente non daremo loro il tempo di pensare ad una controffensiva- disse Milah imboccando l'entrata e cominciando la discesa verso il piano sotterraneo. I maghi cominciarono l'avanzata e si stupirono che sulle scale non ci fosse nessuno a fermarli, o almeno così credevano. Poco più in basso videro una densa nube di quello che sembrava fumo, avvicinarsi impedendo la visuale, si bloccarono sul posto non sapendo più da che parte proseguire.
-State vicini, questa nube è troppo densa rischiamo di perderci- urlò Tyson appoggiandosi di spalle contro Casper. Alex si guardò attorno: tutto quel fumo le ricordava lo scontro con Etan ad Orchidea e subito i suoi capelli virarono al grigio, con un movimento secco spazzò via con una folata di vento tutta la nube che si era creata rivelando un uomo in mezzo ad essa.
-Andate avanti ci penso io qua- disse ai compagni, annuirono e proseguirono la corsa lasciandola in mezzo al corridoio, ma Alèk si voltò all'ultimo.
-Stai attenta- disse semplicemente, la sorella si girò facendogli l'occhiolino, poi lui riprese la discesa. Poco dopo raggiunsero il piano sotterraneo e sbarrarono gli occhi quando videro tutte quelle vasche.
-Che diavolo è questo posto?- chiese Priscilla rabbrividendo, persone umane con profondi tagli in tutto il corpo erano immerse in queste strutture, riempite di chissà quale strano liquido colorato.
-Spero che Velvet non sia finita in uno di questi affari, e poi cosa diavolo sono?- domandò Alèk avvicinandosi ad uno di essi.
-È una cosa orrenda- commentò Casper quasi indignato. A Milah salì un brivido di rabbia, strinse i pugni.
-Ty, voi andate a cercare Velvet- disse abbassando la testa in modo che i suoi occhi venissero oscurati da una leggera ombra. Il ragazzo si voltò stranito.
-Perché e tu?- chiese non capendo, la Dragon Slayer si avvicinò ad una vasca toccando il vetro con una mano e guardando al suo interno lo sconosciuto coperto di tagli. Il ragazzo con la falce la guardò stranito, poi sobbalzò ripensando alle parole di quella vecchia signora che avevano incontrato in quel villaggio innevato:

"Sapete lei non è originaria di questo villaggio, veramente non è neanche di questa nazione, però dopo aver appreso la decadenza del regno di Fiore ha deciso di venire qua per aiutare le persone in difficoltà..."

Tyson le si avvicinò e le mise una mano sulla spalla comprensivo.
-Tu, vuoi salvare Velvet, ma vuoi salvare anche queste persone non è vero?- chiese il mago dell'occulto, lei alzò lo sguardo e annuì decisa e il ragazzo ghignò allargando le braccia.
-Allora scatenati, distruggi questo fottutissimo posto e porta tutti fuori di qui- disse, allungò un pugno chiuso in avanti, lei lo guardò e accennò un sorriso per poi rispondere al suo stesso gesto.
-Contaci- affermò prendendo una direzione diversa rispetto ai compagni, il resto continuò la sua corsa. Percorsero il corridoio sorpassando quelle che erano le centinaia e centinaia di persone intrappolate in quelle vasche.
-Che diavolo gli staranno facendo a questi poveretti?- chiese Priscilla scrutando per bene le persone intrappolate alla ricerca della figura di Velvet.
-Qualsiasi cosa sia puzza tremendamente- rispose Alèk schifato prima di venire colpito di striscio ad una spalla da qualcosa di estremamente tagliente, si fermò girandosi in direzione di dove aveva visto partire l'attacco, ma il soggetto in questione fu più rapido e lo placcò.
-Alèk!- gridò Priscilla voltandosi verso il compagno.
-Non preoccupatevi per me, andate avanti!- gridò sparendo tra le vasche insieme al nemico.
-Bastardi stanno cercando di separarci- commentò Nicolash.
-Forse hanno capito che tutti insieme siamo troppo forti- disse Tyson sospettoso.
-Dobbiamo tenere gli occhi aperti- continuò proseguendo nella corsa. Più metri avanzavano più avevano la sensazione di avvicinarsi a Velvet, anche se trovavano strano il modo in cui i loro compagni venivano separati dal resto del gruppo.
-Casper che cosa aveva detto Tecla riguardo il piano inferiore, che solo i più bravi vi potevano accedere?- chiese Priscilla, ma non ebbe nessuna risposta.
-Casper?- lo richiamò voltandosi, ma dietro di lei non c'era più nessuno, spalancò gli occhi.
-Ragazzi Casper è scomparso- esclamò stranita, i restanti due maghi si girarono.
-Com'è possibile, era dietro di noi un attimo fa- disse Nicolash.
-Stanno smembrando il gruppo, ma questo mi fa capire che stiamo andando nella direzione giusta e che Velvet deve essere più avanti- intervenne Tyson, subito dopo si fermarono, un gruppo di medici era steso in mezzo al corridoio, senza neanche un graffio, come se fossero stati presi da un colpo di sonno. I maghi li guardarono straniti.
-Che diavolo è successo qua?- si chiese Nicolash chinandosi verso uno di loro, il suo sguardo fu attirato dall'anello di giada al loro dito.
-Guardate hanno tutti lo stesso anello, forse è un simbolo di riconoscimento- disse Neviski.
-No, è la chiave per entrare qui dentro, c'era un buco nella parete accanto alla porta d'ingresso, e aveva esattamente quel simbolo impresso- disse Priscilla guardandolo meglio.
-Comunque sia ragazzi sbrighiamoci, continuano a sbarrarci la strada solo perché vogliono guadagnare tempo, che sia per scappare o perché devono organizzarsi meglio non lo so, ma non glielo lasceremo fare- disse Tyson riprendendo a correre, Nicolash e Priscilla annuirono prima di rimettersi in piedi e seguire il compagno, Neviski però si accorse troppo tardi della figura alla sua destra la quale gli aveva scagliato contro qualcosa che aveva la stessa consistenza di una gomma da masticare ma appiccicosa, Priscilla dietro di lui spalancò gli occhi e lo spinse in avanti togliendolo dalla sua traiettoria, in modo che fosse lei vittima del colpo, Nicolash si voltò stupito verso la compagna catturata da quella sostanza, lei alzò lo sguardo mentre veniva catapultata verso colui che aveva lanciato l'attacco, gli occhi le brillarono fieri e determinati.
-Pensa tu a Velvet- disse flebilmente, tanto che il ragazzo riuscì a leggere solo il labiale prima che lei venisse inghiottita nell'oscurità di un corridoio secondario. Nicolash rimase immobile per qualche secondo confuso, pensando a quelle parole: Priscilla aveva capito tutto, sapeva la frustrazione che lui provava per non essere riuscito a fermare Velvet, per ben due volte, sapeva della tristezza e della rabbia che Nicolash aveva cercato di sopprimere quando l'avevano ritrovata e poi persa nuovamente, ma soprattutto, sapeva che lui era il più determinato a volerla salvare. Si risvegliò dai suoi pensieri, divenne serio e fece un cenno con la testa per poi dirigersi verso Tyson che lo guardò come se gli stesse leggendo nella mente, gli occhi di Neviski brillavano di una luce fiera e coraggiosa, come quella di un guerriero che combatte per ciò a cui tiene di più. Knightbuster sorrise impercettibilmente: adesso nessuno poteva fermarlo.


Fuori dall'ospedale:

Tecla si agitava percorrendo più e più volte lo stesso tratto di strada avanti e indietro, si sfregava le mani nervosamente indecisa sul da farsi.
-Forse devo andare giù anche io... No, non mi è permesso...- si morse freneticamente un unghia.
-E se avessero bisogno di una mano?- si chiese sobbalzando, si girò tornando indietro.
-No, sono troppo forti, hanno fatto fuori tutti quei Vasileias nel bosco, gli sarei solo d'intralcio- continuò camminando.
-Però, se dovessero cominciare uno scontro nel sotterraneo, c'è il rischio che tutto l'ospedale crolli su se stesso- disse pensierosa, guardò l'entrata secondaria di "Karetao Lab" e si diresse correndo verso di essa.
-Almeno devo avvertire tutti di uscire di lì- affermò, ma nel momento in cui stava per entrare, qualcuno uscì dal passaggio diretto al piano sotterraneo e lei fu attirata dai suoi lamenti, si fermò e si voltò, divenne rossa come un pomodoro quando si ritrovò davanti un uomo completamente nudo, si coprì gli occhi imbarazzata.
-Aiuto- mormorò con fatica, lei a quelle parole non poté fare a meno di andare in suo soccorso e una volta che gli fu vicino, notò con orrore dei profondi tagli su braccia e gambe, ma che non perdevano un filo di sangue, sembravano come già cicatrizzate.
-Hey, cos'è successo?- chiese lei preoccupata.
-Non farmi tornare lì, non voglio, ti prego aiutami- disse l'uomo con la paura negli occhi, la ragazza si stranì e lo aiutò ad alzarsi, chiamò qualcuno nell'ospedale che si occupasse di lui, poi però altre persone si presentarono, tutte con gli stessi segni, alcune però erano abbastanza in forze da reggersi in piedi da sole, altre invece non muovevano neanche un muscolo, fu allora che Tecla decise di entrare nel piano sotterraneo dell'ospedale: tutte quelle persone venivano da lì, cosa c'era la sotto? Ma soprattutto, che cosa gli avevano fatto?


Tyson e Nicolash:

Erano ormai diversi minuti che Ty e Nicolash correvano nel corridoio alla ricerca di Velvet, scrutavano ogni vasca, ma ancora di lei non c'era traccia, poi tutto d'un tratto vennero attirati da una luce brillante poco più avanti, accelerarono il passo e si fermarono abbagliati, entrambi si portarono una mano davanti agli occhi per coprirsi dalla luce. Non passò molto tempo che i loro occhi si abituarono, ma ciò che gli si presentò davanti li fece rabbrividire.
-Vel-vet- balbettò Nicolash, rimase paralizzato a quella scena, brutti ricordi riaffiorarono alla mente: Velvet era bloccata ad una croce, all'interno di una vasca, il cui liquido giallo brillava come se fosse vivo, tagli precisi e profondi le coprivano ogni centimetro del corpo: gambe, braccia, petto, pancia, schiena, persino il collo era sfregiato da quelle terribili piaghe, la sua testa era china verso il basso come se il collo non avesse abbastanza forze per sorreggerla, alcune immagini del suo passato si sovrapposero a ciò a cui stava assistendo in quel momento, era uguale ad allora: stessa posizione, tante ferite e poi quei capelli rossi. Tyson afferrò la sua falce e con un movimento veloce e preciso recise la vasca in due, quel liquido denso fuoriuscì da essa che si svuotò in pochi secondi, il ragazzo afferrò Velvet slegandola e liberandola da qualsiasi impedimento, poi la posò a terra. Si guardò le mani sporche di quello strano liquido sentendolo pregno di magia, aggrottò le sopracciglia e strinse i denti mostrando i canini appuntiti, le pupille si rimpicciolirono all'inverosimile inferocito come non mai. Nicolash ancora non si mosse, rimaneva a fissarla immobile, le mani gli tremavano, gli occhi erano spalancati fermi sulla sua figura stesa nuda a terra, coperta di ferite, si chinò avvolgendola per le spalle con il suo mantello, la pelle era estremamente pallida e fredda. La strinse sempre di più a se, tremante. Le voltò il viso, anch'esso era segnato di tagli orizzontali che si fermavano all'altezza degli occhi lasciando intatta la fronte, l'unica parte del corpo integra. Un'ira incontrollabile si impossessò di lui, lanciò un grido lacerante al cielo, le vene sulla sua fronte si gonfiarono tanto da poter quasi esplodere, gli occhi sbarrati divennero bianchi per la furia e una folata di vento potente, dovuto alla pressione della sua magia, crepò le vasche attorno a loro frantumandole in mille pezzi, ma ciò che più gli spezzò il cuore, era lo sguardo vacuo e spento di quegli occhi, che oramai non brillavano più.







ANGOLO AUTRICE:

Hey ciao ragazzi!
Scusate se non ho aggiornato ieri ma non ne ho avuto il tempo... però ora eccomi qua!!
Dunque le cose cominciano a farsi interessanti e anche abbastanza critiche (direi senza abbastanza). Beh cosa ne pensate? Avete conosciuto Sapphire, sua sorella, dove la stanno portando? Cosa credete che succederà a tutti i compagni che sono stati separati? Cosa avrà intenzione di fare Tecla? Qual'è l'obbiettivo dei medici del piano inferiore? Ma soprattutto cosa sarà accaduto a Velvet per far arrabbiare in quel modo Nicolash?
Ovviamente lo scoprirete tra due settimane! Weekend del 15/16 Maggio, Alla prossima!!
Hola
Lu!
  
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