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Autore: oscuro_errante    03/05/2021    2 recensioni
All'indomani della guerra Klingon-Federazione, gli ammiragli Katrina Cornwell e Jonathan Turner lottano con il senso di perdita causato dalla morte di Gabriel Lorca e con alcune decisioni prese durante gli ultimi mesi della guerra. Riusciranno a venire a patti con se stessi e con i loro sentimenti reciproci?
Genere: Guerra, Introspettivo, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Christopher Pike
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Terra, Parigi, 2257

Finalmente la giornata si avvicinava alla sua conclusione. L'Ammiraglio Katrina Cornwell era finalmente sola, completamente esausta non solo per la giornata appena trascorsa ma anche per le settimane precedenti, la fine della guerra con i Klingon e la preparazione delle varie cerimonie, alcuni funerali e non solo. Proprio quella mattina la donna aveva partecipato alla cerimonia tenuta in onore dell'equipaggio della Discovery: lei stessa aveva decorato alcuni dei membri dell'equipaggio con la Medaglia d'Onore della Flotta Stellare e promosso due degli ufficiali, Paul Stamets, ora Tenente Comandante, e Sylvia Tilly, finalmente graduata e Guardiamarina a tutti gli effetti.

Dopo la cerimonia ci furono i soliti discorsi, seguiti da un banchetto apparentemente infinito. Alla prima occasione utile, l'Ammiraglio era riuscita a svignarsela, rifugiandosi nel suo ufficio e dicendo al suo assistente che non voleva essere disturbata se non per una questione di vita o di morte. Fino a quel momento, fortunatamente, nessuno si era preoccupato di andarla a cercare, e lei aveva usato quelle ore di solitudine per fare un po' di ordine. E infine per iniziare a piangere i morti.

Con le centinaia di migliaia di morti che la guerra aveva portato, quella di Gabriel Lorca era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso e aveva portato l'ammiraglio sull'orlo dell'abisso. Con il ritorno della U.S.S. Discovery dall'Universo dello Specchio e la conseguente scoperta dell'impostore e di tutti gli annessi, aveva avallato una serie di decisioni di cui presto si era pentita, non ultimo il genocidio di massa da perpetrare contro i Klingon e il loro pianeta natale, Qo'noS. Anche se erano stati dei mesi infernali, anche se era stata rapita e torturata dai Klingon, anche se aveva visto morte e distruzione a bizzeffe e aveva perso l'uomo che amava, si rendeva sempre più conto di quanto fossero ingiustificabili e ingiustificate le sue azioni.

Realizzazione che era arrivata solo con il tempo, in realtà. Jon Turner, che aveva salvato all'ultimo momento, quasi morendo, dai Klingon, aveva cercato più e più volte di farla ragionare su quella decisione. Era forse l'unico che aveva parlato apertamente contro l'atto volontario di genocidio che la Federazione si apprestava a compiere. Lei, al contrario, ancora in preda alla rabbia e all'odio che solo ora, nella sua interezza, si rendeva conto di non aver affrontato e digerito completamente, aveva approvato l'idea e dato il via libera. Con amarezza le tornò in mente come aveva quasi dovuto supplicare Jon di non presentare le sue dimissioni. Ed era stato a quel punto che il dubbio aveva cominciato a insinuarsi, il dubbio che forse quella non era la strada giusta da percorrere, e che l'aveva portata ad ascoltare la proposta alternativa dell'allora specialista Burnham.

Un leggero trillo proveniente dalla sua scrivania la fece uscire dalla sua fantasticheria e la voce del suo assistente, un giovane Tenente JG, riempì l'aria del suo ufficio: «Ammiraglio?» chiese il giovane e sempre serio vulcaniano.

«Dica pure, signor Subrik. Cosa c'è?» rispose la donna, guardando fuori dalla finestra che adornava il suo ufficio.

«C'è qualcuno che vuole parlare subito con lei, signora» fu l'unica risposta del tenente Subrik.

«Ed è una questione di vita o di morte, Tenente?» L'Ammiraglio Cornwell era perplessa per il modo in cui il suo assistente stava gestendo l'intera situazione: quelle rare volte in cui Katrina aveva ordinato di non essere disturbata, se non per circostanze davvero straordinarie, il Tenente Subrik aveva agito secondo le direttive ricevute e nessuno aveva mai potuto avvicinare l'ammiraglio.

Perché oggi dovrebbe essere diverso? Si chiese Katrina mentre continuava a guardare fuori dalla finestra.

«Una specie, Katrina...» rispose la voce di Jonathan Turner, facendola girare sorpresa verso l'ingresso dell'ufficio dove l'imponente collega era affiancato dall'esile assistente vulcaniano.

«Grazie, Tenente» continuò poi l'Ammiraglio, guardando il giovane con un piccolo sorrisetto sul volto, «ci penso io...» Il Tenente fece un piccolo cenno, poi lasciò l'ufficio senza una parola: Katrina non avrebbe potuto essere più sorpresa.

«Dobbiamo parlare, Kat» osservò l'imponente collega alla sua vecchia amica, con uno sguardo consapevole negli occhi, «E tu lo sai perfettamente.»

«Di cosa, esattamente...?»

Jon Turner si limitò a inarcare un sopracciglio e Katrina sospirò profondamente: «Non c'è momento migliore di questo, allora...»

«Infatti.»

   
 
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