Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: Mercurionos    03/05/2021    0 recensioni
ULTIMO CAPITOLO: Alba e Cenere:
E lì, nell’ombra silenziosa e fredda,
sotto lo scampanellio della pioggia,
Vegeta volse lo sguardo alle proprie spalle,
e la vide.
L'Impero Galattico di Freezer, tirannico dittatore di tutto ciò che esiste: un periodo oscuro e inenarrato. Il rinnovato nucleo dell'impero attende tre guerrieri saiyan, gli ultimi della propria specie, predestinati a mostrare il proprio valore all'Universo. A partire dagli ultimi giorni del Pianeta Vegeta, fino a quel fatidico 3 Novembre, e oltre, nel massimo rispetto del magnifico Manga di Akira Toriyama.
Parte di "Dragon Ball: Sottozero", la vita dell'eroe che non abbiamo visto crescere.
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Freezer, Nappa, Nuovo personaggio, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball - Sottozero'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 21 – Escape of Vegeta, Parte 3 – Anno 2, 11/25 Germinale
 
A notte inoltrata, la porta della stanza di Vegeta si aprì silenziosamente e due figure scivolarono mute attraverso l’ombra. Una delle due era in mutande. A quanto pareva, sfidare una giovane principessa capace di leggere i pensieri altrui a strip poker poteva rivelarsi più che improduttivo. Mentre Gladyolo aveva avuto la garbatezza di non ricorrere ai propri poteri, la piccola Dylia si diede alla pazza gioia: intascò tutte le merende che Mirk aveva trafugato dalla dispensa della mensa nell’ultimo mese, confiscò quasi tutto il vestiario di Radish e lasciò vincere Pump nel disperato ma tristemente vano tentativo di risollevare il morale della saiyan demoralizzata.
 
“Sbrighiamoci a dormire: domani Vegeta vorrà allenarsi con i saibaiman,”
Pump impiegò qualche istante a metabolizzare l’informazione, poi bisbigliò: “Domani non posso venire.”
“Perché?” Radish fu sorpreso della schiettezza della compagna. Ma non si trattava di franchezza, quanto dell’esigenza di una scusa plausibile.
“Devo stendere il rapporto della missione di oggi. E voglio recuperare gli ultimi argomenti di economia, non ho potuto studiare tanto in questi giorni.”
Radish era troppo stanco, tanto che non si preoccupò di controbattere. Salutò la ragazza, e si avvinghiò nella morbidezza del riposo. Pump si ritrovò sola, in un giaciglio per lei enorme e freddo, accanto alle persone più importanti della sua quotidianità. Incapace di recuperare lucidamente tutti i ricordi accumulati in quel giorno, si sotterrò nello spesso lenzuolo, cosicché potesse farle da scudo contro i suoi stessi pensieri.
 
I lampi d’alba trascinarono con sé Radish e Vegeta, e Pump restò sola. Si accasciò sulla scrivania ancora fredda, dubitando delle proprie scelte. Né uno né l’altro saiyan avevano voluto convincerla a seguirli.
Dunque non gli servo davvero.
Ma forse…
Forse Radish ha voluto solo assecondarmi. Non mi dice mai di no quando gli chiedo qualcosa.
Perché?
Dovrebbe imporsi di più.
Perché era così?
Perché io ho ammorbidito il suo spirito.
Perché aveva permesso che ciò potesse accadere?
Perché gli ho fatto questo? Io Radish…
 
I suoi pensieri tornarono a sembrarle inopportuni. La testa si riempì di un unico dolore, un sordo fracasso che prese rapidamente il sopravvento sul suo animo. Vedeva Radish e Vegeta, i loro volti sovrapposti nella sua mente frastornata, li vedeva ma non riusciva a distinguerli: i loro occhi, i loro lineamenti, pure la loro bizzarra stempiatura, anticamera di quelle zazzere scompigliate, le parve di non riuscire a ricordare i volti dei suoi amici più cari. Pump calcò la fronte sul liscio ripiano del tavolo. Chiuse gli occhi affinché quel continuo boato potesse dileguarsi dalla sua testa. Si strinse il capo dolorante tra le mani, tremando volle spaccarsi il cranio e liberare tutti quegli inutili crucci, per poterli in seguito dimenticare. Quando finalmente alzò lo sguardo dallo scrittoio, convintasi di essere in grado di studiare, le ombre proiettate oltre la finestra avevano assunto una nuova forma, un nuovo colore. Il sole splendeva ad ovest, sul margine dell’orizzonte. In quel momento, la porta del dormitorio si aprì.
 
Radish e Vegeta. Aitanti. Vigorosi. Sudati. Maleodoranti. Le sottili labbra di Pump non poterono evitare un impalpabile ma sincero spasmo di ripugnanza.
“Ehilà!”
Non rispose, anzi volle dar loro le spalle e ripiegarsi sulla scrivania.
“Non hai ancora finito di studiare?”
A Vegeta le chiacchiere non erano mai interessate: “Datti una mossa e va’ a farti un bagno. Sei sudicio.”
Radish piroettò rapidissimo verso il bagno e chiuse la porta. Da che pulpito…
“Appena abbiamo finito – sentenziò Vegeta – andiamo a mangiare. Si è fatto già abbastanza tardi.”
“Non ho fame.”
 
Radish, già pronto per una doccia rinfrescante, per poco non strappò la porta del gabinetto dalla parete. Il principe fu abbastanza rapido ed accorto che lanciò al compagno un asciugamano sui fianchi. Con occhi sbarrati, i due ragazzi fissarono la compagna, ammutoliti. Nemmeno Vegeta si risparmiò un’espressione confusa e a tratti inorridita.
“Stai male!” Quella del principe non fu una domanda, bensì una constatazione dei fatti.
“Dobbiamo chiamare un medico.” Radish era già pronto al peggio. In quasi vent’anni, Pump non aveva mai rifiutato un pasto, né mai si era mostrata avversa all’idea di potersi saziare. Nella mente dei saiyan neppure esisteva il concetto di ‘sazietà’.
 
Diamine! Stavolta l’ho detta grossa!
Anche alla stessa Pump sembrò di aver esagerato, così tentò frettolosamente di rettificare l’esagerata asserzione: “No, sto bene! Volevo dire che… Che devo finire di rivedere l’ultimo capitolo. Poi vi raggiungo subito, promesso.”
Le spalle inarcate dei saiyan si sgonfiarono, e i due ragazzi sospirarono rincuorati. Più tardi, Pump li raggiunse in mensa, e loro non vollero nuovamente investigare sul comportamento della compagna. Loro dimenticarono, lei continuò ad angosciarsi, ma la serata proseguì pacifica. E così, anche i giorni seguenti si avvicendarono in quel ritmo stagnante.
 
“Voi, scambiatevi.”
“Che cosa? No!”
“Niente discussioni, Vegeta. Continuare a battersi con lo stesso avversario rende la mente poco attiva e poco elastica. A partire da oggi, per un po’ di tempo farà pratica con la sua compagna di squadra. Pump, si impegni.”
Una dozzina di giorni più tardi, il club di combattimento riportò alla luce i dubbi pungenti della saiyan. Il professore responsabile dell’attività pomeridiana, Gipeto, era un uomo dall’atteggiamento composto e capace delle movenze più raffinate, sia durante le lezioni di scienze militari, sia in combattimento: nonostante nessuno scouter avesse mai classificato il docente come particolarmente dotato, i suoi studenti non erano mai riusciti ad avere la meglio sul rapace dal piumaggio d’alabastro. Insegnante competente, si era evidentemente stancato di vedere Vegeta combattere improduttivamente ogni giorno con Mirk.
 
Solo con le più minacciose occhiate Gipeto riuscì a convincere il principe ad abbassare i pugni ed allontanarsi dall’abituale rivale. Vegeta imprecò farfugliando contro il terreno, gesto che gli valse un ben assestato colpo d’ala sulla nuca. Le morbide piume del professore s’irrigidivano a cemento, per la lotta quanto per le periodiche punizioni inflitte alla capoccia di un certo saiyan indisciplinato.
 
“Dai, cominciamo. Non perdere tempo.”
Con la voglia di combattere al di sotto dei minimi storici, Vegeta si preparò ad affrontare Pump. Lei lo guardò sconsolata: negli occhi del principe non valeva nulla. Si voltò in cerca di Radish, che forse ora si trovava nella stessa situazione dovendo misurarsi con Mirk. Radish però sorrideva, scambiò un sorriso smagliante e fraterno con la brench mentre batté il proprio pugno contro il suo. Nelle vibrazioni del suo corpo si adocchiava tutta l’elettrica esaltazione di un saiyan pronto al fuoco del duello.
 
“Non userò le mani…”
L’arroganza di Vegeta era l’ultima cosa che Pump avrebbe voluto sopportare. I suoi sentimenti contrastanti sospesero temporaneamente le ostilità, aggrediti dalla soverchiante superbia del principe. Rabbia e dolore infiammarono il magma che scorreva nelle vene della ragazza, la giovane guerriera la cui linfa vitale brillava incontrollata, sfolgorante energia dell’ultima saiyan.
“…che ne dici?
E ora la voglia di incrinare il naso al principe le parve aria fresca per i propri polmoni.
 
Fu veloce, precisa e a tratti sleale, non si risparmiò di alzare quanta più polvere possibile per oscurare la vista a Vegeta. Ma anche ad occhi chiusi, lui avrebbe potuto reagire in tempo, o meglio ancora, avrebbe potuto incassare ogni colpo senza accusarne gli effetti. Pump si stancò in fretta, e Vegeta continuò a danzare elegante per il terreno, con le mani giunte dietro la schiena. Qualche volta si esibì in un’aggraziata capriola, un saltello, quanto bastava per evitare l’assalto della compagna.
 
“Benissimo! Vedo molto entusiasmo da parte di Pump, – Gipeto si intromise tra il principe e la ragazza dagli occhi iniettati di sangue – ma lei non si sta impegnando, Vegeta. Ora sollevi quelle braccia e risponda all’attacco, o la sospendo dalle attività del club!”
Presto detto, presto fatto: il fulmine Vegeta si scagliò sull’avversaria; Pump ebbe malapena il tempo di gettarsi a terra e rotolare nella polvere. Ansimava tanto da parer morente. Vegeta le si avvicinò tranquillo, diede un colpetto con il piede alla schiena della ragazza riversa sul terreno, come se stesse tentando di capire se fosse ancora in vita, e aspettò.
 
Dandogli il tergo, la ragazza si alzò. Tremante, non si preoccupò di spazzare la terra via dalla propria tuta. Inarcò la schiena, appuntì le esili spalle, vibrando rabbiosa. Vegeta alzò gli occhi al cielo e portò in alto le mani, pronto a difendersi dall’usuale sfuriata accompagnata a qualche atipica minaccia di morte condita da chissà quali insulti… Ma nulla accadde.
 
Pump era già lontana, e lui non se n’era accorto. Perse tutta la tensione dai muscoli d’acciaio e, confuso, si guardò per il campo gremito: Gipeto lo scandagliava riprovante; Radish e Mirk, così tanto lontani l’una dall’altro, separati da un abisso di abilità e forza, si accapigliavano tra squilli spassosi; nessun altro lo prendeva in considerazione. Muto, Vegeta s’immobilizzò al centro di quella disordinata colluttazione, fisso a guardare il terreno ai propri piedi. Era solo, e la solitudine bruciava ustionante nel suo petto.
 
Grazie per aver letto anche questo capitolo. Non perdetevi assolutamente il seguito!
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Mercurionos