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Autore: Striginae    03/05/2021    8 recensioni
[Ineffable Husbands]
Aziraphale porta Crowley, sotto forma di serpente, dal veterinario ed il demone non ne è per nulla contento.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Take that Snake!



A Crowley piaceva la primavera.
Il tempo mite e tiepidi raggi solari riscaldavano il suo corpo da rettile a sangue freddo ed era per lui una vera goduria trasformarsi in serpente e stendersi tranquillamente per beneficiare di quel salutare calore che tanto gli piaceva.
Era un momento di importanza sacrale, intimissimo addirittura, che Crowley prendeva per se stesso mettendo da parte qualsiasi responsabilità o pensiero.

Un’oretta di pura libertà.

Per questo, quando Aziraphale si era presentato davanti a Crowley con una teca di vetro dicendogli di entrarci dentro, sottoforma di serpente, il demone ne era rimasto esterrefatto. Aziraphale conosceva le sue abitudini, aveva una bella faccia tosta per chiedergli una cosa del genere.
Crowley infatti, si era rifiutato nella maniera più categorica di fare ciò che gli aveva chiesto Aziraphale.

L’angelo, però, non aveva desistito.

Aveva quindi provato con le buone, facendogli qualche grattino sul suo lungo corpo serpentino per convincerlo ad entrare nella teca.


No, angelo, neanche per idea.


Aziraphale aveva quindi provato con le cattive, provando a spingerlo all’interno, ma ancora una volta Crowley era strisciato via a tutta velocità ed inutili si erano rivelati i goffi tentativi di Aziraphale di tendergli un’imboscata e farlo cadere nella sua trappola, ovvero quella dannatissima teca di vetro.


Non mi avrai mai, Aziraphale!


Alla fine però, Aziraphale aveva giocato sporco. Infatti, l’angelo aveva capito che non sarebbe riuscito in alcun modo a convincere il suo demone ad entrare nella teca e andare dal veterinario di sua spontanea volontà.
Aziraphale aveva quindi deciso di fare un piccolo miracolo e aveva teletrasportato Crowley-serpente dentro il trasportino.


Durante la sua lunghissima vita, Crowley non si era mai sentito più raggirato di così.

«Angelo, non posso credere che tu lo abbia fatto davvero. È ridicolo!»

Sibilò furioso Crowley, sottoforma di serpente, mentre sbatteva la testa contro il vetro della teca in cui l’aveva chiuso Aziraphale, cercando di frantumarlo con tutte le sue forze.
Perché Crowley, a differenza di Aziraphale, giocava pulito e non si sarebbe miracolato via, sarebbe stato troppo facile.

«Caro, rischi di farti male così.»

L’angelo gli rivolse uno sguardo mortificato mentre infilava la mano all’interno del trasportino in vetro per accarezzare il morbido capo del serpente.

«Vedrai, tra poco sarà tutto finito.»

«Lo spero proprio. Odio stare chiuso qua dentro!»
Crowley sibilò inviperito... nel vero senso della parola.
 


Come gli aveva promesso Aziraphale, impiegarono poco tempo per raggiungere la clinica veterinaria che aveva scelto l’angelo.
Inutile dire che Crowley trovasse tutta quella situazione assolutamente ridicola, non riusciva a capacitarsi che il suo angelo davvero avesse deciso di portarlo in un postaccio del genere.
Gliela avrebbe fatta pagare, eccome se gliel’avrebbe fatta pagare!


Probabilmente ben consapevole dell’agitazione del demone, Aziraphale aveva cercato di tranquillizzarlo in tutti i modi durante il tragitto.



«È solo una visitina di controllo, caro.»

«Fattela tu allora, visto che ti sembra una cosa da niente!»




Sussurrando ancora parole di incoraggiamento, Aziraphale entrò nello studio veterinario e si accomodò, tra gli occhi increduli e spaventati degli altri clienti. Certamente portare un serpente in visita era qualcosa di molto particolare, rispetto ad un gatto o ad un cane.
Ma Aziraphale era dell’idea che tutte le creature del creato fossero speciali e bellissime. Inoltre, da sempre l’angelo era affascinato dai serpenti, li trovava molto... interessanti.


«Guarda mamma, c’è un serpente, tipo quello di Harry Potter!»

Urlò un bambino, seduto accanto ad una gabbietta con due pappagallini dai colori vivacissimi. Il bambino, che non poteva avere più di dieci anni, corse senza paura verso Aziraphale e Crowley per osservare meglio quell’insolito serpente.

«Non sono il serpente di Harry Potter, bambinetto!»
Si indignò Crowley, puntando i suoi occhi gialli sul ragazzino. Quest’ultimo però, invece che avere paura di un serpente nero parlante, sembrò ancora più emozionato di prima.

«Mamma, mamma, il serpente parla! Anzi no, sono io che so parlare il serpentese!»

Di fronte a loro la donna finse stupore, anche se chiaramente non credeva ad una parola di ciò che il figlio aveva detto. La madre guardò Aziraphale, mimando in labiale qualcosa di tremendamente simile a: “I bambini, che fantasia!” e gli fece un cenno di scuse con il capo.
Aziraphale però, non era affatto infastidito dal bambino. Ne era più intenerito, in verità. Quindi lo salutò con la mano e Crowley, sempre più irritato, sibilò incontrollabilmente.

Fate conversazione, bravi! Tanto sono io quello in gabbia!

Vedendo quella reazione tanto accesa, il bambino spalancò ancora di più gli occhi, battendo un dito sul vetro per attirare l’attenzione di Crowley, che si era attorcigliato su stesso nella speranza di essere lasciato in pace.

«Sta male?»
Chiese il bambino ad Aziraphale, interessatissimo.

«Oh no, no. È un controllo di routine.»
Lo rassicurò premurosamente l’angelo, battendo a sua volta un dito sulla teca.

Crowley scattò su con la testa, fulminando entrambi con lo sguardo.
Fortunatamente per gli umani non è mai stato semplice identificare le emozioni di un serpente, perciò il bambino batté le mani, pensando che il rettile avesse infine deciso di fare amicizia con lui.

«Che nervi i bambini!»
Esclamò il demone, facendo saettare da tutte le parti la lingua biforcuta, nell’istintivo tentativo di identificare tutti i nuovi odori all’interno della sala d’attesa.
Dopo un’attenta analisi, Crowley decise che quel posto puzzava.

Non riusciva ancora a credere di essere veramente in quella situazione.

Aspettate solo che io esca da qui...
 


Tutto era cominciato qualche giorno prima, quando una donna era entrata nella libreria di Aziraphale e aveva trovato Crowley sotto forma di serpente attorcigliato all’angelo.
L’angelo e il demone, convinti di essere da soli, stavano amabilmente parlando del più e del meno e Aziraphale stava coccolando un po' il suo serpente demoniaco preferito e certo non si aspettavano di essere interrotti proprio sul più bello dall’urlo di una donna.
Quest’ultima, terrorizzata dalla vista del serpente, aveva iniziato ad urlare e a dare di matto perché, a suo dire, un animale talmente pericoloso non poteva essere lasciato in libertà.
In totale onestà, quello più infastidito tra la cliente e Crowley era proprio il demone, che era sicuro di ritrovarsi i timpani perforati dopo tante strilla. Sembrava avesse visto Satana in persona, anziché un semplice serpente demoniaco!
Aziraphale aveva dunque appoggiato Crowley sulla morbida poltrona della libreria e aveva provato a rassicurare la donna, mostrandole quanto Crowley fosse pacifico e senza cattive intenzioni. La donna tuttavia non si era data per vinta e aveva perciò strepitato che voleva vedere l’autorizzazione di Aziraphale per tenere un serpente di quelle dimensioni in uno spazio chiuso.
Ovviamente Aziraphale non possedeva alcuna delle carte richieste ed alla fine era stato necessario che l’angelo regalasse uno dei suoi preziosismi libri alla donna, per risarcirla dopo uno spavento del genere, per convincerla a non sporgere nessuna denuncia.
A quel punto Aziraphale, distrutto dalla perdita del libro, aveva proposto a Crowley di ottenere la necessaria documentazione, affinché fossero preparati se una situazione del genere si sarebbe ripetuta in futuro.
E ovviamente, per avere quel certificato, sarebbe stata necessaria una visita dal veterinario. Crowley aveva proposto di ottenerla con un miracolo, ma Aziraphale si era opposto fermemamete.

«Non è giusto imbrogliare, caro. E poi, un controllino non può che farti bene!»



«Mi sembra un po' arrabbiato!»
Esclamò il bambino, che aveva attaccato il naso talmente vicino al vetro che Crowley riusciva pure a scorgerne il moccolo.

«Lasciami in pace! È già noioso stare qui dentro, non c’è bisogno che pure tu mi stia così attaccato! Non sono mica il tuo otorino, non te lo voglio vedere lo schifo che hai dentro le narici!»
Sbraitò Crowley mentre il bambino si ficcava un dito nel naso per constatare che ciò detto dal serpente corrispondesse al vero.

«Mamma, il serpente continua a parlarmi! Ma non è molto simpatico.»
Dichiarò il bambino, trotterellando dalla madre e dai suoi pappagallini.

«Ehi! Io sono simpaticissimo!»
Ribatté Crowley, ma l’infante aveva perso del tutto interesse. Il serpente lo vide quindi rivolgersi ai suoi inseparabili.

«Secondo voi riceverò la mia lettera da Hogwarts?»

Crowley stava per lamentarsi con Aziraphale, ma qualcuno lo precedette.


«Signor Aziraphale? Prego, può accomodarsi.»

Annunciò la segretaria e Aziraphale salutò il bambino e si diresse verso la sala in cui la veterinaria avrebbe dovuto visitare Crowley.



«Oh, ma che bel serpente abbiamo qui!»         
Esclamò la veterinaria, quando Aziraphale e Crowley entrarono nell’ambulatorio. Aziraphale accennò un sorrisino quando vide Crowley voltarsi e dare le spalle alla dottoressa, era sicuro che il complimento lo avesse imbarazzato.

«Come si chiama?»
Chiese ancora lei, aprendo la teca in cui si trovava Crowley. Il serpente però si rintanò in un angolino, per provare a sfuggire alle grinfie della donna che stava provando a tirarlo fuori di lì.

«Anthony J Crowley!»

Lo presentò Aziraphale, infilando a propria volta le mani nella teca per aiutare la veterinaria a prendere il serpente che aveva cominciato a scavare nel terriccio tutto intorno per non farsi acchiappare.
Una scena abbastanza buffa in verità, considerando la taglia non indifferente del serpente. Aziraphale ne era quasi intenerito e si domandò se forse non avrebbe fatto meglio ad usare un cesto da incantatore e ipnotizzare Crowley con un flauto.

Azirapahle si appuntò mentalmente l’idea, magari da usare per una prossima volta.


«Caro, prima facevi tutte quelle storie per uscire e adesso non vuoi farti prendere!»
Lo rimproverò bonariamente Aziraphale ma Crowley, agitatissimo, gli sibilò contro.

«Solitamente non fa così... è un po’ timido!»
Spiegò Aziraphale alla dottoressa, come se stesse giustificando un bambino monello che si nascondeva dietro le gambe della mamma perché non voleva andare a giocare con gli altri bambini.

«Non  è vero!»
Rospose Crowley e la veterinaria fece un balzo, guardandosi attorno con gli occhi spalancati, come se avesse appena sentito un fantasma.

«Cos’è stato questo rumore?»
Chiese ad Aziraphale, guardandolo spaesata. Era sicura che non fosse stato Aziraphale a parlare e se non era stato lui... chi altri? Erano solo in quella stanza e i serpenti non parlano mica!
No?

«Il vento! Ci sono un sacco di spifferi lì fuori!»
Rispose prontamente Aziraphale, annuendo con fare grave.

«Ma c’è il so... oh. Si è messo a piovere.»

Aziraphale, che non aveva assolutamente miracolato un temporale, le rivolse un sorriso zuccherino. L’angelo, poi, approfittando della distrazione, riuscì ad acciuffare Crowley e poggiarlo sul freddo tavolo di metallo della clinica.

«È congelato!»
Si lamentò Crowley, sbattendo la coda sul metallo.
 
«Umh... procediamo con la visita.»
Disse la dottoressa, che continuando a sentire voci non identificate, cominciava a pensare di avere le traveggole.

Crowley, tuttavia, non sembrava affatto d’accordo con lei.

Quando le mani della dottoressa si erano avvicinate a lui, infatti, il serpente aveva minacciato di morderla e poi quanto più velocemente possibile era strisciato via verso la porta, per provare a scappare. Non aveva intenzione di farsi mettere le mani addosso da una sconosciuta.
 

Eh, eh, don't stop me now!
 

«Crowley!»
Lo richiamò Aziraphale, che goffamente cerco di riprenderlo. Crowley fu però più veloce e riuscì a passare agilmente sotto le gambe dell'angelo e poi saettò verso il corridoio, uscendo da sotto la fessura della porta.

«Bisogna riprenderlo!»
Esclamò la dottoressa che non aveva mai visto in tutta la sua carriera un serpente orientarsi così bene in una stanza. Sembrava quasi avesse un intelletto da essere umano più che da rettile!
 
«Me ne occupo io! Con permesso!»
Aziraphale si scusò e tutto trafelato uscì dalla stanza, ritrovandosi nel corridoio della clinica. Si guardò attentamente in giro, alla ricerca di Crowley.

«Crowley, caro! Esci fuori, sai che è necessario!»
Cercò di farlo ragionare l’angelo.

Aziraphale era sicurissimo che Crowley lo avesse sentito, ma non ricevette comunque risposta.

«Non avrai paura della dottoressa, vero?»
Provo ad insinuare Aziraphale, che credeva di conoscere bene il perché di tutta quella riluttanza da parte di Crowley.
D’altro canto lo poteva capire, i medici non piacciono proprio a nessuno... soprattutto quando si è in visita!
 
«Io non ho paura di una veterinaria!»
Si sentì dire da un oltraggiato Crowley e Aziraphale cercò di individuare il punto da cui proveniva la voce.

«Lo so, caro, non sarebbe da te temere una cosa di così poco conto.»
Gli rispose pazientemente Aziraphale, nel tentativo di rabbonire Crowley.

«Sono un demone, sono i dottori che hanno paura di me, non il contrario!»
Proclamò Crowley, mentre Aziraphale seguiva il suono della sua sibilante voce.
 

Trovato!

 
Azirapahle cercò di trattenere un sorrisetto quando si accorse che Crowley si era nascosto nella cuccia del gatto della clinica, che aveva scacciato via come se fosse lui il padrone. Il povero micio però non sembrava per nulla felice dell'intrusione, infatti con una zampetta stava cercando di spingere via il serpente che da dentro la cuccia gli sibilava minaccioso.
 

«Eccoti qua, caro!»
Esclamò tutto contento Aziraphale, chinandosi per accarezzare la testolina del gatto e sporgendosi poi per acciuffare Crowley una volta per tutte.

«Va' via! Non mi farò riportare lì dentro!»

«Dai Crowley, sarà una questione di pochi minuti. E ti prometto che per premiarti per la pazienza, questa sera festeggeremo in qualche modo.»

A quelle parole, Crowley si fece improvvisamente interessato.

«E... potremo festeggiare a modo mio?»

«Tutto quello che vuoi caro.»
 
 
 
«Bene, la visita è terminata. Crowley sta benissimo! Lo rimetto nella sua teca.»
Annunciò la veterinaria al termine della visita che, inaspettatamente, si era conclusa senza ulteriori intoppi.

Tuttavia, mentre cercava di rimettere il rettile all'interno del trasportino, si ritrovò ad aggrottare le sopracciglia. C’era qualcosa di... strano.

«È impossibile ma... sembra che la teca si sia ristretta. O che Crowley si sia ingradito, non ci entra più!»

Crowley sghignazzò. Non si sarebbe fatto fregare per ben due volte!
 
«Non si preoccupi, me ne occupo io!»
Le venne in aiuto Azirapahale, con i suoi soliti modi gentili.

«Va bene, allora io... vado a chiamare il prossimo paziente. Arrivederci, signor Aziraphale e ciao Crowley!»
 
«A mai più!»
Rispose Crowley, mentre la donna abbandonava la stanza. Si voltò verso l’angelo che lo guardava imbronciato.

«Crowley, caro! Devi tornare lì dentro, come faccio a portati a casa altrimenti?»

Crowley ci rifletté su un istante. Poi agitò la testolina, gli era venuta in mente proprio una bella idea.
 
«Io conoscerei un modo!»
Senza aggiungete altro, Crowley si rimpicciolì e si infilò nella manica del suo angelo, risalendo tutto il suo braccio fino a ritrovarsi sulla sua spalla, mentre Aziraphale ridacchiava a causa del solletico che Crowley gli stava involontariamente procurando.

«Ora possiamo andare!»
Annunciò Crowley, decisamente soddisfatto.

Aziraphale gli sorrise, dandogli un affettuoso bacetto sul muso.

«Sì, torniamo a casa.»
 
E questa volta, Crowley si godette ogni istante di quel piccolo viaggio in prima classe sulle spalle del suo angelo. 



Note finali
Che bello ritornare a scrivere qualcosa sugli ineffabili! 
Allora, questa storia nasce grazie al giochino "Give me six characters to make fanfiction of". La gentilissima Carmaux_95 mi ha dato il prompt: "Aziraphale che porta Crowley (sotto forma di serpente) dal veterinario" e quindi, eccoci qui! Mi sono divertita un mondo a scrivere questa storiella, spero che mi sia uscita bene xD 
Quinid, ringrazio chiunque abbia letto questa storia e sia arrivato a leggere fin qui! E ovviamente, ringrazio tantissimo Carmaux per il prompt, spero che ti piaccia questa storia! <3 

Ci vediamo alla prossima! 

Rhurab
   
 
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