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Autore: Striginae    03/05/2021    9 recensioni
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#1 Witch!AU - Het!FrUK: Francia/Fem!UK;
#2 Mermaid!AU - Fem!FrUK: Fem!Francia/Fem!UK;
#3 Ghost!AU - FrUK [Questa storia partecipa alla #Halloweek2022 indetta dal forum Siate Curiosi Sempre];
#4 ?
[Raccolta di one shot a tema soprannaturale]
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Nyotalia
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: Francia/Fem!Inghilterra, commedia
Sinossi: Rose è una strega e, come tutte le streghe che si rispettino, ha bisogno di un famiglio. Ma cosa accadrebbe se il famiglio da lei invocato non fosse per nulla come lo aveva immaginato?


 
The Witch & The Frog


C’era una volta, tanto tempo fa, una streghetta che viveva nel bel mezzo di una foresta di campanule, sperduta da qualche parte in Inghilterra.

Una bella notte, quando la luna piena era già alta nel cielo e con i suoi pallidi raggi illuminava la terra sotto di sé, Rose -questo il nome della giovane strega- era uscita in gran segreto e, coperta da capo a piedi da un lungo mantello, si era recata su una collinetta appena fuori il suo bosco fiorito.

Una volta sul posto aveva acceso un grande fuoco e aveva aperto il suo segretissimo libro di incantesimi. Poi, con voce chiara e altisonante, aveva recitato una formula magica di antico e oscuro potere.


«Abracadabra, Hocus Pocus e Sim Sala Bim
Un demoniaco famiglio porta qui!
»


Un vento infernale la travolse, facendole cadere il cappuccio sulla schiena e rivelando così due lunghi codini biondi e due sfavillanti occhi verdi che, nella notte, rispecchiavano il riflesso rossastro delle fiamme ormai talmente alte da raggiungere la volta celeste.
La magia durò solo pochi istanti, ma a Rose bastarono per comprendere che il suo incantesimo era andato a buon fine.

Affaticata per lo sforzo compiuto si lasciò dunque cadere a terra, esibendo pur tuttavia un largo sorriso.

A questo punto, alla streghetta non restava altro che aspettare l’arrivo del famiglio, che sicuramente sarebbe spuntato da lì a poco.

La strega aspettò fino all’alba.
Nessun demone né nessun’altra creatura fantastica si era mostrata al suo cospetto e Rose non riusciva proprio a capirne il motivo, era certa che l’incantesimo le fosse riuscito!

Delusa oltre ogni aspettativa e borbottando come una teiera, Rose lasciò la collinetta e si diresse verso la sua piccola casetta nel bosco.

Rose aprì la porta di casa ancora con un gran muso lungo e non appena attraversò la soglia, proprio quando meno se l’aspettava, una voce sconosciuta la fece sobbalzare.

«Oh là là! Era ora che tornassi!»

Rose, in allarme, estrasse la bacchetta dalla manica, dirigendola in un punto a caso della stanza.


Strano...


Non scorgeva nessuno, dove poteva mai essersi nascosto l’intruso?

«Chi va la? Sappi che ho una bacchetta, so come maneggiarla e non ho paura di usarla!»
Minacciò Rose ma la voce rise... e di gusto anche!

«Chérie, sei tu che mi hai invocato, vuoi già liberarti di me?»

«Chi sei? Mostrati!»

«Quaggiù!»

Confusa, Rose abbassò lo sguardo sulle travi di legno del pavimento su cui, sorprendentemente, vi si trovava una ranocchia dal particolarissimo manto blu che, Rose ne era sicura, la stava fissando.

«Coucou!»
Salutò la rana.

«Tu parli!»
Esclamò la strega inorridita, facendo un passo indietro.

«Certo che parlo! Per chi mi hai preso, per un analfabeta?»

Rose, ancora incredula, si piegò sulle ginocchia per fronteggiare la raganella.

«Un momento... saresti tu il mio famiglio?»
Realizzò Rose, il cui tono ed espressione rendevano palese il suo disgusto e disappunto.

«Indovinato! Come sei perspicace.»

Rose fece finta di non comprendere l’ironia e con un dito pigiò il dorso della rana, con fare accusatorio.

«E perché non ti sei presentato sulla collina? Ti ho aspettato per tutta la notte!»

«Pensavo fosse più comodo aspettarti qui!»

Rose schioccò la lingua sul palato.
Era stata ore fuori al freddo della notte e aveva addirittura dubitato delle sue capacità magiche e tutto ciò perché quel rospaccio era amante delle comodità?
Inaudito!

«Invece, spiegami perché sei una rana! Durante l’incantesimo avevo chiaramente espresso la mia preferenza per un coniglio!»

A Rose, infatti, le rane non piacevano per nulla. Erano così... viscide.

«Perché, ma petite, non è la strega che sceglie il famiglio, ma il famiglio che sceglie la strega!»

Spiegò la rana che, con un agile molleggio, era saltata sul viso della strega, attaccandosi come una ventosa alle sue guance.
Rose lanciò un urlo e con entrambe le mani provò a staccare quel subdolo anfibio dalla sua faccia, ma inutilmente.
La strega non si diede per vinta e sollevò allora una mano per schiaffeggiare via la creatura ma, ancora una volta, la rana fu più veloce e saltellò via appena in tempo. Suo malgrado, quindi, la strega si colpì con una cinquina delle sue stesse dita, talmente forte che, piegata ancora in ginocchio com’era, Rose perse l’equilibrio e sbatté con malagrazia il sedere sul pavimento.

«Ne ho abbastanza di te!»
Strepitò la streghetta, furiosa, mettendosi di nuovo in piedi e afferrando con forza la rana che questa volta non aveva avuto il tempo di fuggire.

«Era il mio modo di salutarti!»
Esclamò il ranocchio, tentando di liberarsi.

«Ah sì? Addio allora!»
Ribatté la strega, lanciando via quel mostriciattolo dalla finestra.

Rose sbuffò, odiava le rane!


 
* * * 


Il resto della giornata trascorse senza ulteriori intoppi. Rose provò alcuni incantesimi, si procurò nuovi ingredienti e preparò qualche pozione... insomma, le classiche attività di una strega.

Non aveva più pensato al suo orribile famiglio-rospo, fino a quando non giunse la sera e con essa il freddo e l’oscurità.

Il vento tirava forte all’esterno e Rose si incupì.


Quello stupido rospo starà bene, è pur sempre un demone! Non rischia certo di finire preda di qualche serpente e comunque, io non posso farci niente!


Quel pensiero però, non la convinceva del tutto. Era pur sempre stata lei ad invocarlo perciò era in qualche modo una sua responsabilità.

Controvoglia, decise allora di aprire la finestra da cui lo aveva scaraventato via e, preso un bel respiro, lo chiamò a gran voce.
Magari la raganella non si era allontanata troppo e sarebbe riuscita a sentirla.

«Ehi, rospaccio! Riesci a sentirmi, sei là?»

«Oui chérie, ti sento forte e chiaro.»
Rispose la rana e Rose si voltò, appena in tempo per vedere il demone saltare sul tavolino rotondo al centro della stanza.
Rose lo guardò con tanto d’occhi.

«Da dove sei saltato fuori?!»

«Sono sempre stato qui. Suvvia, non penserai che sia una porta chiusa a fermarmi!»

Rose lo fulminò con lo sguardo, un po’ in imbarazzo. In verità aveva davvero creduto che bastasse una porta chiusa a liberarsi della rana.

«Ho dormito tutto il giorno sul tuo cuscino, è proprio comodo.»
Continuò la rana e Rose sbarrò gli occhi.

«Nessuno ti aveva dato il permesso di farlo!»

Per tutta risposta, la rana gracidò.
Rose sbuffò.

«Lasciamo perdere. Dimmi rospaccio, ce l’hai un nome?»

«No! Devi essere tu ad assegnarmene uno, è un compito fondamentale della strega che invoca il famiglio. Sai, mi piacerebbe qualcosa di maestoso, grandioso... regale magari, possibilmente francese e...»

Rose ci pensò su un istante.

«Froggie

«Come prego?»

«Froggie!»

Ripeté Rose ma la rana non ne sembrava affatto soddisfatto.

«Ma...»

«Niente ma! Per una rana è perfetto, non ho intenzione di impegnarmi più di così per un anfibio unticcio come te!»



 
* * *



Passarono le settimane e poi i mesi e la streghetta e il suo famiglio ebbero modo di conoscersi meglio l’un l’altra.


«Perché hai quello stupido accento francese?»
«Perché, sebbene io sia nato all’Inferno, ho vissuto la maggior parte della mia vita in Francia. Anche se adesso è da secoli che non ci vado.»
«Ah, capisco -aveva ghignato Rose- e io che pensavo che “Francia” e “Inferno” fossero sinonimi!»



Inoltre, con suo grande piacere, Rose aveva constatato che più stava vicino a Froggie più i suoi poteri magici aumentavano. E, come le aveva spiegato la rana, era una reazione più che normale: più la strega e il famiglio era affiatati, più il potere di Rose sarebbe diventato forte e stabile.

Infatti, nonostante la turbolenta partenza, Rose e il suo famiglio erano diventati in fretta amici.
Certo, la strega trovava disgustoso il modo in cui il ranocchio tirava fuori la lingua per acchiappare gli insetti e ovviamente le saltavano i nervi quando Froggie criticava il suo modo di abbigliarsi, definendola più simile ad una contadinotta che ad una strega. Era però altrettanto vero che la rana le teneva sempre molta compagnia e, tutto sommato, Rose lo trovava anche divertente. Addirittura Rose lo lasciava dormire sul suo stesso cuscino e facevano pure il bagno assieme.


Tanto, si diceva Rose, è un rospo dunque non ho motivo di imbarazzarmi di fronte a lui.


Tutto andava a gonfie vele, fino a quando un bel giorno Rose tornò a casa dopo aver fatto compere al mercato giù in città.

«Froggie?»
Chiamò la streghetta, senza prendersi la briga di chiudere la porta.
Non ricevette risposta.

«Froggie dove ti sei cacciato, ho bisogno del tuo aiuto per preparare una pozione!»
Ancora una volta la domanda cadde nel vuoto.

Rose si accigliò e chiamò il famiglio per la terza volta, inutilmente. La strega si mordicchiò il labbro inferiore, stava cominciando a preoccuparsi sul serio.

Rose ispezionò allora ogni angolo della casetta: guardò nell’armadio, dietro la porta, sotto il letto e persino dentro il calderone ma nulla, la ranocchia era sparita.

Rose era disorientata, dov’era andato a finire Froggie?

D'un tratto, Rose si sentì persa.

«Fr-Froggie...»
Balbettò Rose, con gli occhi già lucidi.

Possibile che la rana l’avesse davvero abbandonata?
Stava andando tutto così bene, perché mai avrebbe dovuto fare una cosa simile?

«Rose, chérie, perché piangi?»

«Perché il mio famiglio se n’è andato! Non lo capisco, perché così, di punto in bianco? Che si sia stancato di me?»

«Non mi sono affatto stancato di te, ma petite! Che cosa vai a pensare?»


Un momento, questa voce...


Asciugandosi le lacrime, Rose raddrizzò il capo e si voltò.

«Sei tornato, Fr- AH!»

Rose urlò presa del tutto alla sprovvista da ciò che aveva appena visto e, con le guance in fiamme, si coprì gli occhi.

Davanti a lei, sulla soglia di casa, non vi era la familiare ranocchia blu bensì un uomo abbastanza alto, dai capelli biondi e lunghi fino alle spalle ed un paio di occhi blu estremamente familiari. Ciò che lo rendeva particolare, comunque, era la singolare caratteristica che lo sconosciuto fosse completamente nudo.

«Chi diavolo sei? Esci fuori da casa mia, depravato!»

«Rose, sono io!»

Rose fece cenno di diniego, che cosa andava blaterando quell'individuo? La streghetta aprì comunque gli occhi, allargando le dita per scrutarlo sospettosamente.

«Froggie?!»

L’uomo roteò gli occhi.

«Ugh, sì. Sai che odio quel nome, è così ridicolo e banale.»

Rose non riusciva a credere ai suoi stessi occhi. Cosa stava succedendo?


E com’è possibile che quello stupido rospo sia diventato un uomo così... attraente?


«Oh, ti ringrazio.»
Le sorrise il famiglio.

«Per cosa, esattamente?»

«Per trovarmi attraente, chiaro!»

Rose diventò paonazza.

«Cosa... come fai a saperlo?! E per l’amor del Cielo, mettiti qualcosa addosso!»

Lui fece spallucce.

«Non te l’ho detto? Essendo il tuo famiglio posso leggerti nel pensiero, a patto che il nostro legame sia abbastanza forte da permettercelo.»

Spiegò con semplicità il famiglio. Poi continuò.

«Be’ sai, oggi sono riuscito finalmente a trasformarmi! Ho cercato nel tuo armadio qualcosa da mettermi... purtroppo i tuoi vestiti non sono della mia taglia! Quindi, visto che mi andava di sgranchirmi le gambe, ho deciso di fare quattro passi qui intorno alla foresta... tanto non c’è mai nessuno da queste parti!»

Rose quasi non credeva a ciò che sentiva. Spostò quindi le mani dal viso e, ancora ad occhi chiusi, estrasse la bacchetta dalla manica e la puntò alla meno peggio sul famiglio. Recitò la formula e fece apparire dal nulla degli abiti su misura per lui.

«Oh, va già meglio! Stavo cominciando a sentire troppi spifferi... anche se questa accoppiata di colori che hai scelto è veramente oscena.»

Rose lo ignorò e guardinga, si azzardò finalmente a guardarlo.

«... perché sei umano adesso?»

«Questa è la mia vera forma, in realtà. Sai, muoversi dall’Inferno alla Terra è molto faticoso, quindi meno massa trasporto e meno consumo i miei poteri. Per farla semplice, è più facile trasportarsi in forma di animale piuttosto che d’umano. Una volta sulla Terra poi, ho dovuto riprendere le forze e non è stato così semplice, visto che legarsi ad una strega è un processo lungo e che richiede molte energie.»

Ormai però, il cervello di Rose era andato in tilt.

«Mi stai dicendo che... tutte le volte che abbiamo dormito assieme, mangiato assieme e fatto il bagno assieme... in realtà non lo stavo facendo con un demone-rana ma con un demone-uomo?»

«Esatto!»

Rose ormai era sul punto di scoppiare.

«Maledetto guardone! Approfittatore! Pervertito! Sei solamente un demone perverso, depravato e vizioso!»

Il famiglio si mise a ridere, si stava chiaramente divertendo mentre una rossissima Rose inveiva contro di lui.

«Siamo pari adesso! Io ho visto nuda te e tu hai visto nudo me, non è fantastico?»
Sghignazzò il demone che poi però, si fece pensieroso.

«Non capisco perché tu ti stupisca tanto comunque, queste cose le sanno tutte le streghe. Si può sapere perché mi hai invocato se di famigli non ne sapevi nulla?»

Rose guardò altrove, un po’ a disagio.
In verità, aveva deciso di invocare un famiglio perché le sue migliori amiche, Else e Miruna, gliene avevano a lungo parlato ed Else ne possedeva già uno. Miruna invece, essendo una vampira, non ne aveva bisogno ma poteva comunque trasformarsi in pipistrello. Dunque, un po’ per invidia, un po’ per sincera volontà di aumentare i suoi poteri grazie ad un demone, Rose aveva deciso di lanciarsi in quell’avventura ed invocare un famiglio, sebbene non si fosse documentata più di tanto.

La streghetta non gli rispose, tanto ormai sapeva che quel maledetto demone sapeva leggerle la mente. Quindi lo squadrò, preferendo cambiare argomento.

«Pensi di tornare presto ad essere una rana?»

Il famiglio ci pensò su un attimo.

«No! Essere un umano è più comodo, si vede tutto meglio da quassù.»

«Allora -rifletté Rose- sarà meglio cambiarti nome. Voglio dire, Froggie è carino ma mi sembrerebbe un po’ strano rivolgermi a te in quel modo adesso che sei... così

«Oh, finalmente ti sei decisa! Te lo avevo detto io che non era un nome adatto a me.»

Rose si corrucciò, sovrappensiero.

«Umh, lasciami pensare... rana, frog... sei pure francese... fr... fra... Francis! Che ne dici?»

Chiese Rose, inclinando il capo in attesa di una risposta.

Il famiglio annuì.

«Francis... sì, mi piace!»

Rose allargò un timido sorrisetto.

«Bene.»
Poi, però, l’espressione della streghetta mutò e Rose si ricordò di essere incredibilmente arrabbiata.

«Vedi solo di non farmi più scherzi del genere, quando esci mi devi avvertire! Mi sono presa un colpo quando ho visto che non c’eri più!»

Lo rimproverò Rose e inaspettatamente, Francis la attirò in un abbraccio.

«Non preoccuparti petite, non ti lascerò mai se è questo ciò che temi!»

E così, tra le risposte stizzite di Rose che cercava di liberarsi dalla presa e le risate di Francis che non aveva alcuna intenzione di lasciarla andare, vissero per sempre felici e contenti.



 
Fine


 
Note finali
Salve a tutti! Eccomi qui, con l'ennessima FrUK, questa volta Fem!UK/Francia. Giustamente, ormai ho scritto di loro quasi in qualsiasi versione xD 
Comunque, 
questa storia nasce grazie al giochino "Give me six characters to make fanfiction of" e la carissima MusicAddicted mi ha assegnato Francia/Fem!UK da scrivere come commedia. Spero di esserci riuscita, ovviamente è una cosetta da nulla, prendiamo questa storia per quello che è xD 
Un paio di note: Else e Miruna sono rispettivamente Fem!Norvegia e Fem!Romania, ho guardato nella Wikia e pare che non ci sia nessun nome ufficiale per loro, quindi ho un po' improvvisato. Else perché fem!Norvegia mi ricorda Elsa di Frozen e Miruna perché un tipo di vampiri originari della mitologia valacca si chiama Muroni, quindi insomma... ci sono andata per assonanza. Comunque non potevo rinunciare ad una piccola cirtazione al Magic Trio, dovevo! 
Quindi, concludo qui e ringrazio chiunque abbia letto questa storia e chiunque abbia letto anche queste note. E chiaramente ringrazio MusicAddicted per avermi assegnato questi personaggi, spero che questa storiella ti sia piaciuta <3 
Alla prossima! 
   
 
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