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Autore: Vio19    04/05/2021    1 recensioni
"Law sedeva gobbo nello studio vuoto, mordendo la sua matita gialla.
Si stava arrovellando, non riusciva a capire come potesse essere possibile una cosa del genere.
Aveva i gomiti piantati sul legno e le mani fra i capelli: pareva un vero scienziato alla ricerca di un'ipotesi in seguito a una scoperta sbalorditiva. Però quella cosa proprio non riusciva a spiegarsela!"
Genere: Comico, Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bepo, Penguin, Shachi, Trafalgar Law
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nota dell'autrice: Ciao a tutti! Sono tornata (o forse è meglio dire rinata) dopo ben 6 anni di inattività! Quando iniziai a scrivere la mia prima storia avevo solo 12/13 anni quindi vi sconsiglio caldamente di leggerla per evitare conati. Ah, la preadolescenza. Comunque sia, spero che questa mia prima one shot da diciottenne vi piaccia. Buona lettura!

Law sedeva gobbo nello studio vuoto, mordendo la sua matita gialla.
Si stava arrovellando, non riusciva a capire come potesse essere possibile una cosa del genere. 
Aveva i gomiti piantati sul legno e le mani fra i capelli: pareva un vero scienziato alla ricerca di un'ipotesi in seguito a una scoperta sbalorditiva. Però quella cosa proprio non riusciva a spiegarsela! Gli era sfuggito qualche dettaglio, e non riusciva a stare calmo di fronte a questo affronto alla sua intelligenza. Le gambe fremevano al di sotto della scrivania, il piede destro batteva nervoticamente la punta. Era una bomba sul punto di esplodere, e se qualcuno fosse entrato... Beh, potete immaginare che le sorti di costui non sarebbero state rosee. 
E in questo caso, il fortunato vincitore di una sclerata monumentale fu... rullo di tamburi
"Penguin... Spero che tu mi stia interrompendo per una questione di vita o di morte, perché se non lo è lo diventerà presto"
Il povero coinquilino aveva aperto la porta con la cautela di un ladro notturno, era in procinto di fare il primo passo cauto in avanti, ma appena poggiò la suola sul parquet un cigolìo risuonò nella stanza.
"Oh cazzo"
L'unico pensiero che balenò nella testolina del ragazzo
"Allora? Non vedi che sono concentrato? Lo sai che sto lavorando a questo caso da giorni, vuoi farmi andare su tutte le furie? Vuoi davvero farmi incazzare come una bestia assatanata?"
Law continuava a sputare veleno sul povero malcapitato che stava calibrando con grande saggezza le parole da scegliere. Per chiedere pietà e sfuggire la morte.
"Dovevo prendere...eehm...quella scatola sulla mensola...è piuttosto importante..."
"E perché c'è qualcosa di TUO nel MIO studio?"
Ok, forse non era un asso nel scegliere con saggezza le parole giuste, ma era un campione nell'arrampicata sugli specchi, oltre che nel fare danni.
"Allora, mi rispondi?"
"Beh, la MIA scatola è nel TUO studio perché... perché qui vige il comunismo!"
Ok, più che arrampicarcisi sugli specchi li buttava giù con violenza rompendoli in mille pezzi. Ho perso le speranze pure io.
"Ehi! Che stronza!"
Pen, il mio lavoro è quello di raccontare la verità, non interrompere anche me altrimenti ti uccidiamo in due.
"Ti conviene ascoltarla Pen"
Ecco. Eh-Ehm, dicevo: Di fronte alla brillante uscita di Pen, il viso di Law si scurí. Avrebbe riscosso un face palm clamoroso in circostanze normali, ma il dottorando aveva i nervi a fior di pelle. Non aveva voglia di parlare, figuriamoci di scherzare.
"Allora sentiamo, cosa c'è di così vitale importanza in quella scatola?"
L'altro sudó freddo e rimase in silenzio per qualche secondo
"Non...non posso dirtelo è un segreto"
"Dimmelo" tuonò impetuoso
"D-davvero n-n-non posso... é un segreto..."
"Tu ora vai di fronte allo scaffale, prendi quella scatola e la porti qui di fronte a me. SCATTA!"
Così, tremante, il coinquilino si stava dirigendo verso lo scaffale per prelevare la scatola dalla mensola. Una volta presa si stava dirigendo vero Law, ma inciampò  nel filo del computer. Prima cadde la scatola su alcune provette che Law stava utilizzando per riuscire a formulare la fatidica ipotesi, rompendole, e in seguito cadde rovinosamente il corpo di Penguin, causando un tonfo sordo che fece vibrare il pavimento.
"Cazzo!"
Shachi corse verso la stanza
"Che succede? Hai ammazzato Pen?!?"
C'era un liquido rosso diffuso sulla scrivania, sul pavimento e sulla povera testa di Penguin, che aveva sbattuto contro la scrivania nella caduta.
"Credo sia privo di sensi... Cazzo guarda che casino"
Non ce la faceva proprio a non fare danni, era una calamita vera e propria per la sfortuna.
"In questo momento più che carino mi pare un cretino"
"Ti ci metti anche tu? Ho detto casino, casino cazzo! Tuo cugino è un disastro...Penguin mi senti?"
Il silenzio riempiva pesante la stanza, in quella situazione tragicomica
"...Penguin?"
Non rispondeva. Era inerte, steso sul pavimento, e non rispondeva neanche agli scossoni di Shachi
"Merda"
Law si abbassò a contemplargli il cranio alla ricerca di un trauma,una ferita, ma il liquido che era caduto rendeva ardua l'impresa nel distinguerlo dal sangue.
"Dobbiamo lavargli i capelli e poi rasarlo per ispezionare il cranio"
"Non sarebbe meglio chiamare un'ambulanza? Se è grave? Oddio amico ti prego non mi lasciare solo con questo sociopatico svegliati per dio!"
Continuò lui, scuotendo il corpo immobile
Law lanciò un'occhiataccia al ragazzo, e gli disse nell'orecchio:
"Guarda come lo facciamo rinsavire..."
Penguin amava i suoi capelli neri, non se li faceva mai toccare se non dal parrucchiere di fiducia. E nonostante avesse preso una bella botta, era ancora cosciente, e anche terribilmente dolorante. 
Sentendo la proposta orribile di Law rabbrividì, ma preferì stare a terra piuttosto che subire l'ira funesta del tremendo dottore. 
Sperava nella bontà del cuginetto, anche se sarebbero stati più adatti gli occhietti dolci di Bepo a tranquillizzare Law. Purtroppo per lui però, Bepo era partito qualche giorno prima per l'Islanda per vedere la famiglia (sua sorella aveva partorito due gemelli, ed era tradizione importantissima festeggiare ogni nascituro). Questa era un'altra delle cause per cui era nervoso: a causa di quella scoperta inspiegabile non era potuto andare col suo compagno, e senza di lui la notte non era più la stessa. Dormire era un'attività impossibile, e l'unico in grado di placare gli incubi, le paranoie, il freddo, era proprio 
Bepo. 
"Speriamo non sia niente di grave...dove glieli sciaquiamo i capelli?"
"È meglio non spostarlo, altrimenti potremmo causare danni gravi se ha un trauma. Porta una bottiglia di acqua, il disinfettante, delle garze e sterilizza il rasoio"
"E come si sterilizza un rasoio elettrico?"
"Tu fallo e basta"
"Corro"
Tornò subito con le prime tre cose. Law versò l'acqua sulla testa del ragazzo, pulendo con le garze.
"Ecco, c'è una piccola ferita. Per fortuna non è entrata in contatto col liquido"
Così versò sulla ferita il disinfettante, e pulì nuovamente con le garze, poggiandole poi per terra una volta usate.
Arrivò Shachi col rasoio, e lo diede a Law. Dopo averlo esaminato per controllare che fosse effettivamente sterile, lo accese.
Penguin era terrorizzato, si stava trattenendo per non tremare. Quando Law era quasi arrivato ai capelli, Penguin spalancò gli occhi, ed urlò:
"FERMO! FERMO! I MIEI POVERI CAPELLI!'
Law dallo spavento affondò il rasoio nei capelli del ragazzo, rovinando la sua amata chioma
"Se non avessi urlato..."
"Oh no... I miei capelli, i miei amati capelli!" pianse il moretto mezzo pelato
I suoi capelli erano finiti all'interno del liquido, che si era mischiato all'acqua e al disinfettante.
"Law, guarda! Mi sa che abbiamo un'ipotesi da formulare"
Indicò i capelli all'interno della pozza omogenea
"Ma sì, certo! Come ho fatto a non pensarci! Il capello, a contatto con l'estratto di rapa zou (il liquido rosso) si tinge ma non succede nient'altro, ma misto ad H2O ed NaCl ha un effetto riparatore! Chissà come funziona con gli altri tessuti!"
Il viso di Law era tornato a essere non-incredibilmente-incazzato, dire felice sarebbe un po' un azzardo.
Penguin invece stava piagnucolando per i suoi poveri capelli. Non avrebbe più potuto sistemarli! L'unica soluzione era rasarsi a zero, e gli sarebbe pure rimasta una bella cicatrice a causa della botta.
"Ragazzi, scusate se vi interrompo ma... Chi pulisce qui?"
Law e Penguin si guardarono negli occhi e si girarono in simultanea verso Shachi.
"Tu" dissero insieme.
Il parquet era pregno di quel liquido abominevole ed appiccicoso, ed anche la scrivania era ridotta male
"Ma la scatola? Si è completamente bagnata...ah cavolo, Pen! Spero che il regalo non sia rovinato"
"Che regalo?" 
"Ehm..." I cugini di guardarono con fare imbarazzato, al che Shachi prese la scatola e corse di fuori dalla stanza per controllare l'integrità del contenuto.
"Penguin, regalo per chi?"
"Per te, per il tuo dottorato... Sappiamo quanto sia stressante per te questo periodo e volevamo farti una bella sorpresa. E il posto migliore per nasconderlo era tra le cose dello studio perché ci guardi di rado. Però una volta preso dottorato avresti fatto le pulizie di rito, e avresti trovato il nostro pensiero"
"Ragazzi, che bel pensiero. Ma perché dovevi prenderlo prima?"
"Perché dovevamo prendere il biglietto, dato che Bepo non l'ha ancora firmato. Era finito lá dentro per colpa di quella testa bacata di Shachi, era convinto che ci fosse la sua firma!"
"Ora capisco. Ti darei un abbraccio se non fossi zuppo di questa...roba, quindi ora vatti a fare un bagno. Ah, e forse è meglio se quei capelli li rasiamo tutti... Insomma, non cresceranno lunghi di nuovo troppo presto"
Così a malincuore, dopo aver fatto un bagno ristoratore Penguin si rasò a zero. E aveva il cranio di una forma proprio bizzarra, a dirla tutta.
"SHAHHAHAHA amico sembri proprio un uovo sodo che è stato preso a botte"
"Non mi prendere in giro, questo per me è il fondo...ma dov'è andato quell'altro?"
"Trafalgar è uscito, ma non mi detto dove. So solo che tornerà a breve"
In quel momento la porta si aprì
"Non si parla delle persone in loro assenza"
"Law! Ci chiedevamo dove fossi andato. Hai comprato qualcosa?"
Aveva un busta in mano, con sopra disegnato un logo con la faccia di orsetto, e sotto la scritta 'kawaii'
Mise la mano dentro il sacchetto e ne tirò fuori un cappello
"Ah! Che bello, che bello! Un cappello a forma di pinguino devo dire che però non lo vedo molto bene addosso a te..."
"Pen, questo non è per me. Ho già due cappelli di questa marca, quelli a macchie. Questo l'ho comprato per riparare l'abominio che hai in testa"
"Ehi! Non sono così brutto!"
E invece lo era. Lo era eccome.
"Smettetela di prendermi in giro!"
Penguin non si fa conversazione con l'autrice, qui si narra e basta. TV veritè. E comunque non smetteremo mai.
"Se pensi di non averne bisogno vado a restituirlo, sti cosi non costano mica poco"
"Nono! Io sono orribile, grazie del cappello! È la cosa più bella che io abbia mai visto!"
Così si mise il cappello, e corse a guardarsi allo specchio felice come una pasqua.
"Questo cappello è proprio carino. E con questo la gente smetterà di sbagliare il mio nome. Niente più Penny, Pangu, né Pingu. Peccato per i capelli, ma il vero Penguin ora è arrivato in città, ed è pronto a spaccare!"
"Per carità, oggi hai spaccato già abbastanza roba"
"Questo non posso negarlo. Grazie Law, sei il migliore!"
E fu così che Penguin ottenne il suo cappello distintivo, e non se ne staccò più.
Quando glielo tolgono però sai che risate!
   
 
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