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Autore: Delsin98    04/05/2021    3 recensioni
"Lottare nella tempesta per sognare l'arcobaleno."
Katsumi Ryuota, un allenatore di Pokemon proveniente da una regione molto lontana, si imbarca in un'entusiasmante avventura nella regione di Sinnoh con l'obiettivo di diventare il miglior allenatore di sempre, adempiendo così ad una promessa fatta molto tempo fa. Nuove avventure , personaggi interessanti e una miriade di pericoli celati dietro l'angolo arricchiranno in maniera significativa questo viaggio.
Riuscirà questo giovane a completare il suo obiettivo, scoprendo al tempo stesso i misteri che circondano questa regione?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga, Videogioco
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Capitolo 2 - La scuola per allenatori


Giubilopoli, il più grande centro economico e sociale della regione, irta di edifici di ogni forma e dimensione. Una stupenda metropoli così immensa e ricca di storia ed opportunità da lasciar a bocca aperta qualunque viandante vi si avventurasse, compreso il nostro Katsumi che rimase estremamente colpito dalla bellezza di quella meraviglia architettonica. Avrebbe potuto tranquillamente competere con Fiordoropoli o con Austropoli, città che gli suscitò un forte sentimento di nostalgia nel ricordare la sua patria e tutte le avventure vissute con la propria squadra in quel di Unima, un’altra regione da lasciarti completamente senza fiato.  

Dopo un’intensa sessione di allenamento, il ragazzo giunse nei pressi del Centro Pokemon dove avrebbe potuto iscriversi alla Lega Pokemon della regione, iniziando ufficialmente quest’incredibile avventura.  

«Ci siamo quasi» esordì l’infermeria Joy, una delle addette alle iscrizioni «Dovresti solo dirmi dove sei nato, le informazioni non sono molto chiare a questo proposito» aggiunse, massaggiandosi il capo visibilmente imbarazzata.   

«Nessun problema, sono nato a Soffiolieve, nella regione di Unima» replicò il giovane sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi.  

«Molto bene! Allora, hai già partecipato ad altre competizioni simili a questa?» chiese la donna, incuriosita dall’individuo dai capelli amaranto con striature scarlatte che si ergeva davanti a sé, dall’aspetto così misterioso e forse un po' affascinante.  

«Certamente, la lega della mia regione e quella di Johto» ribatté, osservando quella donna dai capelli rosa confetto che inseriva le credenziali e terminava il tutto.  

«Interessante!» esclamò «E quante nei hai vinte?» domandò ancor più curiosa. 

«Per ora solo la seconda, ma confido di ritornare a casa una volta terminati i miei viaggi per le regioni, chi lo sa, nel frattempo potrei aver acquisito nuove tecniche che potrebbero portarmi alla vittoria» dichiarò il ragazzo un po' amareggiato. Perdere nella propria regione di appartenenza non era una cosa di cui andar fieri per chiunque si definisse allenatore. Ma la speranza era l’ultima a morire.  

«Ed ecco a te» annunciò, porgendo al giovane il pokedex utilizzato per la registrazione «Ti auguro buona fortuna e che il tuo viaggio sia ricco di incontri ed eventi strabilianti» concluse.   

«La ringrazio infinitamente. Ah, giusto, stavo quasi per dimenticarmene, sa per caso dove posso trovare un allenatore in compagnia di uno Squirtle? Mi è stato detto che dovrebbe trovarsi da queste parti.» 

«In effetti, è passato di qua più di un’ora fa, o almeno credo, si è iscritto anche lui alla lega, e sono abbastanza sicura che potresti trovarlo nella scuola per allenatori qui affianco» spiegò, indicando l’edificio ad ovest che s’intravedeva dalle finestre del centro.

Ripensandoci, un buon ripasso non era assolutamente una cattiva idea prima di incamminarsi verso la palestra di Mineropoli
 e lì avrebbe sicuramente ottenuto informazioni sul tipo della stessa e sui pokemon utilizzati e magari qualcosa anche sullo stile di lotta adottato, insomma, non poteva certo lasciarsi sfuggire un’occasione così ghiotta. 

«Perfetto, grazie ancora!» esclamò il ragazzo avviandosi verso l’uscita e salutandola con un cenno della mano.   

«Buona fortuna! Spero di rivederti presto» aggiunse la ragazza, lasciando l'allenatore piuttosto stranito da tale dichiarazione.  

 

Il giovane volse lo sguardo verso la struttura avanti a sé, era molto più imponente di quanto ci si potesse mai immaginare e di quanto avesse intravisto dal Centro Pokemon: Essa era massiccia e rivestita di mattoni rossi tendenti al rosa da sembrare uscita da un dipinto, immersa in una pineta i cui alberi gareggiavano in altezza con l’edificio stesso e protetto da una robusta inferriata, le cui aste terminavano con punte piuttosto aguzze e ornate con molti motivi rassomiglianti a pokemon. L’architettura era un perfetto connubio di stile orientale ed occidentale: due enormi colonne costituivano la facciata dell'istituto, sormontate da sculture molto simili a dei pokemon, ma dall’aspetto sconosciuto al nostro ragazzo ed aventi rispettivamente forme diamantine e perlate, mentre dozzine e dozzine di finestre con magnifiche arcate e colonnine spiccavano dall'edificio come occhi aperti a metà.

Il giardino di fronte all'ingresso, sebbene seminascosto dal robusto cancello di ferro, appariva in perfetto stile orientale, con fiumiciattoli, pietre e sabbia granitica, così bianca da illuminare l’area circostante.  Un largo viottolo di mattonelle marmoree, con striature rosate e verdognole conduceva fino ai gradini dell’ingresso e, tutt'intorno, un magnifico prato tagliato al millimetro, sul quale si stagliavano i mastodontici pini, insieme ad altre varietà di alberi meno imponenti, primi fra tutti degli alberi di pruno e ciliegio appena sbocciati, che inondavano l’aria con il loro profumo paradisiaco. Cespugli di fiori colorati si trovano ai due lati della stradina, alcuni modellati a formare piccoli ovali e altri lasciati crescere liberamente, lasciando che il verde si esprimesse in tutti i suoi infiniti toni e ombre, facendo così spiccare, per contrasto, una sponda di frementi iris, o la nebbiolina rosa tenue di un’azalea. 

Esso brulicava di ragazzi e ragazze, che bighellonavano in attesa dell'inizio delle lezioni, o altri ancora impegnati in allenamenti o lotte tra loro. Una folla era radunata ai margini del giardino, intenta ad osservare lo scontro tra uno Shinx e un Bidoff, anche se date le sue caratteristiche, i pronostici non erano totalmente a favore del secondo. Dava grande soddisfazione, poter vedere quanta passione e impegno ci mettessero, ed era così che doveva essere un vero incontro, allenatori e pokemon che si aiutano l’un l’altro, dando tutti se stessi per raggiungere la vittoria, rafforzando ulteriormente il loro legame.  

Oltrepassato quel piccolo Eden in terra, Katsumi ebbe un’altra visione una volta ritrovatosi nell’atrio. Non aveva alcuna idea che ci fosse un altro spettacolo meraviglioso ad attenderlo, sebbene di natura diversa rispetto al precedente: enorme ed arioso, con un'architettura circolare da ricordare vagamente quella di un tempio. Ai lati aveva quattro colonne di marmo bianco, lo stesso materiale di cui era fatto il pavimento, ma il soffitto a volta era ligneo e vi era appeso un magnifico lampadario scintillante. Sembrava di essere in un castello piuttosto che in un edificio scolastico.   

«Posso aiutarla?» domandò una donna seduta nella scrivania difronte «È un allenatore? Vorrebbe iscriversi? Ha già dei pokemon? Partecipa alle gare? O forse alla lega?»

Il ragazzo venne sommerso da quella quantità di domande da non avere il tempo di replicare o proferire alcuna parola, limitandosi ad un cenno della mano. Era entrato da pochi minuti, ma aveva già l’aria di voler levare le tende e quell'addetta lo stava visibilmente irritando.  

«Mi è stato riferito che qui potrei trovare un ragazzo di nome Tyler. Dovrebbe essere in compagnia di uno Squirtle» spiegò con calma il ragazzo, incrociando le braccia al petto

 «Oh...certo! Chiedo venia per il mio comportamento di poco fa, credevo che fosse venuto qui per iscriversi» 

«Nessun problema. Allora, dove si trova?» 

«In fondo al corridoio a destra, non si può sbagliare» replicò la giovane, indicando un lungo varco pieno zeppo di aule, probabilmente adibite per vari tipi di studi e materie inerenti al mondo pokemon.

«Vede, non era poi così difficile, le auguro buona giornata» affermò l’allenatore, sfoggiando un altro dei suoi  sorrisi da capogiro. Non amava farlo, ma era l’alternativa giusta quando si trattava di ottenere qualcosa o tranquillizzare qualcuno, insomma un'altra arma da giocare a proprio favore, oltre al suo fascino misterioso e alla bellezza così particolare.  

Percorrendolo, ebbe l’occasione di scorgere alcune aule ricolme di studenti intenti a studiare “Storia e Mitologia del Mondo Pokemon”, “Importanza del vantaggio di tipo”, “Allevamento”, “Pokeball”, “Strumenti utili”, “Bacche e Rimedi” “Evoluzioni” e via dicendo, fermandosi davanti ad una porta color mogano che riportava la scritta “Lotte Pokemon”, perfetto, uno dei suoi argomenti preferiti.

Da quella stanza provenivano una miriade di suoni e rumori diversi, probabilmente vi si stava tenendo una lezione o magari una conferenza, ipotesi che trovò la sua conferma dopo aver udito l’inconfondibile voce del nostro baffone di fiducia, il professor Rowan.  

Il suo volto era lì, illuminato perfettamente dalla luce emanata dal grande schermo, rivolto verso una platea di giovani studenti, delucidandoli sui principi e i fondamenti sui cui si basa ogni incontro, dalla sportività e impegno con cui si affrontano fino alla fiducia reciproca che anima i cuori degli allenatori e delle loro creature.  

Katumi l’aprì di scatto, entrando con nonchalance e attirando gli occhi indiscreti dei presenti, compreso quello che fino a qualche giorno gli aveva consegnato il suo Chimchar. Infondo, lui era sempre stato così sin da bambino, un misto di sfacciataggine e strafottenza, da esasperare i suoi poveri genitori, ma lo stesso da permettergli di arrivare molto lontano e scoprire cose che nessuno avrebbe mai osato nemmeno immaginare .

«Guarda, guarda chi si rivede! Come procede Katsumi?» proruppe il ricercatore e in quel momento numerosi brusii di sottofondo si levarono nell’ascoltare quel nome.   

«Direi bene» replicò il giovane.

«Katsumi? Quel Katsumi?» domandò uno degli studenti alzandosi in piedi. 

Dopo aver partecipato ad entrambe le leghe, aveva acquisito una discreta notorietà, anche oltreoceano, ma non avrebbe mai immaginato che degli allenatori alle prime armi lo potessero riconoscere, questo lo poneva in una situazione di intenso disagio, in quanto la fama era proprio una delle cose in cui non si sarebbe mai riconosciuto, anzi non costituiva nemmeno uno dei suoi obiettivi primari. 
 

«Esattamente» continuò il professore «Pochi giorni fa ha voluto ricominciare il suo viaggio da zero, ed ha incontrato nientemeno che il leggendario Mesprit, Un vero portento, colui che ha vinto la lega di Johto, ma ahimè, perso quella di Unima» altri cori stupiti e di ammirazione sommerso la camera, mentre il ragazzo malediceva mentalmente l’uomo per aver divulgato troppe informazioni. L’ultima cosa che voleva era che questi “idioti” continuassero ad adularlo. Ma perché era finito in questa situazione? Ah già, per consegnare una stupida mappa al “gran visir dei decerebrati”, almeno era così che avrebbe apostrofato qualcuno sprovvisto di una mappa in una regione per lui totalmente sconosciuta.  

«Questo non era necessario» dichiarò il ragazzo. 

«Suvvia, non è il caso di alterarsi» replicò Rowan, divertito dalla sua reazione «In futuro ci saranno sicuramente altre occasioni»   

«Mi scusi» una voce proveniente da una scrivania situata nel fondo della classe li interruppe, facendo posare gli occhi del bicolore su quella figura che lentamente avanzava verso di lui, era di statura media e di corporatura magra, sebbene fosse più basso rispetto all’allenatore di circa quattro o cinque centimetri e meno atletico, una folta zazzera di capelli verdi legati perfettamente in una coda di cavallo con alcuni ciuffi ribelli incorniciava il suo viso pallido  «Visto che lei è in possesso di una buona dose di esperienza, sarebbe così gentile da fornirci una piccola dimostrazione delle sue capacità? Sarebbe molto istruttivo per loro» spiegò l’insegnante sistemandosi gli spessi occhiali.  

«Mi sembra un’ottima idea, dopotutto, quale migliore insegnamento di una bella lotta pratica per assimilare correttamente le nozioni acquisite» intervenne nuovamente Rowan  

«In realtà, io avrei altro da fare» sbuffò il giovane, ma le espressioni da cani bastonati sui volti degli alunni gli fecero cambiare totalmente idea. Avrebbe consegnato la mappa in un secondo momento, sempre se al suo ritorno, quell’ individuo ancora non identificato fosse ancora nella stanza.  

«Urrà!!!» esclamarono, beccandosi alcune occhiatacce del ragazzo. Perché doveva sempre finire in questo genere di situazioni?.  

«Eccellente, allora vediamo…» disse l’uomo portandosi una mano sotto al mento «Kirby, scelgo te!» urlò, indicando un ragazzo dai capelli corti e rossi seduto a destra. 

«Cosa sono, un pokemon domandò, scoppiando a ridere insieme al resto della classe  

I due attraversarono la porta posta a destra dell’aula, giungendo nella parte posteriore del giardino, quella che insomma non poteva essere adocchiata dall’esterno, sistemandosi in un campetto riservato alle lotte degli studenti, proprio uno di fronte all’altro, com’era d’uso tra gli allenatori.  

«Buona fortuna ragazzino, ne avrai bisogno» dichiarò il ragazzo, prendendo la pokeball dalla cintura 

«Grazie, è un vero onore disputare quest'incontro con uno del suo calibro» replicò mettendo anche lui mano alla cintura. Nonostante fosse una lotta dimostrativa, una specie di allenamento se così vogliamo chiamarlo, la tensione nell’aria era piuttosto palpabile. 

«Che vinca il migliore, ed ora, cominciate!»
 esclamò l’uomo e in breve tempo apparvero l’immancabile starter di tipo fuoco ed un Kricketot
, un esserino simile ad un insettoide dalla forma tondeggiante, provvisto di uno spesso collare giallognolo attorno al collo e di una protuberanza color cioccolato posta sulla sommità del capo, da cui fuoriescono due lunghe paia di antenne nere terminanti con un ricciolo, un altro pokemon dei primi percorsi, d’altronde cosa ci si poteva aspettare da un allenatore principiante, di tipo coleottero, enormemente svantaggiato contro uno come Chimchar 

«Vai con Graffio!» ordinò il bicolore, e il pokemon scimpanzè con uno slancio si proiettò verso di lui, colpendolo ripetutamente e costringendo il ragazzo a ricorrere alla mossa conosciuta come “Pazienza”, molto particolare ma che richiedeva tempo per essere applicata, per questo avrebbe dovuto resistere ancora un po', D’altra parte, Katsumi avrebbe potuto vincere con un solo attacco superefficace, ma umiliare quel ragazzo non rientrava proprio nelle sue intenzioni, anche se date le circostanze, non poteva permettersi di prolungare ulteriormente lo scontro, in quanto “Pazienza” era una mossa infallibile che procurava molti danni se non addirittura mettere K.O, pokemon non ancora evoluti o con una scarsa difesa fisica, come nel caso dello scimpanzè. Doveva trovare una soluzione alla svelta.

«Tuonopugno!» esclamò il giovane, stupendo tutti i presenti.

Nonostante fosse una mossa uovo e apprendibile da ogni esemplare di quella specie, osservare un 
Chimchar di appena due giorni che aveva a disposizione una mossa così versatile e potente, era qualcosa di abbastanza insolito da quelle parti. Il piccolo scimpanzè caricò elettricamente la sua zampetta sinistra, impattando violentemente contro l’insetto, inerme e immobile a causa dell’accumulo di forza, facendolo indietreggiare di molto. Mancava un solo turno e poi avrebbe rilasciato una notevole quantità di energia. 

«Sei arrivato al capolinea» esordì lo studente sogghignando «Finiamolo con Pazienza» Ma il coleottero non si mosse di un millimetro, anzi, delle piccole scariche comparirono sul suo corpo. Cosa poteva esser mai successo? Gli studenti si lanciarono occhiate confuse.  

La risposta fu presto detta, a giudicare dal sorrisetto compiaciuto sul volto dell’allenatore di Soffiolieve, era qualcosa che sicuramente aveva calcolato nei minimi dettagli  

«Vedete» iniziò il professore, che seguiva con grande interesse la sfida, attirando le attenzioni dei suoi alunni «Tuonopugno è una mossa fisica di tipo Elettro che non soltanto provoca dei danni, ma permette anche una piccola possibilità di pescare una comoda paralisi, utile per casi come questo, ma è come giocare alla roulette russa, Katsumi è stato molto fortunato.»  

«Chimchar sei pronto?» lo starter annuì deciso «Perfetto! Finiscilo con Braciere!» Una piccola fiammata rovente investì in pieno il pokemon avversario, facendolo stramazzare al suolo esausto, aggiudicandosi così la vittoria e fornendo al pubblico uno spettacolo coi fiocchi.   

Il giovane si avvicinò allo scarlatto accovacciato ai piedi del coleottero, spruzzandogli una pozione, uno strumento molto utile per guarire le proprie creature.   

«Sei stato davvero in gamba. Se non fosse stato per quella paralisi, avresti vinto l’incontro» dichiarò il ragazzo tendendogli la mano. «Si, beh, non potevo certo sperare di vincere contro uno come lei» replicò l’altro stringendogliela. Era anche questo il bello di questo tipo di attività, la sportiva e il rispetto reciproco che ne derivavano.   

«Un'esibizione veramente “delicious”!» esclamò l’insegnante, battendo freneticamente le mani «Mi permetta di consegnarle un premio per aver occupato un po' del suo tempo e per la vittoria conseguita»continuò l’uomo, consegnando al giovane un dischetto, una di quelle famose MT, chissà quale di quelle strabilianti mosse conteneva. 

 «Si tratta della mossa Ritorno, è stata una decisione presa assieme al professore quella di consegnartela, per la bravura e il legame che ha già instaurato con il suo starter » spiegò l’uomo. «Non serve che le spieghi come funziona, data la sua vasta esperienza» concluse l’insegnante mentre scoccava un’occhiata al ragazzo che stava esultando come mai. Sebbene avesse accumulato ormai molta esperienza, vincere negli incontri, seppur non ufficiali, lo emozionava come la prima volta, e poi quella era una mossa che sarebbe stata fondamentale per la costruzione del suo team.  

«Allora, dove si trova Tyler?» domandò il ragazzo, nonostante i contrattempi, non aveva certo dimenticato la sua missione principale e avrebbe voluto svignarsela alla svelta, invece di fare il babysitter.  

«Ah, sì, è arrivato questa mattina e come lei possiede delle conoscenze molto avanzate sui vari argomenti, non mi aspettavo altrimenti da uno che proviene dalla regione di Kanto, luogo che ha dato i natali ad alcuni tra i più promettenti allenatori del mondo» 

Quest'ultima notizia lo lasciò piuttosto indifferente, avendolo già intuito dal tipo di starter adottato. Si insomma, da dove dovrebbe provenire qualcuno che usa uno Squirtle? Non certo da Unima o da Johto e neppure da qui. Si chiedeva che tipo di allenatore fosse, se anche lui capisse e parlasse con i suoi pokemon o se fosse un prodigio nelle lotte. Quel che era certo è che destava molto curiosità.

«Quindi?» incalzò il ragazzo picchiettando un dito sulle braccia conserte, odiava perder tempo

«Credo che in questo momento stia seguendo “Storia e Mitologia del Mondo Pokemon”, due aule più avanti della nostra, potrebbe assistervi anche lei, magari scopre qualcosa che le tornerà utile durante il suo viaggio» concluse l’uomo, congedandosi e tornado alle sue lezioni quotidiane.

Da bambino amava i misteri che circondavano la sua regione, e incoraggiato soprattutto dalla Professoressa Aralia, si dilettava nel cercare di scoprirli tutti, ed è proprio durante una di queste esplorazioni che ebbe l’incontro che stravolse totalmente la sua vita, tanto da non essere più lo stesso da quel fatidico giorno. Con il cuore in gola e ricolmo di quei ricordi, Katsumi
 rientrò nell’edificio in cerca di questo ragazzo dall’aspetto ancora misterioso, e perché no, seguire il consiglio di quello strano professore.  

   
 
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