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Autore: Allen Glassred    05/05/2021    0 recensioni
Kelly racconta del suo incontro con Michael e della sua speranza che, un giorno, loro figlia possa incontrare finalmente suo padre.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Bloody Sunset '
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Il mio nome è Kelly, ho ventitré anni e da circa sei mesi sono diventata madre di una splendida bambina: Amara. Ma la mia bambina non è come tutte le altre, lei è un essere raro e puro ma che, purtroppo, non da tutti potrà essere accettata: è una Nephilim. Una Nephilim figlia di un’umana e del più potente tra gli Arcangeli, il primogenito di Dio, la sua spada. Ed anche il mio solo amore.

 

L’ho incontrato per caso, quasi due anni fa: sembrava soffrire molto a causa di un amore perduto, una donna, il suo solo e grande amore ma che, purtroppo, era morta in tragiche circostanze con loro figlio in grembo. Io non sapevo nulla di lui: non sapevo della sua natura divina né quello che, in seguito al nostro incontri, sarebbe accaduto. No, non sapevo nulla di tutto ciò ma una cosa mi era ben chiara: volevo aiutare quel giovane dallo sguardo triste. Scoprii ben presto che non aveva un luogo dove rimanere e così, quasi senza pensarci su decisi di ospitarlo. I giorni trascorsero calmi, ma ancora non mi aveva sorriso, mai neppure una volta. Comprendevo che il suo dolore e la sua rabbia dovevano essere ben radicati, ma al contempo anche io iniziai a sentirmi frustrata, impotente di fronte a quella sofferenza che, lentamente, stava contagiando anche me. In quei giorni parlammo davvero poco, scoprii a mala pena che si chiamava Michael e che era stato cacciato da casa da suo padre. Oh certo, non potevo immaginare quale fosse la sua casa né chi fosse suo padre. Fino a quel giorno in cui tutto cambiò.

 

Una creatura dalle ali nere mi aggredì improvvisamente: mi ordinò di dirgli dove si trovava l’Arcangelo Michael e, per un momento credetti di essere impazzita: Arcangelo? Di che cosa stava parlando costui? Gli Arcangeli si trovano in Paradiso al fianco di Dio, non certamente sulla Terra. Non sapevo quanto mi stavo sbagliando: proprio mentre sembrava che per me fosse tutto perduto una luce abbagliante mi accecò per qualche interminabile momento. Presa alla sprovvista caddi all’indietro, sedendomi letteralmente a terra con le braccia a proteggermi il viso. Ma riconobbi una voce: una voce rassicurante che mi disse che tutto sarebbe andato bene, una voce che mi disse che mi avrebbe protetta. Quando feci per chiedere a quel misterioso essere con quella moltitudine di ali bianche chi fosse, lui mi disse semplicemente che era il mio Angelo Custode. Ma qualcosa dentro di me, mi fece immediatamente intuire che già lo conoscevo: la sua voce non mi era nuova, quella figura e… no! Impossibile, pensai: quella chioma rossa poteva appartenere ad una sola persona. Non potei dire nulla: colui che avevo riconosciuto e la figura dalle ali nere ingaggiarono uno scontro, fino a quando lo sconosciuto che mi aveva aggredita non ebbe la peggio, venendo trafitto ed ucciso da una spada lucente: la spada di Dio. Una volta che la luce svanì, quasi sentii i miei sensi venir meno: colui che mi aveva protetta era anche colui che da tempo stavo ospitando a casa mia. Ed anche colui del quale stavo iniziando, anzi, mi ero già innamorata. Non so spiegare quando successe, probabilmente fu un colpo di fulmine o, semplicemente, prendendomi cura di lui quel sentimento iniziò a crescere inconsciamente e senza che nemmeno io mi rendessi conto. Per la prima volta i nostri sguardi si incontrarono e, quando lui mi aiutò ad alzarmi da terra, quando le nostre mani si sfiorarono ed in seguito mi trovai tra le sue braccia, fu allora che capii che era giunto il momento: era giunto il tempo di dar voce a ciò che a lungo avevo nascosto in me. No: in quel momento non avevo paura, anche se colui che avevo di fronte era un Arcangelo, anche se mi aveva nascosto la sua vera identità per tutto il tempo in cui lo avevo ospitato, non mi sentivo affatto in collera on lui. Piuttosto, era come se comprendessi le sue motivazioni e le accettassi: aveva paura. Aveva paura che anche io facessi la stessa fine della sua amata Anael ma, quando quelli che erano solo pensieri presero finalmente voce, io risposi semplicemente che non sarebbe accaduto, che non ci saremmo perduti. Ma ancora una volta, il destino volle riservarmi una cosa differente.

 

Quella fu la nostra prima e sola notte d’amore: no, none era solo attrazione, c’era ben altro: inizialmente non riuscii a comprendere cosa fosse esattamente, sapevo bene che stavo commettendo un peccato ma, al tempo stesso ero anche la peccatrice più felice di questo mondo. Non potrei mai scordare quella sensazione unica, nessun dolore, nulla: solo il Paradiso assoluto, mentre donai la mia purezza di ragazza alla sola persona che, sapevo bene, avrei amato per sempre.

 

Ma il destino ci separò nuovamente: malgrado ciò che era successo tra noi, purtroppo non ci fu un seguito alla nostra storia: lui aveva dei doveri, il Padre finalmente lo perdonò e gli restituì le ali, richiamandolo in Paradiso. Non ritenne il nostro atto d’amore un peccato, almeno da ciò che posso intuire: nessuna punizione giunse per me, ma quella fu anche l’ultima notte in cui vidi il mio amore. E così passò il tempo: ne passai sin troppo a desiderare quell’uomo, così dolce e bello malgrado in apparenza potesse sembrare freddo, quell’uomo, quell’Angelo che da mesi occupava i miei pensieri ed i miei sogni senza mai lasciarli, senza mai lasciarmi sola un solo istante. Desideravo di stringerlo a me, soffocare in quei dolci baci e perderci uno nel respiro dell’altra. Desideravo il suo ritorno, malgrado sapessi che non era possibile. Ma presto, una cosa cambiò radicalmente la mia vita: una scoperta che riaccese in me la speranza e che, in un certo senso, mi restituì il mio amato Angelo.

 

Scoprii infatti di essere incinta: dentro di me stava crescendo il bimbo frutto di quella notte d’amore, il figlio mio e di Michael. Un Nephilim. Fui felice come mai prima di quel momento: una parte del mio amato era qui con me, come non avesse voluto lasciarmi sola. Mi sedetti all’aperto, guardando il cielo e quasi sperando in un suo ritorno: sperai che percependo la presenza di suo figlio sarebbe tornato, che il padre glielo avrebbe concesso, ma così non fu: ancora una volta, ero sola. No: no, non ero sola, ora avevo mio figlio con me. La mia ragione di vita. Ed in seguito compresi che Dio non mi aveva lasciata sola.

 

Purtroppo, non fu il mio amato a far ritorno da me: Dio non gli concesse di tornare nuovamente sulla Terra, non per il momento almeno. Ma non mi lasciò comunque sola ad affrontare quella che per me era una gravidanza proibitiva ed estremamente rischiosa: un’umana senza grazia angelica avrebbe potuto, anzi sarebbe certamente morta nel mettere al mondo un Nephilim figlio di un angelo comune, figurarsi se si parla del figlio di un arcangelo superiore, uno dei cinque grandi Arcangeli Elementali, della Spada di Dio. Ma a me non importava: amavo il mio bambino e per lui avrei dato la vita, e di questo Dio tenne conto. In mio soccorso mandò altri due Angeli ai quali sarò eternamente grata.

 

Furono Uriel e Gabriel ad occuparsi di me e della mia gravidanza: Dio aveva mandato due dei suoi più potenti Arcangeli ad aiutarmi, a fare il modo che non mi capitasse nulla e che nulla nuocesse al piccolo che avevo in grembo. Durante il parto rischiai la morte: solo per un vero ed autentico miracolo, oggi sono qui a raccontarvi la mia storia e quella della mia Amara. Mia figlia, una Nephilim molto potente e figlia della Spada di Dio.

 

Guardo ancora il cielo, tenendo in braccio la mia piccolina ed accarezzandole lievemente il viso: non ho perso la speranza. Sono sicura, un giorno la mia Amara incontrerà suo padre ma, fino ad allora, spetterà a me tenere viva la sua memoria.



Kelly racconta del suo incontro con Michael e della sua speranza che, un giorno, loro figlia possa incontrare finalmente suo padre.
   
 
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