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Autore: Atenah    05/05/2021    0 recensioni
Avete mai pensato che il mondo che conosciamo non è altro che un fascio di storie? Esse si intrecciano fra di loro, annodandosi, confondendosi l’una con l’altra e non c'è nessuno che le possa conoscere nella loro interezza.
Vi narrerò quindi una storia di Inganno e Fedeltà che, come potrete immaginare, parlerà anche di caos e tempeste, essendo ciò veramente inevitabile quando si uniscono due opposti.
Loki x Sigyn
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Frigga, Loki, Odino, Sigyn, Thor
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ᛚᛁᚦ ᛋᛖᛏᛏᛁ - Lið sétti

(Continuo sesto)

 

 

Sigyn alzò per l’ennesima volta lo sguardo dal libro e sbuffò non appena se ne accorse, era ormai da più di un’ora che cercava di leggere la stessa pagina senza successo. Ogni qualche parola si distraeva scordandosi cosa aveva appena letto e così le toccava cominciare da capo.

Si era messa sotto un portico poco frequentato da cui si aveva una buona vista sulle ampie scalinate che portavano alla biblioteca, mantenendo comunque il privilegio di non essere scoperti da altri. Era il posto perfetto per farsi rapire da un certo Principe, ma lui si stava facendo attendere.

La Vanir cercò di mettersi più comoda sul triclinio, le si era addormentata un piede, e si strofinò gli occhi accecati dalla forte luce del mezzogiorno. Loki non era mai in ritardo e in qualche modo era sempre riuscito a trovarla. Si chiese se fosse successo qualcosa e la preoccupazione le venne improvvisamente a mordere le caviglie salendo lungo alle gambe e fino alla schiena.

Poi però lo vide. Il Principe stava salendo le larghe scale di marmo accompagnato da due altri uomini che Sigyn riconobbe come membri del Consiglio di Odino. Si diresse con loro verso gli scaffali dove venivano conservati vecchie pergamene di trattati politici, accordi commerciali ed una vasta gamma di documenti che riguardavano la politica ed il commercio fra i Nove Regni dell’Yggdrasil.

Preparazioni per una delegazione, suppose Sigyn. Non a caso Loki veniva chiamato Lingua d’argento ed il Padre Tutto era solito incaricare lui di molti viaggi di ordine diplomatico, il che faceva infuriare la maggior parte delle persone che rimanevano senza voce davanti alle astute parole del Principe corvino.

Non sembrava però in procinto di partire, parlava gesticolando con i due membri del Consiglio, come se stesse dando delle indicazioni, ed infine consegnò loro una pergamena. I due Æsir annuirono e poi se ne andarono con un breve inchino.

Loki rimase solo e per un attimo Sigyn pensò che stesse per venire da lei, poi però, apparentemente senza neanche essersi reso conto della Principessa, cominciò a scendere la gradinata. Non c’era nessuno che l’avrebbe potuta vedere e così la Vanir scattò in piedi abbandonando il libro sui cuscini e si affrettò a raggiungere le scale.

Lui era ormai già arrivato in fondo e così Sigyn lo chiamò senza alzare troppo la voce: “Loki!” Il Principe si girò verso di lei arrestandosi, ma la sua espressione era seria e quando lei lo raggiunse non la abbracciò come faceva di solito. Rimase lì a guardarla con le sue mani sui suoi avambracci, quasi come per allontanarla.

Gli occhi grigi di Sigyn si fecero pieni di domande. “È successo qualcosa?” chiese, la voce velata da preoccupazione. “No” rispose lui ma il suo viso rimase di ghiaccio. “Sono impegnato oggi e tu dovresti fare più attenzione, è stato sciocco seguirmi qui sulle scale, avrebbero potuto vederti.” aggiunse poi e vide lo sguardo di lei incupirsi.

“Non c'è nessuno Loki.” disse la Vanir con le labbra imbronciate. Lui si allontanò definitivamente da lei: “Ad ogni modo ho cose da fare.” dichiarò volgendosi verso gli ultimi scalini.

Sigyn lo rincorse e gli si piazzò davanti prima che potesse fare anche solo due gradini, aveva la fronte corrugata e gli occhi grandi: “Cosa c'è?” domandò. “Niente.” continuò lui, ma il suo tono si era indurito. Cercò di scansarla, ma la Principessa non lo fece passare. “Non è vero, bugiardo.” gli disse e Loki sgranò gli occhi. Sfacciata.

Le regalò un ghigno cattivo, tagliente, lei non indietreggiò. “Non credo che mi dovresti parlare così Principessina.” sibilò e vide come la delusione si dipingeva pian piano sul suo bel viso. Lo scrutò a lungo, i suoi occhi grigi incatenati nei suoi di smeraldo, poi, improvvisamente, il volto di Sigyn si illuminò e rise cristallina.

Loki batté le palpebre confuso. “Loki, sei geloso!” disse allora lei, il sorriso ancora sulle labbra. Si alzò in punta di piedi per dargli un bacio, ma lui volse il viso contrariato lasciando che gli baciasse solo la mascella. Non disse che non era vera, perché l’accusa di Sigyn era fondata, ma d’altro canto lei ne era in parte responsabile.

“Non sembravi poi così scontenta con Theoric ieri sera.” obbiettò senza concederle un tono più dolce. Lo sguardo di lei tornò più serio: “Nient’altro che una maschera, Loki. L’hai detto anche tu, questo… noi… deve rimanere assolutamente segreto e lo sai bene quanto me che dipingersi un sorriso di convenienza sul viso è spesso più semplice che far vedere le proprie.” disse e gli sfiorò il viso con la punta delle dita.

Loki si lasciò sfuggire un mezzo sospiro, quasi arrabbiato per la sua infondata gelosia, poi lasciò perdere e la baciò tirandola a sé.

ᛚᛋ

Era pomeriggio ed ormai già troppo tardi per svignarsela di nascosto, perciò, se non si potevano scappare lontano dal palazzo, l’unica opzione era nascondersi proprio lì, fra tutti, ma allo stesso tempo celati ai loro sguardi.

Loki e Sigyn camminavano mano in mano per gli alti corridoi, avvolti da un incantesimo di occultamento, ma attenti comunque a non fare rumore. Capitò loro più di una volta di trovarsi ad un soffio da una guardia o una ancella indaffarata ed allora trattenevano il respiro immobili.

Il Principe aprì le porte delle sue stanze con la magia in modo che non emettessero alcun suono e poi finalmente sgusciarono dentro, Sigyn emise un sospiro di sollievo.

Si accorse che era in realtà la prima volta che effettivamente vedeva le stanze di Loki, quando era venuta l’ultima volta, disperata ed in preda all’angoscia, il buio aveva avvolto tutto.

La stanza centrale era grande e con il soffitto alto appena sotto al quale vi era una cornice decorativa in legno intagliato con oro che mostrava alcuni motivi personali di Loki, oltre a quelli della casata reale di Odino. La parete frontale alla porta di ingresso era occupata da un ampio balcone con due entrate che inondava la stanza di luce. Vicino ad esso c’era il suo letto riccamente ricoperto di lenzuola di seta verde e gialla e circondato da pelli di pecora e tappeti che Sigyn riconobbe come provenienti da Vanaheimr. Vi anche un piccolo tavolo, una poltrona, un triclinio ed un’ampia libreria, ma si rese conto che essa conteneva solo volumi classici, Loki doveva avere un luogo nel quale teneva i volumi più preziosi. Infatti, vi erano tre stanze adiacenti a quella principale di cui una doveva essere quella da bagno, la seconda molto probabilmente il suo studio privato dove teneva tutti i suoi libri più pregiati ed aveva la sua scrivania e riguardo l’ultima, che sembrava più piccola rispetto alle altre, Sigyn ipotizzò che si potesse trattare di una piccola armeria personale.

Loki lasciò che si guardasse attorno e quando il suo sguardo cadde sulla porta del suo studio, le lanciò un sorriso malizioso e le permise di entrare e rovistare fra la sua collezione di libri. Alquanto sfacciata, se non fosse stato per tutti i baci che si erano scambiati lungo il tragitto, avrebbe quasi potuto sospettare del fatto che Sigyn lo aveva seguito nelle sue stanze solo per accedere alla sua libreria personale. Sapeva che non era così però e quindi, mentre lei si perdeva fra rune ed antiche copertine piene di polvere, Loki si accomodò sul suo letto ed allungò la mano verso il libro che aveva abbandonato sul comodino.

Rialzò lo sguardo quando la Vanir si lasciò cadere sul letto a suo fianco. Aveva in mano tre volumi, due sull’uso di piante per intrugli vari ed uno su incantesimi telepatici. Lui le rivolse uno sguardo interrogativo ed alzò un sopracciglio quasi per prenderla in giro. Sigyn arrossì sulla punta del naso: “Me li potresti prestare?” chiese. Loki si concesse un sorrisetto fra sé e sé: “Fammici pensare.” le disse.

Lei sorrise soddisfatta per il momento e volse lo sguardo verso il libro che lui teneva in mano: “Tu invece cosa leggi?” domandò. “Su come viaggiare fra i vari regni dell’Yggdrasil senza il Bifröst.” spiegò. Lei lo guardò intrigata: “È possibile? Ho sentito alcune leggende su passaggi nascosti tra mondi, ma pensavo che si trattasse storielle da festa.”

“Tutto va a finire in storie prima o poi, bisogna solo capire se si tratta della Storia sacra a Sága1 o quella che viene dall’immaginazione di qualche sbronzo. Come i tuoi Vindrblóm2, Sigyn”

“Hai ragione.” le toccò ammettere e poi appoggiò il suo capo sulla sua spalla e seguì il suo sguardo lungo la pagina.

Stettero così per un po’, leggendo assieme e godendo della reciproca compagnia, poi Loki chiuse il libro e rubò alla Vanir quelli che ancora teneva fra le mani. “Ho pensato” disse sorridendo maliziosamente: “Te li presto volentieri, ma c'è un piccolo prezzo da pagare.” le disse e poi unì il suo sorriso al suo.

Loki si rese conto che quei baci erano diversi da quelli che si erano dati in precedenza, erano sempre urgenti, ma in un certo senso quasi scottanti e Sigyn fremeva tra le sue braccia. Si rese conto in quel momento del fatto che si trovavano sul suo letto e che fino a quel momento non l’aveva mai avuta. La realizzazione gli arrivò così in fretta che gli fece girare la testa.

Improvvisamente sembrò rendersi conto anche lei della situazione e si allontanò con il respiro corto e le labbra gonfie per guardarlo in viso. Poi, lentamente, quasi temesse di fare qualcosa di sbagliato, gli baciò la mandibola, il collo e portò le sue mani sul suo petto.

Loki le prese la mano dolcemente ma la allontanò facendo riempire gli occhi grigi di Sigyn con domande. Inclinò leggermente il viso: “Non sai cosa stai chiedendo.” la avvertì. Lei sembrò pensarci su un attimo: “Invece credo di sì e so che è sbagliato, ma allo stesso tempo sembra tutto così giusto.” sussurrò piano, rossa in viso. Lui si sentì invadere da un calore improvviso ed era sicuro che le sue pupille si fossero appena dilatate.

La baciò come lo aveva fatto lei fino a poco prima, poi però si rese conto di ciò che stava per succedere e si ritrasse un’altra volta. “Sei sicura?” le chiese fissandola intensamente. Sigyn lo guardò serissima ed allo stesso tempo aveva lo sguardo di fuoco: “Sì. Lo voglio. Ti voglio.” disse ed il mondo sparì intorno a loro.

Loki si sforzava di fare con calma, ma lei non sembrava per niente spaventata e così le baciò il collo candido stando attento a non lasciare segni che qualcuno avrebbe potuto vedere successivamente. Lentamente scendeva più in basso e man mano che le sfilava il vestitosi prendeva alcuni momenti per ammirare le sue forme e poi ricoprire la pelle che aveva scoperto con baci. Sigyn si tendeva come un arco, alle sue labbra scappavano sospiri e Loki pensò che fosse bellissima con i suoi capelli di luna sparsi sulle lenzuola e le labbra socchiuse.

Accarezzò le sue curve cercando di ricordarsele e la baciò a lungo finché lei non gli donò uno sguardo di fuoco e gli sbottonò la camicia con movimenti frenetici.

Quando la fece sua, lo sguardo grigio di Sigyn era meraviglioso. Vie era fierezza, coraggio ed anche quel sentimento più dolce che Loki non voleva nominare. Lasciò che nascondesse il viso nell’incavo del suo collo e la strinse forte finché il corpo di Sigyn si sciolse ed si sentì a suo agio. Ebbe comunque paura di farle male e così si mosse piano, poi però lei gli morse il collo e gli domandò con gemiti spezzati di più e si persero entrambe nel vortice che avevano creato.

Successivamente l’amò di nuovo ed un’altra volta ancora, poi, quando la abbracciò esausto e lei si strinse a lui accettò la lucidità che portò con sé gli impegnativi pensieri riguardo ciò che avevano appena fatto.

Lo percepiva chiaramente il Caos e sapeva che la stessa cosa valeva per Sigyn. Con le dita le tracciò delle linea astratte sul suo fianco rotondo e pensò che lei non doveva preoccuparsi perché lui era il Dio dell’Inganno e il Caos lo conosceva bene, ma non disse niente e così pian piano arrivò il buio della notte ad avvolgerli.

 

 

 

1Dea della Storia, appare anche nell’introduzione

2Per chi non se lo ricordasse, si tratta dei fiori color indaco che Sigyn stava cercando ad Asgard

   
 
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