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Autore: Rack12345    05/05/2021    1 recensioni
[Completa]
Questa storia è ambientata dopo Captain America: Civil War. Dopo la partenza di Bucky per il Wakanda e dopo svariati mesi, gli Avengers si sono riuniti, perchè era inevitabile che rimanessero separati: per salvare il mondo, devono farlo insieme.
Nel loro gruppo è entrata una nuova spia: Alexis Moore. Lei è la nostra protagonista.
La squadra sembra essere in un periodo pacifico, ma dovranno aspettarsi diverse rogne. Combatteranno contro diversi Villain che li proietteranno nel passato, legati alla Germania nazista della seconda guerra mondiale. Alexis verrà sottoposta a varie sfide, sia fisiche che emotive e vedremo quanto sia stratificata la sua personalità e quanto potenziale c'è in lei: non è una spia qualunque come potrebbe sembrare al primo impatto.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James ’Bucky’ Barnes, Loki, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'New Avengers: Together Saga'
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New Avengers: Together
Capitolo XVIII:  Così ha inizio.
 




Steve sfiorò il lenzuolo sotto di lui con le dita, prima di aprire gli occhi.
Non ricordava nemmeno da quante ore stesse dormendo, né aveva idea di cosa fosse successo dopo che Alexis li aveva riportati al Facility. L'ultima cosa che ricordava era che faticava immensamente a camminare a causa di quel proiettile incastrato tra i suoi muscoli e che si appoggiava a Tony, mentre lo accompagnava nell'infermeria.
Istintivamente portò una mano al centro della coscia, dove però non sentiva nulla, soltanto una garza.
Il dolore era del tutto sparito. Immaginò di essere sotto l'effetto di qualche antidolorifico.
Strinse gli occhi quando si accorse che una fastidiosa luce calda era stata accesa accanto a sé, poi li aprì del tutto, molto lentamente.
Si voltò e vide, accanto al suo comodino, Alexis Moore, in piedi, che era appena entrata ed aveva appena acceso la sua piccola lampadina.
-Ti sei svegliato finalmente!-
Steve le sorrise dolcemente. -Perché, quanto tempo ho dormito?-
-Circa cinque ore. Ti hanno tolto il proiettile e, conoscendoti, già non avrai più un segno.- disse la ragazza, sedendosi accanto lui letto. Gli sfiorò la fronte, le guance e il collo con entrambe le mani.
-E, ovviamente, non hai più neanche la febbre.- aggiunse lei.
Steve aggrottò le sopracciglia. -Ho avuto la febbre!?-
Non ricordava di aver più avuto una febbre da quando aveva ricevuto il siero del super soldato.
-Proprio pochi minuti fa Natasha e Bruce hanno finito di analizzare il proiettile e sembra che fosse fatto in vibranio.-
Steve sgranò leggermente gli occhi, mentre si metteva a sedere con la schiena poggiata alla testiera del letto.
-La ferita aveva iniziato a fare infezione e neanche il tuo metabolismo é riuscito a resistere troppo. Pensiamo che siano stati pensati proprio per gli Avengers, quei proiettili.- disse la ragazza, poi si guardò le unghie, giocando con qualche pellicina. -Non ha senso lo sterminio di massa con dei proiettili in vibranio. Non servono, per le persone comuni.-
Steve incrociò le braccia ed annuì. -Lo penso anche io.-
Alexis per qualche secondo fu presa da un moto di sconforto, per tutto quello che stava accadendo, ma sapeva che lasciarsi trasportare via dai pensieri era il modo più sbagliato per affrontare la situazione, quindi si concentrò su Steve.
Sollevò la testa e lo guardò amorevolmente. -Come ti senti?-
-Alla grande.- rispose Steve. -Io ci sono abituato. Tu come ti senti? Non capita tutti i giorni di compiere un gesto così eroico.-
Alexis scosse la testa e buttò indietro i capelli.
-Non è stato eroico, è stato disperato! Non avevo per nulla fiducia nel fatto che funzionasse, temevo che avrei chiuso troppo tardi il portale e che avrei comunque portato l'esplosione da noi.-
Steve si avvicinò a lei e le prese una mano.
-Sei stata molto brava.- le disse, guardandola intensamente. -Non ti ho neanche ringraziato...-
-Non ce n'è bisogno, Steve.-
-E, davvero, sei stata coraggiosa. Sia nel mettere a rischio la tua vita, sia nel mettere a rischio quella di Bucky e Tony. Sarebbe stata una grossa responsabilità se non avesse funzionato. E poi, con quello che sta accadendo tra te e Bucky... voglio dire: sei stata estremamente eroica, Alexis.-
Alexis avvampò vistosamente e distolse subito lo sguardo da Steve, non tanto per il complimento, ma più che altro per il fatto che Steve avesse accennato a Bucky e  alla loro storia.
Ormai non era più un segreto, ma lei si sentiva sempre terribilmente in imbarazzo.
Steve abbassò la testa, cercando di nuovo lo sguardo di lei, con un sorrisetto sornione sulle labbra.
-Lexie?-
Lei sollevò lo sguardo. -Cap?-
-Non devi vergognarti.-
Steve non l'aveva mai vista comportarsi così. Da quando l'aveva conosciuta, Alexis era sempre stata una ragazza dolce e sentimentale, sì, ma allo stesso tempo spavalda e quando serviva aveva la stessa faccia tosta di Tony Stark. Come spia, era capitato più volte che dovesse fingere di flirtare con degli uomini, sotto copertura. Ora, con Bucky, si comportava in modo del tutto anomalo.
Era sempre tremendamente emozionata, e Steve capì quanto dovesse essere speciale il sentimento che provava per lui.   
-Non mi vergogno.- disse Alexis.
-Allora qual è il problema?-
Lei scosse la testa, nervosamente. -Nessuno, è solo che...- si morse le labbra, tentando di superare l'imbarazzo. -E'... è una cosa del tutto nuova per me. Sai, io non ho mai avuto, in tutta la mia vita, qualcuno che mi facesse sentire come mi sento quando sono con lui. E' strano. Inspiegabile.-
Steve annuì, felice del fatto che Alexis, finalmente, gli stesse raccontando qualcosa.
-Tu, Tony, Nat, Wanda, cercate di farmi parlare di questa cosa.- riprese lei. -Solo che io... io non so cosa dire, non so spiegare come mi sento, non ho le parole per farlo, perché è un sentimento nuovo.-
Steve fece spallucce. -Non so se sia effettivamente così, ma... il fatto che si tratti di un sentimento che non hai mai conosciuto, la dice lunga, Alexis.-
-Che vuoi dire?-
Alexis quasi sperava che Steve le spiegasse per filo e per segno cosa passava nel suo cuore.
-Voglio dire, non avere paura di quello che senti, e, soprattutto, non pensarci troppo. Non tenerlo per te. Con lo stile di vita che seguiamo, ogni giorno potrebbe essere troppo tardi e te lo dico per esperienza personale.-
Un velo di tristezza attraversò gli occhi di Steve e Alexis sentì il cuore stretto da una morsa. La tragica storia d'amore di Steve, le faceva sempre venire le lacrime agli occhi.
-Per caso lui ti ha... ti ha parlato di me?- chiese titubante Alexis.
Steve annuì, poi si godette la reazione di Alexis.
La ragazza prese aria per parlare, ma poi non disse nulla. Trattenne il respiro  ed avvampò, di nuovo.
-Che ti ha detto?- chiese.
Steve scosse la testa. -Beh, non te lo dirò mai. Sarà lui a farlo.-
Il cuore di Alexis rimbalzò fino ad arrivarle quasi in gola.
-Però,- riprese Steve. -Posso dirti che mi ha parlato di ogni singola conversazione che avete avuto e che aveva sempre gli occhi illuminati, mentre lo faceva.-
-Ti ha raccontato anche del... ehm...-
-Del bacio in Wakanda, con tanto di fuochi d'artificio?-
Alexis annuì, sempre più imbarazzata.
-L'ha fatto, ma ce n'era bisogno, era perfettamente intuibile!-
Alexis rise. -Davvero?-
-Beh, l'espediente di prendere l'ascensore separatamente per tornare in camera è stato veramente...-
-Poco funzionale?- sorrise Alexis.
-Già, avevate la stessa identica faccia quando siete usciti dall'ascensore. Era davvero palese.-
-Scusa, mi serviva un po' di tempo per abituarmi.-
-Lo so.-
Alexis puntò gli occhi in quelli di Steve: la attraversò la consapevolezza che lui, così come il resto degli Avengers, fossero la sua salvezza e la sua casa.
-E poi siamo noi donne che ci diamo ai pettegolezzi, eh?- disse lei ridendo.
Steve allargò le braccia.
-Oh, Lexie. Bucky ha passato la maggior parte della sua vita come soldato d'inverno, purtroppo, e per tutto quel tempo, non ha più provato alcuna emozione. Si è ritrovato con una vagonata di emozioni, quando l'ho cercato in Romania. Sta ancora imparando a capire come affrontarle, e, parlare, è l'unico modo che ha per non impazzire.-
Alexis annuì. Ne era perfettamente consapevole. Anche in questo la forza interiore di Bucky la spiazzava.
-E' molto preso da te.- disse Steve. -Siete davvero una bella... coppia.- disse l'ultima parola sottovoce, non sapendo se effettivamente dirla avrebbe potuto turbare Alexis.
Alexis annuì di nuovo. Anche di questo era perfettamente consapevole.
-Allora, mi aggiorni? Immagino abbiate fatto rapporto.-
-Oh, sì, dunque...-
Alexis, gesticolando, spiegò a Steve cosa era avvenuto durante l'ultima riunione, mentre chirurghi e infermieri gli sistemavano la ferita.
Gli raccontò della conversazione che Bruce e Natasha avevano avuto con Synthia: non ci avevano capito molto di più, avevano solo avuto conferma del fatto che qualcuno dell'Hydra fosse sopravvissuto ed aveva riportato in vita il progetto Insight. Ma questa era una cosa che aveva capito anche loro stessi, vista la comparsa di Jasper Sitwell. Gli raccontò dei gesti folli di Synthia, della sua reazione estrema al solo nominare il Protocollo Medusa.
Avevano deciso che Alexis, essendo l'unica in grado di viaggiare in un secondo da una parte del mondo all'altra,  sarebbe andata a parlarle di nuovo, vista l'urgenza della situazione, cercando di non toccare quei nervi scoperti che avevano toccato gli altri due Avengers.
Intanto, Natasha avrebbe continuato a cercare una nuova possibile base dell'A.T. e un possibile luogo dove potessero star costruendo gli Helicarrier per il nuovo progetto Insight.
Un'ora più tardi, circa, gli Avengers si erano riuniti un'ultima volta per aiutare Natasha con la ricerca e per ricapitolare i punti che Alexis avrebbe dovuto fare attenzione a non toccare nella sua visita a Synthia.
Ne stava parlando con Bruce, che era da circa mezz'ora che le stava elencando i dettagli, dettagli che Alexis aveva già scordato.
-E ricorda...- le disse infine. -Non nominare assolutamente il protocollo Medusa, altrimenti andrà fuori di testa e non sarà più possibile parlare con lei per almeno mezza giornata.-
-D'accordo, niente animali planctonici. Tutto chiaro, grazie Bruce.-
Gli diede una pacca sulla spalla e si alzò dalla sedia, stiracchiandosi leggermente.
Si avvicinò a Bucky, che se ne stava con lo sguardo serio e le braccia incrociate al petto, appoggiato al bordo di un tavolo, in disparte.
-Tutto ok?- chiese lei.
Durante la riunione, Bucky aveva lasciato intendere che non fosse per nulla d'accordo con il mandare Alexis dalla Schmidt.
Quella donna aveva davvero degli orribili piani per Alexis e le battutine che aveva fatto a Bruce e Natasha non gli andavano per niente a genio.
Sapeva che era in un carcere di massima sicurezza, ma sapeva anche che quella folle avrebbe potuto dire cose che avrebbero potuto ferire Alexis.
Tuttavia, Bucky annuì lo stesso alla sua domanda.
-Sicura non vuoi che venga con te?-  
Alexis scosse la testa.
-No. Penso sia una mossa troppo azzardata. Lei odia più te, che me, ricordi? Io ero solo un mezzo per raggiungere uno scopo.-
Bucky allargò le braccia. -Non potresti lasciare aperto un piccolo portale così che noi possiamo sentire la conversazione?-
-Come scusa? Buck, non ti fidi di me?- disse lei, fingendo di essere ferita.
-Mi fido di te, è di lei che non mi fido.-
Alexis gli prese il mento tra le dita. -Non devi preoccuparti per me, sono una spia addestrata da Natasha Romanoff.-
-Mi rimane difficile non farlo.- disse lui, sfiorandole il fianco con la mano.
Alexis ebbe un lieve brivido.
Si voltò, ricordandosi improvvisamente che, in quella stanza, non c'erano soltanto lei e Bucky come le era sembrato fino a quel momento.
Prese la mano di James e lo trascinò, letteralmente, fuori dalla sala. Lo spinse contro il primo muro disponibile, accanto alla porta, e, mentre Bucky si guardava intorno leggermente scosso, Alexis, mettendosi sulle punte dei piedi, lo baciò.
James trattenne il respiro qualche secondo, di nuovo sorpreso dalla reazione della ragazza, ma ricambiò subito il bacio, avvolgendo Alexis con un braccio intorno alla schiena ed una mano sulla testa, tra i capelli setosi e perfettamente lisci di lei.
La premette a sé quasi togliendole il respiro, tanto che Alexis non poteva muoversi in alcun modo, e l'unico respiro che poteva avere, era quello che le dava Bucky.
Quell'idea le fece andare le guance in fiamme: capì che per lei, Bucky era ossigeno puro.
Ogni nervo del suo corpo stava venendo messo a dura prova: un secondo prima delle forti scariche elettriche passavano attraverso di essi e un secondo dopo si rilassavano, per poi ricominciare da capo.
Quando si separarono, entrambi sentirono quasi una sensazione di vuoto nel petto, ed ansimarono sorridendo.
-Un po' mi piace che ti preoccupi per me.- disse Alexis.
-Me ne sono accorto.- sorrise lui.
Poggiò la fronte su quella della ragazza, facendo sfiorare lievemente i loro nasi, in un gesto estremamente dolce.
Poi Alexis si allontanò di qualche passo.
-Allora io vad...-
Non riuscì a finire la frase. Bucky la prese per una mano, l'attirò di nuovo a sé, incollando le labbra alle sue, mentre sorrideva.
Di nuovo, Alexis rimase senza fiato e con il cuore che le vibrava nel petto, temendo che perfino Bucky potesse sentirlo.
-Devo andare, James.-
Lui sospirò. -D'accordo.- disse. -Ma ricordati che abbiamo vari discorsi in sospeso io e te.-
Alexis si allontanò ed aprì un portale, attraverso il quale si vedeva la sala di controllo del Raft.
-Li riprenderemo presto.- sussurrò, mentre entrava nel portale, camminando all'indietro e senza distogliere lo sguardo da Bucky.
 


 
*                 *              *
 



Quando si voltò verso i sorveglianti della prigione galleggiante più sicura del mondo, Alexis aveva ancora il sorriso sulle labbra. Tutti smisero di occuparsi delle loro mansioni e la fissarono leggermente sbigottiti.
Alexis si indicò il volto come se fosse ovvio chi fosse.
-Agente Alexis Moore.- disse. -Siete stati avvertiti del mio arrivo, giusto?- 
Uno degli addetti alla sicurezza controllò un registro accanto al suo computer sulla scrivania. Segnò qualcosa con una penna e poi fece un gesto ad Alexis per invitarla a seguirlo.
Quando entrò nell'anticamera con il vetro, da cui poteva vedere Synthia, la trovò seduta a terra, con le gambe incrociate e gli occhi chiusi. Accanto a lui un vassoio di cibo, senza posate, completamente pieno.
Il vetro era stato sostituito e lo spacco sulla testa della ragazza era stato ricucito e bendato.
Alexis si avvicinò al vetro quasi fino a sfiorarlo con il naso, con gli occhi ridotti a due fessure.
I sentimenti che provava per quella donna erano di uguale portata, in senso negativo: la odiava tanto quanto la incuriosiva.
Alexis incrociò le braccia al petto.
-Non mangi?- chiese.
Synthia sorrise lievemente, ma rimase nella stessa identica posizione.
-No, sono a dieta.- aprì un occhio, per guardare Alexis, e poi richiuderlo subito. -Dovresti provarne una anche tu.-
Alexis sollevò le sopracciglia, per nulla toccata da quello stupido commento.
-Dovresti mangiare.- disse Alexis, mettendosi seduta anche lei e ritrovandosi alla stessa altezza di Synthia. -Non mandare sprecato tutto quel ben di Dio. Sai quante volte ho mangiato io negli ultimi tre giorni?-
-Non mi interessa.-
Alexis sospirò, leggermente stizzita.
-Potresti guardarmi mentre ti parlo?-
Synthia aprì gli occhi, gattonò fino ad un palmo dal vetro e si mise seduta come prima.
-Che cosa vuoi Agente Moore? Sei venuta a sbattermi in faccia la mancata riuscita del mio piano?-
Alexis fece spallucce e scosse la testa, del tutto disinteressata.
-No.- rispose. -Non sono venuta qui per recare dolore a te. Solo per far stare meglio me.-
Synthia portò le braccia indietro poggiando a terra i palmi delle mani e scaricandovi il peso del corpo.
-Beh, allora smetti di guardarmi, perché non voglio in alcun modo recarti alcuna gioia.- le disse, lanciandole un falso sorriso. -A proposito di te... Non dovresti essere vestita da stregone?-
-Come scusa?-
-Sì, come il tuo amico, il dottor Strange, no? Ora sei come lui, da quel che ho visto.-
Alexis portò le ginocchia al petto.
-Beh, li ho sempre avuti quei poteri in realtà, solo che ora posso usarli in modo diverso.-
-Tsk, io li avrei certamente usati per scopi migliori dei tuoi.-
-Ad esempio?- chiese Alexis. -Sterminare chiunque non abbia capelli biondi ed occhi azzurri?-
Synthia rise di gusto.
-Non avete capito proprio nulla di me, vero?-
Alexis inclinò la testa, senza parlare, così Synthia continuò:
-Io non sono mai stata dalla parte di mio padre, né dalla parte di Hitler.-
Alexis fu lievemente scossa da ciò che le aveva appena rivelato la pazza, che improvvisamente così tanto pazza non sembrava più.
-Non ho mai creduto nell'idea della razza ariana o nel fatto che chi avesse un colore della pelle diverso, fosse inferiore. E' per questo che mio padre mi odiava. E' per questo che mi ha usata per i suoi esperimenti: mi considerava inutile. Se fossi morta, non sarebbe successo nulla di male.-
Synthia abbassò improvvisamente lo sguardo ed Alexis fu mossa da una lieve tenerezza.
 -Ma perché, allora, tutta questa voglia di vendicare la sua morte?- chiese Alexis.
-Prima della comparsa di Hitler, mio padre era un uomo... normale. E gli volevo bene. Non avrei mai voluto che facesse quella fine.- si strofinò il naso con una mano. -Ma a quanto pare, proprio come lui, sono destinata a fallire.-
-Non riesco a credere tu sia in grado di provare affetto per qualcuno.- disse Alexis.
Il volto di Synthia mutò improvvisamente: dal velo di malinconia, passò ad un'espressione estremamente adirata. Si scagliò contro il vetro, dando un pugno diretto verso il volto di Alexis, che istintivamente scattò indietro, nonostante sapeva che ci fosse un vetro a separarle.
-Tu non hai la minima idea di quanto io abbia sofferto per questo motivo. Tutte le persone alle quali ho donato il mio affetto, mi hanno sempre tradita.-
Si sedette di nuovo come poco prima, calmandosi. Puntò lo sguardo a terra e si mise entrambe le mani sulla fronte, a sostenere il peso della sua testa.
Alexis ebbe l'impressione di sentirla singhiozzare.
-Chi, oltre tuo padre?- chiese titubante.
Temeva potesse esplodere da un momento all'altro.
Synthia sollevò la testa ed i suoi occhi quasi terrorizzarono la spia, che deglutì rumorosamente e mantenne comunque una posizione rilassata ed un'espressione seria.
-Quelli dell' Arischer Traum?- chiese di nuovo.
Gli occhi di Synthia si riempirono di lacrime ed il loro rossore divenne ancora più accentuato. Iniziarono a tremarle la labbra, finché tutto il suo corpo non fu scosso dai tremori.
Poi, praticamente, esplose.
-Non mi è mai importato nulla di quegli idioti là dentro!- gesticolò, quasi indicandoli, nonostante non fossero lì. -Solo di una persona mi importava! E quella persona, come tutti hanno sempre fatto, mi ha voltato le spalle nel momento più difficile!-
Alexis si incuriosì tremendamente. Si avvicinò di nuovo al vetro e poggiò entrambe le mani su di esso.
-Chi è stato, Synthia? Chi ha osato spezzare il cuore alla figlia di Teschio Rosso?-
Synthia andò su tutte le furie, riscoprendo, di nuovo, la stessa follia che avevano visto Bruce e Natasha.
-CHE TU SIA MALEDETTO TOMI SHISHIDO!!!- urlò Synthia, iniziando a tirarsi e strapparsi i capelli dalla rabbia.
Poi iniziò a rotolare sul pavimento, tirando calci nel vuoto.
-BASTARDO, STRONZO, GORGON DEI MIEI STIVALI!!!-
Alexis sgranò gli occhi e scattò in piedi.
Subito si rese conto che il nome Gorgon fosse collegato in qualche modo al Protocollo Medusa. Ed aveva anche un nome vero e proprio.
Le scoppiò il cuore di orgoglio per aver ottenuto quelle informazioni, che, nonostante fossero poche, erano fondamentali.
Neanche il tempo di cercare di calmare Synthia, che il suo auricolare iniziò a squillare.
Portò una mano all'orecchio e rispose.
-Alexis?-
Era la voce di James. In sottofondo sentiva molto trambusto e la sua voce sembrava affannata.
-Bucky?-
-Come stai?-
-Ehm... bene, ma per te mi sembra che non sia così. Che succede?-
-Vieni subito qui, sta succedendo qualcosa.-
Alexis non se lo fece ripetere. Qualche dettaglio in più lo aveva e se lo sarebbero fatto bastare.
Guardò un'ultima volta Synthia, in preda a degli spasmi.
Le fece di nuovo molta tenerezza e pensò che probabilmente era soltanto una ragazza bisognosa di amore e che ne aveva ricevuto una somma pari a zero nella vita.
Aprì un portale e nello stesso istante in cui gli uomini del Raft entrarono nella stanza, lei lo attraversò.
 


*                     *                   *
 


L'agente Moore si teletrasportò nella sala riunioni del Facility.
Natasha era davanti ad uno schermo olografico, continuava a fare ricerche. Non faceva altro da almeno tre giorni, il suo unico svago era stata la gita al Raft insieme a Bruce.
Gli altri agenti correvano da tutte le parti.
Il televisore sospeso al centro della stanza era acceso su un notiziario. Sotto di esso, Steve, Bruce, Bucky e Tony fissavano il notiziario, in silenzio.
Fu Alexis a distrarli.
-Cosa sta succedendo?-
Tony si voltò verso di lei.
-Oh, per fortuna stai bene.- le disse, per poi prenderle il viso tra le mani e darle un bacio sulla fronte.  -Guarda...- indicò il telegiornale. -L'A.T. sta mandando in giro dei droidi.-
-Sbaglio o sono pompati di vibranio?- disse Alexis.
-Non sbagli.- rispose Steve.
Erano molto più grossi e resistenti a vederli, rispetto a quelli che avevano affrontato in Austria.
Alexis ascoltò per qualche secondo il notiziario: la giornalista diceva che non c'era nulla di cui preoccuparsi perché si trattava di una simulazione militare. La stessa cosa veniva ripetuta dai droidi che giravano per le strade di quella che Alexis lesse essere Washington, ripresi dai cameraman.
Apparentemente erano pacifici, e le persone intorno ad essi rimanevano tranquille.
Ad un tratto ricordò della sua recente conversazione con Synthia.
Corse verso Natasha, e, passando dietro Bucky, gli sfiorò la schiena con una mano, come a salutarlo.
-Nat, ho un nome per il protocollo Medusa. Un certo Tomi Shishido, detto Gorgon. Pare che Synthia ne fosse innamorata, o qualcosa che vi si avvicinasse.-
Natasha non staccò per un attimo lo sguardo dallo schermo.
-Sempre se non hai troppo da fare con la ricerca degli Helicarrier.- le disse.
Vedova Nera scosse la testa. -O no, ho smesso di cercarli.-
-Come, perché?!- chiese Alexis, voltandosi verso gli altri.
Poi le venne un lampo di genio, seguito da un brivido di terrore.
-Oh, no.- disse.
-E invece purtroppo sì.- aggiunse Tony.
-Non esistono Helicarrier.- disse Alexis. -Voglio usare i droidi come mezzo di distruzione di massa.-
-Esatto.- confermò Tony. -Pensiamo che abbiano un dispositivo al loro interno che permetta di riconoscere i tratti somatici delle persone ed inserirle nella loro lista nera. Quando quelli dell'A.T. daranno l'ok, saranno pronti ad uccidere.-
Steve si alzò di scatto dalla sedia, quasi mosso da un moto di rabbia.
Guardò tutti gli Avengers presenti nella stanza.
-Cinque minuti per prendere tutte le nostre cose, poi andiamo a Washington. Sitwell crede che noi tre siamo morti nell'esplosione. Giochiamoci l'effetto sorpresa.-
 
Cinque minuti dopo...
Bruce, Natasha, Tony, Steve e Bucky erano tutti in attesa che Alexis aprisse il portale.
Natasha aveva lasciato ad alcuni sottoposti il compito di svolgere delle ricerche su Gorgon.
Tutti avevano indossato la propria armatura, o divisa, Hulk era pronto a diventare verde, e non c'erano più munizioni presenti al Facility, talmente tanta era l'attrezzatura di cui si erano equipaggiati gli Avengers.   
Così, lì, nell'armeria, Alexis fece vorticare in aria una piccola stringa arancione luminosa, aprendo un portale per la città di Washington.
Osservò i primi quattro attraversare il portale, poi quando fu anche il loro turno, Bucky la fermò, tirandola per una mano.
-Aspetta.- le disse.
-Tutto ok?- chiese Alexis voltandosi verso di lui.
Bucky puntò diverse volte lo sguardo a terra.
-Sì, no è che io... io devo dirti una cosa Alexis.-
La ragazza scosse la testa.
-No, James, riuscirai a dirmela dopo.-
Lui fece per parlare, ma quella frase lo lasciò spiazzato, perché entrambi sapevano perfettamente cosa c'era dentro i loro cuori. E parlarne così, solo per paura di non riuscire a sopravvivere e non avere tempo per dirlo, non era giusto.
-Anzi.- disse Alexis. -Facciamo che è una promessa.- gli porse la mano. -Noi non moriremo, perchè... perchè...- non sapeva come dirlo.
Perché abbiamo un mondo tutto nostro da scoprire insieme.
Tuttavia Bucky, che aveva in mente le sue stesse parole, capì esattamente a cosa si stesse riferendo Alexis.
Strinse la mano della ragazza.
-Promesso. Noi non moriremo.-
-Bene.- disse Alexis.
Attirò Bucky a sé, lasciandogli un rapido bacio sulle labbra.
-Andiamo a spaccare i culi a quegli stronzi.-














Angolo Autrice
Ciao cari lettori/lettrici!
Eccoci con un nuovo capitolo! Abbiamo visto Alexis aprirsi un po' con Steve, un Bucky molto protettivo, Synthia sotto una luce un po' diversa e... i piani dell'A.T. hanno pienamente preso forma. 
I nostri Avengers, cui manca ancora qualcuno, ma arriverà presto in loro soccorso, sono pronti allo scontro finale.
E sì... siamo agli ultimi capitoli della storia. Ne restano al massimo un paio ed un breve epilogo. 
Ma non temete: ho già scritto in bozze cartacee tutto il sequel! Alexis non ha ancora finito di confrontarsi con la vita da Avenger! 
Colgo l'occasione per ringraziare la mia cara dolce InsurgentMusketeer, che mi ricopre sempre di complimenti che non merito! 
Grazie anche a chiunque altro abbia letto la storia e vorrà seguirmi nel seguito di New Avengers: Together!
A presto!

Rack =) <3 

 
  
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