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Autore: Saryna8000    06/05/2021    2 recensioni
Può un Malfoy seguire soltanto il proprio cuore?
Forse, dopo una vita di scelte dettate da altri, è il momento di voltare pagina e lottare davvero. Quello che non può immaginare Draco è che la sorte non si è dimenticata dei suoi veri sentimenti e gli sta dando una nuova occasione.
Una malattia degenerativa, che mette in pericolo i suoi cari, farà sì che la sua strada si incroci nuovamente con quella di Hermione.
Hermione che 12 anni prima ha scelto improvvisamente di scappare lontano da lui. Riusciranno a mettere da parte tutte le loro incomprensioni e riscoprire il loro amore?
Una Dramione senza alcuna pretesa che crede nell’amore imprevedibile ed infinito, che muta forma ma resta nel tempo.
Questa fan fiction non tiene conto del capitolo “19 anni dopo” del libro “Harry Potter ed i doni della morte”
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Astoria, Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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Un aiuto dal passato
 
“Ginny…amore…cosa ci fai tu qui?”
Harry si meravigliò non poco di vedere la moglie nella stanza di Astoria, tranquillamente seduta di fianco alla donna con Albus e Scorpius vicini.
“Credevi davvero che non ti avrei raggiunto? ”
Harry le sorrise sghembo e scosse il capo.
“Certo che lo credevo, ma pensavo tu venissi a cercare direttamente noi tre…non di trovarti qui.”
Ginny si portò una ciocca di capelli rossi dietro l’orecchio e poi guardò intensamente l’amica malata.
“Dovevo prima fare due chiacchiere con Astoria e adesso…so tutto quanto...e…a quanto pare non è più un mistero per nessuno cosa è accaduto.”
La rossa guardò eloquentemente il marito e scandì con cura le ultime parole, poi fece un cenno con il capo in direzione dei ragazzi.
Harry aggrottò la fronte scambiandosi veloce un’occhiata preoccupata con Hermione e Draco.
Eltanin lasciò la mano della madre e si unì a Scorpius e Albus.
L’aria nella stanza si era come congelata e la biondina sentiva su di sé gli occhi di tutti gli adulti puntati addosso. Era arrivato il momento di parlare e dare spiegazioni.
La ragazzina fece scivolare lo sguardo su tutte le figure presenti nella stanza e poi si soffermò a guardare Astoria.
La donna le sorrise dolcemente e si schiarì la voce, attirando su di sé l’attenzione.
Senza distogliere lo sguardo da Eltanin parlò agli altri.
“Volevamo proteggere i nostri figli. Non volendo dare loro un dispiacere, ma invece ho paura che loro abbiano trovato lo stesso le risposte alle domande che cercavano.”
La biondina annuì, l’arguzia di Astoria l’aveva colpita.
“Che significa?”
Draco si era sporto in avanti, la mascella contratta e gli occhi vitrei. Era visibilmente angosciato, i suoi figli non avrebbero dovuto vivere ulteriori complicazioni. La loro vita era già stata stravolta fin troppo in quei pochi giorni.
Scorpius si affrettò ad affiancarlo e gli afferrò con sicurezza il braccio.
Il biondo scrutò il figlio preoccupato.
“Papà, Hai capito perfettamente quello che intende dire la mamma, noi sappiamo cosa è successo e cosa lei abbia fatto.”
Un ringhio uscì dalla bocca del biondo che incenerì con lo sguardo la moglie ed Hermione.
“Non posso credere che gli avete spiegato nel dettaglio cosa è accaduto!”
Astoria spalancò gli occhi e scosse il capo.
“Come avrei potuto farlo, Draco? Dargli questo dispiacere?”
Il biondo si scrollò dalla presa del figlio e si passò una mano tra i capelli. Poi come una fiera in gabbia si avvicinò alla finestra. Scuro in volto si girò contrariato in direzione della riccia.
“Non mi dire che sei stata tu! Certo, ovvio, tipico dei Grifondoro…l’onestà ad ogni costo.”
Hermione sostenne lo sguardo di ghiaccio di Draco e lo incenerì con i suoi occhi color miele. Poi gonfiò il petto e come una furia gli puntò il dito contro.
“Cosa stai farneticando? Premettendo che sono la prima a spiegare le cose a mia figlia perché la ritengo intelligente abbastanza da capire…No, non ho parlato di ciò che è avvenuto 12 anni fa in questa casa. Mi sono limitata a parlare della malattia di Astoria e della maledizione, come credo abbia fatto anche tu Draco! Oppure hai argomentato anche su altro?”
La riccia conclusa la sua arringa si avvicinò velocemente al letto di Astoria e si sedette incrociando le braccia al petto.
Si era palesemente schierata a fianco della donna malata contro le accuse rivolte da Draco ed il suo pregiudizio affrettato.
Il biondo dovette mordersi il labbro per non scoppiare ed allargò le narici in un respiro profondo.
“Papà.”
Eltanin lo richiamò con la sua vocina e gli sorrise. Raggiunse il fratello e lo prese per mano.
“Guardaci papà. Ci vedi arrabbiati o sgomentati? No, siamo tranquillissimi. Sappiamo perché lo abbiamo scoperto da soli.”
Albus si schiarì la voce e Potter lo incenerì con lo sguardo. Eltanin rise divertita.
“Mi correggo, lo abbiamo scoperto noi tre da soli.”
Draco guardò intensamente Scorpius, voleva essere certo di quello che sua figlia stava asserendo. Per tutta risposta il biondino annuì.
“E’ vero Papà. Non incolpare nessuno, abbiamo fatto tutto da soli. Anzi, perdonaci per questo ma…non potevamo restare con le mani in mano e quindi ci siamo messi ad indagare.”
Draco abbassò il capo sconfitto.
“Guardaci Papà, per favore. Sto bene, davvero, e anche Eltanin.”
“Anche io sto bene grazie.”
Albus sorrise in direzione dei propri genitori e Ginny lo ammonì con lo sguardo, con un sussurro riuscì a sgridarlo severamente.
“Devo ancora capire cosa c’entri tu in tutta questa storia…prega soltanto di non aver combinato alcun guaio.”
Scorpius scosse la testa sorridendo e riprese a parlare.
“Papà, non volevamo scavalcare voi grandi o mettere in dubbio ciò che stavate facendo…solo che non potevamo restare fermi ad aspettare.”
Harry Potter che finora era rimasto in rigoroso silenzio, decise che era il momento di intervenire e provare a placare gli animi.
“Scorpius, Eltanin, Albus. Sedetevi per favore su quel divano. Sapete, io…”
Lo sguardo di Harry scivolò su Hermione e le sorrise nostalgico.
“…Io vi capisco. Sono stato ragazzo anche io e…beh…conoscete la mia storia, seguivo spesso il mio istinto e altrettanto spesso mi cacciavo nei guai. C’era un motivo dietro al mio essere disubbidiente e al mio infrangere le regole. Giusto Herm?”
La riccia annuì complice di quelle scorribande.
“Vedete, io ringrazio Silente e Piton ogni giorno per non avermi spiattellato subito ogni cosa. Sarebbe stato un peso troppo grande da sopportare. E’ per questo che i vostri genitori vi hanno omesso delle cose. Volevano risparmiarvi un po' di delusioni e frustrazioni per proteggervi. Ora che siete a conoscenza dei fatti accaduti molti anni fa, cosa cambia? Nulla, dobbiamo comunque dare la priorità al problema principale che è la maledizione. Dovevate fidarvi di noi adulti e lasciarci fare.”
Albus si grattò la testa ciondolando sul posto in cui era seduto.
“Non è proprio così papà!”
“Cioè?”
Eltanin si schiarì la voce e fiera di sé si apprestò a parlare.
“Forse abbiamo scoperto come annullare la maledizione! Abbiamo dovuto fare un viaggetto…ma…molto probabilmente abbiamo la soluzione!”
Hermione scattò in piedi e raggiunse la figlia. Si inginocchiò alla sua altezza la prese per le spalle e la fissò seria.
“Cosa avete fatto Eltanin?”
L’entusiasmo della piccola diminuì improvvisamente.
“Mamma…era l’unica cosa da fare.”
Hermione chiuse gli occhi e lasciò la presa sulla figlia. Il palmo della mano aperto verso la bambina e la voce dura.
“Consegnamela immediatamente.”
Eltanin tirò fuori dalla maglietta la collana che aveva nascosto e se la sfilò la lentamente lasciandola cadere nella mano della madre. Non appena Harry vide il ciondolo si irrigidì e guardò preoccupato la moglie.
Ginny si portò una mano alla bocca sorpresa.
“E’ ciò che penso che sia?”
Hermione annuì delusa e si sedette nuovamente vicino ad Astoria.
Draco seguì la scena da lontano e aspettò in rigoroso silenzio che la riccia si decidesse a dare spiegazioni.
La grifona si rigirava l’oggetto tra le mani e scuoteva il capo.
“Oh per Salzar! Grenger…parla! Cos’è quell’oggetto? Cosa hanno combinato questi tre?”
Draco aveva uno sguardo disperato, smanioso di capire.
“E’ la mia giratempo. Credevo di averla persa.”
Astoria prese in mano delicatamente l’oggetto e l’osservò da vicino.
“Una giratempo…vuoi dire che…”
“Sì, esatto. I nostri figli sono tornati nel passato.”
Draco si afflosciò sulla sedia e si massaggiò le tempie.
“Fantastico. Avete idea di cosa significhi una cosa del genere? Sapete che è vietato l’uso improprio della magia alla vostra età? Io…io…non ho parole!”
Scorpius si alzò e fronteggiò il padre.
“Papà tu non comprendi! Noi forse abbiamo trovato il modo di spezzare la maledizione, non è questa la cosa più importante?”
“Avete disubbidito Scorpius e vi siete messi in pericolo!”
“Ok, arrabbiati allora, sgridaci, puniscici…ma facci almeno finire di parlare. Prima di condannarci ascoltaci.”
Draco guardò i ragazzi negli occhi ad uno ad uno. Erano visibilmente tesi ma nel loro sguardo il serpeverde poteva cogliere una forte sfumatura di fiducia. Sì erano perfettamente consci di quello che avevano rischiato e ora avevano tutta l’aria di scoprire se la loro fuga nel passato fosse stata proficua.
Con un gesto della mano invitò i ragazzi a proseguire.
“Avanti, vi ascolto. Anzi, vi ascoltiamo. Diteci, cosa serve per il contro incantesimo?”
Albus si grattò nuovamente il capo e Scorpius abbassò lo sguardo.
“Ecco…non lo sappiamo.”
Eltanin mise subito le mani avanti.
“Nel senso che non sappiamo esattamente cosa dobbiamo fare ma qualcuno ci ha dato una mano e in questi anni ha cercato la soluzione al nostro problema!”
Gli adulti si guardarono gli uni con gli altri cercando di capire il contorto discorso appena fatto dalla piccola Grenger.
“Poveri noi, è meglio se intervengo io a questo punto. Li avete confusi e ora non ci stanno capendo nulla.”
Albus si alzò e fece un occhiolino in direzione del padre che alzò gli occhi al cielo.
“Grazie figliolo, ma non credi che forse dovrebbero essere i diretti interessati a spiegarci come sono andate le cose?”
Il giovane Potter scosse la testa e si posizionò al centro della stanza.
“Dunque, siamo tornati indietro nel tempo…sì ok, sbagliando, disobbedendo, ecc…e abbiamo rivissuto il momento esatto in cui zia Astoria ha voluto cercare Scorpius nell’arazzo di famiglia.”
La donna malata cercò lo sguardo del figlio e il ragazzo le sorrise dolcemente.
“L’abbiamo vista entrare nella stanza e uscire poco dopo distrutta. Aveva appena letto il nome di Eltanin sulla tela. Disperata ha chiamato Poppy e le ha detto di portarle il libro di magia oscura.”
Draco per poco non si strozzò con la sua stessa saliva e lanciò uno sguardo carico di odio in direzione della moglie.
La donna prese un profondo respiro.
“L’ho obliata Draco, Poppy non ricorda di avermi assecondato…e comunque non le ho chiesto il libro ma l’incantesimo. Ecco perché non ricordo il titolo. Immagino che avendo giocato con la memoria di Poppy lei adesso non possa aiutarci…”
Hermione chinò il capo ed annuì.
Astoria si perse ancora in quel ricordo.
“Ragazzi, io rammento di aver sentito una presenza nel corridoio ma non c’era nessuno…come avete fatto a vedermi ma io a non accorgermi di voi?”
Ginny ed Harry risposero all’unisono.
“Con il mantello dell’invisibilità, ovviamente.”
“Ma non l’avevi lasciato a James, tesoro?”
Harry annuì guardando storto il figlio.
“Immagino che non te lo abbia prestato volutamente…a casa faremo i conti anche su questo. Andiamo avanti. Quindi avete visto Astoria effettuare l’incantesimo?”
Scorpius scosse la testa.
“Solo Albus, se restavamo tutti e tre sotto il mantello mamma ci avrebbe scoperto subito.”
Il giovane Potter abbassò il visetto sconsolato.
“Non sono riuscito a leggere il titolo però perché non appena zia ultimò la formula…”
“Apparve Lucius…”
Astoria completò la frase.
“Io…io mi ricordo benissimo che sentii i suoi passi e scappai via di corsa…”
Draco si massaggiò il mento e poi ghignò al pensiero di suo padre e alla paura che incuteva. Ma perché il padre si trovava lì? Ma certo…
“Voi due non vi sarete mica nascosti nel suo studio vero?”
Scorpius sorrise.
“Sì, e quindi è scattato l’allarme. Io volevo andare via ma Eltanin non credeva di correre alcun rischio e così…”
“…lo abbiamo incontrato!”
Ad Eltanin si incresparono le labbra all’insù, felice al pensiero di nonno Lucius.
“Mamma…lui sapeva di me! Ci stava cercando! Lo aveva letto sulla tela giorni prima.”
Draco si rabbuio e abbassò il volto.
“No Papà…non avercela con lui. Non poteva dirti nulla. Cerca di capire io ero sparita dall’arazzo e se lui avesse stravolto la storia…chissà dove saremmo noi oggi. Doveva mantenere il segreto. Ma ci ha promesso che ci avrebbe aiutati e che avrebbe vegliato su di noi.”
Hermione si portò una mano alla bocca per lo stupore. L’incredulità di ciò che sua figlia stava dicendo e la gioia nel sentire che quel burbero di un purosangue si fosse comportato da nonno, accettando Eltanin.
“Draco…tuo padre non poteva fare diversamente, ha fatto la cosa giusta.”
La riccia si alzò e si avvicinò al biondo prendendolo per mano.
Si scambiarono uno sguardo carico d’amore e consapevolezza. Poi la Granger si voltò verso le tre piccole pesti e li invitò a continuare.
“Cosa vi ha detto Lucius?”
Scorpius si schiarì la voce.
“Nonno ha detto che avrebbe cercato lui il libro. Avrebbe avuto anni a disposizione.”
Eltanin annuì.
“Papà ho bisogno del mappamondo che si trovava nello studio del nonno.”
Draco focalizzò mentalmente il manufatto in questione e corrucciò la fronte perplesso.
“Lui vi ha detto di cercare quell’oggetto? Sicuri?”
“Certo! Sono sicurissima di quello che dico, si tratta di una specie di scrigno segreto che si aprirà solo se sarò io a toccarlo. Lo ha incantato lui stesso con l’impronta della mia mano.”
Hermione mise una mano sulla spalla di Draco cercando di capire il perché fosse agitato.
“Non so dove sia…mio padre riarredò lo studio pochi anni dopo la nascita di Scorpius…e…fece sparire il mappamondo.”
Un velo di amarezza comparve sul volto di tutti.
“E…se lo avesse solo nascosto?”
Albus Severus Potter ancora una volta aguzzò l’ingegno ed azzardò una possibile ipotesi. Harry guardò fiero il figlio e supportò la sua supposizione.
“Certo! Potrebbe averlo portato in una delle vostre proprietà o alla Gringrott!”
Malfoy sbuffò amaramente e scosse il capo.
“Conosco tutte le camere blindate a nome mio e quelle di mia madre. Lucius non ha lasciato lì nessun mappamondo.”
“E le vostre proprietà?”
Il salvatore del mondo magico non si dava per vinto.
“Non lo so, potrei spedire un elfo a controllare.”
“Fallo!”
Malfoy si alzò dalla sedia e con un colpo di bacchetta richiamò a sé una pergamena e una piuma. Chiuse gli occhi ed enunciò un incantesimo non verbale. La piuma volteggiò sulla carta e ben presto apparve il disegno dell’oggetto perduto.
“Poppy!”
“Poppy è qui per servirla Signore!”
“Riconosci questo mappamondo?”
L’elfetta sorrise ed annuì.
“Poppy sì ricorda, sì. Poppy sa che un oggetto di padron Lucius.”
Draco sorrise e anche tutti gli altri. Era un buon inizio.
“Vai nelle proprietà dei Malfoy e dei Black per favore e cercalo, mi serve qui all’istante.”
Poppy si inchinò mesta e si grattò convulsamente l’orecchio sinistro. Non voleva disobbedire agli ordini del suo signore ma doveva dissentire. Per lei, nonostante fosse oramai libera e pagata, diventava sempre un problema dover dire di no.
“Signore…Poppy chiede scusa...ma deve dire di no…”
Malfoy si accigliò all’istante.
“Come, perché?”
Poppy indietreggiò e si inchinò prostrandosi a terra.
“Poppy è buona, non vuole disobbedire Poppy, ma…mio signore Poppy sa che lì non c’è nessun mappamondo.”
Il viso di Draco si addolcì ed invitò l’elfa ad alzarsi.
“Capisco…e Poppy tu sai dov’è? Puoi portarmelo?”
La piccola elfa annuì con il capo per poi deglutire e torturarsi le manine.
“Poppy signore sa dov’è. Ma Poppy non può prenderlo.”
Spazientito Malfoy prese un respiro profondo. Era difficile parlare con gli elfi: rendevano ogni cosa complicata. Hermione capì immediatamente che il suo uomo stava per perdere la pazienza e si decise ad intervenire.
“Non serve che tu lo prenda Poppy, se non puoi non importa. Ci dici dov’è? Così magari lo andiamo a prendere noi.”
Felice e sorridente l’elfetta si mise a saltellare.
“Poppy ringrazia! Sì Poppy lo dice subito. E’ alla Gringrott!”
Harry incrociò le braccia al petto e canzonò Malfoy.
“Non avevi detto di conoscere a mena dito tutte le vostre camere blindate? Forse stai iniziando a soffrire di demenza.”
Il biondo gli lanciò un’occhiata di fuoco e gonfiò il petto pronto a rispondere ma Hermione si frappose tra di loro guardando in direzione dei ragazzi.
“Evitiamo battibecchi inutili, ok? Devi andare alla Gringrott Draco e controllare.”
La piccola elfa iniziò a scuotere vistosamente la testa e a guardare con i suoi occhioni la Granger.
“Cosa c’è Poppy?”
“Poppy si scusa con il signor Draco, ma lui non troverà nulla in banca. Deve andarci lei dottoressa Grenger con la piccola Eltanin. Se vuole Poppy vi porta subito lì.”
La riccia era palesemente sorpresa.
“Noi? Perché?”
Poppy sorrise con ingenuità.
“Il mappamondo si trova nella vostra camera blindata.”
“No…Poppy…ti sbagli noi lì non abbiamo nessun conto…è tutto in Australia…”
Poppy non demorse e con uno schiocco di dita richiamò a sé una busta chiusa con cera lacca.
“Ora che sapete Poppy può consegnarvi questa. Poppy l’ha avuta dal signor Lucius poco prima di morire.”
E dopo aver lasciato la missiva in mano alla riccia l’elfetta si volatilizzò.
Con mani tremule Hermione aprì la lettera e ciò che lesse la sconvolse.
Con una mano tra i capelli e gli occhi che mangiavano ogni parola scritta si voltò in direzione della figlia.
“Eltanin…tuo nonno…ci ha lasciato un’eredità. Ci ha intestato una camera blindata. Insieme possiamo accedervi.”
La piccola sorrise soddisfatta e si avvicinò alla madre porgendole la mano.
“Andiamo a recuperare il mappamondo mamma!”
 
Prendere l’oggetto in questione e tornare al Manor fu molto rapido ed indolore.
Ad Hermione faceva sempre effetto mettere piede in quella banca memore di quello accaduto nei panni di Bellatrix. Ma quella era un’altra vita oramai lì dentro poteva entrare a testa alta ora ne era un suo pieno diritto.
Non appena apparirono tra le fiamme del camino del maniero, trovarono Draco ad attenderle. Il biondo corse subito loro incontro e senza rendersene conto, agendo d’impulso diede un bacio sulle labbra ad Hermione per poi abbracciare calorosamente la figlia.
“Finalmente siete tornate!”
“Sei stato sempre qui tutto il tempo ad aspettarci? Potevi restare con gli altri…”
“Sai che non ci sarei riuscito…ho detto loro che avevo delle carte da cercare…comunque come è andata? Lo avete trovato?”
Eltanin ghignò soddisfatta.
“Sì, è nella borsa di mamma…sai che ama rimpicciolire gli oggetti! Su forza, andiamo a risolvere questa cosa…ah…poi mi spiegherete questo bacio. Tranquilli, con calma, non ho fretta.”
Le gote candide di Draco si tinsero di rosso, rendendosi conto solo in quel momento di ciò che aveva appena fatto ed Hermione si affrettò a superarli a testa bassa imporporata anche lei.

Il mappamondo troneggiava al centro della stanza. Eltanin vi si parò di fronte ammirandolo e tutti gli altri si posizionarono intorno a lei formando un cerchio.
Harry Potter estrasse la bacchetta e la puntò verso il manufatto.
“Prima di fartelo toccare Eltanin voglio accertarmi che l’oggetto sia sicuro.”
Una scia verde fuoriuscì dalla bacchetta del salvatore magico per poi ritrarsi poco dopo.
L’oggetto era pulito e privo di qualsiasi magia oscura.
Harry poté decretare il via libera.
“Puoi toccarlo.”
La biondina annuì ed allungò la sua manina verso la sfera. Impresse le sue dita sul legno intarsiato e chiuse gli occhi.
Tutti trattennero il fiato in attesa che succedesse qualcosa. Niente.
Eltanin riaprì gli occhi e guardò l’oggetto confusa. Perché non succedeva nulla?
Poi d’improvviso si ricordò le parole del nonno. Astoria. Aveva bisogno di lei.
Veloce sgusciò verso la donna sotto lo sguardo attento degli altri.
“Devi esserci anche tu!”
Astoria la seguì fiduciosa e si posero l’una di fronte all’altra con il mappamondo in mezzo.
“Ok, metti la tua mano sinistra sul mappamondo e dai a me l’altra.”
Astoria fece un respiro profondo ed eseguì il comando. Non appena le due si presero per mano e toccarono il manufatto un fascio di luce si espanse per la stanza: il globo si aprì e dentro, immutato ed intatto, trovarono il libro tanto agognato.
Astoria ebbe un mancamento e prontamente Ginny l’afferrò evitandole di cadere. Poi aiutata da Scorpius la fece accomodare su di una poltrona.
La donna aveva sentito chiaramente la magia fluire nel suo corpo ma era troppo debilitata e quella forza risucchiò la sua energia.
Hermione preoccupata si avvicinò alla figlia temendo che le fosse successa la stessa cosa, invece Eltanin sembrava stare benissimo.
“Ok allontanatevi, il libro è impregnato di magia oscura. Sarò io ad estrarlo.”
Harry era già pronto con la bacchetta in mano ma Draco lo fermò.
“E’ un libro del Manor, non si farà toccare facilmente da un estraneo senza il consenso di un Malfoy. Lo prendo io e se ci sarà bisogno tu sarai qui, ok?”
Harry annuì e fece un passo indietro.
Delicatamente Draco allungò la mano e lentamente sfiorò la copertina. Sentì una lieve ed impercettibile scossa, segno che il libro si stava concedendo a lui.
Lo afferrò con cura ed aprì la pagina dove era stato lasciato ben in vista un segnalibro.
Lesse con avidità le righe sottolineate e poi si voltò verso gli altri.
“Abbiamo il contro incantesimo.”
 
Ciao a tutti!
Scusatemi per la lunghezza del capitolo, mi sono lasciata prendere la mano.
Volevo dar spazio a questo “scontro” ragazzi genitori e spero di essere riuscita ad esprimere le emozioni di entrambe le fazioni.
Che ne dite? E’ stato bravo Nonno Lucius?
Volevo avvisarvi che il prossimo sarà il capitolo conclusivo della storia, al quale forse seguirà un epilogo. Magari che vede protagonisti il nostro nuovo trio all’ultimo anno di scuola. Cosa ne pensate?
Inoltre mi sta balenando in mente di scrivere anche un prequel di questa storia.
Una one shot di come Draco ed Hermione si sono innamorati ad Hogwarts…potrebbe piacervi?
Grazie come sempre a chi legge e a chi vorrà commentare.
Alla Prossima!
   
 
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