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Autore: fefi97    07/05/2021    6 recensioni
[sterek; hp AU; auror sterek; Stiles serpeverde, Derek tassorosso; Derek licantropo]
-Fammi capire. Secondo Argent il tuo... lupo interiore ha trovato il suo compagno. Il suo compagno per la vita. E sta facendo il pazzo per emergere e trovare il suo compagno, marchiarlo e stare con lui per sempre. E più reprimi il tuo lupo interiore più questo fa il pazzo scatenando in te la tua parte animale, spingendoti a comportamenti violenti e strani? -
Derek fece una smorfia, ma non lo contraddisse.
Sapeva che Stiles sarebbe scoppiato a ridere prima o poi, ma questo non gli impedì di trucidarlo con lo sguardo.
-Oh mio Dio! Il tuo lupo è un piccolo ribelle! - ghignò – Sono sicuro che sia un serpeverde. E che mi adora perché riconosce in me un suo pari. -
Questo spiegherebbe molte cose, pensò Derek amaramente.
ps: leggete le note!
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: AU, Cross-over, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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9

 

Derek Fottuta Meraviglia Hale

 

 

 

Derek non pensava che il sesso potesse essere così...spensierato. Con Paige era stato imbarazzante e veloce, perché erano entrambi giovani e inesperti. Con Braeden era stato passionale e a tratti quasi aggressivo, con Jennifer malinconico e struggente. Con Kate c'erano stati graffi e morsi e Derek si era sentito un po' sporco dopo. C'erano stati anche ragazzi, certo, e spesso il sesso era stato piacevole, bello, liberatorio.

Ma non era mai stato così facile come lo era con Stiles. Sembrava così naturale spogliarlo e lasciarsi spogliare, che Derek si ritrovò a chiedersi perché diavolo non lo avessero fatto prima. Lasciò che Stiles lo spingesse sul suo letto, lasciò che lo ricoprisse con il suo corpo nudo e più piccolo del suo, ma così fottutamente bello e virile. Lasciò che la bocca ridente di Stiles cercasse la sua, reclamandola per un bacio. Stiles aveva riso tutto il tempo, e Derek amava questa cosa.

Aveva riso quando Derek li aveva smaterializzati nel suo loft senza dire una parola, aveva riso quando avevano urtato un vaso francamente orrendo che gli aveva regalato Cora, aveva riso quando Derek era rimasto impigliato nella sua maglia e aveva riso quando aveva praticamente squarciato il suo maglione, invece di perdere tempo a sfilarglielo.

Anche adesso rise, mentre Derek li faceva rotolare dolcemente sul materasso, intrappolando Stiles sotto di sé.

-Come va con il lupo adesso? Sta ancora facendo il ribelle o è contento di me? - domandò, una luce provocatoria e calda negli occhi, e Derek non poté impedirsi di ridere a sua volta.

-Sta zitto – brontolò, soffice, chinandosi per baciarlo – Sei bellissimo – aggiunse poco dopo, soffiandolo contro le labbra gonfie di Stiles, perché Stiles si meritava di sapere quanto fosse straordinario per Derek, quanto il suo corpo nudo lo stesse facendo impazzire.

Stiles sembrò assolutamente sorpreso per un attimo, ma poi si inarcò contro di lui, facendo gemere entrambi e accarezzandogli la schiena con entrambe le mani.

Derek fremette quando Stiles tracciò con dita delicate il contorno della triskele.

-E tu allora? - mormorò Stiles, trattenendo a stento un gemito quando Derek gli baciò la gola, proprio nel punto in cui c'erano ancora i segni dei suoi denti – Mi fai girare la testa. Letteralmente. -

Derek si sollevò un po', rivolgendogli un sorrisetto.

-Questa cosa non è un po' imbarazzante per un serpeverde? -

Stiles inarcò un sopracciglio, ricambiando il sorriso.

-Non per vantarmi, ma ti ho fatto venire già una volta in corridoio, posso permettermi qualche commento smielato. -

Derek rise e si allungò per afferrare una mano di Stiles che ancora vagava sulla sua schiena e la intrecciò con la propria, portandola con delicatezza sul cuscino accanto alla testa del più piccolo.

-Beh, se non sbaglio ho ricambiato il favore. -

Gli occhi di Stiles erano più luminosi che mai mentre ricambiava con forza la stretta delle dita di Derek.

-Non sbagli. -

Derek gli baciò ancora una volta la bocca, poi scese con delicatezza dal suo corpo. Cercava il lubrificante e i preservativi nel cassetto, ma era un po' difficile con Stiles aggrappato alla sua schiena che gli baciava il collo.

-Te lo hanno mai detto che sei parecchio distraente? - mormorò Derek, alla decima volta che il lubrificante gli sfuggiva di mano.

Sentì Stiles sorridere contro la sua pelle.

-Mi hai detto di non parlare di altri quando siamo soli in uno spazio ristretto. -

Derek ringhiò d'approvazione e, una volta buttato sul materasso ciò che gli serviva, si voltò per fronteggiare Stiles, baciandolo con foga.

-Ottima risposta – borbottò, facendolo ridere di nuovo.

Rotolarono di nuovo sul materasso, Derek sulla sua schiena e Stiles su di lui.

Derek osservò attentamente i movimenti di Stiles, quando il ragazzo interruppe il bacio e si allungò a recuperare il lubrificante e un preservativo. Vide Stiles esitare e gli accarezzò i fianchi con entrambe le mani, in una muta rassicurazione.

-Non dobbiamo fare niente che non vuoi. Li posso mettere via anche adesso, se me lo dici – mormorò, sperando che la sua voce fosse suonata dolce come era sua intenzione e non ringhiante, disperata e piena di desiderio come temeva.

Ma Stiles scosse la testa, guardandolo seriamente negli occhi.

-No, voglio. Voglio che mi mordi – Stiles fece una piccola pausa, poi aggiunse: - E ti voglio dentro di me. -

Derek lo fissò, sorpreso, le dita che quasi inconsapevolmente stringevano i fianchi di Stiles.

-Sei sicuro? Prima hai detto...-

-So cosa ho detto – lo interruppe Stiles con un piccolo sorriso, accarezzandogli una guancia con la mano - Ma voglio che tu sia il primo. -

Derek lo fissò, il cuore che batteva furioso, e sapeva che i suoi occhi erano diventati gialli dal sorrisetto di Stiles. Si chinò su Derek, finché le sue labbra non furono direttamente sulla pelle sensibile dell'orecchio.

-Ma dopo voglio il mio turno, va bene? -

Derek ringhiò, ribaltando Stiles in modo che fosse di nuovo sotto di lui. Lo guardò attentamente e non gli era mai sembrato più bello di così, tutto occhi luminosi, sorriso furbo e capelli spettinati.

-Tutto quello che vuoi, maledizione – mormorò, confuso ed eccitato, e Stiles rise, attirandolo su di sé con le braccia e con le gambe, baciandolo fino a fargli perdere definitivamente il controllo.

 

 

 

 

 

Stiles era solo a pochi metri da lui, davanti all'armadio a specchio, eppure a Derek sembrava lontano dei chilometri.

Forse era l'effetto del legame, ma Derek sospettava che c'entrasse molto poco con il lupo e moltissimo con il fatto che aver finalmente avuto Stiles fosse stata la cosa più bella di una vita intera.

-Torna a letto – mormorò, strisciando per mettersi seduto contro la testiera e coprendosi con le lenzuola.

Stiles gli sorrise dallo specchio, nudo e bellissimo.

-Che c'è, mi vuoi ancora? Pensavo che il lupo si fosse calmato dopo avermi azzannato. -

Derek aggrottò la fronte e i suoi occhi scivolarono verso le dita di Stiles, che si stavano sfiorando con cautela la gola.

Proprio sopra i vecchi segni dei denti di Derek, spiccava un morso fresco, leggermente rosso. Proprio come aveva previsto, Stiles non aveva mostrato nessun segno di dolore e disagio quando lo aveva morso, ma adesso che lo guardava a mente lucida, Derek non poteva escludere che pulsasse un po'.

-Ti fa male? -

Stiles si strinse nelle spalle, gli occhi luminosi che gli ammiccavano dallo specchio.

-Solo un pochino. Ho sopportato di peggio. -

Derek non rispose, gli occhi fissi sul morso, il morso che lui gli aveva inflitto, e Stiles sospirò, lasciando cadere la mano e guardandolo con esasperazione.

-Ehi, no. No. Non ricominciare con le turbe da tasso, per favore. -

Derek grugnì, guardandolo un po' male.

-Voglio solo essere sicuro che tu stia bene. -

Stiles gemette esasperato, strappando suo malgrado un minuscolo sorriso a Derek.

-Ma sto bene! Stavo bene quando me lo hai chiesto mentre mi preparavi, stavo bene quando sei entrato, stavo bene durante, stavo bene quando me lo hai chiesto prima e dopo il morso e, indovina, stavo bene quando me lo hai chiesto circa cinque volte dopo il sesso. Sto bene! -

Derek scosse la testa, ma ormai stava sorridendo.

-Va bene. Stiles Stilinski sta bene. Grazie per avercelo comunicato, ne prenderemo nota. -

Stiles rise e Derek sentì una sensazione calda e possessiva invadergli lo stomaco. Quello che rideva era il suo compagno. Era suo e lo voleva. Ancora, ancora e ancora.

Per sempre.

Anche Stiles lo stava guardando dallo specchio e Derek poteva vedere l'eccitazione nei suoi occhi, ne poteva sentire l'odore.

-Torna qui. -

Stiles gli sorrise, gli occhi che brillavano dispettosi.

-Perché? -

Dio, era bellissimo. E Derek voleva essere di nuovo dentro di lui.

-Perché ti voglio ancora. E poi...-

Si leccò le labbra e, senza perdere il contatto visivo, si scoprì dal lenzuolo e allargò le gambe. L'odore aspro di Stiles divenne più acuto, i suoi occhi più cupi.

-Sbaglio o avevi detto che volevi il tuo turno? -

Stiles gli sorrise dallo specchio, un sorriso da lupo.

 

 

-Wow. Davvero Wow. -

Derek sorrise, senza fiato, gli occhi fissi al soffitto e una mano che passava lenta tra i capelli sudati di Stiles, ancora addosso a lui, dentro di lui, il viso affondato contro il suo collo.

-Wow? È un complimento nel linguaggio serpeverde? -

Stiles rise contro la sua pelle, scuotendo entrambi i loro corpi e provocando un brivido piacevole a Derek.

-Direi proprio di sì – sollevò il volto e Derek sentì il cuore sciogliersi nell'incrociare lo sguardo appagato di Stiles, i suoi occhi luminosi come non mai, sorridenti – Sei una meraviglia, Tassorosso. -

Derek inarcò le sopracciglia, senza smettere di sorridere.

-Anche tu non sei stato male. -

Scoppiò a ridere quando Stiles gli morse una guancia, dispettoso.

-Non sono stato male? Sono stato perfetto. -

-E modesto – soggiunse Derek, senza però contraddirlo.

Stiles scosse la testa poi, con un ultimo bacio sulle labbra, si sfilò delicatamente dal suo corpo. Derek si morse le labbra per trattenere un piccolo lamento, consapevole che Stiles sarebbe andato in paranoia se si fosse accorto che provava anche solo il minimo disagio. Non che provasse dolore, era decisamente avvolto in una spessa bolla di piacere, ma era comunque da tempo che non faceva l'amore in quel modo e Stiles era tutt'altro che piccolo. Si sgranchì discretamente le gambe, distendendole sul materasso, mentre aspettava che Stiles buttasse il preservativo. Quando tornò a letto, si distese di nuovo su Derek nella posizione di poco prima e li coprì entrambi con il lenzuolo.

Derek appoggiò il mento ai capelli di Stiles e strinse forte il suo corpo con le braccia e le gambe, tenendoselo abbracciato addosso. Stiles aveva di nuovo il volto nascosto contro il suo collo e lo stava baciando languidamente.

Quando i baci divennero piccoli morsi, Derek sorrise, dandogli un colpetto scherzoso su una spalla.

-Smettila. Sono esausto. Voglio solo dormire. -

Stiles rise, ma sollevò la testa, obbediente. Derek cercò disperatamente di memorizzare ogni dettaglio del sorriso di Stiles, proprio come lo vedeva in quel momento.

-Pensavo che i licantropi avessero la super resistenza o cose così. Sinceramente, sei un po' una delusione, Derek.-

Derek inarcò le sopracciglia, le labbra contratte in un ghigno imparato da Stiles.

-Non dopo tre round. E in due ho dovuto fare tutto il lavoro. Se provi a fare qualcosa anche di solo vagamente sessuale, ti spezzo il collo. -

-Oh, tremo di paura – lo prese in giro Stiles, facendogli roteare gli occhi.

-In realtà – ricominciò Stiles, abbassando gli occhi e allarmando Derek per il lieve odore di imbarazzo che sentiva provenire da lui– Non stavo cercando di sedurti. Pensavo...ah, è una cosa stupida, lascia stare – si schernì, passandosi una mano tra i capelli.

Derek aggrottò la fronte e gli sollevò il mento con una mano, gentile.

-Dimmelo. Per favore. -

Stiles lo guardò, combattuto, il labbro incastrato tra i denti.

-Niente. Ho solo pensato... tu hai il mio marchio. Sarebbe...non so, carino se anche tu avessi il mio. -

Derek lo fissò, un'inaspettata ondata di tenerezza che lo invadeva.

-Non è una cosa stupida. Ma i licantropi...-

-Guariscono subito – lo interruppe Stiles, sbrigativo, con un sorriso che non coinvolgeva gli occhi – Lo so, Sourpuff. Te l'ho detto, lascia stare. -

Derek rimase in silenzio, mentre osservava con occhi attenti Stiles scendere dal suo corpo e stendersi accanto a lui. Si voltò su un fianco, per poter essere faccia a faccia. Adesso solo le loro gambe e le loro braccia si sfioravano e Derek sentì il lupo uggiolare, bisognoso della vicinanza del suo compagno.

-Perché adesso hai messo il broncio? - mormorò Derek, con gentilezza.

Stiles si strinse nelle spalle, allungando una mano per tracciare figure immaginarie sul braccio di Derek.

-Non lo so. È solo che... io porterò il tuo marchio per sempre. E mi sta bene, te l'ho detto! - aggiunse precipitoso, quando vide Derek in procinto di parlare, preoccupato – Volevo solo che anche tu potessi portarmi sempre con te. Sai, per essere alla pari. Tutto qui. -

Derek scosse la testa, catturando la mano di Stiles, che ancora vagava sul suo braccio, e intrecciando con forza le loro dita.

-Ti porto con me in altri modi. Solo perché non si vede, non vuol dire che tu non sia marchiato in me. Sei sempre con me, Stiles. -

Gli occhi di Stiles tornarono a brillare, accecanti, e Derek gli sorrise.

Si mossero insieme, baciandosi pigramente, le gambe che si intrecciavano.

Derek sospirò, morbido, quando Stiles gli si arrampicò di nuovo addosso, baciandolo con più decisione.

Qualcosa gli diceva che non avrebbe dormito presto.

 

 

 

Derek si svegliò nell'esatto momento in cui sentì Stiles sfilarsi con delicatezza dalle sue braccia. Contrasse la fronte e gli afferrò alla cieca un polso.

Stiles rise, soffice, ma rimase immobile.

-La tua dipendenza da me è sempre più preoccupante, Sourpuff. -

Derek aprì a fatica gli occhi, mettendo a fuoco la figura di Stiles, vestito solo dei suoi boxer, seduto sul bordo del materasso.

-Dove stai andando? - bofonchiò, senza lasciarlo andare.

Gli occhi di Stiles erano morbidi mentre si allungava per scostare una ciocca di capelli dagli occhi di Derek.

-A casa. Tra due ore inizia il nostro turno e io non ho vestiti mettibili, grazie a un certo lupo ribelle. -

Derek contrasse ancora di più la fronte, sollevandosi un po' sul materasso per poterlo guardare bene in viso.

-Posso prestarti qualcosa di mio – sorrise, insinuante, accarezzandogli la pelle interna del polso – Non te ne andare, abbiamo ancora tempo prima del turno. -

Stiles continuò a sorridere, ma qualcosa era cambiato nel suo sguardo e nel suo odore. Sembrava nervoso.

-Siamo già alla fase in cui ci scambiamo i vestiti? -

Derek inarcò le sopracciglia, il suo sorriso che prendeva una piega maliziosa.

-Beh, il pensiero di te con addosso i miei vestiti è decisamente allettante, quindi nulla in contrario da parte mia. -

Questa volta Stiles perse il sorriso e anche Derek si fece serio, d'un tratto preoccupato.

Lasciò andare il polso di Stiles, mettendosi seduto contro i cuscini e guardando l'altro con attenzione.

-Cosa c'è che non va? - Lo sguardo di Derek andò automaticamente al collo di Stiles, dove il morso spiccava con fierezza – Ti sei pentito? -

Stiles scosse freneticamente la testa, ma continuava a puzzare di nervosismo e stava facendo impazzire Derek.

-No. Cristo, no. Solo... - si passò una mano tra i capelli spettinati, facendo vagare lo sguardo per stanza – Non devi fingere per forza, Derek. -

-Fingere? - ripeté Derek, assolutamente confuso – Pensi che stia fingendo? -

Lo sguardo di Stiles era cauto, sulla difensiva e Derek lo odiava, perché Stiles non stava mai sulla difensiva con lui. Si erano sempre fidati l'uno dell'altro, senza riserve.

-Non sempre. Cioè so che mi... che mi vuoi bene, questo non lo stai fingendo. E so che ieri notte non stavi fingendo, che mi volevi davvero, perché il lupo mi voleva. Ma adesso ci siamo legati, è tutto risolto. Non c'è bisogno che tu ti comporti... così. -

-Così come? - domandò Derek, sempre più disorientato.

-Come un fidanzato – sputò Stiles, come se stesse pronunciando una parola terribile.

Derek rimase in silenzio, un peso opprimente sul petto.

Certo, era ovvio che Stiles non volesse questo.

Lo aveva detto lui stesso solo ieri, non c'era bisogno che fossero innamorati.

-Posso non farlo, se vuoi – si risolse a dire, cauto.

Non voleva spaventare Stiles più di quanto probabilmente aveva già fatto.

Tuttavia l'odore di nervosismo di Stiles aumentò ancora di più e il ragazzo lo guardò con quella che sembrava autentica disperazione.

-Se voglio...Dio, Derek. Non è... non è quello che voglio io il problema. È quello che vuoi tu che mi importa. Non voglio che... insomma, non voglio che ti comporti in un certo modo con me solo perché pensi che adesso me lo aspetto visto che ci siamo legati o perché ti faccio pena per la questione di Lydia! -

-Che cosa? - quasi urlò Derek, cominciando ad arrabbiarsi – Come puoi pensarlo? Se mi comporto... come un fidanzato con te, è perché voglio, non per farti contento o perché mi fai pena. -

Stiles sembrava genuinamente confuso e Derek cominciava a trovare l'intera situazione parecchio frustrante.

Voleva solo riportare l'orologio indietro di qualche ora, quando era ancora a letto con il suo compagno felice e addormentato tra le braccia.

-Perché dovresti comportarti come un fidanzato? Hai detto sin da subito che era il lupo ad avermi scelto come compagno, che non avevi voce in capitolo. -

Derek esitò, incerto.

Si ricordò delle parole di Peter, del suo consiglio di dire la verità a Stiles.

Perché se Stiles è convinto che sia solo il tuo lupo a volerlo, non penso che questa faccenda potrà finire bene.

Voleva disperatamente dire la verità a Stiles, ma non voleva in alcun modo spaventarlo. Ed era certo che dire “sono dolorosamente innamorato di te da quattro lunghi anni e morirei per te”, fosse un po' spaventosa come cosa.

Stiles aveva già dovuto digerire molto, aveva addirittura accettato un legame per lui, non poteva buttargli addosso anche questa cosa, non quando sapeva che Stiles provava ancora sentimenti per Lydia e una sua dichiarazione lo avrebbe solo messo in una situazione spiacevole.

Ma una mezza verità non avrebbe fatto male a nessuno, giusto?

-Ho solo pensato...noi teniamo l'uno all'altro, è così evidente. E io ti trovo attraente, non è solo il lupo – specificò, perché a volte gli sembrava che Stiles ignorasse questa cosa – E insomma, siamo legati. Perché non provare... a farla funzionare? -

Stiles inclinò la testa, studiandolo come se fosse uno strano esperimento riuscito male.

-Mi stai chiedendo di frequentarci? Tipo come una relazione? -

Derek deglutì, cercando di raccogliere tutto il coraggio di cui un tasso può essere capace.

-Sì. Se vuoi insomma. -

Stiles rimase a fissarlo a lungo e il silenzio stava diventando insostenibile per Derek.

-Non so se sono bravo con le relazioni – disse infine, in tono lento e misurato, senza staccare lo sguardo dal suo – Non ne ho mai avuta una che non fosse dentro la mia testa. E, beh, il sesso non conta. -

Derek represse un ringhio, cercando di ricordare al lupo che sì, Stiles era stato a letto con altri, ma adesso era loro, era il loro compagno.

-Non devi essere bravo – rispose, azzardando a prendergli la mano e sentendosi caldo e in pace quando Stiles intrecciò le dita alle sue sul materasso – Devi solo essere te stesso. E, beh, non te la sei cavata affatto male come compagno in tutti questi anni. Questa è più o meno la stessa cosa. -

Finalmente, finalmente cazzo, lo sguardo di Stiles si addolcì e Derek tornò un po' a respirare. Chiuse gli occhi quando Stiles gli accarezzò una guancia con le nocche, delicato e attento.

-Sei proprio un tasso senza speranze. -

Per tutta risposta Derek gli prese la mano e gli baciò il palmo, sorridendo quando sentì i battiti di Stiles aumentare.

-È un sì? -

Aprì gli occhi giusto in tempo per vedere lo sguardo ardente di Stiles su di lui.

-Sì. Potrebbe davvero finire di merda, ma sì. Proviamoci. -

Derek scoppiò in un sorriso pateticamente felice e gli occhi di Stiles si ammorbidirono ancora di più. Si mossero insieme uno verso l'altro, incontrandosi a metà strada in un bacio dolce e sentito. Le dita di Stiles si intrecciarono ai suoi capelli, senza tirare.

-Dovrai prestarmi una camicia, Sourpuff – sussurrò sulle sue labbra, gli occhi che brillavano – E una sciarpa. Anzi, no, fanculo. Solo una camicia. Chi se ne frega se gli altri vedono il marchio. È fottutamente sexy. -

Derek scoppiò a ridere, sentendosi completamente felice per la prima volta nella sua vita.

 

 

 

Derek aveva cercato di non fissare troppo Stiles, davvero, ma la sua camicia gli stava larga e gli lasciava scoperta una piccola porzione della spalla mentre guidava, senza contare che il tessuto nero creasse un contrasto affascinante con la sua pelle bianca.

Stiles gli lanciò una rapida occhiata, incurvando le labbra.

-Sei un po' troppo orgoglioso di te, per i miei gusti. Forse avrei dovuto mettere quella sciarpa. -

Derek ringhiò, ma era un ringhio scherzoso, il lupo era al settimo cielo da quando si erano legati.

-Non osare. -

Stiles continuò a sorridere e Derek si sentì il cuore caldo quando l'altro spostò la mano dal cambio al suo ginocchio, accarezzando delicato la rotula.

-Come stai, comunque? - domandò Stiles, in tono curioso e preoccupato insieme – Il legame ha calmato il lupo? -

Derek coprì la mano di Stiles con la sua, intrecciando le dita. Non riusciva nemmeno a sentirsi patetico per il suo bisogno di contatto, aveva decisamente aspettato troppo.

-Stiamo entrambi alla grande ora che ti abbiamo – rispose, guardando intensamente il profilo di Stiles.

Il serpeverde non disse niente, ma il suo sorriso si addolcì e il pollice si mosse per accarezzare il dorso della mano di Derek.

Derek rimase avvolto in una bolla di contentezza e amore per tutto il viaggio fino al dipartimento.

Avrebbe voluto che tutto rimanesse così per sempre, che il mondo potesse essere ridotto a lui e Stiles.

Ma fu dolorosamente consapevole che c'erano altre persone al mondo, quando sentì Stiles irrigidirsi al suo fianco, una volta arrivati davanti al ministero.

Jackson e Isaac stavano anche loro entrando, litigando come al solito. Derek notò con soddisfazione che la faccia livida di Jackson stava virando a un deciso giallo malaticcio. Entrambi si bloccarono quando notarono lui e Stiles davanti all'ingresso. Jackson cercò lo sguardo di Stiles, ma il serpeverde lo ignorò, sorridendo invece a Isaac. Isaac arrossì da capo a piedi e Derek riuscì a trattenere un ringhio solamente pensando che adesso Stiles era suo, non importava quale cotta potesse avere quell'idiota di Lahey. Se pensava al fatto che fosse un tassorosso come lui, provava un forte senso di rabbia irrazionale.

-Lahey. Come va con il caso del commerciante di amuleti maledetti? - domandò Stiles, con un sorriso davvero eccessivo, per i gusti di Derek.

Isaac sembrava che stesse per svenire da un momento all'altro e Derek avrebbe volentieri alzato gli occhi al cielo.

Sul serio, un po' di contegno.

Mentre il tassorosso ancora annaspava in cerca di una risposta, Jackson si inserì con un cipiglio deciso.

-Stiles – a Derek non sfuggì il fatto che gli occhi di Jackson si fossero stretti sul colletto aperto della camicia, che mostrava chiaramente il segno del morso - Possiamo parlare? -

Stiles continuò a guardare Isaac sorridendo, quando gli rispose.

-Preferirei di no, se non è roba di lavoro. -

-È roba che sei uno dei miei migliori amici, sei sparito per tre giorni e ora hai il collo che sembra il banchetto di un vampiro – sbottò Jackson, chiaramente perdendo tutta la sua già poca pazienza – Cazzo, ho capito che ce l'hai con me per Lydia. Ma siamo amici da anni. Almeno parliamone.-

Stiles lo ignorò, continuando a guardare Isaac con insistenza.

-Allora Lahey? Il ladro? -

-Ehm – Isaac, palesemente in difficoltà, lanciò uno sguardo a Jackson prima di rispondere – Beh, confidiamo di prenderlo a breve. Vogliamo tendergli una trappola. Alcuni agenti si sono infiltrati in circoli criminali e hanno diffuso la voce di una grossa asta di manufatti oscuri. Speriamo di attirare il nostro ladro. -

Secondo Derek era estremamente non professionale parlare di operazioni segrete a un altro auror fuori dall'ambiente di lavoro, soprattutto se non si trattava del tuo compagno, ma Stiles si illuminò, come colto da una realizzazione improvvisa.

-Ho un'idea, cazzo! - esclamò solo, e prima che qualcuno potesse anche solo pensare di fermarlo, si slanciò verso l'ingresso e sparì all'interno dell'edificio.

Derek cercò di respingere il senso di perdita che sentiva, sapendo bene che fosse ridicolo. Il legame era ancora fresco e aveva bisogno di tempo per abituarsi all'idea di non potere avere Stiles accanto ogni istante. Isaac, sempre più perplesso, scosse la testa, entrando anche lui dentro il ministero.

Derek fece per seguirli, ma Jackson gli bloccò la strada con aria bellicosa.

Derek inarcò un sopracciglio, senza scomporsi.

-Vuoi il secondo giro, Whittemore? -

Con sua sorpresa, Jackson ignorò la provocazione, rimanendo perfettamente serio.

-Che sta succedendo tra te e Stiles? -

Derek cercò di dominare l'ondata di fastidio e di rimanere calmo.

-Sbaglio o non sono affari tuoi? -

-Beh, per citarti, Hale, tutto ciò che riguarda Stiles è affar mio – replicò Jackson, sarcastico e rabbioso insieme – Anche se adesso ha deciso di odiarmi, siamo amici. E non voglio che soffra. -

-Non farei mai soffrire Stiles! - protestò Derek con veemenza, disgustato alla sola idea.

Jackson inarcò le sopracciglia, scettico.

-Come lo spieghi il fatto che è sparito per tre giorni? E che quando è tornato sembrava un cadavere e aveva quel ridicolo maglione a collo alto, che non ha ingannato nessuno, per la cronaca. E adesso ha quel segno sul collo e so che c'entri tu e il tuo lupo pazzo. -

-Non gli ho fatto del male – ringhiò Derek, stringendo le mani a pugno – Sono cose da lupo, cose che tu non capiresti, ma ti assicuro che non ho costretto Stiles a fare niente che non volesse. Lui sta bene. -

L'ultima frase l'aveva detta con un tocco di disperazione perché, anche dopo tutte le rassicurazioni e il confronto di quella mattina, Derek non era ancora del tutto convinto che fosse vero.

E l'idea di poter far star male Stiles, anche inconsapevolmente, lo uccideva.

Jackson rimase a lungo in silenzio, trafiggendolo con uno sguardo acuto.

-Sarà meglio per te che continui a stare bene, allora. Non so cosa stia succedendo tra voi due, ma non ti conviene illuderlo o ferirlo. Cazzo, quello ci sta sotto con te dai tempi di Hogwarts, non si merita altre cazzate da parte tua, mi hai capito? -

Fu come se qualcuno gli avesse versato dell'acqua ghiacciata addosso.

Derek si congelò, fissando Jackson come se non fosse vero.

-Sotto con me dai tempi di Hogwarts? - ripeté a fatica, con una voce impastata che non gli sembrava nemmeno la sua.

Jackson alzò gli occhi al cielo, completamente insensibile allo sconvolgimento di Derek.

-Non fingere di non saperlo. Lo sapevano tutti, ai tempi. Stiles era un continuo “Derek qua, Derek là. Derek ha fatto questo, Derek ha fatto quello. Derek è così bravo a difesa contro le arti oscure, Derek è il miglior giocatore di quidditch del mondo. Derek è così bello forte gentile e atletico” e bla bla bla. Poteva parlare per ore di te nella sala comune. Nessuno lo sopportava più. -

Derek sapeva di essere abbastanza ridicolo, con la bocca spalancata e lo sguardo perso, ma non poteva farci niente.

-Stiles...Stiles parlava di me in sala comune? -

Jackson gli lanciò un'occhiata acuta, come a voler capire se fosse serio o lo stesse prendendo in giro.

-Certo. E non solo lì – roteò gli occhi – Eri Derek Fottuta Meraviglia Hale per lui. Beh, lo sei ancora. Ma da ragazzo era davvero un disco rotto con questa storia della tua assoluta perfezione. E nessuno doveva osare dire il contrario. Una volta ha picchiato Martin Sike di corvonero solo perché ha detto che tassorosso era la casa più inutile di tutte – lo fissò, spazientito – Ma insomma, devi per forza saperle queste cose. -

Derek gettò fuori una risata isterica. Sentiva il cuore battere a mille da quando Jackson aveva pronunciato la frase “quello ci sta sotto con te dai tempi di Hogwarts”.

-Ti assicuro che non ho la più pallida di cosa tu stia dicendo. -

Jackson aggrottò la fronte.

-Ma scusa, a cosa pensavi fosse dovuta l'acne acuta di Patrick Shelman? -

-Chi cazzo è Patrick Shelman? - domandò Derek, sempre più confuso e disperato.

Jackson che lo guardava come se fosse un perfetto idiota, non stava migliorando la situazione.

-Il capitano della squadra di quidditch di grifondoro. Tentò di disarcionarti durante una partita quando noi eravamo al quinto anno e Stiles gli mise una pozione brufolosa nel suo succo di zucca il giorno dopo durante la colazione. -

Improvvisamente, l'immagine di un ragazzo alto e riccio che usciva urlando dalla Sala Grande coprendosi la faccia con le mani attraversò la mente di Derek.

-È stato Stiles? - domandò, quasi urlando – Ma Patrick è stato in infermeria per due settimane, non può averlo fatto solo perché stava per disarcionarmi! È assurdo! -

Jackson a quel punto lo fissò, scioccato.

-Tu davvero non ne sapevi niente. Come cazzo facevi a non saperlo? -

-Non lo so! - si difese Derek, un po' isterico – Io... io non avevo mai pensato al fatto che Stiles fosse a Hogwarts negli stessi anni in cui c'ero anche io. Aspetta – d'un tratto fu colto da una realizzazione stupenda e terribile al tempo stesso - Sono io la sua cotta di quando aveva quattordici anni. -

Jackson adesso lo stava guardando come se fosse qualcosa di particolarmente schifoso che aveva toccato per sbaglio.

-Mi sembra piuttosto ovvio. O forse devo mettere degli striscioni? Anche se, a dir la verità, ti aveva già notato quando eravamo al terzo anno. Tu eri al quinto ed eri stato nominato prefetto. Stiles e io eravamo con i nostri compagni di casa nel cortile e stavamo giocando con dei fresbee zannuti. Poi sei arrivato tu e hai cominciato a rompere le palle sul fatto che fossero proibiti e ce li hai sequestrati. Quando te ne sei andato, stavamo già pianificando di farti qualche scherzo, ma Stiles ci disse di lasciarti stare – roteò gli occhi, anche se la sua espressione mostrava in modo infinitesimale affetto – Il giorno dopo cominciò a comporre lodi su di te. E non si è più fermato. Neanche quando ti sei messo con quella Braeden. O con quel caso umano di Jennifer. -

Derek era sempre più stordito, sempre più incredulo.

-Ma... Lydia... -

Jackson lo interruppe con un'occhiataccia.

-Ma Lydia niente. Ha cominciato a fissarsi con lei solo al sesto anno, quando tu ti eri già diplomato. Anche se aveva smesso di parlare di te già da un po', di punto in bianco. Non so perché. -

Derek deglutì, sentendosi diventare pallido.

Lui sapeva perché.

Un giorno provai a parlargli, ma gli dissi a malapena ciao che mi mandò al diavolo e mi disse di levarmi di torno. Non mi ha nemmeno guardato. Ero come... invisibile.

Ma non era possibile... non ricordava niente del genere. Certo ricordava di aver sequestrato parecchi oggetti proibiti durante i suoi anni da prefetto, ma non ricordava affatto Stiles tra quel gruppo di serpeverde. Il che era assurdo, perché adesso Stiles era così fondamentale per Derek. Davvero c'era stato un tempo in cui il suo volto tra la folla era solo uno dei tanti?

C'era stato un tempo in cui Stiles lo amava e lui si era stato fuggire quell'occasione? L'occasione di essere ricambiato dal ragazzo che amava da quattro lunghi anni?

-Non... non può essere possibile – balbettò a quel punto Derek, scuotendo la testa.

Jackson lo scrutò con aria truce.

-Se non mi credi chiedi alla tua amica Erica. Era una serpeverde anche lei no? -

Derek non rispose, assolutamente sconvolto.

Jackson lo soppesò ancora per un istante, poi sbuffò.

-Senti, non ho tempo per questo. Non è colpa mia se sei un auror e non sei nemmeno in grado di renderti conto quando piaci a qualcuno. Solo, non far soffrire Stiles. Si è rassegnato anni fa al fatto che non avresti mai ricambiato i suoi sentimenti e gli bastava essere tuo amico. E ora gli sei rimasto solo tu, perché ha allontanato Lydia, ha allontanato me e persino Scott. Sì, ogni tanto parlo con quello sfigato di McCall, ma solo quando riguarda Stiles. Quindi adesso non puoi buttarlo via dopo esserti divertito con lui. Perché, licantropo o meno, ti farò molto male in quel caso. -

-Non voglio buttarlo via – rispose Derek, distante, quasi assente – Voglio che stia con me. Voglio che sia felice.-

Jackson lo squadrò.

-Sarà meglio per te. -

Prima che Derek potesse dire qualsiasi cosa, Jackson si allontanò dentro l'edificio.

Derek rimase immobile, lo sguardo perso nel vuoto.

Poi, qualcosa scattò dentro di lui. Entrò e si diresse a passo di marcia verso il loro ufficio. Stiles non era lì e anche se solitamente questa cosa lo avrebbe allarmato, adesso si ritrovò a ringraziare il cielo.

Con dita febbrili, aprì il cassetto della sua scrivania, estraendo uno strano aggeggio che Erica e Boyd chiamavano smartphone.

Essendo un purosangue, non capiva perfettamente il funzionamento di quell'affare, ma ogni tanto lo usava per comunicare con i suoi migliori amici.

Normalmente non avrebbe disturbato Erica mentre era in viaggio di nozze, ma considerando che la sua luna di miele durava da circa due mesi e che aveva appena scoperto una cosa sconvolgente, si sentiva legittimato a chiamarla.

Avviò una videochiamata, perché aveva bisogno di vedere in faccia la sua amica.

Erica, per fortuna, rispose immediatamente.

Nonostante tutto, Derek sorrise nel vedersela comparire abbronzata e con una collana di fiori al collo. Dal panorama alle sue spalle, era piuttosto chiaro che si trovasse in spiaggia.

-Derek! Aloha! Finalmente ti sei fatto sentire! - urlò, inequivocabilmente felice nel vederlo.

-Ehi. Non volevo disturbarvi. Come va alle Hawaii? -

-Benissimo, anche se siamo in partenza! Boyd è in albergo a fare le valigie. Brasil, aspettami! -

Derek scosse la testa, sorridendo ancora di più.

-Siete le prime persone che conosco la cui luna di miele non finisce mai. -

Erica si strinse nelle spalle, senza perdere il sorriso.

-La gioia di lavorare in proprio e di potersi permettere una piccola vacanza – d'un tratto si fece seria, scrutando Derek attentamente – Tu come stai? Non hai una bella cera. L'ultima volta che ti ho sentito avevi problemi con il lupo. Come va adesso? -

Derek prese un profondo respiro, mentre si sedeva con attenzione alla sua scrivania.

-Meglio – fece una pausa, lo sguardo che saettava quasi inconsapevolmente verso la porta chiusa – Mi sono legato con Stiles. -

Ci fu un lungo silenzio e Derek pensò che non fosse un buon segno il fatto che Erica avesse perso qualsiasi traccia di sorriso.

-Legato? Legato tipo legato legato? Come compagni di vita? -

Derek grugnì, evasivo.

-Sì. -

-Oh – Erica sembrò rilassarsi progressivamente, il che tranquillizzò anche Derek – Beh, non è sorprendente ora che ci penso. Voglio dire, sei chiaramente innamorato di lui da quando avete cominciato a lavorare insieme.-

-Lo sono – confermò subito Derek, sollevato. Erica non aveva fatto alcun cenno a una possibile cotta di Stiles, era certo che Jackson si fosse inventato tutto.

-E anche Stiles è chiaramente innamorato di te da un decennio, quindi direi che la cosa ha senso – aggiunse però Erica, con noncuranza, e Derek si sentì crollare il mondo addosso.

Erica sembrò notare qualcosa nella sua espressione, perché si fece immediatamente allarmata.

-Beh, lo sapevi, no? Voglio dire, lo sapevamo tutti. -

-Io no! - esclamò Derek, isterico ed esasperato – Come avrei dovuto saperlo?! Non mi ha mai detto niente! -

Adesso lo sguardo di Erica era molto simile a quello di Jackson e Derek lo trovò decisamente irritante.

-Derek. Oh, Derek, Derek, Derek. Sapevo che fossi ingenuo, ma questi livelli sono infimi persino per te. Se ne era accorto persino Boyd, e ho detto tutto. -

-E perché non mi avete detto nulla, allora? - strillò Derek, disperato.

Erica inarcò le sopracciglia, senza scomporsi.

-Beh, perché ora siete amici e pensavamo non ti importasse, all'epoca. Voglio dire, eri tutto pazzo di Braeden a Hogwarts. Poi al settimo anno hai avuto quella storia con quella pazza di Jennifer, poi di nuovo Braeden... non pensavamo ci fosse spazio per Stiles Stilinski.-

Derek scosse la testa, trattenendosi dal dire quello che veramente pensava.

Che c'era sempre spazio per Stiles, perché Stiles era così importante per lui. Ed era stato un idiota, oh così idiota, a non averlo capito subito.

-Veramente Derek, pensavamo che lo sapessi – insistette Erica, sembrando un po' dispiaciuta – Era venuto persino a parlarti una volta, non ti ricordi? Noi eravamo al settimo anno ed eri seduto con me e Boyd sulle tribune e guardavamo gli allenamenti di quidditch di tassorosso. Tu eri incazzato perché quel cretino di Patrick Shelman ti aveva fatto quasi cadere dalla scopa e ti aveva lussato una spalla e Madama Chips ti aveva ordinato di sospendere gli allenamenti almeno per una settimana. -

-Lo sapevi che è stato Stiles a fargli venire l'acne, a proposito? - la interruppe Derek, in tono sconvolto.

Erica alzò un sopracciglio, estremamente tranquilla, e Derek si sentì morire.

-Ma certo. Lo sapevano tutti – fece una pausa – Anche tu lo sapevi, no? -

Derek grugnì, depresso.

-Lascia perdere, va avanti. -

Erica lo soppesò ancora qualche istante, poi riprese a parlare.

-Insomma, eravamo sulle tribune e a un certo punto Stiles si è avvicinato, tutto rosso su di giri, e ti ha detto ciao. Poi non mi ricordo esattamente cosa hai detto, ma mi ricordo che quel poveretto se ne è andato con la coda tra le gambe. -

-Gli ho detto di andare in pasto ai troll – disse Derek, la voce completamente vuota, il cuore pesante.

-Sì, beh, come dicevo eri incazzato. Ed era anche il periodo in cui continuavi a lasciarti e riprenderti con Braeden. Praticamente non pensavi ad altro. E Stiles è piombato all'improvviso interrompendo un momento privato tra noi tre. La tua reazione è stata naturale. Non essere troppo duro con te stesso. -

-L'ho trattato malissimo, Erica! - esclamò Derek, arrabbiato – E lui non mi ha mai rinfacciato nulla, in tutti questi anni! È sempre stato nient'altro che gentile con me, sin dall'inizio. E io sono stato orribile con lui. -

-Questo non è vero, Derek! - protestò Erica spalancando gli occhi – Magari non sei stato un raggio di sole a Hogwarts, ma sei stato un buon compagno per lui in questi quattro anni, una volta che hai avuto la possibilità di conoscerlo! -

Derek scosse la testa, sentendosi pateticamente sull'orlo delle lacrime.

-Sono pure andato a lamentarmi con Argent quando ho scoperto chi fosse suo nonno. Lui invece non ha nemmeno battuto ciglio quando gli ho detto di essere un licantropo.-

-Okay Derek, adesso ascoltami. Ti conosco e non ti lascerò precipitare in questa spirale di senso di colpa e autocommiserazione. Sì, non sei stato gentile con Stiles ai tempi della scuola, ma eri un ragazzino problematico, Gesù, chi non lo è a diciassette anni? E Stiles era un ragazzino strano e più piccolo che ti seguiva dappertutto ed era anche lui sciocco come tutti i ragazzi a quell'età. Grazie a Dio siete cresciuti entrambi, siete diventati compagni, siete legati! Ed è così ovvio che tu lo ami! Qual è il problema? -

-Il problema è che adesso non sono sicuro che Stiles provi più lo stesso – mormorò Derek, affranto.

Erica gli lanciò un'occhiata torbida.

-Okay, adesso stai facendo l'ottuso per forza.-

Derek la guardò male.

-Non sto facendo l'ottuso. Sono passati anni da Hogwarts, Stiles è stato innamorato di Lydia per un sacco di tempo e me l'ha detto esplicitamente che non è innamorato di me. -

Intendo dire che non c'è bisogno che siamo innamorati.

Erica inarcò le sopracciglia.

-Mi sembra molto difficile crederlo. Senti, ho partecipato anche io a qualche festa di Natale degli auror. E il modo in cui Stiles ti guarda? Non ha mai guardato Lydia così. -

-Ma è sempre rosso e su di giri quando passa lei – protestò Derek, confuso – E il suo odore si fa eccitato quando c'è Lydia, lo sento. Poi si agita tutto, il suo cuore accelera e comincia a dondolarsi sui piedi. Non è così con me.-

Erica scosse la testa.

-Sai come si comporta Stiles con Lydia? Esattamente come si comportava con te a Hogwarts, quando eri solo un ragazzo carino che idolatrava da lontano. E vuoi sapere come si comporta con te adesso? Come una persona innamorata, una persona che ti conosce davvero e ti ama per quello che sei. È per questo che è sempre tranquillo quando gli sei accanto, è per questo che non si agita o non dondola sui piedi. Tu lo calmi Derek, lo rilassi. È così che funziona quando ami qualcuno. È così che tu sei con lui.-

Derek rimase in silenzio, stordito. Si riscosse solo quando avvertì dei passi nel corridoio. Avrebbe riconosciuto quell'andatura per sempre.

-Devo andare – disse velocemente, ignorando lo sguardo contrariato di Erica – Ti voglio bene, saluta Boyd e digli che mi manca. Ciao. -

Derek chiuse la videochiamata nell'esatto momento in cui entrò Stiles, su di giri.

-Tassorosso, ho un piano geniale per fare il culo alla setta dei mangiamorte e per dimostrare che è Kate la nostra Argent incriminata! -

Derek cercò di mostrarsi colpito, o per lo meno curioso, ma sapeva di essere troppo teso al momento per fingere.

Stiles infatti inclinò la testa, perplesso.

-Va tutto bene? - lanciò uno sguardo al cellulare tra le mani di Derek – Ho interrotto una chiamata? -

Derek scosse con decisione la testa, riponendo il telefono nel cassetto. Si alzò in piedi, andando incontro a Stiles.

-No. Non interrompi mai. Mai, mai, mai. -

Stiles fece un sorrisetto, sembrando confuso e lusingato insieme.

-Va bene, Tassorosso. Credo di aver capito il concetto. -

Derek lo fissò seriamente negli occhi, ora molto vicino.

-Bene. Perché voglio che non te ne dimentichi mai. -

Gli occhi di Stiles erano accecanti nei suoi mentre lo soppesava.

-Sei strano – commentò, senza cattiveria, il tono dolce – Sei sicuro vada tutto bene?-

E Derek avrebbe voluto dirgli molte cose. Avrebbe voluto dirgli che aveva parlato con Jackson e Erica e sapeva di essere la sua cotta di quando era a Hogwarts. Voleva chiedergli scusa per essere stato brusco per lui, per non averlo notato, per averlo fatto sentire invisibile. Voleva dirgli quanto fosse importante adesso per lui, quanto fondamentale e amato fosse.

Invece, scattò in avanti, prese Stiles tra le braccia e lo baciò, famelico. Stiles sussultò all'inizio, un po' sorpreso, ma si rilassò rapidamente nel bacio, passando un braccio intorno alla vita di Derek e l'altro intorno al suo collo. Derek ringhiò, possessivo, spingendo Stiles contro il muro e stringendolo ancora più forte. Più pensava che avrebbe potuto avere tutto questo molto prima, più sentiva forte e prepotente il bisogno di tenere Stiles accanto a lui.

Stiles rise contro la sua bocca, liberando a fatica una mano per potergli accarezzare piano una guancia.

-Woah, Sourpuff. A cosa devo tutta questa foga? Stai per partire per la guerra senza di me? -

Derek scosse la testa, appoggiando la fronte contro quella dell'altro e respirando affannato.

-No. Mai senza di te. -

Gli occhi di Stiles brillarono nei suoi e lo stomaco di Derek si contrasse perché era vero, Stiles non aveva mai guardato Lydia così.

Come aveva potuto non capirlo prima?

-Buono a sapersi, perché ho bisogno di te. -

A quel punto Derek riacquistò un po' di lucidità, ricordando le parole che aveva pronunciato Stiles nell'entrare. Si scostò un pochino da lui, smettendo di stargli addosso, anche se non lo lasciò andare del tutto e Stiles non fece nulla per liberarsi dall'abbraccio.

-Parlavi di un piano? -

Stiles annuì, sorridendo frenetico, come ogni volta che era sul punto di risolvere un caso.

-Sì. E Argent ci aiuterà a eseguirlo. Ma prima... – si sfilò con qualche difficoltà dalla tasca dei pantaloni una piccola fiala dal liquido incolore, che Derek riconobbe all'istante.

-Dobbiamo avere qualche garanzia da lui.-

Derek fissò la pozione e poi Stiles, a sopracciglia inarcate.

Non era sicuro di dove volesse andare a parare Stiles, ma di certo un piano che cominciava con il drogare il proprio capo con il veritaserum, prometteva di finire nel disastro.

Non che avesse importanza, sarebbe stato dalla parte di Stiles in ogni caso.

 

 

ANGOLINO

 

Ciao!
Scusate il ritardo, purtroppo sono un po' immersa nello studio, infatti non ho riletto tutto bene e spero che non ci siano orrori grammaticali (nel caso, urlate).

Finalmente le cose si smuovono un po'!

Ringrazio chiunque impieghi un po' del suo tempo per questa schifezzina, davvero <3

Un grazie speciale alle mie cicce, vi amo <3

A presto,

Fede <3

  
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