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Autore: Gatto1967    07/05/2021    2 recensioni
Nel giorno del compleanno di Candy, questa one-shot ripercorre alcune tappe fondamentali della sua saga.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Candice White Andrew (Candy)
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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7 Maggio: Casa di Pony.

 

Il coro dei bambini cantava il motivetto augurale dedicato alle loro due sorelline, che insieme compivano gli anni.

In realtà non era possibile sapere quale fosse il loro compleanno. Anni addietro Annie e Candy erano state trovate insieme, in una fredda notte di Novembre proprio fuori dalla porta della Casa di Pony, ma niente lasciava presagire che fossero imparentate. Erano state trovate distanti l’una dall’altra, e mentre Annie aveva con sé un biglietto in cui qualcuno spiegava che non poteva mantenerla e che il suo nome era, per l’appunto, Annie, Candy non aveva niente con sé, se non quel curioso bambolotto con su scritto quello che Miss Pony e Suor Maria ritennero essere il suo nome: Candy.

Mentre i bambini mangiavano la semplice torta preparata da Suor Maria, proprio la giovane suora scorse quello che sembrava un piccolo lampo di malinconia negli occhi di Candy e Annie.

Era appena stato dato l’annuncio dell’adozione di Tom.

Ma per Candy fu solo un lampo, e i suoi occhi tornarono quelli di sempre: ridenti e solari, come il carattere di quella di quella bambina che, Suor Maria ne era sicura, avrebbe sempre affrontato la vita con il sole negli occhi.

 

7 Maggio: Scuderie dei Legan.

 

-Anthony, ma questa rosa…-

-L’ho chiamata Dolce Candy, perché è bella come te.-

La Rosa sembrava risplendere nelle mani di Anthony, quella splendida rosa bianca che Anthony aveva coltivato con le sue mani e a cui aveva dato il suo nome.

-Anthony io…-

Mentre prendeva lo splendido fiore dalle mani di quel ragazzo così buono e gentile, la piccola Candy era più che consapevole di vivere un momento che avrebbe ricordato per sempre.

 

7 Maggio: Prigione della Royal Saint Paul School.

 

Seduta sul letto della cella Candy si stava immalinconendo. Quel giorno era il 7 maggio, il suo compleanno, e lei lo stava passando in prigione. E lì sarebbe rimasta fino alla fine della festa di Maggio, ovvero per una decina di giorni!

Chissà cosa avrebbero detto lo zio William e la zia Elroy se lo avessero saputo!

Dubitava assai che l’avrebbero presa come Albert e Terence che si erano messi a ridere quando glie lo aveva raccontato qualche giorno addietro allo zoo Blue River.

Quasi le sembrò di sentire la voce cavernosa della zia Elroy: “Candy! Tu sei la vergogna e il disonore degli Andrew!”

Sorrise all’idea. La zia Elroy non l’aveva mai avuta in simpatia, anche se per un breve periodo era sembrata aprirsi nei suoi confronti, ma poi era sopraggiunta l’orribile disgrazia di Anthony.

Una lacrima le scivolò sulla guancia. Anthony era stato la causa del litigio avuto con Terence quando l’aveva incontrato allo zoo. Terence era stato sferzante e irrispettoso verso Anthony. Come aveva potuto?

Lui non aveva conosciuto Anthony, ma lei sì.

Lui poteva anche pensare che fosse un damerino debosciato, tipo Neal, ma lei sapeva qual era la verità. Sapeva quanto Anthony fosse buono e coraggioso.

Ricordava la sua scazzottata con Tom, e la vigorosa stretta di mano che era seguita.

Ricordava la sua partecipazione al Rodeo, quando aveva addirittura sbaragliato gli altri concorrenti vincendo la competizione.

-Al diavolo Candy!- sbottò all’improvviso.

-Oggi è il tuo compleanno, e tu te ne stai qui a piangere come una scema!-

Ma non poteva proprio trattenersi, il ricordo di Anthony era troppo doloroso. Abbassò gli occhi e pianse.

 

7 Maggio: Scuola per infermiere Mary Jane.

 

Finita la lezione le allieve infermiere della Mary Jane School si alzarono, dirette ai propri turni in corsia.

-Signorina Sbadatella!- la chiamò la direttrice. -Si fermi un momento, devo parlarle.-

Mentre le sue compagne uscivano ridacchiando, Candy già si immaginava la manfrina della direttrice. Era una bravissima persona, ma sembrava quasi averla presa di mira.

-Signora direttrice io… mi dispiace di essere arrivata in ritardo anche oggi… io…-

-Faccia silenzio per favore! Non l’ho trattenuta per questo, ormai mi sono rassegnata ai suoi ritardi. Volevo solo darle questa.-

Candy vide la busta nella mano della direttrice.

-È… per me?-

-La prenda, è da parte di Miss Pony.-

-Miss Pony?- disse lei non reprimendo la contentezza e la commozione.

Presa la busta la aprì e dentro c’era una lettera piegata.

Aprì la lettera e rimase di stucco nel leggere il suo contenuto.

Un “Happy birthday Candy” formato gigante campeggiava in mezzo al foglio di carta, e tutto intorno le firme delle sue mamme e dei suoi fratellini.

-Buon compleanno signorina!- le disse la direttrice sorridendo. 

-Signora direttrice… lei sa che oggi è…-

-Miss Pony mi ha mandato questa lettera per lei quasi un mese fa, chiedendomi di consegnargliela il 7 maggio. Tanti auguri signorina.-

Candy avrebbe voluto abbracciare quella donna, ma sapeva che non sarebbe stato un gesto conveniente così si limitò a sussurrare un semplice “Grazie”.

-Adesso torni al lavoro signorina, e non si preoccupi: ho già avvertito io la caposala che avrebbe tardato un po’.-

-Certo signora direttrice. La ringrazio ancora.- disse accennando un inchino prima di uscire dall’aula.

 

7 Maggio: Chicago.

 

Candy era stanca e avvilita. Come aveva osato Neal Legan attirarla in quella villa isolata per dirle che la amava?

Come poteva anche solo pensare che lei potesse ricambiare i suoi presunti sentimenti?

Per fortuna era riuscita a sfuggirgli buttandosi nel lago, altrimenti c’era solo da tremare all’idea di come sarebbe potuta andare a finire.

Bel compleanno che stava passando! Sola, bagnata come un pulcino e intirizzita dal freddo!

A volte pensava di avere il potere speciale di attirare la sfortuna come una calamita! Se solo ci fosse stato Albert lì con lei…

I fari di una macchina squarciarono il buio davanti a lei, e la macchina le si fermò accanto.

-Candy!-

-Albert!- esclamò la ragazza felice di avere davanti l’uomo che come per incanto riusciva a esserle sempre vicino in ogni momento critico della sua vita.

-Albert!- esclamò ancora mentre correva ad abbracciarlo in lacrime.

 

7 Maggio: Fiume Avon.

 

La vecchia residenza di campagna sul fiume Avon sembrava rifulgere al raro sole britannico in quel 7 maggio, quando la macchina ne varcò il cancello.

Dopo che il veicolo, che sembrava aver visto giorni migliori, si fermò davanti alla porta d’ingresso quando ne uscirono un uomo e una donna, entrambi sui trent’anni.

La donna aprì la porta con le sue chiavi e la coppia entrò nella casa.

-Wow! È davvero bello il tuo villino di campagna!- esclamò lui dopo essersi guardato intorno.

-Te l’avevo detto Robert! Questo villino appartiene alla mia famiglia fin dai primi del ‘900, e forse anche prima. È l’unica proprietà che ci è rimasta da quei tempi, il resto se ne è andato insieme ai quarti di nobiltà del nostro clan.-

-Sono stati generosi i tuoi genitori a concedercelo per il nostro viaggio di nozze.-

-Dai, portiamo su il nostro bagaglio che poi ti faccio vedere il giardino.-

Mentre salivano le scale per recarsi alle stanze, Robert si fermò davanti a un quadro.

-Bello questo tuo ritratto!-

Lei sorrise malinconicamente.

-Questa non sono io, è mia nonna Candy. È morta ormai da dieci anni.-

-Cavolo! Ti somiglia come una goccia d’acqua, oltre ad avere il tuo stesso nome.-

-Era una donna meravigliosa… nella sua vita ne ha passate di cotte e di crude. Poi magari ti racconterò qualcosa di lei. 

Pensa: oggi sarebbe stato il suo centesimo compleanno.-

-Beh, tanti auguri allora.-

La giovane Candy si asciugò una lacrima di commozione.

-Tanti auguri nonna!-

 

 

 

   
 
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