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Autore: DANI1993    07/05/2021    1 recensioni
La fine del mondo è stata evitata, Glory è stata definitivamente sconfitta ma non senza conseguenze: Buffy infatti si è dovuta sacrificare per salvare per l'ennesima volta il mondo e sua sorella Dawn. Cosa combinerà durante la sua assenza, la Scooby Gang? Riuscirà quantomeno a condurre una vita il più possibile uguale a prima?
Questa storia ha l'intenzione di fornire una possibile interpretazione di ciò che potrebbe essere accaduto, durante quei mesi in cui Buffy mancò dal mondo.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dawn Summers, Rupert Giles, William Spike, Willow Rosenberg, Xander Harris
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                          Capitolo 4


 


POV DAWN




Il giorno successivo all’incontro-scontro tra Spike e Angel mi svegliai abbastanza presto, ben decisa ad affrontare le due questioni lasciate in sospeso con Willow: la ricostruzione del robot e la questione bollette.

Mi feci la doccia, mi vestii e scesi a colazione trovando la cucina ancora vuota: evidentemente sia Tara, sia Willow stessa erano ancora addormentati.

Trascorrevo ancora le vacanze estive e pertanto Xander non era costretto, come avveniva da quando Buffy non c’era, ad accompagnarmi a scuola.

Sapevo prepararmi da sola la colazione, il problema sopraggiunse però quando mi resi conto che il frigo era praticamente vuoto. Protestai amaramente tra me e me e non potei fare a meno di pensare come negli ultimi tempi le mie due coinquiline stessero pericolosamente approdando all’idea che tutto sia un mio problema e basta, rifugiandosi nella scusa un po’ meschina del: “ti teniamo compagnia, al resto devi pensare da sola”.

C’erano solo due persone che conoscevo, che potevano aiutarmi in quel frangente: Anya e Giles. Erano di fatto le uniche due che possedessero un briciolo di denaro e perciò rivestitomi per uscire, andai da loro a chiedere il prestito. Optai prima per Anya, perché immaginavo che Giles stesse ancora a letto essendo uno dagli orari piuttosto sfasati, soprattutto durante l’estate.
Trovai, perciò, la prima intenta a fare colazione mentre Xander ancora dormiva. Le chiesi se aveva del denaro da darmi per poter comprare qualcosa e lei gentilmente me lo diede e poi mi incamminai al market più vicino.

Presi l’occorrente e andai velocemente alla cassa per pagare. Solo allora fui urtata un po’ sgarbatamente da un ragazzo piuttosto pallido, con i capelli corti scuri, circondato da altri due uno di questi aveva la fronte terribilmente pronunciata.

“Jonathan guarda dove mi fai sbattere. Scusami, signorina”

“Non è niente, non preoccuparti” lo rassicurai, massaggiandomi l’avambraccio.

“Oh, suvvia Warren… hai le ossa dure a quanto pare” sghignazzò il terzo, mentre si allontanavano.

Le loro chiacchiere si persero nelle corsie del market e dopo che ebbi pagato, tornai a casa con ancora il braccio leggermente dolorante.

Quando rientrai in casa, trovai Willow sveglia la quale accorgendosi che era mancata la roba, si complimentò con me.

“Certo, avresti potuto anche pensarci tu, Willow” la ammonii, un po’ irritata.

“Scusa?” fece lei, guardandomi un po’ confusa e un po’ sorpresa.

“Ultimamente mi sembra che tu ti stia un po’ agiando in questa casa, come se per te fosse una specie di hotel. Ci sono delle mansioni che bisogna rispettare” la informai, alzando di un’ottava la voce.

“Fammi capire bene” rispose lei, alzandosi a sua volta a fronteggiarmi: “io sono qui, ti accudisco, ti tengo compagnia e tu mi mandi a quel paese costringendomi a collaborare e a pensare a farti da mangiare tutti i giorni?”

“Non sto dicendo questo…però, insomma: almeno un minimo di aiuto. Sei qui e a parte la tua presenza fisica, non contribuisci neanche un minimo”

 “Scusami, Summers, se ti reco disturbo e ti ostacolo. Ma forse sarebbe meglio, per te, se io e Tara togliessimo il disturbo. Vuoi dire questo?” mi chiese sfacciata.

“Vorresti forse farmi credere che sia tutto a norma? Che mi tieni informata su tutto? E cosa mi dici della bolletta? Se non l’avessi trovata io…”

“Quale bolletta?” domandò allora, cambiando espressione.

“Oh, suvvia…non farmi credere che non ne sai nulla” risposi sbuffando.

“No. Non ne sapevo nulla davvero. Te l’avrei detto altrimenti” rispose lei, e nel dirlo mi sembrò sincera. Davvero non ne sapeva nulla.

“Ma se non sei stata tu, a ritirarla allora chi…?”

“Scusami Dawn. L’ho ritirata io e avevo intenzione di dirtelo, prima o poi. Ma mi è passato di mente…” intervenne Tara, rientrando dal giardino, con una bottiglia d’acqua vuota.

“Beh, fa’ pure con comodo! In fondo è solo un mio problema, giusto?” la aggredii io, malamente. E Tara ci restò male.

“Non aggredirla!” intervenne Willow, nuovamente furiosa, fulminandomi con lo sguardo.

“Altrimenti cosa fai? Mi trasformi in un topo?”

“Ragazze, basta! Willow smettila. Abbiamo sbagliato entrambe, Dawn. Scusaci!” disse Tara, cercando di impedire che la situazione degenerasse.

Ci calmammo entrambe e anche io mi scusai con Tara per aver risposto male. Asserii il tutto allo stress accumulato in quei giorni costretta a pensare alle faccende domestiche, compito di cui non ero assolutamente preparata a fare.

“Ti capisco benissimo, cara. Avrei reagito male anche io dopo giornate così emotivamente pesanti” mi consolò lei, posandomi una mano sulla spalla e guardandomi realmente dispiaciuta.

“Come faremo a fare tutto ciò che va fatto? Non abbiamo un soldo”

“Ci inventeremo qualcosa, vedrai” mi rassicurò Willow. “In fondo si tratta solo di una bolletta, giusto? Potremo riuscire a venirne a capo…”

Un pochino rassicurata dalle mie due amiche, cercai di non pensarci più. In fondo avevano ragione: si poteva risolvere, magari con qualche sacrificio.

A pranzo decisi di rivelarle quale fosse la mia idea a proposito. Proposi perciò loro che entrambe, o anche solo una delle due, si adoperassero per trovare un lavoretto part-time in modo da poter garantire il mantenimento della casa, ma entrambe glissarono l’argomento con un semplice e ambiguo: “poi vedremo”.

Allora spostai la conversazione sull’altro argomento che mi premeva.

“Io e Sp… io…avrei una proposta” esordii, rimangiandomi la parola “Spike” perché sapevo che le possibilità si sarebbero notevolmente ridotte al sentirne il nome.

Tara e Willow mi guardarono in modo interrogativo.

“Quale?”

“Ecco…stavo pensando, io da sola: perché non ricostruire il robot? In fondo potrebbe darvi una mano nella caccia e a me come aiutante di casa”

Willow e Tara si guardarono l’una con l’altra e poi, risposero: “in fondo non sarebbe una cattiva idea”

“Avevo completamente rimosso il Buffy-bot a dire il vero” disse Tara, dopo una breve occhiata alla compagna accanto a lei.

“C’è un però” rispose Willow, un po’ rassegnata.

“Quale sarebbe il però?”

“Che non so riaggiustarlo correttamente. Non credo siano state conservate le istruzioni, dalla prima volta”

“Se vuoi, poi ci do un’occhiata” proposi io e Willow acconsentì.

Non fu tanto difficile come immaginai inizialmente, convincerla. Certamente anche loro si erano resi conto che da soli, noi tre non avremmo potuto gestire i ritmi. Da quando Buffy non c’era più, e un po’ di retropensiero amaro su Willow mi rimaneva, la casa era stata un po’ abbandonata a sé stessa. La polvere si era moltiplicata a dismisura su ogni credenza, il cibo scarseggiava e la questione bollette era urgentissima. Avere un aiuto quantomeno per spese alimentari e pulizie, ci avrebbe potuto garantire una vita più consona alla nostra età, fatta di scuola e studio, perché ai nostri prof purtroppo poco importava che dovessimo mantenere una casa. I compiti li avevo e li avrei avuti, finite le vacanze, esattamente giornalmente e come ogni altro mio compagno.

Perciò finito di pranzare, mi diressi verso lo sgabuzzino laddove avevamo riposto il robot, lo tirai fuori e presi a cercare qualcosa, qualsiasi cosa scritta, che ci aiutasse a schiarirci le idee. Purtroppo la ricerca fu vana.

“Aspettate, qui c’è qualcosa…” notò Tara, indicando un’apertura sigillata nel fianco destro.

“Che stupida, l’avevo dimenticato” mormorò Willow, quando la vide. Fece per tirare, come per strappare l’etichetta e tirò uno sbuffo: “è’ un po’ un casino, qui dentro” si lamentò, quando scoprì la marea di fili elettrici. Poi, come se avesse dimenticato qualcosa di estremamente importante su sé stessa, disse: “ehi…ma…non sono forse una strega?” e con un semplice e banalissimo gesto riaggiustò tutto.

“Willow, ma ti sei persa il divertimento” si lamentò Tara, e non capii se effettivamente lo pensasse sul serio o fosse anche lei stessa soddisfatta dall’aver evitato ore, e forse giorni interi, a riaggiustarlo.

Non appena riprese vita, il robot ricominciò a comportarsi in modo bizzarro e Willow dovette nuovamente riprogrammare tutte le funzioni.

Io allora, non persi tempo e con la scusa di uscire, scappai alla cripta di Spike per informarlo del tentativo riuscito. Fui sorpresa nel trovarlo sveglio in pieno giorno.

“Accomodati pure” disse, posando un bicchiere di sangue sul tavolo e facendomi segno di sedermi. Provai una sorta di sdegno verso quella vista e lui sorrise divertito.

“Ne vuoi un sorso?” domandò, beffardo.

“Preferirei evitare, grazie” gli risposi garbatamente, io. Lui scosse il capo sempre sorridendo, alzò gli occhi, sbuffò e continuò a bere.

Quando ebbe finito, e dopo aver pronunciato alcune critiche sull’effettiva bontà di quella bevanda, dicendo di preferire il sangue umano, con una strizzatina d’occhio nei miei confronti, mi domandò: “allora, a cosa devo il piacere Dawn?”

“Abbiamo il robot” gli annunciai io tornando entusiasta dopo il miscuglio di sensazioni negative avute fino a quel momento.

“E allora?” mi domandò lui, sbattendo le palpebre come se la notizia non lo riguardasse particolarmente.

“Non lo volevi tu per primo?” domandai, allora, stupita da quel cambio repentino di interesse.

“Piccola, secondo te io potrei mai sostituire Buffy, la vera Buffy con un robot? Suvvia, sarebbe da matti…”

“Mi sembra che tu lo abbia fatto in passato” gli feci notare io. “Un passato neanche troppo lontano a dire il vero” aggiunsi.

“Senti, piccola. Ho preso la mia decisione. Usatelo voi, quell’aggeggio. Io non…”

Non era riuscito a finire la frase, che la porta della cripta si spalancò con violenza, facendomi sobbalzare dallo spavento.

Mi voltai e restai a bocca aperta: sulla soglia c’era… Buffy… o, per meglio dire: la sua rappresentazione robotica appena aggiustata.
 
 


NOTE DELL’AUTORE
 


Rieccoci qui all’aggiornamento settimanale! Ringrazio sempre chi continua a leggere e a seguire la storia, sappiate che ciò mi fa sempre molto piacere! Se avete qualche dubbio o considerazione particolare da farmi non desistete e fatevi coraggio! 😊
Per prima cosa, ci tengo a precisare che la vicenda presente in questo capitolo è l'UNICA che vede coinvolti i tre dell'Ave Maria come mi piace definirli: Warren,Johnathan e Andrew. Non compariranno più, se non poi nella stagione originale. Secondo: in questo capitolo ho voluto agitare un po' le acque facendo litigare Dawn con Willow e Tara. E' giusto che anche lei sappia farsi rispettare e che le altre due non battano troppo la fiacca, diciamo ^^'.
Nel momento in cui chiariscono, ho approfittato per far dire a Dawn ciò che nel primo capitolo aveva concordato con Spike, ovvero la ripresa dell’utilizzo del Buffy-robot. Ora, ho letto online che in verità esisteva già un’opera scritta tempo fa che forniva un’interpretazione (non so quanto veritiera), su quanto accadde nell’arco di tempo da me analizzato e in quest’opera si diceva che fosse stata Anya a decidere di riesumare il robot. Quando ho scritto questi capitoli, non sapevo ancora dell’esistenza di tali opere e perciò ho voluto darne una mia interpretazione. Come ho già detto all’inizio: non pretendo che questa ff sia l’assoluta verità di ciò che che accadde realmente. Insomma, le ff esistono anche e soprattutto per questo, no? ^^’
Per il resto, se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate!
Buona lettura carissimi e buon weekend. Al prossimo aggiornamento, venerdì prossimo con Spike! 😊   
 
 
 
 
 
   
 
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