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Autore: LorasWeasley    08/05/2021    2 recensioni
AU [Daisuga | Kuroken | Bokuaka | Iwaoi | Tsukkiyama]
[Accenni: Matsuhana | Tanakiyo | Kagehina | Sakuatsu | Osasuna | Ushiten | Semishira etc..]
Il racconto di un'estate tra relazioni, litigi, partite di Beach e scommesse.
Faranno la loro comparsa quasi tutti i personaggi e quasi tutte le coppie più amate.
Con Mattsun e Makki che si ritroveranno ad occuparsi di un Oikawa che non vuole far altro che dare fastidio a Iwaizumi.
Daichi che verrà intetterroto ogni volta che proverà a chiedere un appuntamento a Suga.
Kuro e Kenma che dovranno gestire i loro gatti e Bokuto, il quale non vuole altro che ottenere un pó di attenzione da Akaashi.
Tsukishima che dovrà venire a patti con i suoi sentimenti e molto altro...
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Aoba Johsai, Karasuno Volleyball Club, Nekoma
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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25. Quella volta del compleanno di Oikawa (parte2)

Suga aveva iniziato a ridere quando Oikawa l’aveva lasciato a metà della discussione per entrare dentro casa, probabilmente a riempirsi nuovamente il bicchiere con dell’alcool.
Daichi lo raggiunse sedendosi accanto a lui, erano sul muretto della terrazza al piano terra che si affacciava direttamente sulla sabbia scura. Il mare non si vedeva, ma il rumore delle onde si poteva sentire piano sopra la musica. Il vento fresco muoveva i loro capelli in un modo per nulla fastidioso.
-Ti ha abbandonato nel bel mezzo della discussione?- domandò il moro mentre si sistemava al suo fianco.
Suga aveva ancora il sorriso sul volto mentre rispondeva divertito –In realtà non stava capendo nulla. Stavo dicendo frasi a caso e cose totalmente stupide per prenderlo in giro, ma evidentemente era convinto che fosse una cosa seria.
Daichi sorrise a sua volta.
Nonostante tutti i rumori di sottofondo, quel silenzio tra loro due sembrava abbastanza pesante.
Daichi fu nuovamente il primo a parlare –Mi sembra di non vederti da una vita.
Non era del tutto sbagliato, da quando era iniziato il torneo Suga era riuscito a evitarlo ancora meglio, si sentiva in colpa per questo suo comportamento, ma si rendeva anche conto di aver anche bisogno di tempo. Aveva avuto un colpo di fulmine quando l’aveva incontrato per la prima volta, ora doveva solo riuscire a farselo passare.
Suga alzò le spalle fingendo di non essersene accorto –Queste giornate di torneo sono state un po' caotiche.
Daichi abbozzò un sorriso triste –A me sembrava che tu volessi evitarmi.
Suga spalancò gli occhi per mezzo secondo, poi tornò all’espressione gentile mentendo –Non ne avrei avuto alcun motivo.
Era ovvio che il moro non gli credeva, ma dovette annuire fingendo di farlo.
Il silenzio si protrasse per qualche altro secondo, fino a quando in contemporanea non parlarono.
-Senti Suga, io…
-In realtà, io…
Si interruppero entrambi ridendo per aver parlato insieme.
-Prima io- disse Daichi mentre Suga annuiva e gli dava spazio per dire tutto quello di cui aveva bisogno.
La conversazione, come sempre, non poté essere continuata perché qualcosa di più importante attirò la loro attenzione.
Solo a pochi metri di distanza un Hinata con la faccia corrugata e il volto e le guance rosse non solo aveva appena urlato contro Kunimi ma l’aveva spinto indietro, prendendolo talmente alla sprovvista da farlo cadere a terra.
Suga e Daichi si lanciarono un semplice sguardo prima di decidere in comune accordo di intervenire.
-Non è carino da parte tua!- stava intanto urlando il rosso al ragazzo a terra –Avete avuto problemi al liceo, bene! Ma perché continuare a dire cose cattive su di lui? Non se lo merita!
Kunimi aveva come unico segno della sua incazzatura le sopracciglia corrugate, Kindaichi aveva provato ad aiutarlo ad alzarsi, ma questo aveva colpito con rabbia la sua mano e si era rimesso in piedi da solo –Non se lo merita?- rispose poi a Hinata con enfasi –Ma tu che ne vuoi sapere? Ti ha ovviamente raccontato la sua versione di storia, in ogni caso è normale che stai dalla sua parte visto che te lo scopi, spero che in quello sia più bravo che nelle sue interazioni sociali con le persone!
Hinata non riuscì a saltargli addosso solo perché Daichi era pronto a fermarlo, bloccandolo in tempo.
Suga aveva messo un braccio sulla spalla di Kageyama, il ragazzo era il soggetto di quella discussione anche se non sembrava voler intervenire, in ogni caso Suga preferiva prevenire.
Kunimi storse la bocca spazzolandosi in pantaloni –Siamo in un paese libero e se ho qualcosa da dirgli posso farlo senza che tu venga a difenderlo.
Poi si girò e andò via, Kindaichi lo rincorse senza perdere tempo.
Daichi lasciò andare Hinata che stava ancora borbottando rimproveri come “ma che diavolo di problemi continua ad avere” e cose del genere.
Kageyama si rivolse al suo ragazzo –Ha ragione.
Hinata spalancò gli occhi poi, se possibile, divenne ancora più arrabbiato di prima –No che non ha ragione! Qualunque cosa sia successa non ha il diritto di continuare a dire tutte quelle cose brutte nei tuoi confronti ogni volta che ti vede!
-Sì invece, probabilmente gli ho rovinato tutti gli anni del liceo, è ovvio che mi odi.
-L’odio non porterà mai a nulla!
Suga si intromise stringendo la spalla del corvino dal quale non aveva ancora tolto la mano –Scusa se mi intrometto, ma credo che Shoyou abbia ragione. Insomma, forse dovresti… semplicemente scusarti.
Kageyama storse la bocca, Hinata spalancò gli occhi e iniziò a urlare contro di lui –Bakeyama non ti sei mai scusato!?
-Stai zitto.
-No che non sto zitto!- Hinata lo afferrò per il colletto scrollandolo –allora ovvio che sei un idiota! Perché non ti sei mai scusato!?
Kageyama rispose con un grugnito infastidito mentre se lo scrollava di dosso.
Hinata ci rinunciò. Si rivolse direttamente a Daichi e Suga mentre cambiava argomento –Volete fare una partita a biliardino con me?
E i due “adulti” come avrebbero potuto dire di no?
 
Sakusa era solo in un angolo del terrazzo quando Atsumu lo raggiunse.
-Apprezzo che tu stia facendo questi progressi- disse sinceramente colpito mentre gli porgeva la sua birra.
Sakusa fissò con una smorfia la bottiglia, ma Atsumu si affrettò a chiarire –L’ho appena presa dal frigo, l’ho lavata e l’ho aperta io stesso, nessuno l’ha toccata.
Il corvino rilassò il suo sguardo e accettò un sorso, quando gliela porse indietro rispose –Non sto facendo progressi, sono semplicemente qui fuori da solo, lontano dalle persone e dai germi.
Atsumu rise prendendone un sorso a sua volta –Ma sei qui, lo prendo come un progresso.
-Tuuu- una voce strascicata interruppe la loro conversazione.
Un ragazzo visibilmente ubriaco barcollò verso di loro puntando un dito accusatorio sul petto di Atsumu. Il biondo non aveva idea di chi fosse, ma ricordava di averlo visto diverse volte in spiaggia.
-Tu mi hai fatto preoccupare un sacco!- biascicò il ragazzo cercando di restare in piedi.
-Cosa avrei fatto?- chiese confuso Atsumu mentre Sakusa ridacchiava non visto.
-Tu… Tu…- il ragazzo sembrava far fatica a ricordare, poi qualcosa si accese nella sua mente e riprese con foga –Tu… Stai con lui!
Sakusa evitò il dito che lo stava per toccare, Atsumu adesso era pure scettico –Sì, quindi?
-Quindi… il primo giorno del torneo hai detto che aveva trovato la persona perfetta per lui e io ho pensato… che volesse rubarmi il mio Tsukki!
-Tsukki?- Atsumu era sempre più confuso.
Sakusa precisò –Probabilmente sta parlando di Tsukishima.
Atsumu ci mise qualche secondo per arrivarci, ma infine la consapevolezza gli modificò il volto.
Non ebbero tempo di rispondere al ragazzo ubriaco, perché questo fu raggiunto da Tsukishima stesso.
-Yamaguchi- lo chiamò con un misto di rimprovero e sollievo –Mi sono girato un attimo ed eri sparito, che stai facendo?
Yamaguchi rispose con un lamento –Stavo dicendo a Miya che è uno stronzo.
Un lampo di divertimento passò nello sguardo del biondo occhialuto, ma fece un colpo di tosse per nasconderlo e poi dire –Non è il momento di importunare altre persone- poi si rivolse ai due interessati, anche se sembrava parlare solo con Sakusa –Mi dispiace per l’intrusione, il mio ragazzo da ubriaco è un po' ingestibile.
Kiyoomi gli disse di non preoccuparsi e la coppia andò via.
Rimasti nuovamente soli il moro si girò verso il suo ragazzo –Cos’è questa storia?
-Era solo un commento sul fatto che avessi trovato la persona perfetta per giocare a beach, mica altro!
Kiyoomi alzò le sopracciglia –Com’è che porti sempre fastidio alle persone?
-Om…
Il suo lamento venne ucciso dalle labbra del corvino che si spinse in avanti per baciarlo.
 
-Bo!- Kuro chiamò l’amico con voce disperata.
Bokuto fece una smorfia infastidita. Perché Kuro non aveva proprio notato che il ragazzo in questione stava ballando con Akaashi in mezzo alla stanza? Il suo migliore amico non aveva proprio notato quanto fossero vicini al baciarsi?
-Sono impegnato- lo liquidò in fretta.
Kuro però non aveva nessuna intenzione di cedere, afferrò il suo amico per le spalle e con gli occhi grandi per la disperazione annunciò –Non capisci! Non trovo più Kenma!
Bokuto sapeva che Kuro aveva bevuto, erano stati insieme tutta la sera e avevano bevuto una quantità indefinita di birra, soprattutto ai diversi giochi.
Ma com’era possibile che il corvino fosse molto più ubriaco di lui?
Akaashi intervenne –Come l’avevi perso l’ultima volta? Quando Kenma era semplicemente a casa e non era mai venuto alla festa?
-No! Adesso è qui, lo sapete benissimo anche voi che è venuto!
-Probabilmente è andato via, sai meglio di noi che odia tutto questo- rispose Bokuto cercando di tornare alla sua privacy con Akaashi.
Kuro non sembrava dello stesso avviso –Non capisci! Era con me e stavamo bevendo! È ubriaco e non so dove sia!
Bokuto alzò gli occhi al cielo, ormai il momento era stato completamente rovinato.
-Ti aiutiamo a cercarlo- disse infine Akaashi e il trio iniziò la loro ricerca.
Passarono dieci minuti prima che Kenma fosse ritrovato: i ragazzi avevano chiesto un po' in giro e avevano avuto fortuna solo con Osamu Miya, uno dei pochi che sembrava ancora vagamente sobrio. Il ragazzo aveva annuito alla loro richiesta e aveva indicato la terrazza, fu proprio lì che trovarono Kenma.
Sdraiato sotto una sedia sdraio. A dormire.
Rimasero qualche secondo in silenzio confusi dalla situazione, infine Akaashi borbottò –Certo che tutti e due da ubriachi fate una bella coppia, eh?
 
Ushijima e Tendo invece erano andati via dalla festa.
I due ragazzi stavano camminando a piedi per le stradine del villaggio, la casa di Hanamaki non era troppo lontano dalla loro e comunque sapevano che avrebbero bevuto, quindi non avevano preso nessun mezzo all’andata.
C’era silenzio tra i due. Non che Ushijima parlasse di solito, ma il rosso lo conosceva talmente bene da sapere che c’era qualcosa che lo disturbava, che era inquieto.
Così, mentre erano a metà strada, Tendo sospirò fermandosi sul posto e affrontandolo –Cosa ti affligge, Wakatoshi-kun?
Ushijima si fermò a sua volta portando lo sguardo su di lui. Tendo non seppe interpretarlo, quindi dovette aspettare la risposta per capirci qualcosa.
-Mi dispiace.
Gli occhi grandi del rosso si fecero confusi –Per cosa ti staresti scusando?
-Mi dispiace che per tutto questo tempo Oikawa e chissà chi altro abbiano pensato che ci stessi provando con lui. Evidentemente non sono capace di far capire quello che provo per te. Probabilmente meriteresti qualcuno di…
-Stop- Tendo aveva infilato le mani in tasca per evitare di mostrare che aveva iniziato a tremare, gli si stava avvicinando con gli occhi socchiusi e lo guardava come di solito fissava un avversario sul campo di pallavolo, uno sguardo che voleva solo intimidire –se questo è il tuo stupido modo per lasciarmi…
-Non ti voglio lasciare- lo interruppe in fretta Ushijima.
-E allora cosa?
-Mi sono solo reso conto che se tu volessi farlo ne avresti tutte le ragioni. È una scelta razionale per te, non mi opporrei.
Tendo e Ushijima erano della stessa altezza ed erano perfettamente uno di fronte all’altro, il volto a solo pochi centimetri di distanza.
-Quindi non ti importerebbe se ti lasciassi adesso?
Ushijima si irrigidì –Ovvio che mi importerebbe. Mi importa sempre di te, ma se tu sei felice…
Tendo infine lo interruppe baciandolo quasi con cattiveria, un bacio profondo che si concluse con un morso. Sulle sue labbra parlò con il tono di chi stava minacciando –Io sono felice se tu mi prometti di non fare mai più una conversazione così stupida e insensata. Come potrei essere felice lasciandoti? Ushijima, certe volte sei così ottuso.
E impedì nuovamente al moro di parlare solo perché tornò a baciarlo.
Il resto del tragitto verso casa fu più una corsa nella quale Tendo cercava di far diventare i suoi baci qualcosa di più spinto, affermando che era troppo tardi perché ci fosse qualcuno in giro per vederli e che comunque sarebbe stato eccitante. Ushijima però rimaneva irremovibile.
Quando finalmente arrivarono, Tendo gli diede solo il tempo di aprire la porta prima di spingerlo contro il muro e baciargli a fondo il collo, pronto a lasciare un vistoso succhiotto.
Si bloccò di scatto quando sentì un gemito.
Conosceva talmente bene il suo ragazzo da sapere che quel gemito non l’aveva fatto lui.
Ushiwaka allungò la mano per accendere la luce e, a quel punto, non fu difficile notare Semi e Shirabu che avevano subito portato gli occhi spalancati su di loro.
La posizione che l’altra coppia aveva non lasciava spazio ai dubbi su quello che stesse succedendo prima che loro entrassero. I pantaloni di Shirabu erano gettati a terra e lui stesso si trovava steso sul divano in pelle, con Semi tra le sue gambe senza pantaloni e i boxer attorcigliati intorno alle caviglie.
Il primo a parlare fu Ushijima, il ragazzo non sembrava per niente imbarazzato quando chiese –Voi due non eravate alla festa?
Le guance di Shirabu divennero completamente rosse prima che riuscisse a rispondere –Non lo eravate anche voi?
Tendo batté le mani divertito e per togliere tensione al momento domandò –Beh, chi vuole provare una cosa a quattro?
  
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