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Autore: FlawlessDiva    09/05/2021    2 recensioni
Xena e Gabrielle in viaggio verso Tebe in una nuova avventura in cui la nostra Principessa Guerriera dovrà affrontare un terribile mostro mitologico senza la sua arma più potente: il chakram!
Questo porterà Xena a rivalutare se stessa e a mettere in discussione anche il suo rapporto con Gab.
Che fine avrà fatto il chakram ?
Cosa succederà alle nostre eroine?
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altro Personaggio, Aphrodite, Gabrielle, Xena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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QUESTA STORIA E' AMBIENTATA INDICATIVAMENTE NELLA SECONDA STAGIONE DI XENA

Il dono

 

“Direi che possiamo fermarci qui, Gabrielle”

“Che spettacolo Corinto al tramonto! Peccato doverla lasciare…Se solo fossi brava anche a dipingere…”

“Non saresti tanto brava quanto a scrivere…”

“Davvero?”

“Sì, amo i tuoi scritti Gabrielle…” disse con un’inflessione dolce.

Xena adorava ciò che Gabrielle scriveva. Non le pareva vero. La burbera guerriera con cui stava viaggiando ormai da un paio d’anni sembrava aver smussato un po’ gli spigoli.

“E’ il posto più adatto per trascorrere la notte, così potrai goderti lo spettacolo dalla collina”

“Da quando sei così romantica, Xena?”

“Eh? Da mai. Dicevo per te…”

Gabrielle notò un leggero imbarazzo nel tono di Xena, ma decise di non infierire; tra qualche giorno sarebbe stato il compleanno della guerriera e ancora non sapeva cosa donarle.

Lei, una donna d’azione tutta spada, chackram e frusta!

Cosa avrebbe potuto offrirle di così speciale?

I pensieri di Gabrielle furono interrotti dalla mano di Xena che si posò sulla sua spalla; si voltò e alla sua destra Xena le sorrideva in silenzio. I suoi occhi erano di un azzurro intenso, come il mare che avrebbero raggiunto il giorno seguente per raggiungere Tebe.

“Andiamo a dormire? Domattina dovremo alzarci presto”

“Sì, Xena” e Gab posó il capo sul petto della guerriera.

 

                              **********

Gabrielle non riusciva a dormire e non capiva perché. Era come se un raggio di luce bianca la colpisse proprio sugli occhi.

Si destò e vide davanti a lei Afrodite che la osservava ammiccante.

“Non dormi, vero? Ma io sono qui per aiutarti tesorino!”

“Sei qui per fare un incantesimo del sonno?” La schernì amichevolmente Gab.

“No sciocchina! Sono qui perché so cos’hai nel cuore! Non hai idea di che regalo fare a Xena e domani sarete sicuramente occupate!”

“Già, qualche volta vorrei che la vita insieme a Xena fosse meno avventurosa”

“E poterle dichiarare i tuoi sentimenti, vero?”

“Xena crede che io sia troppo giovane per tutto, figuriamoci per i sentimenti…non mi considera proprio…”

“E noi faremo in modo che si svegli!”

Afrodite rilasciò un tocco di magia e scomparve.

Gabrielle cascò in un sonno profondo.

 

                              **********

Dov’è il mio chackram? Dov’è?

Era l’alba, e Xena stava sbraitando come una forsennata!

“Xena, ma cosa succede?”

“Succede che il mio chakram è sparito! Ieri sera lo avevo lasciato vicino alla tua bisaccia e ora non c’è più!”

“Non ci sono segni che qualcuno sia passato di qui, non è possibile che te lo abbiano rubato Xena…”

Xena guardò Gabrielle con espressione accusatoria.

“Non guardarmi così, io non l’ho preso, né usato…”

“Certo che no…non sapresti che farne…ma tu la notte ti agiti e parli, e ti alzi…e cammini…!”

“Scusa? Stai dicendo che in un momento di sonnambulismo io possa avere preso il tuo chakram e averlo lanciato chissà dove?!?”

Precisamente!

“Tu sei folle!”

Xena era molto agitata, e la sua ira le fece tirare un pugno contro ad uno degli alberi della foresta. Le nocche iniziarono a sanguinare copiosamente e Gabrielle andò subito a cercare qualcosa per tamponare la ferita.

“Lascia stare, non mi fa male. E poi sono capace di arrangiarmi da sola. Tu combini solo guai”

“Scusa?”

Non avrei mai dovuto portarla con me…” disse a voce bassa Xena, ma Gab la sentì eccome.

“Non puoi pensare davvero quello che hai detto Xena…”

Nonostante l’amarezza, Xena non nascose i suoi pensieri.

“Questa vita non fa per te, Gabrielle. Io non faccio per te.”

“Come puoi dire queste cose così orribili? Mi ferisci…” Gabrielle aveva gli occhi lucidi. Quelle parole le avevano trapassato il cuore.

“Appena arriveremo a Tebe penseremo al da farsi. Non avendo più il mio chakram sarà impossibile affrontare la sfinge greca”

“Ma la leggenda narra che per sconfiggerla occorra sciogliere degli enigmi”

“Io non posso permettermi di risolvere degni indovinelli, Gabrielle! E tu devi ritornare a Potidea!” Xena era risoluta. 

“Io non andrò da nessuna parte, Xena!”

“Tu farai quello che dico o…”

“O cosa? Io non sono una ragazzina, Xena! E tu non puoi darmi ordini!”

Gabrielle si mise proprio di fronte a Xena come se fosse in grado di sfidarla non solo a parole ma anche fisicamente.

“Ma posso decidere chi deve o non deve stare con me!” Xena le diede una spallata, andò verso Argo e montò in sella.

Gabrielle si sentì persa.

 

                              **********

Xena come al solito stava davanti a Gabrielle in groppa ad Argo ed erano ormai diverse ore che non si rivolgevano la parola. La distanza emotiva delle due donne si poteva tagliare con un coltello.

“Fermiamoci per una sosta. Argo é stanca.”

“Naturalmente di me non ti importa nulla, vero Xena? Senza contare che se hai perso il tuo chakram é colpa mia e non merito che tu mi parli, vero?”

“Io non ho perso il chakram!” sottolineò scandendo le parole con rancore.

“Nemmeno io, Xena!”

Ci fu un attimo di silenzio.

“Ascoltami Gabrielle, prendiamoci una pausa. Mangiamo qualcosa e poi perseguiremo il viaggio…ok?”

Gabrielle annuì, ma era profondamente triste. 

 

                              **********

Gabrielle cucinò per entrambe e servì la ciotola a Xena che la guardò imbarazzata; la ringraziò, poi la prese per un braccio in modo delicato ma deciso.

Gabrielle trasalì.

“Perdonami Gabrielle…non volevo essere così dura…”

Gabrielle non le rispose, si sedette accanto a lei ma non riuscì a mangiare nulla. 

“Gabrielle, parlami”

Con una mano prese tra le dita il mento di Gabrielle cercando di farle girare il volto verso di sé, ma abbassò lo sguardo.

“Gabrielle, dimmi qualcosa…”

Quando Gabrielle sollevò lo sguardo vide gli occhi di Xena evidentemente tristi e dispiaciuti: sapeva essere crudele quanto dolce, e ancora non si era abituata a questo lato della guerriera.

Forse Xena aveva ragione, forse era giusto tornare a Potidea dalla sua famiglia, unirsi a ciò che era il suo promesso sposo e abbandonare quella vita.

Il mio promesso sposo… Perdicca… non lo amo e non lo voglio, ma non posso nemmeno restare con Xena. Sono un peso per lei …un guaio… è stata molto chiara…”  

Xena la destò da quei pensieri accarezzandole il viso, e dai movimenti e dal modo di guardarla sembrava quasi intenzionata a baciarla, ma Gabrielle ebbe uno scatto e rovesciò la ciotola in terra.

“Per gli dèi! Scusami Xena spero di non averti sporcata!”

“No Gabrielle…senti io…”

Gabrielle non le fece finire la frase, si alzò e andò a pulire il recipiente con il cuore che le batteva all’impazzata.

Possibile che Xena stesse per baciarla? Dopo tutto quello che le aveva detto? 

No. Non era possibile.

E poi non aveva mai manifestato certi atteggiamenti. Solo un grande affetto sicuramente più simile a quello che potrebbero avere due sorelle.

Xena dal canto suo non insistette; non riusciva a capire se la ragazza l’avesse rifiutata o non avesse capito le sue intenzioni. D’altra parte comprendeva che la reazione era più che plausibile dato che aveva più volte infierito minacciandola di riportarla a Potidea.

“Gabrielle, vieni!”

Xena le tese il braccio per farla salire a cavallo e si ricordò quando tempo fa al loro primo incontro successe la stessa cosa.
Non era mai stata sopra ad un desteriero e l'altezza le faceva paura, ma Xena le dava sicurezza.

Si sentiva protetta da quella donna per cui del tutto incoscientemente anni prima provò un colpo di fulmine.
Quella donna per cui decise di lasciare tutto e tutti e vivere un'esistenza forse al di là delle proprie capacità fisiche.

Gabrielle salì in groppa ad Argo e cinse le braccia intorno alla vita di Xena che per un istante con una mano si accertò che la ragazza fosse ben salda a lei e la strinse.

Tebe era sempre più vicina.

 

   
 
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