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Autore: sweetbookreader    09/05/2021    1 recensioni
Aveva il cuore che batteva a mille. Non era molto comune che qualcuno gli mandasse qualcosa, anche perché non aveva molte persone con cui aveva un rapporto stretto e che potevano ricordarsi del giorno del suo compleanno, anche perché si ricordava di non averne parlato con nessuno.
Tiberius Blackthorn era l'unica persona che gli mandava lettere di continuo.
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Shonen-ai | Personaggi: James Herondale, Kit Rook, Theresa Gray, Tiberius Blackthorn
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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A differenza dei ragazzi della sua età, Kit Herondale non aveva mai amato particolarmente il suo compleanno.
 
Johnny Rook si comportava come se fosse un normalissimo giorno. Non si festeggiava, non si mangiava la torta, non si ricevevano regali e non si invitavano gli amici.
 
Anche perché Kit di amici non ne aveva.
 
Quasi tutti gli adolescenti aspettavano con ansia quel giorno, ma per Christopher non era mai stato importante. Nessuno gli dava importanza.
 
Per questo, quando Jem e Tessa fiondarono in camera sua la mattina del suo diciottesimo compleanno con Mina tra le braccia e con una colazione abbondante che gli poggiarono sul letto, Kit credeva fosse uno scherzo.
 
Li guardò con gli occhi azzurri spalancati, mentre la piccola Wilhelmina raggiungeva il fratellone steso nel letto. Kit la prese immediatamente tra le braccia, scompigliandole i capelli neri. La bambina ridacchiò deliziata, giocando con il pigiama del biondo.
 
Jem e Tessa guardarono teneramente i propri figli giocare, con un sorriso sui loro volti.
 
Sapevano che Will sarebbe stato orgoglioso di loro.
 
"Oggi è un giorno speciale, Kit. Sei legalmente un adulto, sia nel mondo dei mondani che nel mondo delle ombre"
 
Kit ridacchiò, cominciando a mangiare il croissant ripieno di cioccolato che si trovava sul vassoio. Ne diede un poco a Mina, che in poco tempo si ritrovò il Visino sporco di Nutella. Christopher sospirò. Avrebbe dovuto cambiare le lenzuola più tardi.
 
"Posso finalmente bere legalmente e fare ses-"
 
Kit si bloccò quando notò l'espressione scioccata sul volto di Jem. Vide Tessa sogghignare, e lui ghignò a sua volta.
 
"-sioni di allenamento più intense per migliorare il mio equilibrio e la mia capacità con la spada, ovvio"
 
Tessa rise di gusto, mentre Jem scosse la testa divertito. Mina non aveva ovviamente capito, ma sorrise nel vedere la madre così contenta.
 
"Ti sei salvato egregiamente" lo congratulò poi.
 
Kit lo ringraziò, ridendo quando Mina si sporse verso di lui con il faccino pieno di cioccolato. Con un tovagliolo cercò di pulirla il più possibile, con scarsi risultati.
 
Rialzando lo sguardo, incrociò gli occhi di Jem.
 
Sembrava nervoso. Si stava mordicchiando il labbro e cercava di evitare di guardare Kit per più di tre secondi. Aveva le mani dietro la schiena, come se cercasse di nascondere qualcosa.
 
Tessa gli disse qualcosa all'orecchio, probabilmente per incoraggiarlo. Così entrambi si avvicinarono a Kit. Il ragazzo si sedette al suo fianco, mentre la moglie rimase in piedi accanto a lui.
 
Il giovane Herondale spostò il vassoio ormai vuoto della colazione da un lato e lasciò Tessa prendere in braccio Mina per permettergli di muoversi.
 
Kit si sentiva stranamente agitato. Non aveva idea di cosa avessero in mente i suoi genitori.
 
Jem si schiarì la gola e portò le braccia davanti al petto. Tra le mani, aveva una piccola scatolina.
 
"Ecco, questo è il nostro regalo per te. Probabilmente non sarà un granché, forse non lo vorrai nemmeno perché sai non credo sia il tuo genere di cose però per me era importante, ma se non ti piace dimmelo subito davvero non ti preoc-"
 
"Jem, tesoro " lo richiamò Tessa "respira, te ne prego. Mi stai facendo uscire fuori di testa"
 
Kit prese la scatolina. Era quadrata e di un particolare verde smeraldo.
 
Christopher si accorse con stupore che gli tremavano le mani mentre l'apriva.
 
Tolse il coperchio e lo poggiò lentamente sul letto. Aveva la sensazione che, se avesse fatto le cose troppo di fretta, quella strana atmosfera sarebbe andata perduta.
 
Sul fondo della scatolina, sopra un cuscinetto bianco, c'era una collana con una pietra verde. Era grande quanto il pugno di un neonato, e le venature di diverse sfumature di verde la rendevano così elegante e brillante.
 
Alzò lo sguardo su Jem, che lo osservava ansioso di una sua reazione.
 
"Non è un vero e proprio regalo. Cioè si lo è. Quello che intendo dire è che prima era mio. Me lo ha regalato tanto tempo fa una persona alla quale tenevo enormemente per ricordarmi della mia casa se mai mi fossi sentito solo o fuori posto. Volevo darla a te perché voglio che ti ricordi che in qualunque circostanza, per qualsiasi motivo, puoi contare su di noi. Ci saremo sempre per te"
 
Kit sentì gli occhi pizzicare. Gettò le braccia al collo di Jem, stringendolo forte e chiudendo gli occhi. Sentì le mani di Tessa che gli accarezzavano la testa con dolcezza, e ancora una volta ebbe la conferma che quella era la sua vera famiglia.
 
"Lo so che non ve lo dico spesso, ma vi-vi voglio bene, tanto. Mi sento fortunato di far parte della vostra famiglia" mormorò lui con difficoltà. Sentì le braccia di Jem stringersi ancora di più attorno al suo busto.
 
"Te ne vogliamo anche noi tesoro, anche noi" sussurrò di rimando Tessa. Jem Annuì, e Kit si rilassò tra le braccia di suo padre, le carezze di sua madre e i risolini della sua sorellina.
 
Rimasero così per un poco, poi Tessa si alzò di scatto, come se avesse appena ricordato una cosa.
 
Uscì di corsa fuori dalla stanza lasciando Mina sul letto e suscitando la confusione di Kit.
 
Quando tornò, aveva con sé una lettera e un piccolissimo sacchettino nero.
 
"Stavo per dimenticarmi! Questo lo ha fatto recapitare qualcuno per te. C'era un altro biglietto dove vi era scritto che avresti dovuto leggere prima la lettera, e poi avresti potuto aprire il panno nero"
 
Porse entrambe le cose a Kit, che le guardò con curiosità. Rivolse poi Lo sguardo verso Tessa. La donna aveva già gli occhi puntati su di lui, e sembrava volesse dire qualcosa.
 
Ma prima di poterlo fare, Jem prese Mina e posò una mano sul braccio della moglie.
 
"Andiamo Tess, lasciamolo aprire la busta da solo"
 
Lasciarono la stanza silenziosamente e con la promessa che dopo sarebbero andati a fare un giro tutti e quattro assieme.
 
Kit si ritrovò immerso nel silenzio della sua camera, solo in un letto enorme.
 
Posò il sacchetto nero sul materasso, e si rigirò tra le mani quel pezzo di carta rettangolare.
 
Aveva il cuore che batteva a mille. Non era molto comune che qualcuno gli mandasse qualcosa, anche perché non aveva molte persone con cui aveva un rapporto stretto e che potevano ricordarsi del giorno del suo compleanno, anche perché si ricordava di non averne parlato con nessuno.
 
Tiberius Blackthorn era l'unica persona che gli mandava lettere di continuo.
 
Christopher riuscì a non strappare la carta per miracolo. Tirò fuori il biglietto con le mani che tremavano, impaziente di leggere ciò che vi era scritto.
 
Aveva sempre letto le lettere di Ty, ma non aveva mai avuto il coraggio di rispondere.
 
Erano passati tre anni, e Kit ancora si ricordava con precisione ogni piccolo momento passato assieme all'altro giovane.
 
Il modo in cui Tiberius non lo guardava mai dritto negli occhi, il tocco leggero ma sempre presente delle sue mani sulla sua spalla.
 
Il modo in cui Ty si era aggrappato a lui più e più volte, stringendolo con tutta la forza che aveva in corpo.
 
Il senso di colpa lo assalì come sempre.
 
Ty avrebbe dovuto odiarlo. Kit se n'era andato senza dire niente, senza salutarlo, troppo arrabbiato e risentito dagli eventi che avevano preceduto la battaglia.
 
Prese un respiro profondo. Non poteva andare avanti così. Era un Herondale, per L'angelo. Doveva comportarsi come tale.
 
La prima cosa che guardò quando aprì il biglietto fu la calligrafia di Ty. Sempre la stessa, così familiare e al tempo stesso così estranea.
 
Sospirò, concentrandosi su ciò che vi era scritto.
 
"Caro Kit,
Spero che questa lettera sia arrivata a destinazione il giorno giusto. Il tuo compleanno è il 15 Maggio, vero? Se così non è, avrò fatto una pessima figura.
Ho chiesto a Magnus per sicurezza, e lui ha confermato, ma ero ancora un poco preoccupato.
Come va da te? Cosa farai in questo giorno?
Diciotto anni non si compiono ogni anno, ricordalo, non sprecare questa giornata.
Anche io tra poco compirò gli anni. Il 17 Agosto, per essere precisi.
A Livvy piaceva festeggiare, ma a me non molto. Anche quest'anno mi vuole costringere a tornare a casa con la mia famiglia. Ma, come ogni volta, celebrare il compleanno senza di lei in carne ed ossa fa strano.
La famiglia si sta abituando sempre di più alla sua assenza, ma manca ancora a tutti.
Pensavo di parlare loro di quello che abbiamo provato a fare. Forse daranno di matto, ma almeno Livvy potrà tornare a parlare con la sua famiglia.
Qui alla Sholomance va tutto bene. Tra qualche mese sarò al cento per cento un centurione.
Oh, Irene cresce sempre di più, ed è più bella di prima. Mi piace averla intorno, è una presenza confortante.
E Tessa e Jem? La bambina? Come stanno? Spero bene.
Vorrei che tu rispondessi alla lettera, non come le altre volte. Non so se hai mai letto ciò che ho scritto, ma credo e spero di sì.
Buon compleanno, Christopher.
 
P.S. spero che il regalo ti piaccia."
 
Con il cuore in gola e gli occhi lucidi, Kit ripose il biglietto al suo posto.
 
Ty era ancora così innocente e buono.
 
Chiuse le palpebre con forza, cercando di calmarsi.
 
Ecco che effetto gli faceva Tiberius.
 
Quando riaprì gli occhi, il sacchettino nero fu la prima cosa che catturò il suo sguardo. Lo prese tra le mani, rigirandoselo per qualche secondo.
 
Poi si rese conto che non riusciva più ad aspettare, e lo aprì, sciogliendo il nodo che lo legava. Infilò le dita dentro, e quando le tirò fuori, gli si bloccò il respiro.
 
Tra le mani, aveva una collana argentata, con un ciondolo ovale su cui vi era intagliata una corona di spine.
 
La collana di Livvy.
 
Se la strinse al petto, socchiudendo gli occhi per l'emozione.
 
Tiberius non era cambiato affatto.
 
E Christopher era ancora innamorato di lui.
 
Ci era voluto tanto tempo per accettarlo, ma alla fine lo aveva fatto. Non aveva però avuto il coraggio di parlarne con Jem e Tessa, ma i suoi genitori sembravano capire sempre tutto, quindi non ce n'era bisogno.
 
Con il cuore che scoppiava per la commozione, ripose nuovamente la collana nel sacchettino.
 
Solo in quel momento, si accorse di un piccolo fogliettino che si trovava all'interno.
 
Ansioso di vedere cosa fosse, lo prese velocemente. Vi era scritta una frase, in una scrittura molto piccola ed elegante.
 
To never being parted.
 
Kit sentì il cuore fare le montagne russe nel petto. Deglutì, stringendo tra le mani quel piccolo bigliettino.
 
Si era ripetuto tante volte di essere un Herondale, ma non si era comportato mai come tale.
 
Forse era arrivati il momento di tirare fuori un poco di spina dorsale.
 
Alzandosi dal letto in fretta e Furia, si precipitò alla sua scrivania, sulla quale erano sparsi dei fogli, posta davanti la finestra della camera.
 
Si sedette sulla sedia, cercando di sistemare i mille pensieri nella sua testa.
 
Ty gli mancava. Gli mancava da morire. Ed era stato un vigliacco a non fare nulla in quei tre anni. Davvero un vigliacco.
 
Così, prese in mano una penna.
 
"Caro Tiberius..."
   
 
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