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Autore: Alicanto_R    09/05/2021    1 recensioni
"(Una mano accende una piccola candela sul suo comodino, mentre un'altra gli accarezza i capelli. "Va tutto bene" gli dice una voce bassa e dolce, che non ha volto "Ci sono io ora")"
In visita da Nero, Vergil trova in un cassetto delle candele; con esse, ricordi creduti perduti e nuove prospettive.
[ambientata in un ipotetico post dmc 5]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: V, Vergil
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci sono delle candele nel cassetto, insieme ad un portacandele.
Sono bianche, e lunghe, ed emanano un lieve profumo di vaniglia misto a qualcosa che non riesce ad identificare, ma che gli è in qualche modo familiare, come se...

Una cordicella viene tirata nel retro della sua memoria, ma la forza non è abbastanza per evocare un vero ricordo, solo impressioni sparse e dolorosamente fuggenti gli riempono per un secondo il petto.

(Una mano accende una piccola candela sul suo comodino, mentre un'altra gli accarezza i capelli. "Va tutto bene" gli dice una voce bassa e dolce, che non ha volto "Ci sono io ora")

Vergil prende in mano una candela, quella meno consunta, e se la rigira in mano, curioso, focalizzando su di essa l'attenzione. Immagina l'occasione in cui può essere stata accesa. Un rituale, forse, un incantesimo.

No, dissente quella parte umana sempre più vocale. 

Un blackout, sicuramente. Nero e Kyrie che si affrettano ad accendere le candele perché i bambini hanno paura del buio, come è normale che sia, e le candele hanno il potere di trasformalo in un luogo familiare e protetto.

O forse sono Nero e Kyrie che ne sono capaci, e le candele sono il semplice mezzo per cui passa la loro magia.

Vergil si chiede se anche Nero, da bambino, abbia mai avuto paura del buio, e chi abbia acceso una candela per dargli conforto al posto suo.

("Anche a me spaventa il buio, sai? Facciamoci coraggio a vicenda...ecco, fammi spazio qui")

Non ha bisogno di candele, lui, non da quando il suo sangue si è completamente risvegliato nelle sue vene, e l'oscurità in questa casa non è opprimente come quella in cui ha vagato per così tanto tempo sotto al giogo di Mundus.
 

Eppure.

 

Eppure la cordicella continua a tirare, insistente, e la sensazione non se ne va via, così lui si ritrova a posare Yamato ai piedi del letto e a cercare un accendino. Ne trova uno in un cassetto dell'armadio che non sta utilizzando, e sa quasi istintivamente che deve essere di Nico, perché Nero non fuma e Kyrie neanche, e questa è la stanza degli ospiti, ma per una frazione di respiro prova disappunto come un riflesso spontaneo ben allenato.

Poi prende la candela e la mette nel portacandele, poggiandola sul comodino, e la accende.

Nel buio la fiamma è piccola, ma tremando illumina comunque la stanza di una tinta calda, e il profumo è lieve, poco invasivo, e-

La cordicella strattona più forte, si strappa.

("Sono sempre qui vicino a te, Vergil...non avere paura". E poi calore, calore, calore. Attorno a lui e dentro di lui. Calmo e protettivo. Una coperta sotto cui cercare aiuto, senza mai scappare. Perché non c'è niente da cui scappare, non quando è amato e protetto. E dio, si sente così amato e protetto ora, circondato dal calore e difeso dalla luce della candela. Niente può fargli male)

Il colpo lo colpisce così veloce che lui non fa in tempo ad alzare nessuna barriera e la forza di quel ricordo sbrindellato gli blocca il respiro in gola. L'emozione che ha portato con sè è stata così tanto a lungo dispersa che ora non gli sembra appartenergli. Lo disorienta, non sa come tenerla sotto controllo, come gestirla. Cosa farci.

Si siede sul letto con una calma forzata  e chiude gli occhi. 

Respirare. 

Inspirare. 

Ripetere. 

E' una cosa meccanica che si forza a fare per distogliere l'attenzione dal marasma che ha dentro, tentando di esercitare un controllo che non è più sicuro di possedere.

Quando l'ondata si ritira, a lui rimane solo la consapevolezza di quello che ha perso, mischiata al malinconico profumo della vaniglia.

La sua mano cerca istintivamente la Yamato, la sua ancora, e quando le sue dita si stringono attorno all'elsa respirare si fa più facile. Il vuoto si colma in po'. I suoi sensi, sull'allerta anche se non c'è pericolo, si stendono piano. Si stendono finchè non si scontrano con un'energia  così simile alla sua.

Nero.

E' lì, a due stanze di distanza, e anche se la sua energia è sempre un fuoco che divampa e consuma tutto, ora, in piena notte, è più simile alla fiamma stabile e decisa di una candela.

Vergil la sente di nuovo, ora. Quella sensazione di calore. Più timida dell'ondata impetuosa di prima, ma è lì, e gli toglie il fiato dolcemente, fa il primo passo per colmare quel vuoto che il ricordo ha lasciato nel suo petto.

   
 
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