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Autore: Soleil Jones    10/05/2021    0 recensioni
❪ Scritta per il prompt Strikhedonia — the pleasure of being able to say “to hell with it”
↬ pairing: midam;
↬ canon divergence.
 
[...] Adam si muove sul posto per un po', gli occhi azzurri fissi sullo schermo e un crescendo di sensazioni leggere come bolle di sapone e schiuma di mare sotto pelle, finché a un certo punto Michele lo sente pensare “al diavolo!”, prima di vederlo alzarsi e porgergli una mano.
« Forza, vieni qua » gli dice, con un cenno della mano estesa e le iridi azzurre cariche di aspettativa.
Genere: Fluff, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Adam, Michael
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro, Contesto generale/vago
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prompt: Adam x Michael + 
STRIKHEDONIA: the pleasure of being able to say “to hell with it”.
 

PSA: questa cosina è ispirata da una clip musicale di Doom Patrol, che per altro con loro sta benissimo. Dato che fa da sottofondo musicale a tutta la scena (ho deciso che devono includerlo nelle loro maratone, sì), la linko qui!
Detto ciò, buona lettura!! Vi lascio a queste dolcezze <3



Ad Adam è sempre piaciuta la musica, o almeno, il vasto repertorio di cui ha fatto sfoggio i primi anni nella Gabbia — cantando a squarciagola fino a far perdere la concentrazione e la pazienza a Michele pur di tenersi compagnia e farsi sentire — e svariati ricordi che l'arcangelo conosce a memoria danno da pensare che sia così.

In effetti ancora adesso canticchia spesso pezzi di canzoni sentiti qui e là tra un turno al lavoro e una capatina al supermercato. Non è niente di speciale, ma Michele lo ascolta sempre, il suono della sua voce fa tintinnare e al tempo stesso sciogliere parti di lui che prima sono sempre state irraggiungibili.

Fa bene anche ad Adam: la musica lo accende e lo smuove come poche altre cose riescono a fare — qualcosa che a detta del più piccolo è normale e succede a tutti, ma in fin dei conti non è che Michele vada a prestare attenzione ad altre anime che non siano quella accoccolata alla sua grazia. Come adesso, per esempio, mentre sono seduti a guardare una serie TV che ad essere sinceri persino Michele segue con un pizzico di interesse in più rispetto al solito.

Adam si muove sul posto per un po', gli occhi azzurri fissi sullo schermo e un crescendo di sensazioni leggere come bolle di sapone e schiuma di mare sotto pelle, finché a un certo punto Michele lo sente pensare “al diavolo!”, prima di vederlo alzarsi e porgergli una mano.

« Forza, vieni » gli dice, con un cenno della mano estesa e le iridi azzurre cariche di aspettativa.

Michele, le sopracciglia corrugate, non ci mette molto a capire le sue intenzioni, e per quanto sia sempre ben disposto ad accontentarlo, se c'è una cosa che non ha mai fatto questa è proprio ballare.

« Non credo sia il caso » gli dice, scuotendo il capo, senza però riuscire a mostrarsi irremovibile o — come direbbe Adam, che non ha messo da parte la propria dignità per accettare un rifiuto — burbero.

« E dai, non farti pregare! » Lo esorta, andando tranquillamente incontro alla sua cocciutaggine e piegando le labbra all'insù.

« Io non ballo, Adam. »

« Solo per questa volta. »

Michele solleva un sopracciglio in un'obiezione silenziosa ma lampante, mentre sullo schermo della TV le bende di uno dei protagonisti, Larry,  spariscono — ‘Andiamo, halo.’ — come per magia.

« ...solo per questa volta » afferma con un sospiro esasperato l'arcangelo, prendendo la mano del suo tramite e alzandosi in piedi.

Da così vicino, oltre all'incontrarsi dei loro respiri, il flusso di allegria pulsante in Adam è praticamente palpabile: ne è radioso, e davvero Michele credeva di amarlo già abbastanza prima.

‘Sei proprio un impertinente,’ sussurra la sua grazia, ma c'è un evidente nota di affetto ad accompagnare le sue parole e il modo in cui lo guarda, ed è tale che Adam non riesce a trattenersi dall'arrossire un po'.

Per non farci caso e in onore della sua fantomatica impertinenza, afferma: « Mi adori proprio per questo ».

« Tra le altre cose » asserisce senza batter ciglio Michele, un angolo della bocca sollevato in un raro, morbido sorriso.

Adam indietreggia un po', spostando il tavolino con una gamba, e Michele lascia che gli mostri dove mettere le mani. « Qui, ecco... » mormora, la voce coperta dalla musica, e quando solleva lo sguardo eccoli lì, a un soffio di distanza. « Ehi. »

Le guance gli fanno male tanto sta sorridendo.

« Ehi a te » risponde Michele, la voce bassa e roca nonostante la nota giocosa del suo tono, mentre le dita della sua apparizione accarezzano il tessuto sotto di loro e, puntualmente, fanno venire la pelle d'oca al minore.

« Okay, uhm— sciogliti un po', non pensare. Solo... » Adam ondeggia un po', non esattamente a ritmo ma chi se ne importa, sono a casa loro d'altronde! Premendo una mano sul fianco di Michele, lo esorta a muoversi con una mezza risata. « Ascolta e segui la corrente. »

Non è interamente a proprio agio, l'arcangelo; ballare non è molto diverso dal mangiare o lavarsi — troppo umano perché gli venga naturale. Tuttavia le sensazioni di Adam sono allacciate alle sue come lo sono le sue dita; lasciarvisi trasportare è spaventosamente semplice, quasi quanto lo è non smettere di guardarsi.

« Ehi, non te la cavi male! »

Michele lo redarguisce con un'occhiata e un «Potrei smettere da un momento all'altro», prima di fare un passo indietro e sollevare il braccio per fargli fare una giravolta.

People like us, we gotta stick together,
Keep your head up, nothing lasts forever...

Adam ride, girando su sé stesso e tornando ad abbracciarlo con un movimento fluido, ritrovandosi molto più vicino al suo viso rispetto a prima, petto contro petto.
 
Here's to the damned, to the lost and forgotten...

I loro nasi si sfiorano mentre gli dice: « Oh, non osare mollarmi proprio sul ritornello! » e nonostante lui per primo si stia vergognando parecchio (ed è lampante), lasciarsi trasportare dalle voci di Maura e Larry e tirar fuori la propria è davvero, davvero semplice.

« 
We are all misfits living in a world on fire...! » canta a pieni polmoni, la sua anima più luminosa che mai, allargando le braccia, mentre dentro il suo petto la vecchia supernova permalosa che ha davanti divampa e irradia tutto il loro corpo.

Michele gli va incontro, non canta con lui — quello no — ma in compenso ride un po', a modo suo, con lo sguardo e da dentro.

Si muove a tempo con la melodia, rapito più da Adam che da qualsiasi altra cosa, e se almeno uno dei due fosse il tipo da pensare certe cose, direbbe che è come se improvvisamente non fossero più nel salottino di casa loro. La musica fa anche questo però, no? Porta vivacità e colori e liberazione.

Intrecciando con inaspettata dolcezza le dita di una mano a quelle di Michele — identiche e perfette come pezzi di puzzle — e incespicando un po' nelle parole perché in sua difesa non conosce il testo a memoria e sta seguendo i personaggi, Adam gli va incontro, attratto da lui come un magnete.
 
«
They can't do nothing to you, they can't do nothing to me » Si incontrano nel mezzo, fronte contro fronte, i fianchi che si sfiorano nel muoversi. « This is the life that we choose— »
 
La leggerezza dell'espressione di Adam sfuma leggermente, lasciando il posto a una nota che sembra quasi una promessa. « T
his is the life that we bleed. »
 
Come uno specchio, la stessa si riflette nel modo in cui, seppur rilassando le spalle e distendendo le labbra, Michele inclina il capo e sfrega lievemente la punta del suo naso contro quello di Adam.
 
«
So throw your fists in the air. Come out, come out if you dare! » Non ci vuole molto perché i suoi occhi, assurdamente e innaturalmente intensi, scivolino sulle labbra ridenti di Adam sotto lo sguardo di quest'ultimo. « Tonight we're gonna. . .  »
 
—change forever!
 
Adam si irrigidisce per appena un attimo, puramente sorpreso, ma Michele lo sente sorridere anche a occhi chiusi, prima di ritrovarsi con le sue braccia avvolte attorno al collo. Adam lo spintona giusto un po' (metaforicamente, ovviamente) perché obiettivamente Michele è un po' troppo soddisfatto considerando quante storie ha fatto prima di acconsentire a ballare un po' con lui.
 
« Mmh, Michele. Michele, la puntata non si fermerà per noi. »
 
Uno schiocco di dita e la puntata, per l'appunto, si ferma. « Meglio? »
 
« ...huh, sì, grazie. Ora ti stai un po' pavoneggiando però, ammettilo. »
 
« Se anche fosse, e non lo è, ti sta piacendo. »
 
Il sogno a occhi aperti di Larry sparisce di colpo e la musica viene bruscamente interrotta, nel mentre, ma loro continuano a muoversi a destra e sinistra, troppo presi da quella che per loro è la realtà vera e propria invece di un'illusione fugace.


 
Sing it for the people like us, the people like us.
  
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