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Autore: Dioni    11/05/2021    1 recensioni
In un mondo di eroi,mostri,uomini e dei,dove immense nazioni si fanno guerra per la supremazia,Milziade,un uomo dalle mille professioni e abile combattente viene contattato da Lucilla,una giovane sacerdotessa di Apollo per scortarla fino alla città-stato di Aegis,dove sa di poter trovare rifugio dalle grinfie di Nova,l'impero che lui legioni si spandono sempre più per posare il vessillo della'aquila dorata su nuove terre e su nuove razze e dal suo imperatore,Lucio Cornelio Silla,il segreto per la quale la ragazza e perseguitata,intrecciando così il suo destino con quello del mercenario,trascinandolo in un avventura che li porterà alla ricerca di un antichissimo potere,pari forse a quello degli dei stessi e che nelle mani sbagliate può cambiare il destino del loro mondo per sempre.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Silla restò li,fermo,senza dire neanche una parola. Aveva ascoltato con attenzione tutto quello che l'augure aveva da dire sulla questione Aegis,dallo scontro tra il mercenario e il generale fino alla contrattazione con il mago riguardo alla vergognosa disfatta della ventiduesima legione,che era crollata come di sasso per colpa di una nebbia che odorava di loto azzurro. Il volto di Silla era statuario,con occhi freddi e rigidi a tal punto che per tutta la conversazione non aveva sbattuto gli occhi,a guardare l'imperatore dritto in volto era difficile comprendere quali emozioni provasse,ma stava di fatto che l'espressione del viso aveva un non so che di tremendamente inquietante,sembrava nell'ascoltare il resoconto di Permone l'imperatore non stesse nemmeno respirando.

E questo è quanto.”, disse Permone con tomo calmo e controllato.

Silla non rispose e restò muto nel suo silenzio,che rendeva l'aria nella stanza ancora più pesante. Un silenzio da cimitero,che faceva sembrare la frescura della sera un gelo invernale,brividi lungo la schiena si sarebbero fatti sentire da chiunque altro fosse stato li dentro,ma non Permone,che seppur non presente fisicamente sul posto la sua immagine restò ferma come nulla fosse.

Nient'altro da aggiungere?”

No,era tutto quello che avevo da dire.”

Capisco,Puoi andare.”

Permone non disse nulla e limitandosi ad un cenno del capo e un leggero inchino la sua immagine svanì lentamente,con una fiamma che si estingue per colpa di un vento troppo forte,lasciando solo l'imperatore nel piccolo tempio a rimuginare sulle pessime notizie appena ricevute. I suoi occhi si fissarono sulle due statuette poste all'interno del piccolo altare votivo e pensando tra se e se si chiese se in qualche modo non fossero gli dei, o un altra grande forza cosmica ad fatto subire alla ventiduesima legione quell'onta all'odore di fiori del deserto. Interruppe lo scorrere dei suoi pensieri e si allontanò dalla stanza e dirigendosi verso i bagni. Il passo pesante e la camminata svelta era segni del suo pessimo umore ad aver sentito com'erano andate le cose ad Aegis, non solo Nevia aveva dato spettacolo di se combattendo contro un guerriero dall'identità sconosciuta,ma aveva persino perso lo scontro,nonostante indossasse l'armatura della Legio Superba,lei,Nevia Placidia Sannita,conosciuta anche come la furia alata,aveva perso contro un ometto qualsiasi. Non era possibile,aveva scelto lei per quella delicata missione,personalmente,sapeva cosa fosse in grado di fare e glielo ha visto fare,una ragazza carente nella tecnica e mancava dell'esperienza di molti altri generali e comandanti precedenti alla sua candidatura come comandante di legione,titolo ambito da molti e quando fu lui,Lucio Cornelio Silla a conferirglielo ci furono subito delle lamentele,zittite in una manciata di secondi dopo ordinò il silenzio generale di fronte all'intera ventiduesima,quel giorno nessuno si azzardò ad alzare la voce per dire la propria. Ma le mancanze della ragazza erano colmate da ben altre virtù,come il coraggio,l'ardore e lo spirito combattivo al di sopra della maggior parte dei soldati,qualità che erano rare da trovare anche tra i soldati inveterati. Lui lo sapeva bene, la loro carriera all'interno dell'esercito era iniziata quasi allo stesso tempo,quando lei iniziò come semplice legionario e lui...ricopriva ben altro ruolo all'interno dell'esercito. Una volta passato parte del corridoio e superata un altra porta si trovò all'interno dei bagni, la stanza era decorata semplicemente da qualche mosaico che recava alcune scene di svago tra soldati e alcune scene di allenamento accompagnata da scritte nere anch'esse fatta con le tessere dei mosaici e recavano frasi come “Siate fieri e orgogliosi,l'aquila vi favorisce.”, oppure, “Uno spirito forte risiede in un corpo allenato e una mente attenta.”,insomma frasi di incoraggiamento per le truppe che dopo gli allenamenti nel campo andavano nei bagni a togliersi la lordura del sudore mescolata alla polvere del campo e poi,quale buon noviano si poteva definire tale se non apprezzava un buon bagno e distinguersi così dai selvaggi che vivevano oltre il confine? La grande stanza era suddivisa in una piscina centrale molto ampia affiancata da tre aree più piccole: Il caledarioum,una piscina dotata di acqua calda, il frigidarium, una piscina dotata di acqua molto fredda e il laconicum,una stanza dedicata alla sudorazione e più piccola delle altre due,dedicata alla sudorazione del corpo e all'eliminazione delle impurità della pelle. Prima di spogliarsi controllò che le sue vesti fossero già presenti nella stanza,che trovò subito nello spogliatoio presente all'interno di un armadietto di legno,accuratamente piegati e stirati. Una volta tolti i vestiti rimase completamente nudo,armato solo di un largo panno di stoffa per asciugarsi dopo il bagno e che a malapena copriva le carni scoperto del corpo scultoreo di Silla,muscoli gonfi pieni di forza ma allo stesso tempo dalle forme aggraziate e anatomicamente ideali,come le statue di marmo che omaggiavano gli eroi del mondo antico in tutta la loro nuda gloria. Si mosse verso la prima vasca,che secondo l'abitudine noviana consisteva prima di immergersi nella piscina dell'acqua calda per pochi minuti,per poi passare al frigidarium ed immergersi nell'acqua fredda,poi di nuovo nell'acqua calda e ancora nell'acqua fredda,lui da abitudine non faceva più di quattro immersioni,due in quella calda e due in quella fredda,sapendo che era il minimo necessario affinché il corpo,compiendo quello che sembrava un giro assurdo per chi non viveva in una delle grandi città dell'impero, ottenesse i benefici non solo di un corpo pulito ma avesse anche degli effetti benefici sulla salute,in quanto i medici ritenessero che fare ciò migliorasse la circolazione sanguigna e i muscoli beneficiavano di salutare metodo di rilassamento. Finito ciò passò nella vasca principale,molto più grande delle altre e si mise a nuotare,da parte a parte delle vasca con falcate lente e continue affinché il rituale di rilassamento potesse essere completo,poi stancatosi di percorrere la vasca si appoggiò contro la parete della vasca e finalmente poté rilassarsi nel vero senso della parola. L'espressione dura del volto di Silla sembrava essersi rilassata,mentre l'acqua,leggermente calda,gli donava una sensazione di benessere che in quella grande stanza,di solito usate da una moltitudine di soldati,chiassosi e goliardici con i compagni di camerata,ora sembrava un luogo per estraniarsi dal mondo e tutto ciò che lo circondava. Il silenzio della stanza occupata solo da lui era rotto solo dal suono dell'acqua provocato dai suoi movimenti,un suono quieto che rilassava la mente e distendeva i nervi. Beneficio per il corpo e la mente. Ma Silla sapeva che doveva sfruttare quelle ore di pace per prepararsi al giorno seguente e dare la notizia al senato del infausta situazione nella quale si trovava e trovare una giustificazione per ciò che fosse avvenuto ad Aegis,a patto che una qualche spia al soldo di un senatore non avesse già dato la notizia al padrone e informarsi prima che fosse l'imperatore a dare la notizia,cosa che accadeva più del previsto all'interno della camera. Già, i senatori,un organo di governo che esisteva fin da prima che Nova divenisse un impero, creato per dare al popolo una voce che potesse arrivare direttamente alle orecchie dello stato,com'era ormai già diversi secoli,membri eletti dal popolo per parlare per il popolo,o così pensavano ai più. La verità era che l'interno della camera del senato era un covo di serpenti,tutti pronti a pugnalare o evitare di farsi pugnalare tra di loro per i poteri concessi dalle cariche e i titoli guadagnati,molto più spesso comprati,barattando favori o uccidendo i propri avversari politici e persino lui,Lucio Cornelio Silla,rischiava tanto quanto gli altri. La forza dei suoi muscoli contavano ben poca cosa se messa a confronto all'esercito di politicanti,avvocati,principi del foro,ex militari,consoli e un altra sfilza di personaggi di poco conto che si difendevano e attaccavano con un arma ben più pericolosa della punta di un pugnale o del filo di una spada. La politica. Certo,se avesse voluto spremere qualche centinaio di teste ci sarebbe riuscito in pieno e senza alcuna difficoltà,ma che si poteva dire di un imperatore che massacrava i portavoce del popolo di Nova? Un uomo,per quanto potente potesse essere,non poteva governare da solo senza l'appoggio dei senatori e del popolo,era comunque un uomo,un uomo mortale,bello,forte e con diverse decine di legioni ai suoi comandi,ma pur sempre un uomo e per nulla invincibile. Per questo durante la fine della guerra civile aveva fatto in modo di guadagnarsi il volere dell'esercito,che già possedeva in gran parte durante il conflitto,la casta sacerdotale,ridando lustro e prestigio ai luoghi di culto e ai diversi santuari della capitale e donando tesori al tempio di Giove Ottimo Massimo,di Minerva,che era la protettrice della città e al santuario dei gemelli Romulus e Remus,i cui corpi erano sepolti in città e venivano onorati,fin nei tempi antichi come i numi tutelari della città. Poi vi fu il popolo che fu il più difficile da soddisfare,anni di guerra intestina avevano rischiato di portare allo sfacelo l'intero sistema governativo imperiale, il cibo era difficile da reperire,le strade principali erano impraticabili per il continuo afflusso di soldati che partivano per il fronte dell'ennesimo scontro e ciò rallentava o bloccava il trasporto di merci e prodotti di prima necessità,come il grano,la carne,frutta e verdura,pesce e ciò includeva anche il trasporto marittimo poiché gli scontri avvennero anche in alto mare e sulla costa. Fu ricordato come uno dei periodi peggiori di tutta la storia dell'impero,passato ai posteri come “Il grande sisma”,per la grandezza in cui si evolse il conflitto interno più brutto capeggiato da un generale contro il suo stesso sovrano....e vinse. Ma ormai quella era storia vecchia e Silla era uno della sua generazione che ancora ci pensava,il potere è come l'acqua,appena pensi di tenerla stretta nel pugno ti scivola tra via tra le dita e cade a terra,lasciandoti nulla in mano. La situazione di Aegis era un esempio di questa considerazione sul potere. La sua inviata si lascia trasportare dall'emozione e ceduta di fronte all'ira combatte con questo sconosciuto,che utilizzando solo una spada e un cavallo sconfigge un comandante di legione bardata di tutto punto con una delle più celebri armature mai state costruite per le forze armate di Nova,oltre la beffa si aggiungeva anche il danno,quando proprio quell'uomo stava per essere catturato una strana nebbia azzurra compare dal nulla e addormenta tutti i soldati presenti nell'accampamento e permettendo così agli inviati della principessa fuggiasca di allontanarsi dal pericolo. Ma la cosa peggiore e che quel mago,quel dannato mago ora si metteva a fare proposte che odoravano di minacce,fatte un individuo che usava trucchi e incantesimi e che anche se lo avevi davanti non potevi essere certo delle sue intenzioni. Non sapeva chi era,non conosceva il suo nome,ma sapeva fin troppe cose sul Demiurgo,abbastanza da dire che ne sapesse quanto Silla,se non di più ed ora doveva inventarsi qualcosa per risolvere quella situazione e trarne il maggior vantaggio possibile. Ammesso che ci fosse qualcosa da guadagnarci certo. Silla restava in silenzio in compagnia solo dei suoi pensieri e delle scocciature che il giorno dopo avrebbe potuto affrontare mentre i suoi occhi scendeva a guardare il palmo della mano e come d'abitudine la chiuse di colpo,osservando il pugno,gesto della sua determinazione ad andare avanti,sempre e comunque in qualunque situazione,Lucio Cornelio Silla non era uomo da tirarsi indietro,mai. Si alzò,uscì dalla piscina e si mise gli abiti puliti senza nemmeno preoccuparsi di essere asciutto,ci avrebbe pensato la fresca aria dell'estate ad asciugarlo,tanto che in città l'afosa aria del giorno era più che sufficiente per riempire di sudore i vestiti,tanto vale godersi quella sensazione di fresco che il cielo notturno portava con se. Uscì dai bagni e si diresse direttamente a palazzo,dove il corpo della sua guardia stava già aspettando alla porta di ingresso del campo d'addestramento,percorse il corridoio e presto si trovò all'ingresso,ampio e spazioso per accogliere in fila ben dieci uomini in orizzontale,nel caso i soldati della guardia dovessero uscire o entrare in formazione e si presentava per lo più spoglio e senza troppe decorazioni se non si contavano la stele del giuramento del pretoriano e dall'altra parte,inchiodata alla parete,il vessillo personale di Silla,un pugno chiuso che stringe con forza una corona d'alloro. Quattro pretoriani erano fermi di fronte alla porta,con lancia in mano e lo scutum posato contro il terreno e posizionati in modo da controllare la strada di fronte all'edificio. Come c'era da aspettarsi Silla vide il proprio corpo di guardia già disposto in strada occupando entrambi i lati del breve,ma sorvegliatissimo tragitto che lo collegava al mastodontico palazzo imperiale,che nella sua immensità dava l'impressione di voler assorbire al suo interno tutti gli edifici circostanti,facendo sembrare le ville dei senatori,dei consoli,dei patrizi e di tantissimi altri personaggi illustri piccole colline che circondava una montagna. Fece pochi passi quando ad un tratto una voce riecheggiò tra le strade buie e mal illuminate.

Non ti sei ancora stancato di pestare bestie e mostri? Del resto non dovrei essere sorpreso,sei sempre stato uno di quei rari uomini ossessionati dalla forza.”

Era la voce di un uomo,parlò con tono divertito e alla fine della frase sembrò udirsi il verso di una risolino strozzato,come di qualcuno che si mette a ridere in un momento inopportuno e fa di tutto per nasconderlo,pur non riuscendoci. I soldati attorno all'imperatore strinsero le mani sulle lance e i pesanti scudi rettangolari venne alzati dal suolo mentre si mettevano a formare un rettangolo attorno all'imperatore,come imposto dal rigido addestramento. Gli occhi delle guardie vagarono in tutte le direzioni,mentre con gli scudi posto di fronte al volto,mantenendo la posizione e con le le lance acuminate puntavano verso l'esterno,come un grosso riccio pronto a difendersi nel caso di un attacco proveniente da qualunque direzione. Ma Silla non fece un passo in più o in meno e non si mise nemmeno in posizione di combattimento,non si mosse per nulla,restando freddo e statuario,impassibile e concentrato. I suoi occhi non guizzarono a destra e a manca,non la minima esitazione o un segno di nervosismo comparve sul volto duro e arcigno e nessun brivido scosse i suoi muscoli. Sapeva chi era,riconobbe la voce e quindi sapeva bene cosa fare,non senza ponderare bene la situazione nella quale si trovava e agire di conseguenza sarebbe stato di vitale importanza. I pretoriani continuarono a sorvegliare la zona circoscritta e nonostante la preoccupazione non si azzardarono a fare un passo senza che l'imperatore dicesse loro qualcosa,quando Silla era coinvolto in una situazione pericolosa insieme a uomini in armi,fosse il corpo della guardia pretoriana o un intera armata era lui a dettare gli ordini,almeno che non lasciasse l'incarico direttamente a qualcun altro,cosa che accadeva solo con chi più gli ispirasse fiducia e fosse sotto i suoi ordini diretti,come nel caso di Nevia, o in casi particolari solo se la situazione richiedesse l'intervento di personaggi con capacità adatte ad altri scopi,come l'elfa che di tanto cercava di ucciderlo,ma fallendo miseramente. Per un breve istante ebbe la sensazione che qualcosa sotto i suoi piedi si stesse muovendo e istintivamente saltò di lato avendo ragione a preoccuparsi,dato che al posto di un porzione di strada c'era un grosso buco,o meglio un foro perfettamente levigato e dove prima c'erano pietra e terra ora c'era solo sabbia,sabbia fine come quella del deserto,la stessa che era presente nel regno delle piramidi.

Agile come sempre vedo,restare a panciolle a comandare un impero non ti ha indebolito come pensavo.”

Era di nuovo quella voce,se le cose stavano così allora era tornato per davvero.

Esci dall'ombra manipolatore delle sabbie,sei in errore se credevi di cogliermi impreparato .”

I pretoriani,ancora sorpresi per l'accaduto non seppero come agire e rimasero fermi e a guardarsi attorno,ancora increduli per essersi lasciati prendere di sorpresa. Dall'angolo buio di una stradina laterale comparve un personaggio alquanto particolare che subito fu adocchiato da una delle guardie. Era uno strano essere umanoide,dalla pelle grigia,con una capigliatura brizzolata corta e dritta,sulla testa portava due lunghe orecchie da asino e poco sotto vi erano presenti due occhi neri. Il petto nudo e le braccia scoperte mostravano un fisico asciutto e attorno al collo portava un ciondolo recante la testa di una non ben chiara bestia fatta in oro,dal muso lungo e le orecchie alte e lunghe,indossava un gonnellino nero tenuto da una cintura rossa decorata con piccoli monili in oro,mentre ai piedi portava un paio di semplici sandali. Ma l'oggetto più impressionante che l'uomo si portava dietro era una sottile asta nera,decorato al centro con una piccola ma prezioso rubino rosso sangue e sulla parte più alta del bastone vi era presente una decorazione in onice,simile alla ciondolo che portava al collo.

Fermo dove sei,getta il bastone lontano da te e mettetti subito a terra.”,urlò il primo pretoriano che si trovò di fronte.

Lo straniero osservò divertito il veterano che era rimasto fermo e che nella sua posizione di guardia era pronto a scattare al minimo segnale,con altri due compagni pronti a seguirlo. L'uomo tuttavia sembrava divertito dalla minaccia della guardia e tutto ciò che fece fu ruotare il bastone e poggiarlo su una spalla mentre sul suo viso un grosso sorriso provocatorio gli comparve lentamente sul volto.

Sei forse sordo per caso? Ti ho detto di gettare il bastone e metterti a terra. Questo è un ordine.”,disse ancora una volta la guardia esasperata facendogli segno con la punta della lancia rivolta verso il terreno.

Io ti ho capito benissimo,solo non voglio obbedire.”

che cosa?”

Hai mai dato ordini ad un cumulo di sabbia? Ti posso assicurare che la cosa risulterebbe impossibile.”

E in quell'istante l'uomo fece un semplice gesto con la mano libera e dal terreno si tirò su una quantità di polvere grigia proveniente dal suolo pietroso di cui era composta la strada,agli occhi di chi la osservava aveva una forma oblunga e indefinita,che si sollevava dal suolo come una serpente pronto a mordere.

Ma che...”

La matassa informa si mosse rapidamente e senza alcun preavviso verso il volto del pretoriano che colto alla sprovvista subì l'insolito attacco. Il colpo non fu nemmeno coperto dallo scudo,perché tale fu la velocità dell'attacco che la manciata di sabbia animata si slanciò animato di vita propria verso il volto del soldato,compattandosi all'ultimo momento colpì con forza di una pesante mazza e rompendogli il naso e facendogli sputare un paio di denti. L'uomo cadde a terra prima ancora di rendersi conto di quello che era successo, ciò che aveva visto era un mucchio di polvere che alla vista parve leggera come fumo ma nel colpire sembrò dura come roccia. La vista si sfocò e prima di svenire vide il serpente di sappia disgregarsi in aria e poi svanire completamente,come polvere sospinta dal venticello della sera.

Maledetto....”,gridò una delle due guardie vicino al compagno aggredito, “formare il muro,proteggiamo l'imperatore.”

I soldati più vicino al caduto sorpassarono il pretoriano a terra e in breve tempo,con tattica e disciplina,dieci uomini avevano formato una barricata vivente,formando con gli scutum una piccola linea difensiva e con le lance che sporgevano dalla formazione come gli aculei di un ricci. Altri due soldati che non intervennero nello scontro si mossero a soccorre il compagno ferito e a trascinarlo via dalla mischia. Lo straniero dal canto suo continuava a sorridere e cambiando posizione,più per noia che per necessità continuò ad osservare la figura di Silla,quel possente umano dallo sguardo freddo e distaccato,che a sua volta lo osservava,immobile,senza mostrare alcuna voglia di agire. Stava fermo e basta,non sapeva cosa aspettarsi da lui. Tuttavia ora erano gli altri pretoriani a preoccuparlo,o per meglio dire infastidirlo,avevano formato una linea di difesa nel caso fossero colpiti anche loro dalla magia di quello strano essere dalle orecchie d'asino. Avanzavano passo per passo nel tentativo di farlo allontanare da Silla,con gli scudi saldi e le punte delle lance pronte ad affondare nella carne,ma l'uomo non si toglieva dalla strada né indietreggiava,anzi,restò,con quel ghigno stampato sul volto e nessuna intenzione di allontanarsi.

Fate sul serio? Contenti voi.”

L'uomo tolse il bastone dalle spalle per poi farlo vorticare sopra la testa con entrambe le mani,mentre dal rubino sul bastone una fievole luce rossa si manifestò di fronte agli occhi dei soldati.

FOSSA DIVORATRICE”

L'essere fermò il bastone e con presa salda di entrambe le mani puntò la base del bastone contro il suolo e rilasciando tutto il potere che aveva accumulato in quel momento. Da sotto i piedi dei pretoriani il terreno stradale si fece improvvisamente più fragile,come il terriccio secco di un orto che appena si bagna inizia a sfaldarsi e a collassare su stesso. Improvvisamente si sentirono trascinare verso la terra e ai loro piedi quello che videro non fu più solida terra,ma una larga buca sabbiosa che si materializzò attorno ai dieci uomini,che non riuscendo a tenere in piedi la linea di difesa cominciarono a sprofondare verso il sottosuolo,come se la terra stessa cercasse di mangiarli. Le armature,gli scudi e le armi rendevano i loro tentativi di uscire dalla fossa erano inutili,provarono a muoversi per uscire da quella bizzarra trappola,ma la sabbia si comportava esattamente come l'acqua di un potente temporale quando riempe un pozzo e per di più maggiore era lo sforzo che i pretoriani facevano per salvarsi,maggiore era l'impaccio che la sabbia entrasse nelle protezioni e nelle vesti,aumentando ancor di più il peso e facendoli sprofondare ancor di più verso morte certa.

Silla osservò la situazione e ancora una volta i suoi pugni fremevano dalla voglia di combattere,non sapeva cosa ci facesse li e cosa volesse da lui,ma non c'erano dubbi,attaccando le sue guardie aveva dichiarato le sue intenzioni ostili e adesso ne avrebbe pagato le conseguenze. Se violenza era venuto a cercare,violenza avrebbe ricevuto. Mentre i pretoriani affondavano disperati Silla saltò la fossa perfettamente da fermo e con il grande balzo che spiccò preparò il pugno pronto a colpire il suo aggressore senza alcuna pietà,un solo movimento del grande braccio dell'imperatore e il suo pugno si mosse,carico di forza erculea. L'uomo vide Silla caricare nella sua direzione e con una rapida reazione lasciò la presa di entrambe le mani sul bastone e con una mano libera prima indirizzò il palmo aperto verso la strada e poi di gettò verso il cielo.

MURA DI GEB.”,gridò l'uomo e dal terreno comparve uno spesso e massiccio muro di terra e pietra che lo avrebbe difeso dal colpo dell'imperatore...o almeno lo sperava,sapendo quando fosse forte quell'individuo. Il colpo di Silla si fece sentire sulla terrea barriera e con forza devastante ne abbatté una grande parte. Lo aveva sentito sulle sue nocche,il muro che aveva colpito non era mera magia da due soldi,era una solida difesa salita velocemente dal basso,evoca dalle mistiche arti di quell'individuo,terra abbastanza da dura degna di essere un valido muro,ma non certo per il suo pugno,che lo abbatté senza troppa difficoltà,lasciando solo due lati del muro ancora in piedi, a dimostrazione della forza dell'imperatore espressa in un unico colpo. Tuttavia l'uomo dalle orecchie d'asino non sembrò essere stupito della cosa e nonostante il muro fosse crollato,lui non fece altro che cambiare posa facendo roteare ancora una volta il bastone,ma solo per fare scena e mettere dietro alla schiena.

Umar,come al tuo solito giochi ancora con la terra. Cosa ci fai qui?”

Come sei freddo Lucio,non mi chiedi neanche come sto? Sei il solito musone antipatico,possibile che dopo tutto questo non sei cambiato neanche un po'?”

Rispondi alla domanda Amenita,parla o ti strapperò la verità di bocca con queste mani.”

Se ci tieni tanto....”

Umar non finì la frase che prese il bastone con entrambe le mani e con la testa in cima al bastone facendole toccare un punto del pavimento posto dietro di lui,per poi menare un fendente contro l'aria,dal basso verso l'alto e rilasciando un improvvisa scia di sabbia così sottile che se non fosse stata per la luce della luna a malapena si sarebbe potuta vedere.

BREZZA DI SETH”

La sottile scia si compattò immediatamente e spinta da una improvvisa forza magica si diresse contro Silla che nel vederla arrivare si mise in posizione di difesa e portando entrambe le braccia all'altezza del volto. Quando il colpo arrivò sentì sugli avambracci una sensazione di dolore improvviso,come se il filo di una lama impercettibile lo avesse ferito,restando in posizione diede uno sguardo veloce ai punti lesionati e vide che da entrambi gli avambracci due gocce di sangue colavano lentamente da due strisce rosse l'asciate dall'attacco. Era ben diverso dagli attacchi di taglio che Filora gli lanciava di tanto in tanto durante i suoi tentativi di omicidio,come la brezza di quella sera d'estate,tanto placida e tranquilla,ma il peso dell'aria spostata si sentì benissimo,non come una rapida pugnalata ma piuttosto come la lama di una grande falce che miete il grano,o in quel caso la carne. Un attacco veloce e pulito,tanto che forse un uomo di gran lunga più debole sarebbe stato decapitato sul colpo. Silla non perse tempo e passò al contrattacco,scattando rapidamente verso l'avversario e caricando entrambe le mani per i prossimi due attacchi. Lo slanciò dovuto alla forza delle sue gambe era degna di un atleta,l'esecuzione alla partenza fu così veloce che a malapena Umar poté prepararsi adeguatamente a quella risposta,si era avvicinato troppo presto alle sue aspettative e la massa muscolare di Silla lo faceva sembrare lento e goffo,traendo facilmente in inganno nemici convinti di poterlo semplicemente essere più agili o più svegli di lui per poterlo sconfiggere. Quanto si sbagliavano. Arrivò in un istante è il suo pugno fu pronto a colpire compiendo un movimento perfettamente lineare,ora che l'amenita era a portata di braccio l'imperatore piantò la punta del piede sinistro sul terreno,ruotò tutto il tronco da destra verso sinistra per dare forza al colpo e il suo pugno,un magnifico diretto destro venne spinto in avanti ad una velocità straordinaria.

Dannazione...”

Fece il più in fretta possibile di posizionare il nero bastone di fronte al quel macigno di pugno che stava per arrivargli contro il volto e che lui sapeva già,se non l'avesse parato,gli avrebbe fatto saltare via la mandibola a una decina di metri dal resto della testa e con tutta la forza fisica che aveva in corpo,non molta a dire il vero,accarezzò leggermente il dorso bastone e la pietra rossa si illuminò per l'ennesima volta. Quando il pugno arrivò incontrò il bastone nella sua traiettoria e quello,chissà per quale ragione non si spezzò,anzi,una strana forza respingeva il poderoso pugno di Silla,non senza difficoltà e con fatica immane,tanto da far digrignare i denti a Umar,che con un notevole sforzo tentava di non restare sopraffatto da quell'uomo,tanto grosso da far impallidire anche un orso bruno ritto sulle zampe posteriori.

Notevole....”,disse Silla mentre continuava a spingere con il pugno, “Ma insufficiente. Ora lascia che sia a ricordarti chè cos'è un vero colpo”

Se il pugno tirato forza normale non era riuscito nel suo intento avrebbe dovuto ricorrere ad un altro tipo di forza,più maestoso e potente di quelli che usava solitamente per combattere nelle prime fasi di un combattimento,solitamente era raro che ne facesse uso e per una buona ragione. Troppo potente e stancante,ma se usata nella maniera giusta poteva far pendere l'ago della bilancia dalla parte dell'imperatore. Caricò molte delle energie che aveva in corpo,sapendo che il bastone di Umar era in grado di contrastare anche armi magiche,i muscoli del braccio destro si fecero ancora più duri e gonfi,mentre il sangue nel suo corpo fluiva più velocemente e con più foga,con le fasce muscolari dell'intero arto,dalla spalla al braccio duri quanto l'acciaio.

Tecnica di potenziamento muscolare inferiore: Forza del leone nemeo.”

Quelle di Silla furono semplici parole dettate con la calma più assoluta,senza foga e senza rabbia,mentre una spinta improvvisa e maggiore andò a rafforzare il suo attacco contro l'avversario dalle orecchie d'asino. Il bastone non resse oltre e venne sbalzato di lato,permettendo così al pugno di Silla di raggiungere le carni di Umar. Il pugno,più simile ad un macigno tirato da una catapulta che a ad una mano chiusa,si schiantò contro il plesso solare dell'amenita,schiacciandogli violentemente gli organi interni e comprimendo dolorosamente anche tutti i muscoli e le ossa in quella zona. Lo spinse lontano,dieci metri con un singolo colpo e se non fosse stato per il bastone sicuramente sarebbe andato ancora più lontano,rotolando diverse volte contro il suolo e strisciando contro la strada pavimentata,sentendo così anche la dura roccia aggiungere dolore ad altro dolore,ma sempre più lieve in confronto a ciò che aveva subito. Silla riprese la sua posizione neutrale e diede un occhiata alla fossa dov'erano finiti i pretoriani,la sabbia all'interno della fossa aveva finito di scendere e nessuna delle sue guardie era in pericolo di vita,seppur bloccati e quasi impossibilitati a muoversi. Non diede peso a loro e iniziò a camminare verso la figura di Umar,che stava dando segno di volersi rialzare,seppur dolorante e visibilmente indebolito e così lo raggiunse lentamente,un passo alla volta,come chi sa di avere già vinto lo scontro. Era sua abitudine non affrettare mai dove non c'era bisogno di correre,che l'avversario fosse uomo o bestia,mostro o quant'altro una volta che aveva la certezza che non fosse più un pericolo per lui allora non sentiva più bisogno di esternare visivamente la sua forza sovrumana e tornava alla sua posizione rigida e scultorea,un calma di cui tutto il corpo si doveva pervadere e con la mente cancellare la tensione accumulata negli scontri più difficili,anche se in quel caso non c'è ne era stato bisogno e per tanto il suo corpo non sentiva il bisogno di rilassarsi,visto che lo era già. Umar si riprese da quella grande botta subita e a fatica riuscì a respirare solo dopo numerosi colpi di tosse dopo che si era sentito mancare l'aria a causa della forte pressione subita da quel pugno pesante quanto uno di quei blocchi di pietra usati per costruire le piramidi della sua terra. Se non fosse stato per la il bastone che aveva deviato buona parte della forza subita e il ciondolo che portava al collo in quel momento sarebbe divenuto una poltiglia sanguinolenta,un macilento pezzo di carne devastato,aperto come la carcassa di un bue divorata dalle bestie del deserto. Alzò la testa e lo vide davanti a se,con i suoi occhi azzurri puntati su di lui e intendo a squadrarlo come se cercasse di comprendere qualcosa che gli impediva di finirlo. Per contro Umar era fermo sulle proprie ginocchia e il suo bastone era troppo lontano affinché potesse chiamarlo a se per tempo ed usarlo di nuovo come arma,ma a quale scopo poi,se l'unico risultato sarebbe stato quello di essere devastato nuovamente? Meglio non tentare nulla di stupido. Non era nella posizione di poterlo fare e le energie rimaste in corpo erano poche,tanto vale vedere come sarebbe andata a finire.

Che cosa mi nascondi Umar?”, chiese Silla freddamente.

L'uomo ai suoi piedi sorrise come a voler trattenere una risata,mostrando i denti,sporchi di sangue per il conato vermiglio che aveva dovuto trattenere a forza.

Non capisco di cosa stai parlando.”, disse Umar facendo il finto vago.

Mi hai attaccato lo stesso sapendo che saresti stato sconfitto in uno scontro diretto. Quindi perché mi hai attaccato sapendo quello che ti sarebbe successo? Il tuo potere sulla terra favorisce il controllo del campo di battaglia,non le tattiche aggressive. Non ti sei impegnato nemmeno la metà di quello che sapresti fare veramente.”

Vedo che la tua ossessione per i combattimenti non è diminuita dal termine della guerra. Otto anni e non sei cambiato nemmeno un po'...la tua mania per i dettagli degli scontri è sempre stata una tua peculiarità.”

Dimmi che cosa vuoi,prima che stritoli la testa e ne faccia polvere.”,disse Silla mentre gli mostrava una delle sue mani che si chiudeva lentamente,mostrandogli fisicamente quello che gli poteva capitare.”

Le buone maniere non sono mai state il tuo forte. E va bene te lo dico,pare che il regno di Amenosi abbia cominciato a muovere le sue spie per informarsi al meglio riguardo alla situazione di Aegis, alla regina fa comodo sapere che la legittima erede al trono di Nova sia sana e salva.”,disse l'amenita mentre si rialzava barcollante.

E credi che la cosa debba preoccuparmi? Sono anni che le loro spie si muovono alla mia corte e tu credi che io non abbia fatto nulla per contrastare le loro azioni? Devono soltanto provare ad uscire dall'ombra che impiegherò un nulla per ucciderli,por poi rimandare i cadaveri in patria come avvertimento. Se vogliono un altro conflitto sono pronto darglielo. Ma non ti sei fatto massacrare solo per questo vero?”

Vuoi sapere la verità? E va bene. Volevo sapere di persona sei i tuoi pugni erano ancora forti come un tempo. Tutto qui”

Silla non reagì immediatamente a quella curiosa rivelazione. Tuttavia la sorpresa che si leggeva nel suo sguardo era impossibile da non notare,il volto,seppur fermo nella sua inespressività non potevano nascondere la reazione del suo sguardo,che tradivano la mancanza di prontezza a quell'affermazione.

I miei pugni?....Tu ti sei fatto massacrare,solo per poter sapere se i miei pugni erano ancora forti? Hai rischiato di restarci secco idiota,avresti potuto combattere seriamente piuttosto che attaccare senza alcun schema preciso.”

Non capire male,il mio era un atto studiato. Mi conosci così poco da credere veramente che avrei attaccato a testa bassa senza sapere a cosa andavo incontro? Questi sono tempi oscuri Lucio,non percepisci come la sabbia della clessidra abbia cominciato a scorrere verso il fondo? Non dirmi che non te ne sei accorto,perché non ci credo.”

Silla non rispose a quella domanda e al contrario sollevò la testa e iniziò a guardale la falce di luna posta sopra le loro teste,li nel cielo notturno,dove chissà quale divinità o altra forza cosmica in gioco li stesse guardando da lassù e si fermò a riflettere per un attimo a questo suo dubbio personale. Poi abbassò di nuovo il capo e tornò a guardare Umar.

Vattene finché sei in tempo figlio di Seth. Per stasera sono stanco di giocare.” E Silla gli diede le spalle e iniziò ad allontanarsi verso i pretoriani finiti nella fossa. Tirarli fuori da quella buca sarebbe stato uno scherzo con la sua forza disumana.

Come sta Nevia? A parte l'umiliante sconfitta che ha subito ad Aegis si intende. E Filora?ti vuole ancora morto? Mi sto dimenticando qualcuno...ah si ora ricordo,quel bonaccione di.....”

Ma l'uomo con le orecchie d'asino non fece in tempo a finire la frase che Silla si girò di scattò verso il suo interlocutore e in atto di rabbia batté il piede a terra così forte da far tremare il suolo stradale. Nei suoi occhi si poteva vedere la furia prendere controllo delle sue emozioni.

Non osare fare il suo nome in mia presenza. Ha voluto fare la sua scelta? Benissimo,libero di fare ciò che vuole,non sarò io a chiedergli di tornare indietro.”

Ma Lucio...”

Sapeva a cosa andava incontro e ha scelto liberamente,ha preferito fare il pacifista piuttosto che comandare il suo destino. Per me è bandito.”

E con con queste parole fece per allontanarsi ancora più velocemente di prima.


Come vuoi...”, disse Umar mentre richiamava a se il bastone tramite la sua connessione con il terreno,che lo assorbì e subito dopo lo risputò fuori facendolo viaggiare sotto terra e riprenderlo velocemente con la mano, “Comunque,giusto che tu lo sappia,ho saputo il nome dell'uomo che ha sconfitto Nevia. Ha l'aspetto di un militare, un certo Milziade se non sbaglio.”, poi affondò nel sottosuolo,scomparendo nell'abbraccio della nuda terra. Silla non si mosse,immobile come una statua di marmo,ma questa non per il lucido autocontrollo di se,ma per quello che aveva sentito. Milziade,quell'uomo,era ancora vivo. Strinse ancora il pugno chiamando a se tutta la forza che aveva nel braccio,fino a far pulsare le vene dell'arto che dallo sforzo,tanto che a prima vista sembravano voler esplodere ed aprire la porzione di pelle sopra di esse. Il Demiurgo,il mago ed ora lui,non poteva credere che fosse una coincidenza,che razza di gioco era mai quello che le forze in gioco nell'universo stavano facendo con il suo fato? Che sorte gli aspettava nel corso di quella corsa verso l'ambizione che tutti gli uomini più potenti osavano inseguire,anche a costo di innumerevoli sacrifici? Non lo sapeva,non gli era ancora chiaro,ma se Nevia era stata sconfitta da Milziade allora se ne era uscita ancora viva allora doveva ritenersi fortunata,ma questa era una cosa che si sarebbe tenuto per se. Quella sera era stato testimone di un intrusione da parte di una vecchia conoscenza,aveva evitato di sentire un nome che le sue orecchie non volevano udire e un uomo ritenuto parte del suo passato era tornato a frapporsi fra lui e il suo obbiettivo. Un violento squillo di trombe riecheggiò tra le strade del quartiere nobiliare e riscosse l'imperatore dal suo mondo interiore,riportandolo alla realtà e facendogli perdere pressione nel braccio,che si rilassò le fasce muscolari e fece scorrere di nuovo il sangue in maniera normale. Quel suono segnalava l'intervento dell'intero corpo della guardia pretoriana di servizio in quel momento,qualcuno dei nobili,forse un fedele servitore,probabilmente aveva dato l'allarme dato lo spettacolo gratuito alla quale avevano assistito dai balconi e dalle finestre delle loro ville e dalle quale avevano fatto bene a tenersi a distanza da quella baruffa di strada. Per quella sera aveva dato abbastanza di se al suo popolo,poteva anche ritirarsi.

  
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