Anime & Manga > Candy Candy
Ricorda la storia  |      
Autore: Soniabruni    11/05/2021    6 recensioni
Ho descritto il loro rincontrarsi molte volte, con annesso matrimonio. Questa volta mi sono concentrata sul giorno della cerimonia. Avevo in mente una cosa particolare, ma non sono abbastanza abile purtroppo... per cui ve la lascio come è venuta.
Citazioni da:
“Lo hobbit” Tolkien
“La Divina Commedia” Dante Alighieri
“Amleto” Shakespeare
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice White Andrew (Candy), Terrence Granchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

IL BOUQUET DELLA SPOSA

TERRY

C’è stato un tempo in cui vagavo solitario come una nuvola che fluttua in alto sopra valli e colline, senza vedere nulla...
...proiettando ombre scure sulla terra come prova effimera del suo passaggio…
...diventando via via più pesante fino a scaricare rovesci di fitta e gelida pioggia che scorre e scroscia in mal trattenuti singhiozzi.
C’è stato un tempo in cui, disperato e spettro di me stesso, sono scivolato giù, più in basso del fondo, nella valle dello spavento.
Mi è scoppiato il cuore, ho rischiato di impazzire, avevo voglia di morire… e mi sono lasciato andare, oltre…

oltre ogni rispetto…
oltre ogni vergogna…

Per me si va ne la città dolente, per me si va ne l’etterno dolore, per me si va tra la perduta gente…
Nell'ora più stregata della notte, quando sbadigliano i cimiteri ed esala l'inferno il suo contagio sul mondo
, mentre biascicavo e barcollavo avvolto dalle tenebre, incurante degli insulti, un raggio verde di luce e lacrime ha spezzato le ali cupe del mio destino.

Ho vagato per la vita senza una direzione, senza una ragione. Tuttavia ora so che, per qualche motivo, ogni passo che ho fatto da quando ho imparato a camminare, era un passo verso di lei.

****

Ha piovuto per buona parte della notte. Un’acquerugiola d’argento leggera e birichina ha picchiettato il tetto, rinfrescato la mente e lavato via le paure del passato. Le prime tinte tenui dell’alba filtrano attraverso le tende illuminando i granelli di polvere fluttuanti nell’aria come minuscole fate danzanti.
Mi ritrovo seduto sul letto con un radioso sorriso stampato in viso… un sorriso che, direbbe qualcuno, non mi appartiene.

Oggi è... il cuore mi balza in gola!
D’un tratto, mi prende con forza la stessa piena emozione che mi ha rubato il sonno per gran parte della notte e ha rilassato i lineamenti del mio volto fin dal giorno in cui lei mi ha riaperto le porte della sua vita, come fossero le ali di un angelo.

È ancora presto, ma mi alzo attirato da un bagliore dorato. Esco a piedi nudi per respirare il mondo che sembra assurdamente sorridermi... sento la schiena leggera, mi sembra di aprire gli occhi per la prima volta; sono rinato, sono figlio del cielo.
Questo universo non è più un estraneo nero che mi guarda accigliato mentre mi muovo impacciato, mi culla con i suoi colori e le sue melodie dal giorno in cui lei mi ha sussurrato tra lacrime di gioia “Sì... ti voglio, sì… lo voglio”

Ed è… un mare, di narcisi dorati…
Vicino al lago, sotto gli alberi, tremolano e danzano nella brezza. Il loro bagliore è intermittente come le stelle che brillano nella volta celeste. Si estendono in una linea infinita all’orizzonte.
Le paracolle virano dal giallo al fuoco più intenso, spezzate qua e là dal verde delle eleganti foglie lanceolate e dal luccichio argenteo della superficie dell’acqua appena increspata.
Non resisto... mi stendo sul prato bagnato e profumato a ricordare altri tempi di una vita perduta…

una vita perduta…
...che è per magia tornata.


D’un tratto sento un delizioso peso sul petto e riccioli setosi solleticarmi le narici... un argentino eco lontano…
“Come al solito hai la testa tra le nuvole e non guardi dove metti i piedi!”
“Come al solito ti stendi a poltrire ovunque ti trovi!”

Mi sfugge una risata; le sue lentiggini ballano sul naso e sulle gote imbarazzate e il verde fiammeggiante dei suoi occhi crea un ulteriore riverbero di colori.
L’aria è ancora carica di umidità, un’emulsione di goccioline capaci di catturare e smembrare la luce in mille tinte come tanti minuscoli prismi.
Eppure gli occhi sono chiusi... è lei l’unico chiarore nell’oscurità del mio mare!
Come abbia meritato una tale creatura accanto a me, è uno strano meccanismo che mi è ancora sconosciuto; un ingranaggio particolare su cui per scaramanzia non mi soffermo oltre a pensare.

“Come al solito ti stendi a poltrire ovunque ti trovi”, odo la sua risata cristallina; questa volta non è l’eco di una spensierata musica lontana…
Alzo le palpebre e la sua figura travolge i miei occhi, il cuore è già pieno di lei… la camicia da notte candida e sottile, la cascata di riccioli d’oro mossi dal vento, la pelle di luna che arrossisce appena il sole la bacia, la bocca rosea e carnosa… sembra un angelo.

***
******************
***
CANDY

C’è stato un tempo in cui ho creduto che tutto profumasse di buono come la cucina di miss Pony, come la collina che mi ha visto bambina….
In quella valle il male non era mai penetrato…
Quella terra ben custodita, ricolma di luce e di tutte le cose più belle era beata, e nulla vi appassiva o imbozzacchiva, né v'era macchia alcuna su fiore o foglia in quella contrada, e ignote erano corruzione o malattia a tutto ciò che vi viveva; perché le stesse pietre e le acque erano consacrate.

C’è stato un tempo in cui donavo sorrisi radiosi e mi ingannavo che la felicità di chi mi stesse accanto potesse nutrire la mia. Spossavo il mio corpo e la mia mente fino a svenire sul cuscino per imbavagliare il dolore del mio cuore innamorato, che alla sua essenza aveva rinunciato.
 Morire, dormire, nulla più; e con un sonno dire che noi poniamo fine alla doglia del cuore e alle infinite miserie naturali che sono retaggio della carne! Questa è soluzione da accogliere ardentemente. Morire, dormire, forse sognare…

forse sognare…

e poi ricominciare…

perché  se si continua a vivere c’è sempre spazio per la speranza.

***

Non ho chiuso le imposte stanotte… ho lasciato che le tende leggere velassero il cielo, ma non del tutto. Aspettavo qualcuno che non è arrivato; eppure il mio cuore lo ha sentito e, anche se un tempo l’ho zittito, non mi ha mai tradito.
Sento sul viso il calore dei raggi sorgenti del sole, apro lentamente gli occhi e accarezzo un sogno di seta ed organza appeso con cura all’anta dell’armadio.
Mi lascia libere le spalle e ha mille cristalli e perline sul corpetto. Il velo è lunghissimo… arriccio ancora il naso se ripenso a quello molto più corto e sbarazzino su cui avevo posato il mio sguardo poco avvezzo alla femminile vanità. Lo specchio mi rimanda un sorriso birichino, ho solo finto di lottare prima di cedere; ammetto che sbagliavo. È così raffinato ed elegante, semplicemente lo adoro.

Guardo i suoi ricami candidi mentre il pizzo impalpabile scorre sopra le mie mani.
Oddio oggi è... il cuore mi balza in gola!
Lo rivedo davanti a me inginocchiato ed emozionato il giorno in cui mi ha chiesto: “Vuoi… vuoi essere mia… vuoi essere mia moglie?”

Il sole pallido incipria le guance di questo nuovo giorno che desidero duri all’infinito… la casa è avvolta nel silenzio ma odo fuori uccellini far festa.
Apro le tende e appoggio la fronte al vetro come facevo da bambina. Una finissima rete d’argento punteggiata di cristalli attira la mia attenzione, per quanto tempo sono rimasta cieca a queste meraviglie!
Sorrido all’idea del grido mancato di Annie e… quasi quasi le organizzo uno scherzo.

Il cielo è terso, non c’è una nuvola…
Esco in giardino e la tavolozza di un pittore riempie i miei occhi. Il verde brillante mi acceca, la collina è puntinata di fiori dai mille colori, sembra il vestito di una regina.
Mi avvio a piedi nudi verso la cima, non so bene perché ma devo arrivare presto lassù. Non c’è una tazza calda in cucina che porti ancora il tocco delle sue labbra, non c’è la neve a rallentare la mia corsa angosciata… eppure il mio incedere si fa veloce come allora. ”Aspettami amore!”
Cammino leggera sopra il prato di velluto straripante di margherite, fiori di veronica, cardi e non ti scordar di me. Non sono mai stati più colorati, è una danza di riflessi paglierini e pastello. La mia collina è vestita a festa. Appoggio la mano alla corteccia della grande quercia, mi fermo un attimo a riprendere fiato e…

mi incanto a guardarlo…

È steso sul prato ed è bellissimo. La brezza gli muove dolcemente le ciocche sul viso… ”Amore mio! allora eri tu a chiamarmi!”
Non riesco a non amarlo anche solo a guardarlo, i suoi lineamenti sono raffinati come sempre e rilassati come mai, la ruga che solcava la sua fronte quando abbiamo incrociato nuovamente le nostre strade è scomparsa del tutto.

Lo accarezzo con gli occhi, emozionata ancora una volta all’idea di tuffarmi nel suo blu zaffiro e leggere la sua anima…
verde nel blu, blu nel verde…
 “...è il più antico colore del mondo, la tinta del cielo e dell’acqua…”

Le sue ciglia lunghe tremolano, ha avvertito la mia presenza.
“Il solito vizio di stenderti ovunque”, lo canzono, ma la voce ondeggia d’emozione e devo trattenere le lacrime.

***
******************
***
CANDY E TERRY

“Che ci fai sopra la collina a quest’ora del mattino?”

“Non so… credo la stessa cosa che fai tu”.

“Tra qualche ora saremo una cosa sola, una nuova famiglia; volevo godermi il panorama da quassù un’ultima volta come Candy Andrew, perché poi sarò solo Candy Granchester”.

“Ma da sempre e per sempre Tarzan Tuttelentiggini…”

Si era stesa accanto a lui e aveva intrecciato le dita della mano alle sue. Lui si era appoggiato sul gomito e la guardava ammirato.
“Preferisci restare un po’ qui da sola?” Chiese con lo stesso ingenuo terrore che aveva da bambino… il terrore di venire allontanato, di sentirsi rifiutato.

“Nella maniera più assoluta! Tutti questi colori mi hanno fatto ricordare l’estate in Scozia e, mentre camminavo a piedi nudi sul prato, ne ho ricordato uno profumatissimo pieno di narcisi.
A dire il vero sono venuta fin quassù per salutare con il pensiero chi non c’è più. L’ho fatto già in passato… in un’occasione in cui ho cercato di ingannare me stessa perché anche tu mi dicevi addio tra le nuvole, mentre ora sono così felice che tu sia qui a condividere questo momento con me!”

“Amore mio… sarai mia moglie tra qualche ora, perché… non hai cambiato idea vero?”
Si sentiva un po’ sciocco ma non riusciva ancora a crederci completamente. Gli era rimasto, in un angolo nascosto in fondo all’anima, il timore che una raffica di vento improvviso spazzasse via tutto.

Un soffio di vento impetuoso che spazza una terrazza innevata e si porta via il sogno di una vita. I passi veloci sulle scale gli pugnalano il petto, quando li sente arrivare fanno ancora male.

“Sono già la moglie del tuo cuore da sempre!” le cinse la vita con le braccia e lei coprì le mani di lui con le sue.
“Ti prego… restiamo così… solo per un attimo ancora…” lesse quelle stesse parole negli occhi zaffiro di lui e ricordò il gelo delle sue lacrime sul collo.

“Ho… ho perso il tuo anello quella sera!” Il suo sguardo era tristissimo…

“Quale anello? Quale sera?”

“Ti avevo invitata a New York con tutta l’intenzione di non farti ripartire… ero riuscito a racimolare un po’ di soldi e avevo comprato il gioiello più bello che potevo permettermi per te allora. Lo tenevo sempre nella tasca della giacca… qui…” il suo indice sul cuore.
“Cercavo di convincermi che forse c’era ancora speranza, che potevo trovare il fegato per farlo, che potevamo cercare una via…” la voce era sempre più bassa.
“L’ho perduto quella notte! Non ho un ricordo molto nitido di ciò che è successo dopo che ti ho lasciata andare su quelle scale, perché la parte migliore di me era corsa via con te… il dolore aveva annebbiato tutti i miei sensi. Risalire e scendere quella scalinata nei giorni successivi è stato un calvario, i tuoi passi che correvano via da me… io…

Quando ho avuto il coraggio di cercarlo non lo avevo più, ho perso tutto quella notte! Quell’anello era la testimonianza di quanto vicino al paradiso fossi arrivato; alla fine non meritavo neppure il ricordo di quell’illusione. Non sai quanto mi pesi ancora, mi sono maledetto mille volte… scusami… amore…
Non credevi, vero? Che ti avrei chiesto di sposarmi allora?”

Aveva pianto tanto a quella confessione di lui… era sempre stata una combattente, ma quella notte in treno, per un momento, anche lei aveva pensato di mollare…

“La moglie del tuo cuore… amore…” sussurrò di nuovo, mentre respirava il calore del suo petto che era marchiato dentro il proprio da allora.
Due morbidi petali, le labbra di una fata e dentro il mare profondo in tempesta il bagliore dorato era tornato.

“Sapevi di trovarmi qui?”

“Ci speravo… ma dopo stanotte non potevo esserne certa”.

“Stanotte?”

“Ero sicura che avresti bussato alla finestra della mia camera, invece ho sbagliato.”

“Porta male vedere il vestito della sposa prima della cerimonia, non mi avresti fatto entrare… e poi… c’era mia madre con te quando sono passato!”

Lei sorrise inclinando la testa incorniciata dai lunghi riccioli capricciosi.
“Allora sei venuto? Pensavo che il mio cuore mi avesse giocato un brutto scherzo”, si portò le mani alla bocca e continuò, “non hai visto il mio abito vero?”

“Ecco, avevo ragione! Mi avresti sgridato, mi avresti cacciato via a male parole!”

Mentre sorrideva a quell’idea assurda di lui, lo sguardo di Candy venne distratto da alcuni movimenti.
“Oh Dio! Guarda!” indicò la casa di Pony…
“Suor Maria ha aperto la porta d’ingresso, si stanno svegliando tutti! Devo correre in camera a prepararmi”.

“Ma mancano quattro ore ancora!”

“Appunto, è tardissimo! Credi sia facile domare questo disastro di capelli, nascondere le occhiaie e mettere in fila le lentiggini? Da quando ti ho conosciuto ne ho collezionate a migliaia giusto per farti un dispetto!” mentre lo diceva il suo sorriso si era affievolito, lo sguardo perso nella nebbia del ponte di una nave lontana…
“Tu piangevi amore… su quel ponte piangevi… ti amo da allora anche se l’ho imparato quando eri già ripartito”.

Le prese il viso tra le mani, appoggiò la sua fronte su quella di lei e con i pollici le accarezzò quei puntini dorati che tanto adorava. Solo da poco aveva con piacere realizzato, perché le aveva solo intraviste da adolescente, che ne aveva anche sulle spalle e sulla scollatura… alcune più rosate, altre più ambrate. La natura aveva giocato un gran brutto scherzo al genere maschile con i colori di quella creatura… la sua fata…

“Bacerei ad una ad una tutte le tue lentiggini se mi lasciassi il tempo di farlo in questo momento, e non solo quelle sul viso…” sorrise malizioso, “. È da un lontano pomeriggio di maggio che sogno di farlo…” aggiunse con un lampo malandrino nello sguardo.

“Che... che stai dicendo!?” Candy allontanò le braccia di lui e alzò il busto di scatto.
“Sei... sei... un…
Avevi detto che non mi avevi guardata... io ti ammazzerei per questo!”

“Non ho guardato, mi è solo caduto l’occhio sulla mia ragazza mentre magicamente usciva dalle vesti di Romeo per calzare quelle di Giulietta... dai! Non farla tanto lunga, eri già bellissima!”

“Non ero affatto la tua ragazza allora!” Candy strinse i pugni sul punto vita fintamente arrabbiata.

“Ah no? Uhhhh! Adesso ho capito perché mi hai schiaffeggiato quando ti ho baciata!”
Terence alzò le braccia in segno di resa.
“Accidenti, ho sbirciato la ragazza di un altro allora! ...Dio quanto l’ho sognata!”

Terry, allontanandosi carponi, fece per scappare via e Candy lo rincorse come una ragazzina col pugno alzato.
“Te lo sei meritato tutto quello schiaffo, ti picchierei anche adesso se potessi!”
“Non sai quanto ho pianto nella mia stanza per quella reazione e quante volte ho sfiorato con le dita le mie labbra che avevano impresso il ricordo delle tue” , pensò mentre le risa di entrambi riempivano l’aria e, giocando all’offesa con lui, lo rincorreva ricordando la cavalcata che era seguita…
...lei che si stringeva al suo petto e respirava il suo odore mentre Anthony svaniva lontano lasciando posto alla natura rigogliosa che sorrideva ad una nuova vita… all’amore vero…

***
******************
***
Le loro grida gioiose riecheggiarono giù per la collina tanto che attirarono l’attenzione di Suor Maria.
“Miss Pony… venga! guardi lassù”, la religiosa chiamò a sé l’anziana direttrice che stava armeggiando ai fornelli della cucina.

“La mia bambina… quanto è felice adesso!” estrasse un fazzoletto per asciugare una lacrima sotto gli occhiali rotondi, mentre Annie arrivava trafelata.

“Miss Pony! Suor Maria! Candy non è nella sua stanza e…”
Con un cenno del capo le due madri indicarono la scena alla giovane bruna, facendole segno di rimanere in silenzio per non interrompere quella melodia che riempiva la stanza di allegria. Rimasero qualche minuto a guardare da lontano due giovani adulti che si rincorrevano come bambini, finché le loro sagome non scomparvero tra i fiori; dovevano essere caduti per terra.

“Oh mio Dio, Candy sarà in condizioni pietose adesso!” si preoccupò la signora Cornwell, che la sera precedente aveva passato più di un’ora a spazzolare i capelli dell’amica e che, già di prima mattina, era imbellettata e pettinata come se non ci fosse un domani.
“Come farò adesso?”

***
******************
***
“Terry! È tutto vero? oggi dico! questi fiori, questa collina, questo cielo… noi!”

“Questo matrimonio… il nostro matrimonio! Sì è tutto reale, oppure siamo morti e siamo insieme in paradiso, tu che ne dici?”

“Accidenti! Devo proprio andare, anche se desidero solo stare tra le tue braccia. Sai una cosa però? Ci sono rimasta male stanotte; pensavo saresti arrivato da me come facevamo a scuola quando era vietato vederci”.

“Quest’ultima settimana è stata lunghissima. Se non ci fossero stati i tuoi baci rubati sotto il cielo stellato non so come sarei arrivato a questa mattina”. La attirò a sé per la vita per catturare di nuovo la sua bocca di fragola e, rimanendo sulle sue labbra, continuò: “È mai possibile che ad un povero diavolo innamorato pazzo non possano venire concessi cinque minuti di intimità con la sua ragazza a pochi giorni dal matrimonio? Chi ha avuto la brillante idea di farmi alloggiare da Tom, assieme alla famiglia della tua amica paurosa con gli occhiali!?”

“Preferivi dividere il tetto con Archie ed Annie? Tesoro, devi ammettere che diversamente sarebbe stato molto sconveniente; comunque, se ti può sollevare, sappi che ho sofferto la tua stessa pena.
Stavo pensando di uscire di nascosto e venire io da te, quando tua madre ha bussato alla mia porta stanotte. Non sai che spavento! Stavo per essere sorpresa con le mani nel barattolo, come quando da bambina andavo a rubare la confettura nella dispensa di Miss Pony”.

Lui soffocò una risata, immaginando la scena e la faccia di sua madre che sorprendeva la sua deliziosa nuora a cavalcioni sulla finestra.
“Oh, vi ho viste! Eravate così intime mentre io mi bagnavo come un pulcino. Ti ha regalato qualche cosa, vero?”
L’aveva vista entrare con un pacco.

“Un dono da parte di tuo padre… un antico cofanetto decorato con perle e preziosi. Un delizioso manufatto da sempre appartenuto alla moglie del Duca di Granchester.
Tuo padre non lo regalò mai alla tua matrigna e ha voluto che arrivasse a me proprio dalle mani di Eleonor”.

“E ti piace?”

“Beh! È molto bello, ma… è troppo prezioso per me, forse dovresti conservarlo tu. È un oggetto che si tramanda da generazioni in seno alla tua famiglia”.

“Io? Sai bene come la penso su queste cose! Mia madre e mio padre hanno omaggiato te, quindi fanne ciò che più ti aggrada”, disse con il tono indifferente che sempre riservava alle tradizioni dei Granchester, ma nel profondo sinceramente commosso dal gesto del padre.

***
******************
***
In piedi dava le spalle allo specchio…
“Molto bene bambina, adesso voltati e guardati, sei meravigliosa!” Eleonor strinse le mani di Candy, erano gelate e tremanti. “Sei emozionata, vero? cerca di non piangere tesoro, sennò si rovina il poco trucco leggero che ho applicato sul tuo dolce viso”.
I suoi laghi verdi erano lucidi, le lunghe ciglia biondo scuro faticavano ad arginare le lacrime.

“No… non so se ci riesco…. non pensavo sarebbe stato così… io… insomma non mi serve tutto questo per sentirmi sua, ma…”, la giovane sposa faticava a spiegarsi. Quanto aveva desiderato quel giorno? Quanto lo aveva cacciato lontano dal cuore per non morire?

“Tesoro, è un sogno che si avvera; anche se è il cuore che conta, questo è un momento sacro e solenne che non può passare inosservato. Manca solo il velo; aspettiamo un po’ ad appuntarlo, è ancora presto e tu devi arrivare con un po’ di ritardo”.

“Ritardo? Dobbiamo aspettare ancora? Povero amore mio, lui che è così preciso!”

“Adesso vado a controllare mio figlio e tra un’ora circa ci rivedremo nella cappella, Annie ti farà buona compagnia”.

Quando Eleonor aprì la porta si ritrovò un gruppo di bambinette allegre davanti. La più grandicella teneva in mano una deliziosa coroncina di fiori di campo sapientemente intrecciati tra di loro; prataiole, primule, e viole in un’esplosione di colore!
“È per Candy!”

“Ohhhh,” un coro di piccole voci, “sembri una principessa!” per quei piccoli orfanelli era un giorno speciale. La loro Candy era bella come non l’avevano mai vista, sembrava uscita da un libro di favole.
La sposa si avvicinò loro e, commossa da quel dono, si chinò a baciare le bimbe. Si voltò verso Annie con occhi supplichevoli, voleva utilizzare quella ghirlanda per fissare il velo ed era sicura che l’amica si sarebbe opposta perché quel capo era troppo raffinato per fiori di quel genere.

La signora Cornwell aveva girato gli occhi al cielo, tentando di trattenere un’esplosione davanti a quelle ingenue creature. Eleonor la freddò con lo sguardo, adorava la tenerezza e la spontaneità della futura nuora e se quei fiori la facevano felice… non avrebbe permesso a nessuno di rubarle neppure le briciole della gioia di quel giorno!
A dire il vero poi, quel piccolo capolavoro rifletteva la solarità della sposa e a parer suo, che frequentava le boutique francesi più alla moda, arricchiva con un pizzico di spontaneità il raffinato vestito nuziale come pochissimi acclamati stilisti sarebbero riusciti a fare.

“È perfetta per il velo nuziale! Bambine siete state preziose”.
La bellissima attrice si chinò a sussurrare qualche cosa all’orecchio della ragazzina più grandicella che spalancò gli occhi orgogliosa e sorpresa, quindi le bimbe corsero via allegre come non mai ed Annie si dovette arrendere prima ancora di cominciare a combattere.

“Ho capito tesoro, faremo come dici; basta che non ti metti a piangere! Diciamo che il bouquet di rose bianche, perle e boccioli di seta che ho commissionato per te non sarà intonato alla perfezione, ma non credo che a Terence questo interesserà molto”.
Archie invece… avrebbe di sicuro storto il naso, ma questo se l’era tenuto per sé.

A proposito! Dove si era cacciato Archie? a quell’ora avrebbe dovuto essere già di ritorno con il bouquet della sposa! L’angoscia si impadronì della bruna ragazza…

***
******************
***
“Figliolo, non sai quanto sia felice per te! Non credevo avrei mai visto questa luce nei tuoi occhi.” Robert abbracciò il suo pupillo.

“Se ti dico che ho ancora qualche difficoltà a credere che stia accadendo sul serio… ci crederesti?”
Il regista lo trattenne ancora qualche momento picchiettando con le mani sulle spalle di quel giovane uomo. Lo aveva visto maturare portando un immane fardello, mentre rabbia e dolore pasteggiavano con la sua anima, e aveva imparato ad amarlo come un figlio.

“Spero di non turbare in alcun modo questo momento, ma qualcuno si è tanto raccomandato di non aspettare tempo…” gli porse una scatolina di velluto rosso un po’ consunta.
“L’ha trovata Clementine in un vecchio contenitore di prodotti da maquillage, quelli che teneva per Susanna. La signora Marlowe ha ordinato di buttare tutto, ma Karen dice che questo può essere soltanto tuo”.

Aveva riconosciuto il cofanetto di Tiffany… all’interno, immutato nel suo ingenuo splendore, brillava un minuscolo solitario che aveva trattenuto dentro di sé tutte le speranze di un giovane cuore.
L’incisione era intatta all’interno “31 Dicembre 1912”. Lo strinse in pugno e lo portò alla bocca.
“Dannazione… non lo avevo perduto allora!” Farfugliò reprimendo l’ultima punta di rabbia. Anche quell’ultimo tassello era andato a posto. Forse il destino aveva davvero chinato il capo, loro due avevano vinto.

Eleonor trovò il figlio che imprecava davanti allo specchio nella stanza che lo aveva ospitato per la notte alla fattoria di Tom.
“Che diamine! L’ho fatto mille volte e oggi…”

“Tesoro, ci penso io al nodo della tua cravatta! Sei elegantissimo; nervoso?” gli chiese baciandolo teneramente sulla guancia.

“Pffff…. Mamma! Hai visto Candy? È pronta? Com’è?” rispose tuffando le dita tra i capelli.

“È prontissima ed emozionata, la sposa più bella che abbia mai visto… e non è scappata, casomai questa fosse la tua prossima domanda”.

Si mise a ridere, l’aveva vista solo qualche ora prima, ma non vedeva l’ora di infilarle quell’anello al dito…

Sul tavolo una deliziosa composizione di narcisi punteggiati da mughetti e incorniciati da rametti di biancospino.
“E questi?”


“Li ho raccolti io stesso con l’aiuto della signora Martha, volevo farli arrivare a Candy prima di andare in chiesa.
Scusami se ti caccio via subito ma… potresti recapitarli a destinazione? Ti prego!”

“Ma… adesso? È tardissimo figliolo! Potrai regalarli tu stesso alla tua sposa dopo la cerimonia, che bisogno c’è che io ora…”

“Mamma, ti prego! È davvero importante!”

“Mi arrendo e vado, ma tu sei un fascio di nervi; dirò alla signora Martha di portarti una tisana. Ricordati sempre che una sposa che si rispetti è sempre in ritardo; quindi è meglio che ti rassegni all’idea di dover aspettare all’altare il tempo che sarà necessario, senza farti prendere da oscuri pensieri e infausti presagi”.

“Ritardo? Ti prego scimmietta… non farmi brutti scherzi, non ho molta autonomia ancora! Chi l’avrebbe mai detto che sarei stato così nervoso per una cerimonia nuziale? Candy, Candy, angelo mio, che mi hai fatto? Dio, ti prego… non vedo l’ora di stringere mia moglie tra le braccia”.

***
******************
***
“Non… non… NON C’ERAAAA??? Dico Archie! sei impazzito? cosa vuol dire che il bouquet di Candy, per il quale io stessa ho selezionato i fiori, la seta, i nastri di raso, le perle, non c’era?” Annie era scioccata!

“Tesoro, datti un contegno! Mi hanno detto che era già stato ritirato, cosa potevo fare?”
Gli occhi della ragazza corsero ad Albert che stava scendendo dall’automobile, ma non c’era traccia di quell’immancabile composizione floreale tra le sue mani.
E adesso?

***
******************
***

Prima che Candy si rendesse conto di ciò che stava angosciando l’amica, Eleonor, elegantissima nel suo vestito azzurro di raso, era di ritorno con un omaggio dello sposo alla sposa.

Candy raccolse tra le mani quella profumatissima confezione… c’era un bigliettino.
Aveva le dita che tremavano così tanto da avere difficoltà ad estrarlo dalla piccola busta, che conteneva anche un oggetto talmente lucente da accecarla.

31 Dicembre 1912…  “L’ha trovato!”.

L’elegante grafia di Terry le riempì gli occhi e dovette sedersi al ricordo prepotente di un’altra lettera.
Ne aveva conservate molte nella sua scatola dei tesori, ma non le aveva più guardate… tranne una, quella che era arrivata alla casa di Pony non più di un mese prima dopo anni di assoluto silenzio.

 Dubita che le stelle siano ardore, che il sole ruoti intorno alla sua sfera, dubita che la verità sia vera, ma dubbio non avere del mio amore.
Per me nulla è cambiato...


“Per me nulla è cambiato...”, così si era ripresentato lui, con una nota piena di pudore e amore…
”…e io sono qui tesoro mio se tu mi vuoi ancora…”, era stata l’immediata riposta del cuore di lei, prima delle mille dolorose spiegazioni che erano seguite annegate tra emozionati “ti amo”, labbra morbide e calde, dita tremanti intrecciate.

“Io non so rimare, mi manca l'arte di dir verseggiando i miei sospiri; ma ch'io t'ami tanto… tu non devi dubitare” , sussurrò lei ad occhi chiusi in risposta alle righe di lui.

“Bambina mia? Candy?” Eleonor la chiamò un paio di volte per farla riemergere dai ricordi che le rigavano le gote.
“Coraggio cara! Ti sistemo un po’ il trucco e ti aiuto a mettere il velo, devo accompagnare mio figlio all’altare. Ormai è ora!”

La ragazza annusò ancora una volta la fragranza dei fiori di Terence. Mise l’anello nella scatola dei tesori da cui estrasse un cravattino di seta bianco, quello con cui Terry aveva fasciato il suo braccio graffiato il giorno della festa in bianco di Iriza.
Eleonor, indovinando la volontà della sposa, lo girò elegantemente a tenere uniti i gambi dei fiori.
“In fondo, secondo le migliori tradizioni, è lo sposo che dona il bouquet alla sposa; è il suo ultimo regalo come fidanzato”.

Con il velo fissato dalla corona di fiori colorati e l’omaggio di Terry che aveva trovato posizione tra le mani guantate della sposa, Candy sembrava una creatura di luce arrivata da un mondo lontano.

Sentì bussare…
“Pulce, sei pronta?” Albert le offrì il braccio.

Niente da fare! Altri due lacrimoni rotolarono giù per le guance rosate della ragazza.
“A… Albert… Hai visto Terry? Com’è?”

“Oh, l’ho visto sì! Il tuo Romeo là fuori è nervoso come un grillo e non credo sopporterà di aspettare un momento di più. Ho rischiato la vita per aver finto di non ricordare dove avevo messo gli anelli nuziali.
Coraggio piccola, basta lacrime! Ce la fai ad avanzare lungo la navata della cappella?”

“Conto su di te per reggermi… se fosse il caso”, rispose con voce spezzata.
“E questi?” Chiese sfiorando i fiori sul taschino del benefattore, uguali a quelli sul suo capo.
“Oh, deliziosi vero? Le bambine li hanno messi all’occhiello di tutti gli ospiti, duca di Granchester compreso!”
Alla fine era venuto anche lui, non avrebbe perso per nessun motivo il matrimonio del figlio di cui andava tanto orgoglioso.

 

Le campane dell’umile cappella della casa di Pony suonavano a festa mentre allegre risa si spandevano tutt’intorno…
Il campanile sfavillava nel cielo come una cuspide d’argento e perle, slanciata e splendente, e il suo pinnacolo brillava come cristallo sfaccettato sullo sfondo celeste e luccicante.

Albert commosso accompagnava una Candy splendida nel suo raffinato abito di seta e organza leggero come una nuvola.
Camminava in maniera così leggiadra che sembrava non toccare nemmeno terra.
Le braccia bianche ed il viso limpido erano lisci e vellutati, e miriadi di stelle risplendevano negli occhi come crepuscolo luminoso. I riccioli rilucenti d'oro, lasciati liberi di ricadere sulle spalle come piaceva al suo Terry, ondeggiavano delicatamente al suo incedere lento e aggraziato verso l’altare dove l’attendeva un elegantissimo sposo che, illuminato dalle luce radiosa che filtrava attraverso le vetrate colorate, non riusciva a staccare gli occhi di dosso ad una tale visione.

Suor Maria dirigeva il coro dei bambini e Miss pony era seduta in prima fila con il resto dei piccoli ospiti dell’orfanotrofio.
Il Vescovo di Canterbury, che da tempi immemorabili officiava alle cerimonie della famiglia Granchester, era arrivato da Londra con il Duca per affiancare il parroco di La Porte nella celebrazione del rito nuziale. Quella piccola chiesetta era gremita di un misto di raffinatezza e spontaneità che avrebbe fatto impallidire, a detta di Sua Signoria, un matrimonio reale presso l’Abbazia di Westminster.

Candice raggiunse il suo sposo davanti all’altare, Terence le alzò il velo... la guardò come solo lui sapeva fare, la accarezzò con il sorriso che da sempre le faceva battere forte il cuore.
I suoni svanirono lontani, si riempirono gli occhi e il cuore l’uno dell’altra finché non furono una cosa sola davanti a Dio e agli uomini.

***
******************
***

Mentre il Vescovo, nel suo lussuoso paramento liturgico, chiudeva la celebrazione, nella sua stanza a Chicago, Iriza Legan imprecava contro l’universo.
Le tazze della colazione erano riverse in mille pezzi sul pavimento assieme a perle decorative e delicati petali di rosa bianchi, calpestati mille volte.

Sentì bussare alla porta.
“Vieni pure avanti, IDIOTAAAAA! Ti avevo detto di mandare a monte un matrimonio, non di portarmi uno stupido mazzo di fioriiiii!”

“Devi mollare l’osso sorellina! Kyoko Mizuki era alla cerimonia, si è arresa anche lei. Non c’è davvero più nulla che nessuno possa fare. Mi ha dato questa nota per te”.

Non sia mai ch'io ponga impedimenti all'unione di anime fedeli… se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Candy Candy / Vai alla pagina dell'autore: Soniabruni