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Autore: eddiefrancesco    12/05/2021    0 recensioni
Londra 1815
La Gran Bretagna vive un periodo gaio e licenzioso in tema con il carattere permissivo del reggente e del suo seguito...
Nonostante questo, per le convenzioni sociali la ricchissima proprietaria di Madderlea, miss Sophie, non può gestire da sola le sue tenute.
Per farlo, ha bisogno di un marito.
Richard, al contrario, deve urgentemente trovare una moglie.
Il destino li fa incontrare, ma niente è come sembra: Sophie e Charlotte, sua cugina, si sono infatti scambiate di ruolo e ...
Genere: Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Napoleonico
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Quella descrizione aveva un po' spaventato le due ragazze, certe di essere finite nella tana di un drago. Comunque avevano presto superato ogni sorta di timore, decise a divertirsi in città. Appena prima di partire, lo zio ricordò loro ancora una volta l'importanza delle regole del buon comportamento. - Sophie, promettimi che farai attenzione. Incontrerai degli uomini senza scrupoli e non dovrai lasciarti ingannare. Lasciati guidare da lady Fitzpatrick e soprattutto non impegnarti con nessuno prima che io abbia dato il mio consenso. E lo stesso vale per te, Charlotte. Anche se non possiedi una fortuna come tua cugina, sei una ragazza molto graziosa e non sei avvezza alle civetterie e alle adulazioni.- le redargui' in tono serio. - Papà, non temete. Non sono una sciocca. Inoltre, il mio unico scopo è quello di divertirmi. Non sono in cerca di marito. L'uomo che desidero si trova qui, a Upper Corbury.- William sorrise compiaciuto e non aggiunse altro. Stava per ritirarsi, quando fu raggiunto dalla moglie che, dopo aver ripetuto mille raccomandazioni, era riuscita a estorcere alle due ragazze la promessa di scrivere ogni giorno. - È davvero tutto molto eccitante - commentò Charlotte appena ebbero intrapreso il viaggio. - A che ora credi che arriveremo? - - Se abbiamo fortuna, prima che faccia buio - rispose Sophie, accomodandosi sul sedile. - Mi auguro che lady Fitzpatrick non sia una arpia. Intendo davvero divertirmi. E tu, hai già pensato agli abiti che indosserai? Sfoggerai un vestito nuovo per ogni occasione. Avrai tutti i giovanotti ai tuoi piedi. Se fossi nei tuoi panni, sicuramente non vedrei l'ora di arrivare.- - Mi piacerebbe davvero cederti la mia posizione, cara cugina.- - Non dirai sul serio! - sbotto' Charlotte e lanciò un'occhiata alla cameriera, che però si era appisolata. - Invece sì. Se fossi al tuo posto potrei scegliermi un marito, sicura che amasse me e non i miei soldi - replicò Sophie. Continuarono a chiacchierare tranquillamente mentre la carrozza si avviava lungo la strada. Piano piano i campi lasciarono posto ai villaggi e alle case. Ben presto si ritrovarono in città, in mezzo ad altri veicoli che attraversavano le vie nonostante l'ora tarda. Finalmente la carrozza si fermò davanti a una casa alta e stretta a due piani, circondata da un giardino. Era una casa elisabettiana, con la facciata e le colonnine divisorie delle finestre tutte di pietra e dalla decorazione classicheggiante. Quando il cocchiere busso' al battente, l'uscio fu aperto da un maggiordomo, che subito si affretto' a mandare un servitore per occuparsi dei bagagli. Sophie e Charlotte si avviarono titubanti per il vialetto e furono accolte da una donna piccola, con un abito color malva e una cuffia scura in testa. Aveva degli occhi piccoli e scuri, che quasi scomparivano nel suo volto paffuto. - Buonasera, lady Fitzpatrick. Noi...- iniziò Sophie. - Oh, vi prego, non dite altro. Lasciatemi indovinare - la interruppe la donna e iniziò a esaminare le due ragazze con il monocolo. Erano vestite in modo abbastanza simile. Sophie indossava un completo da viaggio color ruggine con un cappello verde sormontato da un nastro di velluto, mentre Charlotte sfoggiava un vestito rosa e una cuffia si seta azzurro chiaro. Dopo averle scrutate fin nei più minuti particolari, lady Fitzpatrick si decise a parlare. - Voi siete la signorina Roswell. Lo si capisce senza ombra di dubbio - affermò fissando Charlotte. - E voi invece la cugina di campagna - aggiunse con una smorfia girandosi verso Sophie. Charlotte aprì la bocca per spiegare l'equivoco, ma fu preceduta da Sophie. - Oh, che acuta osservatrice! Non credevo fosse così ovvio.- - Sophie! - la redargui' Charlotte, ma la cugina la ignoro' e continuò a rivolgersi a lady Fitzpatrick. - Sono certa che nessuno riesce a ingannarvi. È vero, in effetti io sono la signorina Hundon.- L'anziana dama si piegò verso di lei, portando una mano a coppa attorno all'orecchio. - Dovete imparare a parlare chiaramente, non è educato borbottare. Sono certa che la signorina Roswell non borbotta affatto.- Sophie capi che la povera lady Fitzpatrick, oltre a essere miope, era anche dura d'orecchio. Chissà se lo zio William se ne era accorto? - Charlotte, per l'amor del cielo, non stare lì ferma come una statua. Dì qualcosa - mormorò rivolta alla cugina. - Cosa vuoi che dica? Ci hai messe in un imbroglio e non so proprio come ne usciremo.- Lady Fitzpatrick aveva loro voltato le spalle e si era avviata verso la casa. - Ora seguitemi, care signorine. Vi aspetta una tazza di tè - affermò una volta entrata in salotto. - Cara Sophie, sedetevi accanto a me. Charlotte può accomodarsi sul divanetto qui di fronte.- Charlotte si affretto' a obbedire, e la dama la fissò con aria costernata. - Cara, avevo detto qui vicino a me.- Sophie decise di intervenire, e questa volta parlò a voce alta. - Milady, avete frainteso i nostri nomi. Io sono Sophie. Lei è mia cugina Charlotte.- - Oh, capisco. Sapete, il signor Hundon parla talmente in fretta che mi è stato difficile afferrare tutto quello che mi ha raccontato - assenti' lady Fitzpatrick. - Quindi la signorina Roswell è Charlotte e la signorina Hundon è Sophie! - E stabilì così un'ulteriore confusione. Charlotte avrebbe voluto replicare, ma un occhiata della cugina la mise a tacere. - Sophie, si può sapere quali sono le tue intenzione? - domandò Charlotte una volta che ebbero avuto il permesso di ritirarsi nelle loro stanze. - Diciamo che ho approfittato dell'errore di lady Fitzpatrick per divertirmi un po'. Del resto, sei stata proprio tu a dire che ti piacerebbe essere nei miei panni.- - Ma la servitù ci conosce.- - Di questo non devi preoccuparti. Ho promesso a Anne cinque ghinee se non ci tradirà. E ho dato la stessa somma a Luke.- - Cinque ghinee! Ma è una vera fortuna. Comunque, devi chiarire subito le cose. Io non posso fare la tua parte. Morirò di imbarazzo quando dovrò comportarmi come un'ereditiera. - - Nessuno ci conosce qui a Londra e sono sicura che te la caverai benissimo - la rassicuro' Sophie, che era ben decisa a non lasciarsi sfuggire quell'occasione. - Inoltre, potrai divertirti alle spalle di tutti i cercatori di dote. E io, dietro le quinte, magari incontrerò l'uomo dei miei sogni.- - E se accadesse davvero, cosa farai? - - Immagino che dovrò confessargli la verità. Charlotte, ti prego, stai al gioco. Ti prometto che al primo segno di pericolo ammettero' che è stata tutta colpa mia. Poi, pensa agli impegni che dovremmo affrontare domani. Andremo in cerca di abiti, di mantelle, di cappellini, di nastri... Dovremo essere pronte per la nostra prima serata.- Infatti due giorni dopo arrivò un invito, per una soiree' in casa di lady Gosport, una vecchia amica di lady Fitzpatrick. - C'è qualcosa che ti preoccupa, Richard? Mi sei sembrato in pena sin dal tuo ritorno a casa. Spero che tu non abbia trovato guai.- Gli domandò Martin. - Guai? No, non esattamente - rispose Richard, alzando lo sguardo dalla criniera del cavallo. - Allora, cosa c'è che non va? Tuo nonno ti ha messo alle strette? - - Già. È intenzionato a vedermi sposato.- - Prima o poi dobbiamo tutti affrontare quel passo - commentò Martin, tra il serio e il faceto. - È facile per te. Tu non hai un titolo che ti pesa sul capo come la spada di Damocle. Quando sono tornato dalla Spagna, ho scoperto di essere diventato l'erede. Infatti mio zio, alla sua morte, ha lasciato un'unica figlia, Emily. E adesso mio nonno è convinto che io debba sposarla.- - Non è il caso che ti angusti tanto. Emily mi sembra una ragazza graziosa. Non è di tuo gradimento? - - Il fatto è che quando sono partito per la guerra lei era ancora una bambina ed è così che penso a lei, come a una cuginetta da coccolare, non come a una moglie.- - Eppure adesso mi sembra in età da marito - disse Martin. - Ha diciassette anni, ma sua madre l'ha talmente viziata che è ancora molto immatura. Sarebbe una vera disgrazia se fossi legato a lei per la vita. -
   
 
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