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Autore: Nadynana    13/05/2021    1 recensioni
[Rosso, bianco e sangue blu]
Henry, improvvisamente, inizia ad approcciarsi all’arte, alla letteratura e alla storia italiana, che poi sfocia anche nella lingua e nella musica. I discutibili gusti musicali del Principe potrebbero dare non poco filo da torcere ad un povero Alex, costretto a subire la nuova passione del proprio fidanzato.
Genere: Sentimentale, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tra shottini e canzoni italiane

Incip: Henry, improvvisamente, inizia ad approcciarsi all’arte, alla letteratura e alla storia italiana, che poi sfocia anche nella lingua e nella musica. I discutibili gusti musicali del Principe potrebbero dare non poco filo da torcere ad un povero Alex, costretto a subire la nuova passione del proprio fidanzato

«Ma queste tue fisse di solito sono passeggere?» chiede Alex incuriosito.
«No. Quando mi prendono poi l’effetto, solitamente, è irreversibile.» risponde Henry.
Seduti al tavolo della casa che Henry ha preso a Brooklyn, mentre mangiano patatine fritte annegandole nel ketchup come piacciono tanto ad entrambi, parlano della nuova passione di Henry: l’arte e la letteratura italiana. In particolare, la neoclassica.
Alex è sconvolto dalla cosa? No, Henry ha sempre avuto una certa inclinazione a questi temi, spera solo che non lo assilli troppo con i discorsi su quanto siano belle le colonne dell’architettura neoclassica romana come sta facendo da ben venti minuti, mentre lui lo ascolta in maniera passiva.
Alex decide di mettere un punto sulla questione, abbastanza stufo: «Bene, ma adesso che ne dici se spostiamo la conversazione di quanto siano meravigliose le opere neoclassiche italiane in camera da letto?»
«Qualcosa mi fa capire che ti sei stufato di sentirmi parlare di architettura»
«Oh, no. Ti prego parlami ancora dei dettagli del neoclassicismo, solo sussurrati nelle orecchie, sotto le lenzuola.» risponde ironico Alex
«Magari nudi» propone Henry malizioso.
«Eccitante.» E in un secondo Alex lo afferra per i passanti dei pantaloni, lo attira a sé e lo bacia. Sin da subito il bacio è pieno di passione e trasporto, per Alex è come bere un sorso d’acqua con la gola che secca: non chiedeva altro.
Le mani di Henry si fanno strada tra i ricci di Alex, poi scendono sul suo volto. Le mani di Alex salgano lungo la vita di Henry, avvicinandola e serrandola alla sua.
Piano piano, fanno dei piccoli passi avvicinandosi alla camera, senza smettere di baciarsi e Alex non riesce a trattenere svariati sorrisi tra un bacio e l’altro. Quando arrivano davanti al letto smettono di baciarsi, e si guardano con le fronti appoggiate l’una all’altra, poi Henry spinge Alex che ricade sopra al letto. Quest’ultimo si poggia sui gomiti in un frazione di secondo e guarda Henry che inizia a spogliarsi dei propri vestiti. Alex lo guarda, mentre si morde il labbro inferiore, con un ciuffo di ricci che gli ricade sopra l’occhio sinistro.
Sente Henry dire: «Sei maledettamente sexy così, altro che colonne!»
E Alex ride fiero, nel momento in cui vede Henry posizionarsi sopra di lui e tornare a baciarsi con veemenza, mentre Alex inizia a levarsi le scarpe con i piedi, porta le mani al volto del principe e quelle di quest’ultimo iniziano a sbottonare la camicia di Alex.


«Un corso di lingua italiana? Ma sei serio?» è Alex a rimanere interdetto, durante una videochiamata con Henry.
«Sì, beh, mi sta iniziando a piacere la cultura e la lingua italiana, la trovo affascinante. Mi sto già appuntando alcune parole.» spiega Henry dall’altra parte del telefono.
Bea si intrufola nella conversazione e appare sullo schermo di Alex: «Lascialo stare, Al, mio fratello sta cominciando a perdere qualche rotella.»
«Ma che c’è di male se mi sto appassionando all’Italia?» domanda un Henry un po’ scocciato.
«Ma niente, tesoro, solo mi hai spiazzato. Ma va bene, tu sai che ti appoggio in tutto quello che fai. A parte il fare cose che non implichino il mettere a rischio la tua vita, su quello non posso darti il mio appoggio, ci tengo a precisarlo»
«Certo che sei proprio scemo, amore» dice, ridendo, Henry.
«Comunque non mi dispiace avere un ragazzo che parla anche in italiano. La trovo un cosa sexy, lo sai? Adesso devo andare, ho lezione. Ci sentiamo più tardi, ti amo.»
«Ti amo anch’io» E Alex chiude la chiamata con un sorriso.


Due settimane dopo, Henry comunica ad Alex che si trova di nuovo al suo appartamento a Brooklyn per gestire varie cose riguardanti la Fondazione. Alex non aveva perso altro tempo e decise subito di partire da Washington, visto che aveva qualche giorno prima di ributtarsi tra il fitto programma della sue lezioni, per andare da Henry, semplicemente perché aveva voglia di stare con lui e gli mancava. Dio, quando era diventato così irrimediabilmente romantico?
“Stupido Principe dei miei coglioni, mi hai trasformato in uno schiavo dell’amore…!”
Ridico, patetico. Ma tant’è.
Gli vuole fare una sorpresa, quindi non lo avvisa del suo arrivo e arriva nel tardo pomeriggio, verso le 18. Davanti alla porta della casa di arenaria rossa, Alex suona il campanello. Sente musica e risate da dietro la porta e una voce femminile che si avvicina sempre di più, non appena la porta si apre si ritrova davanti Bea. Indossa un paio di pantaloncini neri che le arrivano poco sotto al gluteo e lasciano scoperte le gambe, una t-shirt grigia molto anonima ed è a piedi nudi, i capelli scomposti lasciati sciolti che le ricadono sulle spalle.
«Ooooh, guarda chi c’è qui! Alex, qual buon vento? Vieni e unisciti a noi. Abbiamo il karaoke!» dagli strani momenti che sta facendo dove sembra che perda l’equilibrio anche solo per sporgersi più in avanti con il busto e lo strano tono di voce le sembra un tantino, ma giusto un po’, ubriaca.
La principessa aggiunge: «E, cosa più importante, ho portato un po’ di alcolici. Ho fatto più che bene visto che il mio bel fratellino qui presente ha finito la sua scorta.»
Okay, decisamente, visibilmente ubriaca.
C’è da dire, però, che il texano appena ha sentito la parola “karaoke” tenta di reprimere un sorriso al ricordo di quella sera passata al West Hollywood.
Beatrice si sposta per lasciar passare Alex, che entra in casa tenendo la testa abbassata sul pavimento per non inciampare sulla scarpe che Bea ha lasciato tranquillamente davanti l’entrata. Non appena alza lo sguardo vede Henry che con un sorriso a 32 denti gli si avvicina con le braccia allargate per poterlo abbracciare una volta arrivato da lui. Alex resta di stucco perché vede Henry vestito solamente di quel kimono (tra l’altro slacciato!) verde lime con la scritta “Prince Buttercup” datogli da Perez che ha indossato quella sera al famoso karaoke e sotto soltanto dei boxer bianchi. Petto scoperto, gambe scoperte. Alex già comincia sentire caldo nella camicia bianca con cui si era presentato, con tanto di pantaloni jeans di colore blu scuro. Okay, forse la camicia era un po’ troppo pretenziosa per quell’occasione, vista l’informalità dei due… No, in realtà sapeva quanto ad Henry gli piacesse con la camicia e lo aveva fatto apposta. Ultimamente era solito mettersi un po’ di matita nera e del mascara perché in primis gli piaceva il proprio volto truccato, in secundis perché piaceva anche ad Henry.
«Ma ciao, amore!» esclama gioioso Henry che lo raggiunge e lo saluta abbracciandolo. Alex sente il petto muscoloso del principe premere contro il suo e la stanza era già diventa un barbecue per Alex, lui sentiva di essere il pezzo di carne che ci viene cucinato sopra.
Gli risponde non appena sciolgono l’abbraccio: «Ciao, babe.»
Poi porta la mano destra sul viso di Henry e gli accarezza la guancia con il pollice, gli sorride e nota che il suo ragazzo non ha mai smesso un secondo di avere la stessa espressione che gli ha visto in volta da quanto è entrato, lo guarda dritto negli occhi e subito dopo gli da un bacio sulle labbra che voleva essere un semplice bacio a stampo per salutarlo, ma Henry non lo lascia andare e approfondisce il bacio. Alex sente la lingua del principe che esplora la sua bocca e decide di ricambiare il gesto facendo altrettanto con la sua. Durante il bacio sente il sapore di vodka… Vodka alla pesca, precisamente e Bailey’s . Bene, è ubriaco anche lui.
Bea li interrompe: «Va bene, Romeo e Giulietta, smettetela di limonare, altrimenti mi verrà il diabete e voi non volete che proprio a me che sono luce della vostra vita, capiti questa brutta cosa, vero?» dice ridendo, mentre passa davanti ai ragazzi e prendendo posto sulla sedia accanto al tavolo imbandito di bicchierini per shot e vari alcolici.
I ragazzi interrompono il gioco di lingue e si staccano, ma Hnery mantiene il contatto tra i loro corpi cingendo a sé Alex con un braccio, il messicano fa altrettanto dopo essersi slacciato il colletto della camicia.
Guardano Beatrice che butta giù un altro shottino, poi si rivolge all’unico sobrio nella stanza: «Al, vuoi favorire?»
Il figlio della Presidente degli Stati Uniti non riesce a sopportare di essere proprio lui, l’unico in una stanza a non avere un briciolo di alcol nel corpo, quindi accetta.
Non vuole comunque esagerare, quindi decide che quella sera non avrebbe alzato troppo il gomito.
Passano le ore a ridere, scherzare, cantare e bere. Si è scoperto che è stata Bea a comprare un karaoke giusto per divertirsi quando stava a Brooklyn con il fratello per aiutarlo con la fondazione. Le ricordava i vecchi tempi. Ad Alex il karaoke non piace, quindi non canta mai, ma si gode lo spettacolo che inscenano i due fratelli. Ad Henry piace davvero cantare a quanto pare.
Verso le 20.00 sentono il rumore di un clacson, si affacciano alla finestra e vedono una limousine ferma lì davanti alla casa, subito dopo il rumore di una notifica proviene dal telefono di Bea, che sblocca l’apparecchio e dopo pochi secondi passati con gli occhi sullo schermo annuncia: «Uff, è un messaggio di mamma. Dice che devo tornare subito a casa, che ha bisogno di me per certe pratiche, non so non scende nei dettagli. Devo andare a prendere il Jet privato per tornare a casa, mi ha mandato la limousine a prendermi per scortarmi.»
Dall’autovettura scendono tre uomini della scorta e si posizionano davanti il mezzo, nell’attesa che esca. «Ma dove vai in queste condizioni?» chiede Alex.
Bea si lascia sfuggire una piccola risata: «Mi sottovaluti, Al. Vorrei non andare, ma devo. Sarei comunque andata via domani mattina. E poi mi stavo giusto chiedendo come avrei fatto quando più tardi vi avrei sentiti dall’altra parte della stanza a fare le vostre porcate. Beh, problema risolto. Grazie, mamma.»
«Ehy!» riesce solamente a dire Henry. La principessa abbozza un sorriso: «Dai, mi preparo al volo e mi dileguo.»
E così fa. Prima di uscire saluta i due ragazzi, poi loro la guardano entrare nella limousine per poi allontanarsi fino a sparire definitivamente nell’orizzonte, poi rientrano in casa. Henry si chiude la porta alle spalle, poi propone: «Adesso che siamo soli mi è appena venuta un’idea»
Ahi, ahi: quando ad Henry viene un’idea da ubriaco non è mai una buona idea. Alex non ha esagerato, si sente solo un po’ alticcio ma ancora in possesso delle sue principali facoltà mentali.
«Ovvero?» domanda curioso.
Henry ha uno sguardo malizioso. Nulla di buono, decisamente nulla di buono. Sta progettando di ucciderlo facendolo morire di una morte lenta e dolorosa, Alex ne è convinto.
«Voglio cantarti una canzone. Italiana. In italiano, ovviamente»
Oh, giusto, Alex ha dimenticato questa nuova ossessione di Henry.
«Sai una canzone italiana...? In italiano...?» e stranamente trova la cosa eccitante. Insomma sentire Henry che canta in italiano con quel suo accento inglese lo intriga parecchio, ma d'altronde potrebbe cantargli pure la lista della spesa, tanto lui non capirebbe comunque una parola e sarebbe stato contento lo stesso nella sua ignoranza.
«Ci ho passato settimane ad impararmela. Mi piace molto. Si intitola “Sei mia” di un certo cantante di nome Riki.» Henry gli spiega il titolo e il testo di quella canzone. Ed Alex ha solamente capito che parla di questo ragazzo che incontra una bellissima ragazza in un locale ed ha una sorta di colpo di fulmine. Si chiede dove voglia andare a parare con questa cosa e per questo lo lascia fare. Al centro della stanza ci sono delle poltrone e Alex decide di sedersi in una di queste. Henry smanetta un po’ con il karaoke e trova la traccia che cercava, la mette in play, si gira verso di lui guardandolo sempre con malizia con un microfono in mano, dopo pochi secondi sente la musica partire e Henry che quasi subito comincia a cantare.


È buio e piove e quindi tutti dentro
In coda senti il tempo e non il freddo
In quel locale in centro di Milano e di modelle
Che riflette la tendenza a shorts e chiodi in pelle

Alex non capisce una stramaledetta parola, ma la voce di Henry che canta in italiano lo sta mandando ai matti: era davvero eccitante, più di quanto immaginava. L’unica cosa che riesce a fare è distogliere lo sguardo e poi riportarlo ad Henry il secondo dopo, ripetere questi precisi ed esatti movimenti un numero indefinito di volte.
Ad un certo punto nota che piano piano Henry si avvicina a lui sempre di più. Oh-oh.

A un tratto entra quella che vorresti

Sempre più vicino

Liti, frasi sconce e sguardi persi

Troppo vicino

Ragazza da top copertina e mai troppo coperta

S.O.S.

Che ti fa girare indietro e poi girar la testa

Henry è davanti a lui e si mette per terra, inginocchiato.
Bene, ma non benissimo.

Parigine come amiche e sulle gambe

Henry tocca le gambe di Alex e lui sente il tocco del suo ragazzo, nonostante i tessuto spesso dei jeans, che gli manda in tilt il cervello e le sue terminazioni nervose sono in balia di quelle che lui definisce e percepisce come delle vere e proprie scariche elettriche.

E lo sguardo da diva provocante Ho occhi solo per te, per te

Henry lo guarda dritto negli occhi senza mai smettere di avere quello sguardo maledettamente malizioso e maledettamente sexy. Alex chiude le mani a pugno e ne porta una davanti alla bocca, distogliendo di nuovo lo sguardo.

Se so che stasera sei mia chi o cosa tu sia

Alex è costretto a girarsi perché sente la mano libera di Henry che dalla gamba sale piano fino al suo petto.

Ti guardo e non lo ammetto, ti guardo
E so che stasera sei mia chi o cosa tu sia
Ti guardo e non la smetto e tutto

Adesso Henry è di fronte a lui e si è posizionato sopra le sue gambe, ha posato il microfono sul bracciolo della poltrona e canta senza di esso, non che per Alex facesse chissà poi quale differenza perché non si stava concentrando molto sul testo o sul suono o altro di simile. Scopre che posa il microfono perché ha l’intenzione di slacciargli la camicia, mentre gli canta le parole sussurrandogliele nell’orecchio. Alex ha i brividi.


Trema alla tua voce che mi tocca più veloce poi
Mi tocca stare al gioco perché poi manca poco e so che
Stasera sei mia chi o cosa tu sia
Ti guardo e non la smetto

A questo punto Henry aveva finito di slacciargli la camicia, ma in fretta si leva da sopra di lui per tornargli semplicemente di fronte a cantare con quel tono e quell’accento Alex che sta amando alla follia.
Lo sapeva: questo stronzo lo vuole far morire di un morte lenta e dolorosa.


Guarda con indifferenza intorno
La differenza è tutta nel suo corpo

Si china poco sopra di lui e sempre con una mano gli accarezza il braccio iniziando dalla spalla fino a scendere alla mano di Alex e intrecciarla con la sua, senza staccare un secondo lo sguardo da lui.


Un po' di trucco giusto appena attorno agli occhi
Il trucco di sapersi bella e che tanto ti volti

A questo punto Henry fa una cosa strana: con il volto si avvina a quello di Alex che sente le labbra del ragazzo muoversi sul suo zigomo, poco appena sotto gli occhi. Il texano ha lo strano presentimento che questo movimento abbia in qualche modo a che fare con il testo della canzone e vorrebbe tanto sapere cosa sta dicendo.


Parigine come amiche sulle gambe
E lo sguardo da diva provocante Ho occhi solo per te, hai occhi solo per te
Parigine come amiche sulle gambe
E lo sguardo da diva provocante
Ho occhi solo per te, per te

Henry, che è sempre rimasto chino su di lui, gli tocca le gambe con entrambe le mani, gliele accarezza piano e dolcemente, partendo dal linguine fino al ginocchio e poi risalendo al linguine e riscendendo nuovamente al ginocchio per tutta la durata di questa strofa, Alex chiude gli occhi li riapre solo quando Henry ferma le sue mani e le sente sul suo volto, si ritrova Henry che tutto fiero e sorridente gli si rimette seduto sulle ginocchia


Se so che stasera sei mia chi o cosa tu sia
Ti guardo e non lo ammetto ti guardo e so che
Stasera sei mia chi o cosa tu sia
Ti guardo e non la smetto e tutto
Trema la tua voce che mi tocca più veloce
Poi mi tocca stare al gioco perché poi manca poco e so che
Stasera sei mia chi o cosa tu sia
Ti guardo e non la smetto
E so che sei mia
E che stasera tu sei mia
E che stasera tu sei mia
E che stasera tu sei mia

In, più o meno, quaranta secondi che Henry ha cantato questa strofa ha accarezzato il petto scoperto di Alex. Avrà toccato letteralmente ogni centimetro del suo petto e lui non riusciva a non guardarlo senza desiderio. Dio, lo stava torturando con questo giochetto!


Prima senti, poi mi tenti, sperimenti, menti, ritenti
E vai, e vai, e vai, e vai

Con un altro movimento fulmineo Henry era di nuovo saltato in piedi e abbassatosi un po’ sopra di lui gli inizia slacciargli i pantaloni. Gesù.


Prima senti, poi mi tenti, sperimenti, menti, ritenti
E vai più giù, e vai più giù

Una volta slacciati i pantaloni Henry gli infila una mano nei boxer e per pochi secondi tiene in mano l’erezione ormai evidente di Alex, giocandoci un po’. Giusto il tempo di una breve illusione, facendo pensare al ragazzo che la sua tortura fosse finita. E invece niente, perché subito Henry con la mano libera riprende il microfono che, Alex lo aveva addirittura scordato, era rimasto sul bracciolo della poltrona per tutto questo tempo. Leva la mano che si stava occupando di Alex, dai suoi boxer e si allontana da lui finendo di cantare il resto della canzone.


Se so che stasera sei mia chi o cosa tu sia
Ti guardo e non lo ammetto
Ti guardo e so che
Stasera sei mia chi o cosa tu sia
Ti guardo e non la smetto e tutto
Trema la tua voce che mi tocca più veloce
Poi mi tocca stare al gioco
Perché poi manca poco e so che
Stasera sei mia chi o cosa tu sia
Ti guardo e non la smetto
E so che sei mia
E che stasera tu sei mia
E che stasera tu sei mia
E che stasera tu sei mia
E che stasera tu sei mia mia mia

Henry ride alla fine della canzone, consapevole di quello che ha appena fatto. Alex si sente incompleto e in stato di trance. Alex è incazzato. Alex vorrebbe fargliela pagare. E sa come farlo. Con la stessa moneta. Vuole la guerra? Bene, questo principe stronzo con questo kimono verde-lime avrà quello che si merita. Si riallaccia i pantaloni, ma non la camicia, si schiarisce la voce e poi dice semplicemente: «Posso cantare anche io una canzone?»
«Ceerto...» Henry è confuso, ma anche intrigato e aggiunge: «Che canzone?»
«Purtroppo di italiano non so neanche una parola, mi dovrò accontentare del solito vecchio inglese. Ma non ti preoccupare, sono sicuro che c’è nel tuo repertorio, la conosci, lo so per certo»
Henry è ancora confuso, ma fa spallucce e gli porge il microfono, Alex rifiuta: «Nah, quel coso non lo voglio, mi sarebbe solo d’impiccio.»
Il principe ha capito che Alex vuole fare il suo stesso gioco, perciò sorride e si mette seduto sulla poltrona dove prima era seduto Alex. Quest'ultimo trova la traccia desiderata e preme play. Inizialmente si sente sono la voce di un uomo che parla:

We can go drivin' in, on my scooter
Uh, you know, just riding in London
Alright


Poi parte la musica. Alex guarda Henry: in parte è sconvolto, in parte ride. E l’unica cosa che Alex riesce a pensare prima di iniziare a cantare è: “Oh, sì, baby: ti distruggerò sulle note di London Boy”


I love my hometown as much as Motown, I love SoCal
And you know I love Springsteen, faded blue jeans, Tennessee whiskey

Alex decide di cantare queste parole utilizzando un tono di voce basso e sensuale, guardando Henry da sotto il solito ciuffo di capelli ricci che gli ricade sull’occhio sinistro con fare accattivante di chi ha la piena consapevolezza di cosa sta per fare all’altro. Sorride compiaciuto, un sorriso che poi si fa sempre più ampio e mette in mostra i suoi denti bianchi, mentre si porta una mano alla nuca per sistemarsi i capelli senza staccare gli occhi dal fidanzato che lo guarda rapito.


But something happened, I heard him laughing
I saw the dimples first and then I heard the accent

A questo punto Alex gli si avvicina proprio come ha fatto Henry prima, solo con aria più spavalda e sicura. Henry lo guarda alzando un sopracciglio.


They say home is where the heart is
But that's not where mine lives

Il texano si va a posizionare dietro la poltrona: le braccia si posizionano prima sulle spalle e poi scendono a cingere il petto del princip;e porta il volto vicino a quello di Henry di modo che le sue labbra potessero essere all’altezza dell’orecchio dell’altro… Gli piace troppo questa cosa del sussurrarsi parole all’orecchio e sa che piace anche al biondino. Lo guarda di sottecchi e vede che quest’ultimo guarda dritto davanti a sé. Lo sente sospirare. Bene.


You know I love a London boy
I enjoy walking Camden Market in the afternoon

Gli accarezza il petto nudo, fino a risalire al collo. Probabilmente quel mix tra quei tocchi e quelle parole dette con un tono di voce ammaliante sussurrate all’orecchio deve aver fatto l’effetto di un esplosivo in Henry che si lascia sfuggire un’imprecazione.
Alex sorride contento e fa in fretta a cambiare posizione, per mettersi davanti al ragazzo, mostrando il suo sorriso perché sa cosa deve dire dopo.


He likes my American smile
Like a child when our eyes meet, darling, I fancy you

Glielo stava facendo apposta: sorrideva perché nel testo veniva detto esattamente quello che Henry pensa in merito al sorriso di Alex e non smette di guardarlo per tre motivi: il primo è perché ci sta in linea con la canzone, il secondo è perché deve sedurlo, il terzo è perché comunque non riusce a staccare gli occhi da Henry a prescindere.


Took me back to Highgate, met all of his best mates
So I guess all the rumors are true
You know I love a London boy
Boy, I fancy you

Gli ultimi tre versi li canta mettendoci più enfasi perché sa che si adattano perfettamente a loro. Henry lo guarda serio, ma con il sorriso sulle labbra e Alex riconosce quella scintilla nei suoi occhi che il principe ha ogni volta che tra di loro scende quell’atmosfera di serietà e sincero amore. Quando lo guarda così lui riesce sempre a sentire il cuore che perde dei battiti.


And now I love high tea, stories from uni, and the West End
You can find me in the pub, we are watching rugby with his school friends

Gli si avvicina mentre canta questi versi, sempre in maniera decisa. Poi si china sopra di lui per levargli il kimono verde lime: prima gli sfila una manica, poi l’altra e dato che una parte del kimono era sotto il sedere di Henry, quest’ultimo alza un poco il sedere dalla poltrona per lasciarglielo prendere con facilità. Alex lo prende e il londinese torna nella stessa posizione di poco prima.


Show me a gray sky, a rainy cab ride
Babe, don't threaten me with a good time

Alex si sfila la camicia ancora sbottonata e la lascia cadere a terra, poi si infila il kimono di Henry. Adorava indossare le cose del suo ragazzo e viceversa. Henry lo guardava mordendosi il labbro e il texano torna ad avvicinarsi al londinese.


They say home is where the heart is

Si siede sulle sue ginocchia, proprio come aveva fatto prima l’altro con lui.


But God, I love the English

Gli prende il volto tra le mani e lo costringe a guardarlo mentre dice quelle parole in una maniera che aveva eccitato anche sè stesso solamente nel pronunciarle, perché erano vere.


You know I love a London boy
I enjoy nights in Brixton, Shoreditch in the afternoon
He likes my American smile
Like a child when our eyes meet, darling, I fancy you
Took me back to Highgate, met all of his best mates
So I guess all the rumors are true
You know I love a London boy
Boy, I fancy you

Tutta questa strofa, Alex l’aveva cantata sulle ginocchia del ragazzo, con il volto di Henry tra le mani a pochi centimetri di distanza l’uno dall’altro; infatti Henry cercava di rubargli dei baci in modo da non fargli finire quella che Alex aveva capito stesse risultando un tortura nello stesso modo in cui poco prima lui stava subendo la sua. Mio Dio quanto si stava divertendo! Purtroppo nessuno dei tentativi di Henry va a segno perché Alex riesce sempre a sfuggirgli ed il bello è che ancora sta continuando a cantare: Alex 1, Henry 0.


So please show me Hackney
Doesn't have to be Louis V up on Bond Street

Alex si leva da sopra le ginocchia di Henry e si allontana un po’ per poi mettersi a gattoni per terra.


Just wanna be with you
Wanna be with you
Stick with me, I'm your queen
Like a Tennessee Stella McCartney on the Heath

Alex si avvicina piano ad Henry gattonando e guardandolo con malizia. Fino a quando non gli arriva davanti e la sua faccia non è all’altezza delle ginocchia. Si alza con il busto, rimanendo con le ginocchia sul pavimento.


Just wanna be with you
Wanna be with you
Wanna be with you

Neanche Alex si rende conto di quanto trasporto pronuncia quelle parole e sopratutto non sa neanche lui quale movimento fa muovere le sue mani verso i boxer di Henry. Dentro i boxer di Henry.


You know I love a London boy
I enjoy walking SoHo, drinking in the afternoon
He likes my American smile
Like a child when our eyes meet, darling, I fancy you
Took me back to Highgate, met all of his best mates
So I guess all the rumors are true
You know I love a London boy
Boy, I fancy you

Era incredibile, se lo stava dicendo da solo e si complimentava con sé stesso di come stava riuscendo a cantare tranquillamente, con il tono di voce sempre sensuale che stava mantenendo da quando ha iniziato a cantare, mentre stava facendo una sega al ragazzo. Nel frattempo aveva utilizzato la mano libera per sfilargli piano la biancheria, potendosi poi dedicarsi all’atto con più facilità. Ormai sapeva come muoversi con Henry e sapeva come farlo godere, sapeva toccare i punti giusti nei tempi giusti, lo conosceva meglio delle proprie tasche. Sentiva Henry iniziare a gemere e il suo membro tra le sue mani farsi sempre più duro. Non è ancora il momento, ancora un altro po’ prima di fare lo stronzo. Sa già che Henry lo maledirà per il resto dei suoi giorni.


So please show me Hackney
Doesn't have to be Louis V up on Bond Street J
ust wanna be with you
I, I, I fancy you
Stick with me, I'm your queen
Like a Tennessee Stella McCartney on the Heath
Just wanna be with you
Wanna be with you
I fancy you, yeah, fancy you

Alex guarda Henry che ha gli occhi chiusi, la schiena inarcata all’indietro e geme. Al texano piace da morire sentire il suo principe che gode grazie a lui. E sì, sentirlo così fa eccitare anche lui… Come se non avesse ancora gli effetti di pochi minuti prima.
«Alex… Non… Non fermarti.» implora Henry.
Peccato che Alex abbia altri piani e non abbia intenzione di fargliela passare liscia per quanto successo prima.
Finisce di cantare la canzone e Henry quasi arriva al culmine, quando lui si ferma. Il principe dapprima è sgomento, poi assottiglia gli occhi in due fessure.
«Tu… Piccolo stronzetto.» dice solamente.
Alex si alza, ma si china su di lui, poggiando le mani sui braccioli della poltrone e guardando fisso il fidanzato, sorridendo maligno a pochi millimetri dal volto di Henry: «Qualche problema, mio bel principe?»
Il ragazzo chiamato in causa è esterrefatto: «Ma no, guarda, è tutto regolare... Secondo te?»
«Hai pagato il conto, caro.»
«Non sono stato così stronzo, io!»
«Ti ricordo che hai sfidato Alexander Claremont-Diaz, aka la puttana sbagliata. Posso essere ingenuo quanto vuoi, ma so come vendicarmi.»
«Okay, hai decisamente vinto tu. Ma vedo che anche tu non sei rimasto indifferente...» dichiara Henry, facendo un cenno con la testa all’evidente gonfiore nei pantaloni di Alex.
«No, infatti adesso il piano è completare l’opera per bene, come si deve, dopo questa tortura cinese per entrambi.» risponde Alex
«Mi piace il piano»
«Ma, lo faremo qua. Senza andare in camera, non riesco ad aspettare un secondo di più.»
«Come desideri, mio Re.» acconsente Henry, mentre inizia a sfilare il suo kimono ad Alex.
«Ah, posso dire che sei maledettamente sexy quando parli in italiano?» domanda retoricamente Alex. Il kimono gli scivola via e cade sul pavimento.
Henry sorride contento mentre si tira Henry facendo aderire i loro corpi. Alex gli prende il volto tra le mani e si cominciano a baciare.

[4.986 parole]

 

Angolo Autrice

Finally! Ce l’ho fatta! L’ho scritta. Probabilmente è la one-shot più lunga cheio abbia mai scritto (12 pagine di documento odt. DODICI!)
Allora, prima che qualcuno mi linci: nella mia testa ci stava benissimo l’accostamento “Sei mia”/Firstprince.
É trash? Sì.
Mi pento di aver scritto questa cosa o di averla anche solo pensata? No.
Dovevo scriverla!
Ma Henry, essendo inglese, come avrei potuto fargli cantare una canzone italiana? Dovevo creare un contesto: ecco l’idea un po’ becera, ma di meglio non sono riuscita a pensare di farlo appassionare all’Italia. Sì, la pippa iniziale sulla sua fissa per l’Italia è servita solo per dare un contesto al fatto che Henry d o v e v a cantare quella canzone.
In principio doveva essere un Henry che cantava questa canzone e poi un’altra di Emanuele Aloia, ovvero “La Monna Lisa” (che io trovo perfetta per questi due), ma poi durante il periodo di scrittura di questa fic ho sentito “London Boy” di Taylor Swift e quella canzone è 100% Firstprince confirmed.
Ho voluto (e dovuto) utilizzarla e l’ho fatto così. Ho deciso che l’altra canzone la utilizzerò in un altro modo in un’altra fic, devo solo capire come utilizzarla, ahahah.
Niente, lasciate una recensione, se vi va. E segnalate eventuali errori, mi raccomando! Spero vi sia piaciuta.
See you soon;

Nadynana

  
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