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Autore: Ghost Writer TNCS    15/05/2021    0 recensioni
Niflheim è sempre stato famoso per essere un pianeta tetro e ostile, ma questo non aveva fermato i coloni. Il loro spirito intraprendente e gli interessi economici di una grande multinazionale sembravano sufficienti per far fronte a qualsiasi avversità, ma si sbagliavano.
Il sogno si è infranto contro misteriose interferenze, e alla frustrazione ha fatto seguito la criminalità. Se per un amante degli esplosivi la situazione è particolarmente allettante, lo stesso non si può dire per le forze di polizia che cercano di ristabilire l’ordine, costrette a combattere un’organizzazione malavitosa più influente delle autorità ufficiali.
La sfida per la frontiera è iniziata e il più forte imporrà la sua giustizia.
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '1° arco narrativo'
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31. Scomparsa

Lo Spadaccino Mistico, seduto su una grossa roccia nei pressi del bunker, sembrava talmente assorto nella sua meditazione da non accorgersi di nulla. Ma in realtà non era così. Al contrario: i suoi sensi si estendevano per la foresta, permettendogli di percepire il terreno, le piante, gli animali. Sentiva l’energia del pianeta, i cui flussi avevano appena ricominciato a riprendersi dopo un’eternità di interferenze.

Nulla poteva sfuggire alle sue percezioni, per questo non ebbe difficoltà ad accorgersi della strana presenza in avvicinamento: un’intrusa, qualcuno che non era affiliato con il Sindaco, ma che in qualche modo gli risultava familiare. In realtà l’intrusa non stava nemmeno provando a nascondersi: avanzava con sicurezza, come se non le importasse di essere scoperta.

Quando la donna emerse dalla foresta, lo Spadaccino Mistico era già in piedi ad attenderla, le sei spade pronte.

La nuova arrivata aveva i capelli argentei, dello stesso colore degli occhi. Indossava una maschera per l’aria, ma non sembrava fare uso di alcuno scudo energetico per proteggersi dal freddo. Al fianco portava quella che sembrava l’impugnatura di una spada.

«Maestra Rossweisse» la accolse lo Spadaccino Mistico. «È un onore incontrarla.»

«Vorrei poter dire lo stesso» esalò la donna, lo sguardo serio. C’era qualcosa in lei che la faceva sembrare molto più vecchia di quanto non suggerisse il suo fisico atletico.

«È qui per le spade del mio maestro?»

«Sono qui per loro, sì, ma non solo. Ora devo chiederti di arrenderti.»

«E rinunciare alla possibilità di combattere con lei?» Lo Spadaccino Mistico sollevò le sue sei spade. «Non posso perdere una simile occasione!»

«Se credi che sia qui per combattere ti sbagli.» La donna prese l’impugnatura della sua arma e dal nulla comparve una lama argentea. «Sono qui per catturarti. Tu e tutti quelli che mi intralceranno. Quel bunker non vi appartiene.»

***

Era prima mattina nella colonia occidentale quando l’agente Nora Linch, ancora assonnata, varcò l’ingresso della centrale di polizia ad interim. Quando ancora aveva la sua velocità, ci metteva molto meno a prepararsi e ad arrivare in ufficio, ora invece doveva alzarsi prima e rischiava comunque di arrivare in ritardo. Se non altro il governatore aveva promesso che entro la fine della settimana sarebbero arrivati nuovi mezzi di trasporto pubblici.

La teriantropa raggiunse la sua postazione e accese lo schermo del suo computer. Il lavoro d’ufficio non le era mai piaciuto, ma sapeva che, almeno per il momento, quello era l’unico modo in cui poteva rendersi utile.

I colleghi andavano e venivano nell’ampio open space, ciononostante avvertì che c’era qualcosa che non andava.

Vide passare l’ispettore Smidr con un collega.

«Ehi, Gunnar, Freyja non è ancora arrivata?»

Il gigante di ghiaccio guardò verso la postazione dell’orchessa, vuota. «Io non l’ho vista. Tu?»

L’altro agente scosse il capo.

Mentre i colleghi proseguivano verso l’uscita, Nora controllò lo stato della volante che Freyja aveva preso in prestito per andare a Ziqi City. Ormai era metà mattina e non ricordava che l’orchessa fosse mai arrivata così in ritardo. In effetti, lei era quasi sempre tra i primi ad arrivare.

Soffocò un’imprecazione: il mezzo si trovava sulla strada che collegava la colonia occidentale all’altro centro abitato, ma il dettaglio più preoccupante era che la diagnostica riportava un guasto critico.

Provò a mettersi in contatto con lei, ma senza successo.

Senza perdere altro tempo afferrò le stampelle e si affrettò a raggiungere il suo capo. Bussò alla porta.

«Avanti.»

«Commissario, abbiamo un problema!»

«Come sempre.»

«La volante che ha preso Valkyregard per andare a Ziqi City è ferma sulla strada tra Ziqi City e la colonia, danneggiata a quanto pare. Ho provato a contattarla, ma non risponde e non riesco a rintracciare il suo device personale.»

L’insettoide non nascose il suo disappunto. «Da quanto è ferma lì?»

«Non ne sono sicura. Da ieri, probabilmente.»

«Prendi una volante e vai a controllare. Dovrebbe esserne rimasta almeno una.»

Nora esitò, lo sguardo basso sulle stampelle. «Ma, commissario…»

«Niente scuse. Continuerai a esaminare i dati nei computer del Sindaco mentre sei sulla volante.»

La teriantropa risollevò il capo. «Sì, commissario.»

Uscì dalla stanza e raggiunse il parcheggio, dove restava solo un veicolo, per giunta ammaccato e imbrattato con la vernice spray. Impostò la meta sul navigatore e fece partire il pilota automatico.

La volante attraversò con diligenza la colonia occidentale e poi prese velocità lungo la strada per Ziqi City. Non si vedeva nessuno né davanti né dietro, e la nebbia perenne rendeva l’atmosfera ancora più tetra e misteriosa, facendo aumentare la preoccupazione della poliziotta.

«Siamo quasi a destinazione» annunciò l’intelligenza artificiale.

Nora spense lo schermo olografico su cui stava lavorando, dove per altro non aveva fatto grandi progressi, e guardò davanti a sé. Subito riconobbe la sagoma della volante abbandonata.

Il pilota automatico cominciò dolcemente la frenata, fermandosi a pochi metri dalla meta. La teriantropa indossò la maschera, afferrò le stampelle telescopiche e aprì la portiera.

La prima cosa che notò fu il grosso foro di proiettile al centro del muso del veicolo: di sicuro era quella la causa del guasto. Tutto intorno c’erano diversi segni di scontro, ma soprattutto non vedeva da nessuna parte tracce della presenza di Freyja.

Provò a chiamarla, ma intorno a lei c’era solo la muta nebbia. Anche i sensori del suo device non rilevavano presenze nei paraggi.

Preoccupata per la sua collega, entrò nella volante abbandonata. Il sistema operativo era ancora in funzione, quindi poteva verificare nelle registrazioni quello che era successo. O almeno così sperava.

Dopo aver salvato le informazioni sulla volante, Freyja prese un profondo respiro. «Scusa, Lunaria, spero trovino il messaggio.»

Uscì allo scoperto e aprì il fuoco, mirando alla donna che aveva parlato. I primi due proiettili andarono a segno, ma non sortirono grande effetto.

Yalina evocò uno scudo e i suoi compagni passarono all’offensiva. Ulin’dir lanciò un attacco mentale, gli altri invece spararono addosso alla poliziotta con le loro armi stordenti.

Freyja aggirò l’auto della polizia e sbucò dalla parte opposta. Corse verso i fuorilegge, sperando che il suo scudo energetico reggesse a sufficienza.

 Yalina evocò un’altra barriera, ma l’orchessa la distrusse con un colpo di manganello. Sparò contro la mezzelfa, più per tenerla occupata che per ferirla. Raggiunse Priscilla e la colpì con forza. L’anfibiana provò a difendersi, ma venne comunque scaraventata a terra.

Ulin’dir intensificò l’attacco mentale e l’orchessa rimase paralizzata per un momento, abbastanza da permettere a Jérémy di distruggere il suo scudo con un proiettile d’energia. Thiago non si fece scappare l’occasione e la investì con una violenta raffica stordente.

Freyja sapeva che il suo corpo era prossimo alla paralisi, ma doveva resistere: avrebbe lottato fino alla fine per far prevalere la giustizia!

Con la coda dell’occhio notò un movimento ai suoi piedi. Balzò di lato, appena prima che dei tentacoli la imprigionassero.

Doveva puntare al loro capo. Non sembrava troppo forte: forse, una volta sistemata lei, gli altri avrebbero esitato.

Provò a colpire Priscilla col manganello elettrificato, ma questa volta lei la bloccò: all’improvviso sembrava molto più forte.

Yalina evocò degli altri tentacoli per immobilizzare Freyja, e Priscilla la colpì con un poderoso destro. Stordita e a corto d’aria, l’orchessa avvertì in maniera soffusa i successivi proiettili stordenti. Provò a restare in piedi, ma non aveva più né la forza, né la lucidità per resistere.

Quando finalmente crollò a terra, i membri del Branco tirarono un sospiro di sollievo: non credevano sarebbe stato così difficile catturarla.

«Svelti, caricatela sul fuoristrada e datele una maschera per l’aria» ordinò Priscilla. «Dobbiamo portarla via prima che qualcuno venga a curiosare.»

Thiago, Ulin’dir e Jérémy sollevarono la poliziotta e, non senza qualche difficoltà, la misero su uno dei sedili posteriori.

«Warren lo fa sembrare così facile!» borbottò il paffuto demone.

Mentre i suoi uomini lavoravano, l’anfibiana controllò rapidamente uno scompartimento della sua armatura in cui erano conservate delle fiale di liquido rosso. Una era vuota, le altre avevano una sfumatura leggermente diversa una dall’altra. Era stata costretta a consumare una dose, ma non se ne pentiva: era bastato un solo colpo all’orchessa per ammaccarle l’armatura. Incassarne un altro avrebbe potuto costarle caro.

«La nostra amica ha lasciato un messaggio sulla volante prima di attaccarci» riferì Yalina, i cui insetti avevano osservato tutta la scena.

Priscilla richiuse lo scompartimento. «Thiago, puoi cancellare la memoria dell’auto della poliziotta?»

Il faunomorfo annuì. «Nessun problema.»

Niente. La memoria dell’auto era stata cancellata e a lei non restava nulla per ritrovare la sua collega.

«Chiama il commissario» ordinò con voce afflitta.

In pochi secondi sentì la voce dell’insettoide: «Hai trovato qualcosa?»

«Solo la volante, stava tornando alla colonia occidentale. Ci sono segni di lotta, ma non vedo tracce di sangue. L’hanno rapita. L’hanno sicuramente rapita. Non ci sono tracce di pneumatici, l’unica cosa che posso dire è che gli aggressori arrivavano dalla colonia occidentale. O per lo meno il proiettile che ha danneggiato la volante veniva da lì.»

Il commissario Mantina non perse la calma. «Vai a Ziqi City e scopri cosa stava facendo prima di sparire: forse aveva scoperto qualcosa. E porta con te la volante: forse riusciamo a ripararla.»

Nora fece sparire il veicolo in una tasca dimensionale. «D’accordo, intanto faccio partire le ricerche per Freyja.»

«Non serve» ribatté il commissario. «Anche volendo, non abbiamo abbastanza uomini per cercarla in tutto il pianeta. Sempre ammesso che sia ancora su Niflheim.»

«Ma, commissario, potrebbe essere in pericolo!»

«Lo so, ma se non l’hanno uccisa subito, è probabile che la vogliano viva. Segnala la sua scomparsa e poi sbrigati ad andare a Ziqi City. Ma fai attenzione: potresti essere la prossima.»

Nora fece un sospiro di rassegnazione. «Sì, commissario.»

A volte dimenticava quanto fosse cinica il suo capo.


Note dell’autore

Ciao a tutti T_T

Povera Freyja, è stata catturata dal Branco, ma il commissario non intende mandare nessuno a cercarla. Non che Mantina abbia torto: con il poco personale che ha a disposizione, è già un miracolo riuscire a mantenere l’ordine nella colonia occidentale.

Nel frattempo rivediamo Rossweisse, già comparsa un paio di capitoli fa. Lo Spadaccino Mistico sembra nutrire un certo rispetto per lei, ma nonostante questo (o forse proprio per questo) è deciso a volerla affrontare. Difficile dire chi la spunterà, perché entrambi sembrano molto sicuri di sé.

Ci stiamo avvicinando alla fine del racconto, quindi non perdete il prossimo capitolo ;)

Grazie per essere passati e a presto ^.^


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