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Autore: Aranel_    29/08/2009    8 recensioni
In uno scatto d’ira Kouyou saltò in piedi asciugandosi con un gesto secco le lacrime che continuavano a scendere incontrollate mentre nella sua mente oscurata dal dolore si ricordò della sua promessa, gli aveva detto che non lo avrebbe mai lasciato invece il suo corpo ora era solo in mezzo a delle onde estranee, doveva trovarlo. Doveva trovare il corpo che tanto aveva amato e che ancora amava per poterlo ancora stringere fra le braccia. Dopo cosa avrebbe fatto?
Genere: Romantico, Triste, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kai, Uruha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nigai Ai Suru

 

 [Kouyou = Uruha

 Yutaka = Kai ]

Le brutte sorprese…

- Dai Yutaka entra in acqua!

…nessuno le desidera…

- No Kouyou lo sai che ho paura

…nessuno le vuole…

- Tranquillo ci sarò sempre io a tenerti!

…vengono respinte ogni volta che è possibile…

- Sicuro?

…ma non sempre si può…

- Ovvio, vieni da me

…quando meno c’è lo si aspetta…

- Va bene ma promettimi che non mi lascerai nemmeno un secondo

…come ombre indistinte…

- Certo devi fidarti di me amore mio

…si avvicinano lente e inesorabili…

- Kou si sta agitando troppo, usciamo ti prego!

…senza preavviso…

- Ma no è solo suggestione, restiamo ancora qui, è così bello

…e in un attimo cancellano ogni cosa…

- Aiutami non riesco a stare a galla! Vado sotto!

…senza pietà…

- Resisti! Non mollare, cerca di raggiungere la riva io non riesco ad avvicinarmi

…senza riguardo…

-  Le onde sono troppo forti, aiutami di preg…

…lasciando desolazione…

- Yutaka? Yutaka rispondimi! Dove sei? Yutaka!!

…e infinito dolore.

Il mare se lo era portato via, glielo aveva strappato crudele dalle braccia per inghiottirlo fra le sue acque.

Non aveva potuto chiedere aiuto, non c’era nessuno in spiaggia a quell’ora di notte.

La luna illuminava pallida lo scrosciare tormentato delle onde e sulla sabbia complice di quel delitto c’era un ragazzo, o meglio quello che ne rimaneva dopo aver perso ciò che per lui era tutto.

Avevano lottato contro i pregiudizi della gente, contro un destino inverso che sembrava avercela con loro, contro tutto e tutti pur di stare insieme, pur di vivere il loro amore come ogni altra coppia unita da quel meraviglioso quanto doloroso sentimento.

Ma adesso non c’era più niente, solo i resti di Kouyou, un uomo a metà che guardava l’acqua, quella stessa cosa che pochi istanti prima gli aveva rubato ciò che aveva di più caro, con una semplicità disarmante.

Non sapeva cosa fare mentre urlava a quell’informe massa liquida di restituirgli il suo Yutaka, ma in fondo lei che colpa ne aveva? Aveva preso lui come tanta altra gente, indistintamente, senza alcuna differenza, non aveva mai chiesto a nessuno di fidarsi di lei per poi tradirlo ignobilmente uccidendolo.

Tutto il contrario di quello che aveva fatto lui, sapeva perfettamente che Yutaka temeva le onde ma non gli era importato, lui voleva solo fare quel maledetto bagno di mezza notte insieme.

In quegli istanti aveva avuto stretta nel pugno la vita della sua metà e l’aveva persa in un soffio distratto.

In uno scatto d’ira Kouyou saltò in piedi asciugandosi con un gesto secco le lacrime che continuavano a scendere incontrollate mentre nella sua mente oscurata dal dolore si ricordò della sua promessa, gli aveva detto che non lo avrebbe mai lasciato invece il suo corpo ora era solo in mezzo a delle onde estranee, doveva trovarlo.

Doveva trovare il corpo che tanto aveva amato e che ancora amava per poterlo ancora stringere fra le braccia.

Dopo cosa avrebbe fatto?

Bella domanda, cosa potrebbe fare un essere privato dell’anima e della stessa forza vitale?

Morire?

No, troppo semplice, Kouyou sapeva di non meritarsi una fine così indolore.

Avrebbe continuato a vivere morendo giorno per giorno un po di più, annullandosi completamente, soffrendo così per anni rinchiuso fra le anguste quattro mura di casa sua, quelle stesse pareti che ogni giorno venivano riscaldate dal sorriso di Yutaka prima che fosse lui stesso a spegnerlo.

Si era questo che si meritava.

Si tuffò in acqua incurante del gelo che lo pervase, cominciò a nuotare senza sosta per quelle che gli sembrarono ore e forse lo erano state davvero.

Intorno a lui non vedeva altro che un’infinita distesa d’acqua circondata dal buio della notte che lo accoglievano in un silenzio devastante.

Non c’erano stelle anche se il cielo era privo di nuvole, probabilmente avevano preferito nascondersi pur di non incontrare il suo sguardo sporco carico di odio e risentimento entrambi rivolti a se stesso.

Avanzò ancora di qualche metro prima di fermarsi esausto.

Mentre galleggiava a fatica sentì la corrente diventare più forte e ogni suo sforzo per resisterle fu vano.

Venne spinto in una piccola zona e immediatamente le onde sparirono lasciando l’acqua calma e limpida illuminata dai flebili raggi lunari che si riflettevano quieti sulla superficie cristallina.

In quel piccolo anfratto di mare niente si muoveva, tutto taceva, non si riusciva neanche a percepire la voce interiore dei pensieri che andava perdendosi nella pace del luogo ma Kouyou non poteva fermarsi li, cercò di riprendere la sua folle e disperata ricerca ma una voce aspirata lo colse di sorpresa facendolo fermare.

Pochi secondi dopo sentì risuonare in quel silenzio atroce una leggera voce femminile, il cuore del giovane prese a battere impazzito perdendo un attimo la stabilità scivolando così sotto la superficie marina che sentiva stranamente calda e famigliare ma anche ostile e bruciante

“ Calmati, io sono giunta qui solo perché tu mi hai inconsciamente chiamata e ti ho portato qui, nel mio territorio dove devi ricordati che sei solo un ospite.

In quest’angolo di mare creato dalle lacrime versate intrise di dolore dei cari delle vittime dell’acqua dimorano le anime dei caduti per sventura.

Io so tutto di te, o almeno quanto basta per capire il motivo per cui sei qua.

Hai perso qui la ragione del tuo cuore, questa sorte è toccata a molte altre persone ma mai nessuno si era spinto tanto oltre fino ad arrivare al mio cospetto, per questo, piccolo umano, io la Dea del mare, ti concederò 15 minuti in cui potrete incontrarvi ma niente di più, non potrai rimanere li neanche privandoti della vita e stessa cosa lui non potrà tornare in vita neanche in cambio della tua.

Al termine del vostro ritrovo tu ti risveglierai sulla riva dimenticandoti della mia esistenza e potrai continuare la tua vita come meglio credi, questo è tutto.

Accetti?”

Kouyou rimase qualche secondo paralizzato dall’incredulità prima di annuire debolmente col capo.

Ma come poteva permettere di allontanarsi di nuovo da lui? Non poteva ma non c’era neanche una soluzione per restare, la sua vita per la Dea non aveva alcun valore.

Il ragazzo visibilmente agitato si portò una mano al petto e li sfiorò una catenina, non un semplice filo d’argento ma il regalo fattogli da Yutaka per festeggiare il loro primo anno insieme.

Al riaffiorare di quei ricordi Kouyou chiese alla Dea se gli era concesso portarsi un regalo da dargli, una cosa che potesse portare sempre con se per non dimenticarsi del loro amore, la donna rimase un momento a pensare, non era certo abituata a richieste di quel tipo, ma dopo poco acconsentì alla richiesta.

Mentre veniva trasportato sul luogo dell’incontro Kouyou venne pervaso da mille paure tra cui la più assillante e spaventosa era che Yutaka potesse non perdonarlo per il grave errore commesso, in quel caso non avrebbe potuto far altro che abbandonare ogni sua speranza, non avrebbe neanche cercato di convincerlo a riappacificarsi, non ne aveva il diritto dato che tutto questo era stata colpa sua.

In pochi istanti si trovò di nuovo solo in una stanza circondata da nebbia, era tutto bianco, un colore talmente pulito che gli feriva gli occhi ma subito vide comparire da quella coltre indefinita Yutaka, il suo Yutaka.

Intorno al ragazzo non c’era un alone mistico a circondarlo e neanche una lunga tunica bianca  con dietro delle ali a coprirlo, al contrario indossava ancora il costume con cui si era tuffato e sulla sua pelle nivea risaltavano spietate le ferite che si era procurato sbattendo e strusciando contro il fondale prima di morire.

A quella vista Kouyou non resistette, sentì le gambe cedergli facendolo cadere a terra inginocchiato e portandosi le mani sul volto diede inizio ad un pianto straziante ornato da suppliche di perdono.

Yutaka gli si avvicinò sfiorando con la mano la guancia semi-nascosta del compagno regalandogli un dolce sorriso e poi una frase, una sola che però fece fermare per attimi infiniti il cuore del biondo grazie per essere sempre con me”.

Il moro era sempre stato una persona di buon cuore, gentile e disponibile ma questa volta Kouyou si trovò davvero sorpreso da quel perdono immediato, d’istinto lo strinse continuando a chiedere scusa, che gli aveva promesso che non lo avrebbe mai lasciato solo e invece lo aveva abbandonato al suo destino, ma questo al compagno non importava perché per lui la promessa fattagli era stata mantenuta.

Non lo aveva lasciato solo neanche di fronte alla morte, lo aveva cercato nonostante ogni logica gli fosse avversa e cosa più importante lo aveva trovato.

Congiunsero le mani mentre si guardavano negli occhi entrambi lucidi, le parole avrebbero solo rovinato quel meraviglioso gioco di sguardi quasi telepatico che esisteva da sempre fra loro.

Le mani di Yutaka erano calde, strano per un morto, ma infondo lui era lui e non poteva essere freddo, non sarebbe stato più lo stesso, per il biondo questo calore era fonte di gioia e di vita, niente e nessuno avrebbero potuto farglieli provare in questo modo.

Le sorprese…

- Yutaka?

…quelle belle…

- Si?

…sono rare…

- La Dea mi ha detto che posso farti un regalo

…arrivano poche volte e fanno nascere sorrisi…

- Davvero?

…con ingenuità sorprendente…

- Certo

…e infinita dolcezza…

- E cosa mi vuoi regalare?

…come le lacrime che scendono incontrollate…

- Una cosa molto preziosa Yu-chan

…possono rivelarsi indispensabili…

- Ma io non voglio niente perché sarebbe un modo per dirci addio

…o addirittura vitali…

- No, io te l’ho promesso che resteremo sempre insieme

…possono rafforzare un amicizia…

- Ma questa volta non è possibile

…alleviare una situazione difficile…

- Apri le mani e lo scopriremo

…tante e tante altre cose…

- Cosa vuoi fare?

…anche cose all’apparenza impossibili…

- Il mio regalo resterà sempre con te

…ma chi può dire cosa è possibile o no?..

- Si

…Nessuno…

- Yutaka io ti dono la mia anima

…e in questo caso…

- Come?

…è servita…

- Così non ci lasceremo mai

…a rendere eterno un amore destinato a finire.

Il loro più grande desiderio divenne realtà, i loro destini e le loro vite vennero unite da una promessa indissolubile, finalmente non avrebbero più dovuto lottare contro nessuno vivendo così il loro amore come avevano sempre voluto.

La mattina dopo grazie al notiziario della mattina tutto il Giappone venne a conoscenza di una tragica notizia:

dei cadaveri appartenenti a due ragazzi identificati con i nomi di Uke Yutaka e Takashima Kouyou erano stati portati a riva dalla corrente durante la notte.

I due ragazzi si tenevano stretti per mano.

***FINE***

Salve a tutti, spero che questa storia un po triste vi sia piaciuta, non avevo mai usato questo “stile narrativo” quindi spero che non risulti un pasticcio^^”

Ho usato i nomi veri perché credo che risultino più confidenziali e quindi si adattano meglio alla storia.

Mi scuso per il titolo che probabilmente non è grammaticalmente corretto però io l’ho inteso come Nigai= amaro e Ai Suru: amare, quindi amaro amare, neanche in italiano è corretto però per me è come un piccolo gioco di parole spero non infastidisca nessuno.

A pesto,

EriLi

 

P.S.

Un’amica a cui l’ho fatta leggere mi ha detto che Kai non avrebbe mai potuto affogare perché aveva le guanciotte a fargli da galleggiante ma credo che un evento simile avrebbe rotto la serietà che ho cercato di mettere nella storia…però forse è veroXD

  
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