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Autore: Nao Yoshikawa    15/05/2021    14 recensioni
Penny/Sheldon senza pretese.
"«Wolowitz ha ragione, non è successo niente, non c’è motivo di starmi così addosso» rispose acido. I suoi tre migliori amici però si guardarono, avevano un’espressione poco convinta.
«Anche se cerchi di nasconderlo, abbiamo capito molto bene cosa ti affligge» disse Raj e Sheldon immediatamente divenne nervoso. Tra loro, lui era il più sensibile ed era in effetti possibile che avesse capito.
«Cosa mi affligge?» domandò fingendo indifferenza.
«Dopo averci ragionato un po’ su» iniziò a parlare Leonard. «Siamo giunti alla conclusione che probabilmente c’è una persona… diciamo, speciale, nella tua vita.»
Howard si fece attento.
«Che cosa?! Hai una donna e non mi hai detto niente?!» gridò.
«Vuoi stare zitto?» si agitò Sheldon. «E sulla base di cosa è uscita fuori questa teoria?»
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Penny, Sheldon Cooper
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La probabilità del rischio
 


E poi all'improvviso, sei arrivata tu
Non so chi l'ha deciso, m'hai preso sempre più
La quotidiana guerra con la razionalità
Vada bene pur che serva, per farmi uscire
 
L’amore era quanto di più irrazionale potesse esistere. Motivo per cui era assurdo e contro ogni logica credere che anche un super genio come Sheldoon Cooper ne fosse caduto vittima.
Era questo ciò che si considerava, una vittima. Non aveva controllo su questo e sui propri sentimenti.
Sai Sheldon, per quanto sia difficile da accettare, non abbiamo controllo su nulla, gli ripeteva Leonard.
Sciocchezze. Tutto può essere tenuto sotto controllo, rispondeva sempre Sheldon.
Chi avrebbe mai pensato che si sbagliasse? Lui non di certo, perché assai raramente sbagliava (almeno secondo lui).
Ma la cosa più assurda non era solo l’essersi innamorato.
Il problema era di chi.
Chi mai aveva conquistato il cuore di Sheldon, tanto da mandarlo in crisi e portarlo a mettere in dubbio tutto?
Un nome e cinque lettere.
Penny non doveva neanche averlo fatto di proposito, era sciocco anche solo pensarlo. Loro due non avrebbero potuto essere più diversi e, soprattutto, c’era un particolare importante: lei era la ragazza di Leonard, il suo migliore amico.
Magnifico, adesso era diventato il peggior cliché usato nelle commedie adolescenziali da due soldi.
Questo era un motivo più che valido per cercare di togliersela dalla testa. E sarebbe stato facile, avrebbe dimostrato che era possibile tenere tutto sotto controllo.
Ma probabilmente sarebbe stato tutto molto più facile se solo Penny non fosse stata costantemente nel suo appartamento. Chiaramente non veniva per vedere lui, ma per passare del tempo con Leonard.
Mentre lui era costretto a far finta di niente.
 
Le notti non finiscono all'alba nella via
Le porto a casa insieme a me, ne faccio melodia
E poi mi trovo a scrivere chilometri di lettere
Sperando di vederti ancora qui
 
Penny, dal canto suo, non sapeva perché Sheldon ce l’avesse tanto con lei. Era abituata al suo carattere molto particolare, ai suoi atteggiamenti spesso insopportabili. Oramai lo conosceva da anni, oramai aveva imparato a volergli bene così com’era. Ma di recente qualcosa era cambiato, era quasi come se Sheldon stesse evitando di incontrare il suo sguardo. Questo, sorprendentemente, la faceva stare male.
«Tu sai per caso perché Sheldon ce l’ha tanto con me?» domandò quel giorno a Leonard.
«Non me lo chiedere, è più strano del solito. Sembra quasi che stia nascondendo qualcosa, ma credo di aver capito. Secondo me è innamorato.»
«Innamorato?» forse aveva assunto un’espressione troppo sorpresa. Di chi poteva essere innamorato? Forse di Amy? Era l’opzione più valida, considerando la quantità di tempo che i due passavano insieme, ma se così fosse stato lo avrebbe già saputo.
No, doveva essere qualcun'altra.
«Scioccante, vero? A quanto pare anche Sheldon è umano. Ma fa finta di niente, non voglio sorbirmi la sua ira» le raccomandò Leonard.
Penny annuì, cercando di ricomporsi. Il suo corpo tremava e non riusciva a fermarsi.
«Per caso sai anche di chi?» sussurrò.
A cosa sarebbe servito saperlo? Che diritto poteva avere lei, che pur stando con Leonard pensava ad un altro?
E l’altro non era uno qualsiasi.
«Oh, no. Io non oso chiedergli nulla, sarebbe inutile.»
«Ah, sì… certo…»
Forse il destino le stava semplicemente dicendo di smetterla di pensare a lui e forse tale destino aveva ragione.
 
Sheldon sembrava dover combattere contro un nemico inarrestabili. E non sarebbe stata la logica, né i numeri né formule a salvarlo.
Quella sera era rientrato nell’appartamento stanco. Cercare di non pensare lo sfiniva e più ci provava, più Penny gli tornava alla mente.
«Sheldon?»
Oh, no. Quella era la voce del nemico. Penny sollevò una mano, sorridendogli.
Maledizione, non la tollerava. Perché non era colpa sua, dopotutto.
E allora la colpa di chi era?
«Ah, sei tu» disse Sheldon, rigido. «Dov’è Leonard?»
«È rimasto al lavoro un po’ di più per un imprevisto, ma…  tornerà a breve» rispose lei. A Sheldon parve a disagio. O magari era lui quello a disagio.
Certo, era solo con lei e quella era l’ultima cosa che voleva.
«Capisco. Beh, allora lo raggiungerò, è meglio» tagliò corto.
«Sheldon, aspetta» Penny si avvicinò, ma rimase comunque a debita distanza. «Penso che dovremmo parlare.»
Sheldon strinse la porta, irrigidendosi così tanto da avvertire un dolore bruciante ai muscoli. Lui non voleva parlare, non voleva affrontare niente di ciò che stava accadendo. Sapeva tante cose, ma non come sopravvivere a quello.
«E di cosa? Io non ho niente da dire.»
 
Inutile parlarne sai, non capiresti mai
Seguirti fino all'alba e poi, vedere dove vai
Mi sento un po' bambino ma, lo so con te non finirà
Il sogno di sentirsi dentro un film
 
Penny si avvicinò ancora, con passo più pesante.
«Beh, io sì!» esclamò. «Quindi adesso mi ascolterai!»
Sheldon sospirò rumorosamente, voltandosi a guardarla. Lei assunse un’espressione sorpresa, quasi non si aspettasse di essere ascoltata.
«Oh, bene. Si può sapere cosa ti ho mai fatto? D’accordo, tu hai sempre certi atteggiamenti strani e giusto un pochino dispotici, ma questa volta sembra che tu ce l’abbia particolarmente con me! Parla chiaro, Sheldon. Perché non mi sembra di aver fatto niente di male.»
L’istinto di sopravvivenza diceva a Sheldon di scappare. L’adrenalina aveva iniziato a scorrergli nelle vene, ma allo stesso tempo non riusciva a muoversi.
«Infatti, è così. Non hai fatto niente di male» disse sincero.
Era lui a sentirsi colpevole, e questo era sciocco, non aveva fatto nulla.
Beh, non ancora.
«E allora dimmi cosa c’è che non va. Perché sta diventando frustrante» Penny accorciò di nuovo le distanze, le braccia conserte in una posizione di chiusura totale, come se volesse proteggersi.
Battito cardiaco accelerato, iperventilazione, lieve sudorazione e tremore, senso di vertigini,
Tipici sintomi di un attacco di panico. O i sintomi che poteva causare l’amore, era più o meno la stessa cosa.
«Non ho niente contro di te, Penny. Il problema sono io, ma non è niente di importante.»
Lei sospirò. Leonard l’aveva pregata di non dire niente, ma aveva bisogno di sapere.
«Per caso ti sei innamorato? È per questo che sei così strano?»
Per quanto Sheldon fosse bravo a controllarsi, non poté impedirsi di arrossire. Come diamine aveva fatto a capirlo?
Probabilmente perché anche se Penny non era un genio, era comunque più esperta di lui in amore.
«Cosa? Ridicolo, certo che no, cosa te lo fa pensare?»
«Non prendermi in giro. So cosa vuol dire perché anche io sono innamorata» Penny disse velocemente, cambiando poi discorso. «Beh, chi è lei?»
«Ho detto che non sono innamorato. E poi, nella remota possibilità che io lo fossi, perché dovrei dirtelo?»
«Perché noi… siamo amici! E sai, gli amici fanno questo, si confidano l’un l’altro!»
Sheldon sentiva di star cedendo. I sentimenti umani erano troppo complicati e lui non si era mai interessato abbastanza da capirne qualcosa.
«Non voglio parlare di questo semplicemente perché non lo sopporto» cercò di mantenere un tono calmo, che risuonò però solo pungente e freddo. «Pensi che a me piaccia sentirmi così? Non riuscire a fare nulla, non riuscire a pensare a nulla? Le persone come me non dovrebbero innamorarsi, non riesco a gestire niente che sia fuori dal mio controllo. Quindi faccio semplicemente finta di niente e avrebbe funzionato se non fosse stato a causa tua.»
Forse aveva esagerato giusto un poco, ma da quando Sheldon si preoccupava di esagerare? Lui diceva sempre tutto con oggettiva sincerità.
Ma allora perché nel guardare la sua espressione delusa, sentiva una morsa allo stomaco?
«Beh, scusa tanto! Non avrei dovuto preoccuparmi per te!» esclamò lei, rossa in viso.
Una persona normale, senza tutti quegli inutili complessi e paure, le sarebbe corso dietro, l’avrebbe stretta in una morsa per poi donarle un bacio mozzafiato.
Ma lui non era di certo come gli altri, quindi la lasciò andare senza nemmeno voltarsi a guardarla.
 
Come mai, ma chi sarai, per fare questo a me
Notti intere ad aspettarti, ad aspettare te.
Dimmi come mai, ma chi sarai, per farmi stare qui
Qui seduto in una stanza, pregando per un sì
 
«Sheldon, almeno tu vuoi dirmi qual è il problema? Perché sia tu che Penny dovete farvi pregare?»
La domanda di Leonard gli parve fin troppo lontana. Sapeva di non poterla avere come niente più che un’amica, ma così anche quella speranza sembrava essere sfumata. E quella mattina a mensa Leonard lo stava pregando di dirgli cosa fosse successo tra lui e Penny, visto il malumore di quest’ultima era evidente a tutti.
«Andiamo, quante storie. Non è di certo la prima volta, no?» domandò Howard, stufo di tutte quelle discussioni.
«Wolowitz ha ragione, non è successo niente, non c’è motivo di starmi così addosso» rispose acido. I suoi tre migliori amici però si guardarono, avevano un’espressione poco convinta.
«Anche se cerchi di nasconderlo, abbiamo capito molto bene cosa ti affligge» disse Raj e Sheldon immediatamente divenne nervoso. Tra loro, lui era il più sensibile ed era in effetti possibile che avesse capito.
«Cosa mi affligge?» domandò fingendo indifferenza.
«Dopo averci ragionato un po’ su» iniziò a parlare Leonard. «Siamo giunti alla conclusione che probabilmente c’è una persona… diciamo, speciale, nella tua vita.»
Howard si fece attento.
«Che cosa?! Hai una donna e non mi hai detto niente?!» gridò.
«Vuoi stare zitto?» si agitò Sheldon. «E sulla base di cosa è uscita fuori questa teoria?»
«Non hai negato, quindi deve essere vero» Howard sembrava entusiasta. «Chi è lei? È Amy? O forse qualcuna che non conosciamo?»
«Non è nessuno, piantatela di insistere.»
«Ah, brutto affare…» lo ignorò l’amico. «Che c’è, ti sei innamorato di una ragazza impegnata?»
 
Gli amici se sapessero, che sono proprio io
Pensare che credevano, che fossi quasi un Dio
Perché non mi fermavo mai
Nessuna storia inutile
Uccidersi d'amore ma per chi
 
Dannazione. Aveva temuto tanto Raj e invece era stato Howard ad azzeccare la verità. E questa volta fare finta di niente divenne difficile. Non poteva nemmeno pensare cosa sarebbe successo se Leonard avesse saputo.
No, non doveva sapere.
«Devo andare al bagno» disse.
«Che? Ma tu odi i bagni pubblici.»
Sheldon non rispose e si alzò. Forse Leonard aveva ragione, in fin dei conti niente era realmente sotto il proprio controllo. Andò in bagno e si guardò allo specchio, chiedendosi da quando avesse quell’espressione da idiota.
Aveva fatto molte ricerche sull’innamoramento, l’attrazione, ma nessuno aveva specificato che provare certe cose era molto diverso dal leggere in un libro.
«D’accordo, respira e riprenderti» parlò con se stesso. «Dopodiché ci metterai una pietra sopra. Passerà, tutto passa» dopodiché si voltò e ci mancò poco che non gridasse. «Raj! Potresti palesarti la prossima volta?!»
«Mi dispiace, ma dovevo parlare con te in privato» rispose lui, calmo. Poi si guardò intorno e quasi timidamente chiese. «Sheldon… per caso ti sei innamorato di Penny?»
Sentirselo chiedere lo rendeva estremamente reale. Avrebbe potuto inventarsi una scusa, ma oramai sapeva che sarebbe stato inutile e insensato. Quindi sospirò e si arrese.
«Se si è capito così tanto, allora forse non sono poi così bravo a reprimere i miei sentimenti.»
«Non preoccuparti, Howard e Leonard non lo immaginerebbero mai, ma io sì. Non starò qui a dire quanto sono sorpreso, perché alla fine nemmeno tu sei intoccabile» Sheldon lo guardò male e lui cambiò discorso. «Comunque, io penso che non dovresti tenerti quello che provi dentro. L’hai visto anche tu che non peggiorerà solo le cose.»
«Mi stai suggerendo di dichiararmi a Penny? Prima di tutto io non gli piaccio e…»
«Te l’ha detto lei?»
«Amh, no. Ma visto che sta con Leonard, posso supporre di non piacergli.»
«Lascia perdere le supposizioni e per una volta ascolta il cuore e non il cervello» sbottò Raj. «Io non lo so se lei ricambia i tuoi sentimenti o quello che potrebbe succedere nel caso fosse così. Ma di certo questa situazione di stallo peggiorerà tutto e se adesso ti chiudi in te stesso, te ne pentirai per il resto della tua vita. Forse dovresti riflettere per cosa vale la pena rischiare.»
Il discorso di Raj aveva senso ed era anche molto sentito. Ma lui si trovava in quella situazione da così tanto tempo che oramai si era abituato all’idea che sarebbe sempre stato così.
Quasi, appunto. Perché per quanto gli costasse ammetterlo, era umano anche lui e come ogni umano perseguiva la felicità.
 «… Devo farlo adesso?» domandò.
«No, possiamo aspettare una settimana o due, se vuoi… certo che devi farlo adesso!»
«Va bene, d’accordo, non c’è bisogno di agitarsi!» Sheldon gli passò accanto, ma poi si volse a guardarlo. «Raj… ma come l’hai capito?»
Raj sorrise in modo malinconico.
«Perché anche io so cosa vuol dire amare qualcuno che non mi appartiene. E dando coraggio a te, forse sarà più facile anche per me.»
E anche se per Sheldon era sempre stato difficile comprendere gli altri, in quel momento sentì di comprenderlo perfettamente.
«Grazie, Raj.»
 
Al contrario di quello che Sheldon poteva pensare, Penny non stava male per la sua reazione estremamene fredda e infastidita. Stava male perché aveva capito di volerlo più di quanto pensasse e perché probabilmente questo lui doveva averlo capito. Altrimenti perché allontanarsi? Era chiaro che ci fosse qualcun’altra. Era gelosa, lei!
Non avrebbe potuto continuare così. Continuare a stare con Leonard pur amando un’altra persona – il suo migliore amico! – era orribile. Per questo aveva deciso che avrebbe parlato con lui. Sarebbe stato difficile, ma anche più facile che continuare a vivere quella situazione assurda. Dopo essere tornata da lavoro, non aveva grandi programmi, anche perché non si sentiva dell’umore per vedere nessuno.
Voleva solo annegare i suoi dispiaceri in una bottiglia di vino mentre guardava brutti film d’amore.
Sarebbe stata una bella serata… se non fosse stato per un imprevisto.
«Penny. Penny. Penny.»
Sheldon e il suo inconfondibile modo di bussare. Cosa ci faceva lì?
Lasciò perdere la bottiglia di vino e andò ad aprire. Doveva avere un aspetto orribile, ma onestamente poco gliene importava.
«Sheldon, ma che c’è?» domandò lei. Lui sollevò un dito, facendole segno di attendere poiché aveva il fiato corto. Aveva corso?
«Penny, hai mai sentito parlare della Probabilità del rischio?»
Lei assunse un’espressione impagabile, un misto tra sorpresa e disperazione.
«C’è davvero bisogno che ti risponda? Ovviamente no.»
«Bene, meglio così» Sheldon entrò, spingendola delicatamente.
«Il rischio viene definito come il danno possibile di un'attività o azione. E devono essere prese in considerazione tre cose: il cosa può andare storto, quanti sarebbero gravi i danni e le conseguenze e quanto queste conseguenze sono probabili.»
Penny rimase un attimo confusa. Perché mai dopo la loro discussione lui veniva lì a parlare di danni e conseguenze?
«Amh… interessante?» domandò, poco convinta. Sheldon la guardò e lei capì che stava cercando di dirle qualcosa di importante, anche se a modo suo.
«Di solito la valutazione del rischio viene applicata a dispositivi tecnologici complessi… come le centrali nucleari… ma alla fine immagino che valga anche per le persone.»
Era teso, nervoso, agitato. Non riusciva a stare fermo.
«Cosa…cosa vuol dire quindi?» chiese Penny, sentendosi ad un tratto agitata anche lei.
«Vuol dire che ho applicato queste possibilità a te, a noi. Il cosa è chiaramente rovinare del tutto il nostro rapporto, la quantità di conseguenze potrebbe essere alta qualsiasi decisione io prenda. E la probabilità che ciò avvenga…è almeno del 50%. Perché l’altro 50% rappresenta la mia stupida… inutile speranza che tu senta ciò che sento io.»
Il tono di Sheldon si era addolcito lievemente e Penny si sentì andare a fuoco.
«Questa sembra tanto un tentativo mal riuscito di dichiararsi» disse ridendo per cercare di smorzare l’atmosfera. Ma Sheldon non stava ridendo affatto.
«Oh, mio Dio» sussurrò lei. «Era davvero una dichiarazione d’amore.»
Adesso che Sheldon aveva confessato proprio tutto, si sentiva meglio, più leggero. Anche se da una parte avrebbe solo desiderato fuggire. Certo, ora Penny sapeva, ma questo non giocava per forza a suo favore.
Oramai però era fatta e nonostante tutto non era pentito.
«Sì, beh… non sono sicuro di essere del tutto in me, ma qualcuno mi ha aiutato a prendere coraggio e… Non devi dire niente. Ti ho detto quello che sento solo perché nascondertelo influiva troppo sul mio umore e sulla mia vita. Quindi adesso me ne vado…»
Penny afferrò il suo polso. Se Sheldon aveva avuto coraggio, doveva averlo anche lei.
«Sarebbe troppo un cliché se ti dicessi che… sentiamo le stesse cosa?»
Questa era una variabile che Sheldon aveva preso in considerazione, ma gli sembrava la probabilità meno possibile.
«Ma tu stai con Leonard» disse semplicemente. «Perché stare con una persona se si vuole un’altra?»
Penny sospirò. Alle volte Sheldon era come un bambino, ti colpiva con le sue domande semplici ma dirette.
«Le cose… non vanno più molto bene. Ci ho provato davvero a non pensare a te in quel senso, perché voglio bene a Leonard. Ma continuare così non è giusto, staremmo male tutti e tre e basta.»
«Oh» fu tutto ciò che lui riuscì a dire. Certo, era assurdo essersi innamorato, soprattutto di lei. Ma ancora di più il fatto che lei lo ricambiasse.
«Ad ogni modo… suppongo che dovrei chiederti scusa per come ti ho trattato l’altro giorno. Ma tutto ciò è fuori dal mio controllo e mi infastidisce.»
Penny lo vide arrossire, sorrise ma non infierì. Si rese conto che avevano molto di cui parlare, così Sheldon rimase nel suo appartamento, si sedettero e lei poté finalmente assaggiare un po’ del suo amato vino.
«Quando è successo?» domandò curiosa. Sheldon stava seduto accanto a lei debita distanza, rigido.
«Ma perché devi farmi queste domande?»
«Beh, oramai è andata, quindi rispondi. Quando è successo?»
«Ah, e va bene» alzò gli occhi al cielo. «Ma in tutta onestà non ricordo quand’è successo. Sto iniziando a pensare di essere sempre stato affascinato da te. Come un virus, è rimasto in incubazione per molto tempo e poi ho iniziato a mostrare i sintomi.»
«Mi hai appena paragonato ad un virus, romantico» rise Penny. «Ad ogni modo… credo che per me sia lo stesso.»
«Ma tu stai con Leonard…» Sheldon si sentì uno stupido per non essere riuscito a nascondere quel tono di gelosia, dopotutto non ne aveva alcun diritto.
Peny si morse il labbro.
«L’amore è davvero strano da capire, sia per un genio che per una persona comune. Ad ogni modo, non voglio più reprimermi, quindi farò la cosa giusta.»
Sheldon si rilassò appena.
«Devo dire che sei molto coraggiosa, Penny. Comunque sta tranquilla, non faremo sesso stanotte, non sono ancora interessato a raggiungere quel livello di intimità.»
«Ancora?» domandò lei sorpresa.
Conosceva bene il modo di Sheldon di approcciarsi alle relazioni, motivo per cui quella parola la stupì.
E stupì anche Sheldon stesso.
«Adesso forse è meglio se me ne vado, sai, Leonard si preoccuperà se non mi vede tornare.»
Forse era vero che non era ancora interessato a scoprire certe cose. Non subito e non tutto insieme almeno, le donne, l’amore e il sesso erano argomenti troppo complicati, troppe variabili e rischi. Ma dopotutto non valeva forse la pena rischiare?
Come se gli avesse letto nel pensiero, Penny si avvicinò e lo baciò lievemente sulle labbra. Per il momento poteva bastare così, non era necessario fare altro, ma rimase comunque vicino a lui.
«Dovevo evitarlo?» sussurrò.
Sheldon scosse la testa, senza guardarla.
«No, non dovevi. Mi ero sempre immaginato che le tue labbra sapessero di alcol.»
 Penny scoppiò in una risata. Di solito si sarebbe innervosita, ma in quel caso non ci riuscì.
Anche se la situazione era difficile, anche se ci sarebbero state delle conseguenze a cui far fronte, non riusciva a non pensare ad una cosa: quante probabilità c’erano che proprio loro si volessero, loro così diversi in tutto e per tutto?

 
Come mai, ma chi sarai, per fare questo a me
Notti intere ad aspettarti, ad aspettare te.
Dimmi come mai, ma chi sarai, per farmi stare qui
Qui seduto in una stanza, pregando per un sì

 
Nota dell'autrice
Ringrazio intanto Cress, che ha letto la storia prima della pubblicazione e, in secondo luogo, gli 883 che sono sempre grande fonte di ispirazione. Per me oramai questa è la colonna sonora degli Shenny. Non volevo scrivere niente di troppo tragico (anche perché con la OS su Raj e Howard ci sono già andata giù pesante, e pure qui i riferimenti a loro non mancano). Quindi mi sono tenuta su toni leggeri nonostante la situazione sia difficile... ma non l'ho voluta buttare in tragedia, ecco. Scrivere di Sheldon è stato difficile ma divertente, è un personaggio straordinario e complesso, nonché uno dei miei preferiti. E lo amo tanto insieme a Penny, quindi perché non dare loro una possibilità, almeno nelle fanfiction? Spero vi sia piaciuta ^^
Ah, la valutazione del rischio esiste davvero e tutto ciò che Sheldon dice è vero e l'ho trovato su internet... cosa sarebbe TBBT senza un po' di scienza?
   
 
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