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Autore: I_love_villains    16/05/2021    0 recensioni
Raccolta di racconti horror. Spero di riuscire a provocarvi qualche brivido.
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ma ci credete a quanto sono fortunato?? Ho ricevuto un invito omaggio per l’esclusiva festa di compleanno del celebre maestro dell’orrore K. S. Kingcraft! Il bello è che non devo sborsare neanche un centesimo, il biglietto è all-inclusive!
Abitando in Italia, mi è stato più facile raggiungere l’ex manicomio di Mombello, forse la location meno rappresentativa della ricchezza del festeggiato, ma a mio parere la più suggestiva. Eh già, Kingcraft è un miliardario, dunque ha dovuto organizzare ben quattro feste contemporaneamente! Mi auguro con tutto il cuore che presenzi a quella che si svolge in Italia, così gli faccio autografare i miei tre romanzi preferiti. Attraverso il cancello del vecchio manicomio fremendo d’eccitazione. È davvero enorme!
Il ragazzo addetto al controllo degli inviti mi ha spiegato che per non guastare l’atmosfera solo un paio di stanze sono state adibite come zona buffet. Noi ospiti possiamo girare liberamente per tutta la struttura. È anche presente un servizio di sicurezza, poiché il luogo di notte è spesso frequentato da tossicodipendenti, ma è stato consentito l’accesso ai senzatetto. In fondo c’è cibo in abbondanza e sono proprio loro che, appena entrato, vedo usufruire liberamente del buffet. Ce ne saranno una dozzina.
Kingcraft non è in vista e per il momento non mi va di socializzare. Attivo la torcia del cellulare, mi inoltro in un corridoio e inizio a filmare la mia avventura. Mi sposto con cautela, poiché il pavimento è pieno di ostacoli, come vetri infranti, calcinacci, spazzatura... a volte un letto o una sedia oppure un armadio mi costringono a cambiare direzione, non volendo toccare nulla del posto. Entro in una stanza, tappezzata di scritte come il resto dell’edificio. So perfettamente che le scritte sono successive alla chiusura del manicomio, eppure mi è facile immaginare una persona, uno dei pazienti definiti agitati, passare ore e ore a scrivere cose senza senso, quasi fosse l’unico scopo della sua vita...
Il posto è davvero immenso. Dopo aver girovagato per qualche altro reparto sono tornato indietro, soffermandomi a leggere un archivio con vecchie cartelle cliniche. Uno degli ospiti, un certo Moretti, ha domandato chi era disposto a seguirlo nei tunnel sotterranei. Si tratta di gallerie situate sotto il parco create per far passare le tubature che fanno funzionare i diversi padiglioni. Naturalmente, si dice che i dottori eseguissero esperimenti sugli internati in quei cunicoli e che poi ne occultassero i cadaveri nel pozzo profondo una trentina di metri.
Io ho accettato. Desidero molto visitare i sotterranei e, sapendo che sono labirintici, preferisco farlo con Moretti, che si vanta di voler completare la mappatura di essi scoprendo nuovi passaggi segreti. Siamo dunque scesi, noi due soli, per le scale che portano al sottosuolo. Fortunatamente non soffro di claustrofobia, alcuni cunicoli sono davvero stretti... seguo Moretti in un passaggio in cui si è costretti a strisciare. Che importa sporcarsi? Si tratta di un’esperienza unica! I miei amici moriranno d’invidia!
Ma... che fine ha fatto Moretti? Non vedo nessuna luce. Che abbia proseguito senza aspettarmi? Lancio un richiamo. Se spera di spaventarmi casca male, sono qui proprio perché amo il brivido! Mi inoltro da solo convinto che lui mi aspetti per farmi buh o qualcosa del genere, ma appena svolto l’angolo mi ritrovo davanti un essere incappucciato. Per la sorpresa urlo e corro dalla parte opposta, il cuore che pompa furiosamente nel petto. Mi fermo a riprendere fiato, dandomi dell’idiota. Si trattava sicuramente di uno scherzo. Ho fatto la figura del codardo!
Mi incammino lentamente, ridendo imbarazzato e complimentandomi con l’autore della celia. Nessuno, però, mi risponde. Comunque non c’è silenzio, potrei immaginarmele, certo, ma mi sembra di udire delle urla... urla di agonia e morte... dei passi di corsa... e strani tonfi, rimbombi sulle tubature. Confuso, cerco di non farmi prendere nuovamente dal panico. Devo strisciare da dove sono venuto, sono questi spazi angusti che scuotono i miei nervi! Non sono braccato da fantasmi, maledizione!
Da destra giunge una specie di litania recitata da più persone. Illumino quella che si rivela essere una processione di figure incappucciate. Ormai terrorizzato, abbandono i romanzi che volevo far autografare e corro a più non posso, non curandomi nemmeno di farmi luce col cellulare.
La cosa si rivela un fatale errore: scivolo su uno dei ripidi gradini che conducono alla ghiacciaia. Un lampo di intenso dolore mi annebbia la vista. Credo di aver perso i sensi, solo per pochi minuti. Respirando affannosamente, tento di muovermi, ma una nuova ondata di dolore mi costringe ad urlare e fermarmi. Dalla sommità delle scale proviene una flebile luce. Chiunque ci sia sotto quei cappucci sta scendendo adagio le scale: ogni figura regge davanti a sé una candela e continua a cantare la strana nenia in quello che mi pare latino. Mi guardo intorno disperato e urlo alla vista delle mie gambe: entrambe sono piegate in modo innaturale e da entrambe sgorga sangue.
Le figure incappucciate mi hanno circondato. Sposto freneticamente lo sguardo dall’una all’altra. Sono immobili e silenziosi, si sentono solamente i miei ansiti e il crepitio delle candele. Poi si fa avanti uno degli incappucciati. Si china di fronte a me. Si toglie il cappuccio...
“Kingcraft?” mormoro stordito.
Deve essere un folle incubo, non c’è altra spiegazione!
“Esatto. Sei il mio fan più sfegatato, giusto? Dunque faresti di tutto per me. Ma non gratis, no, sarebbe chiedere troppo. Tu oggi mi aiuterai a mantenere la mia fama per un altro lustro. In cambio diverrai il protagonista di un mio racconto. Sei contento? Il giovane appassionato d’orrore che viene sacrificato in una messa nera dal suo scrittore preferito! La tredicesima vittima della nottata! Non è magnifico? E hai anche scoperto il mio segreto. Ogni volta che mi chiedono come mi vengono certe idee, come faccio a scalare sempre le classifiche dei best seller, beh, è in quei casi che mi serve un sacco di immaginazione...”




***Angolo Autrice***

Bisognava scrivere una one shot di massimo 1000 parole ambientata durante la festa di un fittizio maestro dell'orrore, scegliendo una tra quattro località infestate.
   
 
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