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Autore: syila    16/05/2021    3 recensioni
Il Palazzo d'Estate non aveva un centro.
Come il delta di un fiume, una volta oltrepassato il grande portone laccato, si disperdeva in mille rivoli tra padiglioni, terrazze, ponti e giardini che s'inerpicavano sulle pendici della Montagna di Giada fino a perdersi oltre il velo leggero delle nebbie.
La luce crepuscolare in cui era sempre avvolto quel lembo del Reame degli Spiriti lo rendeva ancor più irreale; i suoi edifici galleggiavano nel vuoto, circondati dall'aureola delle lanterne, mentre i drappi delle casate che li avevano abitati nei secoli sventolavano al capriccio della brezza, come grandi vele di seta sfilacciata.
A Leng Ye Xue quel luogo aveva sempre ispirato un senso di decadenza e malinconia, era un'eredità del passato di cui non aveva mai avuto troppa cura; a differenza dei suoi predecessori, non aveva mai fatto nulla per ingrandirlo o abbellirlo.
Era anche abbastanza certo che ci fossero alcune stanze in cui non aveva mai messo piede.
Dei vivaci schiamazzi lo distolsero dalla contemplazione della luce lunare che inargentava i tetti d'ardesia; probabilmente il suo ospite aveva scoperto lo stagno delle anatre.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Bagliori d'Oriente'
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Capitolo V
La Tigre accovacciata, il Drago nascosto

"Il fiume Giallo corre all'oceano dell' Est,
Il sole scende verso il mare dell' Ovest.
Come il tempo l'acqua fugge per sempre,
non arrestano mai la loro corsa.
Con giovinezza scompare la Primavera,
l'Autunno giunge coi miei capelli bianchi.
La vita umana è più corta di quella di un pino.
Che meraviglia allora!
Se la bellezza fugge e fugge la forza?
Perché non posso inforcare un Drago Celeste
per respirare essenza di luna e di sole
e diventare immortale?"
Li Po
All'inizio di tutto.

Serannian era una gemma nascosta alla convergenza di varie dimensioni magiche, spirituali e fisiche; occorreva sapere dove cercare, ma prima ancora bisognava essere informati della sua esistenza.
I reami magici erano luoghi chiusi, segreti, impenetrabili e questo in particolare aveva tanti e tali livelli di sicurezza, che un Signore degli Shen non avrebbe mai potuto entrarvi per caso o presentarsi ai cancelli, chiedendo di essere ricevuto.
Serviva una fortunata combinazione di circostanze, che per Leng Ye Xue e il suo allievo furono di essere ospiti di una bislacca compagnia in un remoto paesino della campagna francese.
Quando il Maestro della Morte (cognome assai infausto, ma pienamente meritato vista la sua natura di spiritista e demonologo) venne convocato e trasferito d'urgenza a Serannian aveva appresso il Vampiro, il Cacciatore, l'Avvocato e i due cinesi.
A quel punto era tardi per rispedirli indietro o lanciarli nel Grande Vuoto e, facendo buon viso a cattiva sorte, chiese ed ottenne il permesso di farli rimanere.
Nelle sue intenzioni c'era l'idea di tenerli inquadrati come dei disciplinati turisti giapponesi, mostrargli qualche meraviglia locale, fargli stringere un paio di mani autorevoli e poi rispedirli sulla Terra.
In pratica furono subito caos e anarchia.
Dieci minuti dopo il loro arrivo Dieter già correva ovunque nel grande Laboratorio sulla cascata, portando il panico nelle ordinate file degli scientisti.
Wilhem, il Cacciatore, era rimasto incastrato in una sorta di enorme capsula di deprivazione sensoriale e l'Avvocato Martin aveva rimediato chissà dove una sottilissima sigaretta da cui saliva un denso fumo azzurro dall'odore sospetto, che lo mise subito fuori combattimento.
Quanto a Ye Xue si sarebbe defilato volentieri cercando da solo le cose interessanti da visitare, ma il suo pupillo, nel deragliare degli eventi, aveva deciso di rimanere ligio alle indicazioni della loro guida e lui fu costretto ad adeguarsi.
Alcune ore più tardi il gruppo, finalmente riunito, si trovò ad attraversare la strada principale dell'unico centro abitato del reame.
Coerenti con la loro natura bizzarra, solitaria e sospettosa infatti, i maghi e le loro famiglie preferivano risiedere in dimore isolate, palazzi o torri, che spuntavano qua e là nel paesaggio rigoglioso dove a boschi fitti si alternavano dolci colline e grandi prati fioriti.
Gli edifici che si affacciavano sulla via ricordavano al maestro Leng certe illustrazioni di città impossibili, in cui elementi di epoche e zone diversissime coesistevano insieme in un miracoloso e armonico equilibrio.
Stava appunto divertendosi a catalogare gli stili architettonici che aveva riconosciuto, mentre prestava orecchio distrattamente alle pompose descrizioni del Maestro della Morte, quando all'improvviso lo interruppe ed esclamò: “Voglio andare là!”
La comitiva si fermò ad osservare la direzione che stava indicando.
“Vuoi vedere la terrazza panoramica?”
“No, vuole bere...” specificò Ye Feng con una smorfia, poi indicò l'insegna in ferro battuto “La Lanterna Fatata”, che campeggiava sul muro del palazzo a fianco.
“Ah, la migliore locanda della città!”
Il loro cicerone consultò l'orologio e annuì, una piccola sosta non avrebbe compromesso il programma di viaggio.
“Accomodiamoci, qui servono bevande e distillati di vari continenti e anche di alcune dimensioni ultramondane...”
“Si, mi piace...” approvò il Signore degli Shen, a cui non importava nulla della carta dei vini o del panorama, la sua vista acuta aveva individuato tra gli eleganti avventori seduti ai tavoli esterni un altro genere di tesoro e adesso smaniava all'idea di poterci mettere le mani sopra.




Il maestro Sheng Yun Bai li vide arrivare da lontano, o meglio: li sentì arrivare, a causa del rumoroso cinguettio prodotto dal più giovane del gruppo.
Un vampiro.
Affascinante, ma non insolito, considerata la politica tollerante dei signori di Serannian.
Mentre si avvicinavano ebbe tutto il tempo di sondare la loro peculiare natura sovrannaturale e di capire che stavano inesorabilmente puntando verso di lui.
Nonostante ciò mantenne un atteggiamento sereno e un placido sorriso sul volto, anche quando il Maestro della Morte si fece avanti, si presentò e poi introdusse, non senza un certo imbarazzo, i suoi accompagnatori.
Intuì che avrebbe preferito correre nudo lungo le strade del borgo piuttosto che disturbare la sua contemplazione del paesaggio, tuttavia qualcuno alle sue spalle lo stava pungolando con insistenza e così li invitò a prendere posto al tavolo.
Comprese di aver commesso un errore madornale quando il notturno, infischiandosene del rispetto degli spazi personali, si accoccolò vicino a lui e cominciò a giocherellare col ciondolo di giada che portava appeso alla cintura.
A nulla valsero i richiami degli altri, mentre le blande rassicurazioni del mago vennero interpretate dal vampiro come un segno d'incoraggiamento, così passò ad accarezzargli i capelli.
Forse lo attirava l'insolito colore lunare o il fatto che fossero molto lunghi.
“Didi...” vociò minaccioso il Cacciatore.
“Dieter vuoi un baozi?”
A salvarlo dall'incresciosa situazione fu uno dei due Signori degli Shen, il conterraneo che in quella strana combriccola era a lui più affine, nell'abbigliamento e nei modi sobri e composti.
L'interpellato abbandonò subito la sua molesta attività e trotterellò felice ad incassare la ricompensa; un istante dopo stava già correndo appresso ad uno sciame luminoso di piccole faeries, cercando di catturarle.
“Vuoi favorire?” Ye Feng gli indicò l'involto dove erano disposti in modo ordinato i piccoli panini ripieni cotti al vapore.
“Non è un comune baozi, giusto?” il mago sapeva che i vampiri non traevano alcun nutrimento dal cibo normale, anzi era tossico per il loro organismo.
“No, è una ricetta del Mondo degli Spiriti, ma è commestibile.”
“Un segreto di famiglia, Ye Feng ha preso tutto da me!” sottolineò orgoglioso l'altro Signore degli Shen.
Yun Bai lo aveva notato subito, perché spiccava per contrasto col suo pari: vestiva abiti moderni dal taglio occidentale e aveva i capelli corti, che gli ricadevano sulla fronte in morbide onde dai riflessi ramati.
Lui doveva essere lo spavaldo della coppia, col sorriso aperto e la battuta pronta, tuttavia, quando provò a leggergli la mente incontrò un muro insormontabile e ne dedusse che era molto anziano, nonostante l'atteggiamento informale eamichevole.
“Non tutto per fortuna...” bisbigliò l'allievo, offeso dall'impertinenza del maestro.
Gli erano note le sue inclinazioni e adesso era chiaro che i suoi maneggi puntavano a fare colpo sull'ingenuo mago della Terra.
“I baozi però sono buoni.” confermò l'Avvocato “A proposito: nel caso ti servisse assistenza legale maestro Sheng non esitare a contattarmi, sono ancora poco pratico di magia, ma il mio studio è uno dei più importanti di Parigi!”
E sotto lo sguardo costernato del capo comitiva gli passò un biglietto da visita, come se fosse ad una riunione aziendale.
“S-si grazie...”
“Per te Maestro Sheng!” il vampiro nel frattempo era tornato e gli aveva messo tra le mani qualcosa, che scoprì essere una delle piccole fay a cui il notturno stava dando la caccia.
La fatina, irritata dal brusco trattamento esplose in un lampo di luce e se ne andò sacramentando in gaelico, tra le risate del ragazzo.
“Didi adesso basta!”
Il cacciatore scattò in piedi, deciso ad agguantare l'irrequieto notturno, che si diede alla fuga.
Nello stesso momento la petulante suoneria di un cellulare interruppe in via definitiva la pace che aleggiava sulla terrazza.
“Hai portato il telefono con te? Dovevi consegnarlo al Laboratorio!” esclamò inorridito il Maestro della Morte, quando vide l'Avvocato Martin prendere il cellulare e rispondere.
“E se mi cercano dal lavoro?”
“Sei un irresponsabile! È una violazione delle norme di sicurezza del Reame!”
“Quante storie Callisto, per una telefonata di cinque minuti... Oh, ti salutano Jan Pierre e Leopold, vogliono sapere se torniamo per cena...”




A quel punto Yun Bai aveva rinunciato a seguire la conversazione, dopo l'esplosione della fatina avvertiva un fastidioso ronzio nelle orecchie, mentre nella sua visione periferica c'era uno scintillante pulviscolo dorato; perciò si limitava a guardare ora uno ora l'altro con un sorriso smarrito e l'espressione confusa.
“Va tutto bene Maestro?” chiese premuroso Ye Feng.
“Ovviamente no!” s'intromise il suo mentore “È molto pallido!”
“Io sono sempre pallido...” mormorò l'interessato.
“Andiamo a prendere un po' d'aria fresca, ti farà sentire meglio!” Ye Xue non gli diede nemmeno il tempo di replicare, si alzò, lo raggiunse, poi gli prese le mani e lo aiutò ad alzarsi “Pensa ad un luogo che vorresti visitare maestro Sheng... ”
I due sparirono alla vista del gruppo e si materializzarono sulla sommità di un isolotto fluttuante, dove un ciliegio fiorito si curvava su un piccolo stagno punteggiato di fiori di loto.
Sembrava che qualcuno avesse rubato una minuscola fetta dell'idilliaco paesaggio cinese, poi lo avesse trasportato fin lì.
“Ottima scelta!” esclamò il Signore degli Shen guardandosi attorno “È così tranquillo e silenzioso.”
“Sicuramente più della locanda dopo il vostro arrivo. Ti... dispiacerebbe?”
Yun Bai provò a liberare le mani che erano ancora strette in quelle del suo accompagnatore.
“Se ti dicessi di si cosa risponderesti?”
“Che sei molto sfacciato per essere un anziano della tua stirpe.” nonostante il tono severo le guance del giovane mago si tinsero di rosso.
“Oh è vero, lo sono, ma se ti lasciassi adesso succederebbe questo...” allentò la stretta e il maestro Sheng vacillò, colto da una fastidiosa vertigine.
“Un effetto collaterale del teletrasporto.” spiegò Ye Xue, mentre gli passava un braccio attorno alla vita per sostenerlo “Visto? Era più appropriato che ti tenessi le mani.”

Yun bai socchiuse gli occhi e serrò le labbra, in una muta manifestazione di disappunto; solitamente questo bastava a mettere in riga gli apprendisti del Tempio, ma non ebbe alcun effetto sul Signore degli Shen, che lo osservava con aria divertita e nessuna intenzione di lasciare la presa.
“Ora sto bene.” chiarì, sperando che il suo accompagnatore lo liberasse da quelle premurose attenzioni.
“Allora sediamoci sotto il ciliegio!” rilanciò l'altro ignorando il messaggio sottinteso “Non è stagione di fioritura, è opera della magia, vero? Questo reame è molto strano!”
Il giovane mago emise un lieve sospiro, forse il pestifero vampiro che lo aveva assediato alla locanda era il male minore...
“È una specie perenne, genetica magica; gli scientisti sviluppano nuove varianti, alcune sono decorative, altre forniscono frutti più grandi o con proprietà particolari.”
“È meraviglioso!” esclamò entusiasta Ye Xue, poi aggiunse “E così... innaturale.”
Yun Bai aggrottò la fronte.
“Voglio dire: forzare i limiti della natura per piegarla ad un capriccio o una necessità... quando lei sa creare da sola autentici capolavori.”
“È insito nell'uomo plasmare il mondo secondo i proprio bisogni, così come superare i limiti imposti dal Fato.” sentenziò il mago.
Il maestro Leng lo osservò sbalordito.
“Conosci bene la nostra razza.”
“Abbastanza da sapere che in te prevale l'aspetto Yang e questo ti rende molto vitale e passionale.”
“Non immagini quanto...”
Il sorriso malizioso di Ye Xue costrinse l'interlocutore a distogliere lo sguardo.
“Siete anche aggressivi, impulsivi e violenti.”
“Io no!” il Signore degli Shen arricciò le labbra in un broncio offeso.
“Come definiresti il prendere qualcuno e trascinarlo via dal posto in cui era senza chiedergli il permesso?”
“Un... salvataggio?”
L'espressione del mago s'incupì e l'altro fu costretto a confessare la verità.
“Con tutta quella confusione era difficile conversare e io volevo approfondire la tua conoscenza, senza orecchie indiscrete attorno.”
“Approfondire la mia conoscenza … Chi ti dice che sia interessato?”
“Il fatto che non mi hai ancora trasformato in una rana?”
“Quello lo farebbe un Maestro della Vita, io sono un mentalista!” esclamò Yun Bai, pentendosi subito dopo di aver rivelato l'informazione.
“Un esperto della mente, hai provato a leggere la mia?”
“I-io... ecco... non...”
“ Ecco cos'era quella sensazione, come se qualcuno mi solleticasse la base del collo...”
“M-ma io...”
“Intendiamoci: preferirei che lo facessi personalmente con le tue dita delicate e sottili... Hai delle mani bellissime maestro Sheng, quasi femminili, tuttavia qui sul palmo la pelle è più spessa... Tu pratichi l'arte della spada!”
“Oh, insomma smettila!” sbottò il mago rosso in viso “Sei... arrogante e sfrontato! Non hai idea di come si corteggia qualcuno!”
“Quindi ammetti che ti piacerebbe essere corteggiato da me!”
“Certo che no, non sono una fanciulla a cui portare cioccolatini e rose rosse!”
“Ti piacciono i dolci e i fiori, bene-bene...” annuì serio il maestro Leng.
“Tu non mi ascolti!”
“Non ti piacciono le rose? Hai ragione forse è meglio un mazzo di camelie.*”
“Basta, ci rinuncio!”
Yun Bai alzò le mani in segno di resa e si spostò più lontano, poi incrociò le braccia con sussiego, a sottolineare quanto fosse oltraggiato dalla situazione.
“Forse sono stato davvero troppo invadente maestro Sheng...” si scusò l'altro.
Il giovane mago gli diede una rapida occhiata, il suo tono sommesso e contrito sembrava sincero, però quando lo vide alzarsi e spolverare i vestiti come se fosse in procinto di congedarsi fu costretto a rivolgergli la parola.
“Te ne vai?”
“È la cosa più giusta da fare, questo fastidioso Signore degli Shen si scusa di aver rubato tempo alla tua contemplazione, offendendoti con delle futili chiacchiere.”
“E io come scendo da qui?”
“Oh, i maghi non sanno volare?”
“S-si all'occorrenza, ma è più complicato, ci sono le correnti d'aria e i flussi di energia magica...”
Yun Bai azzardò a guardare in basso, sotto l'isolotto si vedeva solo un soffice tappeto di nubi.
“Siamo in alto...” mormorò preoccupato.
“In tal caso...” rispose Ye Xue con un sorriso sornione “Aspetta che passi una di quelle graziose gondole volanti e chiedi un passaggio! Nell'attesa forse dovresti accendere un fuoco, fa freddo qui di notte e il tuo hanfu è leggero. Buona serata maestro Sheng.”
“Fermati!” esclamò l'interessato, stizzito dalla sua noncuranza “Dimmi che cosa vuoi.”
Sebbene non frequentasse il Mondo degli Spiriti Yun Bai aveva nozioni approfondite sulla natura degli esseri che lo abitavano ed un tratto comune a tutti era il continuo trafficare coi mortali.
Alcuni lo facevano per noia, altri per brama e voluttà, altri semplicemente perché erano malvagi e dispettosi e godevano nell'ingarbugliare le vite altrui.
Quel Signore degli Shen non era diverso dalle altre creature sovrannaturali.
“Chi ti dice che voglio qualcosa da te? Che non abbia agito solo per pura filantropia?”
Yun Bai incrociò le braccia e inarcò un sopracciglio.
“Il tuo scetticismo mi offende!”
Il piede del mago, calzato nella morbida babbuccia di seta cominciò a tamburellare impaziente sul terreno e Ye Xue decise di scoprire le carte.
“Voglio vederti ancora e stavolta prometto di comportarmi in modo irreprensibile.”
“Vuoi una seconda occasione?”
“Di solito la danno a tutti... Magari nel mio caso sarebbe una terza... O una quarta...” gli rivolse uno sguardo languido e triste, ma invece di commuoversi il mago cominciò a ridere.
“Va bene, vieni alla mia pagoda domani sera dopo il tramonto.”
“Abiti in una pagoda?”
“È un dono della Prima Signora di Serannian.”
“E ci vivi da solo?”
“Si, in effetti è troppo grande per una persona...”
Dal modo in cui stava sorridendo il suo interlocutore Yun Bai capì di avergli servito su un piatto d'argento l'occasione perfetta per un appuntamento romantico.
“M-ma ho anche una collezione di spade!” precisò nel tentativo di scoraggiare l'altro dal farsi strane idee.
“Mi stai invitando a vedere la tua collezione di spade maestro Sheng? Audace...”
Ovviamente era troppo tardi, nella testa di quel mascalzone era già in programma un'intera enciclopedia di sconcezze con svariati capitoli e almeno dieci volumi!




Svegliarsi circondato dalle braccia dell'amante era uno dei pochi lussi che Ye Xue pensava di non potersi più permettere dopo la rinascita come Signore degli Shen.
Naturalmente nell'arco di un'esistenza tanto lunga aveva avuto svariate avventure e non si era negato nulla, assecondando ogni fantasia e capriccio.
Per dirla con le parole dell'allievo: il suo letto era sempre stato molto affollato.
Eppure non aveva mai concesso a quegli incontri fugaci di durare più del bastoncino d'incenso acceso e consumato nell'arco della notte. Poteva condividere il letto con altri, ma nel suo cuore c'era posto per una persona soltanto.
Perciò, da un paio di settimane a questa parte, svegliarsi o addormentarsi insieme a Yun Bai rappresentava una rivoluzione nella sua vita e la sola idea di separarsi da lui gli procurava un intollerabile fastidio.
Anzi un vero e proprio malessere fisico.
Sulle prime lo aveva attribuito al fascino esercitato dal piccolo mago della Terra.
Era stato stregato dalla sua bellezza lunare e dal carattere: tanto docile e timido all'apparenza quanto passionale nell'intimità.
Si aspettava che l'eccitante novità esaurisse in fretta le sue attrattive, invece col trascorrere dei giorni e delle settimane aveva sviluppato verso di lui una specie di dipendenza, tanto da indurlo a portare il giovane maestro al Palazzo d'Estate per poter godere della sua compagnia in maniera esclusiva.
Una dedizione, andava detto, pienamente ricambiata da parte di Yun Bai, il quale, tuttavia, al ritorno dal viaggio nel Mondo degli Spiriti aveva iniziato a manifestare strani comportamenti, che impensierivano il suo amante.

“Yubi, bāo bèi*... ”
L'interpellato rispose con un mugugno svogliato e si incantucciò più in profondità tra il suo fianco e il cuscino.
“Yubi...” cantilenò percorrendo il profilo del suo naso con l'indice fino ad ottenere un sbuffo infastidito e una palpebra che si sollevava appena.
“Uhm...”
“Sono le sei del pomeriggio, quanto ancora vuoi dormire?”
“È pomeriggio?”
“Quasi sera ormai!”
“Impossibile!” esclamò il giovane balzando a sedere sul letto.
Una cascata di ciocche d'argento gli ricadde scomposta viso trasognato e incredulo e Ye Xue premurosamente la scostò, ma invece di ringraziarlo il mago si allontanò e lo fissò di sottecchi, torvo e accigliato, come se fosse colpa sua.
“Scusami, questo Signore degli Shen, stupido ed egoista, ti tiene sveglio ogni notte.” mormorò mortificato.
Yun Bai sospirò e dai suoi occhi scomparve ogni traccia di accusa; convivere con una creatura dalle abitudini notturne implicava sapersi adattare e rinunciare ad una parte del giorno, tuttavia non erano certi cambiamenti a pesargli.
“Hai... Fatto ancora quel sogno?” chiese Ye Xue.
In tutta risposta vide il suo amante scrollare le spalle e abbandonare il letto.
Raccolse una vestaglia color smeraldo, vi entrò in un morbido fruscio di seta e scomparve nella stanza da bagno.
Anche quel silenzio carico di rimprovero era colpa sua.

Il passato del maestro Leng li aveva seguiti insinuandosi nei sogni del mago fino a farne il suo dominio esclusivo.
Ciò che a torto aveva ritenuto una parentesi legata alla suggestione dell'antico palazzo, era diventata una fastidiosa abitudine, che aveva inquinato il limpido specchio onirico di Yun Bai e cominciava a condizionare la sua vita quotidiana.
“Yubi?”
Fece per bussare alla porta del bagno, però il padrone di casa lo anticipò uscendo vestito del semplice abito bianco che usava durante gli esercizi di meditazione.
“Vuoi praticare adesso? Mangia qualcosa prima .”
“Oh, si vede che tu non mediti mai, anche i bambini sanno che bisogna praticare a digiuno!”
“Sono solo preoccupato, non è salutare saltare i pasti...”
“Anche saltare gli esercizi spirituali è dannoso per noi maghi!” lo interruppe con veemenza l'altro “Ma tanto a te non importa!”
“Questo non è vero e lo sai...”
“Se t'importasse mi lasceresti tentare l'esperienza del viaggio fuori dal corpo!”
“Ne abbiamo già parlato, entrare nei miei sogni potrebbe essere spiacevole e pericoloso, perché a volte si trasformano in incubi e io...”
“La verità è che tu non hai nessuna fiducia in me e nei miei poteri!”
Il maestro Sheng aveva alzato la voce, una cosa che cominciava ad accadere troppo spesso negli ultimi giorni, per i motivi più banali.
Odiava discutere con Ye Xue e il fatto che lui incassasse passivamente i suoi scoppi di rabbia lo faceva sentire un mostro.
“Mi dispiace. Ho esagerato, so che non lo pensi. Scendo alla cascata, magari mi farà bene.” disse senza la forza di guardarlo negli occhi.
“Ti tengo in caldo la cena.” convenne l'altro ricevendo in cambio un vago cenno di assenso e di saluto.

Yun Bai aveva tutto il diritto di sfogarsi, poteva anche passarlo a fil di spada, se fosse servito a farlo stare meglio.
La sua reticenza lo stava condannando alla follia eppure aveva il terrore di perderlo, di come avrebbe reagito una volta scoperta la verità.
Per quanto si arrovellasse, il Signore degli Shen non riusciva a trovare una soluzione alla situazione che lui stesso aveva provocato.
Quindi si, era decisamente colpa sua.

Fine quinta parte


⋆ La voce dell'intrapredenza ⋆

Carissimi un po' in ritardo sulla tabella di marcia ecco pronto e fumante, come un piatto di baozi al vapore, il proseguio delle avventure magiche delle nostre due coppie sinofrancesi. In questo capitolo un lungo flashback ripercorre il primo incontro "fatale" tra la Candida Nuvola Yun Bai e il Signore degli Shen Ye Xue (per gli amici intimi Gege), nella cornice stravagante e piuttosto movimentata del reame di Serannian.
Tuttavia la loro idilliaca relazione, dopo il ritorno dal Palazzo d'Estate, è disturbata da sogni ricorrenti, che riguardano sempre il passato di Ye Xue e della sua amata concubina.
Coincidenze?
Ovviamente no!
Il mago sta risentendo molto di queste visioni, d'altra parte il suo amante non può o non vuole spiegargli come stanno le cose.
Nel prossimo capitolo scopriremo di più su Jīn Yè e cosa ha intenzione di fare Ye Xue per risolvere una situazione ormai ingestibile.
Salite a bordo del cestone di vimini, il viaggio riparte e ci rivedremo qui in tempi mediamente brevi!

Termini e curiosità:
* Camelia: la camelia nel linguaggio dei fiori significa essere pronti ad affrontare qualsiasi sacrificio in nome dell'amore, regalarla a qualcuno dichiara la propria stima e ammirazione dei suoi confronti. *Bāo bèi: è il corrispettivo cinese dell'inglese Baby :3



   
 
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